Opinionisti e supporters cercasi!

Sono passati diversi giorni dalla riconferma a Primo cittadino di Orvieto di Roberta Tardani, e di tutti i grandi “maitre a penser” che in questi ultimi due mesi si sono dilettati a dare giudizi (spesso inqualificabili), a fare endorsement, a scrivere corsivi firmati con pseudonimi (a dimostrazione della nullità di certi personaggi), a riempire pagine di giornali al solo fine di screditare il Sindaco uscente, bene, di tutti questi signori (sic!) se ne sono improvvisamente perse le tracce. La vittoria della Tardani ha frantumato i piani di tutta questa variegata ammucchiata di soloni, assolutamente autoreferenziale e priva di radicamento: per sostenere il candidato del PD si sono riviste “vecchie” conoscenze del giornalismo e della politica, nonché personaggi fuori contesto che ormai la città aveva da tempo dimenticato. Un’armata Brancaleone molto livorosa ma anche molto ininfluente nell’indirizzare le intenzioni di voto degli elettori: e si, perché gli elettori sono molto più avanti di chi, da troppi decenni, cerca di imbonirli con sistematici e ciclici lavaggi del cervello.

Un tempo, per farsi vedere dai grandi capi-bastone della sinistra locale e per poi essere considerati, bastava andare a mangiare (meglio ancora cuocere) due fegatelli alla festa dell’Unità; oggi serve molto meno, basta un post o un articoletto per mettersi in luce e per dire attraverso la tastiera “ci sono anche io”. Ne abbiamo lette e viste di ogni, ma quella della grande star televisiva Barlozzetti le supera tutte. Infatti, il presentatore, prima ha fatto l’anfitrione ad un incontro elettorale della candidata civica, sostenendo la bontà del progetto e, quindi, abbracciandone la terzietà rispetto ai due blocchi di cdx e csx, poi, appena la realtà civica non ha avuto il successo sperato e si è destrutturata anche a causa delle liti al proprio interno (così riportano le notizie di “radio Corso” e gli articoli di alcuni sue prime donne), lo stesso Guido ha sostenuto che il tempo degli alibi fosse finito e risultasse necessario l’apparentamento con il dottore. Un cambio di prospettiva partorita a pochissimi giorni dal ballottaggio, tanto da far apparire chiaramente e senza possibilità di smentita che il tutto fosse già abilmente preconfezionato.

Il solito giochetto fatto di sotterfugi, di conventicole, di regie occulte, al solo fine di costruire un teorema finalizzato a far ritornare il vecchio e ormai tramontato “moloch” di potere. Ed invece, gli endorsment e le presentazioni alla sala dei 400 non sono bastati a far vincere il dottore e, come i pifferi di montagna, questi soloni sono tornati a casa pesantemente suonati. E si perché alla fine “vince chi ha i numeri che sono il fondamento della democrazia”, così ha giustamente sentenziato Guido Barlozzetti.

Ma state pur tranquilli che tra cinque anni, in prossimità delle lezioni del 2029, tutti questi soloni sbucheranno di nuovo dalla madre terra, come i fagiolini secondi del piano.