PD, “Andrea Oreto e il tentativo puerile di salvare il lavoro della giunta Tardani”

Il consigliere Andrea Oreto si duole del fatto che non ci uniamo al coro plaudente della Giunta Tardani. Avremmo voluto farlo, perché abbiamo a cuore il futuro della città, ma i fatti ce lo impediscono. Quali sono questi fatti?

*Scuola di Sferracavallo* – Andrea Oreto plaude alla scelta di collocare i bambini della Scuola dell’infanzia nella zona industriale di Bardano, che non è esattamente il quartiere di Sferracavallo (la prima destinata ad attività artigianali e industriali, il secondo a quelle residenziali-commerciali). Diciamo che a Oreto fanno difetto i concetti di destinazione urbanistica. La scelta di collocare la scuola dell’infanzia a Bardano, all’interno di un immobile destinato ad altro, è contestabilissima. Intanto perché l’esito della perizia sull’agibilità della vecchia scuola era largamente prevedibile (perizia consegnata a distanza di un anno dalla data dell’incarico) e quindi potevano essere ricercate a tempo debito altre strutture – anche nello stesso quartiere di Sferracavallo- che meritavano di essere considerate ma che con la fretta impressa alla gara non è stato possibile individuare. Infine perché con oltre 400mila euro impegnati a pagare la locazione per 6 anni si potevano fare altri ragionamenti. L’eventuale collocazione temporanea in altre strutture a costo ridotto poteva consentire la verifica di una serie di ipotesi forse migliori, forse più economiche. Oreto dovrebbe chiedersi la ragione per la quale alcuni genitori rassegnandosi ad   un disagio che certamente esiste, hanno trasferito il proprio figlio in altre sedi. Non crede che quel luogo non corrisponda al meglio che questa città può offrire ad un bambino di 3, 4 o 5 anni?
E dovrebbe chiedersi perché il finanziamento richiesto sul PNRR della scuola non sia stato accolto.

*La visione* –  Quello che è veramente infantile è il tentativo di raccontare la favola di una città in cui tutto va bene e tutto va per il meglio. Questa amministrazione ha fatto un rapido dietrofront sulla struttura di Orvieto Scalo (mai sentito parlare di progettazione partecipata?) perché sollecitata dalle associazioni del quartiere; si gloria di aver coinvolto le organizzazioni culturali nel progetto Orvieto Capitale della Cultura e poi si ritrova con una raccolta di firme – prima a siglare Alba Rohwacher –  per una proposta che dovrebbe essere una delle matrici di quello stesso progetto e alle quali la sindaca risponde attivamente soltanto dopo il nostro sollecito pubblico e depositato agli atti come mozione; annuncia trionfante la presentazione di progetti spaziali ( vedi orto di San Giovenale) ma non dice che sono stati cassati.  E tra poco annuncerà trionfante di nuove realizzazioni rese possibili grazie ai programmi delle aree interne tacendo sul fatto che si sono potuti realizzare grazie alla programmazione del 2018 (alla sindaca le aree interne non piacciono).

Vogliamo parlare della visione? Bene, parliamone. Vogliamo parlare della sanità? Vogliamo parlare delle liste di attesa e delle cancellazioni? Vogliamo parlare dell’emodinamica? Vogliamo parlare dell’annichilimento della sanità orvietana? Dell’incapacità di definire che cosa sia il diritto alla salute pubblica e all’accesso alle cure per questa Amministrazione.

Vogliamo parlare di come Orvieto si rimette al centro di un’area vasta (le aree interne sono una grande occasione, ma bisogna essere un pochino attrezzati per governarle)?
Vogliamo parlare dell’uso del patrimonio pubblico? Del “genio guastatori” all’opera sui principali contenitori del centro storico? Vogliamo parlare dei 500 anni del Signorelli?
E qual è il ruolo che la maggioranza intende assegnare a Orvieto? in Umbria ha il peso specifico di un nulla, ha perso gran parte dei treni del PNRR.
La questione forse riguarda una giunta non all’altezza di questi tempi? Oppure è sempre colpa di “quelli di prima”?

Partito Democratico Orvieto