Bene il fermento che circonda il tema della sanità di territorio: ci permettiamo di fornire alcuni suggerimenti

Abbiamo appreso con piacere che il nostro Sindaco, la dottoressa Tardani, ha preso l’iniziativa di istituire una commissione consiliare ad hoc per monitorare il livello dei servizi sanitari nel nostro (prossimamente ex) distretto.  È una risposta, ci auguriamo non tattica in vista delle prossime elezioni regionali, ad un crescente disagio e sofferenza che noi stiamo seguendo da due anni evidenziando con i nostri scritti le carenze del sistema sanitario regionale e soprattutto locale, che oggi è testimoniato dai numerosi comitati che si stanno organizzando sulla materia, spinti dall’insoddisfazione dei cittadini. Sembrerebbe riscontrabile un cambio di atteggiamento e di attenzione da parte delle istituzioni locali che hanno ignorato gli allarmi e che, quando intervenivano, tendevano a rassicurare che tutto era previsto.

Se si vorrà veramente far funzionare e conferire uno scopo a questa commissione, riteniamo imprescindibile che si dovrà fare a meno di promesse e di aggettivi, ma fare riferimento soltanto a numeri e programmi ben definiti.

A) sull’Ospedale

Debbono essere forniti dalla Ausl Umbria 2 (o chi ne è in possesso) i dati sul valore della produzione dei servizi sanitari, per quantità e complessità, nonché il relativo andamento nel corso degli anni; noi abbiamo la  sensazione, anzi la quasi certezza, che ci sia un trend negativo. Vanno forniti i dati quantitativi circa la mancanza di personale affinché possa essere considerato effettivamente DEA di primo livello ed il correlativo programma ipotizzato di coperture.

Vanno studiati, compresi ed indicati i motivi per cui i concorsi per il reclutamento del personale vanno deserti e gli operatori sanitari tendono ad andarsene; conseguentemente vanno messi in piedi i correttivi necessari. Ricordiamo a noi stessi che fino a poco tempo fa l’Ospedale di Orvieto era ambito perché visto come un transito professionale per arrivare agli ospedali della capitale.

Vanno forniti i dati sull’attrattività dell’Ospedale di Orvieto per i pazienti dei comuni fuori regione, che in parte ne giustifica l’esistenza, che sembra anch’essa essere in forte calo.

B)  Sulle prestazioni diagnostiche e strumentali.

Vanno forniti i dati aggiornati sul livello dei servizi forniti, come certificati da Agenas per tutti i RAO.  Basta con la generica aggregazione complessiva in liste di attesa.

Vanno quantificate le prestazioni private che devono essere censite per tenere sotto controllo i problemi organizzativi e monitorare la sottrazione di utenza all’ospedale.

C) Sulla Medicina territoriale

In attesa dell’ultimazione dei locali fisici della Casa di Comunità, prevista in un posto sbagliato per la seconda metà del 2026, va redatto un piano del personale necessario, partendo dalla pianta organica esistente oggi nei due siti dello scalo e di Orvieto; va redatto un piano di reperimento del personale che traguardi il 2026 e va implementata l’organizzazione di servizio che si avvicini al modello definitivo.

Questo vale anche per la medicina domiciliare (vedi il numero di infermieri), l’organizzazione della telemedicina e per l’assistenza sociale, psicologica e psichiatrica per la quale va predisposto un piano che, partendo dalla situazione attuale, traguardi i parametri nazionali previsti.

D) sul Distretto 

È necessaria una presa di posizione sostenuta da atteggiamenti concreti che analizzi quanto oggi previsto, quanto implementato e salvaguardi l’identità del nostro territorio che scomparirebbe se inglobato all’interno di un unico distretto posto a Terni. Si dovrà inoltre introdurre una pianificazione dell’attività che contrasti ritardi accumulati rispetto ad altri territori ed un recupero dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi. Tutto ciò andrà discusso e recepito in incontri periodici e reso pubblico ai cittadini perché possano effettivamente giudicare l’andamento del servizio.

Se ritenuti utili, siamo disponibili a dare il nostro contributo.