Considerazioni e domande all’assessore ai lavori pubblici sulla Chiesa di San Francesco

Il Comune di Orvieto ha pubblicato la risposta all’interrogazione presentata dalla capogruppo di Proposta Civica, Roberta Palazzetti, riguardante la condizione di inagibilità della Chiesa di San Francesco, i finanziamenti richiesti per il suo restauro e il futuro dell’edificio. La questione concerne la dichiarazione di inagibilità dell’edificio, formalizzata dopo il sisma del 2016, e una serie di dubbi sollevati dalla consigliera. Secondo la dichiarazione ufficiale del Comune, la Chiesa di San Francesco è stata dichiarata inagibile a seguito del terremoto dell’ottobre 2016. I tecnici del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno effettuato un sopralluogo il 12 gennaio 2017, confermando la necessità di chiusura della struttura. Abbiamo analizzato passo dopo passo la nota, commentandola con alcune interessanti considerazioni.

Dichiarazione del Comune:
La struttura è stata dichiarata inagibile in seguito al sisma dell’ottobre 2016 e all’esito dei rilievi effettuati il 12 gennaio 2017 dai tecnici del Gruppo di lavoro per la salvaguardia e la prevenzione dei beni culturali dai rischi naturali del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Considerazioni:
Dalle sue dichiarazioni, il dott. Pizzo lascia intendere che la chiesa fu chiusa nel 2017 perché resa inagibile dai danni del sisma del 2016, dopo i rilievi effettuati il 12/01/2017 dai tecnici sopra citati. Tuttavia, come confermato da testimonianze di molti cittadini e come dichiarato dagli stessi tecnici, la chiesa era già in uno stato di degrado e abbandono. Così scrissero letteralmente: “la chiesa si presenta in uno stato di semi abbandono e degrado, con diffuse zone di umidità dalle quali sono originate alcune lesioni dovute al sisma”. Inoltre, in un articolo del 2017 dedicato alla visita della chiesa organizzata dal F.A.I., è scritto chiaramente che la chiesa era chiusa da diversi anni ed è stata riaperta solo per l’occasione.

Pertanto, chiedo al dott. Pizzo: perché lasciare intendere che la chiusura della chiesa è dovuta ai danni del terremoto del 2016, quando è evidente che era già chiusa e lasciata in una condizione di degrado? Inoltre, dopo l’intervento dei tecnici che hanno dichiarato l’inagibilità della Chiesa di San Francesco, è stata emessa un’ordinanza da parte del Sindaco per renderla ufficiale? Abbiamo cercato questa ordinanza nell’amministrazione trasparente, ma non l’abbiamo trovata. E ancora, se la chiesa è stata dichiarata inagibile, perché ogni anno continuiamo a rischiare la sicurezza degli operai che entrano per prelevare la macchina per la processione dell’Assunta e per il giorno della Palombella?

Dichiarazione Comune:
“Il 28 luglio 2021 – continua – il Comune di Orvieto ha risposto al Censimento e alla stima del danno delle opere pubbliche danneggiate dal sisma del Centro Italia, effettuato dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016, con una proposta progettuale per il consolidamento e restauro della Chiesa di San Francesco, contenente l’elenco degli interventi e la stima dei costi, quantificati in 2,2 milioni di euro, per il ripristino della piena agibilità dell’edificio al fine di salvaguardare il bene monumentale e il suo contenuto.”

Considerazioni:
Quello che é stato fornito é un censimento richiesto dal commissario straordinario della ricostruzione sulla stima dei danni derivati dal sisma, la cifra stimata dichiarata dal comune nel censimento é di 2.200.000 ad oggi non ci é stato fornito nessun computo metrico dei lavori da fare e non abbiamo chiarezza se é stato chiesto un contributo..

Per quanto riguarda il mantenimento della Chiesa di San Francesco, anche dopo il 2017 ci sono foto già pubblicate che rendono l’idea dell’attenzione e della cura dedicate alla struttura.




Chiuse per allagamenti un tratto della SP44 a Fontanelle di Bardano e la strada di Ponte Giulio. Invito alla massima attenzione nelle prossime ore

Nelle ultime ore la zona di Orvieto è interessata da una ondata di maltempo che ha provocato l’allagamento di alcune strade del territorio comunale. Nello specifico la Strada provinciale 44 nel tratto che attraversa la zona industriale di Fontanelle di Bardano e la strada di Ponte Giulio che è stata chiusa al transito dopo lo straripamento del Fosso del Poggettone.

I volontari della Protezione civile del Comune di Orvieto e personale del Centro Servizi Manutentivi stanno monitorando i corsi d’acqua minori che si stanno ingrossando per via della pioggia insistente mentre i livelli del fosso del Carcaione e dei fiumi Chiani e Pagliarestano al momento sotto i livelli di guardia.

Dal Centro operativo regionale della Protezione civile dell’Umbria segnalano l’arrivo di una nuova forte perturbazione nelle prossime ore per cui si invitano i cittadini a prestare la massima attenzione negli spostamenti.




Week-end a tutta musica con i cori e le bande del raduno nazionale organizzato da Ancescao

Otto formazioni provenienti da più parti d’Italia, oltre 220 musicisti che suoneranno al Teatro Mancinelli e nella parata tra le vie del centro storico. Sabato 12 e domenica 13 ottobre la città di Orvieto ospiterà la prima edizione del “Raduno nazionale Cori e Bande Musicali” promosso da Ancescao (Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti) e dedicato alla valorizzazione delle realtà bandistiche e corali quali indispensabili promotori di cultura e di aggregazione sociale. Obiettivo del primo raduno nazionale, è stato spiegato in conferenza stampa, dagli organizzatori, è quello di sostenere il ruolo delle bande o delle corali nei centri sociali come espressione musicale non soltanto a favore dei soci ma quale forma di cultura destinata ad essere fruita dall’intera collettività. L’iniziativa,  organizzata dal gruppo di lavoro “Cori e bande” di Ancescao, è il punto di partenza di un progetto nazionale teso alla valorizzazione di queste forme di socialità positiva con elevato valore culturale, e di valori di coesione sociale di cui l’Ancescao è portatore e promotore.

L’evento, che vedrà la partecipazione di quattro realtà corali e quattro realtà bandistiche provenienti da tutta Italia, si aprirà sabato 12 ottobre alle 21 nella prestigiosa cornice del Teatro Mancinelli con il concerto dei cori partecipanti: il Coro Harmony di Lonate Pozzolo (Varese), il Coro del Centro Ricreativo Anziani “La Vita è Bella” di Mogliano Veneto (Treviso), e i Cori “Vox et Jubilum” e “Adriano Casasole” di Orvieto.

Domenica 13 ottobre, dalle 11, il suggestivo centro storico di Orvieto sarà lo scenario della parata delle bande alle quali parteciperanno la Filarmonica “Luigi Mancinelli” di Orvieto (Terni), il Corpo Bandistico “Tullio Langeli” APS di Cesi (Terni), la Banda Sociale di Zambana di Terre d’Adige loc. Zambana (Trento) e l’Associazione Musicale “V. Bellini” di Giarratana (Ragusa). La parata partirà da Piazza della Repubblica e giungerà in Piazza Duomo, dove alle  12 si terrà il concerto di tutte le bande partecipanti. Il raduno culminerà, alle 17.00, con il grande spettacolo conclusivo delle bande al Teatro Mancinelli, e la premiazione di tutte le realtà intervenute. Tutti gli spettacoli saranno ad ingresso libero.

Mi preme in particolare evidenziare in questo evento – ha detto il presidente di Ancescao nazionale, Esarmo Righini – il fatto che siano presenti bande e borali da tutta l’Italia, e che sia la magnifica cornice storica della bellissima Orvieto e del famoso Teatro Mancinelli ad ospitarle. Queste realtà musicali sono istituzioni le cui radici affondano nel cuore e nella cultura, realtà di tutta la nazione e che ci raccontano la storia dell’Italia attraverso quella dei piccoli paesi e delle città di cui sono simbolo, testimoni delle diverse identità. I centri Ancescao, presenti a questa bellissima manifestazione insieme ad altre importanti realtà locali, testimoniano quanto fare musica in forme collettive e condivise rappresenti una funzione sociale preziosa, veicoli messaggi e valori di coesione sociale di cui, come Ancescao siamo portatori e promotori”.

Saranno due bellissime giornate per Orvieto – ha sottolineato il presidente di Ancescao Umbria, Massimo Ciotti – un nuovo appuntamento che  rafforza il calendario degli eventi musicali nella nostra città e che conferma anche la sua lunga tradizione musicale. La filarmonica a Orvieto esiste dal 1846, nel 2026 festeggerà 180 anni di storia, e nel corso degli anni è diventato non solo un luogo dove fare musica ma anche un momento di socializzazione tra generazioni diverse. Ringrazio il sindaco e il Comune di Orvieto che anche in questa occasione hanno dimostrato attenzione e supporto alla banda della città”.

Il sindaco di Orvieto ha ringraziato Ancescao per il privilegio e l’onore dato alla città di ospitare la prima edizione di questa manifestazione a carattere nazionale che dal Trentino alla Sicilia mette in vetrina una parte importante della tradizione e della cultura popolare italiana. Ha poi evidenziato il grande valore del ruolo sociale, oltre che musicale, che bande e cori svolgono nelle comunità con l’obiettivo di trasferire esperienze e tradizioni alle nuove generazioni. Orvieto ne è un esempio con il progetto Sarabanda che in questi anni ha avvicinato tanti giovanissimi musicisti. Ancescao nazionale, dal 1990, persegue, senza alcun fine di lucro, finalità di utilità e solidarietà sociale in favore dei suoi 290.000 iscritti e per le tante comunità in cui è presente. In particolare, attraverso oltre 1.300 centri diffusi su tutto il territorio nazionale, sostiene gli anziani a vincere la solitudine e a combattere l’emarginazione proprie della Terza Età, attraverso la realizzazione di iniziative di carattere sociale, ludico e culturale, tra cui appunto attività di musica d’ascolto, e la partecipazione ad attività di bande e cori, abitualmente promosse in collaborazione gli enti locali e i soggetti pubblici e privati attivi sul territorio.

Info e programma completo su www.ancescao.it




Marella Pappalardo, Proposta Civica, “Sulla proposta teatrale della stagione 2024/2025 e su un progetto culturale che non c’è”

di: Marella Pappalardo -Proposta Civica per Orvieto

Leggiamo con piacere la notizia che il Teatro Mancinelli fa il pieno di abbonati con la nuova stagione “Protagonisti” e sinceramente siamo contenti che riesca ad intercettare “una platea sempre più ampia” “che dimostra quanto il teatro sia un momento significativo di scoperta, condivisione e arricchimento”.

Questo successo e questa crescita degli abbonamenti tuttavia non hanno niente a che fare con un progetto culturale legato ai nostri figli, se parliamo di un teatro che intercetti i giovani, li educhi gradualmente al genere teatrale e offra loro una vasta gamma di proposte formative che li prepari a diventare il pubblico di domani.

Dispiace che ai vertici della politica cittadina non si consideri il bisogno di tutta la realtà scolastica orvietana di grandi testi classici, veicolati dal teatro e dispiace che non si investa su questi spettacoli, certamente più costosi, ma la cultura è un valore che chiede risorse e chi ha una funzione pubblica deve trovarle. I giovani di cui si parla tanto sono invece gli ultimi di cui ci si ricorda. Anche quest’anno non ci sono significative proposte utili ad una «didattica» del teatro di cui si avvaleva la scuola per educare i ragazzi a quel mondo e al suo linguaggio. Ci sono state in passato occasioni formative interessanti, per esempio numerosi incontri per gli studenti per riflettere sul valore della legalità e sulla storia del Novecento oppure, sempre di mattina, a teatro, spettacoli dedicati esclusivamente agli studenti delle scuole orvietane.

Dispiace ricordare che nella stagione teatrale 2019/2020 le matinée per le scuole (di vario ordine e grado) erano quattro e comprendevano giornate dedicate alla Memoria (Teatro della Memoria) e che il Teatro Mancinelli era sempre pieno.

Da qualche anno a questa parte sembra ci sia stata un’inversione di marcia. Tranne un’opera di Shakespeare Molto rumore per nulla e l’adattamento teatrale di un racconto di Gogol Diario di un pazzo, dei quali ci risulta non siano previste matinée per le scuole, il nostro cartellone ci proietta in un teatro che strizza l’occhio alla televisione e che intercetta gli spettatori evocando serie cult o che dà largo spazio ad un teatro amatoriale locale, di un dilettantismo di qualità per il consenso del solito sicuro pubblico pagante. Non c’è bisogno di scorrere l’offerta del Teatro Quirino Vittorio Gassman o del Teatro Argentina di Roma, realtà certo forti di risorse economiche,  per notare la presenza di proposte rivolte anche ai giovani studenti: basta visionare il cartellone del Teatro dell’Unione di Viterbo che presenta la nuova stagione con le chiare, condivisibili e impegnate motivazioni dell’Assessore alla Cultura,  per renderci conto della distonia dell’offerta del nostro Mancinelli “in previsione di un rinnovamento di pubblico e di coinvolgimento di giovani”. Una stagione (quella del Teatro viterbese), immaginata come un viaggio attraverso capolavori immortali della drammaturgia classica passando per le espressioni più interessanti del contemporaneo.

Un’altra perdita di tempo per Orvieto di cui importa poco, ma che illumina sul progetto culturale a lungo termine, che è un non-progetto, perché non c’è.

È un dato nazionale che i teatri siano sempre più vuoti e i cinema sempre meno frequentati, che ai concerti vi siano solo stranieri e signore di mezza età. Non è tuttavia un processo fatale causato da «i tempi che cambiano, non è solo «colpa delle nuove tecnologie». I giovani disertano teatri, cinema e concerti perché non liconoscono, quindi non imparano ad amarli e pensano che siano roba per vecchi. È responsabilità degli adulti, dei professionisti, degli «addetti ai lavori» preparare le nuove generazioni perché conoscano e poi, scelgano. La scuola ha questo compito, schiacciata ultimamente da vuoti valoriali inimmaginabili, ma deve essere sostenuta dall’esterno.

Per i ragazzi entrare in un teatro ed ascoltare il testo teatrale interpretato lì, fisicamente, senza il solo libro sul banco è un’esperienza così straordinaria che anche loro vorrebbero essere lì, sul palcoscenico e avere un ruolo e non essere più invisibili…Quanto teatro infatti si organizza per il suo potente valore terapeutico in luoghi di reclusione, di recupero dalle dipendenze o in situazioni di disagio e di solitudine. E il teatro che libera, il teatro che permette di sognare, di essere e di dire tante cose non è un luogo per vecchi! È nostra responsabilità educare al linguaggio teatrale, ma si deve cominciare dalla grammatica, dal testo letterario per essere capaci di godere di altre proposte contemporanee. I ragazzi hanno bisogno di questo e le matinée per le scuole servono a questo scopo, non c’è tempo per un teatro solo di intrattenimento.

Teatro, Musica, Concerti: è necessario   sensibilizzare la città ai beni e alle attività culturali, partendo dalle scuole e dai più giovani, giovani che tuttavia non vivono il centro cittadino e i luoghi della cultura, a causa dello scarso collegamento tra la Città e il territorio circostante.

Ci sembra incredibile che si finga di ignorare che la città si svuoti nel pomeriggio di gran parte dei giovani studenti pendolari che non hanno modo di partecipare ad attività pomeridiane che superino le ore 16.30. Anche le buone proposte della Nuova Biblioteca Pubblica, tra cui un’interessante mini rassegna cinematografica, sembrano tener conto solo in parte del problema insormontabile dei collegamenti con i paesi limitrofi.

Non c’è più tempo per i nostri ragazzi pendolari che rientrano dopo la scuola nei loro borghi dove a volte hanno solo un bar, abbiamo bisogno delle matinée per insegnare loro quanti linguaggi belli esistono e a quante meraviglie potrebbero dedicarsi e appassionarsi anche loro. Dispiace anche che sia rimasto inascoltato un progetto interessante (e a costo quasi zero) di formazione di una Compagnia di Teatro Stabile dei Giovani di Orvieto, patrocinata dal Comune, che avrebbe dato un ruolo attivo a molti ragazzi e portato il nome della nostra città oltre i limiti della rupe.




La Cgil, “il consultorio di Orvieto è ancora senza un ginecologo a tempo pieno. Le donne devono essere libere di scegliere”

Fonte: Spi e Fp Cgil

Da ottobre 2023 il Consultorio di Orvieto è senza ginecologo, lo Spi Cgil e la Fp Cgil lo denunciavano in un comunicato stampa già lo scorso mese  di marzo. “Per vie informali era stato assicurato che entro giugno la situazione si sarebbe risolta in quanto era stato indetto un avviso – spiegano dal sindacato – ma giugno è passato e il ginecologo non è arrivato. La soluzione individuata dall’Azienda è stata quella di fare un contratto ad un ginecologo obiettore appena andato in pensione, che per tre mattine al mese presta servizio al Consultorio. Soluzione assolutamente inadeguata e anche penalizzante per il territorio orvietano”. Spi e Fp Cgil ricordano che il Tar del Lazio, con la sentenza 8990 del 2016, ha sancito inderogabilmente che i ginecologi che operano nei Consultori non possono essere obiettori, perché si deve garantire alle donne il diritto di essere seguite ed informate in maniera scevra da ogni pregiudizio nel percorso che devono scegliere liberamente, inoltre i ginecologi che operano nei Consultori non possono opporsi alla prescrizione dei contraccettivi, compresi quelli di emergenza.

“Il Consultorio di Orvieto deve essere dotato di un ginecologo a tempo pieno – affermano dal sindacato – che non sia obiettore, che sappia e voglia accompagnare le donne nel percorso di consapevolezza della propria salute sessuale e le coppie a scelte consapevoli. La scelta fatta dalla Direzione mette a rischio l’applicazione della legge 194: una donna che si reca al Consultorio di Orvieto per una IVG viene dirottata in Ospedale anche per una semplice certificazione. Anche questo è di fatto un ostacolo a un diritto e non si garantisce l’accesso a un servizio sanitario che dovrebbe essere sicuro e tutelato”.

“Ci chiediamo come sia possibile che la direzione del Distretto e la direzione aziendale non siano state in grado di individuare una diversa organizzazione – continuano Spi e Fp Cgil – Questa promiscuità di funzioni tra ospedale e consultorio appartiene alla stessa politica che si sta attuando in tutta la Sanità: tagliamo questo, accorpiamo quest’altro, priviamo piano piano le persone dei loro diritti. Siamo qui a ricordare che la legge 194 è una legge dello Stato Italiano – insistono Spi Cgil e Fp Cgil – invitiamo a leggere almeno i primi 5 articoli per comprendere che è già tutto scritto, che non si tratta di una legge che sponsorizza l’aborto, ma che tutela le donne e riconosce ad ognuna la libertà di scelta e la possibilità di interrompere una gravidanza senza dover ricorrere alle pratiche mediche clandestine. Il sopruso sulle donne passa anche attraverso la negazione del libero accesso all’aborto e allo smantellamento di quei luoghi, come i consultori, garanti della dignità e della riservatezza delle donne. I dati nazionali registrano una netta diminuzione degli aborti negli ultimi anni grazie all’educazione alla sessualità e alla procreazione consapevole svolta dagli operatori sanitari del consultorio”.

“Come al solito la storia tristemente si ripete: tutti vogliono decidere e dire alle donne cosa è giusto fare, ma ribadiamo ancora che le donne devono essere libere di scegliere, loro devono avere l’ultima e definitiva parola su questa scelta. È dovere dello Stato e delle sue istituzioni sanitarie garantire a tutte le donne la possibilità di essere informate e supportate nelle loro scelte qualsiasi esse siano”, concludono Spi e Fp Cgil. 




L’assessorato ai lavori pubblici e patrimonio risponde all’interrogazione della consigliera Palazzetti sulla Chiesa di San Francesco

 L’assessorato ai Lavori pubblici e Patrimonio del Comune di Orvieto ha diffuso la replica all’interrogazione a risposta scritta avente oggetto “Chiesa di San Francesco – Stato attuale e piani futuri” presentata dal consigliere comunale Roberta Palazzetti (Proposta Civica).

“La chiesa di San Francesco – si legge – è di proprietà del Comune di Orvieto e risulta ancora consacrata. La struttura è stata dichiarata inagibile in seguito al sisma dell’ottobre 2016 e all’esito dei rilievi effettuati il 12 gennaio 2017 dai tecnici del Gruppo di lavoro per la salvaguardia e la prevenzione dei beni culturali dai rischi naturali del Dipartimento della Protezione civile e del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Il 29 agosto 2024, in seguito alla segnalazione da parte di un cittadino, i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Terni, alla presenza di un rappresentante della Polizia locale di Orvieto e di un funzionario dell’Ufficio Tecnico del Comune di Orvieto, hanno effettuato un’ispezione esterna della chiesa di San Francesco riscontrando l’aggravamento di una lesione preesistente a carico dell’architrave lapideo del portale di ingresso al lato sinistro della chiesa. Dai successivi approfondimenti effettuati dall’Ufficio Tecnico e dai confronti con il materiale fotografico presente in archivio, è tuttavia emerso che non c’è stato alcun aggravamento della lesione e lo stato risulta essere quello riscontrato nel 2016. In via cautelativa si è comunque deciso di puntellare con opere provvisionali la parte in questione”. 

“Il 28 luglio 2021 – continua – il Comune di Orvieto ha risposto al Censimento e stima del danno delle opere pubbliche danneggiate dal sisma del Centro Italia effettuato dal Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016 con una proposta progettuale per il consolidamento e restauro della chiesa di San Francesco contenente l’elenco degli interventi e la stima dei costi, quantificati in 2.2 milioni di euro, ‘per il ripristino della piena agibilità dell’edificio al fine di salvaguardare il bene monumentale e il suo contenuto’. Nell’ambito dello stesso censimento è stata presentata analoga proposta progettuale per il consolidamento e restauro della chiesa di San Lorenzo in Vineis presso il cimitero monumentale di Orvieto. In seguito a questo, con ordinanza n. 129 del 13 dicembre 2022, il Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016 ha approvato il Programma straordinario di Rigenerazione Urbana connessa al sisma e del Nuovo Piano di ricostruzione di altre opere pubbliche per le Regioni Abruzzo, Lazio e Umbria. Il Comune di Orvieto è risultato beneficiario di un finanziamento di 1.5 milioni di euro per il consolidamento e restauro del complesso di San Lorenzo in Vineis nel cimitero monumentale di Orvieto”.

“Nel marzo 2023 – prosegue la nota – l’assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Orvieto ha nuovamente posto all’attenzione della Regione Umbria la necessità di dare seguito alla richiesta di finanziamento degli interventi anche per la chiesa di San Francesco. Ne sono seguiti contatti e interlocuzioni, anche recentissimi, con l’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria dai quali è emersa la possibilità che il piano sarà rifinanziato a breve e pertanto il Comune di Orvieto reitererà la richiesta. Nel corso degli anni sono stati effettuati degli interventi di manutenzione per evitare che i piccioni potessero entrare all’interno della chiesa ma malgrado questo i volatili trovano ancora il modo di introdursi nell’edificio“.

“Riguardo alle opere d’arte contenute nella chiesa – è scritto – le più importanti sono state da tempo trasferite e messe in sicurezza. Tra queste, il Crocifisso medievale risalente alla metà del 14esimo secolo attribuito al Maestro Sottile, a seguito del restauro finanziato interamente dal Comune di Orvieto, è stato posizionato presso la Galleria Sovena della Nuova Biblioteca pubblica Luigi Fumi, la tela seicentesca della Dedicazione della città di Orvieto alla Madonna con Santa Lucia e San Giuseppe intercessori si trova nella Sala Unità d’Italia del Comune di Orvieto. Altri cinque dipinti, di cui tre di Cesare Nebbia, peraltro utilizzati nel 2018 in occasione di una mostra per il IV centenario della morte di Ippolito Scalza, sono conservati presso la Chiesa dei Santi Apostoli. L’affresco di Pietro di Puccio infine è stato oggetto negli anni scorsi di interventi di consolidamento“.




Convegno Fidapa a Orvieto: “Oltre le barriere… verso una cultura dell’Inclusione”

Venerdì 11 ottobre 2024, dalle ore 16:00, presso la Sala Digipass della Nuova Biblioteca “L. Fumi” in Piazza Febei n.1 a Orvieto, si terrà il convegno dal titolo “Oltre le barriere…verso una cultura dell’INCLUSIONE attraverso un approccio multidisciplinare, confronto e sperimentazione, UNIVERSAL DESIGN”, organizzato dalla Sezione di Orvieto di Fidapa BPW Italy. L’evento è realizzato in collaborazione con l’Ordine e la Fondazione degli Architetti PPC della Provincia di Terni e si propone di esplorare le opportunità e le sfide per la creazione di una società inclusiva.

Il convegno vedrà la partecipazione di prestigiosi professionisti ed esperti provenienti da diverse parti d’Italia, pronti a discutere l’importanza del design universale nel trasformare gli spazi e renderli accessibili a tutti. L’obiettivo principale è quello di ispirare un cambiamento culturale che superi le barriere, non solo fisiche ma anche mentali, e promuova un ambiente in cui ogni individuo possa esprimere pienamente il proprio potenziale.

Questo evento prosegue l’impegno della Sezione locale di Fidapa BPW Italy nel promuovere una cultura inclusiva, mettendo al centro l’individuo e le sue esigenze. La Fidapa, quale movimento di pensiero, promuove momenti di informazione e formazione volti a valorizzare il benessere delle persone e studiare strategie per abbattere le barriere esistenti. Tra i momenti più attesi del convegno, sarà possibile partecipare a simulazioni che permetteranno ai presenti di sperimentare situazioni di difficoltà attraverso la limitazione temporanea della vista o della mobilità, favorendo una comprensione più profonda delle sfide quotidiane che affrontano le persone con disabilità. Tra i partecipanti di rilievo, è previsto un intervento in collegamento della Presidente dell’Osservatorio Regionale Umbria per le persone con disabilità e la presenza del Garante per i diritti delle persone con disabilità della Regione Umbria. Saranno inoltre coinvolte AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti), la Ponte Giulio S.p.a. (azienda leader nel design inclusivo) e Exilà Expertise per l’accessibilità.

L’evento ha ottenuto numerosi patrocini e offrirà crediti formativi per gli architetti che vi parteciperanno. Tutta la cittadinanza è invitata a prendere parte al convegno, che rappresenta un’importante occasione di sensibilizzazione e confronto su un tema cruciale per il futuro delle nostre comunità.