Fondazione CRO protesta, ma dovrebbe anche recitare un mea culpa

Abbiamo avuto sentore di vibranti proteste da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto per essere stata esclusa dalle decisioni sulla composizione dei nuovi Consiglio di amministrazione e Collegio dei sindaci della banca cittadina

Ci preme, allora, formulare alcune considerazioni:

1) Quando la Fondazione CRO ha deciso di non partecipare all’aumento di capitale necessario alla sopravvivenza della banca, visto che non aveva più il patrimonio di vigilanza per proseguire ad operare, ha implicitamente scelto di trasformare la propria partecipazione da strategica a finanziaria, quindi di diventare socio con prerogative ridotte.

2) Praesidium ha cercato negli ultimi anni un dialogo con la Fondazione, ma ciò è stato sistematicamente rifiutato e tutto ciò è strano, anche perché la stessa ha condiviso gli stessi problemi dei risparmiatori truffati.

3) Infatti: a) non si è perfezionata una vendita delle azioni ad un valore superiore o uguale a quello di libro; b) ha conseguentemente subito, come si rileva dai bilanci, una perdita patrimoniale di dimensioni non trascurabili, analogamente ai risparmiatori; c) ha fatto causa al socio di maggioranza ed è tuttora in attesa della conclusione della vicenda; d) ha chiesto un’adeguata presenza negli organi statutari, ma la richiesta è stata inesorabilmente rifiutata.

4) Alcuni politici rivolgono soltanto oggi dichiarazioni di vicinanza per i problemi dei risparmiatori, ma dobbiamo per amor di verità ribadire che gli stessi personaggi non li hanno mai aiutati ed anche quando la precedente Giunta Regionale aveva deliberato all’unanimità di prestare attenzione alla vicenda, alcuni di loro si sono impegnati per insabbiare il tutto, peraltro riuscendoci. La nostra memoria (e soprattutto quella dei risparmiatori colpiti) è ancora viva e forte.

5) Forse, sarebbe utile per tutti che la Fondazione CRO traesse qualche insegnamento da questa brutta avventura, che la fa uscire sicuramente ridimensionata nel patrimonio, nella quantità di erogazioni che può dare e nel suo potere concreto sul territorio. Forse, un atteggiamento meno autoreferenziale, una compagine di soci che arricchisse le competenze oggi necessarie, sarebbe anch’esso utile per tutti.

6) Un’ultimissima considerazione: la banca di oggi, come tutte le altre banche d’Italia, a seguito di scelte politiche nazionali di favore, è tornata a produrre utili; crediamo quindi che il nostro territorio debba fare molta attenzione perché le leggi di mercato rimangono sempre più potenti delle chiacchiere elettorali.

Rimaniamo come al solito a disposizione, con chi dovrebbe e con chi lo vorrà, per approfondire questa comunicazione volutamente sintetica.

ASSOCIAZIONE PRAESIDIUM