Sanità: la situazione è grave, ma non è seria

La Presidente Tesei rimprovera i suoi detrattori perché, a suo dire, strumentalizzano la Sanità politicamente, quando invece i dati (che conosce solo lei) la darebbero in forte recupero. La Sindaca Tardani ignora ogni richiesta di informazioni sul tema e, soltanto quando costretta, risponde che tutto è a posto. I cittadini non si sono però accorti del recupero di cui parla la Tesei e continuano a riscontrare sulla loro pelle che la situazione è grave.

L’Ospedale di Orvieto è veramente DEA di primo livello, come dichiarato due anni fa dalla Presidente Tesei?

Per rispondere avremmo bisogno di dati riguardanti quantità e qualità dei servizi sanitari erogati, ma gli stessi non sono disponibili. Molti servizi, ad esempio Urologia, particolarmente importante in relazione all’anzianità della nostra popolazione, non vengono proprio forniti.

La sua attrattività sul territorio circostante è in diminuzione.

Mancano risorse, manca personale, le strumentazioni spesso non sono adeguate, il personale che c’è (da ringraziare, perché è soltanto grazie al suo impegno che si riesce a mantenere un minimo di efficienza) è spesso demotivato, anche se non può dirlo pubblicamente. Le urgenze più gravi, poi, aspettano l’elicottero.

Le prestazioni diagnostico-strumentali, fondamentali per la medicina preventiva e per implementare il fascicolo sanitario elettronico, vengono fornite dalla Sanità pubblica in percentuale marginale e i cittadini, di fatto, se le pagano da soli o rinunciano a curarsi. Gli ultimi dati disponibili sono del 2023, poi è calato il silenzio. In tal modo, la Regione può dire ciò che vuole senza tema di smentita. Lo Stato sta provando ad introdurre meccanismi di controllo più incisivi per mezzo dell’Agenas, ma le regioni, appellandosi all’autonomia differenziata, stanno mettendo i bastoni tra le ruote.

Il Distretto

Ad Orvieto un tema così importante è stato trattato dal Consiglio Comunale dopo troppo tempo, poi ha deliberato all’unanimità che si sarebbe intervenuti, ma nei fatti in due anni tante chiacchiere ed il Distretto, se verrà definitivamente approvato il Piano regionale, sarà cancellato.

La Medicina Territoriale si trova in un limbo temporale che traguarda il giugno 2026

A questa data dovrebbe essere materialmente disponibile la Casa di Comunità, ubicata ad Orvieto in un posto che più sbagliato non poteva essere. Sembrerebbe quasi che nessuno abbia capito a cosa serva: decisivo è infatti dove viene costruita, circostanza che permette di farla funzionare correttamente. Basta invece andare in una regione dove la Casa di Comunità funziona per capirlo, ma forse i nostri amministratori non ci sono mai stati.Da molto tempo abbiamo chiesto di attivare un piano per la gestione del transitorio in preparazione dell’organizzazione definitiva. Non ci è stato mai risposto, crediamo che nessuno ci abbia minimamente pensato.

La struttura di monitoraggio della qualità dei servizi erogati, prima prevista nel Distretto dell’Orvietano, è stata spostata a Terni (utilizzando i fondi del Pnnr), dove risiederanno sia il Distretto che i centri operativi territoriali (Cot).

Ribadiamo: già da oggi i dati non sono più disponibili e così si può dire che tutto va bene anche se non è vero. Siamo troppo negativi? La soluzione per smentirci è semplice, il modello organizzativo nazionale fornisce tutte le possibilità, i software e indica l’organizzazione per poter essere trasparenti. Dati veri e certificati sono il punto di partenza di qualunque organizzazione seria, non renderli disponibili permette di dire bugie. L’arroganza non fa ben sperare sul futuro della sanità nel nostro territorio.

Programmino degli incontri periodici nei quali si parli solo di numeri e non di aggettivi e di promesse.

La situazione è percepita grave, ma non è seria perché non è governata con trasparenza.