L’armata Brancaleone che ha fatto l’Ammucchiata e l’ha chiamata Futuro

Parlano di Futuro, ma ragionano in base alla Paura. Consapevole di non poter vantare risultati concreti e del fatto di non avere nessuna personalità di spicco da proporre agli elettori, la premiata ditta Tardani&Riciclati ha pensato bene di puntare sulla quantità, sperando almeno nella pesca a strascico. L’ammucchiata elettorale ha raggiunto vette impensabili fino all’altroieri, ma si sa che il terrore moltiplica energie e creatività. Il primo a scaricare la sindaca uscente è stato uno che la conosce bene come Toni Concina e alla presentazione di sabato scorso non è passata inosservata l’assenza dei dirigenti provinciali e regionali di Fratelli d’Italia. Gente smagata che ha già capito come l’aria abbia cominciato a tirare da un’altra parte e che forse non era il caso di venire a mettere anche ad Orvieto quella faccia ammaccata che porta ancora bene impressi i segni dei pneumatici del camper di Stefano Bandecchi. La ricandidatura Tardani perde i colpi ogni giorno che passa e la destra umbra e ternana si sta rendendo conto che il pericolo del secondo shampo provinciale è molto concreto. Meglio tenersi alla larga. Il pienone incassato poche sere fa al palazzo del Capitano del Popolo dalla civica Roberta Palazzetti ha tolto il sonno a tanti, soprattutto a quei simboli del vecchio sistema politico post comunista e socialista come Andrea Scopetti ed Evasio Gialletti che rappresentano la quintessenza di quel ceto politico che ha ridotto Orvieto come è ridotta e che la funambolica Roberta Tardani ha ripetuto in tutta la sua vita politica di voler combattere. Erano tutte chiacchiere. Quello che conta è solo mantenere la poltrona per sè e per i propri, infatti li ha cinicamente arruolati anche se poi li ha tirati fuori all’ultimo minuto utile, forse per non passare mesi a doversi giustificare di essersi rimangiata in due giorni anni di militanza politica sotto le insegne di Silvio. Un pò di pudore ha fatto capolino, ma carta canta.
L’esperienza Tardani è stata in linea con l’irrilevanza dannosa di tutti i sindaci che sono venuti dopo Cimicchi. Orvieto non ha un modello economico che funziona. Da Orvieto continuano ad andarsene tutti. Orvieto perde mille abitanti ogni dieci anni da quarant’anni a questa parte. L’unico modello economico è quello inventato da Lorenzo Maitani, Luca Signorelli e dai Signori Sette. E’ passato qualche annetto. Il resto è “storytelling” finto come la plastica. Il video elettorale della sindaca uscente che vorrebbe evocare un’epica alla Ridley Scott, la vede sfiorare le carte del piano regolatore sotto l’occhio venerante di Mazzi, scimmiottando il gladiatore Russel Crowe che sfiorava le spighe di grano prima di andare in battaglia, ma l’effetto comico è quello dello spot di una concessionaria girato da mio cugino. Come quelli che trasmettono nei cinema di provincia prima che inizi il film. A proposito di gente di cui fidarsi o no per comprare un’auto usata. La Tardani sta agli ingressi del pozzo di san Patrizio come Salvini stava ai barconi degli immigrati. Il nulla ben confezionato. Per chi si fa abbindolare. Il rischio di andare tutti a casa tra una mesetto è però troppo grosso per non spararne ogni giorno una più grossa dell’altra.

Gli elettori sapranno valutare. Se la ditta Tardani&Riciclati cerca di tenere botta cercando di convincere il 50 per cento più uno dei cittadini di essere la reincarnazione del generale De Gaulle, ad andare in pezzi sono stati intanto i ragazzi sedicenti novi di Nova. Nel corso di una recente cena convocata per decidere chi appoggiare al secondo turno, quelli che davano per scontato di sostenere Tardani&Riciclati in forza di chiari accordi politici, hanno dovuto constatare che in realtà tutti gli altri non erano affatto d’accordo. Hanno litigato e saltato pure la cena. Gli ci sono voluti trent’anni e più di vita per rendersi conto che la politica esiste eccome.