Schermaglie tra Lega e Pd di Orvieto sul nuovo Piano Sanitario Regionale

Duro botta e risposta tra la Lega e il Pd di Orvieto sulla questione sanità e il nuovo Piano regionale appena approvato in preadozione dalla giunta guidata da Donatella Tesei.

Il Comunicato della Lega

“Plaudiamo al buon lavoro dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e della presidente Tesei, che con la preadozione del nuovo piano sanitario regionale stanno dimostrando lungimiranza ed attenzione alle esigenze dei territori”.
Così la nota della Lega Comprensorio Orvietano e del gruppo consigliare Lega Salvini per Orvieto.
“Prima di criticare a prescindere, in maniera strumentale – affermano- invitiamo la sinistra locale a leggere approfonditamente i contenuti del Piano che sarà comunque oggetto di confronto e dibattito in Commissione e in Assemblea legislativa. Ci teniamo a precisare che il Piano sanitario regionale adottato in Umbria applica per la prima volta, a distanza di quasi sette anni e dopo dieci anni dall’ultimo documento, i principi del DM 70/2015 sugli standard ospedalieri, al fine di rendere i servizi più specializzati ed ancora più attrattivi ed efficienti, sempre più a misura di cittadino. Ringraziamo l’assessore Coletto e la giunta Tesei, per la vicinanza e l’attenzione che stanno dimostrando verso il nostro comprensorio, e per collaborazione con il sindaco di Orvieto, Tardani e con la maggior parte  degli altri sindaci dell’orvietano”. “Per il nosocomio di Orvieto e la medicina del territorio – spiegano i leghisti- sono previsti  dieci milioni di euro di investimenti ed entro dicembre, è in programma la realizzazione dell’hospice con cinque posti letto. Inoltre per abbattere le liste d’attesa, tra novembre e dicembre, sono state calendarizzate tre giornate di visite domenicali. Ad Orvieto è stata già installata una seconda nuova Tac all’avanguardia che consentirà una maggiore interazione con gli specialisti delle aziende ospedaliere dell’Umbria, verranno poi implementate le dotazioni strumentali per la terapia intensiva e verrà adeguata la terapia sub intensiva. Per quanto riguarda il Pronto Soccorso, verrà riqualificato ed ampliato,e  comprenderà anche un’ area di semi intensiva con un progetto pilota che rimodulerà il servizio sulla scorta dell’esperienza Covid. In programma c’è anche il potenziamento del servizio di screening senologico con una unità dedicata. Questi sono solo alcuni degli interventi che verranno effettuati nella nostra struttura”.
“Non capiamo – proseguono – su che base l’opposizione continui a dire che la sanità ad Orvieto verrà depotenziata. Il nuovo documento punta a snellire le procedure, riducendo gli sprechi e le poltrone, meno dirigenti e più prossimità e servizi al cittadino. L’obiettivo che si sta proponendo la Regione Umbria è quello di ripulire la sanità, eliminando la solita politica del poltronificio, tanto cara alla sinistra. Per anni, e le inchieste e gli scandali lo stanno dimostrando, la sanità in Umbria è stata spremuta, vittima di clientele e favoritismi”.
“Ora grazie alla Lega- concludono dal carroccio- si entra in una nuova fase, la politica torna a mettere al centro il cittadino, a lavorare per soddisfare i suoi bisogni. Deve essere la sanità al servizio del cittadino e non viceversa. Evidentemente questo approccio guidato dal buon senso,  ad una parte politica ancora legata ai retaggi del passato non sta bene. Se ne faranno una ragione”.

Il comunicato del PD

La salute non può essere un diritto di pochi e la Presidente Tesei, con il silenzio della Sindaca Tardani, non possono demolire la rete di servizi ai cittadini con una nuova geografia dei distretti sanitari, facilitando la deriva privatistica del nostro sistema sanitario.

Questo è invece lo scenario che delinea il nuovo Piano Sanitario Regionale, preadottato dalla giunta Tesei. Le scelte dalla Presidente e dell’Assessore Coletto, e la “nuova fase” cui la Lega locale plaude, peraltro non sorprendono, rispondendo alla chiara volontà di “lombardizzare/venetizzare” l’Umbria importando un modello che, trapiantato nel contesto di un sistema sanitario come il nostro, non può che determinare la situazione allarmante cui stiamo assistendo e che stanno subendo cittadini ed operatori.

Accorpamento e perdita di autonomia dei territori, cinque macroaree disomogenee tra di loro, troppo vaste per dare risposte efficienti ed efficaci alle esigenze dei cittadini; la figura del coordinatore che rischia di essere un concentrato di poteri e di responsabilità incompatibili con la necessità di sintesi tra i vari distretti; completa disattenzione al tema delle dotazioni di personale, del tutto inadeguate come nel caso del nostro Ospedale: questo il quadro allarmante e contorto tratteggiato dal nuovo piano sanitario regionale.

Un orizzonte inaccettabile ed incompatibile con la necessità impellente di garantire accessibilità, qualità delle cure ed efficienza.

Desta inoltre preoccupazione l’annunciata creazione di un Hospice territoriale all’interno del nostro Ospedale. Tralasciando la totale incongruenza di inserire un servizio del “fine vita” all’interno di un nosocomio e l’utilizzo di forza lavoro del territorio, già martoriato dal carico di lavoro e mortificato dalle scelte politiche, non si intravede alcuna prospettiva di rilancio dell’Ospedale, sempre e solo annunciata e puntualmente disattesa nei fatti. Ospedale che, nonostante le parole rassicuranti dell’Assessore Coletto, è stabilmente sovraccarico.

Le interminabili liste d’attesa, tema su cui il piano non prevede alcun intervento strutturale, e l’impossibilità di prenotare una visita specialistica o un esame diagnostico in tempi ragionevoli, non lasciano ai cittadini altra alternativa che rivolgersi alla Sanità privata, per chi ne ha la possibilità, aprendo di fatto una ferita all’equità e al contrasto alle diseguaglianze nella tutela della salute.

E’ indispensabile un’inversione di rotta, che, a partire dalla programmazione del PNNR. sappia investire su una riorganizzazione lungimirante e sul potenziamento della sanità territoriale e di prossimità in grado di dare risposte alle esigenze reali e ai diritti primari dei cittadini.

E’ tempo che i rappresentanti dei numerosi comitati spontanei a difesa del diritto alla salute, che continuano a lanciare grida di allarme a tutt’oggi inascoltate, siano coinvolti nel processo, per una riorganizzazione della sanità che parta dalla base.

La Presidente Tesei, l’Assessore Coletto, la Sindaca Tardani, la Lega devono rassegnarsi alla forza della nostra Costituzione che riconosce quanto fondamentale sia un sistema sanitario concepito sul principio universalistico. E questo non è negoziabile. Il Partito Democratico di Orvieto e dell’Orvietano non si sottrae al dovere di difendere il presidio della nostra sanità pubblica, aprendo una discussione costruttiva sul potenziamento e sull’organizzazione dei servizi del territorio e del nostro Ospedale, risorsa e patrimonio pubblico di confine.




Movimento per la Vita si presenta agli orvietani on-line il 9 novembre alle 21

Il Movimento per la Vita/Centro di Aiuto alla Vita è nato lo scorso 13 aprile ad Orvieto ricevendo l’augurio del Vescovo Gualtiero Sigismondi e del vicario episcopale per la carità, don marco Gasparri. Dopo alcuni mesi parte il 9 novembre il primo appuntamento online per conoscere le attività capire e confrontarsi con il dottor Alberto Virgolino.

Il Movimento per la Vita aiuta ed accompagna le mamme in attesa di un figlio ed ha come obiettivo la formazione, la sensibilizzazione e responsabilizzazione delle coscienze sui temi del riconoscimento della dignità umana e del rispetto assoluto della vita.




E’ di nuovo operativa la riabilitazione intensiva in ospedale

È stato riaperto lo scorso 4 ottobre, all’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto, dopo la chiusura imposta nel 2020 a causa del Covid-19, il reparto di Riabilitazione Intensiva, diretto da Fabrizio Mosca e composto da un’équipe medica, riabilitativa ed assistenziale di elevata professionalità. Nei 18 mesi di emergenza sanitaria, il servizio di riabilitazione era in funzione con pochi posti letto dislocati all’interno dell’area medica e chirurgica (ortopedia) continuando a fornire una parziale risposta ai bisogni riabilitativi.

Dai giorni scorsi l’attività è ripresa a pieno regime, con la riabilitazione intensiva dedicata ai pazienti ricoverati per protesi di anca e ginocchio in elezione, per i pazienti chirurgici ortopedici post-traumatici e per gli assistiti neurologici provenienti dalla Stroke Unit, dall’area Medica dell’ospedale o dal proprio domicilio. Malgrado la contingenza legata all’emergenza sanitaria, la riapertura si accompagna con l’attivazione del servizio di Day Hospital Riabilitativo, coordinato da Antonella Cometa e dedicato alla presa in carico clinica e riabilitativa di patologie infiammatorie e neuro-degenerative del Sistema nervoso centrale come la sclerosi multipla, la malattia di Parkinson e, più in generale, le patologie neurologicheMauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione, sottolinea l’importanza e il “grande valore della ricomposizione della rete riabilitativa dopo la contingenza pandemica” mentre il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Massimo De Fino evidenzia come gli sforzi del ripristino dei servizi aziendali “proceda in modo progressivo e costante per raggiungere quanto prima il ritorno alla totale funzionalità delle strutture in tutta l’azienda”.




Un prof no vax si fa sospendere e protesta con un cartello fuori dalla scuola

Un docente della Scuola media Signorelli ha messo in atto una protesta eclatante proprio all’orario d’ingresso. Il docente ha posteggiato la sua auto in piazza Marconi e ha esposto un cartello dal testo piuttosto eloquente: “il green pass è vergognoso e criminale perché provocatoriamente disonesto nei confronti dei cittadini, violentemente lesivo dei diritti costituzionali, completamente inutile per la prevenzione del contagio. Il prof. Pigozzi di fronte a questo brutale atto di ricatto e sottomissione politica perpetrato con il plauso della maggioranza dei benpensanti e con atteggiamenti discriminatori ed irrisori nei suoi confronti, si farà sospendere, rinuncerà allo stipendio e, con profondo dispiacere, non insegnerà più arte ai suoi alunni. Ma così facendo spera almeno di insegnare loro a non piegare la testa di fronte alle ingiustizie. (sempre che non lo riteniate un insegnamento disdicevole o fuori moda). Viva l’Italia, Viva l’Europa, terre di diritti, democrazia e progresso…ma quello vero, quello dalla parte dell’uomo e non dei mercati”.

Una vera e propria invettiva contro l’obbligo vaccinale per il personale della scuola. Il professor Pigozzi una volta sospeso non percepirà lo stipendio a meno che non decida, cosa molto poco probabile, di vaccinarsi nel prossimo futuro. Il governo ha scelto la strada del vaccino per assicurare nelle scuole un ambiente sicuro per quanto possibile e la linea dura con i dipendenti pubblici che non rispettano le norme. Il concetto di libertà e quello di diritto non possono essere salvacondotti, ma la scienza deve tornare al suo ruolo primario, quello di cercare risposte e soluzioni alle malattie, un ruolo che non può essere della politica.




USLUmbria2, al via ai controlli micologici e il pronto intervento contro gli avvelenamenti

Con l’arrivo dell’autunno si apre ogni anno la stagione micologica e la raccolta dei funghi freschi spontanei. L’Azienda Usl Umbria 2 invita tutti i raccoglitori al rispetto rigoroso di alcune semplici regole, in primo luogo la necessità di prevedere un controllo gratuito da parte di esperti micologi al fine di evitare danni alla salute ed intossicazioni che, in alcuni casi, possono rivelarsi anche letali: non consumare funghi che non siano stati controllati da un micologo professionista. Raccogliere i funghi si, consumare i funghi sì, ma con cautela e soltanto dopo averli fatti controllare presso l’Ispettorato micologico della Asl.

È da alcuni decenni che sono stati istituiti nelle Aziende Sanitarie gli Ispettorati Micologici, presso i quali tutti i cittadini possono rivolgersi per sottoporre al controllo i funghi coltivati, in modo da poterli consumare in tutta tranquillità.  Negli ispettorati operano i micologi che, nel periodo di raccolta, di norma nei mesi di ottobre e novembre, ad orari prestabiliti, eseguono il controllo delle specie fungine fresche spontanee, verificando gratuitamente la commestibilità dei funghi raccolti, fornendo anche informazioni e consigli sulle precauzioni da usare nel consumo dei funghi.

In caso di evidenti disturbi, dopo il consumo di funghi, è opportuno pensare sempre ad una possibile intossicazione e rivolgersi immediatamente al Pronto Soccorso più vicino: le cure, se praticate tempestivamente, possono salvare la vita.  È opportuno ricordare che già dal mese di settembre è attivo un servizio di pronta reperibilità per gli Ispettorati Micologici dell’Azienda Usl Umbria 2, soprattutto per i casi di intossicazione da funghi, mentre da venerdì 1ottobre a martedì 30 novembre 2021 saranno attivati i controlli di commestibilità dei funghi freschi spontanei destinati sia al commercio che per i raccoglitori privati, nelle sede e con gli orari di seguito descritti.

DISTRETTO DI ORVIETO                                                                            

– Con decorrenza VENERDI’ 1 ottobre 2021, verranno attivati i controlli di commestibilità dei funghi freschi spontanei per i raccoglitori privati presso la sede del Dipartimento Prevenzione di Via Postierla in Orvieto, dal lunedì al sabato, dalle ore 8,30 alle ore 9,30;

Si ricorda che, settembre 2021, è attivo il Servizio di Pronta Disponibilità Micologica (dalle ore 20,00 alle ore 08,00 anche per i giorni prefestivi e festivi) per gli interventi relativi a casi di sospetta intossicazione da funghi, su chiamata dei centralini dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni e dei Presidi Ospedalieri dell’Azienda USL Umbria 2 delle sedi di Narni/Amelia – Orvieto – Foligno – Spoleto – Norcia.




Torna “Fai volare la speranza” con OCC che compie 25 anni al servizio dei pazienti oncologici

Anche quest’anno l’Associazione OCC/Orvieto Contro il Cancro non ha voluto rinunciare all’ormai tradizionale appuntamento con Fai volare la Speranza”, manifestazione giunta alla 21^ edizione.

Proprio quest’anno, infatti, Orvieto Contro il Cancro compie 25 anni dalla sua fondazione. Un quarto di secolo speso per sensibilizzare, fare azioni concrete per il territorio in cui opera, e creare servizi reali per dare risposte ai pazienti ed ai loro familiari.  Vale la pena ricordare: l’attivazione del trasporto di pazienti oncologici nei centri radioterapici dell’Umbria, il servizio di sostegno psicologico attivato presso il Day Hospital Oncologico del presidio ospedaliero “Santa Maria della Stella”, ma anche la  Scuola di Formazione permanente dei volontari che ha permesso di dare vita, presso l’Ospedale di Orvieto, al Servizio di volontariato con personale appositamente formato ed, infine, il Servizio sperimentale delle Cure Palliative domiciliari.

La programmazione delle iniziative dell’appuntamento annuale con “Fai volare la Speranza”,che gode del patrocinio del Comune di Orvieto, è stata contenuta all’essenziale e comunque tutte osserveranno scrupolosamente l’applicazione delle normative anti Covid.  Sabato 25 settembre e sabato 2 ottobre i volontari dell’Associazione sono pronti ad incontrare i cittadini nei punti di informazione per dare loro tutti gli aggiornamenti sui servizi che l’Associazione promuove in favore dei pazienti oncologici e per le loro famiglie:

  • Sabato 25 settembre i volontari dell’Associazione saranno presenti presso il Supermercato CONAD in Località Fanello a Ciconiae il Supermercato TODIS in strada dell’Arcone,
  • Sabato 2 ottobre l’appuntamento con i volontari si sposta presso la Torre del Moro nel Centro Storico di Orvieto, il Centro Commerciale “Porta di Orvieto” (Coop)e Superconti ad Orvieto Scalo.

Anche quest’anno, la manifestazione vede la partecipazione fattiva della FISAR – Delegazione di Orvieto che sabato 25 e domenica 26 settembre in Piazza della Repubblica nel Centro Storico, allestirà un proprio stand.  Una collaborazione entrata ormai nella tradizione dell’Associazione che vede la partecipazione di molti produttori dei famosi vini orvietani i quali, in questo modo contribuiscono alla realizzazione e al mantenimento dei servizi di OCC.

Partirà, poi, dal 1° al 31 ottobre, la campagna per la prevenzione del tumore al seno che, anche quest’anno, vede l’Associazione Orvieto Contro il Cancro in campo con una serie di azioni di  sensibilizzazione.  Nella settimana che va dal 9 al 16 ottobre, infine, per la 1^ Giornata Nazionale del Tumore al Seno Metastatico (13 ottobre) verranno illuminate di colore fucsia tutte le facciate dei Comuni del Comprensorio Orvietano come segno di sensibilizzazione verso tutta la popolazione.

La giornata Nazionale del Tumore al Seno Metastatico, il cui riconoscimento istituzionale è avvenuto lo scorso anno, rappresenta un importante traguardo ma c’è ancora molto da fare.   In questo senso sta per iniziare una nuova campagna di Europa Donna Italia, alla quale OCC ha aderito, basata su proposte concrete rivolte alle istituzioni.




Appello dell’assessore Coletto, “donate sangue, è sicuro e fa bene”

La giacenza media di sacche di sangue presso i Servizi immunotrasfusionali dell’Umbria in questo periodo dell’anno è inferiore alle necessità: dall’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, arriva un nuovo invito a tutti i cittadini che possono farlo di donare il sangue, soprattutto in questo periodo dell’anno in cui, anche a seguito delle vacanze estive, si registra un calo di donazioni.
Alla luce di questi dati e anche per poter conoscere personalmente e ringraziare per il lavoro che svolgono i volontari delle associazioni e i professionisti che operano nel Servizio immunotrasfusionale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, l’assessore Coletto, che è donatore di sangue, ha scelto di effettuare la sua donazione periodica nell’ospedale di Perugia.

Donare è un gesto di grande umanità – ha detto Coletto – E’ un atto personale e riservato, ma credo che in alcune situazioni chi ha un ruolo pubblico, abbia il dovere di rendere noto questo momento, anche per sfatare alcuni pregiudizi nei cittadini, come ad esempio che una donazione di sangue possa avere effetti negativi sulla salute e che gli ambulatori, in questa fase di emergenza sanitaria legata al covid, siano poco sicuri. Niente di tutto questo – ha concluso Coletto – ai donatori è garantita la massima sicurezza e sul fronte della salute in senso stretto va ricordato che a monte della donazione, viene effettuato un controllo stretto sulle condizioni fisiche del donatore e quindi attraverso la donazione periodica si può avere un monitoraggio costante dei propri valori del sangue”. Ma c’è di più: “Il valore aggiunto di una donazione deriva dal benessere intimo di aver contribuito a dare ‘vita’ a chi ne ha più bisogno”.




Il Cersag di Orvieto si conferma punto di riferimento per sanità e prevenzione con l’avvio della Summer School

In questi giorni il Cersag di Orvieto, Centro Regionale per la Salute Globale della Regione Umbria, ha ripreso le attività internazionali confermando un ruolo primario di promozione della ricerca avanzata nell’ambito della salute unica e globale. Il Centro regionale, istituito in seno alla Usl Umbria 2 e diretto dall’epidemiologo Marco Cristofori, responsabile della struttura di Sorveglianza e Promozione della Salute dell’azienda sanitaria, ha organizzato la Summer School del “One Health European Joint Programme”.

La scuola estiva, organizzata in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, si sarebbe dovuta svolgere in presenza nella sede istituzionale del Cersag, ossia presso la Fondazione Centro Studi Città di Orvieto, ma la pandemia e l’andamento dei contagi hanno costretto l’organizzazione ad optare per la formazione on line. Ciò non ha tolto interesse a questo grande evento che vede la partecipazione di 47 Paesi e altrettanti Istituti di Ricerca. Il programma dei lavori, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 secondo una logica integrata, promuove l’adozione di un approccio “One e Global Health” nella prevenzione e promozione della salute, al fine sia di comprendere ed includere nelle progettualità le complesse relazioni tra uomo, animali, ambiente, sia di analizzare le conseguenze socioeconomiche e socioantropologiche di tale interazione. Tutto ciò vuole rappresentare l’occasione per promuovere programmi sostenibili di tutela e promozione della salute, basandosi su un approccio globale alla comunità e sui principi di equità, sostenibilità, inclusione, empowerment e capacity building. Fra i relatori ci sono i maggiori esponenti ed esperti mondiali sul tema.

Le lezioni della scuola estiva, che si svolge su 14 giorni fra corsi online, attività didattiche di workshop e pratiche di gruppo, hanno avuto inizio il 27 luglio con i saluti del direttore del Cersag, Marco Cristofori, che il 30 luglio terrà una lezione sulla salute unica nell’epidemiologia sul campo, e dei rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità. Tra gli aspetti trattati nella giornata inaugurale lo studio delle pandemie quali la Sars CoV-2, sulla quale il Cersag sta fornendo un forte contributo sia a livello nazionale che regionale, i fenomeni di antibiotico resistenza, il cambiamento climatico e le disuguaglianze in salute.
La Summer School è strutturata in quattro moduli, nel primo sono inclusi argomenti di One Health come la salute del pianeta, la valutazione del rischio ambientale, i cambiamenti climatici, le zoonosi e la resistenza antimicrobica nell’ambiente naturale, l’uso della genomica nella sorveglianza, la fauna selvatica, i mangimi, la sostenibilità della salute e l’epidemiologia. Il secondo modulo è un workshop su One Health, sostenibilità e sicurezza alimentare offerto dalla FAO mentre la terza sessione prevede due appuntamenti dell’Istituto Zooprofilattico e dell’Istituto Superiore di Sanità sulla sorveglianza sanitaria e sull’inquinamento ambientale. Infine il quarto modulo, che approfondirà l’analisi integrata del rischio, la governance One Health e la comprensione della scienza per la società. A conferma dell’impegno e del ruolo da protagonista costruito negli anni dal Cersag nel settore della ricerca in ambiti di estrema attualità e dai quali dipende il futuro stesso del pianeta e del genere umano, il centro si è candidato per l’Italia ad ospitare il meeting internazionale del One Health EJP per l’anno 2022, al Palazzo dei congressi di Orvieto.




Il 70% di Welcare ai veneti di Labomar, tra il 2025 e 2026 si deciderà sul 30%

Lo scorso 29 giugno Labomar e Welcare aveva sottoscritto una lettere d’intenti per l’acquisizione da parte del gruppo veneto del 70% dell’azienda guidata da Fulvia Lazzarotto con sede a Orvieto. Il 14 luglio Labomar, quotata all‘AIM, ha chiuso l’operazione che prevede l’acquisizione della maggioranza del Gruppo Welcare, Welcare Industries e Welcare Research srl, che producono medical devices per la cura della pelle. In una prima fase Labomar acquisira il 63% del capitale di Welcare mentre per il restante 7% si dovrà attendere la fine dell’esercizio 2021.

Dopo la firma dell’accordo Walter Bertin, fondatore e AD di Labomar ha ribadito la sua grande soddisfazione “che riteniamo abbia un fortissimo valore strategico e industriale. “Abbiamo la fortuna di conoscere un’imprenditrice di grande energia e capacità come Fulvia Lazzarotto che nel realizzare il proprio sogno ha costruito, insieme al marito, una realtà solida e fortemente specializzata. La presenza di un socio e manager come Marco Grespigna – continua il comunicato – ha contribuito ad arricchire la visione aziendale e il governo delle linee di sviluppo. E’ stato facile trovare un terreno comune per la realizzazione di un percorso di sviluppo che porterà a risultati di sicuro interesse per entrambe le società”.

Il gruppo Welcare è stato fondato nel 2000, da Fulvia Lazzarotto e Franco De Bernardini, e oggi sviluppa, produce e commercializza dispositivi medici per la prevenzione e il trattamento di infezioni, e per la gestione di lesioni cutanee di varia eziologia. Il gruppo ha la sua sede a Orvieto ed è presente con i suoi prodotti in 22 Paesi dall’Europa, al Medio Oriente fino all’Australia. Dal 2020 Marco Grespigna è socio e consigliere di amministrazione delle società del Gruppo.

Fulvia Lazzarotto, fondatrice e AD delle Società del Gruppo Welcare: “questa operazione rappresenta una svolta importante nel nostro percorso aziendale e ci proietta definitivamente verso una nuova dimensione di crescita, beneficiando delle importanti competenze e assets di cui dispone Labomar. Questo accordo ci potrà consentire di diventare uno dei principali attori in ambito wound care e skincare a livello nazionale e internazionale. Sono molto orgogliosa del team Welcare che, in questi 20 anni di intenso lavoro, ha consentito all’azienda di creare il valore che Labomar ci ha riconosciuto. Sono certa che l’identità di visione e obiettivi che abbiamo condiviso in questi ultimi mesi con Walter Bertin potranno tradursi in ottimi risultati aziendali ed efficaci soluzioni per i bisogni dei nostri pazienti”.

Anche Marco Grespigna, socio e amministratore delle Società del Gruppo Welcare ha voluto sottolineare il grande valore strategico e industriale dell’accordo ed ha ripercorso la storia di questi ultimi mesi. “Far incontrare Fulvia Lazzarotto e Walter Bertin, di cui conoscevo da tempo le qualità imprenditoriali e personali, è stato un obiettivo da perseguire sin dal mio ingresso a inizio 2020 come socio in Welcare. Ero certo che due imprenditori visionari ma concreti come loro avrebbero potuto dare origine a qualcosa di eccezionale. Oggi, sono felice di constatare come quell’intuizione sia diventata realtà. Ritengo che fra Labomar e Welcare ci sia una notevole affinità strategica e che, la sinergia fra le due aziende, possa accelerare fortemente il raggiungimento dell’obiettivo comune di essere fra i protagonisti del proprio mercato di riferimento”.

Con l’accordo sottoscritto il 14 luglio Labomar acquisisce il 63% del gruppo Welcare mentre per l’ulteriore 7%, da definire entro l’esercizio 2021, ci sarà l’esercizio di una call da parte di Labomar o di una Put a favore dell’azionista venditore. Il gruppo acquirente per il 70% del gruppo Welcare ha messo sul piatto 9,5 milioni di euro, fatti salvi eventuali adjustment sulle rilevazioni al 30 giugno 2021. Il valore è comprensivo della Posizione Finanziaria Netta attiva oscillante tra 2 e 2,4 milioni di euro. Labomar ha interamente finanziato l’operazione con la quotazione sull’AIM di ottobre 2020. In quell’occasione i vertici dell’azienda veneta avevano legato l’operazione con la crescita con operazioni di M&A. Il 30% di Welcare, a fine operazione, rimarrà nelle mani di Fulvia Lazzarotto, manager del settore con una lunga esperienza internazionale ad esempio in Johnson&Johnson Medical, Sherwood Medica, e di Marco Grespigna, anch’egli proveniente dal settore con esperienze in Sanofi, Angelini e Teva. Piccoli cambiamenti nel board con Lazzarotto che rimarrà ad del gruppo mentre il fondatore e ad di Labomar, Walter Bertin sarà presidente. Labomar e i soci di Welcare avranno rispettivamente una call e una put option esercitabili nel 2025 e 2026 sul residuo delle azioni.




Variante delta, Nazionale, feste e balli, l’estate italiana bipolare e i casi salgono

I dati del 14 luglio parlano chiaro, in una settimana i nuovi positivi sono balzati a 2.153 mentre 7 giorni prima erano 1010, un secco +113,2%. Continuano, invece ad essere molto buoni i dati riguardanti i ricoveri, le terapie intensive e i decessi. Marciano anche i vaccini e pure in Umbria stanno arrivando le dosi per completare i cicli aperti e ripartire con le prime per i giovani in particolare. Ma cosa sta succedendo? Secondo gli esperti i dati registrano un’impennata proprio a 10 giorni dai festeggiamenti per la vittoria in semifinale degli Azzurri. Sarà una coincidenza? Un aumento che si registra anche in concomitanza con i primi rientri dalle vacanze dai luoghi simbolo della movida all’estero. Anche questa una coincidenza?

La campagna vaccinale che ha coperto molti fragili e una buona parte degli over50 sta dando i frutti sperati ma sembra non bastare. Ancora troppi “no” ai vaccini e la variante delta inizia a spaventare tutta Europa. In Olanda siamo a +500% di casi, in Gran Bretagna sono cresciuti del 50% i ricoveri dopo il “liberi tutti” decretato dal premier. La Spagna è sconsigliata per le vacanze, la Grecia ha dato il via ad una politica degli ingressi e non solo che favorisce chi ha il Green Pass e la Francia di Macron lo ha reso obbligatorio praticamente dappertutto con il risultato che in 24 ore le richieste di vaccinazione sono aumentate di un milione.

In Italia il dibattito è aperto con il ministro Roberto Speranza che spinge per renderlo obbligatorio anche in Italia, in accordo con il Sottosegretario alla Salute, Pier Paolo Sileri, mentre un pezzo di maggioranza, Lega e M5S, e l’opposizione con FdI grida assolutamente “no!”. Intanto le discoteche ancora non riaprono, segnale inequivocabile che qualcosa stanno pensando al Ministero della Salute, ma hanno riaperto, da capire bene la ratio, sagre, festival e kermesse di ballo e tradizioni popolari. Probabilmente il virus arriva solo su richiesta. Intanto si torna a parlare di cambio di colore per alcune regioni, Campania, Sicilia, Abruzzo e Marche, per la precisione con tutte le conseguenze del caso. Draghi si è dato una settimana di tempo, anche per poter analizzare eventuali contraccolpi da “festeggiamenti e pullman scoperto” della Nazionale. Quello che si evidenzia è che l’Italia assomigli molto ad un Paese bipolare dove si vuole la normalità, con poche regole ma chiare, e dall’altra c’è chi aggira le stesse regole che, non dimentichiamolo, prevedono ad esempio l’utilizzo della mascherine anche all’aperto in caso di assembramenti o per l’impossibilità di mantenere il distanziamento. Sono troppe, però le eccezioni e anche il cittadino si sente frastornato così come gli operatori economici. C’è poi il mondo di mezzo, quello che legge e immediatamente cerca la scappatoia per i propri interessi e convenienze: i peggiori.

Prima che i buoi scappino, allora, chiudiamo il recinto, che non significa assolutamente tornare alle chiusure, ma evitarle oggi, domani e dopodomani. Serve il Green Pass, benissimo, che si renda obbligatorio laddove c’è socialità, assembramento, convivialità, vicinanza. Dalle Regioni, in maniera trasversale, arriva l’appello a fare presto a non attendere che i dati peggiorino, sul fronte dei positivi, e facciano scattare colori meno tranquillizzanti. Troviamo un metodo univoco per registrare l’incidenza dei casi gravi, ospedalizzati e terapie intensive, e salviamo questo scorcio di stagione turistica che inizia a registrare già le prime disdette per i timori che la situazione degeneri in tempi rapidi soprattutto nei Paesi d’origine.