Incontro della Fidapa su “diseguaglianze e salute mentale. L’influenza delle disparità sociali sul disagio psichico”

Giovedì 26 settembre, alle ore 17.30, presso la Sala Blu, al Piano Nobile della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, si terrà l’incontro dal titolo: “Diseguaglianze e salute mentale. L’influenza delle disparità sociali sul disagio psichico”.  L’evento, organizzato dalla Sezione di Orvieto di Fidapa BPW Italy, si propone di affrontare uno dei temi più pressanti del nostro tempo, ossia come le diseguaglianze sociali possano influenzare la salute mentale e, a volte, esacerbare, il disagio psichico.  Relatori saranno il Dott.Massimo Marchino Medico Psichiatra, il Dott.Angelo Strabioli Psicoterapeuta-Psicologo Analista, e il Dott.Giuseppe Cantarini Psichiatra-Psicoterapeuta, Direttore Sanitario del Centro “Il Girasole”.   Obiettivo dell’incontro è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle diseguaglianze sociali come determinanti nella salute mentale e condividere pratiche e strategie per ridurre il disagio psichico.

L’evento ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Orvieto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che si ringrazia anche per la concessione della Sala in cui si svolgerà il convegno.




COSP, nuovo evento pubblico su “diritto alla salute e il SSN: un confronto con le altre nazioni” e poi ancora raccolta firme contro l’accorpamento del Distretto

Fonte: Comitato Orvietano per la Salute Pubblica

Sabato 28 settembre alle 18, presso la Sala del Teatro del Carmine di Orvieto, si terrà il secondo evento pubblico del COSP (Comitato Orvietano per la Salute Pubblica) dal titolo “Il Diritto alla Salute ed il SSN: un confronto con altre nazioni”. Relatore sarà il Prof. Maurizio del Pinto, responsabile dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Perugia; modererà Emma Scanu, presidente del COSP.  L’occasione sarà per un approfondimento sulla storia e l’evoluzione del nostro SSN, che quest’anno compie 46 anni, ed un confronto con quelli di altre nazioni, per coglierne gli aspetti che lo rendono ancora uno dei più evoluti al mondo ed iniziare a ripensare un suo rilancio alla luce delle trasformazioni della società italiana.  Infatti, il Comitato Orvietano per la Salute Pubblica, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del diritto alla salute, alla luce dell’art. 32 della Costituzione, e con iniziative a favore di un potenziamento dei servizi sanitari pubblici.

Una di queste iniziative riguarda la petizione popolare per il mantenimento del Distretto Sanitario di Orvieto e contro la sua fusione con quelli di Terni e Narni-Amelia, come riportato nel Piano Sanitario Regionale deliberato in Giunta Regionale. La raccolta firme sta proseguendo in queste settimane e fino al 31/10/2024; si può firmare sia on-line tramite il link  https://chng.it/WLyNSS4KH8 che fisicamente ai banchetti presenti sul territorio, i cui

prossimi sono a:

ORVIETO: MERCOLEDÌ 25/09 in Piazza Monte Rosa ad Orvieto scalo, dalle 08:30 alle 10:30

SABATO 28/09 dalle ore 10 alle 13 all’ingresso dell’atrio del Palazzo dei Sette in Corso Cavour

ALLERONA SCALO: LUNEDI 23/09 dalle 9:30 alle 12 in via Orvieto

MARTEDI 24/09 dalle ore 9:30 alle 12 in piazza Fratelli Bandiera

PUNTI RACCOLTA FISSI

Allerona, Uffici Comunale (lun-ven 9-13)

Attigliano, Farmacia

Bagnoregio, Sanitaria Mancini, Via del Divino Amore 135

Castiglione in Teverina, Ufficio Anagrafe (8.30-12.30) e Farmacia

Castel Giorgio, Supermercato Piemme, via Roma Nuova 59 (Orario negozio)

Monteleone d’Orvieto, Bar Baciamano e Supermercato Conad (orari variabili)

Montecchio, presso l’Ufficio anagrafe

Orvieto, CicloStile (Corso Cavour 3)

Orvieto, libreria Arcimboldo (Via Filippeschi)

Orvieto, “Lo Scalo Community Hub” ad Orvieto Scalo

Orvieto, sanitaria Mancini di Orvieto Scalo

Parrano, farmacia




Sciopero dei lavoratori della sanità privata senza contratto da 12 anni

Fonte: Uffici stampa di CGIL-CISL-UIL

Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata sono scesi in piazza il 23 settembre, in tutta Italia, aderendo allo sciopero nazionale proclamato da Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, per chiedere il rinnovo dei contratti collettivi nazionali Aiop e Aris. A fronte di un sensibile aumento del fatturato della sanità privata, il contratto è bloccato da 12 anni.

Anche in Umbria, il personale del settore ha incrociato le braccia, rivendicando l’apertura immediata di un tavolo negoziale e costringendo le controparti datoriali ad affrontare un confronto volto al riconoscimento dei loro diritti economici e contrattuali. La vertenza in Umbria coinvolge 600 lavoratori e 200mila in Italia.   La mobilitazione riguarda i dipendenti delle strutture sanitarie private associate ad AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari), o comunque aderenti al CCNL Aiop/Aris. Le dodici strutture umbre coinvolte hanno partecipato alla protesta, che ha avuto origine dall’interruzione delle trattative lo scorso giugno 2024. In quella sede, le organizzazioni sindacali chiedevano un percorso per la creazione di un contratto collettivo unico per il settore socio-sanitario. Tuttavia, i problemi emersi e i vincoli posti dalle associazioni datoriali hanno reso impossibile il raggiungimento di un accordo, costringendo i sindacati a proclamare lo sciopero di oggi. Negli ultimi mesi, gli “accordi ponte” sottoscritti rispettivamente nell’ottobre 2023 e nel gennaio 2024 avevano fornito un minimo sollievo ai lavoratori, ma la recente interruzione delle trattative ha richiesto una risposta forte e coordinata. Le organizzazioni sindacali ritengono inaccettabile la richiesta delle associazioni Aiop e Aris di ottenere preventivamente dalle istituzioni pubbliche la copertura dei costi contrattuali, e ribadiscono che il rischio d’impresa deve essere a carico dei datori di lavoro.

Le organizzazioni sindacali sono pronte a continuare la lotta fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo di un contratto unico per il settore. La manifestazione del 23 settembre rappresenta solo l’inizio di un percorso di mobilitazione che, se necessario, proseguirà fino al riconoscimento pieno dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata. “Contratto unico subito e riapertura dei negoziati”, è la richiesta dei dei sindacati.




Uniti per la tutela dell’intero territorio da pale eoliche e fotovoltaico, la proposta arriva dall’assemblea pubblica di Nova

Giovedì 19 settembre, il Teatro del Carmine di Orvieto ha ospitato un’affollata assemblea pubblica dedicata ai mega-impianti eolici, con particolare riferimento al progetto Phobos sull’Altopiano dell’Alfina. L’evento, organizzato dall’associazione Nova, ha visto la partecipazione di amministratori locali, esperti e cittadini, tutti uniti nella preoccupazione per l’impatto ambientale e paesaggistico di questi colossi dell’energia eolica. I partecipanti hanno espresso forti perplessità riguardo alla realizzazione di sette aerogeneratori da 200 metri nel territorio di Orvieto e Castel Giorgio, sottolineando l’assenza di una pianificazione condivisa e l’impatto negativo sull’ambiente e sul turismo.

L’assemblea ha evidenziato la necessità di una maggiore collaborazione tra i comuni del territorio per affrontare questa sfida comune. Sindaci, assessori e consiglieri si sono impegnati a lavorare insieme per tutelare il patrimonio ambientale e paesaggistico della Tuscia. L’obiettivo è quello di individuare, in accordo con la Regione Umbria, le aree non idonee all’installazione di nuovi impianti eolici, tra cui l’area del progetto Phobos. Si è inoltre prospettata l’ipotesi di una moratoria per sospendere le autorizzazioni in attesa della definizione delle aree idonee. I presenti hanno ribadito la loro apertura alle energie rinnovabili, ma hanno sottolineato l’importanza di un approccio equilibrato che tenga conto delle specificità del territorio e delle esigenze delle comunità locali. L’auspicio è quello di trovare un punto di equilibrio tra la produzione di energia pulita e la tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Il Comune di Orvieto si è offerto di assumere un ruolo di coordinamento tra i comuni del territorio, al fine di presentare una posizione unitaria e incisiva nei confronti della Regione Umbria. I prossimi mesi saranno cruciali per il futuro del progetto Phobos e, più in generale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Umbria. Il Comitato, forte del sostegno dei cittadini, continuerà a seguire con attenzione l’evolversi della situazione e a promuovere iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni.




Cassa di Risparmio, Orvieto non può fare la figura del “metule”

Secondo il dialetto delle nostre parti, il metule è un tronco al quale non è più attaccato alcun pagliaio. Possono essere stati il vento, il venire meno della sua solidità o semplicemente il caso, ma il risultato è identico: il palo (nessun riferimento a quello dei romanzi criminali) ha perso la sua utilità di tenere insieme la “ricchezza”.

Orvieto corre lo stesso rischio: perdere qualcosa di importante in modo definitivo. Ricordate il Tribunale o no? Quando si parla di flessione demografica, riduzione dei servizi e marginalizzazione nei trasporti, si vengono a creare le condizioni per le quali il “pagliaio” si sgretola o vola via. La solita vecchia storia se venga prima l’uovo o la gallina, e (volendo salire con i concetti) se sia prioritaria una banca del territorio o il territorio. Facile: non può esistere la prima se il secondo non c’è.

Ecco perché la riflessione va fatta sul sistema: il tema dell’Ospedale depotenziato sì o no (meglio lasciare agli esperti la valutazione) e del Distretto sanitario (idem) non può essere considerato slegato dal resto. Anche dalla “Cassa”, dalla Fondazione e da tutti quei piccoli grandi presidi di autonomia che ancora rimangono a tutela degli interessi della Città. Se Orvieto riduce i propri servizi (di ogni genere e qualità) inevitabilmente si crea un impoverimento economico essenziale per chi ci vive, non per chi la visita un giorno o due.

Viene, allora, prima una banca o un ospedale? Certamente il secondo, senza dimenticare, però, che agli istituti di credito non interessano territori poveri di servizi, di residenti, di imprese e di opportunità. Nel caso, un acquirente arriva, fa due conti e, passato un primo momento di fascinazione stendhaliana, chiude le insegne e si tiene solo gli sportelli.

Solo questo giornale (che grazie alla lungimiranza del suo Direttore ogni tanto ospita le mie incursioni nella vita di una città alla quale continuo a volere un bene dell’anima) ha cominciato a interrogarsi sul futuro della banca in piena campagna elettorale (nel quasi totale silenzio dei candidati) e ne ha prefigurato il rischio della cessione tre mesi fa. Da allora a oggi, la questione è stata ignorata, mentre si moltiplicavano interrogazioni su acque potabili, sterpaglie e una anche sullo stato di abbandono della Chiesa di San Francesco, che non sta certo sul lato della piazza ora più sensibile. C’è voluto un appello sindacale dei dipendenti della Cassa di Risparmio per riportare una “fiammata” sulla questione, che però riguarda tutti: per intervenire sul sistema c’è bisogno di unità. Chi ha vinto le elezioni le ha vinte, punto. Chi le ha perse, sicuramente farà in modo che alle prossime ci sia ancora il “pagliaio”. Perché sperare di vederlo abbattere per poter poi un giorno gridare al metule non sarebbe rispettoso. Non lo sarebbe civicamente.




Vendita della Cassa di Risparmio alle battute finali. E’ tempo di agire

Dopo l’iniziale fiammata di articoli e commenti, è sceso il silenzio sulla sorte della Cassa di Risparmio di Orvieto e sul ruolo della Fondazione nella vicenda. Solo i Sindacati si sono ieri espressi per richiedere un incontro alla Presidente della Regione Umbria, alla Sindaca di Orvieto e al Presidente della Fondazione CRO. Ma è ora il momento di riprendere il discorso e capire cosa Regione, Comune e – soprattutto Fondazione – hanno intenzione di fare perché sta per scadere il tempo rimasto per proteggere gli interessi della comunità orvietana e della Fondazione stessa.

Come riportato da più fonti, MCC vuole chiudere nelle prossime settimane. Cinque banche potenzialmente interessate all’acquisto (Credito Emiliano, Banca Sella, Credit Agricole, Banca del Fucino e Banco Desio): le ultime due in pole position. L’accelerazione della vendita di CRO da parte di Mediobanca è anche determinata dalle difficoltà nella vendita di Monte dei Paschi di Siena. Insomma, la Cassa di Risparmio di Orvieto è solo il piccolo boccone che si può facilmente collocare senza grande attenzione alle condizioni in cui si farà. Tanti hanno scritto cercando di minimizzare le conseguenze di una vendita di CRO, rifacendosi anche a ridicole questioni pseudo-economiche e finanziarie, o questionando dettagli invece di sostanze.

Ma c’è tanto in gioco! Vediamo cosa:

  1. Il valore economico e finanziario della Fondazione CRO

Mentre le altre fondazioni bancarie hanno registrato risultati eccezionali in questi anni, grazie alla crescita di valore e dividendi delle relative banche di riferimento, la nostra Fondazione ha perso valore e capacità di finanziamento, interamente a causa delle vicende interne alla CRO. Ad oggi il valore a bilancio delle sue partecipazioni in CRO è sotto i 10 milioni di euro, ma era il doppio 10 anni fa! A causa della mancata distribuzione di dividendi per 8 anni, la Fondazione ha avuto un crollo nella sua possibilità di erogazione sul territorio, passata da quasi 1,5 milioni di euro a circa 500 mila nel 2023. In altre parole, la comunità orvietana ha perso quasi un milione di contributi all’anno per il finanziamento delle sue attività sociali, sportive, culturali e artistiche. Cosa e come la Fondazione chiederà affinché i suoi interessi vengano protetti nel momento della vendita?  

  1. Professionalità, posti di lavoro e sportelli

Ciò che il Sindacato nel suo comunicato chiede è il sostegno nella difesa di questi aspetti e quindi nella definizione dei criteri di scelta del futuro proprietario. Si tratterà di una vendita completa o la Fondazione manterrà la sua presenza in CRO? In entrambi i casi, quale sarà il piano industriale che porterà valore non solo all’acquirente, ma anche a questo territorio? Efficienze di costi con chiusure di sportelli e servizi, o crescita ed espansione?  Verranno mantenuti o meno l’ufficio centrale, il nome e la governance di CRO? Tutto ciò non avverrà per caso, ma solo a fronte di una decisa difesa da parte delle autorità locali e della Fondazione in quanto socio di minoranza.  Per chi sostiene che tutto ciò sia una battaglia persa, guardate la forza con cui il Sindacato tedesco dei bancari si sta opponendo al piano di crescita di azionariato di Unicredit in Commerzbank al 9%! 

  1. Credito e promozione del territorio. 

La CRO, in quanto parte del Mediocredito, rientrava nella missione di “accrescere la competitività del territorio attraverso il finanziamento delle piccole e medie imprese, la promozione e il sostegno degli interventi strutturali e la finanza complementare agli incentivi pubblici”. Questa è la mission di MCC, derivante dalla sua essenza di banca di emanazione pubblica. Questo non sarà il caso della futura banca acquirente, quindi appare doveroso chiedere chiarezza sulle loro intenzioni di politica del credito nel territorio, sul piano di sviluppo, nonché pretendere che la vendita avvenga a determinate condizioni. Avere assicurazioni sul mantenimento delle professionalità di CRO e dei posti di lavoro è un segno delle vere intenzioni del futuro acquirente. E’ stupefacente sentire le recenti dichiarazioni di Tesei e Tardani dopo l’incontro con i vertici della banca dove si dice che “l’interesse dimostrato da più soggetti all’acquisto della CRO sia segno della sua solidità” perché indica una mancanza di comprensione del problema. Il rilancio di CRO è stato pagato anche con i nostri soldi attraverso la Fondazione e con il lavoro dei suoi dirigenti e lavoratori.  CRO è tornata in utile ma non ha distribuito dividendi affossando le possibilità di erogazione della Fondazione; si è tenuta in pancia i soldi insieme alla ricchezza dei depositi degli orvietani mentre non ha fatto fronte alle perdite dei risparmiatori orvietani e umbri truffati dalla Banca di Bari. Non c’è ombra di dubbio che l’acquisto sia un buon affare e proprio per questo motivo possiamo e dobbiamo chiedere che ci siano dei vantaggi anche per noi, per la Fondazione, per la comunità e il territorio.

Insomma, il tempo sta scadendo.  La Fondazione Cassa di Risparmio, in primis, ha un’enorme responsabilità nel determinare le scelte future sulla CRO e il suo destino. Ha anche il diritto e il dovere di puntare i piedi come socio di minoranza, danneggiato dalla gestione degli ultimi anni (assenza di dividendi, richiesta di aumento eccessivo di capitale, rischio di ulteriore perdita di valore). Speriamo che non perda questa opportunità. Il Sindacato fa bene a chiedere il sostegno delle istituzioni.

Comune e Regione dovrebbero aiutare ed evitare proclami inutili, ma chiedere e ottenere garanzie di difesa sul ruolo che la banca giocherà in futuro. Oppure tacere e rassegnarsi. Intanto noi aspettiamo fiduciosi…




Tutto pronto per Orvieto Cinema Fest, sette giorni alla ricerca della “Metamorfosi”

Una settimana di Orvieto Cinema Fest, dal 22 al 29 settembre, per offrire attraverso il cinema, la fotografia, l’arte e la dimensione collettiva nuove chiavi di lettura per il nostro presente e futuro, riflettendo insieme su temi urgenti come il cambiamento sociale e le tensioni che animano il nostro Pianeta. Fil rouge della manifestazione, che da sette anni anima il centro umbro e il territorio circostante, quello della Metamorfosi, una riflessione sul mutamento e cambiamento come spinta continua e insita nelle nostre esistenze.

Orvieto Cinema Fest, promosso dall’omonima organizzazione di volontarie e volontari, cresce di anno in anno nel programma e nel respiro internazionale. I corti in concorso sono 27, di cui di cui 9 anteprime nazionali e 1 europea (Viaje de Negocios, Kum Kum, Oiseau de passage (Wandering bird), Four holes, The Silence of Iron, Concrete Whisper, Los mosquitos, Peipei, Circle, Kaminhu), provenienti da 19 diversi Paesi, il numero più alto di sempre. La cornice delle proiezioni si conferma essere quella del prezioso Teatro Mancinelli, da mercoledì 25 a sabato 29.

Gli appuntamenti però si snodano per tutta la città, con le due sezioni non competitive Focus On – Taiwan e La scatola Magica, entrambe ospitate dalla Sala Eufonica Biblioteca Luigi Fumi. Sempre in Biblioteca sarà possibile visitare la mostra delle 15 opere finaliste del concorso per illustrazioni “Metamorfosi”, mentre la mostra video fotografica “The Ice Builders” si svolgerà presso la Chiesa dei SS Apostoli (vernissage domenica 22 ore 17.00).

Non mancheranno anche momenti pensati per mettere al centro la cittadinanza, il territorio e le diverse realtà che lo animano con progetti di carattere sociale. Lunedì 23 alle 16:30 è in programma la proiezione del film Metamorfosi, un progetto di Xenia – Rete Sistema Accoglienza Integrazione in collaborazione con Comune di Orvieto, Cooperativa il Quadrifoglio e l’associazione Io ci sono per. Sabato 28 alle 10:30 al Cinema Corso si svolgerà invece la proiezione del cortometraggio racconto del progetto “Inter-azioni”, realizzato dal festival nei mesi scorsi in collaborazione con la casa di reclusione di Orvieto e il Liceo Artistico di Orvieto. Incontro con i partecipanti al progetto e proiezione aperta al pubblico.

Occhio di riguardo, come accade da diverse edizioni, per il mondo scolastico, a cui Orvieto Cinema Fest si dedica durante tutto il corso dell’anno con progetti che hanno riguardato, di volta in volta, istituti primari e secondari. Lunedì 23 è previsto un workshop dedicato ad alcune classi del liceo Artistico di Orvieto con professionisti del settore, per incentivare l’incontro e lo scambio fra giovani e figure di riferimento.

Tutti gli eventi sono gratuiti, per dettagli ed eventuali registrazioni maggiori dettagli sul sito

www.orvietocinemafest.it

Cortometraggi in gara e giurie

I 27 corti in selezione sono opere capaci di cristallizzare in pochi minuti frammenti di vita, di cambiamento, adattamento ed evoluzione, esplorando esperienze personali e collettive. Le narrazioni spaziano da temi intimi e personali a questioni globali e ambientali, che riflettono la mobilità del nostro Pianeta e della società contemporanea, dove la capacità di trasformarsi diventa una chiave di sopravvivenza e di crescita.

A decretare i vincitori nella cerimonia di premiazione di sabato 28 saranno il regista Carlo Sironi (presidente di giuria), le cui opere sono state proiettate dai grandi festival internazionali come Venezia, Locarno, Berlinale, Cannes e Sundance. Il suo primo lungometraggio, “Sole”, ha ottenuto riconoscimenti ai David di Donatello e agli European Film Awards, mentre il suo secondo film, “Quell’estate con Irène”, è stato presentato alla Berlinale. Insieme a lui Liliana Fiorelli, attrice e autrice romana classe 1990, ha lavorato con registi di spicco come Sergio Castellitto, Paolo Virzì e Pietro Castellitto, e Paolo Fossati, giornalista, critico e docente in varie università italiane.

Al fianco della Giuria del concorso internazionale si riconferma quella del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici con Roberto Baldassarre, Sarah Helena Vad Put, Paola Olivieri.

Proiezioni cortometraggi in Concorso

Teatro Mancinelli
25, 26, 27 settembre ore 21.00 28 settembre ore 18.00

Le sezioni non competitive

La sezione Focus On, pensata per esplorare di volta in volta produzioni cinematografiche estere e di Paesi al centro di grandi nodi storico-sociali, si sposta quest’anno a Taiwan, isola al centro di tensioni geopolitiche globali. La complessa identità taiwanese, sospesa tra la memoria delle origini e la costruzione di una nuova autonomia, si riflette nelle produzioni cinematografiche più recenti. Attraverso questi corti, il festival si propone di esplorare come Taiwan affronti le sue metamorfosi interne ed esterne, e come queste influenzino la vita quotidiana e le espressioni artistiche dei suoi cittadini.

Torna anche La scatola magica, sezione dedicata al pubblico più piccolo, sempre così curioso e permeabile al mistero del cinema. Le opere selezionate sono racconti che, con fantasia e delicatezza, parlano a bambine e bambini di crescita, scoperta di sé e del mondo.

Focus on – Taiwan

Sala Eufonica, Biblioteca Luigi Fumi
Martedì 24 settembre ore 18.30 – Talk di presentazione della rassegna con la docente

universitaria Valentina Sommella e il giornalista Simone Pieranni
25, 26, 27 settembre ore 17: Retrospettiva su Taiwan presso la Sala Eufonica della Biblioteca Luigi Fumi

La scatola Magica

25, 26, 27 settembre ore 16.00: Proiezioni fuori concorso per bambini presso la Sala Eufonica della Biblioteca Luigi Fumi

Le mostre e la continua Metamorfosi

Dedicata alla metamorfosi è anche la Mostra del nostro Concorso di illustrazioni, che ha attirato anche quest’anno artiste e artisti da tutta Italia. Le 15 opere finaliste ci offrono una riflessione visiva sulla trasformazione, nel solco di grandi figure letterarie come Ovidio, Apuleio e Kafka.

La mostra fotografica “The ice builders”, invece, documenta un esempio tangibile di metamorfosi ambientale e sociale. Attraverso il progetto “Ice stupa Zanskar”, il pubblico è introdotto alla lotta delle comunità del Ladakh, nella regione dell’Himalaya, contro la crisi climatica, che ha alterato drasticamente il loro ecosistema. Le immagini catturano la costruzione di ghiacciai artificiali, una risposta innovativa alla scarsità d’acqua che minaccia la sopravvivenza di queste comunità. Un potente promemoria dell’urgente necessità di adattamento e trasformazione in un mondo che cambia rapidamente, dove l’umanità è allo stesso tempo vittima e colpevole.

Mostra opere finaliste Call For Artists “Metamorfosi”

Biblioteca Luigi Fumi
Lunedì 23 ore 18.00, vernissage
Visitabile fino a venerdì, dalle ore 8:30 alle ore 18:00

Mostra video fotografica “The ice builders”
Domenica 22 ore 17:00, vernissage “The Ice Builders” presso la Chiesa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo
Vernissage e aperitivo di inaugurazione con ospiti e stampa. Alla presenza del regista e fotografo Francesco Clerici. Dal 22 al 29 settembre – Tutti i giorni 10:30-12:30 e 16:00-19:00




Bye Bye Cassa di Risparmio di Orvieto

di: Associazione Praesidium

Prepariamoci a salutare la Cassa di Risparmio di Orvieto, passato glorioso, ma politiche recenti fallimentari. Come ormai neanche quelli che in passato parlavano di “argenteria”, “gioiellino” e di “banca solida” possono più negare, l’avventura Banca Popolare di Bari si è abbattuta come uno tsunami sul nostro territorio. C’è stata una distruzione di valore che, tra risparmiatori, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e la Banca stessa, ha lasciato sul terreno circa 150 milioni di perdite. Mentre gli eventi si verificavano abbiamo inutilmente tentato di aprire gli occhi al territorio, ma tutto è stato inutile: le lobbies sono state sicuramente più potenti di noi. Oggi siamo all’ultimo atto, la Banca viene messa sul mercato senza che la Fondazione CRO abbia più il potere di ostacolare le operazioni straordinarie.

Il potere politico ha assegnato infatti al Mediocredito Centrale (MCC) il compito di sviluppare la banca del sud (BDM – Banca del Mezzogiorno, ex Popolare di Bari), mentre il nostro territorio, pure in recessione economica e demografica, non è stato preso in considerazione. MCC si concentra dunque sugli obiettivi assegnati e, dopo aver lavorato per mettere in piedi le condizioni attraverso il risanamento della gestione ed un aumento di capitale, si libera vendendo la nostra Banca. A livello politico i rappresentanti regionali e locali non hanno lavorato (o capito) l’opportunità che essere all’interno del MCC poteva darci, forse si poteva essere predatori e non prede. Gli articoli di stampa ci confermano quali banche siano interessate all’acquisto di istituti di piccola/media dimensione ed è facile prevedere che in un periodo più o meno lungo CRO sarà fusa all’interno dell’acquirente. Ma forse ce lo meritiamo, visto che recentemente nessuno ha sollevato obiezioni ad un comunicato della Presidenza della Banca che ci rendeva noto che la raccolta fatta sul territorio veniva destinata a sviluppare un progetto della città di Firenze.

Ricordiamo quali saranno i tre passaggi temporali: assicurazione del mantenimento dei livelli occupazionali e della presenza, introduzione del marchio congiunto, fusione nell’acquirente. Come si può vedere, il primo è già in atto: le dichiarazioni del Presidente della Regione e del nostro Sindaco lo confermano.

Siamo una città lenta, lenta a capire.

Bye Bye Cassa di Risparmio di Orvieto




Federico Giovannini all’amministrazione comunale, “dove sono e che programma c’è per le colonnine di ricarica per auto elettriche”

Il consigliere comunale Pd, Federico Giovannini, ha presentato un’interrogazione per conoscere la situazione relativa alle colonnine di ricarica elettrica per le auto a Orvieto e in particolare nel centro storico. Di seguito, in forma integrale, l’atto che sarà discusso in un prossimo Consiglio Comunale:

premesso che

– a giugno 2023 il sottoscritto aveva interrogato l’Amministrazione Comunale riguardo la proposta che il Gruppo Enel X Way Italia aveva sottoposto alla stessa Amministrazione relativa alla realizzazione di infrastrutture di ricarica – comprensive di installazione, gestione e manutenzione – senza oneri per il Comune;

– secondo questa proposta si sarebbero potute installare fino a 19 colonnine su tutto il territorio comunale (una ogni mille abitanti come da legge n.120 dell’11/11/2020).

– l’assessore Pizzo alla proposta di Enel X Way oppose un netto diniego aggiungendo che, entro poco tempo, sarebbero state installate due colonnine di ricarica nell’area dell’ex Caserma Piave con risorse delle Aree Interne;

– ad oggi, delle due ricariche annunciate come imminenti non c’è traccia mentre in questi giorni l’unica colonnina di ricarica presente in città era fino a poco tempo fa transennata con nastro da cantiere poiché fuori servizio;

– tutti gli altri comuni dell’Orvietano dispongono di ricariche veloci per le auto elettriche. Orvieto, un tempo città modello per la mobilità sostenibile, si trova invece a inseguire le promesse di un assessore evidentemente non interessato a fornire a residenti e visitatori un servizio importante a supporto della transizione ecologica.

per sapere

– come l’Amministrazione Comunale intende affrontare e recuperare questo esecrabile ritardo relativamente alla realizzazione di infrastrutture a servizio della mobilità elettrica;

– i tempi del cronoprogramma qualora l’amministrazione abbia già predisposto un piano di realizzazione di tali infrastrutture.




I sindacati chiedono incontro a Regione, Comune e Fondazione sul futuro dei dipendenti di CariOrvieto

In merito alle sempre più circostanziate notizie di stampa circa l’avvio di trattative per la vendita della quota di maggioranza della Cassa di Risparmio di Orvieto S.p.A., confermate durante l’incontro con la Direzione aziendale del 6 settembre u.s., come Organizzazioni Sindacali della Cassa di Risparmio di Orvieto vogliamo ribadire alcuni concetti fondamentali che guideranno la nostra azione anche in questo frangente.

La Cassa ed i suoi lavoratori hanno una lunga e travagliata storia alle spalle dalla quale sono usciti sempre a testa alta, mantenendo ottimi rapporti con la clientela, con le Famiglie, con le Imprese e con il Territorio, il tutto a dispetto delle scelte, a volte addirittura scellerate, operate dalla proprietà della Banca.   Lavoreremo quindi affinché questo patrimonio umano e professionale, realizzato e mantenuto grazie ai sacrifici dei lavoratori, non sia svilito o peggio disperso all’esito delle prossime ed assai probabili vicende societarie che dovessero interessare la nostra Cassa.

Facciamo anche, da subito, un appello alla Fondazione, socio di minoranza della Cassa, al Territorio ed alle Istituzioni che lo governano affinché siano al nostro fianco nel tutelare tale ricchezza che appartiene alla collettività orvietana e non solo; a tal proposito annunciamo che nei prossimi giorni avanzeremo richiesta di essere ricevuti dal Sindaco di Orvieto, dalla Presidente della Regione Umbria e dal Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.