La grande questione della sanità tra propaganda politica su Casa e Ospedale di Comunità, servizi e centralità di Orvieto

La grande questione sanità non esce mai dai radar della discussione politica e della cronaca.  Proviamo a fare il punto della situazione anche perché sono ancora troppe le domande senza una risposta.  Prima di tutto però, facciamo chiarezza sul significato e i compiti di Casa e Ospedale di Comunità perché vengono presentate come panacea di tutti i mali e spacciate per servizi di pronto soccorso immediato.  Non è così.  Sono servizi di grande utilità ma le acuzie e le emergenze rimarranno appannaggio dell’ospedale, del pronto soccorso e della rete ospedaliera regionale.

Cosa significa un Ospedale di Comunità?  E’ una struttura, con alcuni posti-letto, della rete assistenziale territoriale e un’alternativa all’assistenza domiciliare integrata nei casi in cui sia necessaria un’assistenza infermieristica continuativa.  Svolge una funzione intermedia tra domicilio e ricovero ospedaliero.  Quindi diciamolo a chiare lettere non è un punto di primo soccorso, le acuzie verranno curate e diagnosticate sempre in ospedale e al Pronto Soccorso.  Tutto il resto è propaganda politica anche piuttosto scorretta.

Cosa significa Casa di Comunità? Offre ai cittadini una sede territoriale unica di riferimento alla quale rivolgersi per diversi servizi socio-sanitari.  Sarà un modello di intervento multidisciplinare con medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri e anche psicologi.  Verranno assicurati i servizi medici e ambulatoriali per le patologie croniche come, ad esempio, il diabete. Anche qui non c’è traccia di soccorsi o altro.  Sicuramente troverà sede quella che tutti chiamiamo “guardia medica”.  Anche in questo caso chiediamo alla politica correttezza, nessun pronto soccorso.  Chi ha un’urgenza seguirà la stessa strada che segue già oggi.

Partiamo, ora, con la prima sensazione che però viene in parte confermata dalle tante segnalazioni sulle lunghissime attese prima di ottenere un appuntamento specialistico.  Entrando in ospedale e passato il CUP all’ingresso e il bar si viene avvolti da un silenzio ovattato.  Sedie nello spazio ambulatori in gran parte vuote e medici disponibili.  E’ un binomio che fino al 2019 era praticamente impossibile da avere.  Poi è arrivata la pandemia ma oggi è per fortuna passata e archiviata.  E allora perché per delle semplici analisi si deve attendere circa 7 giorni per poter avere un appuntamento.  Eppure prima della pandemia non c’era bisogno di un appuntamento, si andava, si pagava il ticket e via con il prelievo.  Domanda: cosa è cambiato?

La politica è tutta concentrata su Casa e Ospedale di Comunità con accuse incrociate fra candidati.  Riusciranno i nostri eroi a realizzarla in tempo per il 2026 e soprattutto a rendere tutto operativo con attrezzature, arredi e personale adeguato?  Non c’è disfattismo ma attenzione.  Nessuno è contro, anzi come abbiamo scritto nel passato, il vero scandalo che ci fa inc..re è il fatto è sono stati spesi 2,7 milioni di euro nel 2008 per acquistare la ex-mensa della Piave, soldi che potevano essere destinati ai servizi sanitari, per costruire la Casa della Salute.  Patto rinnovato con il Comune nel 2015 e poi ora verranno spesi altri soldi pubblici, quelli del PNRR che, ricordiamolo sempre in parte sono un prestito da restituire, per recuperare un palazzo di grande valenza artistica e paesaggistica e riconvertirlo a servizi sanitari con costi più alti perché in pieno centro storico e di fronte a uno dei monumenti religiosi più importanti in Italia.  Nessuno ha ancora chiesto conto dei ritardi, dei soldi già spesi e vincolati alla costruzione di una Casa della Salute.  Domanda: chi risarcirà gli orvietani per non aver avuto servizi adeguati dal 2008 al 2026 e forse oltre?  Altra domanda: chi si occuperà della ex-mensa oggi abbandonata e che avrà bisogno di una rinfrescata e una ristrutturazione?

Altre domande…

Tra oggi e il 2026 saranno assicurati adeguati livelli dei servizi sanitari per i cittadini orvietani?  La domanda sorge spontanea visto che mentre gli ambulatori orvietani languono di appuntamenti i cittadini vengono spediti in tutta l’Umbria per esami e visite anche urgenti. 

Un’ultima domanda, Orvieto sarà più centrale nella nuova sanità?  Perdendo il distretto e senza COT diverrà più laterale e etero-controllata da Terni e Foligno.