Fulmine danneggia l’illuminazione pubblica a Sferracavallo e Ciconia, tecnici a lavoro per riparare i guasti

I temporali e gli eventi atmosferici degli ultimi giorni hanno creato problemi al funzionamento dell’illuminazione pubblica del Comune di Orvieto.

Nello specifico, secondo quanto rilevato dalle verifiche effettuate da Hera Luce che gestisce gli impianti di tutto il territorio comunale ad eccezione del centro storico, la caduta di un fulmine nei pressi della rotatoria di Sferracavallo ha causato la rottura di diversi corpi illuminanti. La stessa situazione è stata successivamente riscontrata anche a Ciconia nella zona compresa tra ponte Pertini e La Svolta. Sono in corso gli accertamenti da parte dei tecnici di Hera Luce per valutare la rilevanza dei danni e le modalità di ripristino.

Malfunzionamenti si sono registrati anche nel centro storico di Orvieto, in particolare nella zona di via Duomo, per cui si sta verificando l’origine del guasto.




Umbria: un sostegno concreto agli agricoltori colpiti dalla siccità

La Giunta Regionale dell’Umbria ha varato un importante provvedimento a sostegno delle aziende agricole umbre, duramente colpite dalla prolungata siccità che ha caratterizzato l’estate del 2024. Grazie all’iniziativa dell’Assessore Roberto Morroni, le aziende agricole potranno beneficiare di una maggiorazione dell’80% della quantità di carburante agricolo ad accisa agevolata destinato all’irrigazione. Le elevate temperature e la scarsità di precipitazioni hanno messo a dura prova il settore agricolo regionale, incrementando in modo esponenziale il fabbisogno di acqua per l’irrigazione. La misura approvata dalla Giunta rappresenta una risposta concreta a questa emergenza, offrendo un sostegno economico alle imprese agricole e mitigando gli impatti negativi della siccità sulla produzione agricola.

Il provvedimento si rivolge a tutte le aziende agricole umbre che già usufruiscono del carburante agricolo agevolato per l’irrigazione. Le richieste di maggiorazione dovranno essere presentate attraverso la piattaforma digitale GARI, nella sezione dedicata all’UMA. È importante sottolineare che la misura sarà attuabile nel rispetto dei quantitativi idrici consentiti, al fine di garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche. “Questo provvedimento – ha dichiarato l’Assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Roberto Morroni – vuole assicurare alle aziende agricole la possibilità di fronteggiare efficacemente la crisi idrica e di continuare le loro attività, contribuendo così alla salvaguardia del settore. Siamo consapevoli delle difficoltà che gli agricoltori stanno affrontando e abbiamo voluto mettere in campo tutte le misure necessarie per aiutarli a superare questo momento difficile”.




Distretto sanitario e ospedale, l’integrazione dei servizi è una soluzione pasticciata che anticipa l’accorpamento previsto nel PSR

La polemica sulla raccolta firme per salvare il Distretto sanitario di Orvieto si è alzata troppo nei toni e la colpa non è certo di chi ha intenzione di salvare un pezzetto di autonomia decisionale di Orvieto e del suo territorio.  Si è aperta la campagna elettorale per le regionali e l’inizio è già piuttosto violento, altro che “Cavaliere pallido”.  Prima di tutto ricordiamo cosa prevede la legge che istituisce i Distretti perché da qui si deve assolutamente iniziare.

1. Il Distretto e’ una struttura dell’Azienda USL finalizzata a realizzare nel territorio un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi che erogano le prestazioni sanitarie e tra questi e i servizi socio-assistenziali, in modo da consentire una risposta coordinata e continuativa ai bisogni sanitari della popolazione.

 2. Il Distretto ha i seguenti compiti:

   a) gestisce e coordina i servizi ubicati nel territorio di competenza e destinati all’assistenza sanitaria di base e specialistica di primo livello;

   b) organizza l’accesso dei cittadini residenti ad altre strutture e presidi;

   c) assicura anche attraverso i medici e i pediatri di medicina territoriale un efficace filtro della domanda socio sanitaria e promuove la continuita’ terapeutica tra i diversi luoghi di trattamento;

   d) indirizza e coordina il ricorso all’assistenza ospedaliera, all’assistenza sanitaria residenziale anche presso le RSA, all’assistenza specialistica e all’assistenza protesica e termale;

   e) funge da centro regolatore per le prestazioni erogate dalle proprie unita’ operative residenti ed itineranti nonche’ dalle strutture delle altre Aziende sanitarie, delle istituzioni sanitarie pubbliche, delle istituzioni sanitarie private accreditate, dei professionisti accreditati o convenzionati.

  3. Spetta in particolare al Distretto l’esercizio delle seguenti funzioni e attivita’:

   a) assistenza sanitaria di base nei settori della:

    1) medicina generale e specialistica pediatrica ambulatoriale e domiciliare;

    2) assistenza infermieristica ambulatoriale e domiciliare;

    3) assistenza consultoriale;

    4) assistenza domiciliare integrata;

    5) assistenza residenziale e semiresidenziale;

    6) educazione sanitaria;

   b)  assistenza sanitaria specialistica territoriale nei settori della:

    1) assistenza specialistica ambulatoriale e domiciliare;

    2) integrazione con la specialistica ospedaliera;

   c) assistenza sociale di base nei settori:

    1) attivita’ sociale a rilievo sanitario;

    2) tutte le attivita’ delegate dai Comuni;

   d)  attivita’ amministrativa nel settore dell’informazione, prenotazione e assistenza amministrativa per l’utilizzazione dei servizi sanitari e sociali.

  4. Il Distretto e’ l’area di riferimento delle attivita’ collegate all’attuazione dei progetti obiettivo e delle azioni programmate che si realizzano e si coordinano prevalentemente nel territorio, e in particolare quelle relative alla:

   a) tutela della salute degli anziani;

   b) tutela e assistenza materno-infantile;

   c)  prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione, integrazione sociale delle persone handicappate secondo le modalita’ previste dalla L.R.  4 giugno 1996, n. 18;

   d) prevenzione, cura e recupero psico-fisico dei tossico-dipendenti.

  5.  Allo svolgimento delle attivita’ e delle prestazioni del Distretto partecipano medici di medicina generale e pediatri convenzionati in attivita’ e prestazioni secondo quanto previsto negli accordi a livello regionale e nazionale. Compatibilmente con la disponibilita’ degli spazi necessari, l’Azienda USL promuove e favorisce, su domanda degli interessati, la collocazione degli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri

convenzionati all’interno delle strutture distrettuali.

  6. Al Distretto e’ preposto un responsabile, nominato dal Direttore generale dell’Azienda USL su proposta congiunta del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo, scelto fra il personale del ruolo sanitario, preferibilmente medico, dell’Azienda USL avente qualifica dirigenziale.

  7. Al Responsabile del distretto spetta la gestione delle quote di bilancio e la direzione del personale assegnato al Distretto, ai fini del raggiungimento dei prefissati obiettivi qualitativi e quantitativi relativamente all’esercizio delle funzioni di cui al comma 2.

  8.  La Giunta regionale definisce linee-guida in ordine alle modalita’ di raccordo e di collaborazione tra Distretti e ospedale, tra Distretti e Dipartimento di prevenzione, nonche’ alle modalita’ organizzative delle prestazioni da erogare a livello di USL, salvaguardando la continuita’ terapeutica.

Solo conscendo la legge istitutiva si può iniziare una riflessione seria, magari non condivisibile ma concreta.  Il Distretto ha dei compiti chiari e importantissimi che esulano dalla parte ospedaliera o meglio viaggiano in parallelo incrociandosi per le esigenze di cura dei cittadini.  L’eventuale integrazione, a parte che non ci sembra prevista dalla legge nazionale, non assicura un migliore servizio, anzi.

Il Distretto ha un ruolo centrale e fondamentale in tutto il mondo complesso della medicina territoriale a tutto tondo e di collegamento tra questa e l’ospedale di riferimento.  Con l’integrazione, uscita un po’ come il classico coniglio dal cilindro, in pratica funzioni e settori diversi vengono posti sotto il controllo di un’unica persona.  Quasi sempre, poi, unificare è il passo precedente alla chiusura o all’accorpamento.  Capiamo che la parola “chiusura” faccia venire l’orticaria a chi governa ma è questo quello che è scritto nel PSR approvato ma ancora non votato in consiglio regionale.  Nel momento in cui un Distretto viene accorpato con un altro significa che viene chiuso.  E’ inutile girarci intorno.  Non è una questione di lana caprina ma anche e soprattutto di importanza nella geografia sanitaria umbra di Orvieto e di forza economica. 

Già, avere il centro decisionale sotto casa significa avere un confronto diretto, veloce con la controparte.  Con o spostamento a terni Orvieto perde un altro pezzo importante di autonomia.  L’integrazione prevista, perché non vi è ancora alcun documento ufficiale, è un po’ il mettere insieme controllato e controllore, settori diversi.  In realtà non si è mai voluto separare veramente la medicina di territorio e quella ambulatoriale dall’ospedale.  Questo ha causato negli anni un lento ma inesorabile scollamento tra le due parti e un depotenziamento de facto del nosocomio che è visto dalla cittadinanza come il poliambulatorio e luogo delle visite specialistiche e poi di cura mentre dovrebbe essere l’esatto contrario.

L’altro capitolo delicato riguarda il lato economico.  Al Distretto vengono assegnati dei fondi da investire sul territorio.  Domani cosa succederà?  Sia l’integrazione che l’accorpamento renderanno molto più difficile la lettura dei dati e degli investimenti.  Di più, con lo spostamento a Terni l’annacquamento sarebbe definitivo.  Non ci sarà modo di capire come e dove verranno spesi i soldi per la sanità.  Amen!

Chi scrive non fa parte del Comitato ma ha firmato la petizione perché la città non può assolutamente permettersi un nuovo arretramento nelle gerarchie sanitarie dopo la scellerata scelta di accorpare, verbo ricorrente, la Usl con quella di Terni.  Da lì è partita la débâcle della sanità orvietana e non solo. 

Basta con il girarsi indietro per ricercare il colpevole.  I servizi servono oggi e non domani o dopodomani…




I dati sul turismo devono essere letti bene e allora si scopre che i mesi estivi non sono stati eccellenti e Orvieto cresce meno della media umbra

Ma davvero il turismo ad Orvieto sta andando bene?

Dopo gli annunci strabilianti della nostra Sindaca sui dati del turismo ad Orvieto nel 2024, molti orvietani, commercianti e operatori del settore, si sono stupiti: non è certo un clima di crescita quella che gli incassi registrano nelle varie attività economiche. Insomma solita propaganda e solito sarcasmo? Cerchiamo di vederci chiaro.

La spiegazione non è difficile, e purtroppo non è nuova. Quello che genera ricchezza dal turismo e quindi porta valore alla città è l’andamento degli arrivi e delle presenze turistiche in tutto l’orvietano (che poi vengono ad Orvieto) e la composizione di chi viene, con una chiara spesa pro capite maggiore per gli stranieri.

Purtroppo i dati del turismo nell’orvietano non sono buoni: crescita modesta e ben al di sotto dell’Umbria, mancanza di ripresa piena dopo la pandemia, trend decisamente negativo negli ultimi mesi e una forte riduzione di attrattività per turisti stranieri. Non lo dico io ma le statistiche ufficiali regionali che coprono i primi 7 mesi del 2024, cioè fino a Luglio. 

https://www.regione.umbria.it/documents/18/25947757/Movimento+Comprensoriale+7mesi+2024-23-22-19/9e08a06f-38f6-453a-b9b7-d837e7a30989)

Ecco cosa ci dicono i dati.

  • Il comprensorio dell’orvietano continua a crescere poco, molto meno dell’Umbria. Nei primi 7 mesi dell’anno sono arrivati nell’orvietano 110,500 turisti: sono 1700 in più dello scorso anno (+1,5%), ma 10 mila in meno del 2019. A questo ritmo ci vorranno altri 6 anni per recuperare i livelli pre-Covid. L’Umbria invece ha accresciuto di 85 mila il numero degli arrivi in questi 7 mesi (+5,2%), ma soprattutto registra 150 mila turisti in più rispetto alla pre pandemia. Insomma Orvieto spende tanto, ha una posizione invidiabile ma non recupera.

  • La situazione peggiora di mese in mese.  I dati dei primi sette mesi del 2024 sono ancora positivi perché’ il primo trimestre è stato eccellente. Ma come avevo già detto e scritto, una buona parte della crescita era dovuta alla cadenza di festività e ponti tra gennaio e marzo. Così a fronte di modeste crescite nei 7 mesi gli ultimi sono stati pessimi.  In luglio (ultimo mese disponibile) il crollo: arrivi di turisti nell’orvietano calati del 9% rispetto all’anno precedente, permanenze calate del 10,6%. Speriamo tutti in una ripresa nei prossimi mesi, ma difficile da prevedere.

  • Se poi guardiamo la composizione di chi arriva aggiungiamo l’ultimo tassello del puzzle.  I turisti stranieri sono sempre stati un punto di forza per l’orvietano, rappresentando un 40% del totale, ben al di sopra della media regionale. Ovviamente siamo aiutati dalla nostra posizione, tra Roma e Firenze, a un centinaio di chilometri dallo scalo di Fiumicino.  Ebbene, anche su questo fronte siamo rimasti indietro. Nel 2024 abbiamo aumentato gli arrivi di stranieri del +3,3%, ben al di sotto della crescita regionale dell’11,2% e del boom di arrivi in Italia.   Ma va sottolineato che questa ripresa è ben poco se comparata al passato. Dal 2019 infatti abbiamo perso 1 straniero su 4!  Insomma stranieri nell’orvietano in calo del 25% mentre la regione Umbria cresceva del 7,5%.

  • Per chiudere in positivo, è vero che registriamo una crescita della permanenza media (2,43 giorni) ma siamo comunque sotto la media dell’Umbria.  Il dato è incoraggiante anche se aiutato dalla prevalenza ad Orvieto di strutture extra alberghiere che per costo e natura tendono ad avere soggiorni più lunghi.

Ma i numeri non sono tutto. Ci danno un dato obiettivo e riscontrabile, ma non ci danno le ragioni né le soluzioni ai problemi. Per farlo noi orvietani dobbiamo porci le giuste domande, mettendoci nei panni di chi visita questa città.

Che accoglienza diamo ai turisti? È facile raggiungere Orvieto e girarlo a piedi o in auto? Non abbiamo un sistema di segnalazioni valide di parcheggi e di viabilità. Quante volte troviamo turisti spaesati passare per il Corso in macchina o chiedere del Duomo. Per non parlare della difficoltà di girare in zone e in ore dribblando macchine e furgoni.

Che cosa offriamo al turista? Il Duomo, il Pozzo di San Patrizio e della Cava, abbastanza per passare una giornata. E il resto? Molti dei nostri capolavori, anche inseriti nelle guide, sono inaccessibili o non valorizzati. Parliamo della Chiesa di San Francesco o dello stupendo quartiere medievale e di San Giovenale. In che stato è la città intera? Verde trascurato, giro della Rupe con scarsa manutenzione, immondizia da raccogliere sul Corso la sera. Quali eventi unici per attirare la loro presenza e permanenza? Orvieto Sound Festival? E quale promozione vera del nostro intero territorio? Quanti arrivano e si fermano per il Fanum? Quanti per i nostri musei?

Insomma se vogliamo davvero che il turismo e il valore economico del turismo continui ad alimentare Orvieto non possiamo vivere di spot. Dobbiamo risolvere uno ad uno i problemi e creare una politica dei fatti che faccia di Orvieto una città da amare. Anche per i turisti.




Cosp a Fratelli d’Italia, “accuse e insulti non ci fermano, avanti con le firme contro l’accorpamento del Distretto come previsto dal Piano Sanitario Regionale”

Fonte: Comitato Orvietano per la Salute Pubblica

Come Comitato Orvietano per la Salute Pubblica, intendiamo replicare con fermezza alle gravi accuse e agli insulti contenuti nel recente comunicato di Fratelli d’Italia. Siamo costretti a rigettare categoricamente le insinuazioni volte a screditare la nostra iniziativa e a diffamare i cittadini che, con spirito civico e preoccupazione autentica per il presente ed il futuro della nostra sanità locale, hanno deciso di sostenere la nostra petizione.  Il nostro Comitato non è affatto un “improvvisato gruppo di tribuni” come insinuato nel comunicato, né la nostra petizione è basata su falsità o su strumentalizzazioni politiche.   Al contrario, la nostra azione si fonda su fatti concreti e documentati, in particolare sul Piano Sanitario Regionale approvato dall’attuale Giunta Regionale dell’Umbria. Tale Piano, che non può essere liquidato come semplice frutto di “bugie”, prevede chiaramente l’accorpamento del Distretto Sanitario di Orvieto con quelli di Narni-Amelia e di Terni, come già riportato e discusso nei canali ufficiali e pubblici.

L’accusa secondo cui avremmo “indotto panico e allarme” tra i cittadini, diffondendo falsità riguardo la chiusura dell’Ospedale o del Distretto Sanitario, è priva di fondamento. Il nostro obiettivo è stato, e continua ad essere, quello di informare la popolazione sugli sviluppi che riguardano il loro diritto alla salute, un tema centrale e delicato che richiede trasparenza e dialogo, e stimolare una partecipazione diffusa a difesa di quest’ultimo. La nostra petizione, infatti, come facilmente rintracciabile nei materiali finora pubblicati e diffusi, non fa riferimento a chiusure, ma esprime una profonda opposizione alla proposta di accentramento delle risorse e delle direzioni sanitarie di territori vasti e diversi, con conseguente rischio di depotenziamento dei servizi locali: una questione che non solo crediamo legittima ma che pensiamo meriti ascolto e discussione. Riteniamo infatti che tale misura, lungi dal rappresentare un’inversione di tendenza, s’inserisca pienamente nel percorso di smantellamento della sanità pubblica territoriale portato avanti ormai da trent’anni, senza soluzione di continuità, dagli schieramenti politici oggi presenti nell’assemblea legislativa regionale e nazionale.

Riteniamo inoltre necessario chiarire che il progetto di accorpamento tra la direzione dell’Ospedale di Orvieto e del Distretto Sanitario di Orvieto, menzionato nel comunicato di Fratelli d’Italia, non è supportato al momento da alcun atto pubblico. Di fronte alla mancanza di una documentazione ufficiale che ne chiarisca finalità e modalità, il nostro Comitato ritiene opportuno non entrare nel merito della questione fino a quando non sarà presentato un atto ufficiale che ci permetta di valutarne con precisione gli effetti concreti sulla sanità territoriale.   Solo a quel punto saremo in grado di esprimere un giudizio ponderato ed informato su tale accorpamento. Il tono offensivo usato nel comunicato di Fratelli d’Italia, che si riferisce a noi come a una compagnia “pittoresca” e ci accusa di essere a servizio di interessi di partito, è inaccettabile e non risponde nel merito alle vere preoccupazioni sollevate.

Il nostro Comitato è composto da cittadini di diversa estrazione sociale e politica (come la storia, recente e meno recente, di ciascuno di noi testimonia) uniti unicamente dall’interesse comune di difendere il diritto ad una sanità pubblica ed universale degli abitanti di Orvieto e del suo territorio. Le insinuazioni riguardo alle nostre appartenenze o simpatie politiche passate e presenti non solo sono prive di rilevanza, ma distolgono l’attenzione dal punto centrale della questione: la tutela dei servizi sanitari pubblici. Vorremmo infine sottolineare che il dibattito sulla sanità pubblica dovrebbe essere improntato al rispetto reciproco e basato su fatti concreti, non su attacchi personali o denigrazioni.

Invitiamo pertanto Fratelli d’Italia e tutte le forze politiche a confrontarsi su questa importante tematica in modo costruttivo, mettendo al centro dell’attenzione il benessere della comunità e il miglioramento dei servizi sanitari territoriali, come dovrebbe essere in una democrazia matura e responsabile. La situazione drammatica in cui versa oggi il nostro Sistema Sanitario Nazionale e la nostra sanità regionale ha radici profonde e trasversali ai partiti politici oggi rappresentati in Consiglio Regionale: per questo, il nostro impegno non verrà meno all’indomani delle prossime elezioni regionali, a prescindere dal loro risultato.  Crediamo infatti che l’unico modo per invertire la rotta e ricostruire un sistema sanitario pubblico e universalista sia quello di tornare a mobilitiare la cittadinanza a difesa del suo sacrosanto diritto ad una salute, che non lasci nessuno indietro e che permetta a tutti l’accesso a cure tempestive, gratuite e di qualità.

Restiamo aperti al dialogo, ma ribadiamo che non arretreremo di fronte al nostro impegno per una sanità equa, accessibile e di qualità per tutti. Le nostre preoccupazioni sono reali e documentate, e continueremo a lavorare affinché i cittadini di Orvieto possano avere le risposte e le garanzie che meritano.




Il gruppo consiliare del PD sulle condizioni del cimitero, “non pensano ai vivi figuriamoci se pensano ai morti”

di: Stefano Biagioli, Cristina Croce, Federico Giovannini

Siamo andati a visitare il cimitero e noi del 49.16% confermiamo uno dato che è quello del forte stato di degrado. Piú che erba alta parleremmo di incuria completa, lapidi divelte, muri di confine cadenti. Il cimitero di Orvieto è un luogo della memoria per ognuno di noi e per la storia della nostra città. E, purtroppo, soffre della medesima incuria della città “dei vivi”.

Non avere rispetto per quel luogo significa non avere rispetto per ciò che siamo stati e per ciò che siamo. Le foto che alleghiamo danno benissimo il quadro della situazione al cimitero di Orvieto. In quel luogo ci sono i nostri cari. C’è chi ha operato nella città, chi ha creato e condiviso il nostro essere orvietani. Senza dubbio non è questo il modo in cui dovremmo ricordarli e rispettarli. Del resto, chi poco si occupa dei vivi perché dovrebbe occuparsi di chi non c’è più? Invitiamo la sindaca Tardani e la giunta a fornire quanto prima risposte alla cittadinanza rispetto a questa incuria. l’Orvieto di oggi e l’Orvieto “di ieri” non meritano questa situazione.

Sarebbe opportuno che chi gestisce lo stato del Cimitero di Orvieto dia delle opportune risposte.

Stefano Biagioli

Cristina Croce

Federico Giovannini




Lettera aperta sulla sicurezza idrogeologica alla Fontana del Leone e non solo

Siamo certi che la rupe di Orvieto sia al sicuro?

Negli anni ’80 e ’90 Orvieto è diventato un esempio nazionale ed europeo di come il patrimonio culturale ed ambientale possa essere tutelato, preservato, valorizzato e diventare una risorsa per lo sviluppo della città.  Lo Stato approvò una legge speciale e investì diversi miliardi di lire per i lavori di consolidamento del masso tufaceo e per la regimentazione delle acque alle pendici della rupe.   Questo ormai è il passato!

A 35 anni di distanza le pendici della rupe versano nel più totale abbandono.   Non esiste più dal 2008 il monitoraggio dei numerosi piezometri e inclinometri posti a guardia dei movimenti sotterranei delle acque. Lo stato di totale abbandono dei versanti di Orvieto ha determinato, oltre al proliferare di animali selvatici, anche una serie di frane che sono senza un reale controllo.  Abito in strada Fontana del Leone alle pendici della rupe.  L’incuria ha determinato la frana della storica Fontana del Leone nel più assoluto silenzio di chi doveva intervenire nonostante le tante sollecitazioni anche giornalistiche.  Da tempo tutto il versante è in totale abbandono. La vegetazione incolta ha invaso tutta l’area. Continui sono i crolli di piante che vengono soltanto rimosse dal piano stradale e accantonati sul ciglio.  Le erbacce e i crolli di massi tufacei invadono e coprono le cunette di scorrimento delle acque.

Nella mia proprietà, che è a ridosso del Fosso della Civetta, numerosi sono stati i monitoraggi attivati negli anni ‘80.   Attualmente questi presidi sono totalmente abbandonati, arrugginiti, aperti, non più attivi da anni.  Intanto dal maggio 2020, nei terreni a ridosso della mia abitazione ci sono stati degli affioramenti di acqua dal terreno. Molti annessi di mia proprietà sono stati lesionati.   Immediatamente interessai il Comune di Orvieto e la Regione Umbria.  Nel luglio 2020 appresi dalla stampa che un accordo di programma era stato firmato tra Regione Umbria e Comuni di Orvieto e Todi per la manutenzione e salvaguardia del Territorio.  Con la bomba d’acqua dell’agosto 2022, che ha interessato la mia abitazione, neanche la manutenzione ordinaria delle canalette sulla strada Fontana del Leone è stata effettuata.  I sanpietrini di Corso Cavour, spinti dalla furia dell’acqua dal centro storico a valle, sono ancora sul ciglio della strada. Le coperture delle canalette saltate giacciono ancora vicino la Fontana del Leone.  Sono rimaste totalmente inascoltate le mie richieste di intervento da parte dell’Amministrazione Comunale di Orvieto e dalla Regione Umbria.  Da pochi mesi gli affioramenti d’acqua riguardano anche la mia abitazione.

Come è possibile che lo Stato abbia speso miliardi di lire per un intervento che poi nell’arco di pochi anni è stato vanificato dalla mancanza di manutenzione e controllo?

Come possiamo essere sicuri che la nostra città, patrimonio culturale a livello mondiale sia al sicuro?

Cosa succede sotto il masso tufaceo?

Chi vigila sulla stabilità della Rupe?

Chi vigila sulla nostra città e da’ conto allo Stato, quindi a tutti noi, di come sono stati spesi i fondi investiti?

Chi mi tutela come cittadina visto che le mie denunce sono rimaste inascoltate?

Luisa Basili




Lunedì 9 settembre 2024:storia di un treno “fantasma”

Lunedì 9 settembre 2024. Sono tanti i pendolari del territorio orvietano che a dieci minuti dalle sei sono distribuiti lungo il binario 2 est in attesa della partenza dell’Intercity 598.  Cielo plumbeo. Aria comunque ovattata e fastidiosamente appiccicosa.  Ogni pendolare e ogni viaggiatore in generale, sogna di trovare, dopo la solita lunga e estenuante giornata lavorativa a oltre cento km di distanza da casa, quel treno intercity pronto su quel binario 2 est.  Già raggiungere quel binario dall’ingresso della stazione Termini costa sudore e fatica. Fatica amplificata dal viaggio di andata e dalle tante ore di lavoro.

Il treno sul binario a pochi minuti dalle sei ancora non c’è.  Non un buon segno.  All’improvviso la plumbea area dei binari est è rotta dal gracchiare dell’altoparlante che annuncia che il treno intercity 598 stasera partirà dal binario 15.  Come sovente accade in queste situazioni, si crea una spontanea marea umana che, imprecando e frettolosamente, si accalca lungo lo stretto percorso, causa eterni lavori, che porta dai binari est ai binari principali posti all’ingresso della stazione.  Alle sei e un po’ di minuti tutti in fila lungo il binario 15. Ma del famigerato intercity 598 non c’è traccia.

Alle 18e15, ora di partenza prefissata del treno, viene annunciato che partirà con 45 minuti di ritardo.  Solito scoramento.  Solite imprecazioni.  Solita rabbia e frustrazione.  Tanta amarezza e cupa rassegnazione su quei visi sfibrati da una dura giornata di lavoro.  Dopo dieci minuti il gracchiante annuncio riprende vita per annunciare che il treno intercity 598 partirà dal binario 2 est e non dal binario 15 “come precedentemente annunciato”.  Si riparte.

La solita onda di naufraghi disperati, frettolosamente, ripercorre il km che separa i binari principali dai binari uno e due est.  Tutti di nuovo appassionatamente assiepati lungo il binario.  Passano altri dieci minuti.  E il gracchiante altoparlante annuncia che stasera il treno 598 non partirà.  E’ stato soppresso.  Ciascuno pensa agli inutili km percorsi, come birilli, avanti e indietro tra binari principali e binari est. Con ulteriore beffa.

Sui terminali in stazione compare accanto al numero del treno 598 la dicitura “cancellato”.

Invece sul sito Trenitalia il treno 598 è regolarmente partito e viaggia in perfetto orario. Situazione Kafkiana. E sempre più drammatica e in stato di totale abbandono la condizione di vita dei pendolari, e viaggiatori in generale, del comprensorio orvietano.




Attacco frontale di Fratelli d’Italia al COSP, “non chiude l’ospedale nè il Distretto ma vengono integrati”

Fonte: Fratelli d’Italia Orvieto

In questi giorni una intrepida armata di improvvisati tribuni si diverte a scorrazzare per le vie di Orvieto e sui social, vendendo la propaganda di partito come notizia fondata, terrorizzando passanti e cittadini già in difficoltà e giustamente preoccupati per i disastri compiuti in regione sulla sanità da decenni di governo di una sinistra mandata a casa in anticipo, per uno scandalo chiamato in tutta Italia e nel mondo Sanitopoli. Costoro, per la giusta vergogna, cercano di girare in incognito, rifiutando di dire schiettamente ai cittadini chi sono i promotori del fantomatico comitato, che si riuniscono nella ex sede del PD di Sferracavallo, di proprietà di un’associazione le cui simpatie facilmente si arguiscono già dal nome. Recepiamo la voce di cittadini che hanno firmato petizioni con varie motivazioni, in preda al panico ed allarme indotto: “vogliono chiudere l’ospedale”, “per prenotare gli esami si dovrà andare a Terni”, “chiudono il distretto sanitario”, e via dicendo. Ovviamente bugie, che corrono tuttavia veloci sull’onda dell’emotività che sorge spontaneamente quando si tocca la pelle viva della gente, la salute degli individui.

Non staremo qui, in questa sede, a fare analisi politiche o a sciorinare dati, lo faremo a stretto giro, stiano tranquilli questi signori che si divertono a speculare sulla preoccupazione delle persone. Ribadiamo con forza che non chiuderà l’ospedale di Orvieto né il Distretto sanitario. E’ in programma un accorpamento delle due strutture, sotto un’unica direzione con sede ad Orvieto, scelta che Fratelli d’Italia condivide, e che sarà comunque meticolosamente seguita e valutata anche nelle sue fasi di attuazione.

Per quale motivo quindi questo Comitato, che si dice formato da persone comuni, senza schieramento politico, si muove così spregiudicatamente? Intanto vediamo di chi si tratta. E’ un’eterogenea quanto improbabile compagnia popolata da ex funzionari del PD o delle sue precedenti espressioni (PDS, DS e addirittura PCI), recenti epigoni della tornata amministrativa locale che facevano riferimento a liste civiche di varia estrazione, mediamente convergenti con la sinistra, giornalisti, sindacalisti di area (non solo afferenti alla materia sanitaria), giovani radical chic, esponenti della sinistra già noti in città, e si potrebbe così continuare per molto tempo, affrescando una compagine senza dubbio pittoresca ed inevitabilmente schierata in modo aprioristico e funzionale a sostenere il campo largo rosso, mascherandosi sotto la coperta corta delle istanze spontanee dei cittadini.

Non staremo a fare nomi e cognomi, basta guardare le foto sui social o incontrarli per strada, poco cambia, sono quelli che hanno dimenticato Sanitopoli, non si può non ricordare chi ha governato la regione per 50 anni recando danni enormi al sistema sanitario, governando l’Italia negli ultimi 10 anni prima della Meloni, disintegrando la sanità pubblica.




Speciale Terni Comics 2024

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OrvietoLife ha partecipato alla manifestazione Terni Comics 2024 mandando inviati speciali a fare interviste agli organizzatori ed ai partecipanti. Di seguito una selezione di video realizzati e su Youtube a questo link troverete la playlist dedicata all’evento.

Tra gli intervistati l’organizzatore di TerniComics Andrea Ciaramellari e l’Art director Drcommodore che ci hanno descritto tutto il lavoro che c’è dietro questo tipo di eventi.

Ringraziamo per le interviste Giorgia Bavosa, Lucia Li Donni, Ignazio Li Donni e Sandy Pivato che ci hanno permesso di avere un assaggio di quello che è successo…ed Emiliano Bangui per aver realizzato i reel che trovate sul nostro canale Instagram.

https://youtu.be/ZitydZ4pYhg?si=GitGBpF3_U2Xmj2U