Una nuova giornata “speciale” per i pendolari e poi il rimborso “comico” per i possessori della carta Tuttotreno
Stazione di Roma Termini. Martedì 8 ottobre 2024. Pioggia a scrosci, freddo e umidità. Mancano pochi minuti alle sei. Ai binari 1 e 2 est il senso di freddo e umidità sembra ancora di più volerti penetrare nelle ossa.
I tanti pendolari orvietani, dopo la solita estenuante giornata di lavoro, non vedono l’ora di varcare quell’uscio e riassaporare quel senso di calore che solo quando si rientra a casa propria si riesce a respirare. L’intercity 598 prima del suo orario di partenza è regolarmente presente sul binario 1 est. Forse questa sera le FS, valutando e comprendendo la situazione creata dalla gran pioggia e intensa umidità, desiderano essere umane e benevole con i tanti pendolari orvietani, vogliono permettere loro, almeno in questa serata, di poter essere a Orvieto in orario. Cioè dieci minuti prima delle sette e mezza. Ma un fulmine a cielo sereno cancella ogni illusione. Ogni ipotesi e pensiero benevolo. Sui display posti lungo il binario 1 est compare accanto al numero 598 il numero 10. Treno che partirà con 10 minuti di ritardo. Che poi in queste serate umide e piovose, a fine giornata lavorativa, ogni minuto di ritardo sembra non passare mai. Dopo 14 minuti rispetto all’orario canonico, precisamente alle 18,29 il treno molto lentamente, arrancando e sbuffando, si mette in movimento. Per quello che si mostrerà essere il solito viaggio infernale, stancante e stressante.
Il treno intercity 598 arriva da orario a Orte alle 18,54. Ma la sera dell’8 ottobre arriva a Orte alle otto e sei minuti. E a Orvieto alle otto e trentaquattro minuti, con un ritardo rispetto all’orario canonico di arrivo di un’ora e tredici minuti. Neanche osano più lamentarsi i pendolari della rupe. Ogni giorno c’è una novità.
Raggiungere la Capitale o rientrare è diventato un terno al lotto. La loro vita sembra essere governata da una pallina buttata in una roulette che gira a caso. Smarrita ogni certezza, ogni sicurezza. Le conseguenze sono un mix micidiale di stress, accumulo di fatica e perdita di serenità. E con tanto tempo tolto quotidianamente alla propria vita; tempo trascorso in attesa o su un treno saltellante e barcollante.
Unica notizia positiva per i pendolari è che sono iniziati ad arrivare ai possessori della carta “tutto treno” degli indennizzi per i disagi (enormi e non immaginabili da chi non usa il treno per spostarsi) subiti nell’ultimo anno. A fronte di un costo annuale della carta di 495 euro, i primi fortunati indennizzati hanno potuto beneficiare di un rimborso annuale di 4 euro e 25 centesimi da poter spendere entro un anno dalla data di ricezione. Insomma. Non si intravede nessuna luce nella buia, desolata e solitaria vita dei pendolari orvietani.