Cassa di Risparmio di Orvieto in vendita? Compriamola

Facciamolo: compriamo noi la banca. Orvietane e orvietani, avete 3.615 euro a testa da investire? Questa cifra (ottenuta dividendo i 70 milioni per 19.367 abitanti) forse è inattuabile: vanno, infatti, tolti i neonati, i bambini, i disoccupati e quanti non hanno il possesso di una banca in cima ai loro pensieri. Ma il senso è: valiamo forse meno di Desio, Ragusa, Siena, Biella o chiunque sarà l’acquirente? Ci sentiamo così geopoliticamente sfavoriti da non poter competere con chi tirerà fuori 70 milioni di euro? Ecco il punto: oltre ogni ragionamento sulle latitudini, la vera notizia è che la Cassa di Risparmio di Orvieto (il suo 85% in mano allo Stato attraverso Mediocredito Centrale, per l’esattezza) sarebbe in vendita e costerebbe così. Anzi, meno. Il futuro acquirente incasserà in automatico il valore dato da utili non distribuiti (circa 14 milioni di euro finora) e, con ogni probabilità, dai prossimi che matureranno in un periodo che vivrà di tassi in discesa, ma non azzerati.

Perciò, chiunque verrà scelto dalla solita manina, che da sempre scodella queste operazioni, avrà la fortuna di ricevere una dote senza sforzo. Altro che cessione, sembra un mezzo regalo.

Volendo, a quei 70 milioni potrebbe pensare un consorzio di imprenditori: una settantina per un milioncino a testa. Chi ci starebbe? Nessuno, c’è da scommetterci. E fa anche più tristezza perché rappresenta la povertà di prospettiva, idee e risorse alla quale è stato costretto il nostro territorio. Peccato, il sogno finisce già qui.

Orvieto è una bellissima città, ma è strana: ha raccolto firme per riattivare la campana della Torre del Moro, però se le portano via la banca alza le spalle. Resta muta. Indifferente.

Anni fa, quando accadde qualcosa di molto simile, la Fondazione guidata da Gioacchino Messina si mise di traverso: avanzò lei una proposta di acquisto. Un’audace follia calcolata. Qualcuno parlò di fantafinanza, eppure fu raggiunto lo scopo (indiretto) di evitare la fusione con la Banca Popolare di Bari. Un capolavoro. Purtroppo dimenticato.

No, non ci si attende lo stesso da questa Fondazione. I tempi cambiano, le persone anche (non tutte e alcune però non ricordano). Sicuramente sono mutate radicalmente le condizioni: quel piccolo grande potere (si chiama minoranza di blocco), che norme antiche ma sapienti affidavano agli enti con capitali non maggioritari all’interno di istituti di credito, la Fondazione non ce l’ha più per scelta. Obbligata fino a un certo punto, perché non esistono solo i bilanci, i patti parasociali e quelli con i cosiddetti poteri forti: esistono le persone con la loro visione e con il loro coraggio. Questa è l’occasione per dimostrarlo.




“Clara Petacci e le donne del fascismo”, Roberto Conticelli analizza in un libro edito da RCS l’universo femminile del duce

Si riferisce a un periodo storico assai delicato della storia nazionale, come la figura umana di Claretta Petacci e il rapporto che Benito Mussolini ebbe con le varie donne della sua vita, il libro scritto dal giornalista Roberto Conticelli per le edizioni Rcs in uscita il 27 agosto con la copia cartacea del Corriere della Sera e acquistabile online sul Corriere Store. Il volume, dal titolo ‘Clara Petacci e le donne del fascismo’, si inserisce nella collana Storia del Fascismo curata dalla professoressa Barbara Biscotti, docente all’Università di Milano-Bicocca. L’opera analizza nel dettaglio storico il complesso rapporto che il duce ebbe con la componente femminile della sua vita, dall’ispiratrice-amante Margherita Sarfatti alla moglie Rachele, dalla figlia Edda fino alla Petacci, con cui condivise la morte e l’esposizione pubblica dei cadaveri a Piazzale Loreto. La chiave di lettura originale del testo è la constatazione, suffragata da prove e argomentazioni, dell’influenza spesso decisiva che queste personalità femminili, ciascuna con le proprie caratteristiche, esercitarono sulle scelte politiche e strategiche del duce. Figure di carattere, dotate di autonomia in un periodo nel quale proprio il fascismo, durante le stagioni del suo massimo fulgore, relegava invece la donna italiana in un angolo, riducendone il raggio operativo e impedendo ad essa ogni possibile sviluppo intellettuale o professionale.

Conticelli, perché un libro sul fascismo?

Perché a distanza di un secolo dalla presa del potere da parte di Mussolini, il fascismo resta un mistero e, in concreto, l’argomento più discusso in Italia. Questo poichè da noi, diversamente da quanto accaduto in altri Paesi, non sono stati fatti i conti con il passato. I nostri politici, e mi riferisco a tutti senza distinzioni partitiche, hanno preferito mantenere in piedi la contrapposizione destra-sinistra, in realtà ormai anacronistica e becera, pur di avere un terreno certo sul quale poter separare le posizioni e ricompattare ogni volta i propri elettori. Solo che ormai crediamo di votare a sinistra e invece diamo la nostra preferenza a un candidato che esprime idee e comportamenti di destra, e viceversa naturalmente.

E allora cosa può aiutarci a fare chiarezza?

L’analisi storica accurata, lo studio delle vicende di quegli anni, l’approfondimento storiografico oggi possibile molto più di ieri. Più conosciamo e meno alimentiamo quei paletti mentali che ancora ci condizionano. Peccato però che la storia sia diventata una materia scolastica di secondo piano. Gli stessi programmi spesso si fermano, non per colpa dei docenti quanto dell’organizzazione generale, alla prima guerra mondiale quando va bene. Noi invece siamo figli soprattutto del secondo conflitto bellico e della successiva guerra fredda. Nelle scuole italiane raramente viene fatto studiare Giovanni Guareschi, che della guerra e del primo dopoguerra è stato un narratore insuperabile. Abbiamo ragazzi bravissimi e preparatissimi nelle materie tecniche, com’è giusto che sia. Ma magari gli stessi ragazzi ignorano di essere figli di quel tremendo 8 settembre del 1943, quando l’Italia si frantumò e qualcuno fu costretto a rimboccarsi le maniche per raccogliere i cocci.

Claretta Petacci, come entra la sua figura nel panorama dell’attuale condizione femminile?

Il duce era un vaso di coccio tra vasi di ferro. Aveva amanti fugaci in gran numero, è vero, ma era condizionato dalle tre, quattro donne più importanti della sua vita. Margherita Sarfatti gli suggerì il termine ‘duce’ e fu lei, celebre critica d’arte, a creare la cifra stilistica del fascismo. La figlia Edda aveva con il padre un rapporto complesso, era una che non si faceva certo mettere i piedi sopra. E Clara? Clara lo amava ma non ne era plagiata. Forse lo spiava per conto dei tedeschi, forse riferiva agli inglesi. E perfino la moglie Rachele non si faceva orientare dal suo Benito ed era a conoscenza di ogni sua mossa. Donne forti, a loro modo coraggiose, in un’epoca nella quale il fascismo non tollerava alcuna autonomia femminile. Loro se la conquistarono, eccome. Poi però noi italiani, affetti da secolare maschilismo, tagliamo corto e affrettiamo valutazioni qualunquiste, come la vulgata generale che si riferisce a Clara considerata l’amante-ochetta, o peggio ancora, del duce. Questo è gossip, magari politicamente indirizzato. Ma la storia è tutt’altra cosa.




Il giornalista e scrittore Pino Allievi testimonial d’eccezione per La Castellana 2024

La Castellana cala il primo asso in vista della Cronoscalata 2024, finale CIVM, a calendario per il prossimo ottobre. Ed è proprio la carta “pigliatutto”, considerato lo spessore del testimonial scelto per l’occasione. Si chiama Pino Allievi, chi segue da vicino il motorsport si starà già sfregando le mani, tutti gli altri, se lo vorranno, comincino a ritagliarsi uno spazio libero per il 23 Ottobre, Mercoledì, data fissata per la presentazione dell’evento. Giornalista, scrittore (almeno sei le pubblicazioni di successo), commentatore televisivo, conduttore di una fortunata rubrica televisiva dedicata al commento del GP, nonché, adesso, collaboratore prezioso di Autosprint.
Articolista, con la A maiuscola, racconta le notizie prendendo spunto da ciò che c’è dietro alle stesse. Traccia, in tal modo, un quadro, molto chiaro, godibile durante la lettura, equo nei contenuti, per consentire a chi legge di saperne sempre qualcosa in più rispetto alle troppe “veline” che fanno la gioia di altri che appaiono ma ne sanno di meno. Fosse per lui, non esisterebbe il ruolo di ‘addetto stampa’ e darebbe subito ai piloti l’opportunità di esprimersi senza filtri esagerati, affinché possano ciò che pensano veramente, rinunciando alle solite frasi preconfezionate.
Allievi, omonimo dell’orvietano più conosciuto come ‘Carbonari’ oggi scomparso, seppe e ricorda tale omonimia.
Chiaro che, per arrivare a tanto personaggio, il Presidente dell’Associazione, Luciano Carboni, si sia affidato ad un super “Gancio”. Identificabile in Massimo Vezzosi, che per la corsa orvietana ha avuto sempre un debole particolare, una gara che, nel corso degli anni lo ha visto primeggiare in diverse categorie, che ha presieduto l’Associazione organizzatrice contribuendone al rilancio unitamente a Paolo Roselli dopo l’uscita di Sante Coscetta.
Luciano Carboni, una volta confermato l’aggancio, è passato alla cura dei dettagli, presto definiti, con la conferma della data, 23 Ottobre e del luogo dell’evento, lo storico Salone nella Residenza comunale.




A pochi giorni dal vertice Tesei, Tardani e MCC, CariOrvieto messa in vendita. Roberta Palazzetti pone alcune domande alla politica locale e alla Fondazione

La notizia dell’estate è le vendita di CRO da parte di MCC proprio a pochi giorni di distanza dall’incontro tra i vertici di MCC e presidente della Regione e sindaca di Orvieto. Da lì sono arrivate assicurazioni sul futuro della banca, sul sostegno all’economia locale e tante altre parole. Roberta Palazzetti, capogruppo di Proposta Civica in consiglio comunale, sottolinea questa dicotomia tra l’ufficialità degli incontri e le notizie non smentite dai diretti interessati.

Sono passati esattamente12 giorni dall’incontro Tesei-Tardani con i vertici della Cassa di Risparmio di Orvieto e di Mediocredito.

Sono passati 12 giorni dalle rassicurazioni sbandierata sulla banca solida, radicata e con piani futuri per rafforzare la presenza sul territorio e ……ora si annuncia la vendita della Cassa di Risparmio e la sua privatizzazione.  Ecco alcune delle molte domande da porre:

1. Tesei e Tardani erano state informate della possibilità di una vendita? E dell’interesse espresso dal Banco di Desio?

2. Come intendono tutelare il territorio nella decisione di vendita? Quali i paletti da introdurre nella gara per evitare la perdita di presenza e supporto alle imprese e famiglie del territorio?

3. Quali le intenzioni della Fondazione Cassa di Risparmio che ancora detiene il 15% del capitale della CRO?

Orvieto sta per perdere un altro fondamentale asset della città. Tutto ciò a 12 giorni dall’incontro e dai messaggi roboanti della banca solida e radicata. Tutto ciò a qualche settimana di distanza dal discorso di insediamento dell’attuale Sindaca in cui si indica lo sviluppo economico come una priorità centrale e il partenariato pubblico-privato come strumento!

L’evento della Cassa di Risparmio non lascia certo ben sperare. E siamo all’inizio!




Per il contributo sull’acquisto dei libri scolastici c’è tempo fino al 3 ottobre

La giunta regionale dell’Umbria ha approvato i criteri per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo per l’anno scolastico 2024/2025.Sono destinatari dei contributi tutti gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado dell’Umbria appartenenti a famiglie che presentino un’attestazione ISEE non superiore ad euro 15.493,71. 

Modalità di presentazione delle domande di contributo

La domanda dovrà essere compilata da chi esercita la responsabilità genitoriale/legale ovvero dallo studente se maggiorenne.

Gli interessati dovranno:

  • presentare la domanda di contributo direttamente al Comune di residenza dell’alunno entro il 3 ottobre 2024 sull’apposito modello predisposto (Allegato B) reperibile sul sito web del Comune di Orvieto alla sezione “Servizi educativi e scolastici” o presso le segreterie delle Scuole
  • attestare una situazione economica familiare secondo il calcolo ISEE, in corso di validità, pena l’inammissibilità della domanda, non superiore ad euro 15.493,71;
  • allegare la documentazione attestante la spesa sostenuta per l’acquisto dei libri di testo (scontrini o ricevute fiscali)
  • dichiarare di non essere beneficiari di altro contributo o sostegno pubblico di altra natura per l’acquisto di libri di testo e di altri contenuti didattici, anche digitali.

La documentazione di spesa relativa all’acquisto dei libri di testo deve essere conservata per 5 anni (dalla data di ricevimento del pagamento del contributo) e va consegnata contestualmente alla presentazione della domanda.

I cittadini potranno presentare le domande di contributo all’indirizzo di posta elettronica certificata comune.orvieto@postacert.umbria.it o tramite consegna a mano presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Orvieto, Piazza della Repubblica, 6.

In base alla normativa vigente i Comuni sono tenuti ad effettuare controlli sia a campione sia in tutti i casi in cui vi siano fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni rese dal richiedente in autocertificazione, anche dopo aver erogato il contributo per la fornitura dei libri di testo.

Criteri di attribuzione del beneficio

Competente all’erogazione del beneficio è il Comune di residenza dello studente.

Gli studenti residenti in Umbria e frequentanti scuole localizzate in altra Regione possono richiedere il beneficio al proprio Comune di residenza.

Una volta terminata l’istruttoria che compete ai Comuni, sulla base del numero complessivo delle domande ammissibili, la Regione approva il piano regionale di riparto delle risorse tra i Comuni che determineranno gli importi dei contributi da attribuire agli studenti.




CariOrvieto, MCC potrebbe vendere e dalle orecchiette passiamo alla Cassœula di Desio

La notizia che ci attendevamo, come scritto da Marco Fratini su Orvietolife alcune settimane orsono, è stata pubblicata nella giornata del 21 agosto a firma di Rosario Dimito su “Il Messaggero”. A settembre il Tesoro partirà con un piano di cessioni per rastrellare denaro fresco. Lo farà con la prevista vendita della quota residuale di MPS pari al 23,69% e, sempre secondo il quotidiano romano, di CariOrvieto posseduta dal Tesoro tramite Invitalia-MCC per l’85% dopo l’ultimo aumento di capitale di fine 2022 che ha diluito la quota della Fondazione CariOrvieto al 15%.

Per OrvietoLife non è un fulmine a ciel sereno ma un nuovo round della partita iniziata, in verità, ai tempi della proposta della Fondazione pronta ad acquisire la maggioranza allora in mano a Popolare di Bari. Oggi è concreto l’interesse di Banco Desio come ai tempi del compianto presidente della Fondazione CRO c’erano in campo Bper e Credem oltre la proposta di Gallazzi. Un’altro tentativo di matrimonio ci fu dopo il ciclone giiudiziario che travolse la Popolare di Bari con l’idea di un polo della popolari del Sud insieme alla Popolare di Ragusa e CRo che, all’epoca veniva indicata come pronta ad entrare nell’orbita di Banco Desio o Credem. Fin qui la ricostruzione delle varie tappe. Ora sul tappeto c’è Banco Desio che sarebbe molto interessato a CRo per rafforzarsi in Umbria, Lazio e Toscana dopo l’incorporazione di Popolare di Spoleto e l’azionista pubblico che potrebbe decidere di aprire una vera e propria asta per CRO.

Ci poniamo alcune domande che scriviamo sperando di ricevere delle risposte.

  1. Recentemente è stato diffuso un bel comunicato stampa sull’incontro tra i vertici di MCC e CRO con Tesei e Tardani. Lì si è discusso di rafforzamento della banca, della presenza sul territorio, di possibili nuove assunzioni. E della possibile cessione?
  2. Banco desio ha totalmente cancellato ogni riferimento a Spoleto, legittimamente, dopo un periodo di convivenza dei due marchi. Che ne pensano i sindacati dell’eventuale ingresso di CRo in Desio? Significherebbe essere una rete di sportelli, senza più alcuna testa decisionale, seppur limitata, senza necessità di una sede e con l’ingresso in un gruppo già completo in tutte le sue caselle?
  3. E la Fondazione? Non riceve più utili da anni, ha perso parte della partecipazione e ogni peso decisionale nella SpA e se dovesse divenire realtà la cessione si ritroverebbe con un nuovo azionista di controllo con un valore della propria partecipazione specificato dalla vendita stessa da parte di MCC. Oggi la partecipazione non ha più possibilità di bloccare operazioni sul capitale, quindi basterebbe un nuovo aumento di capitale per diluire ulteriormente la quota.
  4. La politica non ha affrontato la questione dei risparmiatori che hanno acquistato quote della BPBari e l’eventuale nuovo passaggio andrebbe ad allontanare ancor di più ogni possibilità di soluzione e/o mediazione. Ma di cosa hanno parlato veramente?

Se venisse confermata la notizia sarebbe una vera e propria pietra tombale sulla banca di territorio e non solo. A he servirebbe un intero palazzo in pieno centro storico a Banco Desio. Marco Fratini ha scritto recentemente “Cro, tante orecchiette e pochi umbrichelli” , forse invece della orecchiette a Orvieto potremmo ritrovarci a mangiare la Cassœula con buona pace di umbrichelli e lumachelle…




Chiusura temporanea della SS205 “Amerina” per lavori di miglioramento dal 26 agosto al 9 settembre

La Strada Statale 205 “Amerina”, importante arteria di collegamento tra Orvieto e Baschi in provincia di Terni, sarà temporaneamente chiusa al traffico a partire da lunedì 26 agosto. La chiusura, necessaria per consentire l’esecuzione di lavori di miglioramento del tracciato nei pressi di Baschi Scalo, si protrarrà fino a lunedì 9 settembre. Durante questo periodo, il traffico sarà deviato su percorsi alternativi, con segnalazioni adeguate fornite in loco.

L’intervento, che prevede un investimento complessivo di 12,5 milioni di euro, si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione dell’infrastruttura. L’Anas, l’ente responsabile della gestione delle strade statali, ha spiegato che i lavori includeranno il prolungamento di una galleria ferroviaria della linea lenta Firenze-Roma, la costruzione di un’opera a sbalzo, e la realizzazione di varie opere di sostegno. Queste modifiche permetteranno di ampliare la sede stradale e rettificare due curve critiche della SS205.

L’obiettivo principale di questi interventi è quello di migliorare la sicurezza e la fluidità della circolazione stradale. Grazie all’allargamento della carreggiata e all’aumento del raggio di curvatura, sarà possibile garantire una migliore visibilità e consentire il transito simultaneo di più mezzi pesanti in entrambe le direzioni senza il rischio di rallentamenti o interruzioni. La conformazione attuale della strada, influenzata dalla presenza del fiume e della linea ferroviaria, ha infatti rappresentato un vincolo significativo per la viabilità, soprattutto per i veicoli di grandi dimensioni.

Questa chiusura temporanea, seppur fonte di disagi per gli automobilisti, è un passo necessario verso una rete stradale più sicura ed efficiente. Gli utenti della strada sono invitati a seguire attentamente le indicazioni sul posto e a pianificare con anticipo i propri spostamenti per evitare inconvenienti durante il periodo di chiusura.




L’Umbria che si vuole prima di scegliere il presidente

Era ora che qualcuno ponesse il problema: va bene la scelta del presidente, ma per fare che cosa? È merito del senatore Maurizio Ronconi averlo posto, perché è di quelli non facilmente liquidabili con un’alzata di spalle, come troppo spesso è abituata fare una classe politica che si sente protetta dalla bolla dell’indifferenza di una società sfiduciata. Il tema è rivolto ai due schieramenti (destra e sinistra) che monopolizzano la scena e che in vista delle regionali sembrano confrontarsi solo in modalità autocentrata. È ben vero che con la legge elettorale in vigore difficilmente si potrebbe pensare ad uno spazio aperto, ma non è bello che nemmeno questo sia vissuto come problema.

Dunque il tema è finalmente posto, ed è sia semplice che vero. Mi scuserà il senatore Ronconi se ne colgo perciò il succo così: ma voi, che discutete e vi affannate solo intorno al nome del candidato/a presidente, come se fosse la ricetta buona sia per vincere che per governare, che programmi avete, quali proposte intendete fare agli umbri perché quella ricetta non si riveli poi buona solo per catturare consenso? Insomma, come intendete affrontare i grandi temi che definiscono ruolo e destino dell’Umbria e come li traducete in progetti credibili?

Peraltro non è che tali temi siano di ordinaria amministrazione. Perché il prossimo governo regionale, che lo voglia o no, è chiamato a ridefinire le coordinate generali della politica umbra in rapporto alla sfida del federalismo e dell’autonomia, spinte non ignorabili anche se per caso il processo di autonomia differenziata dovesse fermarsi. È dunque giunto il tempo di chiedersi non solo quale Umbria vogliamo, ma quale Umbria possiamo e dobbiamo volere.

Non credo sia esagerato parlare di necessità di una stagione costituente e dunque di una legislatura regionale costituente. È difficile infatti pensare ormai al futuro dell’Umbria senza porsi il problema di un suo ruolo nell’Italia centrale come regione cerniera, ciò che cambia logica di governo e priorità di programmazione. In una visione di questo tipo al centro ci sono i territori, ponti verso le altre regioni e centri propulsivi di un nuovo sviluppo. Con il che anche le infrastrutture e i servizi vanno ripensati in un’ottica rovesciata. Noi CiviciX la chiamiamo per intenderci “rovesciamento della piramide”: iniziativa di programmazione agli ambiti territoriali largamente omogenei; indirizzo, sintesi e coordinamento, alla Regione.

Chi è disposto a ragionare in questi termini? Perché salta una concezione della politica come battaglia puramente elettorale, insieme di forze e soggetti interessati, più che a governare, a vincere, poi si vedrà. E impegna scelte conseguenti. Ad esempio: legge elettorale regionale che allarga la rappresentanza e prevede almeno il diritto di tribuna di ogni territorio; riordino legislativo di enti strumentali, aziende sanitarie, enti di secondo livello e partecipate; riqualificazione della pubblica amministrazione e semplificazione burocratica; garanzia di prevenzione e cura per ogni cittadino dovunque risieda; basta con le scelte ideologiche sull’ambiente e sulle fonti energetiche, sul termovalorizzatore e le tecnologie; ammodernamento del sistema scolastico e diffusione degli ITS. Ecc.

Siamo dunque sicuri che prima venga la scelta della figura del/della presidente e la formazione di aggregati per vincere o non piuttosto un confronto sull’Umbria e sulle cose da fare, per governare?

Franco Raimondo Barbabella – Presidente CiviciX dell’Umbria




Da Orvieto a Verona, anche gli scout orvietani all’incontro nazionali Agesci sulla felicità

Un viaggio da Orvieto a Verona per riflettere e discutere di un tema che li rappresenta: generazioni di felicità. E’ quanto faranno dal 22 al 25 agosto prossimo circa 19.000 capi scout di tutta Italia che parteciperanno alla Route Nazionale dell’Agesci, che sarà ospitata a Verona presso il parco di Villa Buri. 

Anche i 22 educatori scout del gruppo Orvieto 1, zaino in spalla, prenderanno parte all’evento che cade proprio nel 50esimo anno di fondazione dell’Associazione. La Route sarà caratterizzata da oltre 60  incontri, approfondimenti e attività di formazione, utili per analizzare la realtà delle nuove generazioni e definire le sfide e il percorso dell’associazione per i prossimi anni. “Collante dell’edizione 2024 è il tema della felicità che rappresenta oggi una scelta politica forte, controcorrente rispetto al negativismo e ai segnali di crisi e sfiducia”, spiegano gli organizzatori sottolineando la necessità e l’importanza di potersi confrontare su un temi così importante per l’educazione oggi. Tra i tanti ospiti e relatori che aiuteranno i capi scout a ragionare su queste tematiche, sarà presente la regista Alice Rohrwacher che insieme a suor Teresa Forcades terrà una tavola rotonda sul tema “felici di prendersi cura e custodire”.

E proprio “felici di prendersi cura e custodire” è il filone che la comunità capi del gruppo Orvieto 1 ha scelto in questi ultimi anni per mettersi in cammino verso la Route, ma soprattutto per lasciare un segno tangibile e di felicità per il territorio di Orvieto…presto sveleremo di cosa si tratta.




Bene il fermento che circonda il tema della sanità di territorio: ci permettiamo di fornire alcuni suggerimenti

Abbiamo appreso con piacere che il nostro Sindaco, la dottoressa Tardani, ha preso l’iniziativa di istituire una commissione consiliare ad hoc per monitorare il livello dei servizi sanitari nel nostro (prossimamente ex) distretto.  È una risposta, ci auguriamo non tattica in vista delle prossime elezioni regionali, ad un crescente disagio e sofferenza che noi stiamo seguendo da due anni evidenziando con i nostri scritti le carenze del sistema sanitario regionale e soprattutto locale, che oggi è testimoniato dai numerosi comitati che si stanno organizzando sulla materia, spinti dall’insoddisfazione dei cittadini. Sembrerebbe riscontrabile un cambio di atteggiamento e di attenzione da parte delle istituzioni locali che hanno ignorato gli allarmi e che, quando intervenivano, tendevano a rassicurare che tutto era previsto.

Se si vorrà veramente far funzionare e conferire uno scopo a questa commissione, riteniamo imprescindibile che si dovrà fare a meno di promesse e di aggettivi, ma fare riferimento soltanto a numeri e programmi ben definiti.

A) sull’Ospedale

Debbono essere forniti dalla Ausl Umbria 2 (o chi ne è in possesso) i dati sul valore della produzione dei servizi sanitari, per quantità e complessità, nonché il relativo andamento nel corso degli anni; noi abbiamo la  sensazione, anzi la quasi certezza, che ci sia un trend negativo. Vanno forniti i dati quantitativi circa la mancanza di personale affinché possa essere considerato effettivamente DEA di primo livello ed il correlativo programma ipotizzato di coperture.

Vanno studiati, compresi ed indicati i motivi per cui i concorsi per il reclutamento del personale vanno deserti e gli operatori sanitari tendono ad andarsene; conseguentemente vanno messi in piedi i correttivi necessari. Ricordiamo a noi stessi che fino a poco tempo fa l’Ospedale di Orvieto era ambito perché visto come un transito professionale per arrivare agli ospedali della capitale.

Vanno forniti i dati sull’attrattività dell’Ospedale di Orvieto per i pazienti dei comuni fuori regione, che in parte ne giustifica l’esistenza, che sembra anch’essa essere in forte calo.

B)  Sulle prestazioni diagnostiche e strumentali.

Vanno forniti i dati aggiornati sul livello dei servizi forniti, come certificati da Agenas per tutti i RAO.  Basta con la generica aggregazione complessiva in liste di attesa.

Vanno quantificate le prestazioni private che devono essere censite per tenere sotto controllo i problemi organizzativi e monitorare la sottrazione di utenza all’ospedale.

C) Sulla Medicina territoriale

In attesa dell’ultimazione dei locali fisici della Casa di Comunità, prevista in un posto sbagliato per la seconda metà del 2026, va redatto un piano del personale necessario, partendo dalla pianta organica esistente oggi nei due siti dello scalo e di Orvieto; va redatto un piano di reperimento del personale che traguardi il 2026 e va implementata l’organizzazione di servizio che si avvicini al modello definitivo.

Questo vale anche per la medicina domiciliare (vedi il numero di infermieri), l’organizzazione della telemedicina e per l’assistenza sociale, psicologica e psichiatrica per la quale va predisposto un piano che, partendo dalla situazione attuale, traguardi i parametri nazionali previsti.

D) sul Distretto 

È necessaria una presa di posizione sostenuta da atteggiamenti concreti che analizzi quanto oggi previsto, quanto implementato e salvaguardi l’identità del nostro territorio che scomparirebbe se inglobato all’interno di un unico distretto posto a Terni. Si dovrà inoltre introdurre una pianificazione dell’attività che contrasti ritardi accumulati rispetto ad altri territori ed un recupero dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi. Tutto ciò andrà discusso e recepito in incontri periodici e reso pubblico ai cittadini perché possano effettivamente giudicare l’andamento del servizio.

Se ritenuti utili, siamo disponibili a dare il nostro contributo.