Ballottaggio, dal dialogo intermittente allo psicodramma
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Il 23 e 24 giugno sarà ballottaggio tra Roberta Tardani e Stefano Biagioli. Partono con una distanza che potrebbe sembrare siderale ma il secondo turno è sempre un quiz impossibile la cui risposta arriverà inevitabilmente il 24 nel tardo pomeriggio. Dal 9 giugno a sera inoltrata è iniziata una seconda partita tutta diversa e con protagonisti diversi. Solo i giocatori sono gli stessi: gli elettori.
Sempre dal 9 giugno sono iniziate trattative, telefonate, incontri e appelli a tratti minacciosi e denigratori degli esclusi dal ballottaggio, i civici Palazzetti e Conticelli.
Partiamo dai punti fermi: il 55% dei votanti ha chiesto il cambiamento anche se diviso; quasi tutta la giunta Tardani è stata bocciata dai suoi elettori; il Pd ha perso punti percentuali così come Bella Orvieto sulle comunali del 2019; i civici candidati insieme avrebbero rappresentato la prima forza politica in città.
Ora però partiamo dall’inizio della campagna elettorale. Palazzetti si presenta a fine 2023 e immediato è giunto l’appoggio di Barbabella e Garbini. La reazione del PD è stata quella solita, la conventio ad excludendum nei confronti delle persone. E’ un male atavico del partito a livello locale, quello di voler dare le carte per tutti, non solo per il PD. Non funziona così e ormai dovrebbero aver compreso che non riescono ad essere forza aggregante proprio per il gioco stucchevole dei veti in casa altrui. I civici sono per definizione inclusivi e trasversali, rompono gli schemi classici per un progetto di città nuovo. Il PD ha scelto altro, Stefano Biagioli, una gran brava persona, professionista serio e stimato e resosi disponibile a impegnarsi in prima persona come indipendente.
In campagna elettorale non sono mancati i colpi bassi e le definizioni a tratti violente nei confronti di Palazzetti, Conticelli e loro candidati. Dopo si è tentato di riaprire il dialogo, forse in maniera tardiva ma un tentativo andava sicuramente fatto. E il tentativo è stato accolto e discusso con serietà in casa civica. Il problema è nato proprio all’interno di una parte. I civici non guardano a poltrone e incarichi ma al loro progetto di città futura, giusto o sbagliato che sia ma è così.
I civici del gruppo Palazzetti hanno legato il sì a Biagioli a un patto con Nova che non fosse un apparentamento perché lo statuto di Nova lo vietava esplicitamente (abbiamo letto lo statuto e non è esplicitato il no all’apparentamento ndr). E qui scatta lo psicodramma. Durante una lunga assemblea di Nova si discute e a un certo punto sembra tutto fatto. Poi, in tarda serata il colpo di teatro, nonostante si sia superato il vincolo statutario che impedisce l’apparentamento. Alle 23 di venerdì 14 si era a un passo dall’accordo trasversale. La mattina del 15 è tutto cambiato. E il 15 il secondo psicodramma si consuma alla riunione dei civici di Palazzetti.
Anche in “casa” Palazzetti le acque sono agitate e alla fine prevale il “no”, democraticamente. Roberta Palazzetti comunica direttamente con un video che non si è proceduto con l’apparentamento e che lascia agli elettori di libertà di coscienza ma ponderando bene.
Partono accuse, post più o meno violenti, defezioni e addirittura petizioni. Forse servirebbe “calma e gesso” perché questo rimbalzarsi accuse, denigrazioni, potrebbe anche spingere alcuni a fare scelte diverse, più di pancia e meno di testa, facendo perdere la città.
Gli elettori sceglieranno chi votare, magari dando uno sguardo al possibile consiglio, ai nomi e poi esprimendo la loro preferenza.