Elezioni in Umbria e uno sconosciuto, il programma

Si avvicina inesorabilmente la data delle elezioni regionali: 17 e 18 novembre.  I partiti sono tutti impegnati a chiudere le liste fino all’ultimo minuto ma già sono in giro manifesti e post elettorali.  I candidati, fatte salve sorprese dell’ultimissima ora, sono: Donatella Tesei, Stefania Proietti, Marco Rizzo, Roberto Fiore, Moreno Pasquinelli, Martina Leonardi, Elia Fiorini e Francesco Miroballo.  Otto candidati pronti a sfidarsi convinti di poter dare il loro contributo per l’Umbria.

Benissimo, interessante tutto questo impegno per la comunità ma…di cosa parliamo?  Già c’è una parolina che sembra essere all’angolo e non al centro: il programma. Eppure si dovrebbe votare per chi convince di più.  Invece abbiamo Proietti che si sta preoccupando di battere Tesei a qualunque costo con un campo largo già dichiarato defunto da Conte proprio in Umbria e con appuntamenti elettorali ad hoc per costruire il programma.  Ma quando lo vorrebbero fare uscire? Prima o poi uscirà ma prima c’è da come andrà la disfida tra Italia Viva e Movimento 5 Stelle.  Conte non ne vuol sapere di alleanze e presenza di candidati degli epigoni di Renzi mentre dall’altra parte sono già pronti i nomi nelle liste. Che confusione!

Tesei impaurita dalla sconfitta insieme ai suoi alleati ha imbarcato anche il sindaco Bandecchi con un bel “surdàmmoce ‘o passato”.  Anche qui il programma viene sintetizzato, non conosciuto, in andiamo avanti così. Intanto vengono cooptati i grandi nomi, sindaci se possibile, mentre gli assessori e la presidente girano come trottole a tagliare nastri, presentare progetti, gridare vittoria per opere anche fuori Regione, leggasi Creti.

Eppure ci sarebbe da discutere a partire dalla sanità per arrivare ai trasporti e soprattutto al rilancio economico visto che tutti gli indici ci presentano l’Umbria come prima Regione del Sud e non del centro-nord.  La sfida è tutta post, annunci, promesse, impegni di spesa, insulto dell’avversario, selfie che piacciono tanto e…slogan.

Per l’Umbria e gli umbri?  Soprattutto per i cittadini dei territori periferici e di confine, quelli che non riescono ad eleggere propri rappresentanti in consiglio e ancora meno trovano spazio nelle giunte di ogni colore?  Il buio.  In cinque anni non si è riusciti a cambiare la legge elettorale ridisegnando i collegi.  Oggi ne abbiamo uno, unico, che favorisce indubbiamente i territori a più alta densità abitativa e cioè Perugia, Foligno, Città di Castello e Terni.  Gli altri possono contare solo sul buon cuore e su qualche consigliere che decide di intervenire più per far dispetto alla maggioranza che per convinzione.

I candidati dovrebbero ricordarsi delle maschere che nei teatri porgevano gentilmente il “programma!” al pubblico pagante.  Oggi è solo un susseguirsi di “è colpa di quelli che c’erano prima”; “battiamo le destre!”; “battiamo le sinistre!”; “non metteremo le mani nelle tasche degli umbri”.  Di concreto ancora poco, perché dei programmi non c’è traccia se non ricercandoli come rari tartufi.  Giusto, “prodotto tipico dell’Umbria” che ora si prepara al Giubileo, all’anniversario di San Francesco ma ci si dimentica dell’economia e della demografia, fondamentali per la crescita della Regione. Amen!