Con il Pnrr 11,4 milioni per valorizzare l’architettura rurale. Pubblicato il bando sul BUR dell’Umbria

È stato pubblicato mercoledì 20 aprile, sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria (Supplemento ordinario n.4, Bur Serie Generale n.18) e sul portale istituzionale www.regione.umbria.it il bando regionale per la protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, nell’ambito del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con oltre 11,4 milioni di euro, assegnati alla Regione Umbria dal Ministero della Cultura, verranno sostenuti progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà di soggetti privati e del terzo settore, o a vario titolo da questi detenuti, per garantire che tale patrimonio sia preservato e messo a disposizione del pubblico. Ammissibili anche progetti che intervengano su beni del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà pubblica, dei quali i soggetti privati e del terzo settore abbiano la piena disponibilità, con titoli di godimento di durata pari almeno a 5 anni successivi alla conclusione dell’intervento, mantenendo i vincoli di destinazione per analoga durata. Potranno essere finanziati almeno 76 interventi su edifici storici rurali, provvisti della dichiarazione di interesse culturale oppure costruiti da più di 70 anni e censiti o classificati dagli strumenti regionali e comunali di pianificazione territoriale e urbanistica.

Per l’assessorato alla cultura, è una opportunità importante da cogliere per preservare i paesaggi rurali e storici attraverso il recupero e la conservazione di un grande patrimonio culturale della regione, quale elemento identitario dell’Umbria e ulteriore motore di rilancio e sviluppo del turismo, dando valore alle tradizioni e alla cultura locale. Una fonte importante di finanziamento per migliorare la qualità paesaggistica del territorio e restituire alla collettività, e in molti casi all’uso pubblico, un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico. Il recupero, si rileva, favorirà sia le attività legate al mondo agricolo sia la creazione di servizi a beneficio della fruizione culturale e turistica, come i piccoli musei locali legati al mondo rurale che svolgono un ruolo importante nelle comunità locali promuovendo la conoscenza e la memoria. Potranno essere finanziati interventi di risanamento conservativo e recupero funzionale di elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale, allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi sociali, ambientali e turistici su:

a)  edifici rurali: manufatti destinati ad abitazione rurale o destinati ad attività funzionali all’agricoltura (mulini ad acqua o a vento, frantoi, cantine case torre colombaie, ville e grandi residenze di campagna), che abbiano o abbiano avuto un rapporto diretto o comunque connesso con l’attività agricola circostante e che non siano stati irreversibilmente alterati nell’impianto tipologico originario, nelle caratteristiche architettonico-costruttive e nei materiali tradizionali impiegati;

b)  strutture e/o opere rurali: i manufatti che connotano il legame organico con l’attività agricola di pertinenza (fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, pozzi, recinzioni e sistemi di contenimento dei terrazzamenti, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili);

c)  elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali (cappelle, edicole votive, abbazie, pievi, ecc.), dei mestieri della tradizione connessi alla vita delle comunità rurali.

Le risorse, a fondo perduto, vengono assegnate fino all’80% delle spese ammissibili, nei limiti massimi di 150mila euro per soggetto ammissibile; fino al 100% delle spese ammissibili, nei limiti massimi di 150mila euro per soggetto ammissibile, se il bene è dichiarato di interesse culturale. Possono presentare domanda persone fisiche e soggetti privati profit e non profit. Le domande di ammissione andranno presentate a partire dalle ore 12 di martedì 26 aprile 2022, esclusivamente tramite l’applicativo predisposto da Cassa Depositi e Prestiti, accessibile dal canale Bandi della Regione Umbria. La procedura di selezione degli interventi da ammettere ai finanziamenti è una procedura a sportello con valutazione, nella quale l’ordine temporale di arrivo delle domande guiderà sia l’istruttoria della domanda che la valutazione di merito da parte della Commissione.

Le domande potranno essere inviate fino alle 16.59 del 23 maggio 2022; saranno istruite e valutate fino a concorrenza delle risorse finanziarie disponibili.




Crescita e turismo, servono dialogo, rispetto delle regole e dei regolamenti

Attenzione al turismo e agli operatori del settore, questo è il mantra a Orvieto da almeno qualche anno.  Era questo durante la consiliatura Germani, anche quando decise di chiudere al traffico piazza del Popolo, ascoltando le categorie a giochi fatti, proprio mentre gli operai cancellavano le strisce.  E’ così oggi, a distanza di più di cinque anni.  Questa volta al centro c’è il nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico e il decoro urbano.  Giusto, girare nel centro storico e vedere una selva indefinita di segnali, indicazioni, panche, sedie, ombrelloni, pedane tutte “personalizzate” è certamente a tratti desolante.

C’è un grande “ma” su tutto, il metodo seguito, quello della partecipazione a giochi fatti, ancora una volta.  La città non è solo di chi opera, ma di tutti i cittadini e l’ideale sarebbe un referendum ma non è pensabile effettuarlo per ogni decisione anche importante per la comunità.  Allora perché non riunire i rappresentanti delle varie categorie produttive durante l’iter e non in fase di presentazione?  Cosa non quadra nel nuovo regolamento?  Secondo molti operatori le problematiche principali sono relative alla lunga interruzione per le licenze temporanee e per il pagamento anticipato del canone, almeno per il 2022.

Secondo Serena Stopponi, rappresentante degli operatori del settore, “il nuovo regolamento è stato approvato a fine anno e siamo stati chiamati quando tutto era stato deciso, insomma per la presentazione.  Abbiamo sottolineato come questa modalità sia errata e ci è stato promesso che per le prossime occasioni saremo chiamati con largo anticipo”.  Intanto rimangono scoperti i problemi, “è vero nel regolamento è scritto che le temporanee – spiega ancora Serena Stopponi – devono levare gli arredi esterni dal 10 gennaio alla Domenica delle Palme, ma nel frattempo, almeno secondo alcuni operatori del settore, le abitudini della clientela sono cambiate, complici sia il cambiamento del clima meno rigido in inverno, sia ancora la pandemia; probabilmente verrà effettuato un intervento da parte dell’amministrazione a partire dal prossimo anno ma per il 2022 e inizio 2023 vigono le attuali regole”.

Siamo andati a spulciare il nuovo regolamento che ha apportato poche novità sul precedente lasciando, però, alcune criticità.  Per avere la licenza di occupazione di suolo pubblico permanente, ad esempio, è necessario avere le pedane ma queste non vengono permesse dappertutto sia per motivi estetici che di sicurezza stradale.  Quindi?   Alcuni operatori possono lavorare all’esterno sempre, altri in un determinato periodo anche se disponibili a investire denaro e a pagare per i giorni di occupazione in più.  La temporaneità, tra l’altro, non è definita da leggi particolari, se non dal fatto che l’occupazione continuata deve essere inferiore ai 365 giorni.  Basterebbe, quindi, una semplice chiusura per ferie o il riposo settimanale per ottemperare a tale regola. 

Altre prescrizioni sono piuttosto interessanti e di principio giuste, come ad esempio la “zonizzazione” delle aree e l’uniformità di arredi e accessori.  Con la divisione di zone si potrebbe “aiutare” chi opera in aree a minore afflusso turistico, come la zona del Corso che arriva fino al Teatro Mancinelli o San Domenico, oppure chi opera in aree con densità abitativa bassa, come le frazioni, mentre a chi usufruisce di uno spazio pubblico, cioè di tutti, in aree ad alto valore turistico potrebbe essere richiesto un sacrificio maggiore o eguale all’attuale, effettuando una scala sconti per gli altri.  Le note dolenti arrivano con i controlli e il rispetto delle regole.  Già nel precedente regolamento erano individuati i rapporti tra spazi interni e occupazione di suolo pubblico che in taluni casi non vengono rispettati, così come gli ingombri con arredi oltre le aree già destinate a un esercizio commerciale.  Poi ci sono gli arredi veri e propri, le famigerate fioriere, le modalità di riscaldamento, tutte ben normate nei regolamenti ma spesso disattese.  Chi deve controllare? 

Se si cerca il decoro della città allora bisogna avere il coraggio di controllare che le regole vengano rispettate anche a costo di essere, nel breve periodo, impopolari.  Un esempio riguarda quelle definite nel regolamento “pre-insegne” che dovrebbero essere apposte negli spazi di proprietà comunali pagando il canone relativo.  Eppure, in ogni angolo spuntano indicazioni di vare dimensioni, gusto, estetica differente.  Il risultato è un arcobaleno di dubbio gusto come le fioriere discutibili installate dal Comune, nella precedente consiliatura.  Lo stesso ragionamento vale per gli spazi occupati, per i sistemi di riscaldamento o raffreddamento, per le tipologie di arredo.  E’ fondamentale, dunque, che il dialogo sia sempre aperto fra tutte le parti, che il rispetto delle regole sia assicurato per tutelare chi lavora e chi intraprende, che al suolo pubblico venga dato il giusto valore e che il decoro urbano sia veramente al centro di ogni discussione.  Solo così possono svilupparsi il turismo e la cultura d’impresa, un binomio indissolubile per creare crescita economica, sociale e culturale nella città.




Stefano Martucci, Federalberghi, “Le prenotazioni a Pasqua sono arrivate last minute. Ora intervenire sugli aumenti altrimenti sarà difficile il futuro”

Il turismo sta ripartendo con molta fatica ma sicuramente i segnali positivi ci sono. Si rivedono soprattutto quelli provenienti dagli Stati Uniti che in questi anni di pandemia sono stati i veri assenti. Sono piccoli ma grandi segnali di un cambiamento che però potrebbe essere rallentato dalla guerra e dalle conseguenze anche nel medio-lungo termine, primo fra tutti l’aumento vertiginoso di utenze e beni di prima necessità. Stefano Martucci, vice-presidente regionale e presidente provinciale di Federalberghi, ha sottolineato che “gli aumenti sono stati nell’ordine del 50% circa e i riverberi sui costi medi delle camere sono evidenti, ma i clienti stanno reagendo con comprensione anche perché gli stessi aumenti valgono anche per le utenze private, quindi tutti conoscono il problema.

Finalmente torniamo a parlare di turismo dopo una lunghissima parentesi. Giornali e Tv stanno presentando il prossimo ponte di Pasqua come estremamente positivo per il turismo. E’ così anche per Orvieto?

Io direi che sta andando abbastanza bene anche se le prenotazioni sono iniziate con grande ritardo. In pratica si sono mosse negli ultimi giorni ma posso dire che siamo soddisfatti, visto il periodo comunque difficile.

Ma se le chiedo di spingersi più in avanti, almeno sino alle fine del mese che dati abbiamo?

Come ho appena detto le prenotazioni di Pasqua, per la maggiora parte, stanno arrivando proprio in questa settimana, a pochissimi giorni dall’effettivo arrivo. Questa tendenza spero si replichi anche per il 25 aprile e i giorni successivi.

Proprio ora che il turismo sta ripartendo c’è la guerra che potrebbe cambiare repentinamente e in peggio le prospettive. Sicuramente ha già portato un forte aumento dei costi delle utenze e non solo. Di quanto sono cresciuti questi costi per le strutture albeghiere?

E’ sicuramente la voce che più incide sui nostri bilanci anche perché si è creato un effetto domino per cui gli aumenti sono generalizzati per tutti i beni e i servizi. A dire la verità i primi segnali di crescita dei costi erano già ben presenti a settembre/ottobre dello scorso anno, ma gli aumenti pià rilevanti sono arrivati tra dicembre e gennaio, proprio quando si utilizzano di più il gas e l’energia. Pr intenderci gli aumenti sono almeno del 50%, fatti salvi coloro che hanno sottoscritto contratti di fornitura calmierati e pluriennali, ma la gran parte delle stretture alberghiere ha normali contratti per energia e gas. E’ una spirale altamente pericolosa che da una parte vede l’aumento dei costi di gestione e dall’altra ci obbliga a ritoccare i prezzi dei servizi che offriamo ma se la tendenza non s’inverte c’è forte e reale il rischio che alcune strutture decidano di non aprire.

Se non ricordo male già ora, in Italia, alcune strutture alberghiere hanno deciso di non aprire o hanno annunciato che non saranno operativi nella prossima stagione estiva…

Confermo, a seconda del tasso di riempimento, soprattutto in bassa stagione, molto spesso non conviene stare aperti.

Facciamo una domanda a Stefano Martucci imprenditore, quanto sono aumentate le bollette e di quanto avete aumentato i prezzi delle camere?

Come ho già detto le bollette sono cresciute almeno del 50% e chiaramente siamo stati costretti ad aumentare i prezzi delle camere minimo del 20%. Devo però sottolineare che questa volta la clientela non si è lamentata anche perché i rincari stanno colpendo tutto e tutti. Insomma, anche i clienti hanno compreso la difficoltà e quasi si sentono vicini a noi.

Anche a Orvieto vedo spesso annunci e cartelli di ricerca del personale, in particolare per ristoranti e bar. Ci sono difficoltà anche nel settore alberghiero?

Ci sono molte difficoltà anche nel nostro settore e non sono di quest’anno. Già lo scorso anno, nel momento della ripartenza estiva, è stato estremamente difficoltoso riuscire a trovare personale soprattutto qualificato. Oggi i giovani che si approcciano al mondo del lavoro trovano mille difficoltà probabilmente perché non vengono stimolati in maniera corretta. Sicuramente le tutele introdotte negli ultimi anni hanno creato un corto circuito tra domanda e offerta che deve essere assolutamente “riparato”.

Cosa intende quando dice “i giovani non vengono stimolati in maniera corretta”?

Le strutture alberghiere hanno necessità di avere personale qualificato per servizi delicati, di personale cha conosca almeno una lingua straniera, tanto per citare i primi due esempi che ho in mente. Magari si potrebbe ipotizzare di creare corsi professionalizzanti e di aggiornamento, ma sicuramente è necessario che vengano anche rispettati i contratti e le regole vigenti in materia.

Chiudiamo con un’ultima domanda riguardante le azioni messe in campo dal governo per alleviare l’onere di costi e degli aumenti. Innanzitutto ci sono questi aiuti e sono arrivati?

Attualmente non abbiamo notizie in merito. Si leggono tanti annunci, tante promesse sui giornali ma di concreto anche non si è visto nulla. Mi auguro che tali promesse diventino realtà in brevissimo tempo perché i bilanci delle aziende soffrono e non so ancora per quanto tempo riusciremo a pagare tutto i tasca nostra.




Orvieto, il turismo è al “bando?”

L’inizio della settimana che porta alla Pasqua è stato piuttosto movimentato per il secco botta e risposta tra Federalberghi e la sindaco Roberta Tardani.  Cifre, promozione, destinazione dell’imposta di soggiorno, presenze, arrivi, tutte questioni che hanno fatto alzare improvvisamente i toni tra la categoria imprenditoriale e l’amministrazione comunale.  Tutto è partito dal comunicato di Federalberghi relativo a un incontro avuto proprio con l’amministrazione.  Ecco cosa è scritto nel comunicato, “abbiamo preso atto di alcune iniziative che l’Amministrazione Comunale ha promosso, sottolineando le differenze tra eventi per il territorio e quelli con valenza turistica, ovvero che hanno le caratteristiche per trasformarsi in attrattori di cui tutta l’economia del territorio può beneficiare.
Sappiamo che recuperare il mercato estero non sarà assolutamente facile, ma dobbiamo provarci con progetti di ampio respiro ai quali vogliamo contribuire con le nostre proposte. Al sindaco Tardani – aggiunge il presidente Simone Fittuccia – abbiamo chiesto, ad esempio, di essere coinvolti a priori, con le nostre proposte, nelle scelte per l’utilizzo dell’imposta di soggiorno: già questo sarebbe un salto di qualità per il futuro. Ringraziamo per le aperture incoraggianti che abbiamo colto… Nel centro storico, negli ultimi anni, hanno chiuso due strutture alberghiere, ma ce ne sono altre che hanno investito per rilanciare l’offerta ricettiva di questa città. Nell’attuale situazione, non ci sembrano invece percorribili progetti come quello della riconversione dell’ex ospedale in struttura alberghiera. Il turismo orvietano ha perso negli ultimi due anni il 35% degli arrivi e il 30,3% delle presenze: una situazione perfino più pesante della media regionale che ha comunque registrato un -30,8% degli arrivi e -23,8% delle presenze.  Il dato relativo strettamente al settore alberghiero è ancora più drammatico: -46,5% degli arrivi e -42,6% delle presenze, contro una media regionale di -37,2% degli arrivi e -29,7% delle presenze”.

Immediata e piuttosto dura la replica del sindaco Roberta Tardani, “I dati diffusi da Federalberghi sul movimento turistico nel territorio orvietano negli ultimi due anni si limitano a riportare nudo e crudo il calo complessivo degli arrivi e delle presenze italiane e straniere registrato dalle statistiche della Regione Umbria senza tenere conto di quanto la pandemia ha condizionato i flussi turistici provenienti dall’estero il cui peso su Orvieto è sempre stato maggiore rispetto all’importanza che questa componente ha avuto in altre parti dell’Umbria. E’ noto e appurato di come la pandemia abbia influito negativamente più sui turisti stranieri che su quelli italiani quindi ogni tipo di analisi che possa fornire una fotografia veritiera della situazione attuale, e sulla quale misurare i risultati del lavoro fatto dalla città in questi due anni, non può che partire da queste premesse.   Pertanto, prendendo in considerazione le stesse statistiche regionali riferite al turismo italiano nell’unico periodo confrontabile del 2021, ovvero il secondo semestre, a giugno 2021 il comprensorio orvietano è stato l’unico insieme al Trasimeno a far registrare un segno positivo rispetto al 2019 mentre tra luglio e ottobre l’aumento percentuale su arrivi e presenze va dal 48 al 63% rispetto al 2019, contendendosi alternativamente con Todi il dato migliore dell’Umbria. Il pozzo di San Patrizio, da sempre ‘termometro’ dei flussi in città, dal 1° giugno al 31 dicembre, ha fatto registrare nel 2021 167.481 contro i 132.684 del 2019 con un incremento del 26% e punte fino al 40% in più nel periodo estivo. Mi preme sottolineare come nelle nostre valutazioni confrontiamo sempre i dati del 2021 con quelli del 2019, anno pre pandemia, perché le statistiche del 2020 potevano essere condizionate dalle tendenze del turismo di prossimità che aveva generato il primo lockdown mentre consolidare e aumentare le presenze l’anno successivo era un risultato tutt’altro che scontato. In questi due anni – conclude il sindaco – l’Amministrazione Comunale, confrontandosi sempre con tutti gli operatori di settore, ha investito moltissimo e più di sempre sul marketing territoriale, sulla promozione, sugli eventi e soprattutto sull’innovazione e digitalizzazione dei servizi turistici per creare le condizioni per una immediata ripartenza. I progetti e i risultati raggiunti, presi a modello anche in occasione di importanti meeting del settore, non sono casuali e sono il frutto dell’impegno che ha saputo mettere a sistema tutta la città e non solo l’Amministrazione Comunale. Dovevamo rimetterci al passo con il mondo, ritornare subito attrattivi dopo la tempesta della pandemia, tutte condizioni necessarie per tornare ad aggredire i problemi mai risolti che avevamo prima della pandemia: aumentare la permanenza media sul territorio, puntare su un turismo di qualità e proporre Orvieto non solo come destinazione ma anche come luogo dove vivere. Su queste sfide ci aspettiamo il contributo concreto e costruttivo delle associazioni di categoria, degli operatori di settore e della città intera”.  

Lunedì è stata anche la giornata dell’asta andata deserta per la gestione integrata di teatro, Palazzo del Popolo e Servizi turistici.  Il duro botta e risposta evidenzia un malumore profondo dovuto anche al periodo complesso che stiamo attraversando tutti, dopo pandemia e guerra, ma non solo.  Vorremmo puntualizzare alcuni punti per aprire una discussione franca e aperta sull’intera questione. 

Prima di tutto facciamo parlare i numeri e mettiamoci d’accordo su una lettura univoca.  I dati del Pozzo di san Patrizio evidenziano sì un successo per le casse comunali, ben venga, ma non c’è un nesso diretto con i flussi turistici.  Insomma, diciamolo chiaro e tondo si può andare al Pozzo e poi ritornare allo Scalo e ripartire in meno di un’ora sfruttando un solo biglietto.  Il turismo mordi e fuggi è sempre più evidente soprattutto in questo scorcio di 2022 con tanti gruppi che arrivano già con il panino in mano che addentano mentre camminano verso la Torre del Moro e il Duomo, si fermano per un breve descrizione esterna e, non tutti, entrano pagando il biglietto per la visita alla Cappella di San Brizio e del Corporale, escono, vagano un’oretta tra piazza del Popolo, Corso Cavour e ancora Torre del Moro per poi correre verso la funicolare e ripartire per le altre destinazioni previste nel tour…”de force”.

Un’altra questione riguarda la promozione e gli eventi.  Qui ha ragione Federalberghi nel distinguere tra eventi per la città e per attrarre turisti.  Gran parte del cartellone estivo, fatti salvi quelli relativi alla musica lirica e non solo, sembrano tarati per chi è di Orvieto o ha già scelto la città per le proprie vacanze.  La promozione invita a visitare Orvieto, manca la seconda e terza fase e cioè il territorio, il vivere bene ma qui devono assolutamente intervenire gli imprenditori perché il Comune non può finanziare vere e proprie campagne pubblicitarie in favore di una parte delle imprese. 

Federalberghi sottolinea la propria contrarietà a un albergo 5 stelle in Piazza Duomo, questione archiviata dalla decisione, non vincente, di dedicare gran parte dell’immobile a uffici e ambulatori.  La questione da affrontare sarebbe ben più vasta a partire da una rivisitazione delle categorie alberghiere, insomma delle stelle, da un forte incentivo per il riammodernamento delle strutture e dalla creazione di una seria rete, così come ha sottolineato Antonio Rossetti, Cittadinanza Territorio Sviluppo, in un’intervista concessa proprio a OrvietoLife, per innescare un circolo virtuoso e per rendere più competitive le aziende sul mercato globale.  Un hotel 5 stelle significherebbe avere una vera città turistica di qualità e un conseguente innalzamento della qualità dei servizi commerciali in genere, con un ampliamento ad esempio degli orari di apertura, ma significherebbe un potenziamento dei collegamenti ferroviari di fascia alta, IC e ES, un miglioramento dei servizi si sanità pubblica, quindi un conseguente innalzamento della qualità della vita della città intera.  Anche qui il Comune può fare poco, sono le imprese, le associazioni che devono muoversi e agire, insieme e non singolarmente altrimenti la sfida con il mercato globale è persa in partenza.

L’ultimo punto riguarda l’attrattività di Orvieto nel suo complesso.  Il bando di gestione integrata p andato deserto.  Il sindaco si è affrettato a spiegare che “si è destato interesse perché sono arrivate richieste di sopralluogo”.  Certamente, ma ribattiamo, a quelle richieste non è seguita alcuna offerta concreta su un pacchetto presentato come molto appetibile ma che a ben guardare, sempre leggendo i numeri presentati negli allegati, lasciano scarsissimo margine all’impresa e tati, troppi rischi che potrebbero facilmente compromettere la profittabilità.  Si dice che il Comune ha investito e continua a investire, ma quanto?  E soprattutto quali sono i costi di gestione per unità e come vengono coperti?  Ci sono poi le annose partite ancora aperte e con contenitori tristemente vuoti del Palazzo del Gusto e della Caserma Piave, altri tasselli vitali per l’economica della città e del territorio, sia per il turismo che per il lavoro che, ancora, per attirare nuovi residenti e assicurare un futuro più tranquillo a Orvieto.

I comunicati e le repliche, se non portano numeri, cifre, dati, e date, progetti e proposte rischiano di essere sterili esercitazioni di polemica politica spiccia mentre la città è attraversata da una crisi profonda del commercio, da un declino demografico, marginalmente mitigato da pochi nuovi nati, da un depotenziamento continuo della sanità pubblica territoriale e ospedaliera, tutte questioni che avrebbero la necessità di programmazione di medio-lungo termine che la politica e parte dell’imprenditori oggi non riesce a produrre occupata nelle tante scadenze elettorali e nei piccoli interessi di bottega che ne offuscano la vista in una sorta di miopia ad alto rischio per la città.




Lettera dei gestori di agriturismi al sindaco di Ficulle, “con la tassa di soggiorno si colpiscono gli operatori e il turismo”

In qualità di proprietari e gestori di due agriturismi del Comune di Ficulle vogliamo esprimere la nostra forte preoccupazione per l’introduzione dell’imposta di soggiorno nel nostro Comune.  Tale imposta è stata approvata dal consiglio comunale alla fine del 2021, ed entrerà in vigore il prossimo 1° aprile.  Purtroppo, le strutture ricettive interessate non sono state coinvolte e non abbiamo avuto la possibilità di esprimere il nostro parere in merito prima dell’approvazione.

Solo la settimana scorsa l’amministrazione ha organizzato una riunione informativa in merito, ma siamo stati convocati ufficialmente solo 5 ore prima, cosa che probabilmente non ha aiutato la partecipazione vista la presenza di sole 7 strutture sulle 29 attive sul territorio.  Per questo vorremmo esprimere pubblicamente le nostre valutazioni che ci portano ad essere contrari all’introduzione dell’imposta di soggiorno nel Comune di Ficulle:

• è inopportuno introdurla in un momento storico come questo, con 2 anni di pandemia Covid alle spalle che ha causato una profonda crisi economica generale, ma che ha colpito particolarmente, per ovvie ragioni, il settore turistico

• da ormai più di 2 settimane tutto il mondo è sconvolto da una crisi di proporzioni inimmaginabili sul piano economico, energetico e umanitario. Basta dire che siamo sull’orlo della terza guerra mondiale e di una catastrofe nucleare, situazione che ci sta spingendo in un periodo di forte recessione economica

• in particolare, in questi tempi di crisi l’offerta turistica, in Umbria come in tutta Italia, è decisamente superiore alla domanda del mercato, il che comporta una competizione aggressiva tra strutture e territori. Ficulle e le sue strutture ricettive si devono confrontare con l’offerta media delle località turistiche italiane: la nostra bella campagna, la quiete e la mancanza di traffico devono competere con le località turistiche che offrono mare, laghi, montagne, e parchi nazionali; dal punto di vista artistico culturale non possiamo competere con le città d’arte: non abbiamo musei, cattedrali, siti archeologici, palazzi storici; inoltre il nostro centro storico, anche se piccolo, avrebbe bisogno di un parcheggio degno di questo nome.

• A fronte di una modesta entrata si caricano le strutture ricettive dell’ennesima incombenza burocratica nonché di obblighi anche pesanti: l’elenco degli adempimenti burocratici, delle responsabilità e delle relative sanzioni sia penali che amministrative è un incubo per noi gestori, che diventiamo per legge responsabili del corretto ed integrale versamento dell’imposta dovuta dal cliente con l’unica possibilità del diritto di rivalsa sul turista-ospite, siamo responsabili della presentazione alla Corte dei Conti della “resa del conto dell’agente contabile”, delle dichiarazioni al comune, della conservazione per 5 anni delle ricevute e della documentazione giustificativa delle esenzioni applicate, nonché soggetti alle sanzioni per omessa o infedele dichiarazione e per omesso, ritardato o parziale pagamento!

Ci domandiamo se sia opportuno appesantire il già gravoso carico burocratico a cui siamo sottoposti noi gestori per una cifra quasi irrilevante rispetto al bilancio comunale Ci sono poi due aspetti che ci stanno particolarmente a cuore riguardo al regolamento approvato:

• l’applicazione dell’imposta senza l’introduzione di un limite massimo di pernottamenti

• l’imminente entrata in vigore dell’imposta di soggiorno senza un adeguato preavviso

Mancata introduzione di un limite massimo di notti:

Premesso che la legge di indirizzo nazionale non prevede alcun limite, facendo una semplice ricerca in rete appare evidente che la totalità dei comuni a noi vicini pongono un limite al numero di pernottamenti da pagare, da un minimo di zero (nessuna imposta) a un massimo di cinque: Allerona e Fabro zero notti, Parrano e Terni 2 notti, Assisi, Bolsena e Perugia 3 notti, Todi 4 notti, Orvieto, Città della Pieve 5 notti.  Ed anche alcune tra le località turistiche più famose hanno comunque un numero massimo di pernottamenti da pagare: Venezia 5 notti, Firenze, Rimini e Riccione 7 notti, Roma 10 notti.  Cerchiamo di spiegare meglio con un esempio calcolando quanto dovrebbe pagare una famiglia di 4 adulti che soggiorna per 2 settimane in un agriturismo o bed&breakfast nei Comuni del nostro territorio:

Ad Allerona e a Fabro non c’è l’imposta di soggiorno, quindi non paga nulla.

A Parrano 8 euro, stesso importo da 2 notti in su

A Bolsena 12 euro, stesso importo da 3 notti in su

Ad Assisi 18 euro, stesso importo da 3 notti in su

Ad Orvieto, 44 euro, stesso importo da 5 notti in su

A Ficulle 56 euro

Quindi a Ficulle questa famiglia pagherà più del 300% dell’imposta di soggiorno che pagherebbe ad Assisi. Ovviamente il divario aumenta all’aumentare della lunghezza del soggiorno e al numero degli ospiti.  Esprimiamo la nostra forte preoccupazione che questa imposta non sia un bel biglietto da visita per il turismo ficullese, con il rischio di mettere in crisi la tenuta economica delle strutture ricettive del nostro piccolo paese.

Entrata in vigore dell’imposta di soggiorno il prossimo 1 Aprile:

Il problema nasce dal fatto che normalmente le strutture ricettive ricevono le prenotazioni (direttamente o dalle agenzie di viaggio sia fisiche che online) con largo anticipo, anche dell’ordine di un anno rispetto al soggiorno stesso.  Visto che siamo stati informati dell’introduzione dell’imposta di soggiorno solo dieci giorni fa, ci troviamo nella spiacevole situazione di dover chiedere al cliente di pagare una imposta di cui non era stato informato al momento della prenotazione.  C’è anche la possibilità concreta che il turista si rifiuti di pagare l’imposta, soprattutto se ha prenotato e pagato il soggiorno tramite Booking o Airbnb visto che il loro contratto impone che tutte le voci di costo, compreso le tasse, debbano essere incluse al momento della prenotazione, e il gestore non può chiedere altri soldi dopo l’accettazione della stessa (tra l’altro se si aggiunge l’imposta di soggiorno nei loro portali ci si ritrova a pagare le commissioni anche sull’imposta stessa).  L’unica alternativa per evitare una brutta figura è che noi gestori ci si faccia carico in proprio del pagamento dell’imposta: soprattutto nell’epoca delle recensioni online un cliente che si sente aggirato da un’informazione poco trasparente può creare un grosso danno di immagine per la singola struttura, e di riflesso per tutta Ficulle. 

In conclusione, suggeriamo di valutare la possibilità di approvare in un prossimo consiglio comunale una modifica al regolamento allo scopo di

• posticipare l’entrata in vigore all’anno prossimo in considerazione del delicatissimo momento storico, oltre alla difficoltà in cui ci troviamo noi gestori ad applicare questa nuova imposta con la stagione turistica ormai già quasi del tutto prenotata

• introdurre un limite di pernottamenti per adeguarsi agli altri Comuni del territorio ed eliminare l’evidente svantaggio competitivo che si verrebbe a creare con il regolamento già approvato.

Siamo fiduciosi che la sensibilità e la lungimiranza dell’amministrazione porti a valutare le nostre proposte.

Francesco De Ninno e Serena Rosati, Agriturismo Frallarenza

Mario Montevecchi, Agriturismo Fattoria Walden




Un anno di appuntamenti, il Corteo Storico e Umbria Jazz #30, ripartono gli eventi con “Orvieto Always On”

Da marzo a ottobre oltre trenta manifestazioni e iniziative tra musica, enogastronomia, teatro, cinema, sport e naturalmente tradizione per una Orvieto sempre accesa. E’ il Calendario unico degli eventi 2022 della città – costruito sotto la regia dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con gli organizzatori dei singoli appuntamenti – che dà forma e sostanza a una delle linee di indirizzo del piano di marketing territoriale denominata “Orvieto Always On”.  “Orvieto Always On – spiega il Sindaco e Assessore al Turismo e Cultura, Roberta Tardani – non significa solamente ‘vivere’ la città, ma farlo ‘dal vivo’ grazie agli eventi che durante tutto l’anno animano il territorio, costruendo un palinsesto di attività già consolidate integrato con nuovi eventi che permetteranno ai turisti/visitatori di partecipare e vivere la città in modo differente. Nel post pandemia gli eventi sono destinati a tornare un forte motivatore del turismo e da sempre sono di crescente importanza per la competitività di una destinazione. Avevamo iniziato questo lavoro già dopo il nostro insediamento nel 2019, l’emergenza Covid-19 ha frenato e rallentato questo percorso ma non ci ha impedito di continuare a pianificare e sperimentare, sin dalla scorsa estate, quello che avevamo in mente. Programmare e comunicare per tempo il calendario degli eventi, infatti – prosegue – non significa soltanto poter raccontare la vitalità della nostra città in ogni momento dell’anno ma anche mettere a disposizione degli operatori turistici uno strumento in più per pianificare la propria attività e creare pacchetti ad hoc. Il programma che lanciamo oggi è già ricco e variegato, vede l’importante e atteso ritorno di tutti gli eventi della nostra tradizione, ed è destinato ad ampliarsi con altre importanti iniziative con cui vogliamo tentare di riempire periodi dell’anno più complicati e destagionalizzare i flussi turistici. Ringrazio tutti gli organizzatori delle varie manifestazioni che nella compilazione del calendario hanno compreso la nostra volontà di evitare doppioni e sovrapposizioni, ringrazio gli uffici dell’Assessorato a Turismo e Cultura, la Polizia Locale e la Protezione Civile con cui si sta pianificando tutto il lavoro. La città e le sue meravigliose location hanno dato e continuano a dare prova di grande flessibilità e versatilità e ci auguriamo che possa essere un anno denso di soddisfazioni”. 

Si parte questo fine settimana con il “GPasse Unconventional”, il tour della nuova specialità tra fitness e danza creata dal tre volte campione del Mondo di ginnastica aerobica Gil Lopes e dalla ballerina e coreografa orvietana Giulia Pagliaccia, che il 5 e 6 marzo approda al Palazzo del Popolo. Domenica 6 marzo a Ciconia si svolgerà l’edizione 2022 della “Orvieto Wine Marathon” che porterà all’ombra della Rupe campioni nazionali e internazionali di mountain bike. Nel pomeriggio del 9 marzo transiterà a Orvieto la tappa della corsa ciclistica Tirreno-Adriatica che prevede l’arrivo a Terni mentre dal 10 al 27 marzo negli impianti del Tc Open si terrà la quinta edizione del Torneo Open Bnl maschile/femminile valido come pre-qualificazioni per gli Internazionali d’Italia di tennis al Foro Italico a Roma. Domenica 12 marzo al Teatro Mancinelli “La buona novella”, il concerto-omaggio a Fabrizio De Andrè della corale dell’Opera del Duomo “Vox et Jubilum” insieme ai Cherries on a Swing Set e alla Ultimo Secondo Live Band. Il 17 marzo, in occasione del Saint Patrick’s Day, il Pozzo di San Patrizio torna a illuminarsi di verde per aderire al Global Greening e per festeggiare con iniziative dedicate il patrono d’Irlanda di cui prende il nome. 

Il 18 marzo torna anche il “Pialletto d’oro”, l’iniziativa con cui la Cna celebra l’estro degli artigiani e San Giuseppe patrono di Orvieto. Il 26 e 27 marzo il Teatro Mancinelli ospita “Orvieto Danza” che il 1 aprile lascia il palcoscenico al concerto dell’Orchestra Calamani che fa da “antipasto” per la nuova edizione del “Festival della Piana del Cavaliere” che si terrà dal 1 al 10 settembre.  Nel week end del 2-3 aprile, tra Palazzo del Popolo e Teatro Mancinelli, è previsto il ritorno di “Orvieto Fotografia”. Il 9 aprile in Duomo si terrà il tradizionale Concerto di Pasqua che sarà poi trasmesso su Rai 1Franz Welser Most dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino nella Messa n.6 di SchubertDal 22 al 25 aprile in piazza della Repubblica “Chocomoments”domenica 1 maggio allo stadio “Luigi Muzi” la 12esima edizione del “Memorial Luca Coscioni”, il meeting internazionale di atletica leggera, il 3 e 5 maggio al Palazzo del Popolo il “Festival del dialogo – Apertamente” mentre il 6 e 8 maggio al Teatro Mancinelli arriva “Opera Etruriae”, il festival di musica lirica diretto dal grande tenore José Carreras

Il 14 e 15 maggio piazza d’Armi all’interno dell’ex caserma Piave torna a ospitare lo show motoristico del Motor In, il 21 e 22 maggio l’edizione 2022 di “Buongiorno ceramica” che coinvolgerà le botteghe artigiane della città. A fine maggio è in programma anche l’evento organizzato dal Consorzio del vino di Orvieto “Benvenuto Orvieto Divino” mentre dal 30 maggio al 2 giugno le porte di Palazzo del Popolo si aprono per l’importante appuntamento organizzato dal Cnr, il XIII Congresso Sisef “Alberi-Foreste-Biodiversità – Dal New Green Deal alla Farm to for Strategy” che porterà a Orvieto esperti da tutto il mondo.

Giugno è il mese in cui si torneranno a festeggiare come una volta gli eventi della tradizioneDal 2 al 5 giugno “Orvieto in fiore”domenica 5 giugno la festa di Pentecoste con la Palombella in piazza Duomo, il 17 giugno il Corteo delle Dame, il 18 giugno la Staffetta dei Quartieri infine il 19 giugno il Corteo storico e il Corpus Domini. Nel mezzo l’Assemblea internazionale di Città slow (11 giugno), i raduni di 500 in piazza del Popolo (12 giugnoe Ferrari in piazza Duomo (16 giugno). Poi a prendersi la scena sarà la musica. Dal 23 giugno all’8 luglio “Orvieto Musica” con sette appuntamenti tra Palazzo Coelli, il Museo Archeologico, il Museo Emilio Greco, l’Atrio del Palazzo dei Sette e il Ridotto del Teatro Mancinelli. Dall’8 luglio al 20 agosto i concerti, gli spettacoli teatrali, gli incontri letterari e naturalmente il cinema all’aperto nel Giardino dei lettori della biblioteca con la quarta edizione di “One – Orvieto notti d’estate”. Dal 12 luglio al 30 agosto torna anche “Spazio Musica” al Teatro Mancinelli mentre dal 14 al 17 luglio i campi di gara in località “Botto” ospiteranno il Mondiale di Tiro a volo che avrà come prologo l’11 luglio al Palazzo del Popolo l’Assemblea della Fitasc, la federazione internazionale di specialità. 

Dal 21 al 23 luglio la seconda edizione di “Orvieto Sound Festival”, sotto la direzione artistica di Pino Strabioli, con importanti nomi della musica italiana e giovani promesse che si alterneranno sul palco di piazza del Popolo. Ancora la musica protagonista con gli appuntamenti del “Festival internazionale Green Music” ad agosto, all’ex caserma Piave con il “MAF – Music Alt Festival” (26-28 agosto) e al Teatro Mancinelli con il Festival della Piana del Cavaliere (1-10 settembre). Dal 12 al 17 settembre un altro importante congresso al Palazzo del Popolo con esperti nazionali e internazionali che prenderanno parte alle “Giornate dell’elettrochimica italiana”Dal 20 al 25 settembre la quinta edizione di “Orvieto Cinema Fest”, il festival internazionale del cortometraggio che come di consuetudine avrà il suo gala al Teatro Mancinelli. Il 2 e 3 ottobre la passeggiata enogastronomica della seconda edizione di “Orvieto città del gusto e dell’arte” che sarà preceduta dalle cene con gli chef stellati di “Orvieto con le stelle”

Dal 21 al 23 ottobre romberanno i motori della Cronoscalata de La Castellana che anche quest’anno può fregiarsi del titolo di Finale nazionale TivmDal 25 novembre al 8 gennaio 2023“A Natale regalati Orvieto” con il trentennale di Umbria Jazz Winter che chiuderà col botto l’anno dal 28 dicembre al 1 gennaio 2023.Il calendario degli eventi sarà accompagnato da una campagna di comunicazione che andrà a supportare e integrare la promozione dei singoli eventi e che rilancia il claim “Orvieto città viva esperienza autentica” puntando proprio sulla vitalità della città.




Paolo Li Donni, presidente CTS, “per provare a evitare il tramonto demografico bisogna agire subito”

L’impresa sociale Cittadinanza Territorio Sviluppo ha presentato un nuovo rapporto dedicato alla demografia e ai risvolti per l’economia dell’Area Interna Sud-Ovest orvietano, curato da Eleonora D’Urzo e Antonio Rossetti.  Il risultato è a dir poco dirompente perché mette a nudo una crisi, o meglio un calo demografico che ha inizio nel 2012 e che è strettamente legato all’economia asfittica del territorio ma in particolare del comune capofila e cioè Orvieto.  Non bastano neanche i nuovi residenti stranieri per riuscire a bilanciare questa perdita che rischia di connotare Orvieto come città al tramonto nonostante gli sforzi che vengono profusi per immaginarla come città viva.  I numeri raccontano un’altra storia, quella di una città dove non si fanno figli, con un’età media più alta di quella già importante dell’Italia e ancor più dell’Umbria e con i giovani che lasciano la piccola città di provincia per trovare lavoro fuori.  Con il presidente di Cittadinanza Territorio Sviluppo, Francesco Paolo Li Donni, abbiamo approfondito proprio la demografia e il suo andamento nel territorio e a Orvieto.

Come è l’andamento demografico del territorio e di Orvieto in questi anni.  E’ vero che il calo è ormai strutturale?

Negli ultimi anni in tutto il territorio italiano si è assistito ad un fenomeno di progressiva diminuzione dei residenti: nell’Area Interna questa tendenza decrescente, a partire dal 2012, è significativamente più consistente rispetto alla media umbra. Da sottolineare che Orvieto, il comune capofila, mostra una flessione dei residenti ancora peggiore rispetto alla media dell’area territoriale indagata. Tra il 2020 e il 2021 il solo Comune di Orvieto ha registrato un calo dei residenti dello 0,7% in linea con il resto dell’Area Interna ma lievemente superiore sia alla media umbra che a quella italiana.  I peggiori sul territorio sono Fabro, Castel Viscardo, Allerona, Alviano e Ficulle mentre sono solo Parrano, Porano e Giove hanno evidenziato variazioni positive dei residenti.

Ma gli stranieri hanno contribuito a mitigare questo calo demografico?

La componente straniera della popolazione, al contrario di quanto accadeva negli anni precedenti e in controtendenza rispetto alla situazione regionale e nazionale, aumenta lievemente con un’incidenza maggiore nei comuni più piccoli.  Al contrario si registra un calo del 12% a Castel Viscardo e del 9,6% a Allerona, solo per citare i più significativi.  Orvieto, invece, ha un’incidenza di stranieri del 9,7%, più alta della media dell’Area Interna e dell’Italia, ma inferiore a quella umbra.  Il risultato è che gli stranieri hanno indubbiamente addolcito una curva discendente che avrebbe potuto essere sicuramente più decisa.  

Una domanda da vero profano.  Qual è il rapporto che andrebbe a indicare un’inversione di tendenza?

La risposta è apparentemente semplice, aumentare il tasso di natalità e riportarlo almeno a due figli per coppia.  Qui iniziano i problemi.  Oggi è più difficile che in passato formare una famiglia e fare il primo figlio.  E’ aumentata l’età media delle neo-famiglie e, di conseguenza, del primo parto.

Perché c’è tato questo spostamento più avanti negli anni?

Sicuramente la parità di genere ha contribuito a spostare in avanti l’età in cui si forma una nuova famiglia perché si studia e l’ingresso nel mondo del lavoro avviene più tardi.  Lo stesso discorso vale anche per gli uomini.  Per quanto riguarda i figli una delle cause principali è da ricercare nella scarsità di servizi dedicati alla famiglia.  Secondo i dati ISTAT in Umbria solo il 54,3% dei comuni ha un asilo nido contro il 58% dell’Italia e il nostro paese non brilla in questa classifica in Europa.  A questo dobbiamo aggiungere anche i costi laddove i “nido” esistono.  Sono costi proibitivi e in quelli pubblici le esenzioni previste per fasce di reddito legate all’ISEE sono veramente basse, direi inadeguate allo stile di vita moderno.

Perché uno degli indici che indica maggiore malessere è quello del rapporto tra giovani e anziani?

Maggiore è il peso di chi è fuori del mondo del lavoro e più alta è la spesa legata alla previdenza sociale e alla salute. Il secondo punto riguarda i giovani.  Dove mancano giovani scarseggia anche la capacità di innovazione rendendo meno concorrenziale il sistema produttivo del Paese, o nel nostro caso, del territorio.  C’è poi un discorso squisitamente economico.  Le pensioni sono già “occupate” dalla spesa per l’aiuto dei propri figli o nipoti e non sono così alte da permettere contemporaneamente anche investimenti nel sistema produttivo. 

Ma quali sono le prospettive per il futuro anche a medio-lungo termine?

Il futuro soprattutto a medio-lungo termine non è roseo.  Le fasce d’età più anziane sono destinate a raddoppiare.  E’ vero, è aumentata l’aspettativa di vita ma con maggiori problemi di salute e in particolare per le donne.  Questo si traduce in un forte aumento della spesa previdenziale ma soprattutto della spesa sanitaria con un ricambio generazionale fortemente deficitario.

Quali sono le possibili chiavi di volta per tentare di invertire questa rotta che vede un mix altamente tossico di scarsa natalità, alta emigrazione giovanile e allungamento della vita media?

Rischio di essere ripetitiva ma per favorire nuove nascite sono necessari forti investimenti per la famiglia.  Indicherei come fondamentali orari di lavoro flessibili, sostegno all’occupazione femminile, congedi parentali paritari, sviluppo dello Smart working, costruzioni di poli sportivi, scolastici e artistici, una seria politica della casa, accesso al credito più facile e investimenti nelle infrastrutture di trasporto.  E’ una lunga lista di interventi assolutamente necessari se si vuole evitare il declino.  Rischia di essere tardi visto che è dal 2012 che tutti i report indicano un invecchiamento della popolazione e un contemporaneo calo delle nascite.  In Umbria la tendenza all’invecchiamento è ancora più marcata e a Orvieto ancora di più anche perché l’intera Regione non è molto ben collegata e negli ultimi anni la situazione è, se possibile, peggiorata.  E’ altrettanto chiaro che questi interventi hanno bisogno di tempo per essere attivati e poi per registrare effetti positivi che però, non sono scontati.




La “Casa di Comunità” in Piazza Duomo, chi dice sì e chi no, ma la fretta non consiglia mai il meglio

La “Casa di Comunità”, erede della “Casa della Salute” ha riacceso il dibattito in città.  Il problema vero riguarda l’ubicazione scelta e la presenza di un secondo edificio, sempre di proprietà di USL, che rischia di divenire un secondo scheletro.

Costruire una Casa di Comunità nella piazza che ospita una delle Chiese più belle al mondo, monumento alla bellezza, simbolo unico per la cristianità, non può essere normale, non può essere una vittoria.  Non calzano, poi gli esempi di altri palazzi ripristinati a uffici e ambulatori in altri centri storici, lì non c’è il Duomo di Orvieto.   Insomma, non si può definire Orvieto unica solo a corrente alternata; o lo è sempre o non lo è.  Si sta progettando, poi, una piazza senza auto, finalmente, e speriamo senza eccezioni, e nel frattempo si vuole aprire un maxi-cantiere della durata almeno di 24 mesi, a essere ottimisti, aprirci una serie di servizi e uffici che prevedono il transito continuo di auto, tramite viabilità alternativa, per carità, ma che alla fine tocca anche la piazza.  Poi ci sono i costi di ristrutturazione, funzionalizzazione e di personale che saranno sicuramente molto alti, ma magari viene in soccorso il Pnrr, visti i vincoli architettonici e paesaggistici presenti.  Alla ex-Piave, intanto, la USL acquisì nel 2007 per 2,4 milioni di euro la palazzina mensa proprio per costruirvi la Casa della Salute.  All’epoca il sindaco era Stefano Mocio e con quell’operazione si riuscì anche a stabilizzare il bilancio dell’Ente.  Non solo, si riusciva a “legare” la USL a impegnarsi in un investimento importante per la città e il territorio.  Quindi, quanto costerà questa Casa della Salute?  Per ora 2,4 milioni di euro senza colpo ferire e senza miglioramenti nei servizi erogati da 15 anni.  A questi si devono sommare i soldi previsti dalla vendita all’asta dell’ex-ospedale e poi quelli che verranno impiegati per la sua ristrutturazione, per l’arredo, per l’acquisizione di attrezzature mediche, per le bollette elettriche negli anni e per il nuovo personale da assumere.   E’ chiaro che le spese di ristrutturazione, arredo, acquisto attrezzature, bollette, personale, vanno calcolate in ambedue i casi, ma sicuramente con costi ben differenti.  E il conto lo pagheremo tutti noi.  All’ex-ospedale c’è anche da inventarsi la viabilità alternativa per non intasare il Duomo, progettarla, metterla in opera…Alla Piave si deve ristrutturare ma non un palazzo storico nella piazza più importante della città con vincoli molto stringenti.  C’è da arredare, riempire di attrezzature e soprattutto metterci il personale necessario.  Ma le dimensioni sono diverse, prima di tutto; tutto il sistema viario e dei parcheggi è praticamente pronto, basterebbero poche e semplici migliorie dai costi piuttosto contenuti per il Comune di Orvieto. E per chi deve controllare va tutto bene?

Ora c’è anche la questione “Case di Comunità” e “Case della Salute” sollevata dal settimanale “Panorama” con i medici che non ne vogliono proprio sapere di diventare dipendenti delle Usl lasciando la convenzione in libera professione come medici di famiglia.  Non solo i medici ritengono che si rischi di gettare soldi nell’ennesimo buco nero senza vantaggi per gli ammalati, soprattutto cronici.  Insomma, già prima di nascere si rischia l’ennesimo flop in salsa italiana e non solo a Orvieto.

Sono tanti i contenitori, brutta parola ma così vengono definitivi dalla politica, nel centro storico ancora vuoti e ognuno è un’occasione persa, un fallimento, un pugno in un occhio ma è altrettanto un errore, un’occasione persa, un fallimento, un pugno in un occhio occupare per forza e senza un progetto di medio-lungo termine omogeneo che migliori la vita dei cittadini e dei suoi ospiti. Qualche piccola considerazione che poniamo sommessamente e speriamo che con la pandemia in ritirata si riesca a aprire un dibattito serio sul futuro della città e sulla destinazione dell’ex-ospedale soprattutto per cancellare “ex”.   

La Piave è baricentrica rispetto al territorio di riferimento, comoda da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici, anche da altri comuni.  Per rivitalizzare il centro storico serve assolutamente la Casa di Comunità al Duomo?  Non scherziamo, nel frattempo si portano allo Scalo alcuni uffici comunali e gli abitanti calano.  Non solo, chi utilizza ambulatori, uffici e arriva in auto fino al Duomo, sicuramente con parcheggio orario o a pagamento per evitare i soliti furbetti, ripartirà appena terminata la commissione.  E poi si occupa uno dei palazzi più belli della città con ambulatori e uffici sanitari?  Ora con il Pnrr, vari finanziamenti europei, possibile che non si riesca a immaginare una destinazione più “consona” e al servizio della città nello stesso momento? Ma soprattutto è possibile che i privati non riescano a cogliere occasioni di tale portata?  Nel passato gli orvietani hanno dato dimostrazione di guardare avanti, di pensare alla città, alla loro città.  Perché non provarci di nuovo, insieme al Comune e alla USL, perché no?




Roberta Tardani, “sui rifiuti è sempre no alla discarica e per l’ospedale vogliamo risorse adeguate all’emergenza-urgenza”

La tradizionale conferenza di fine anno del sindaco Roberta Tardani si è svolta, quest’anno, in modalità telematica e è stata l’occasione per fare il punto della situazione, e rilanciare sui alcuni grandi temi a partire da sanità e rifiuti per arrivare alla Caserma Piave.

La prima cittadina ha sottolineato che il 2022 sarà un anno “comunque ricco di soddisfazioni e opportunità colte il sui resoconto diventa anche il bilancio di metà mandato di questa amministrazione“. Già, il metà mandato, quando spesso si ha una rivisitazione delle deleghe assessorili e s’inizia a programmare per il secondo mandato magari allargando i cordoni della borsa. Questa volta è tutto rivoluzionato dall’emergenza covid di questi ultimi due anni e dal PNRR che potrebbe essere la grande occasione oppure l’ultimo treno mancato segnando il definitivo declino della città. E’ una grande responsabilità sia per chi governa che per chi è all’opposizione ma sicuramente grandissima per sindaco e giunta. Le sfide sono tutte sul tappeto e sono questioni piuttosto spinose per la città e il suo futuro.

Partiamo con un breve accenno all’emergenza, “la città ha saputo affrontare con maturità, senso di responsabilità e coraggio questo anno ancora contraddistinto dalla pandemia. Gli uffici comunali e la Prociv hanno supportato costantemente la fase della ripartenza economia e sociale di Orvieto. Penso ad esempio – spiega Tardani – a tutte le iniziative e gli eventi, fino al ritorno di UJW. che per tutto l’anno si sono potute svolgere in sicurezza”. Non può mancare un accorato appello alla vaccinazione, “oggi, pur di fronte a una recrudescenza del virus dovuta alle varianti, ci troviamo di fronte a casi non gravi, spesso asintomatici, e lo dobbiamo alla massiccia campagna di vaccinazione che è stata messa in campo e alla quale non può sottrarsi chi vuole e chi chiede un ritorno alla normalità“.

Ma concentriamoci sulle nuove sfide e i grandi temi a partire dal nuovo bando per la gestione integrata di Teatro, Palazzo del Popolo e ufficio turistico che è ai nastri di partenza e che nelle intenzioni della giunta, dovrebbe andare a completare uno dei tasselli del mosaico per il definitivo rilancio turistico della città, affiancandosi alla nuova segnaletica, al portale liveorvieto.com e alla rinnovata Carta Unica, “finalmente uno strumento adeguato”, ha ribadito con forza la sindaco e assessore al turismo. E proprio tra le azioni per rendere più attrattiva la città viene, sollecitata da una domanda, la prima novità che riguarda le isole pedinali. “Stiamo studiando le modalità per rendere pedonali due aree, quella che va da piazza del Duomo a piazza del Popolo e il tratto di corso Cavour dal Teatro a piazza della Repubblica“. E’ una proposta che fu lanciata proprio da OrvietoLife all’allora sindaco Giuseppe Germani e che ora dovrebbe presto divenire realtà insieme a una stretta sui permessi per il centro storico.

Sulla sanità Tardani ha spiegato che “vogliamo tutto quelle che è previsto per un ospedale dell’emergenza-urgenza, senza cosa in più o in meno. Soprattutto riteniamo che sia urgente un adeguamento del personale e un potenziamento della medicina di territorio”. Anche per quanto riguarda la soppressione del Distretto il sindaco ritiene che “si possano applicare delle deroghe vista la particolarità di questo territorio. Insieme ai sindaci dei Comuni interessati, stiamo lavorando per portare la questione con forza in Regione spiegando come il territorio abbia difficoltà di collegamento con il resto dell’Umbria, una popolazione anziana sopra le media regionale e da non sottovalutare, è un’Area Interna e che deve essere supportata e arricchita di servizi e non il contrario”. Per il sindaco una prima vittoria arriva con l’accelerazione sulla “Casa di Comunità” che, in accordo con la USL troverà posto nell’area dell’ex-ospedale accanto al Duomo.

Sui rifiuti la posizione di Roberta Tardani è netta, “siamo contrari a ogni tipo di ampliamento della discarica se non accompagnato da un vero completamento del ciclo dei rifiuti”. Per quanto riguarda il comunicato della Lega di Orvieto la sindaco sottolinea di essere totalmente in accordo ma ritiene ingeneroso incolpare l’attuale maggioranza di inerzia e di aver peso tempo, “voglio ricordare – spiega Tardani – che l’ultimo Piano dei Rifiuti risale al 2009 e da allora non c’è stato alcun investimento ma solo qualche adeguamento che è sempre passato per la discarica. Ora il cambio di passo c’è stato, per questo ritengo ingeneroso quanto scritto nel comunicato che per il resto sottoscrivo, perché c’è un progetto di chiusura del ciclo dei rifiuti con la termovalorizzazione”. E ancora sulla discarica, “Ora servono risorse adeguate per traghettare l’Umbria fuori dall’emergenza e la Regione deve sbrigarsi, a Orvieto, si deve sapere, siamo stufi di soccorrere gli altri. Io non cambio opinione, in AURI lo scorso anno ho votato contro la politica dei flussi e oggi sono pronta alle nuove sfide che ci attendono”.

Il 2022 si prospetta, quindi, un anno impegnativo con tante grandi sfide aperte, dalla Piave alla complanare, fino a ospedale e rifiuti, battaglie che non si devono assolutamente perdere per evitare nuovi scossoni alla città e la perdita di appeal dal punto di vista turistico.




Gianluigi Maravalle, “l’imposta di soggiorno è solo parte di una strategia di promozione turistica di Ficulle”

Nell’ultimo consiglio comunale del 2021 del Comune di Ficulle l’amministrazione guidata dal sindaco Gianluigi Maravalle ha approvato una manovra sicuramente di forte impatto e che ha aperto un nuovo fronte con l’opposizione guidata dal PD sull’introduzione dell’imposta di soggiorno.  In un comunicato piuttosto duro il segretario del circolo locale, Bernardino Ciuchi, ha sintetizzato con un “no, grazie” l’opposizione a questa nuova imposta che andrebbe a gravare, continua il comunicato “su attività che hanno sofferto” la grande crisi dovuta alla pandemia.  Maravalle, dal canto suo, spiega che il turismo è un settore trainante “che richiede risorse dedicate, come avviene nelle località turistiche”.  Ma il bilancio ha anche novità positive per le imprese

Perché ha deciso, con la giunta, di introdurre l’imposta di soggiorno?

Il turismo è un settore importante e dal 2021 Ficulle è uno dei comuni iscritti all’elenco regionale delle località turistiche.  E’ quindi un settore al quale rivolgere grande attenzione che richiede risorse dedicate, come avviene nelle località turistiche. Da anni la nostra amministrazione è impegnata nel creare le basi per realizzare una strategia di sviluppo del turismo, che nei nostri territori è sinergico alla crescita di settori fondamentali come le produzioni, l’artigianato ed il commercio. La tassa di soggiorno è parte di una strategia composta da tanti piccoli e grandi pezzi di un puzzle che stiamo componendo, nonostante la complessità del momento storico, che è caratterizzato da crisi ma anche opportunità se si considerano i fondi disponibili ad iniziare dal PNRR.

Ma è giusto il momento per introdurre nuove imposte?

Comprendo i dubbi e le critiche ma per affrontare le nuove sfide che ci attendono bisogna avere coraggio e vincere la paura.  Vorrei, prima di rispondere compiutamente, specificare che la Tassa di Soggiorno non grava sulle imprese ma è un contributo richiesto ai turisti.   Nonostante gli effetti della crisi socio-economica conseguente alla pandemia, è fondamentale rivolgere lo sguardo al futuro e pianificare con ottimismo, essendo evidentemente pronti ad intervenire se malauguratamente la situazione dovesse tornare a essere critica. Ma speriamo che con l’arrivo della primavera e l’effetto delle misure di contrasto messe in campo dal governo cessi l’attuale emergenza e si possa tornare a viaggiare, scoprire nuovi ed antichi territori, itinerari, esperienze, come nel caso dell’Orvietano e i suoi borghi. In tal caso a Ficulle avremo gettato le basi per attuare una politica di sviluppo del turismo con la disponibilità di risorse dedicate, minime in considerazione del piccolo contributo richiesto ai turisti e delle esenzioni previste, in particolare per i giovani fino ai 18 anni d’età. Oltre tutto è un tassello, come detto, che è parte di un disegno più grande. Ad esempio, tutti i piccoli comuni dell’orvietano hanno approvato in consiglio comunale l’impegno per studiare l’Unione dei Comuni fondata sul turismo: in tal caso tutti dovranno valutare d’iscriversi al registro regionale delle località turistiche e potranno valutare l’adozione della tassa di soggiorno se non già istituita. Inoltre quest’anno, nel mese di giugno, abbiamo aperto l’Ufficio di Informazioni Turistiche presso la Rocca e, anche grazie a due risorse di personale del Servizio Civile Universale, ciò ha consentito a un gran numero di turisti di ricevere informazioni su Ficulle e il territorio circostante e di visitare gratuitamente questo monumento simbolo del paese. All’interno della Rocca sono stati istallati due schermi ed un touch screen nei quali girano in loop filmati narranti la bellezza del Borgo e la natura circostante oltre alle produzioni d’eccellenza. Nonostante una flessione delle presenze turistiche nel nostro comune dovuta all’assenza del “turismo americano”, anche grazie alla collaborazione con l’Ufficio Turistico intercomunale, sono stati molti i visitatori che hanno visitato il monumento e goduto dello straordinario panorama. E’ stato creato il sito turistico www.ficulleturismo.it e abbiamo partecipato attivamente alla Fiera del Turismo di Rimini, avendo il piacere di vedere i video su Ficulle sugli schermi dello stand della Regione Umbria e il nostro materiale informativo distribuito ai numerosi visitatori.

Ci può anticipare altri progetti inscritti in questa strategia che pensate di realizzare a breve?

Presto sarà inaugurato il Teatro comunale, recentemente intitolato a San Lorenzo in ricordo dell’antica chiesa che sorgeva sul sito, che ci auguriamo possa essere luogo destinato all’animazione d’incontri, rappresentazioni e dibattiti. Auspicabilmente nel 2022 saranno aperti due importanti cantieri, uno dei quali sarà all’opera per creare un Orto Medievale con annesso parcheggio sotto le mura del centro storico, mentre l’altro, comunque connesso al primo, si concentrerà sulla realizzazione di giardini sensoriali e il recupero di strutture destinate alla socialità e allo sport. Stiamo inoltre lavorando per istallare dei cartelloni turistici all’ingresso del territorio di Ficulle sulle strade statali e provinciali. Sul fronte delle reti e della connettività, esigenza importante della nostra società iperconnessa e di grande attualità in questo particolare momento in cui il borgo viene scelto da chi lavora in smart working, il Gestore delle telecomunicazioni incaricato si è impegnato a dare la copertura entro settembre a tutta l’area della Valle del Chiani, che rappresenta un contesto paesaggistico straordinario. A livello intercomunale è ormai terminata la realizzazione di una web-app che promuoverà e consentirà la fruizione delle esperienze offerte dai territori, mentre i piccoli borghi sono in queste ore all’opera per partecipare ad un bando regionale con un progetto caratterizzato anche dall’attività di comunicazione promozionale. Ma con l’approvazione del Bilancio Previsionale avvenuta nel consiglio comunale del 28/12 abbiamo anche adottato misure di sostegno alle attività commerciali, e presto usciranno i fondi delle “Aree Interne” destinati al sostegno e alla promozione delle attività.  Le iniziative in cantiere sono molte e nuove dovranno essere ideate. E’ necessario un grande impegno costruttivo da parte degli amministratori, dei soggetti politici e ultimo ma non ultimo delle comunità.

Quali sono le altre novità inserite nel bilancio appena approvato?

Personalmente ritengo sia un successo perché, grazie al responsabile dell’ufficio finanziario, abbiamo evitato di dover lavorare “in dodicesimi” nella prima parte dell’anno, pratica comune a molte amministrazioni locali soprattutto piccole me che rallenta le operazioni dei vari uffici.  L’approvazione nei tempi del bilancio ci ha permesso di assumere, a partire da febbraio, due risorse, due giovani donne laureate, una sarà responsabile dell’ufficio finanziario e un’altra sarà di supporto all’ufficio anagrafe, protocollo e polizia municipale. 

Altre novità di questo bilancio?

Abbiamo adeguato l’addizionale Irpef al 7,5%, che nonostante il piccolo aumento mantiene Ficulle tra i comuni della Provincia di Terni con l’imposta più bassa. Questo è l’unico piccolo sacrificio che abbiamo richiesto ai cittadini.  Abbiamo azzerato il Canone Unico, che comprende l’ex-Tosap, e così quello dei mercati.  La nuova aliquota Irpef, con un adeguamento molto limitato, copriremo i maggiori costi conseguenti l’aumento delle utenze anche a seguito della presa in carico parziale di due lottizzazioni e per migliorare l’attività manutentiva.  La volontà è quella di agevolare e supportare le attività commerciali e le possibilità di lavoro per i giovani che desiderano aprire nuove imprese.  Abbiamo anche approvato la riformulazione del protocollo per i servizi ecosistemici che coinvolge i comuni di Ficulle, Parrano, Castel Viscardo e Baschi, in Green Community.  E’ un’iniziativa orientata alla salvaguardia ambientale e allo sviluppo sostenibile, in piena coerenza con le misure del PNRR dedicate alla salvaguardia ambientale, certamente aperta a tutti i comuni interessati. 

L’amministrazione comunale di Ficulle guarda, dunque, con positività al futuro? Con positività non so. Non sono i tempi per un ottimismo incondizionato. Ma neppure per il pessimismo cosmico. A mio modo di vedere l’amministrazione comunale è giustamente impegnata nella gestione delle situazioni correnti, ma non per questo deve smettere di progettare per il futuro.