Sabrina Tomba, presidente dell’associazione ABBA, “l’abusivismo nel settore extra-alberghiero è un problema reale e colpisce operatori, cittadini e turisti”

La questione dell’abusivismo nel settore extra-alberghiero ha scoperto un po’ di nervosismo ma è una realtà in Italia e Orvieto non fa eccezione. Già ai tempi della giunta Germani si erano sollevate forti le critiche per il proliferare in ogni dove di strutture di ricettività turistica extra-alberghiera. Sui portali di prenotazione più diffusi l’offerta è alta, molto alta e stiamo cercando di comprendere meglio le azioni messe in campo dal Comune per prevenire e reprimere il fenomeno e la posizione degli operatori economici.

Sabrina Tomba, presidente dell’Associazione ABBA, che raggruppa una buona parte delle strutture extra-alberghiere della città conferma che la situazione è critica. “Certo, ci siamo resi conto del problema anche se ogni portale di prenotazione ha i suoi metodi di conteggio. Basta girarsi intorno per capire che il fenomeno è reale e colpisce in tutta Italia”. L’abusivismo danneggia, come detto, sia gli operatori che i cittadini e il Comune. Sempre Tomba sottolinea, “proprio in questi giorni ho avuto la notizia di affitto a 40 euro per notte, un prezzo quasi impossibile per chi rispetta la regole. Insomma, fare dumping sulle spalle altrui è facile, basta non rispettare gli obblighi di legge, evadere il fisco e l’imposta di soggiorno e il gioco è fatto. Non è secondario, poi, l’impatto sulla qualità dell’offerta in città, visto che spesso a prezzi bassi corrisponde anche qualità molto bassa”.

Il problema fondamentale sta sicuramente nella mancanza di una legge quadro sia nazionale che regionale. Molte città stanno correndo ai ripari con regolamenti più restrittivi, maggiori controlli e un freno all’over-tourism, che sta stravolgendo l’habitat di tanti centri storici sia grandi che piccoli. Per Sabrina Tomba “si deve arrivare a leggi che regolino con maggiore rigidità un settore variegato dove convivono B&B, affittacamere e case vacanza che hanno target diversi e regole differenti. A Orvieto serve necessariamente una maggiore attenzione e rigidità sia perché ormai un’offerta di posti letto ampia è già presente, sia perché un centro storico spopolato va a creare altri problemi ed ha un appeal minore nei confronti del turista che viene a visitarci”. Ma la presidente di ABBA torna nuovamente sulla questione dell’evasione, “voglio ribadire con forza che chi opera in nero non solo fa un danno ai concorrenti regolari ma a tutti i cittadini visto che non paga la Tari maggiorata e l’imposta di soggiorno”.

Quindi l’abusivismo è una realtà percepita dagli operatori che chiedono a gran voce una legge sia nazionale che regionale per arrivare a un riordino del settore e a una maggiore selettività evitando, ad esempio “i permessi a piano terra”. L’abusivismo è difficilmente quantificabile proprio in quanto attività non legale e si possono avanzare solo ipotesi e numeri derivanti da studi di settore e medie sugli operatori ufficiali e regolari. C’è poi la percezione, il sentiment di chi lavora e vive di turismo e che è in prima fila nel volere regole giuste, rigide e controlli conseguenti, nulla di più.