Un oppositore senza voti ma pieno di falsità e livore

Ho letto sul web il contributo (???) al dibattito sulla candidatura di Orvieto Capitale Italiana della Cultura 2025 a firma del giornalista RAI e già consigliere provinciale dell’Italia dei Valori, Giorgio Santelli.  E’ mia consuetudine non rispondere a personaggi che si ergono a “salvatori della patria” senza essere legittimati dal voto della comunità cittadina; ma di fronte a certe considerazioni false e livorose ritengo doveroso fare un’eccezione. 

Nella città che dopo anni di immobilismo, impaludata come era nelle lotte interne alla sinistra, ha ritrovato orgoglio ed entusiasmo, nella città che ha saputo reagire in maniera compatta al buio della pandemia, nella città che finalmente torna a darsi obiettivi e traguardi ambiziosi, arriva la solita e scontata voce stonata.  Perché, ben vengano le critiche costruttive e portatrici di soluzioni concrete, ben vengano visioni diverse sulla città e sulle soluzioni da dare, ma non è accettabile sentire ripetere falsità su falsità da chi, oltretutto, per mestiere, dovrebbe fare informazione: ed invece, per ragioni squisitamente politiche – quella politica che al di là del rispetto deontologico, ha sempre attivamente fatto – preferisce fare scientifica disinformazione.

Come si può affermare che il Teatro è chiuso?  Il Mancinelli è stato tra i primi teatri a riaprire dopo la pandemia, tanto che ha vinto anche premi europei per come è stato gestito in totale sicurezza. Malgrado le difficoltà e le limitazioni dell’emergenza sanitaria è stata allestita una grande stagione teatrale che, a poco a poco, ha riportato gli orvietani a Teatro; orvietani veramente innamorati del Mancinelli e della città, non quelli che hanno sottoscritto le petizioni e poi non si sono mai visti ad alcuno spettacolo. Chissà, magari anche lui è tra questi, orfani della TeMa, non certo orfani del Teatro. Se non altro abbia rispetto dei tanti operatori dello spettacolo che dopo mesi e mesi di stop hanno ricalcato le scene proprio al Mancinelli. Ed anche rispetto per chi ci lavora.

Come può dire che ogni anno si rischia di perdere Umbria Jazz? È rimasto indietro a quello che facevano i suoi “compagni” della precedente giunta che, tra l’altro, ha palesemente sostenuto e di cui è stato uno dei massimi strateghi. L’ amministrazione Tardani, non solo ha stabilizzato, ma ha anche incrementato i fondi per consolidare il rapporto con Umbria Jazz. Si informi invece di dire castronerie!  Come può dire che non si è valorizzato il fondo Rodari? Anche qui il giornalista è in totale confusione.  Probabilmente non vive la città e straparla solo per sentito dire. Vada a visitare il Centro Rodari che oggi, grazie al lavoro dell’attuale amministrazione, ha una sede adeguata all’interno della biblioteca ed ha una “conduzione” che comprende anche la famiglia Rodari e che lavora attivamente a progetti di sviluppo e valorizzazione del grande patrimonio donato alla città.  Come può dire che non è stato definito il luogo e il progetto di valorizzazione delle proprie emergenze artistiche, storiche, culturali, enogastronomiche? E’ stato appena costituito il Distretto del Cibo e definito il progetto il Palazzo del Vino e dei prodotti del territorio al San Giovanni, oltre a rigenerare e ridare un ruolo e nuove funzioni ai grandi contenitori della città. Il Centro studi “Città di Orvieto” non è più un condominio (come lo definì l’ex Sindaco Germani) ma sta diventando – finalmente – il polo di riferimento della formazione in città ed a breve ospiterà anche l’Archivio Maoloni, lasciato completamente abbandonato dai suoi “compagni” in una sala del Palazzo dei Sette, quel palazzo che ora diventerà la sede di uno dei più grandi tesori della città quale è il Corteo Storico. Palazzo Simoncelli vedrà finalmente realizzato il Museo e centro di documentazione della ceramica grazie ai fondi messi in campo dalla Regione. Il Palazzo del Popolo, dopo il flop della precedente gestione, ha ritrovato vitalità e sarà ulteriormente valorizzato da una gestione integrata con il teatro Mancinelli e l’Ufficio di accoglienza turistica.

Dopo anni di chiacchiere, fuffa e bandi deserti, aspettando non si sa chi e sognando l’impossibile, l’amministrazione Tardani ha preteso con forza una soluzione per l’ex Ospedale di piazza Duomo che guardasse finalmente agli interessi dei cittadini orvietani, che riportasse economia quotidiana nel centro storico, che aumentasse e migliorasse i servizi di assistenza sanitaria sul territorio, evitando l’ingolfamento dell’Ospedale Santa Maria della Stella. Ospedale nel quale verranno eseguiti importanti lavori di ristrutturazione e di investimenti su organico e strumentazioni mai avvenuti prima,  per essere così rafforzato sul fronte dell’emergenza-urgenza.

Sull’ex Ospedale ricordiamo che sono stati effettuati quattro bandi pubblici da parte della ASL e nessuno di questi ha trovato un imprenditore interessato all’acquisto: se il giornalista o altri suoi conoscenti avessero avuto interesse diretto o, in alternativa, avessero conosciuto imprenditori seri per acquistare l’intero immobile attraverso uno dei quattro bandi esperiti, la città e la ASL ne avrebbero preso atto e tutti avrebbero vissuto felici e contenti. Per fare questo bastava versare 3,5 milioni di euro, prezzo base del bando. Purtroppo o per fortuna ciò non è avvenuto. Il dato oggettivo, quindi, è che i quattro bandi sono andati tutti deserti. Un’ultima cosa sull’ex Ospedale: leggere o ascoltare personaggi di sinistra che auspicavano la vendita a privati di un importante e fondamentale bene pubblico della città palesa – ormai in maniera incontestabile – la metamorfosi di una sinistra che ha abbandonato la difesa dei beni pubblici e ha completamente superato la tutela della socialità.

In accordo con la Asl, la parte dell’ex ospedale che si affaccia su piazza Duomo sarà destinata a fini istituzionali in favore del Comune, così da tutelare la vocazione turistica di quel meraviglioso luogo e della città intera. È stato già detto più volte, non l’ha letto? Non ha approfondito? O ormai è abituato solo a leggere i titoli dei giornali?

Sul turismo e la promozione sono stati fatti passi da gigante in questi ultimi tre anni da parte dell’assessorato al turismo, rinnovando l’immagine della città e innovando i servizi turistici – penso alla Carta Unica – con progetti già realizzati e altri, molto ambiziosi, in attesa di finanziamento, che hanno ridato credibilità e visibilità.

Sulla sanità, sui rifiuti, sui trasporti lavoriamo giorno dopo giorno con la Regione per affrontare e risolvere problemi che si trascinano da anni e ai quali saranno trovate soluzioni; esattamente come si stanno cercando soluzioni alle piccole e grandi questioni della città, lasciate irresponsabilmente irrisolte.

Così come per l’ex caserma Piave, nei confronti della quale il giornalista e la sua Associazione si sono fatti promotori di un progetto di rifunzionalizzazione: un progetto – per ammissione delle stesse persone che hanno lavorato a quel progetto – in cui non esistono né soggetti finanziatori, né eventuali attuatori e né possibili gestori. Ed il giornalista ci viene a parlare di proclami!

Siamo in totale confusione anche sull’iter della candidatura. Orvieto è candidata con ambizione e orgoglio a Capitale Italiana della Cultura 2025: perché l’amministrazione Tardani crede nelle potenzialità di Orvieto – senza se e senza ma – e ci crede fortemente al di là di ogni steccato ideologico.

Siamo pronti a questa sfida, al di là del risultato. Una sfida che la città intera ha accolto con grande entusiasmo vedendo in questa occasione l’opportunità di mettere a valore comune le esperienze e i progetti accumulati in questi anni. A proposito? Ci dica il giornalista perché, dopo aver invano provato a coalizzare altre associazioni contro l’amministrazione Tardani (tentativo miseramente fallito), non ha fatto partecipare la “sua” Associazione ai workshop che sono stati organizzati?  Perché, se l’Associazione intende operare alla crescita della città, non ha dato il proprio contributo?   La risposta probabilmente già ce l’ha data con il suo farneticante intervento: appare chiaro, infatti, che l’unico obiettivo non è il bene della città ma provare a “mandare a casa” l’amministrazione Tardani, oltre a disinformare, tutelare gli interessi di parte, dividere e seminare zizzania, senza avere uno straccio di proposta alternativa concreta e fattibile.

E’ questo lo spirito per candidarsi al Governo della città?   È questo il contributo per rendere Orvieto competitiva e all’altezza delle sfide che la aspettano?  Orvieto ha bisogno di serietà, concretezza, capacità di dialogo: tutti concetti che sfuggono a chi fa della falsità e denigrazione il proprio modus operandi.  Ma questi toni non sono certo nuovi a questi soggetti; così come non sono certo nuovi i volti che si nascondono dietro alle loro parole; così come non sono nuovi gli attacchi “faraonici” sui social.

Un consiglio per il professionista dell’informazione…… che però appare tanto disinformato. Si doti di un buon addetto stampa…

Stefano Olimpieri (Consigliere Comunale di Orvieto)