Verona, violenza in Questura

5 poliziotti in servizio alla Questura di Verona agli arresti domiciliari con le accuse di tortura, lesioni, falso, omissioni d’atti d’ufficio, abuso e peculato. Altri 17 indagati per complicità negli stessi reati.
È pesante il bilancio di un’indagine che vede nella bufera la Polizia del capoluogo veneto ed il quadro raccapricciante che sta emergendo, grazie ad una indagine interna della Squadra Mobile locale sui propri colleghi sospettati, è quello di una violenza verbale e fisica applicata con sistematicità da alcuni poliziotti che si sarebbero macchiati di reati odiosi nei confronti di persone  arrestate e poste in stato di fermo in questura.
Botte, umiliazioni, spray urticante, sevizie, una serie di brutalità abbinate ad insulti razzisti e xenofobi che rendono questa brutta storia ancora più triste e desolante.
Se l’indagine è partita dall’intercettazione di un poliziotto 24enne che si vantava al telefono con la fidanzata delle violenze perpetrate verso gli arrestati (con tanto di compiacimento della ragazza come risposta),ora ci sono anche i video e le foto a comprovare le accuse ed inchiodare gli indagati.
Il discredito verso un corpo glorioso come la Polizia di Stato, che tante volte ci ha reso  orgogliosi per le operazioni portate brillantemente a termine contro la malavita, la mafia ed il terrorismo, è tale da provocare imbarazzo e repulsione per la gravità dei comportamenti che stanno emergendo, ma allo stesso tempo l’immediata presa di posizione del Questore della città scaligera Massucci e del Capo della Polizia Pisano non lasciano spazio a dubbi: chi ha sbagliato pagherà e totale sarà la collaborazione con gli inquirenti e gli investigatori.
Di certo nell’opinione pubblica  lo sgomento è tanto, pensando soprattutto a quelle immagini così dolorose che ci arrivano troppo spesso da altri paesi come gli Stati Uniti ad esempio, dove troppe volte abbiamo visto persone, molto spesso di colore, maltrattate una volta fermate ed addirittura uccise dalle violenze della polizia, ben consapevoli che, per fortuna, questa non è la realtà italiana.
Per la grande  stima ed il rispetto che nel nostro Paese vigono per la Polizia di Stato non vorremmo mai che si ripetessero quegli eccessi ed abusi di potere presumibilmente verificatisi a Verona ed è un bene che le indagini chiariscano le responsabilità e che chi si è macchiato di reati venga condannato per le gravi colpe commesse, aggravate ulteriormente dall’odio razziale che le hanno accompagnate.
È una speranza, e constatando la tempestività delle indagini e delle reazioni dei vertici della Polizia, quasi una certezza.