La grande corsa a candidarsi e intanto Orvieto perde occasioni e…treni di sviluppo

Ancora non è iniziata la campagna elettorale e già si affolla il parterre dei candidati sindaco.  Di certi ne abbiamo tre, l’uscente Roberta Tardani e i civici Roberta Palazzetti e Stefano Spagnoli.  Poi c’è il PD che è ancora alle prese con la sua margherita da sfogliare in attesa si tirare fuori il candidato definitivo tra Stefano Biagioli, in pole position e Floriano Custolino, in leggero calo.  A lato rimangono altre piste calde in area PD ma con percentuali da prefisso telefonico.

In area cattolico-riformista ha fatto il suo ingresso Mario Morcellini, già decente universitario e tanti altri incarichi.  In realtà il suo nome a un certo punto fu fatto passare da un pezzo di PD come candidato ideale per l’area di centro-sinistra.  Ora si presenta rinnovato e in splendida solitudine, ma assomiglia molto a una chiamata all’ordine per gli indisciplinati del PD e i cespugli vari della galassia centrista o a un’azione di disturbo verso la civica Palazzetti.

Permangono i mali antichi di Orvieto, le divisioni, le invidie, il tutti contro tutti disordinato e senza un apparente ordine.  C’è anche chi soffre della sindrome del campo largo contro il nemico.  E allora si fa appello, sarà l’aria sanremese, a una reunion da sinistra fino al centro leggermente spostato a destra per unirsi contro il centro-destra che appare unito.  Appare unito, il centro-destra ma sappiamo che il partito attualmente socio di maggioranza, Fratelli d’Italia, è spaccato e alla ricerca di una rotta che unitaria non sarà, comunque.

E mentre tutti si presentano e cercano di convincere gli altri di essere i migliori candidati, i fatti, gli avvenimenti e gli accordi passano lasciandosi Orvieto alle spalle.  Treni e sanità sono spine nel fianco profonde ma con responsabilità più regionali che locali; per pubblicizzare il turismo dei cammini pur di non plaudire all’idea di aziende ed enti, si preferisce nominare la via Francigena, che dall’Umbria e Orvieto non passa, invece del Cammino dell’Intrepido Larth nato in città con investimenti locali.  Non si ha traccia del capitolo formazione tecnica e professionale post-diploma, richiesta dalle imprese locali.  Certo contemporaneamente si lavora per le curve ai Fori di Baschi e si attende il via libera definitivo al nuovo tratto di complanare, opere di vitale importanza per la città.  Sono in arrivo i milioni del PNRR e si è messa in moto la poderosa macchina pre-elettorale di sistemazioni, asfaltature e lavori annunciati da anni e poi messi da parte in attesa del momento giusto.  Tutte opere utilissime, si badi bene, ma che rischiano di essere cattedrali nel deserto se nel frattempo non si lavora per lo sviluppo economico e soprattutto imprenditoriale della città e del territorio.

Mentre i finanziamenti e le opportunità passano, a Orvieto c’è chi vuole mettere insieme le pere con le mele contro il nemico, chi si offre senza una connessione con la città e l’opposizione, che ha avuto 5 anni di tempo, ancora non ha tirato fuori un candidato ufficiale.  E intanto i programmi languono in attesa, anche questi, di tempi migliori.