Lettera aperta a Franco Raimondo Barbabella e ai cittadini orvietani

Caro Franco, inutile rispondere punto su punto a quel che scrivi adesso. Lo farò compiutamente tra qualche mese, quando le acque si saranno calmate e certi elementi emergeranno con maggiore chiarezza dai polveroni post-elettorali, contribuendo ad analisi più lucide. Però due o tre cose devo dirtele. Anzi devo dirle a chi ci legge (a questo punto saranno pochi, stanchi, e annoiati) cercando di destreggiarmi nel groviglio di aspetti politici, personali, umani (passati e presenti) che emergono dal tuo ragionamento.

Cominciamo dalla vicenda del mancato apparentamento, o meglio dell’accordo sfumato fra Proposta Civica ed il PD. Tu hai partecipato soltanto alla prima delle due riunioni online di Proposta Civica (12 e 13 giugno). Non eri presente alla seconda, o almeno non ricordo che tu abbia preso la parola, quando la questione NOVA è entrata in scena (ma ti pare serio che la leader di due liste civiche si dimentichi durante la prima riunione un dettaglio tanto determinante come il possibile ingresso di NOVA in giunta? Vogliamo far ridere i polli?). È facile ma anche puerile scaricare la responsabilità del mancato apparentamento sulle decisioni altrui. La tua intelligenza è troppo grande per non considerare questioni di responsabilità politica che prescindono dall’esito elettorale. Ma si può pensare che un comitato elettorale che sostiene una candidata a sindaco decida di non apparentarsi per paura di perdere e di “far perdere la faccia” (sic!!) alla candidata stessa? Abbiamo ascoltato anche questa argomentazione, oltre a previsioni elettorali fatte come si fa la formazione della nazionale di calcio al bar dello sport. Avere la responsabilità di discutere del futuro della città presuppone anche un certo grado di informazione e discernimento, altrimenti non è confronto democratico ma superficialità imperdonabile. La democrazia non è soltanto discutere, le regole e il metodo con i quali si discute sono altrettanto importanti.

Permettimi di dire che sei tu a dimostrare di essere un complottista e di perderti in ragionamenti contorti prefigurando trappole e tentativi di fagocitazione che forse vivi come incubi del passato. Mi pare improbabile scorgere reali possibilità di cannibalismo politico da parte di un partito come il PD che semmai ha il problema di ricostituirsi dopo cinque anni di vuoto, per vicende a tutti note. La verità è che il PD non era in grado di imporre niente a nessuno, e al di là di questo non mi pare che alla prova dei fatti abbiano mai dimostrato di volerlo. Sai benissimo che l’eventuale esclusione di Roberta Palazzetti dal consiglio comunale in caso di sconfitta al ballottaggio è uno scenario senza precedenti, e tutti gli esperti interpellati al momento l’hanno esclusa categoricamente. Ma ti ostini ad usare questo argomento sapendo che non ha fondamento. Perché?

Affermi che il PD avrebbe subdolamente fatto passare il messaggio che votare per Proposta Civica o per loro era la stessa cosa perché poi tanto ci saremmo alleati al ballottaggio. Beh, curiosa davvero questa ricostruzione. Basata su cosa, su quali dati? Roberta Palazzetti ha preso molti voti che altrimenti sarebbero andati al PD, inclusi i voti di Bella Orvieto, che di fatto ha ottenuto meno della metà dei consensi rispetto alle ultime elezioni. Di fatto il travaso è avvenuto a vantaggio di Proposta Civica. L’unico appello agli elettori delusi di sinistra fatto da alcuni membri di Proposta Civica, incluso il sottoscritto, che ora vengono maldestramente definiti la costola ideologizzata, è stato subito rintuzzato da Roberta Palazzetti con un comunicato che ribadiva la neutralità politica delle liste civiche. Una roba da circo, che però doveva rassicurare i destri nostrani. Così in questo sterile equilibrismo ostentato per non scontentare nessuno, alla fine ci siamo ritrovati a non sapere dove andare a parare. O meglio, qualcuno lo sapeva già: mai col PD!

In tutta la tua argomentazione poi manca la descrizione della proposta fatta dal PD a Proposta Civica. Ne vogliamo parlare o imbarazza troppo? Pur di non fare l’apparentamento avete imbastito tre o quattro narrazioni che non si reggono in piedi, sono contraddittorie, e contraddette dai fatti. Ancora ad oggi non si capisce cosa sia accaduto fra la sera di venerdì 14 giugno (con l’accordo siglato) ed il sabato mattina. Non lo sappiamo. È interessante notare che nell’ultimo comunicato di Roberta Palazzetti non si parla più di NOVA, mentre si adducono ragioni non meglio precisate che avrebbero indotto la candidata di Proposta Civica a rifiutare l’accordo in extremis. Possiamo sapere anche noi o è osare troppo chiedere i motivi?

Siccome questi sono aspetti determinanti nella narrazione che state offrendo alla città, credo che meritino un approfondimento serio. Ci scriverò un libretto, a futura memoria. I cittadini di Orvieto meritano la verità. Ma sono sicuro che gli eventi o i protagonisti stessi mi precederanno. Anzi, me lo auguro. Innanzi tutto bisogna partire dalla genesi della candidatura Palazzetti, su cui avremo tempo di illustrare antefatti che pochi di noi conoscevano fino a una settimana fa. Insomma, caro Franco, con la retorica te la sei sempre cavata molto bene, ma questa volta non sarà sufficiente. Sono troppi i buchi in questo racconto che vorreste propinare agli elettori per salvare le apparenze. Come troppi sono i personalismi; troppi IO e pochi NOI, troppi protagonismi, rimpianti, e voglie di rivincita che si perdono in un passato di conflitti mai risolti, soprattutto dentro di te. Credo che potresti fare il bene della città, oltre quello che hai già procurato come uno dei sindaci migliori della storia di Orvieto, se per una volta ti limitassi a dire “ho sbagliato”. Come ben sai, perché ce lo siamo detti, io volevo che tu ti candidassi per una delle due liste. Almeno adesso, forse, non avresti rimpianti da far pesare sulla collettività, che ha già tanti problemi e non si merita di attraversare altri conflitti per sterili ripicche o ambizioni personali legittime, che non hanno bisogno di essere mascherate con futili arzigogoli retorici.

Con affetto e stima. Davide