La replica dell’assessore Pizzo al PD, “sul cimitero foto decontestualizzate. Due incidenti e aree interdette hanno causato i disagi su cui stiamo lavorando”

L’assessore ai Lavori pubblici, Piergiorgio Pizzo, replica al gruppo consiliare del Pd sulle condizioni del cimitero monumentale di Orvieto. “Pubblicare foto decontestualizzate sullo stato del cimitero monumentale di Orvieto non serve certo a chiedere maggiore rispetto per i nostri cari che non ci sono più ma solo a fare disinformazione e fomentare la rabbia dei cittadini su temi sensibili. Ma purtroppo questa è ormai la cifra del nuovo corso dell’opposizione che pensa di essere ancora in campagna elettorale“.

L’assessore PIzzo spiega le cause delle criticità e i possibili tempi di ripristino, “In due foto diffuse dai consiglieri comunali del Pd – spiega – si vedono delle zone del cimitero transennate, nei pressi dell’area depositi, che vengono prese a pretesto per parlare di incuria e abbandono. Le aree sono state interdette perché si sono verificati due distinti incidenti in cui, nel primo, un’auto ha urtato un muretto del viottolo a ridosso delle tombe e, nell’altro, una vettura durante una manovra ha danneggiato il muro di una scalinata. In un caso si è risaliti al responsabile e siamo in attesa della perizia dell’assicurazione. Nell’altro, in cui non è invece ancora stato individuato il responsabile, procederemo al ripristino a partire dalla prossima settimana. C’è anche un’altra area transennata all’interno del cimitero – prosegue l’assessore – dove nell’aprile scorso si è verificato il cedimento di una pianta di cedro che ha danneggiato le tombe sottostanti. Anche qui abbiamo attivato l’assicurazione per poter risarcire i proprietari e attendiamo la relazione del perito per quantificare il danno e procedere al ripristino che spetterà ai privati una volta liquidato il risarcimento stesso. I sacchi bianchi immortalati in un’altra foto, in una zona esterna al cimitero non aperta al pubblico, non sono altro che gli scarti delle lavorazioni interne depositati nell’area di stoccaggio da dove periodicamente vengono poi trasferiti in discarica per lo smaltimento. La manutenzione del verde all’interno del cimitero ha avuto effettivamente dei ritardi dovuti alla intensa attività delle tumulazioni e alla programmazione degli interventi che hanno interessato in questi giorni i cimiteri frazionali di Prodo e della Capretta. Già da questa settimana tuttavia riprenderanno le operazioni del taglio dell’erba del cimitero monumentale“.

“Posso rassicurare i consiglieri del Pd – conclude l’assessore – che l’attenzione di questa amministrazione è alta sia sulla città che nei luoghi in cui onoriamo i nostri cari. Lo testimonia anche la decisione di aver reinternalizzato circa un anno e mezzo fa i servizi cimiteriali dei 13 cimiteri comunali con risultati notevolmente migliori rispetto al passato. Gli uffici stanno inoltre lavorando alla realizzazione di un sistema di accessi controllati delle auto con una sbarra interna e con dispositivi di apertura da remoto da concedere a soggetti autorizzati con priorità per le persone con disabilità motorie”.  




L’assemblea dei sindaci della zona sociale chiede un confronto con la USL per conoscere il progetto di integrazione e ribadisce il no all’accorpamento del Distretto

Nella giornata di mercoledì 11 settembre si è riunita presso il Comune di Orvieto l’assemblea dei Sindaci della Zona sociale n.12 convocata dal sindaco di Orvieto, Roberta Tardani. Oggetto dell’incontro la proposta avanzata dalla Direzione strategica dell’Usl Umbria 2 di un progetto pilota che prevede ad Orvieto l’istituzione di un’unica struttura integrata ospedale-territorio sotto la guida di un unico dirigente.

I sindaci della Zona sociale n.12, come già espresso nelle osservazioni presentate a gennaio 2022 al nuovo Piano sanitario regionale pre-adottato dalla giunta regionale nel novembre 2021, nel ribadire la contrarietà all’ipotesi di accorpamento del Distretto socio-sanitario di Orvieto con i Distretti di Terni, Narni, Amelia, chiederanno un incontro con la Direzione dell’Usl Umbria 2 per approfondire il progetto pilota di integrazione tra l’ospedale “Santa Maria della Stella” e il Distretto di Orvieto.

Nel documento inviato a novembre 2022 ad Anci e Federsanità, che avevano raccolto osservazioni e contributi dei Comuni umbri rispetto al nuovo piano sanitario regionale, l’assemblea dei Sindaci della Zona sociale n.12 – è stato ricordato durante l’incontro –  oltre a chiedere un piano di investimenti per l’ospedale di Orvieto e il potenziamento della medicina di territorio con la realizzazione della Casa e dell’ospedale di comunità presso la sede dell’ex ospedale di Orvieto in Piazza Duomo, aveva espresso la contrarietà all’accorpamento del Distretto e proposto “il mantenimento del Distretto in deroga alla normativa, considerata la collocazione geografica e la composizione anagrafica della popolazione di riferimento del territorio orvietano. Il Distretto deve essere infatti una realtà fortemente legata alla comunità locale e ai luoghi di vita dei cittadini e l’accorpamento previsto dal piano provocherebbe ulteriori distanze dai centri decisionali di un territorio già gravemente e progressivamente depotenziato nei servizi. Altre eventualità non potranno prescindere in ogni caso dalla necessaria previsione di una struttura territoriale con organico adeguato alla gestione e alla erogazione dei servizi sanitari”.




Fulmine danneggia l’illuminazione pubblica a Sferracavallo e Ciconia, tecnici a lavoro per riparare i guasti

I temporali e gli eventi atmosferici degli ultimi giorni hanno creato problemi al funzionamento dell’illuminazione pubblica del Comune di Orvieto.

Nello specifico, secondo quanto rilevato dalle verifiche effettuate da Hera Luce che gestisce gli impianti di tutto il territorio comunale ad eccezione del centro storico, la caduta di un fulmine nei pressi della rotatoria di Sferracavallo ha causato la rottura di diversi corpi illuminanti. La stessa situazione è stata successivamente riscontrata anche a Ciconia nella zona compresa tra ponte Pertini e La Svolta. Sono in corso gli accertamenti da parte dei tecnici di Hera Luce per valutare la rilevanza dei danni e le modalità di ripristino.

Malfunzionamenti si sono registrati anche nel centro storico di Orvieto, in particolare nella zona di via Duomo, per cui si sta verificando l’origine del guasto.




Umbria: un sostegno concreto agli agricoltori colpiti dalla siccità

La Giunta Regionale dell’Umbria ha varato un importante provvedimento a sostegno delle aziende agricole umbre, duramente colpite dalla prolungata siccità che ha caratterizzato l’estate del 2024. Grazie all’iniziativa dell’Assessore Roberto Morroni, le aziende agricole potranno beneficiare di una maggiorazione dell’80% della quantità di carburante agricolo ad accisa agevolata destinato all’irrigazione. Le elevate temperature e la scarsità di precipitazioni hanno messo a dura prova il settore agricolo regionale, incrementando in modo esponenziale il fabbisogno di acqua per l’irrigazione. La misura approvata dalla Giunta rappresenta una risposta concreta a questa emergenza, offrendo un sostegno economico alle imprese agricole e mitigando gli impatti negativi della siccità sulla produzione agricola.

Il provvedimento si rivolge a tutte le aziende agricole umbre che già usufruiscono del carburante agricolo agevolato per l’irrigazione. Le richieste di maggiorazione dovranno essere presentate attraverso la piattaforma digitale GARI, nella sezione dedicata all’UMA. È importante sottolineare che la misura sarà attuabile nel rispetto dei quantitativi idrici consentiti, al fine di garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche. “Questo provvedimento – ha dichiarato l’Assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Roberto Morroni – vuole assicurare alle aziende agricole la possibilità di fronteggiare efficacemente la crisi idrica e di continuare le loro attività, contribuendo così alla salvaguardia del settore. Siamo consapevoli delle difficoltà che gli agricoltori stanno affrontando e abbiamo voluto mettere in campo tutte le misure necessarie per aiutarli a superare questo momento difficile”.




Distretto sanitario e ospedale, l’integrazione dei servizi è una soluzione pasticciata che anticipa l’accorpamento previsto nel PSR

La polemica sulla raccolta firme per salvare il Distretto sanitario di Orvieto si è alzata troppo nei toni e la colpa non è certo di chi ha intenzione di salvare un pezzetto di autonomia decisionale di Orvieto e del suo territorio.  Si è aperta la campagna elettorale per le regionali e l’inizio è già piuttosto violento, altro che “Cavaliere pallido”.  Prima di tutto ricordiamo cosa prevede la legge che istituisce i Distretti perché da qui si deve assolutamente iniziare.

1. Il Distretto e’ una struttura dell’Azienda USL finalizzata a realizzare nel territorio un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi che erogano le prestazioni sanitarie e tra questi e i servizi socio-assistenziali, in modo da consentire una risposta coordinata e continuativa ai bisogni sanitari della popolazione.

 2. Il Distretto ha i seguenti compiti:

   a) gestisce e coordina i servizi ubicati nel territorio di competenza e destinati all’assistenza sanitaria di base e specialistica di primo livello;

   b) organizza l’accesso dei cittadini residenti ad altre strutture e presidi;

   c) assicura anche attraverso i medici e i pediatri di medicina territoriale un efficace filtro della domanda socio sanitaria e promuove la continuita’ terapeutica tra i diversi luoghi di trattamento;

   d) indirizza e coordina il ricorso all’assistenza ospedaliera, all’assistenza sanitaria residenziale anche presso le RSA, all’assistenza specialistica e all’assistenza protesica e termale;

   e) funge da centro regolatore per le prestazioni erogate dalle proprie unita’ operative residenti ed itineranti nonche’ dalle strutture delle altre Aziende sanitarie, delle istituzioni sanitarie pubbliche, delle istituzioni sanitarie private accreditate, dei professionisti accreditati o convenzionati.

  3. Spetta in particolare al Distretto l’esercizio delle seguenti funzioni e attivita’:

   a) assistenza sanitaria di base nei settori della:

    1) medicina generale e specialistica pediatrica ambulatoriale e domiciliare;

    2) assistenza infermieristica ambulatoriale e domiciliare;

    3) assistenza consultoriale;

    4) assistenza domiciliare integrata;

    5) assistenza residenziale e semiresidenziale;

    6) educazione sanitaria;

   b)  assistenza sanitaria specialistica territoriale nei settori della:

    1) assistenza specialistica ambulatoriale e domiciliare;

    2) integrazione con la specialistica ospedaliera;

   c) assistenza sociale di base nei settori:

    1) attivita’ sociale a rilievo sanitario;

    2) tutte le attivita’ delegate dai Comuni;

   d)  attivita’ amministrativa nel settore dell’informazione, prenotazione e assistenza amministrativa per l’utilizzazione dei servizi sanitari e sociali.

  4. Il Distretto e’ l’area di riferimento delle attivita’ collegate all’attuazione dei progetti obiettivo e delle azioni programmate che si realizzano e si coordinano prevalentemente nel territorio, e in particolare quelle relative alla:

   a) tutela della salute degli anziani;

   b) tutela e assistenza materno-infantile;

   c)  prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione, integrazione sociale delle persone handicappate secondo le modalita’ previste dalla L.R.  4 giugno 1996, n. 18;

   d) prevenzione, cura e recupero psico-fisico dei tossico-dipendenti.

  5.  Allo svolgimento delle attivita’ e delle prestazioni del Distretto partecipano medici di medicina generale e pediatri convenzionati in attivita’ e prestazioni secondo quanto previsto negli accordi a livello regionale e nazionale. Compatibilmente con la disponibilita’ degli spazi necessari, l’Azienda USL promuove e favorisce, su domanda degli interessati, la collocazione degli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri

convenzionati all’interno delle strutture distrettuali.

  6. Al Distretto e’ preposto un responsabile, nominato dal Direttore generale dell’Azienda USL su proposta congiunta del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo, scelto fra il personale del ruolo sanitario, preferibilmente medico, dell’Azienda USL avente qualifica dirigenziale.

  7. Al Responsabile del distretto spetta la gestione delle quote di bilancio e la direzione del personale assegnato al Distretto, ai fini del raggiungimento dei prefissati obiettivi qualitativi e quantitativi relativamente all’esercizio delle funzioni di cui al comma 2.

  8.  La Giunta regionale definisce linee-guida in ordine alle modalita’ di raccordo e di collaborazione tra Distretti e ospedale, tra Distretti e Dipartimento di prevenzione, nonche’ alle modalita’ organizzative delle prestazioni da erogare a livello di USL, salvaguardando la continuita’ terapeutica.

Solo conscendo la legge istitutiva si può iniziare una riflessione seria, magari non condivisibile ma concreta.  Il Distretto ha dei compiti chiari e importantissimi che esulano dalla parte ospedaliera o meglio viaggiano in parallelo incrociandosi per le esigenze di cura dei cittadini.  L’eventuale integrazione, a parte che non ci sembra prevista dalla legge nazionale, non assicura un migliore servizio, anzi.

Il Distretto ha un ruolo centrale e fondamentale in tutto il mondo complesso della medicina territoriale a tutto tondo e di collegamento tra questa e l’ospedale di riferimento.  Con l’integrazione, uscita un po’ come il classico coniglio dal cilindro, in pratica funzioni e settori diversi vengono posti sotto il controllo di un’unica persona.  Quasi sempre, poi, unificare è il passo precedente alla chiusura o all’accorpamento.  Capiamo che la parola “chiusura” faccia venire l’orticaria a chi governa ma è questo quello che è scritto nel PSR approvato ma ancora non votato in consiglio regionale.  Nel momento in cui un Distretto viene accorpato con un altro significa che viene chiuso.  E’ inutile girarci intorno.  Non è una questione di lana caprina ma anche e soprattutto di importanza nella geografia sanitaria umbra di Orvieto e di forza economica. 

Già, avere il centro decisionale sotto casa significa avere un confronto diretto, veloce con la controparte.  Con o spostamento a terni Orvieto perde un altro pezzo importante di autonomia.  L’integrazione prevista, perché non vi è ancora alcun documento ufficiale, è un po’ il mettere insieme controllato e controllore, settori diversi.  In realtà non si è mai voluto separare veramente la medicina di territorio e quella ambulatoriale dall’ospedale.  Questo ha causato negli anni un lento ma inesorabile scollamento tra le due parti e un depotenziamento de facto del nosocomio che è visto dalla cittadinanza come il poliambulatorio e luogo delle visite specialistiche e poi di cura mentre dovrebbe essere l’esatto contrario.

L’altro capitolo delicato riguarda il lato economico.  Al Distretto vengono assegnati dei fondi da investire sul territorio.  Domani cosa succederà?  Sia l’integrazione che l’accorpamento renderanno molto più difficile la lettura dei dati e degli investimenti.  Di più, con lo spostamento a Terni l’annacquamento sarebbe definitivo.  Non ci sarà modo di capire come e dove verranno spesi i soldi per la sanità.  Amen!

Chi scrive non fa parte del Comitato ma ha firmato la petizione perché la città non può assolutamente permettersi un nuovo arretramento nelle gerarchie sanitarie dopo la scellerata scelta di accorpare, verbo ricorrente, la Usl con quella di Terni.  Da lì è partita la débâcle della sanità orvietana e non solo. 

Basta con il girarsi indietro per ricercare il colpevole.  I servizi servono oggi e non domani o dopodomani…




I dati sul turismo devono essere letti bene e allora si scopre che i mesi estivi non sono stati eccellenti e Orvieto cresce meno della media umbra

Ma davvero il turismo ad Orvieto sta andando bene?

Dopo gli annunci strabilianti della nostra Sindaca sui dati del turismo ad Orvieto nel 2024, molti orvietani, commercianti e operatori del settore, si sono stupiti: non è certo un clima di crescita quella che gli incassi registrano nelle varie attività economiche. Insomma solita propaganda e solito sarcasmo? Cerchiamo di vederci chiaro.

La spiegazione non è difficile, e purtroppo non è nuova. Quello che genera ricchezza dal turismo e quindi porta valore alla città è l’andamento degli arrivi e delle presenze turistiche in tutto l’orvietano (che poi vengono ad Orvieto) e la composizione di chi viene, con una chiara spesa pro capite maggiore per gli stranieri.

Purtroppo i dati del turismo nell’orvietano non sono buoni: crescita modesta e ben al di sotto dell’Umbria, mancanza di ripresa piena dopo la pandemia, trend decisamente negativo negli ultimi mesi e una forte riduzione di attrattività per turisti stranieri. Non lo dico io ma le statistiche ufficiali regionali che coprono i primi 7 mesi del 2024, cioè fino a Luglio. 

https://www.regione.umbria.it/documents/18/25947757/Movimento+Comprensoriale+7mesi+2024-23-22-19/9e08a06f-38f6-453a-b9b7-d837e7a30989)

Ecco cosa ci dicono i dati.

  • Il comprensorio dell’orvietano continua a crescere poco, molto meno dell’Umbria. Nei primi 7 mesi dell’anno sono arrivati nell’orvietano 110,500 turisti: sono 1700 in più dello scorso anno (+1,5%), ma 10 mila in meno del 2019. A questo ritmo ci vorranno altri 6 anni per recuperare i livelli pre-Covid. L’Umbria invece ha accresciuto di 85 mila il numero degli arrivi in questi 7 mesi (+5,2%), ma soprattutto registra 150 mila turisti in più rispetto alla pre pandemia. Insomma Orvieto spende tanto, ha una posizione invidiabile ma non recupera.

  • La situazione peggiora di mese in mese.  I dati dei primi sette mesi del 2024 sono ancora positivi perché’ il primo trimestre è stato eccellente. Ma come avevo già detto e scritto, una buona parte della crescita era dovuta alla cadenza di festività e ponti tra gennaio e marzo. Così a fronte di modeste crescite nei 7 mesi gli ultimi sono stati pessimi.  In luglio (ultimo mese disponibile) il crollo: arrivi di turisti nell’orvietano calati del 9% rispetto all’anno precedente, permanenze calate del 10,6%. Speriamo tutti in una ripresa nei prossimi mesi, ma difficile da prevedere.

  • Se poi guardiamo la composizione di chi arriva aggiungiamo l’ultimo tassello del puzzle.  I turisti stranieri sono sempre stati un punto di forza per l’orvietano, rappresentando un 40% del totale, ben al di sopra della media regionale. Ovviamente siamo aiutati dalla nostra posizione, tra Roma e Firenze, a un centinaio di chilometri dallo scalo di Fiumicino.  Ebbene, anche su questo fronte siamo rimasti indietro. Nel 2024 abbiamo aumentato gli arrivi di stranieri del +3,3%, ben al di sotto della crescita regionale dell’11,2% e del boom di arrivi in Italia.   Ma va sottolineato che questa ripresa è ben poco se comparata al passato. Dal 2019 infatti abbiamo perso 1 straniero su 4!  Insomma stranieri nell’orvietano in calo del 25% mentre la regione Umbria cresceva del 7,5%.

  • Per chiudere in positivo, è vero che registriamo una crescita della permanenza media (2,43 giorni) ma siamo comunque sotto la media dell’Umbria.  Il dato è incoraggiante anche se aiutato dalla prevalenza ad Orvieto di strutture extra alberghiere che per costo e natura tendono ad avere soggiorni più lunghi.

Ma i numeri non sono tutto. Ci danno un dato obiettivo e riscontrabile, ma non ci danno le ragioni né le soluzioni ai problemi. Per farlo noi orvietani dobbiamo porci le giuste domande, mettendoci nei panni di chi visita questa città.

Che accoglienza diamo ai turisti? È facile raggiungere Orvieto e girarlo a piedi o in auto? Non abbiamo un sistema di segnalazioni valide di parcheggi e di viabilità. Quante volte troviamo turisti spaesati passare per il Corso in macchina o chiedere del Duomo. Per non parlare della difficoltà di girare in zone e in ore dribblando macchine e furgoni.

Che cosa offriamo al turista? Il Duomo, il Pozzo di San Patrizio e della Cava, abbastanza per passare una giornata. E il resto? Molti dei nostri capolavori, anche inseriti nelle guide, sono inaccessibili o non valorizzati. Parliamo della Chiesa di San Francesco o dello stupendo quartiere medievale e di San Giovenale. In che stato è la città intera? Verde trascurato, giro della Rupe con scarsa manutenzione, immondizia da raccogliere sul Corso la sera. Quali eventi unici per attirare la loro presenza e permanenza? Orvieto Sound Festival? E quale promozione vera del nostro intero territorio? Quanti arrivano e si fermano per il Fanum? Quanti per i nostri musei?

Insomma se vogliamo davvero che il turismo e il valore economico del turismo continui ad alimentare Orvieto non possiamo vivere di spot. Dobbiamo risolvere uno ad uno i problemi e creare una politica dei fatti che faccia di Orvieto una città da amare. Anche per i turisti.




Cosp a Fratelli d’Italia, “accuse e insulti non ci fermano, avanti con le firme contro l’accorpamento del Distretto come previsto dal Piano Sanitario Regionale”

Fonte: Comitato Orvietano per la Salute Pubblica

Come Comitato Orvietano per la Salute Pubblica, intendiamo replicare con fermezza alle gravi accuse e agli insulti contenuti nel recente comunicato di Fratelli d’Italia. Siamo costretti a rigettare categoricamente le insinuazioni volte a screditare la nostra iniziativa e a diffamare i cittadini che, con spirito civico e preoccupazione autentica per il presente ed il futuro della nostra sanità locale, hanno deciso di sostenere la nostra petizione.  Il nostro Comitato non è affatto un “improvvisato gruppo di tribuni” come insinuato nel comunicato, né la nostra petizione è basata su falsità o su strumentalizzazioni politiche.   Al contrario, la nostra azione si fonda su fatti concreti e documentati, in particolare sul Piano Sanitario Regionale approvato dall’attuale Giunta Regionale dell’Umbria. Tale Piano, che non può essere liquidato come semplice frutto di “bugie”, prevede chiaramente l’accorpamento del Distretto Sanitario di Orvieto con quelli di Narni-Amelia e di Terni, come già riportato e discusso nei canali ufficiali e pubblici.

L’accusa secondo cui avremmo “indotto panico e allarme” tra i cittadini, diffondendo falsità riguardo la chiusura dell’Ospedale o del Distretto Sanitario, è priva di fondamento. Il nostro obiettivo è stato, e continua ad essere, quello di informare la popolazione sugli sviluppi che riguardano il loro diritto alla salute, un tema centrale e delicato che richiede trasparenza e dialogo, e stimolare una partecipazione diffusa a difesa di quest’ultimo. La nostra petizione, infatti, come facilmente rintracciabile nei materiali finora pubblicati e diffusi, non fa riferimento a chiusure, ma esprime una profonda opposizione alla proposta di accentramento delle risorse e delle direzioni sanitarie di territori vasti e diversi, con conseguente rischio di depotenziamento dei servizi locali: una questione che non solo crediamo legittima ma che pensiamo meriti ascolto e discussione. Riteniamo infatti che tale misura, lungi dal rappresentare un’inversione di tendenza, s’inserisca pienamente nel percorso di smantellamento della sanità pubblica territoriale portato avanti ormai da trent’anni, senza soluzione di continuità, dagli schieramenti politici oggi presenti nell’assemblea legislativa regionale e nazionale.

Riteniamo inoltre necessario chiarire che il progetto di accorpamento tra la direzione dell’Ospedale di Orvieto e del Distretto Sanitario di Orvieto, menzionato nel comunicato di Fratelli d’Italia, non è supportato al momento da alcun atto pubblico. Di fronte alla mancanza di una documentazione ufficiale che ne chiarisca finalità e modalità, il nostro Comitato ritiene opportuno non entrare nel merito della questione fino a quando non sarà presentato un atto ufficiale che ci permetta di valutarne con precisione gli effetti concreti sulla sanità territoriale.   Solo a quel punto saremo in grado di esprimere un giudizio ponderato ed informato su tale accorpamento. Il tono offensivo usato nel comunicato di Fratelli d’Italia, che si riferisce a noi come a una compagnia “pittoresca” e ci accusa di essere a servizio di interessi di partito, è inaccettabile e non risponde nel merito alle vere preoccupazioni sollevate.

Il nostro Comitato è composto da cittadini di diversa estrazione sociale e politica (come la storia, recente e meno recente, di ciascuno di noi testimonia) uniti unicamente dall’interesse comune di difendere il diritto ad una sanità pubblica ed universale degli abitanti di Orvieto e del suo territorio. Le insinuazioni riguardo alle nostre appartenenze o simpatie politiche passate e presenti non solo sono prive di rilevanza, ma distolgono l’attenzione dal punto centrale della questione: la tutela dei servizi sanitari pubblici. Vorremmo infine sottolineare che il dibattito sulla sanità pubblica dovrebbe essere improntato al rispetto reciproco e basato su fatti concreti, non su attacchi personali o denigrazioni.

Invitiamo pertanto Fratelli d’Italia e tutte le forze politiche a confrontarsi su questa importante tematica in modo costruttivo, mettendo al centro dell’attenzione il benessere della comunità e il miglioramento dei servizi sanitari territoriali, come dovrebbe essere in una democrazia matura e responsabile. La situazione drammatica in cui versa oggi il nostro Sistema Sanitario Nazionale e la nostra sanità regionale ha radici profonde e trasversali ai partiti politici oggi rappresentati in Consiglio Regionale: per questo, il nostro impegno non verrà meno all’indomani delle prossime elezioni regionali, a prescindere dal loro risultato.  Crediamo infatti che l’unico modo per invertire la rotta e ricostruire un sistema sanitario pubblico e universalista sia quello di tornare a mobilitiare la cittadinanza a difesa del suo sacrosanto diritto ad una salute, che non lasci nessuno indietro e che permetta a tutti l’accesso a cure tempestive, gratuite e di qualità.

Restiamo aperti al dialogo, ma ribadiamo che non arretreremo di fronte al nostro impegno per una sanità equa, accessibile e di qualità per tutti. Le nostre preoccupazioni sono reali e documentate, e continueremo a lavorare affinché i cittadini di Orvieto possano avere le risposte e le garanzie che meritano.