I piccoli e grandi tesori d’arte orvietani “nascosti” dall’incuria

L’arte non ha una classifica, è arte, sempre. Un monumento è un monumento, sempre. Qualcuno sembra non rendersi conto che ogni angolo della città è uno scrigno, più o meno importante, più o meno ricco, più o meno famoso, ma sempre uno scrigno in cui ognuno può trovare il suo personale tesoro. Poi ci sono i cantieri edili, in giro per il centro storico. Bene, troppo spesso si notano intonaci cadenti, altane vista Duomo “sgarrupate”, persiane che si tengono in disaccordo con ogni principio della fisica. Bene i bonus facciate e 110 per cento che hanno dato nuovo slancio ad un settore, quello edile, che sta attraversando una profonda crisi.

infine ci arrivano in redazione le foto che non vorremmo mai vedere. Secchioni in file sterminate in piazze importanti, addossate a monumenti importanti, arcinoti e pubblicizzati. Le strade con i sampietrini divelti o totalmente sconnessi o scollati. Il Comune sta intervenendo ma la situazione è spesso insostenibile e soprattutto pericolosa in particolare per gli anziani che sempre più spesso cadono o inciampano nel “sampietrino galeotto”. L’ultima foto che ci è arrivata e che pubblichiamo e per la quale ringraziamo il lettore, ci fa capire che la strada per la civiltà è ancora lunga, molto lunga. La location è Piazza dell’Erba dove c’è un pozzo dello Scalza. Nei pressi c’è un cantiere edile. Il risultato è ben visibile nella foto: rete protettiva sul pozzo, detriti in giro e due bicilette appoggiate come se quello non fosse un monumento, piccolo sì ma pur sempre un monumento, ma un muro qualsiasi. C’è chi ha riproposto di liberare delle macchine la piccola piazza e probabilmente questo sarebbe un ottimo segnale. Come sarebbe un ottimo segnale vietare che le macchine e i furgoni aggrediscano la Chiesa di San Giuseppe o il pozzo al Palazzo del Popolo o piazza del Duomo vicino alla fontanella e non solo. Lì si deve vigilare, prevenire e eventualmente punire chi trasgredisce. Sarebbe anche auspicabile che via Duomo e il Corso, dal Teatro, diventino una vera isola pedonale, con eccezioni estremamente limitate, senza il transito continuo di furgoni, macchine, motorini, che non vengono controllati se non dalle telecamere che eventualmente sanzionano le infrazioni ma che non evitano il continuo passaggio di veicoli nelle strade più frequentate da cittadini e turisti.

Oltre i divieti serve maggiore rigore nei controlli ma prima di tutto serve la consapevolezza che Orvieto è uno scrigno tutto da scoprire, passo dopo passo, e gli orvietani ne devono essere i custodi gelosi, consapevoli e rigorosi.