Angelo Silvestri è il nuovo presidente della sezione di Orvieto dell’UNUCI

Il 6 giugno, presso la sede sociale della sezione UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo) di Orvieto, nella ex-caserma Piave, si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali.  E’ stato eletto presidente il colonnello dei Carabinieri (RIS) Angelo Silvestri, commendatore dell’ordine al merito della repubblica Italiana, avvocato con studio in Orvieto, originario di Foligno ma orvietano da sempre che, a fine marzo di quest’anno, per raggiunti limiti d’età, ha lasciato il servizio attivo presso la Corte Militare di Appello di Roma, ultimo incarico rivestito dopo numerosi impieghi tra Lombardia, Toscana e Lazio.  Cinque i membri del consiglio direttivo, Giovanni Cesare Barbagallo, Gianfranco Mariani, Pierluigi Patacchini, Fabrizio Fratini e Monica Ciculi.

Il presidente uscente, Giulio Cesare Schina, che ha retto per molti anni il sodalizio riscuotendo unanime attestato di stima per la sua guida caratterizzata da equilibrio, saggezza ed elevatissimo senso delle istituzioni, ha augurato al presidente ed al nuovo consiglio i migliori auguri per un percorso altrettanto sereno e fecondo.  Il colonnello Silvestri nel ringraziare tutti i soci per la fiducia accordatagli ha espresso l’auspicio che il sodalizio possa prosperare e fornire il proprio contributo alla realtà sociale orvietana.




Astronomo orvietano alla guida del team dell’Inaf che ha collaborato allo studio che ha portato alla foto dettagliata di Io, la luna vulcanica di Giove

Io, la luna vulcanica di Giove, è stata catturata nell’immagine più nitida e dettagliata mai ottenuta dalla Terra, una conquista che permette di distinguere caratteristiche della sua superficie separate da soli 80 chilometri. Questo risultato è paragonabile all’individuazione di una moneta da 10 centesimi a 200 chilometri di distanza, una risoluzione spaziale finora raggiunta esclusivamente da sonde spaziali inviate su Giove. Il risultato, che sarà presto pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters grazie a uno studio guidato dall’Università dell’Arizona, è stato reso possibile dal nuovo strumento Shark-Vis. Costruito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e installato sullo specchio destro del Large Binocular Telescope (LBT) in Arizona, Shark-Vis rappresenta un significativo passo avanti nell’osservazione astronomica.

Installato nel 2023, Shark-Vis è gestito da un team sotto la guida di Fernando Pedichini dell’Inaf di Roma, tra gli autori dello studio. Lo strumento è dotato di una telecamera in grado di osservare il cielo catturando riprese in slow motion, congelando le distorsioni ottiche causate dalla turbolenza atmosferica, ottenendo così dati con una risoluzione senza precedenti. Ad affiancare Shark-Vis sullo specchio sinistro dell’LBT c’è il suo omologo Shark-Nir, guidato da un gruppo di ricercatori dell’Inaf di Padova e operativo nella banda del vicino infrarosso. La ricchezza di dettagli della nuova immagine ha permesso di identificare un importante evento geologico: i depositi di lava scura e di biossido di zolfo bianco, originati da un’eruzione del vulcano Pillan, hanno coperto le tracce ricche di zolfo di colore rosso lasciate precedentemente dal vulcano Pele.

Questa scoperta apre nuove prospettive per l’osservazione astronomica da Terra, dimostrando che con strumenti adeguati, è possibile ottenere dettagli finora riservati solo alle missioni spaziali. La capacità di Shark-Vis di catturare immagini così dettagliate promette di rivoluzionare la nostra comprensione delle superfici planetarie e dei processi geologici che le modellano.




La gran voglia di ripartire di Giulio Di Antonio, l’allenatore dei numeri uno dell’Orvietana

Arrivato lo scorso anno sotto la Rupe, dopo esperienze anche nel calcio professionistico, l’allenatore dei portieri Giulio Di Antonio (nella foto di Rebecca Animobono) sembra proprio aver trovato ad Orvieto il suo luogo ideale dove mettere in pratica la sua passione con grande professionalità.

Che stagione è stata e con quale spirito sei pronto ad affrontare la nuova?

C’è già molto entusiasmo e non vedo l’ora di ripartire, in realtà già in questi giorni ci stiamo occupando di come organizzare la prossima preparazione estiva e ho colloqui quotidiani sia con i portieri che con il resto dello staff. Ho avuto la possibilità, nella stagione appena conclusa, di misurarmi con portieri evoluti, un aggettivo adatto non solo per Filippo Marricchi, che era già ad altissimi livelli, ma anche per i giovani Rossi, Formiconi e gli altri, perché, nel rispetto delle loro età, li ho trovati tutti al giusto livello.

Hai appunto lavorato sia con un portiere di grande esperienza come Marricchi, sia con uno giovane come Rossi, senza tralasciare anche gli altri ancora più giovani che si stanno mettendo in luce, come si portano avanti figure così diverse?

Bisogna metterli tutti nella migliore condizione, soprattutto mentale. Ovvio che ho le mie metodologie di tecnica e preparazione, le mie linee guida, ovvio poi che ci si confronta con il primo allenatore che decide la tattica, ma poi, soprattutto per un portiere, l’aspetto mentale è fondamentale. Quindi la metodologia va adattata alle diverse situazioni che di settimana in settimana si presentano. Si viene da risultati negativi? Inutile metterci a fare lavori pesanti, ci deve essere dialogo e profonda conoscenza anche delle esigenze mentali. Credo molto nei rapporti umani.

Quindi fiducioso sul materiale umano a disposizione per il prossimo anno?

Molto fiducioso, abbiamo deciso di puntare sui giovani di Orvieto, mi piacerebbe che diventino quelle che una volta, e chissà magari ancora oggi, si chiamavano “bandiere”, sarebbe il risultato più bello. E attenzione perché dietro a Rossi e Formiconi, che li reputo pronti, ci sono anche dei 2007 e 2008 interessanti che potranno fare bene ancora nel settore giovanile agonistico per poi avvicinarsi alla prima squadra. Quest’anno poi avrò modo di dedicarmi a tempo pieno all’Orvietana e mi piacerebbe seguire tutto il movimento dei numeri uno.

Ma ci sarà un esercizio che i tuoi ragazzi non sopportano?

Sinceramente no! Mi piace variare, cambio sempre le esercitazioni, anche come spiegavo prima a seconda delle esigenze psicologiche, per cui non si annoiano mai e anche se qualche esercizio risultasse faticoso, spiego sempre bene a cosa serve e quali miglioramenti porta, per cui non ho assistito ad alcuna lamentela.

Quanto tempo dedichi all’analisi dei match sia appena conclusi, sia del prossimo avversario?

È un aspetto vitale. E devo ringraziare il nostro match analyst Mirco Ceccantoni, che è bravissimo. Io già il lunedì mattina rivedo tutta la gara appena disputata, poi col supporto di Mirco vado a valutare le prestazioni. Poi si passa subito all’analisi del prossimo avversario, a volte già lunedì sera. Si studiano i calciatori, come giocano la palla, come tirano in porta, che movimenti avvengono nella fase offensiva. Si arriva così alla riunione tecnica del sabato con un prodotto ben confezionato da mostrare ai portieri, per andare più nei dettagli. Devo dire che è un metodo che ha portato risultati, se ripenso a tutte le 34 gare di campionato, fatico a trovare delle vere e proprie “frittate” dei miei ragazzi.

La tua carriera?

Facevo il portiere in prima categoria, prima ancora nel settore giovanile dell’Elettrocarbonium, ebbi la possibilità del grande salto quando andai alla primavera della Cremonese, ma un brutto incidente stradale mi impedì quel sogno, tibie e peroni rotti e carriera in campo finita presto. Poi nel 2007 incontro Guido Nanni alla Pro Sabina, lui era allenatore dei portieri in prima squadra e io alla Juniores, è stato il mio maestro insieme a Grigioni. Ho quindi avuto diverse esperienze, anche a Viterbo in primavera, mentre la prima squadra era in serie C, così come alla Ternana. Ma devo dire che bene come sono stato qua a Orvieto, non ci ero stato mai. La società non ci ha mai fatto mancare nulla, organizzazione minuziosa, trasferte organizzate alla perfezione; è stata data la possibilità a me, come ad altri dello staff, di pernottare a Orvieto. Insomma la società sa che spendere qualcosa in più su questi aspetti porta a volte più punti che farlo per un nome più di grido. Altrove ci facevano partire alle 5 del mattino per una trasferta, forse risparmi economicamente, ma perdi serenità e lucidità. Insomma qui a Orvieto si fa calcio, si sa fare calcio e so che queste attenzioni stanno diventando motivo di passaparola molto apprezzato nell’ambiente e sicuramente fanno ancora più presa quando devi convincere qualcuno a venire, o a restare, qua.

Come vivi la partita la domenica? Anche dalla panchina?

In panchina sono il più calmo di tutti. Se vedete Antonio Rizzolo ed Enrico Broccatelli a volte non contenersi, io sono il più sereno e quello che li va a calmare, anche perché so che tutto quel lavoro di cui parlavo prima, che facciamo non stop dal lunedì alla domenica, alla fine porta risultati. Non ho mai dubitato che ci saremmo salvati.




Il Panathlon presenta il grande tennis a Orvieto in attesa degli Internazionali di Roma

Il grande tennis irrompe a Orvieto, auspice il Panathlon Club della nostra città presieduto da Lucia Custodi. Luogo dell’incontro il Ristorante “Il Malandrino”, domenica sera alle ore 20.00, dove interverranno campioni del tennis, prossimi protagonisti agli Internazionali d’Italia. Sono carichi di titoli, giocano in coppia nel doppio, dove, nel corso degli ultimi anni hanno raggiunto le cime più alte del Ranking Mondiale. Marcelo Arevalo Gonzalez (34) è di nazionalità Salvadoregna, ha vinto, fino a oggi, 10 tornei ATP, compreso uno del Grande Slam: il Roland Garros 2022. Successo con il quale è stato il primo e unico rappresentante il Paese dell’America Centrale a centrare tale obiettivo.

Nel 2022, con il quinto posto nel Ranking Mondiale ha preso parte alle ATP Finals di doppio.
Mate Pavic, croato, di quattro anni più giovane del compagno (30), dal 2018 gioca esclusivamente nel doppio. Per tre volte, l’ultima nel 2022, è stato numero uno al mondo nella specialità. Gareggiando per il suo paese ha vinto la Coppa Davis 2018. Giocando con compagni diversi si è imposto agli Australian Open 2018, US Open 2020, Wimbledon 2021. Quale perla, il titolo Olimpico alle Olimpiadi di Tokio 2020. Insieme a loro saranno presenti i rispettivi allenatori: Yari Bernardo e Oliver Marach.




Todi rende omaggio a Rodolfo Siviero, 007 dell’arte italiana

Sarà la città di Todi ad ospitare, nella ricorrenza del quarantesimo anniversario della morte, l’omaggio a Rodolfo Siviero, il più celebre agente segreto dell’arte. La giornata di studi, che ne ricorderà la figura e l’impegno nel ritrovare le opere trafugate dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, si terrà sabato 11 maggio, con una conferenza nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali (ore 16) dal titolo: “Lo 007 dell’Arte: il recupero del patrimonio italiano tra Firenze, Roma e Todi”.
Interverranno alla conferenza Riccardo Luciani dell’Università di Perugia, Francesca Bottari, autrice di una monografia su Siviero, Cristina Galassi, docente universitaria, direttrice della scuola di specializzazione in Beni storico-artistici, Attilio Tori, già curatore della casa museo di Rodolfo Siviero a Firenze, e Carlo Zoccoli, che tratterà del legame di Siviero con Todi. Stefano Petrocchi, della direzione regionale Musei del Lazio coordinerà i diversi contributi.
Partendo da un breve excursus sulla vita e le imprese di Siviero, si andrà a delineare la vicenda dello storico dell’arte che da informatore del SIM, il servizio di informazione della polizia segreta fascista, decise di lottare, durante gli anni del conflitto, per la salvaguardia del patrimonio artistico italiano dalle mire del più formidabile sistema di razzia messo a punto dai nazisti, il Kunstshutz. Accanto a Siviero operarono durante il conflitto anche altre importanti personalità dell’epoca: da Giulio Carlo Argan a Palma Bucarelli, da Emilio Lavagnino a Pasquale Rotondi, tanti furono coloro che si distinsero in importanti azioni in una corsa contro il tempo per salvare il patrimonio artistico da alienazione certa.
L’impegno che Siviero dimostrò nel ritrovamento e nella riconsegna all’Italia delle opere trafugate, che oggi si possono nuovamente ammirare all’interno dei musei della penisola, costituisce una prova del suo grande interesse per l’arte e restituisce una testimonianza degli ideali in cui si riconosceva. Accanto all’attività svolta nell’arco di un quarantennio al servizio dello Stato, emerge la personalità di un fine collezionista di opere d’arte, tanto che per volere degli eredi la villa di Lungarno Serristori con le sue collezioni è stata donata alla Regione Toscana per poi divenire museo pubblico.
A fianco al convegno verrà proposta anche una esposizione fotografica dal titolo “Rodolfo Siviero: fotografie sul più celebre agente segreto dell’arte” con del materiale preso in prestito dall’Archivio e dalla Biblioteca del Museo Casa Rodolfo Siviero di Firenze. La mostra, che sarà allestita nei locali della Pinacoteca Civica, ha come obiettivo quello di delineare la figura di Siviero, ricostruendone la vita e le imprese da lui compiute. All’interno del percorso troveranno spazio anche una o due teche con materiale documentario concesso in prestito sempre dal Museo Casa Rodolfo Siviero, e un monitor con il video sulla vita di Rodolfo Siviero e sulla sua collezione di opere d’arte.
L’iniziativa è promossa con il patrocinio del Comune di Todi, dell’Università di Perugia, della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici di Gubbio e della Pro Todi.




Francesco Perali, direttore del ristorante Coro, “Orvieto ha le carte in regola per un turismo di fascia alta”

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Ha iniziato in silenzio Francesco Perali, direttore del ristorante “Coro”. Poi si sono moltiplicate le voci e ha iniziato a camminare. Sì, Francesco ha iniziato a lavorare fuori Orvieto, la sua città, crescendo in esperienza e specializzandosi come responsabile di sala. Ma il sogno, mai nascosto, “era quello di tornare in città appena fosse stato possibile. Ci sono le potenzialità e quando mi si è presentata l’occasione ho accettato la sfida”.

Un ristorante che ha come target un pubblico di fascia alta ma non solo, perché chi vuole offrirsi un’esperienza lo può fare. sempre Francesco Perali ritiene che “Orvieto ha tutte le carte in regola per un turismo di alta gamma e sicuramente l’hotel ci da una spinta in tal senso nel migliorare e sperimentare. Una sfida interessante ma con un occhio attento ai costi, alla gestione, alla formazione del personale”.




Giada Ciuchi, del Liceo Gualterio, vola alla finale nazionale dei Campionati delle Lingue e Civiltà Classiche

Grande orgoglio per l’istituto “Gualterio” di Orvieto che vede Giada Ciuchi, alunna della classe VB, ammessa alla finale nazionale dei Campionati delle Lingue e Civiltà Classiche. Giada, già protagonista lo scorso anno al Certamen Horatianum e vincitrice del piccolo Certamen Taciteum, ha superato brillantemente la selezione regionale con una prova di civiltà greca e latina, dimostrando eccellenti capacità critiche e una profonda conoscenza dei testi classici.

In un post sulla pagina FB dell’istituto si sottolinea che la studentessa “Giada “è impegnata con successo in diverse iniziative e progetti della scuola”. Il suo impegno e la sua passione per le discipline classiche l’hanno portata a questo traguardo importante, che rappresenta un motivo di grande soddisfazione per l’intero istituto che per la quarta volta sarà presente alla finale nazionale dei Campionati delle Lingue e Civiltà Classiche, che si svolgerà quest’anno a Sulmona, presso il Liceo “Ovidio”, il 9 e 10 maggio.

La partecipazione di Giada alla finale nazionale rappresenta una valorizzare delle eccellenze del “Gualterio” e sottolinea l’attenzione che l’istituto riserva alle discipline classiche. I Campionati delle Lingue e Civiltà Classiche, che annoverano nel Comitato Scientifico personalità di spicco come Ivano Dionigi, Franco Montanari e Paolo Fedeli, hanno l’obiettivo di promuovere il valore formativo degli studi classici e di stimolare l’interesse dei giovani verso la cultura antica.




Le sette rose rosse per ricordare i Martiri dell’eccidio di Camorena

Sette rose rosse lasciate sul cippo dei Sette Martiri da Lorenzo e Riccardo, nipoti del nipote di Amore Rufini, uno dei giovani orvietani fucilati nell’eccidio nazifascista di Camorena esattamente il 29 marzo di ottanta anni fa.

Così si è conclusa la tradizionale cerimonia con cui la città di Orvieto questa mattina ha reso omaggio ad Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Dilio Rossi. Il corteo cittadino composto dai rappresentanti istituzionali e militari, dalle associazioni combattentistiche e dai cittadini ha raggiunto il Cippo dei Sette Martiri dove il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, ha deposto una corona di alloro. Presenti anche il sindaco di Porano, Marco Conticelli, il sindaco di Baschi, Damiano Bernardini e quello di Parrano, Valentino Filippetti, il presidente dell’Anpi Orvieto, Fabrizio Cortoni, che ha letto un breve messaggio, e i familiari Ines Poggiani, nipote di Alberto, Serenella Stornelli, nipote di Ulderico, Amore Rufini, che porta il nome dello zio, accompagnato dalla figlia Romina e dai piccoli nipoti Lorenzo e Riccardo.

Una corona di alloro è stata posizionata anche presso il cimitero del Commonwealth e in Piazza XXIX Marzo, davanti alla targa che ricorda i sette martiri. 

Viviamo in un momento storico – afferma il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – in cui siamo abituati a consumare velocemente e distrattamente immagini che ci vogliono comunicare messaggi di ogni genere ma poi spesso, anche in occasioni come questa, non ci soffermiamo abbastanza sulla potenza e sul significato sempre attuale di certi simboli e di certe immagini. Come questo cippo dove ci rechiamo insieme ogni anno, questa pietra che segna il luogo dove furono fucilati i sette martiri e sulla quale sono scolpiti i loro nomi. Una pietra porta con sé significati profondi e universali. Rappresenta la solidità e la stabilità, è simbolo di forza e resistenza, è memoria perché testimone silenziosa del corso della storia, è connessione con la terra in cui è innestata, è il punto di riferimento di un percorso. Su questa simbolica pietra in questi 80 anni Orvieto ha costruito le solide fondamenta di una “casa comune” in cui custodire i valori propri della sua storia: libertà, giustizia, democrazia, rispetto, il rifiuto di ogni tipo di guerra e il contrasto a ogni forma di intolleranza e discriminazione. Una casa che ha bisogno di pietre solide e unite, che ha bisogno di pietre nuove per colmare quelle crepe che se lasciate aperte rischiano di far passare strumentalizzazioni e revisionismi che ne minerebbero la stabilità, che rischiano di far commettere gli stessi tragici errori del passato come purtroppo succede ancora nel presente in troppe parti nel Mondo. Oggi, ma non solo oggi, dovremmo sentirci noi tutti delle pietre, soprattutto i nostri ragazzi come i piccoli Lorenzo e Riccardo. E questo percorso che abbiamo fatto dovrebbe essere come un ritorno a casa, quella casa in cui Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Dilio Rossi non poterono far ritorno il 29 marzo di ottanta anni fa ma che hanno contribuito a costruire con il sacrificio delle loro vite“.




Cambio della guardia in CRO, nominato direttore generale Maurizio Barnabè

Il Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio di Orvieto, riunitosi l’8 marzo 2024, ha nominato Maurizio Barnabé Direttore Generale, con decorrenza 2 aprile 2024.
Emanuele Stefano Carbonelli, cui vanno i ringraziamenti della banca per il lavoro svolto in questi anni, assumerà, sempre con decorrenza 2 aprile 2024, la responsabilità della U.O. Marketing della Capogruppo Mediocredito Centrale.

Maurizio Bernabè è un manager bancario esperto che ha iniziato la sua carriera in Banca Sella a inizio anni ’90. Nel ’99 entra in Webbeg come responsabile Progetto Intesa Trade /Caboto
e responsabile gestione Partners internazionali. Rimane nell’orbita Intesa e nel 2001 passa a Zurigo Sim Bank. Segue una lunga strada lavorativa nel gruppo MPS. a partire dal 2002. torna in Piemonte nel 2007 per conto di MPS come capo delle operazioni di Biver Banca. L’esperienza in MPS si chiude a Siena nel 2013 quando Bernabè approva ad Aosta con direttore generale di BCC Valdostana. Con lo stesso ruolo arriva a Forlì in Solution Bank.

Entra in MCC nel 2020 come direttore corporate fino al prossimo 2 aprile quando prenderà il posto di Carbonelli come direttore generale della Cassa di Risparmio di Orvieto




La Waterloo dei servizi, Orvieto e la disfatta dei diritti di cittadinanza

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera a firma Fausto Tenerelli riguardante la sua esperienza all’Ufficio Anagrafe del Comune di Orvieto alla ex-Caserma Piave.

E’ il 5 marzo del 2024. Mi reco all’Ufficio Anagrafe del Comune di Orvieto perché ho smarrito la carta d’identità e, denuncia alla mano, devo ottenerne una nuova.  Mi affaccio sul piazzale antistante all’ex-Infermieria della ex- Caserma Piave, ora deputata a sede di servizi comunali, e sono subito colpito dalla vista delle persone in attesa: una piccola folla di cittadini aspetta il turno fuori, in piedi. E’ una giornata fredda e c’è un po’ di vento che aumenta la percezione sgradevole. Del resto, la sala d’attesa al coperto conta solo quattro sedie, rigorosamente occupate. Per fortuna non piove! Mi dico.   Prendo l’ordine di fila dalla macchinetta distributrice e mi unisco agli altri. Sono le 10,30 del mattino e ho guadagnato un numero buono per giocare a tombola: 23, dicono che porti fortuna! Su consiglio di un amico ho già con me tutti i documenti necessari per il rinnovo della carta d’identità; non ci vorrà tanto.

In realtà la fila non scorre e l’attesa si prolunga. Sono in piedi da oltre un’ora, ho freddo e comincio a sentire un dolorino alla schiena (L5-S1, il punto debole di chi arriva alla terza età!). Non mi lamento: siamo in parecchi ad attendere e, a occhio e croce, qualcuno è più anziano di me. Ma il tempo si fa interminabile. Ora so che avrei dovuto attendere più di un’altra ora prima che arrivasse il mio turno. Ho avuto tutto il tempo di annoiarmi di pensare. Alle 12,40 l’impiegato può ricevermi e assolvere con diligenza il suo lavoro. Osservo che mantiene una compostezza degna di rilievo. Sarà stata la noia dell’attesa, ma mentre giravo i fogli tra le mani per ingannare il tempo, la mente ha cominciato a giocare coi numeri: 5 marzo, è oggi … 5 aprile, passata Pasqua: nostro figlio sarà ancora con noi?… 5 maggio, sarà già primavera … 5 maggio, Cinque Maggio: la morte di Napoleone!… Sarà stata l’età, lo stress o la suggestione delle reminiscenze scolastiche, ma ho finito per indugiare in fantasie sull’agonia di Napoleone e mi è venuto automatico associare l’immagine all’evidente morte dei pubblici servizi, in questo caso servizi di ordine amministrativo. Più di 2 ore d’attesa all’aperto, in compagnia di un oscuro esercito di contribuenti, mi hanno evocato il senso della disfatta, il crollo definitivo di tutti i nostri napoleoni. “Ei fu. Siccome immobile/ Dato il mortal sospiro/ Stette la spoglia immemore/ Orba di tanto spiro …”. Ci sta: finisco a ridere per non piangere.

Ricapitoliamo:

1. l’Ufficio Anagrafe del Comune di Orvieto (servizio base, essenziale) apre al pubblico solo due giorni a settimana;

2. non è consentito prenotare appuntamenti per via telefonica; i numeri del Comune squillano tutti a vuoto, non c’è nemmeno il conforto di una risposta;

3. nei giorni addetti, si accede al servizio previa acquisizione del famoso “numeretto” dalla macchinetta distributrice, ma all’esterno non c’è schermo o altro che renda visibile il numero di chiamata raggiunto;

4. gli sportelli anagrafe aperti sono solo due, gli impiegati rispondono a funzioni diverse e se uno manca, l’altro è sommerso da un esubero di richieste.

Prendo atto che la pandemia si è trasformata in una Waterloo senza fine: dalla gestione aperta ed efficiente della fase pre-Covid, siamo precipitati in una progressiva chiusura. La fine della pandemia non ha contemplato inversioni di rotta, più razionali modalità di gestione per un accesso pieno. Al contrario, si è preferito optare per l’agonia dei servizi, condannare alla disfatta i cittadini e il diritto di cittadinanza.

Ing. Fausto Tenerelli