La medaglia d’oro olimpica contro l’odio dell’algerina Imane Khelif

Sono nata e cresciuta in Algeria, vivo ad Orvieto dal 2008. Da donna algerina sento il dovere di scrivere queste righe per dare una risposta a tante accuse e discriminazioni sentiti in questi giorni nei confronti della pugile Imane Khelif.                                 

Il villaggio povero e rurale della campionessa olimpica algerina Imane Khelif, al centro di una polemica sul genere, venerdì 9 agosto è esploso di gioia dopo la sua vittoria alle Olimpiadi di Parigi. Algerini di ogni genere hanno mostrato la loro solidarietà, arrabbiati per il fatto che il padre è stato costretto a mostrare il suo certificato di nascita ai giornalisti per dimostrare che era nata femmina. Da diversi giorni ormai Imane Khelif affronta un’ondata di molestie e discriminazioni sui social network, orchestrata da alcuni e cavalcata da migliaia di persone che mettono in dubbio la sua partecipazione alle gare olimpiche nella categoria boxe femminile

Nonostante le polemiche e l’implacabilità di un esercito di internauti e di personalità influenti, Imane, forte del suo carattere, ha superato tutti gli ostacoli per vincere la medaglia d’oro e onorare l’Algeria, rivelando che le calunnie sono state per lei fonte ulteriore di ambizione e motivazione. Ha ignorato le parole dei calunniatori e ha risposto nel miglior modo possibile. Riporto qui le sue parole «Ho pienamente diritto a partecipare, sono una donna come tutte le altre. Sono nata donna, ho vissuto da donna e ho gareggiato da donna … questi attacchi danno un sapore speciale al mio successo». Di fatto, il linciaggio che ha subito e la vittoria riportata l’hanno resa un’eroina nel nostro paese.

Imane proviene da una famiglia modesta della regione semidesertica di Tiaret, l’atleta ha spiegato che ha dovuto lottare affinché la sua famiglia, in particolare suo padre, accettasse la sua pratica della boxe. Ha dovuto vendere il pane sulla strada e raccogliere plastica e metallo per poter sostenere le spese della sua preparazione. Di fatto, Imane rappresenta in pieno la natura della donna algerina, il suo orgoglio, la fierezza e la lotta per conquistare l’indipendenza attraverso lo studio e il lavoro.

Vedere Imane Khelif sul ring ci ricorda Lalla Fatma N’Soumer, una delle principali eroine della resistenza algerina durante l’impresa coloniale francese nella regione della Cabilia. Ed altre donne che hanno fatto l’Algeria come combattenti, scrittrici, cantanti, attrici…

Infine, vorrei sottolineare che la storia dell’Algeria è strettamente legata ai nomi delle donne combattenti e martiri, che sono considerate modelli di coraggio e sacrificio, e che le donne algerine hanno da sempre incarnato uno spirito di abnegazione e impegno, diventando una fonte permanente di ispirazione per le generazioni future. Lo spirito pionieristico delle donne algerine non si è fermato con la rivoluzione e sono ancora considerate la pietra angolare della società, poiché contribuiscono in tutti gli ambiti ed a tutti i livelli alla costruzione della nazione. Un esempio ed una eredità che si estende oltre i confini algerini, ispirando le lotte delle donne arabe e africane che aspirano alla liberazione, in particolare delle donne palestinesi e sahrawi.           

Imane Khelif lascerà un’eredità significativa nel mondo dello sport e non solo. La sua vittoria è vista come un simbolo di resilienza e coraggio di fronte alle polemiche e alle critiche maligne che ledono la sua dignità e l’onore della sua famiglia, dei suoi cari, e quindi di tutti gli algerini. Ecco perché questa medaglia d’oro viene celebrata non solo come un trionfo sportivo ma anche come una vittoria morale e sociale. Imane Khelif è ora vista come un’eroina nazionale che incarna speranza e orgoglio.

Foto: La Repubblica