“I furbetti del B&B facile” a Orvieto prosperano mentre i controlli vanno molto a rilento

Siamo ormai a ridosso delle vacanze di Pasqua, quest’anno definita “bassa” perché cade a marzo. E come fatto per Natale, abbiamo deciso di far visita al principale portale di B&B cercando di prenotare per una coppia proprio nei giorni delle festività.

Posti disponibili ancora ci sono, ma quello che ci ha lasciati di stucco è il gran numero si strutture che hanno base a Orvieto. Sono quasi 600, numero più o meno, dato simile a quello di Natale e risalta subito il gap tra attività registrate, oltre 300, e quelle totali. Essere registrati significa avere tutte le autorizzazioni, rispettare le regole e le normative, pagare regolarmente l’imposta di soggiorno, rispettare le leggi di Pubblica Sicurezza, pagare le tasse. Soprattutto significa farsi concorrenza ad armi pari, senza vantaggi dovuti a irregolarità che permettono grandi risparmi in termini fiscali e di adeguamento e rispetto delle normative in materia, ad esempio, di sicurezza.

E i controlli? Nei mesi scorsi con grande enfasi è stata comunicata un’operazione della Polizia Locale che ha scovato alcuni furbetti “del B&B facile”. Un inizio ma piuttosto timido. In cinque anni poteva essere fatto molto di più anche operando, magari, durante il tragico stop dovuto alla pandemia e alla vigorosa ripartenza successiva al lockdown. Le regole sono fatte per essere rispettate e per dare la possibilità a tutti di poter operare in condizioni di “par condicio” poi chi è più bravo vince, chi non lo è dovrà arrendersi all’evidenza. Ma la partita deve avere regole e controlli uguali altrimenti è già determinato il vincitore, a discapito degli operatori economici corretti, della comunità e dell’immagine della città.