Tari e la nota dell’assessore Pizzo, “gli aumenti medi del 9% determinati dal nuovo metodo di calcolo dell’Arera che penalizza cittadini e comuni”

Sono arrivate nei giorni scorsi i bollettini della TARI con un’amara sorpresa. Gli aumenti medi sono del 9% circa e con scadenze piuttosto ravvicinate. L’assessore Pizzo è voluto intervenire con una nota per spiegare l’origine di questi aumenti che cittadini e imprese orvietane si sono ritrovati nei bollettini recapitati tramite posta.

“In questi giorni stanno arrivando le bollette relative alla Tari con aumenti medi, per gli utenti del Comune di Orvieto, pari a circa il 9% rispetto allo scorso anno.  I rincari, che hanno interessato tutti i Comuni dell’Umbria anche con variazione percentuali maggiori, sono dovuti agli effetti del nuovo metodo di calcolo introdotto da Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che determina la tariffa in base ai costi effettivi del servizio sostenuti dal gestore secondo i parametri fissati dall’Autorità stessa“. Lo afferma l’assessore al Bilancio del Comune di Orvieto , Piergiorgio Pizzo.

“Su questi costi – spiega l’assessore – hanno inciso i rincari energetici e delle materie prime che hanno fatto lievitare gli importi dei Piani economici finanziari in base al quale i Comuni stabiliscono la tariffa. Va ricordato che la legge obbliga che il costo del servizio sia coperto interamente ed esclusivamente dal ricavato della tariffa. È evidente come il nuovo sistema di calcolo di Arera sia penalizzante sia per i Comuni che per i cittadini come hanno sostenuto oltre 70 sindaci dell’Umbria, tra i quali il sindaco di Orvieto, nella lettera aperta dello scorso aprile con la quale esprimendo le preoccupazione per i continui aumenti hanno evidenziato la necessità di una revisione del sistema. Questo meccanismo, infatti, non solo ha disconosciuto le condizioni del bando per la gestione del servizio, ma ha relegato i Comuni al ruolo di semplici esattori limitandone il margine di azione e ha completamente annullato anche il principio del ‘chi meno produce rifiuti meno paga’ con il rischio di vanificare l’impegno dei cittadini sulla raccolta differenziata“.