Israele sotto attacco, è il mondo libero sotto attacco!

Non facciamoci ingannare, quell’urlo di guerra dei terroristi di Hamas “Allah uAkbar” che ha risuonato nelle città del sud di Israele sabato mattina dalle ore 7 e per buona parte della giornata, avremmo potuto sentirlo a Roma, a Parigi, a Londra.
E’ l’urlo di chi odia l’Occidente, odia il nostro stile di vita, odia gli ebrei, non solo gli israeliani “occupanti” ma gli ebrei, tout court, ovunque essi si trovino e vivano.
Nei silenzi dello Shabat, nel giorno ancora di festa per il popolo ebraico di Simcha’Torah, la festa del testo sacro dell’ebraismo, l’invasione delle milizie islamiste del suolo israeliano e le scene viste nei kibbutzim di confine e nelle città meridionali dello Stato ebraico squarciano i cuori e le menti di ogni essere umano che ama la libertà.
Quel grido “Allah uAkbar” con donne seminude trascinate e caricate sulle Jeep, anziane in carrozzella portate via ed esibite come trofeo di guerra, madri con bambini in braccio strattonate e fatte salire su pick-up, soldati e civili  picchiati e seviziati davanti a cellulari in modalità video ed urla di giubilo, tutto questo ricorda l’invasione nazista dell’Europa con lo stesso metodo, la stessa tracotanza, la stessa violenza inaudita e fine a se stessa, manifestazione di odio e delirio.
Quell’”Allah uAkbar” molto simile allo “Juden Rauss” urlato dalle SS, quella caccia all’ebreo casa per casa molto simile al metodo nazista durante la seconda guerra mondiale. I terroristi palestinesi arrivati nelle case degli ebrei di Israele hanno suonato nelle case di Sderot dicendo “è arrivata la morte” a ribadire che loro amano e ricercano  la morte come noi occidentali aneliamo ed amiamo la vita.
Israele ha mostrato il fianco e messo a nudo tutte le pecche delle nostre società occidentali, fragili e inconsistenti, rispetto ad un fenomeno, quello nazislamista, dove soffia forte, fortissimo il vento di paesi organizzati ed equipaggiati come l’Iran.
La società israeliana, fiaccata da “troppa democrazia” (può sembrare un paradosso ma questo è),come plasticamente hanno dimostrato le  proteste per la riforma della giustizia messa in atto dall’attuale governo ed alla quale hanno preso parte forze armate, tanto tra i militari in servizio quanto tra i riservisti, si è accartocciata su se stessa e si è distratta mentre il nemico islamista, foraggiato e sostenuto da paesi ostili preparava quanto avvenuto, con la brutalità sofisticatamente ricercata ed ottenuta.
Ora Israele ha bisogno dell’aiuto di tutti, ultimo avamposto e baluardo di democrazia dove le forze brutali che hanno portato il loro odio in giro per il mondo, da New York a Parigi, da Londra a Bruxelles, da Nizza a Pittsburgh non prendano il sopravvento ed il Medio Oriente non diventi una unica grande culla per un esercito del male pronto a portare la propria Guerra Santa ovunque.
Credere che una volta risolto il conflitto arabo israeliano e creato uno Stato di Palestina i problemi geopolitici del mondo si risolvano di incanto è mera illusione.
Lo Stato di Palestina non lo vuole nessuno, né la nomenclatura corrotta dell’Autorità Nazionale Palestinese a Ramallah ne tantomeno l’organizzazione terroristica Hamas a Gaza, sostenute la prima dai dollari degli Usa e dagli euro dell’Unione Europea, la seconda dall’Iran e da un network di paesi islamici (siamo sicuri solo loro? Putin, ci sei?) che spingono per armare le milizie fino ai denti, ma alle quali interessa poco e nulla del benessere e della crescita della popolazione civile di Gaza.
La “causa palestinese” è solo lo specchietto per le allodole e fonte di ricchezza e sovvenzioni per pochi, ma con nessuna ricaduta positiva per una popolazione, educata all’odio ed al disprezzo ed usata come manovalanza terroristica fin dalla giovane età.
Le scene di gioia a Gaza, a Saana, a Teheran, a Baghdad per il successo ottenuto in questa prima giornata di battaglia da Hamas devono far pensare, riflettere e soprattutto preoccupare l’intero mondo libero. Quei bambini palestinesi di Gaza, festanti perché i loro papà ed i loro fratelli hanno sparso sangue innocente di civili e li hanno rapiti e seviziati, stuprati e torturati, saranno tra qualche anno i prossimi terroristi, se non li fermiamo in tempo, se non troviamo il modo per disinnescare questa bomba ad orologeria rappresentata da Hamas, dalla Jhiad islamica, da Hezbollah, dall’Isis, da Al Qaeda, dai talebani e dai Pasdaran iraniani e da altri gruppi del network del terrore.
Ora è Israele nel mirino, ma assieme a lei lo siamo anche noi, tutti, nessuno escluso in ogni paese dell’Occidente e quando Israele replicherà per difendersi, ed accadrà, l’auspicio è che nessuno si azzardi a parlare di “uso eccessivo della forza” risparmiandoci questa ipocrita litania.
Non vi può essere nessun dubbio ed è il momento di scegliere da quale parte stare, senza ambiguità, senza remore, consapevoli che in queste ore siamo tutti israeliani.