FlixBus punta su Terni, Spoleto e Orvieto come soluzione di viaggio per raggiungere il territorio durante l’estate

Con l’estate, FlixBus torna a offrirsi come soluzione di viaggio per raggiungere Terni e la sua provincia. In questo modo, la società intende contribuire alla promozione del territorio supportando un approccio al viaggio più rispettoso dell’ambiente, basato sull’utilizzo di mezzi di trasporto collettivi e indipendente dall’auto privata.  Oltre al capoluogo, in provincia i servizi toccheranno anche Orvieto e Spoleto, garantendo collegamenti diretti con vari centri della sua rete internazionale, anche in orario notturno.

A Terni gli autobus fermano sia all’autostazione di Piazza della Rivoluzione Francese sia in Viale Bramante. Coerentemente con la volontà di supportare il turismo incoming e contribuire attivamente alla valorizzazione del territorio, FlixBus garantirà per tutta l’estate collegamenti diretti verso Terni da Firenze, Bologna, Mantova, Trento e Bolzano, operativi sei volte alla settimana. Con la stessa frequenza, la città sarà inoltre raggiungibile anche da Innsbruck e Monaco di Baviera, con la possibilità di accogliere nuovi flussi turistici in arrivo dall’estero.

Vengono potenziati i collegamenti anche con il resto della provincia: ad esempio, verso Spoleto arriveranno corse dirette da Roma, Bologna, Monaco di Baviera e dagli aeroporti di Ciampino e Fiumicino, ideali per chi vorrà proseguire il proprio viaggio verso il territorio in FlixBus, con la possibilità di pianificare con facilità il proprio itinerario grazie al sito della società, disponibile in ben 30 lingue. Orvieto sarà invece collegata, tra le altre, con Roma, Firenze, Bologna, Lubiana e Zagabria, anche con collegamenti notturni che permetteranno a chi viaggia di ottimizzare i tempi.

“Crediamo che un’offerta di mobilità collettiva efficiente e capillare possa coniugare al meglio l’esigenza di sostenibilità con quella di economicità, oltre a contribuire a creare opportunità per lo sviluppo turistico del territorio, ha affermato Andrea Incondi (nella foto a sinistra), Managing Director di FlixBus Italia -.  Anche per questa estate, oltre ad aumentare la frequenza dei collegamenti sulle rotte nazionali più note e battute, abbiamo voluto valorizzare località meno conosciute del nostro bellissimo Paese. La varietà del nostro patrimonio è una ricchezza inestimabile, e riteniamo fondamentale facilitare l’accesso anche a centri meno frequentati. In questo modo possiamo contribuire a mettere in luce le particolarità del territorio incentivando forme di viaggio rispettose dell’ambiente, con la possibilità di generare un indotto per le economie locali e incoraggiare un approccio alla scoperta dei luoghi di cui possano beneficiare anche le comunità di destinazione”.

Sono circa 300 le città italiane raggiungibili a bordo degli autobus verdi. Di queste, circa il 40% sono comuni con meno di 20.000 abitanti: garantendo collegamenti anche con diversi centri minori, FlixBus intende facilitare gli spostamenti delle persone anche verso località meno facilmente raggiungibili dalle altre regioni.

I biglietti sono acquistabili sul sito, tramite l’app FlixBus gratuita e nei rivenditori fisici sul territorio nazionale.




Filt Cgil denuncia, il servizio a chiamata maschera un taglio del trasporto pubblico locale e anche i collegamenti ferroviari non stanno bene

Con il nuovo orario estivo di BusItalia per il trasporto pubblico locale alcuni lettori e lettrici ci hanno contattato per segnalarci alcuni “buchi” orari e notevoli incrementi nei tempi di collegamento tra quartieri della città. L’hub individuato in Orvieto Scalo è interessante, ma tra Orvieto Scalo e Sferracavallo, ad esempio, gli orari sono peggiorati per l’utenza. Probabilmente l’avvio del servizio su prenotazione più che a chiamata, ha obbligato BusItalia a riorganizzare il personale, tagliando chilometri per ottenere la disponibilità di un autista per l’intero turno dal lunedì al venerdì. La conferma dei nostri dubbi e soprattutto di quello dei lettori che ci hanno contattato arriva con il comunicato della Filt Cgil di Orvieto che pubblichiamo qui di seguito in maniera integrale.

“Dopo continue riduzioni di servizi del trasporto pubblico locale nell’area orvietana, ora tocca alla Circolare B pagare dazio con tagli pesanti fino ad arrivare al dimezzamento delle corse dei bus”. È quanto denuncia il coordinamento della Filt Cgil di Orvieto, il sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti.
“I nuovi orari parlano chiaro – sostiene il sindacato – dopo la rimodulazione infatti la frequenza passerà da 17 corse giornaliere a 9. Crediamo sia un vero smantellamento dei servizi che mette a rischio posti di lavoro e penalizza fortemente i cittadini che utilizzano il mezzo pubblico, specie in periferie importanti come Sferracavallo che tra l’altro ha il maggior numero di utenti”.
“Se a tutto ciò, aggiungiamo il disastro dei collegamenti ferroviari da e per Roma e Firenze crediamo si sia fatto l’en plein”. La Filt Cgil ricorda infatti come dal 10 giugno non ci saranno più treni diretti da Roma per Orvieto dalle ore 11 alle ore 17.20, ad esclusione di un IC alle 12.40. Questo obbligherà i pendolari, i viaggiatori, i turisti a fare sosta ad Orte, con inevitabile allungamento dei tempi di percorrenza. Si aggrava la situazione anche per andare a Roma: dopo l’intercity delle 7.25 – sottolinea ancora la Filt – non ci sono altre opzioni fino alle 8.57 e poi bisogna attendere le 12.17 e successivamente le 15.33.
“Insomma, una pseudo catastrofe dei collegamenti sia cittadini che ferroviari – conclude la Filt Cgil – Una vera disdetta per lavoratori, cittadini e viaggiatori che fanno sempre più fatica a reggere il ritmo dei tagli dei servizi”.




Dal 10 giugno inizia “QuiBus Orvieto” il servizio a chiamata per collegare le frazioni alla stazione ferroviaria

Si chiama “QuiBus Orvieto” e, come anticipato, è il nuovo servizio di trasporto pubblico locale a chiamata di Bus Italia.  Sarà attivo da lunedì 10 giugno nei giorni feriali (dal lunedì al sabatodalle 8:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:30 e collegherà tutte le frazioni del Comune con la stazione ferroviaria di Orvieto e quindi con il centro città e l’ospedale. Il giorno prima del viaggio si potrà prenotare il QuiBUS al numero 0744 492775 (dal lunedi al venerdi dalle 12:00 alle 19:00) comunicando l’orario del viaggio, l’origine e la destinazione dello spostamento ed il numero di viaggiatori. Laddove sia presente il servizio di linea l’operatore proporrà la soluzione più conveniente.

Come cambia il servizio?

Dal 10 giugno il territorio servito dai servizi di trasporto pubblico locale sarà più esteso. Tutte le frazioni del Comune saranno servite e saranno collegate alla stazione ferroviaria di Orvieto che diventa il nodo di scambio principale per spostarsi agevolmente nel territorio comunale. Dalla stazione di Orvieto sarà possibile raggiungere agevolmente le principali destinazioni:

  • il centro città con la funicolare oppure con la Circolare B e la Linea 5
  • l’ospedale con la Circolare B e due nuove linee (Circolare B1 e Circolare B2, che serviranno La Svolta – Ospedale – Ciconia – Stazione)

Spostarsi su tutto il territorio comunale – spiegano da BusItalia – diventa più facile, veloce e sostenibile. QuiBUS Orvieto riduce i tempi di attesa del bus, conciliando le esigenze di spostamento dei cittadini con l’organizzazione di un servizio di trasporto sempre più sostenibile che interviene dove e quando occorre ai viaggiatori. La località Sferracavallo sarà servita da QuiBus Orvieto oltre che dalla Circolare B diretta e/o in combinazione con le Circolari B1, B2 e la linea 5“.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i collegamenti  da/per Sferracavallo:

Giorni feriali (da lunedì a sabato)

  • Da inizio servizio fino alle ore 9:00: collegamenti da/per Sferracavallo invariati (Circolare B)
  • Dalle 9:00 alle 12:00:
    Dalla Stazione a Sferracavallo (Circolare B + Linea 5 effettuate senza cambio bus):
    – Stazione 09:35 — P. Repubblica 09:50 (Linea 5)
    – P. Repubblica 09:50 — Sferracavallo 09:57 (Circolare B)– Stazione 10:35 — Sferracavallo 10:43 (Circolare B)Da Sferracavallo alla Stazione (Circolare B + Linea 5 effettuate senza cambio bus):
    – Sferracavallo 09:57 — P. Repubblica 10:09 (Circolare B)
    – P. Repubblica 10:10 — Stazione 10:25 (Linea 5)– Sferracavallo 10:43 — P. Repubblica 10:50 (Circolare B)
    – P. Repubblica 10:50 — Stazione 11:05 (Linea 5)
  • Dalle 12:00 alle 19:30:– Dalla Stazione a Sferracavallo: partenza della Circolare B alle 12:10, 13:15, 14:03, 14:45, 16:50
    – Da Sferracavallo alla Stazione: partenza della Circolare B alle 12:52, 13:42, 14:24, 15:17, 17:47
  • Dalle 19:40 fino a fine servizio: collegamenti da/per Sferracavallo invariati (Circolare B)

Servizio invariato nei giorni festivi.

Tutte le informazioni e gli orari dettagliati sul sito di BusItalia

Come prenotare?

  1. Chiama il numero 0744 492775
    (dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 19:00) il giorno antecedente a quello del viaggio desiderato (per viaggi di lunedì la prenotazione va effettuata il venerdì precedente)
  2. Identificati
    – fornisci i dati necessari per gestire la prenotazione
  3. Indica la tua esigenza di spostamento
    – ora di spostamento
    – scegli la fermata di partenza e arrivo desiderate
    – numero di persone
  4. Prenota la corsa
    – ti verranno proposte delle soluzioni di viaggio
    – indica la tua scelta e conferma la prenotazione
    – nel caso tu sia un abbonato, specificalo all’operatore
  5. Sali a bordo
    – sali a bordo identificandoti all’autista
    – convalida il biglietto (acquistabile anche a bordo, a prezzo maggiorato)
    – se sei un abbonato, esibisci l’abbonamento al momento della salita a bordo

Il biglietto costa 1,30 euro (2 euro se acquistato a bordo).




Filt-Cgil “il trasporto pubblico locale subisce ancora tagli in favore del servizio a chiamata, un palliativo”

E’ arrivato il comunicato ufficiale del Comune che riporta l’avvio del servizio a chiamata senza che ciò comporti tagli di linee e orari per il trasporto pubblico locale a Orvieto. In realtà, secondo la Filt-Cgil “dopo la sforbiciata dello scorso anno, già denunciata dalla Filt Cgil, arriva un nuovo duro colpo ai servizi del trasporto pubblico urbano di Orvieto.  La famosa ‘Circolare B’ che compie nel suo tragitto tutto il giro della città, Piazza della Repubblica-Sferracavallo- Orvieto Scalo- Ciconia – La Svolta – scrive la Filt Cgil – per ben 2 volte durante la giornata si interromperà per una durata complessiva di circa 5 ore (quasi metà della copertura giornaliera) e passerà da una frequenza di una corsa ogni 45 minuti ad un’ora e mezza”.  

Il servizio a chiamata ha una ratio diversa dal servizio pubblico puro perché programmato con anticipo. Scrive sempre la Filt-Cgil, “Il trasporto si chiama pubblico perché deve essere garantito il servizio a chiamata risponde esclusivamente a logiche di mercato, che sono distruttive in questo settore, tanto quanto le logiche di privatizzazione nella sanità”. Si tratta a detta del sindacato di “un taglio devastante al servizio, che metterà in difficoltà la città e quanti utilizzano il mezzo pubblico oltre che mettere in pericolo l’occupazione”.




Avrà inizio il prossimo 10 giugno il nuovo “servizio a chiamata” di Busitalia per collegare le frazioni con Orvieto

Con l’avvio del servizio estivo, a partire dal 10 giugno, BusItalia istituirà un servizio a chiamata che servirà tutte le frazioni del Comune di Orvieto.

Il nuovo servizio nasce da una rimodulazione del TPL attuale, che non comporterà alcun taglio, e che con le stesse risorse vedrà servito un territorio più esteso, consentendo così, anche a chi risiede in zone periferiche non servite dal normale servizio pubblico di linea, di recarsi in centro città in bus.

La stazione ferroviaria diverrà il nodo di scambio principale da cui sarà possibile raggiungere tutte le frazioni del Comune con il servizio a chiamata, l’ospedale con la Circolare B e due nuove linee (Circolare B1 e Circolare B2 che serviranno La Svolta-Ospedale-Ciconia-Stazione), Sferracavallo con la Circolare B e il servizio a chiamata, il centro città con la funicolare, la Circolare B e la Linea 5.

Il servizio a chiamata sarà attivo tutti i giorni feriali (dal lunedì al sabato) dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30, per un totale di 8 ore giornaliere. Sarà sufficiente chiamare il numero 0744 492775 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 19.00) il giorno precedente a quello in cui si vuole usufruire del servizio e comunicare all’operatore origine, destinazione e orario dello spostamento.

Potranno essere effettuati viaggi da tutte le frazioni verso la stazione ferroviaria o l’ospedale (e viceversa). Laddove sia presente il servizio di linea l’operatore proporrà la soluzione più conveniente. Il costo del biglietto sarà pari a 1,30 euro (urbano di Orvieto).




Nuovo contratto di servizio tra Regione Umbria e Trenitalia

La gestione unitaria della totalità dei servizi ferroviari, inclusa la linea regionale FCU, affidata con contratto decennale a Trenitalia che già gestisce le linee nazionali, con ingenti investimenti per il rinnovo di gran parte del materiale rotabile, e con l’incremento dei servizi e della loro qualità per il potenziamento e il rilancio complessivo dei collegamenti su ferro dell’Umbria, fattore determinante per favorire l’ulteriore crescita della sua attrattività e della sua economia. Si impernia su questi cardini il nuovo contratto di servizio per la gestione coordinata dei servizi di trasporto pubblico regionale per il periodo 2023-2032 tra Regione Umbria e Trenitalia.

Contenuti e obiettivi sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Donini alla quale sono intervenuti la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Enrico Melasecche, l’amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia, Luigi Corradi, l’amministratore unico di Umbria Mobilità Marina Balsamo. Presenti inoltre, tra gli altri, il direttore Business regionale e Sviluppo intermodale di Trenitalia Maria Annunziata Giaconia, e Amelia Italiano, direttore regionale Umbria di Trenitalia.   “Il rinnovo del contratto con Trenitalia, che segna una nuova stagione nel trasporto ferroviario e nella integrazione dei servizi tra ferro e gomma, è un ulteriore passo che la nostra regione fa nella direzione del superamento dell’atavico isolamento a cui era relegata – ha sottolineato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei -. Un lavoro complesso che abbiamo iniziato sin dal nostro insediamento, con visione politica dei trasporti per costruire il futuro della nostra regione, instaurando una continua interlocuzione e collaborazione fattiva con tutti i soggetti coinvolti”.

“Voglio pertanto ringraziare l’amministratore delegato Corradi, la struttura di Trenitalia, così come l’assessore Melasecche e la struttura dell’Assessorato ai Trasporti e l’amministratore unico dell’Agenzia regionale per la mobilità – ha aggiunto – poiché siamo riusciti in tempi brevi a concretizzare il rinnovo di un contratto che è di grande rilevanza per l’Umbria. Il potenziamento della rete infrastrutturale e dei servizi di trasporto ferroviario è strettamente connesso e imprescindibile per lo sviluppo dell’economia”.

Di “tappa storica” ha parlato l’assessore regionale Enrico Melasecche. “Per la prima volta – ha sottolineato – in Umbria viene affidato il trasporto su ferro a chi lo gestisce per mission, e altrettanto avviene per quello su gomma. È un contratto che guarda avanti e ridisegna il trasporto ferroviario della nostra regione per i prossimi dieci anni, con l’inserimento della FCU che occupa una posizione centrale nella nostra visione strategica. Sulla linea regionale – ha ricordato – sono già partiti i lavori per la sua completa riapertura. Sarà modernizzata e velocizzata, con la sostituzione dei vecchi treni diesel con i treni Minuetto elettrici completamente rinnovati anche nella livrea su cui saranno impresse le bellezze dell’Umbria. In questi quattro anni – ha rilevato ancora – abbiamo ottenuto risultati di assoluta importanza, con un impegno continuo e grazie alla volontà di collaborazione che abbiamo incontrato. Siamo stati in grado di intercettare rilevanti finanziamenti, attingendo anche a fondi del PNRR, e questo si tradurrà anche nell’entrata in circolazione sulle linee regionali di nuovi treni POP da 200 chilometri orari, per la migliore qualità e comfort del viaggio. Parte integrante del nuovo contratto con Trenitalia – ha proseguito – è la progressiva introduzione di un servizio ferroviario metropolitano Ellera – Assisi, con servizio sulla nuova stazione di Collestrada, di cui è imminente la presentazione del progetto e che farà da collegamento anche con l’aeroporto San Francesco d’Assisi. Il nuovo accordo, così come per la tratta fra Terni e Cesi, prevede l’introduzione progressiva di servizi ferroviari metropolitani anche nella relazione Perugia Sant’Anna – Ponte Pattoli, con interscambio a Ponte San Giovanni con i servizi nazionali est-ovest lungo la Foligno Terontola, in un’ottica di piena integrazione”.

A sottoscrivere il contratto di servizio per conto della Regione l’Agenzia regionale Umbria Mobilità, il cui amministratore unico Marina Balsamo ha rilevato a sua volta “l’intenso lavoro fra Trenitalia, Umbria Mobilità e l’ART, Autorità di Regolazione dei Trasporti” che ha portato alla gestione unitaria dei servizi di trasporto pubblico ferroviario regionale in capo all’unico gestore Trenitalia in coerenza con la strategia complessiva di rilancio promossa dalla Regione.

Il valore complessivo del contratto, che punta a incrementare la qualità dei servizi nell’ottica di una sempre maggiore integrazione fra ferro e gomma, è di circa 900 milioni di euro. Gli investimenti totali ammontano a 285,7 milioni di euro, di cui circa 51 a carico della Regione.




Ciro Zeno, Filt-Cgil Umbria, “l’assessore Melasecche non conosce le esigenze dei pendolari vorremmo sapere chi li rappresenta nelle riunioni”

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Dopo la durissima replica dell’assessore regionale Enrico Melasecche alle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da Ciro Zeno, segretario generale della Filt-Cgil Umbria, non poteva mancare una nuova risposta, altrettanto dura. Zeno, ai nostri microfoni, ha sottolineato i tanti punti deboli e le innumerevoli, a suo dire, inesattezze, dell’assessore Melasecche. “Dal 2000 ad oggi molto è cambiato per Orvieto e per i lavoratori e le lavoratrici che devono prendere quotidianamente i treni. Ritardi, percorsi sulla cosiddetta linea lenta e cambi di convoglio, per non parlare dei buchi orari anche e soprattutto nei week-end”. Ma le critiche del segretario della Filt non si fermano a Melasecche, “vorremmo conoscere chi rappresenta i pendolari orvietani negli incontri con le istituzioni. A Orvieto c’era un comitato, con un presidente e un direttivo, oggi non c’è nulla, o almeno non ne abbiamo contezza. Noi saremmo ben lieti di confrontarci ma non sappiamo chi chiamare. Mi viene il dubbio che questo fantomatico comitato sia quasi creato ad hoc in vista delle scadenza elettorali di quest’anno”.

Altre critiche anche sulle sceltye derivanti dal PNRR che non è stato pienamente utilizzato e soprattutto in alcuni casi sono stati presentati progetti che avevano già risorse accantonate dall’azienda. “Manca un punto fondamentale per unire Orvieto al resto dell’Umbria che è il cosiddetto braccetto che avrebbe dovuto bypassare Terontola con circa 5 chilometri di nuova linea ferroviaria a Borghetto permettendo un risparmio di tempo di quasi 25 minuti e un vera metropolitana di superficie dell’Umbria che rendesse anche l’aeroporto di Perugia appetibile per tutti i cittadini e non solo per quelli dell’area metropolitana del capoluogo e di Foligno”.




Roberta Palazzetti, Proposta Civica, “pendolarismo e Alta Velocità, obiettivi mancati”

La vicenda dell’Intercity, che giovedì 5 gennaio è arrivato ad Orvieto con 3 ore di ritardo, in queste dimensioni è certamente un fatto episodico ma è solo la punta dell’iceberg, sotto c’è un sistema che non funziona perché nessuno lo ha difeso, nonostante le promesse.

Ho letto con attenzione, unita a frustrazione, l’articolo di Pasquale Di Paola sulle enormi difficoltà del pendolarismo orvietano nonché i numerosi commenti, espressione di un disagio sociale che sta pericolosamente crescendo oltre alla disaffezione verso la città e il territorio: “e poi ci si chiede perché Orvieto si spopola” e ancora “ho scelto di vivere ad Orvieto 10 anni fa quando ancora era fattibile. Oggi non rifarei mai la stessa scelta … e mi trovo a sconsigliarlo categoricamente”. Sono commenti che dovrebbero far riflettere sul futuro della nostra Città. Un buon collegamento ferroviario fa la differenza e rappresenta un valore per il territorio, lo rende competitivo rispetto ad altre aree del Paese. In molti hanno scelto di continuare a vivere ad Orvieto o di venire a vivere ad Orvieto e nei paesi limitrofi proprio in funzione dei collegamenti ferroviari che quotidianamente gli permettono di raggiungere il posto di lavoro o di studio.  

Quotidianamente. E qui sta il punto, perché il disservizio episodico si sopporta, ma se accade ogni giorno o quasi incide sulla qualità della vita, impedisce le relazioni sociali, logora, crea stress correlato, inasprisce gli animi e alla fine fa dire “ma perché devo continuare a vivere qui?”. Chi può, infatti, va altrove, come dimostra l’emorragia di residenti ogni anno, e chi non può andarsene vive male.

Ora, pensare di risolvere il problema con un monitoraggio statistico è disarmante.

Qui va fatto rispettare un Contratto di Servizio: per gli Intercity è quello sottoscritto per il periodo 2017-2026 fra Trenitalia, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si chiama Servizio Universale degli Intercity, prevede un catalogo di treni, stabilisce l’acquisto di “tracce” (lo spazio temporale di utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria) che devono essere difese dall’invasione dei treni Alta Velocità, anche di fronte all’Autorità di Regolazione dei Trasporti se necessario.  

Analogamente per i treni regionali, c’è un contratto di servizio tra le Regioni e Trenitalia.

E non c’è scritto da nessuna parte che se un treno Alta Velocità è in ritardo questo ritardo debba ripercuotersi sui treni regionali o Intercity. Perché sono i treni Alta Velocità che creano i problemi ai treni Regionali ed Intercity, frequentati prevalentemente da lavoratori e studenti. Lo dimostreremo nel corso di un incontro pubblico che organizzeremo nelle prossime settimane. “Il miglioramento e potenziamento dei collegamenti ferroviari nord-sud sarà uno degli obiettivi del nostro programma” è scritto nel programma di questa Amministrazione uscente: ora, non è un giudizio di merito se diciamo che l’obiettivo è stato mancato.

“Riprenderemo, inoltre, il progetto Alta Velocità Perugia-Roma … Faremo dell’Alta Velocità uno degli obiettivi della nostra amministrazione”, anche questo è scritto nel programma di questa Amministrazione uscente: altro obiettivo mancato.




Alta velocità a Creti, per la Filt Cgil Umbria una scelta sbagliata

La decisione di collocare la nuova stazione dell’alta velocità Medio Etruria a Creti (Ar) non è una buona notizia per l’Umbria. Ne è convinta la Filt Cgil, il sindacato regionale delle lavoratrici e dei lavoratori del trasporto, che stamattina, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Perugia, ha illustrato, mappe alla mano, le criticità di questa soluzione e le potenzialità, invece, di soluzioni alternative, come ad esempio quella della stazione di Chiusi.
“Risulta difficile – ha detto Ciro Zeno, segretario generale della Filt Cgil dell’Umbria, mostrando tragitto e tempi di percorrenza su Google Maps – capire come si possa considerare un buon risultato per la nostra regione l’aver individuato una stazione che dista quasi 60 chilometri dal capoluogo Perugia, che non è raggiungibile in treno, perché a Terontola la linea si interrompe, e che richiede tempi di percorrenza di circa 45 minuti in auto, se non si trova traffico”. Secondo Zeno, dunque, questa soluzione di fatto non avvicinerà Perugia e l’Umbria all’alta velocità e continuerà comunque a costringere i cittadini umbri ad utilizzare il mezzo su gomma per raggiungere la stazione di partenza. Ma secondo la Filt Cgil, un’alternativa molto più logica e conveniente ci sarebbe stata e ci sarebbe: la stazione di Chiusi, già dotata di servizi e infrastrutture importanti (che a Creti andrebbero ovviamente costruite da zero) e baricentrica per la bassa Toscana, l’Umbria occidentale e l’alto Lazio. “Sarebbe stato sufficiente, come peraltro originariamente ipotizzato dalla stessa Regione Umbria – ha spiegato Zeno – realizzare un piccolo nodo ci collegamento di appena 4 chilometri tra Borghetto e Badiaccia, sulle sponde del lago Trasimeno. Questo avrebbe consentito alla linea per Terontola di collegarsi direttamente con la Roma-Firenze per raggiungere appunto Chiusi. Il tutto – ha sottolineato il segretario Filt – con tempi di percorrenza da Perugia certamente più brevi e soprattutto su rotaia e non su gomma”. Un’ipotesi, quella descritta dalla Filt Cgil, che si integrerebbe benissimo anche con la nuova linea Terni-Todi-Perugia, sulla quale Rfi sta investendo decine di milioni di euro, e che renderebbe “interessante” il collegamento anche per l’Umbria del sud. “Crediamo che, viste pure le forti perplessità della Regione Toscana, la stessa che dovrebbe ospitare la nuova stazione di Creti, ci siano buone ragioni per rivalutare la scelta e prendere in considerazione alternative più funzionali”, ha concluso Zeno.

Fonte: Filt-Cgil Umbria




Alta Velocità, l’assessore Melasecche, “no a Terni, costi alti e pochi passeggeri”. Sì Orte e Media Etruria

“La Giunta Tesei sta lavorando in maniera seria e determinata per dotare l’Umbria dei servizi ferroviari di Alta Velocità e potenziare i collegamenti di tutta la regione: ha ottenuto una fermata aggiuntiva a Terontola del Frecciarossa Perugia-Milano-Torino e, altro risultato che sembrava impensabile, la fermata del Frecciarossa ad Orte, e ora sta trattando positivamente al tavolo per la realizzazione della stazione MedioEtruria. Circa la richiesta del Comune di Terni di arretrare il Frecciarossa da Perugia a Terni, dall’amministratore delegato di Trenitalia, ingegner Luigi Corradi, abbiamo avuto una circostanziata risposta: non risponde alle linee guida nazionali, non rispetta la strategia intrapresa in tutta Italia, sarebbe impossibile reperire fasce orarie, tenendo conto della saturazione delle linee della Direttissima, avrebbe un numero esiguo di utenti. Senza contare che, da una stima degli orari, non sarebbe conveniente per i ternani”. L’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche, lo ha sottolineato nel corso della conferenza stampa che si è svolta questo pomeriggio a Palazzo Donini, con puntuali spiegazioni dei tecnici, convocata per fare il punto sul sistema dell’Alta Velocità in Umbria.

 “Il servizio di Alta Velocità attivato nel 2018 dalla Giunta regionale precedente in base a una convenzione con Trenitalia per l’arretramento del Frecciarossa da Arezzo a Perugia, con enormi problemi durante la pandemia, è ripreso dal 2022 – ha riepilogato – al costo di circa 2,5 milioni di euro, di cui 300mila euro generosamente messi a disposizione dalla Fondazione Perugia, con circa 90 passeggeri al giorno. Oggi è rinnovato di anno in anno, ad un costo sensibilmente più basso, che è riuscita a trattare la presidente Tesei”.

 “Abbiamo ottenuto un primo rilevante miglioramento con la fermata a Terontola – ha ricordato – consentendo a quanti risiedono nei comuni del comprensorio del Trasimeno, ma anche della Valdichiana, di poterne usufruire. Due anni fa, inoltre, abbiamo conseguito un risultato straordinario, quello di far uscire un Frecciarossa 1000 dalla Direttissima alla stazione di Orte per rientrare poi in Direttissima, raggiungendo Milano Centrale al tempo record di 3 h e 7’, treno che è sempre pieno e serve tutto il Ternano, il Viterbese e il Reatino ma anche lo Spoletino”.