Ad Orvieto, per chi suona la campana?

Non scomoderò certo Ernest Hemingway e la resistenza spagnola della guerra civile dell’ottimo romanzo da cui riprende il titolo questa ennesima Cozzata. Eppure qui ad Orvieto una rivoluzione, non cruenta bensì politica ci vorrebbe eccome. Il punto è: c’è chi se la sente politicamente di farla in Città? Anche quest’anno abbiamo assistito al rito stanco o meglio stantio del saluto istituzionale della Sindaca e dell’Assessora agli studenti che iniziano il ciclo scolastico 2023-2024. E così su tutti i siti d’informazione, di cui la città è ricca, compreso quello da cui vi scrivo, pubblicano foto con le faccioni sorridenti dei governanti di turno. Ma che ve ridete?! O forse ridete per non piangere?! Andando a ritroso nel tempo rileggo la stessa notiziola (OrvietoSi 2012), l’allora assessore Tardani (Giunta Concina 2009-2013) salutava gli studenti snocciolando le statistiche scolastiche di inizio anno: 3.633 iscritti totali di cui 455 per la scuola dell’infanzia… e 244 per il Liceo Classico e così via discorrendo. Nove anni dopo il disco rotto suona la stessa musichetta ma il ritmo è ben differente per l’anno scolastico 2023-2024: 3.324 iscritti totali… di cui 296 nella scuola dell’infanzia…. e 124 al liceo Classico e così via discorrendo. in 9 anni il saldo complessivo degli studenti è negativo per 309 iscritti, una classe di 34 studenti persa ogni anno. Di questi la metà (17 studenti l’anno) iscritti in meno nella scuola dell’infanzia, il serbatoio da dove si deve attingere per le classi future. L’altro dato allarmante è il dimezzamento degli iscritti complessivi del Liceo Classico, che probabilmente si candida ad essere tra le prime morti annunciate tra le istituzioni scolastiche presenti storicamente nella nostra Città. Qualche mese fa un osservatorio economico locale (Cittadinanza Territorio Sviluppo) ha pubblicato l’andamento demografico di Orvieto e dell’Area interna Sud Ovest Orvietano, dove ha chiaramente dimostrato come nella nostra Città, e rimarco “nostra”, i residenti calano drasticamente più che in Umbria e anche più che nella stessa Area interna. Non solo, a mancare non è solo l’attivo nel saldo tra chi nasce e chi muore bensì chi ancora ricompreso tra le fasce produttive e quindi attive, che sceglie di abbandonare Orvieto e il suo territorio. Dal 2004 ad oggi (Mocio, Concina, Germani e Tardani) Centrosinistra e Centrodestra si sono alternati lasciando trascorrere 19 lunghissimi anni e nel 2024 saranno 20. Cosa è mancato? Soprattutto dopo questo ventennio di inconcludenza politica a mancare sono gli orvietani e il prezzo più pesante lo sta pagando la Scuola, che ad Orvieto ha da sempre rappresentato un pezzo fondante l’identità e la ricchezza della nostra comunità. Il poeta John Donne in una famosa lirica sferzava il lettore: “E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te”. Carissimi orvietani spetta a noi interrompere il ciclo inconcludente dell’ultimo ventennio politico della nostra Città e magari far risuonare l’unica campana ben augurante che tanto ci è cara, quella del Maurizio per scandire il tempo di un nuovo cantiere politico che possa far compiere una vera svolta alla nostra comunità.