La difficile gimkana tra green e super pass. Il giro di vite giusto per non richiudere

Green Pass, ora super green pass, tamponi, scadenze, terza dose, è sempre più un ginepraio la vita ai tempi della pandemia. Intanto chiariamo subito, la pandemia è ancora nel pieno e anzi ha deciso di spingere sull’acceleratore. In Italia i contagi stanno salendo costantemente anche se con ritmi molto più lenti che in altri Paesi d’Europa. Il merito? E’ di una campagna vaccinale che va avanti in maniera sostenuta anche per la dose “booster”. Un bel risultato, sicuramente, che conferma la grande voglia di ripartire dell’Italia. Ci sono anche i no-vax e i no-green pass, in molti casi le due cose coincidono. Manifestano per una supposta “libertà” di scelta nonostante i maggiori costituzionalisti dicano l’esatto contrario. Sì perché quando si parla di malattia ci si deve affidare alla scienza, che ha spiegato in tutte le salse che allo stato attuale le uniche armi di prevenzione sono vaccino e distanziamento interpersonale, oltre al rispetto delle più elementari norme igieniche; quando si parla di leggi e di Costituzione si deve fare riferimento agli esperti, ai docenti universitari, ai costituzionalisti e così via. Purtroppo in Italia proliferano invece gli esperti da social. La laurea in social è diffusissima purtroppo per loro, però, non ha valore e per fortuna per tutti noi.

Le fake anti-vaccino sono numerose, alcune anche fantasiose, con fondamento scientifico? Assai poche, o meglio, il dubbio sui possibili effetti collaterali c’è, così come c’è per ogni medicinale e ogni vaccino che viene somministrato. E’ così, quando il fisico si trova al suo interno elementi chimici può reagire in maniera avversa. Di scientifico c’è poco altro. C’è invece da sottolineare che la tecnica dei vaccini Pfizer e Moderna è attualmente allo studio per una lunga serie di altri destinati a combattere la diffusione di patologie gravi e gravissime, compresi alcuni tumori. Chissà, allora, cosa si dirà quando dalla sperimentazione si passerà alla somministrazione di questi vaccini. Facciamo una piccola previsione…”perché lo Stato non li inserisce fra la prestazione gratuite?”. Sì perché molto spesso la memoria è corta, anzi cortissima e gli stessi che oggi urlano e gridano al complotto giudaico-capitalista, domani saranno quelli che chiederanno l’accesso universale a tali future cure sempre contro lo stesso nemico.

I numeri ci raccontano la realtà. Oggi la diffusione del virus è molto alta per le fasce di età più giovani e tra i no-vax convinti, soprattutto i ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva sono quasi tutti rientranti in queste categorie. Ma il vaccino non immunizza, è la vulgata più comune fra i resistenti. E’ esattamente così. Scienziati e medici hanno sempre spiegato che il vaccino rende più difficile la vita al virus, ma molto più difficile perché si è meno contagiosi e ci si contagia che più difficoltà. Nel caso di contagio, poi, si riduce fortemente il rischio di essere ricoverati e di morte. In un’ideale bolla di solo vaccinati, ad esempio, si potrebbe tornare ad una vita normale con piccole attenzioni dettate dal buonsenso. Nel caso in cui si fosse in presenza di soggetti fragili allora la vaccinazione sarebbe fortemente auspicabile per evitare rischi francamente inutili.

L’Italia non vuole e soprattutto non può permettersi un nuovo duro e lungo stop delle attività lavorative e il giro di vite appena approvato dall’esecutivo va letto in tal senso. Basta chiusure, se non strettamente necessarie per la salute pubblica, e sì ad un valore diverso tra chi in questi mesi ha dimostrato senso civico, da una parte, e ha compiuto tutti gli atti necessari per proteggersi dalla malattia dall’altra. Sì a maggiori libertà per chi rispetta le leggi anche quando non piacciono, però devono assolutamente esserci maggiore rigore e più controlli altrimenti si rischia di vanificare ogni sforzo.

Ora che si avvicinano le Feste, con le luci, lo shopping, gli eventi è giusto dare un guro di vite per quelle attività che tanto hanno sofferto in questi due anni ma gli imprenditori stessi devono essere i più rigorosi e attenti alle regole per non trasformarsi in “prenditori” e poi vittime al prossimo eventuale lockdown perché i cittadini e non solo una parte di essi, non possono sopportare un nuovo blocco soprattutto se questo sarà dovuto a scarso rispetto delle regole, controlli leggeri e, magari, positivi in quarantena che invece escono tranquillamente certi, o quasi, di farla franca.