Andrea Taddei, “progetto per valorizzare il patrimonio dell’Opera del Duomo, chiusure alternate dei musei, ritocco dei biglietti e discussione aperta per l’eolico”

L’Opera del Duomo ha deciso di prepararsi al Giubileo 2025 con un maquillage completo e complesso dei suoi gioielli.  Ne abbiamo parlato con il presidente Andrea Taddei allargando il discorso anche all’eolico, era inevitabile. 

Abbiamo ricevuto il comunicato dell’Opera del Duomo con la prevista chiusura dei musei.  Perché proprio alla vigilia del Giubileo 2025 con tanti visitatori potenziali?

In realtà non è una novità ma tutto nasce da un’analisi della situazione generale dei tre spazi museali curati dall’Opera del Duomo.  Tale ricognizione è partita durante il mio primo mandato, quindi ormai 4 anni fa.  Per completezza gli spazi espositivi sono i Musei papali dove è conservato il Reliquiario e le pale d’altare; poi ci sono i sotterranei della Cattedrale e il museo Emilio Greco che è spazio dell’Opera del Duomo e dove trovano spazio le opere donate dallo stesso Emilio Greco al Comune di Orvieto. Poi abbiamo il piano superiore di Palazzo Soliano, che ad oggi non è utilizzato se non come un magazzino.   E’ uno spazio importante, bello che vorremmo restituire alla città.

Ma perché intervenire ora?

Da più di 20 anni, lo spazio espositivo del museo è quello che tutti conosciamo, funzionale ma sicuramente da migliorare anche seguendo le osservazioni ricevute da vari turisti, che lamentano una cronologia delle opere che in qualche caso viene indicata non proprio lineare, ma soprattutto quello che ci piaceva era di cercare di dare un ordine cronologico anche alle tipologie perché fondamentalmente si passa da opere del Signorelli, quindi un periodo più lontano nel tempo, alle opere di Emilio Greco.  Vorremmo rendere il percorso più lineare senza improvvisi salti storici.   A questo si è aggiunta la volontà di effettuare dei lavori di miglioramento della climatizzazione per un maggiore benessere del pubblico, dei dipendenti e delle opere d’arte.  Questa è la parte che richiede sicuramente un po’ più di tempo.  Quindi ci saranno delle chiusure ma graduali.

Che s’intende per chiusure graduali?

Le due location che saranno chiuse sono i Musei Papali e il Greco, ma in momenti differenti, proprio per lasciare almeno la fruizione di uno spazio oltre i sotterranei della Cattedrale che non verranno toccati dai lavori.  La data ancora non l’abbiamo fissata, ma l’anno è anche eccessivo onestamente perché i lavori da fare non sono notevoli.  Ci stiamo ragionando all’intero del consiglio ma ancora nulla è deciso.  La volontà è quella di rivedere i percorsi legandoli cronologicamente, poi vogliamo sfruttare il piano superiore del Museo Greco perché abbiamo molte opere che non sono esposte.  Un ragionamento aggiuntivo va fatto su Sant’Agostino.   Attualmente è scaduta la convenzione tra demanio e sovrintendenza e di conseguenza l’accordo di utilizzo gratuito con l’Opera del Duomo.   Era uno spazio importante e spostava un po’ il turismo anche nell’area del quartiere di San Giovenale che, a mio parere, andrebbe presentato e pubblicizzato con maggiore vigore.

Quindi già c’è un progetto per i lavori?

C’è un piano approvato dal consiglio e l’intero lavoro sarà affidato a dei consulenti che si occupano di allestimenti museali.  Stiamo poi affrontando la questione economica.  In se l’intero ammontare non è enorme ma l’Opera del Duomo può intervenire direttamente solo per una parte. Il resto lo dobbiamo reperire magari attraverso fondi dedicati alla preservazione del patrimonio artistico.   In scala ci piacerebbe replicare l’operazione della nostra omologa di Firenze con cui abbiamo avuto e abbiamo contatti.  Loro hanno investito alcuni milioni di euro per rifare tutta la parte museale.  A noi serve molto meno ma l’idea è simile. 

Tornando ai tempi riteniamo che con la collaborazione tra Enti saremo pronti prima del previsto.  Certamente sono palazzi vincolati, e il Consiglio sta facendo una verifica per capire chi ci può accompagnare tecnicamente.

Come sono andati fino ad oggi gli ingressi?

Molto bene.  A luglio siamo già intorno al 10% di aumento sul 2023 che era stato l’anno migliore. Ad agosto i numeri ci raccontano di una piccola flessione ma ben compensata dall’aumento nel primo trimestre che invece nel 2023 aveva registrato ingressi bassi.

Chi viene a Orvieto difficilmente non visita il Duomo, ma non possiamo fare un parallelo con la permanenza media.  Come OPSM possiamo monitorare quotidianamente gli ingressi con il nuovo gestionale che è entrato in funzione da marzo.  Abbiamo installato una biglietteria automatica di supporto agli operatori tradizionali e potenziato quella online, tutti servizi innovativi e tesi a migliorare il rapporto con i visitatori e il benessere dei lavoratori. 

Spesso c’è chi critica il fatto di pagare per entrare in Chiesa…

Ti ringrazio di questa domanda perché ci tengo in maniera particolare.  Anche personalmente mi sono trovato con qualche persona che si lamentava del biglietto per vedere una chiesa, e ho spiegato che per visitare il Duomo come sito d’arte, c’è un costo, perché qualcuno lo mantiene, lo cura e lo custodisce.  Se si tratta di pregare, c’è un ingresso dedicato al culto, che è dal lato sinistro guardando la facciata, gratuito e che consente l’accesso dal lato della cappella del Corporale e alla navata centrale.  Aggiungo che ad oggi il prezzo del biglietto è tra i più bassi d’Italia, tanto che siamo stati, diciamo “attenzionati” dall’AFI, l’Associazione delle Fabbricerie Italiane. In media nelle altre cattedrali si paga circa 20 euro con punte di 70 a Firenze per il percorso completo.  A Orvieto siamo fermi a 5 euro per Duomo e Museo.  E’ chiaro che ogni ritocco del prezzo del biglietto avverrà contestualmente a nuovi servizi proprio per rendere sempre migliore l’esperienza.  Il personale e la manutenzione, i restauri costano e i nostri introiti provengono anche dai biglietti e la tendenza è positiva. Mi preme ricordare che sono esentati dal pagamento del biglietto i residenti nel territorio della diocesi di Orvieto-Todi-Bolsena.

Torniamo alle chiusure, che succederà al personale?

La chiusura non comporterà alcun fermo del personale grazie alla turnazione, nel bookshop o in altre attività. Non ci sarà cassa integrazione e tutte le unità lavorative rimangono a tempo pieno.

Prima di chiudere un accenno alla situazione sul progetto eolico “Phobos”.  A che punto siamo?

Qui bisogna essere particolarmente cauti e chiari.  Intanto ribadisco che l’Ente non è stato mai contattato e coinvolto in fase di progettazione fatta in autonomia dalla società che ha presentato la documentazione al Ministero.  Ora siamo giunti alla vigilia della possibile costruzione del parco eolico e allora abbiamo avviato una interlocuzione che spero si riveli proficua per l’Ente con l’azienda titolare del progetto.  C’è da chiarire che tutta la fase precedente è stata possibile anche in assenza di accordi perché nella strategia “Green” i parchi eolici sono considerati di pubblica utilità e quindi nei documenti presentati al ministero è chiaramente scritto che i terreni coinvolti saranno disponibili o con accordo tra privati o con l’esproprio forzoso per pubblica utilità.  Abbiamo iniziato un dialogo con l’azienda che ha presentato il progetto e vi terremo aggiornati sui prossimi passi.




La risposta del COSP sulla spesa sanitaria in Italia e in Umbria, la “differenza tra finanziamenti nominali e reali”

Fin dalla nascita ogni pediatra sa che deve trattare i dati fisiologici di un bambino, come il peso o l’altezza, in rapporto a quelli di altri bambini della stessa età per verificare il loro reale stato di salute (si parla appunto di dati in percentile, cioè in rapporto a 100 bambini della stessa età); così come ogni lavoratore sa che il valore reale di uno stipendio va rapportato al costo della vita ed al tasso d’inflazione di una certa nazione (guadagnare 1.500 euro al mese in Italia ha un valore diverso che guadagnarli in Uganda piuttosto che in Olanda). Allo stesso modo i finanziamenti di un governo al SSN devono essere rapportati al tasso d’inflazione o al PIL di una nazione. Quindi, riportare i finanziamenti stanziati dal governo Meloni (come è apparso recentemente su una bacheca situata in Corso Cavour ad Orvieto), come numeri assoluti, non offre alcuna informazione utile a dedurre lo stato di salute di un SSN. A tale scopo riteniamo opportuno portare all’evidenza alcuni punti che possano aiutare ad un confronto più scientifico.

1. Finanziamenti nominali e finanziamenti reali. Considerati gli elevati livelli d’inflazione sperimentati dal nostro paese negli ultimi anni e ben presenti a tutti i cittadini che li hanno sofferti, sarebbe opportuno far riferimento invece ai valori reali (depurati cioè dell’aumento causato dall’inflazione, anche detto valore a “prezzi costanti”) di quei finanziamenti. Com’è facile osservare dalla seguente elaborazione pubblicata dall’Università Cattolica, infatti, la spesa nominale (barre blu) è andata sì aumentando nel corso degli anni, ma tale aumento è stato quasi interamente assorbito dall’inflazione, portando la spesa reale (barre arancioni) del 2023 appena al livello del 2019 e al di sotto dei livelli registrati nel 2010. Per quanto riguarda l’anno in corso, se la stima di inflazione del Documento di Economia e Finanza (1,2%) dovesse essere confermata dalla realtà, avremmo un leggero aumento (2,6%) della spesa reale rispetto all’anno precedente, portandola allo stesso livello del 2019 ed ancora al di sotto di quello del 2010.  Tra l’altro, anche l’affermazione secondo cui tali stanziamenti nominali sarebbero oggi in aumento, “al contrario” di quanto accaduto con i governi precedenti, è chiaramente non corretta come si può desumere dal costante aumento del finanziamento in termini nominali negli ultimi anni.

2. “Tanto” o “poco”: rispetto a cosa?   Il “metro” comunemente più usato a livello internazionale è costituito dal rapportare la spesa sanitaria al livello del PIL, per evidenziare così quale quota della ricchezza prodotta da un determinato paese venga utilizzata per finanziare la propria sanità. Se guardiamo l’andamento di tale indicatore (linea gialla della figura riportata sopra) possiamo notare come il suo valore per l’anno corrente resterebbe sostanzialmente inalterato rispetto al 2023, se dovesse risultare corretta la stima del DEF di una crescita dell’1% del PIL, e al di sotto dei livelli del 2022 e del 2019. Se poi volessimo spingerci a confrontare tale indicatore con quelli espressi da altri paesi, l’impietoso confronto sarebbe quello riportato nella seguente figura elaborata dalla fondazione Gimbe: la spesa italiana si assesta infatti al di sotto della media OCSE e ben al di sotto di quella di paesi quali Francia, Germania o Spagna.

3. Parlare di una cosa, mostrarne un’altra.  Mentre nel testo di apertura si fa riferimento agli stanziamenti del governo per il SSN (vedi sopra) il grafico riportato dal manifesto presenta invece il punteggio ottenuto da ciascuna regione nell’ambito del monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza stabiliti a livello nazionale. Tale grafico, estrapolato dal rapporto “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia – Relazione 2022, Ministero della Salute, 2024, riporta il punteggio aggregato (da 0 a 100, con 60 come soglia di “sufficienza”) ottenuto da ciascuna Regione nella valutazione fatta dal Ministero rispetto ai livelli essenziali di assistenza stabiliti a livello nazionale. Al di là del fatto che la nostra Regione si attesta ancora sopra la sufficienza, non si capisce cosa si volesse comunicare associandolo ai dati sul finanziamento nazionale. 4. Conclusioni Tutto ciò per ribadire che solo un’analisi quanto più scientifica e scevra da ogni faziosità di parte, ci permetterà di uscire dalle sabbie mobili del dibattito politico, dandoci la possibilità di trovare soluzioni utili a tutti e per il “bene comune”. Il definanziamento del SSN viene da lontano, iniziato anche dai precedenti governi di centrosinistra come di centrodestra, problema alla base anche dell’attuale crisi della rappresentanza politica e del forte astensionismo che viene registrato ad ogni tornata elettorale (vedi circa il 40% di non votanti registrato all’ultimo ballottaggio per le comunali). 

Questo è l’obiettivo principale che si è prefissato il Comitato Orvietano per la Salute Pubblica: cercare di approcciarci alla soluzione, estremamente complessa, del rilancio del SSN con metodo scientifico e non fazioso (di qualsiasi colore politico esso sia). È infatti con questa modalità che ci siamo incontrati lunedì scorso, 26 agosto alle ore 21, in una riunione ristretta dei gruppi di lavoro, per rilanciare l’iniziativa della raccolta firme per il mantenimento del Distretto Sanitario di Orvieto, a partire ad esempio da un’analisi delle esigenze peculiari del territorio orvietano. È quindi con questi obiettivi che ricordiamo a tutti i cittadini interessati che ci incontreremo di nuovo, lunedì 2 settembre alle ore 21, questa volta in un’assemblea aperta a tutti (amministratori, associazioni, medici, personale sanitario, sindacati, partiti politici), a cui si potrà partecipare in presenza presso lo spazio Bi.Pop. di Sferracavallo ad Orvieto (Via Po n. 4) o con un collegamento online a distanza, per organizzare il lancio della petizione popolare.

Fonte: COSP – Comitato Orvietano Salute Pubblica




Il gruppo scout Orvieto 1 inaugura Punto del Sole, centro aperto a tutta la cittadinanza

Domenica 8 settembre alle ore 18.00 presso l’ex scuola elementare del Tamburino, in Loc. Ponte del Sole, il gruppo scout AGESCI Orvieto 1 inaugura “Punto del Sole”, nuova sede scout e centro aperto all’intera cittadinanza.   Questo evento segna una tappa fondamentale di un progetto di rigenerazione urbana e animazione sociale avviato quasi tre anni fa, che oggi il gruppo scout desidera condividere con la comunità come testimonianza concreta del proprio impegno educativo sul territorio.

“Punto del Sole” è uno spazio pensato per le ragazze e i ragazzi, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento sociale, luogo di incontri, relazioni, cultura e molto altro. Siamo felici di raccontare gli obiettivi e il percorso intrapreso insieme a tutti coloro che ci hanno sostenuto e che vorranno continuare a farlo in questa importante sfida per la cura di un bene comune. Un progetto che ha già ricevuto il supporto di numerose persone, aziende, associazioni ed enti. All’inaugurazione interverranno i rappresentanti del Comune di Orvieto, della Diocesi di Orvieto-Todi e di Orvieto Ambiente Srl – del gruppo Acea – principale finanziatore del progetto di riqualificazione. Sarà inoltre un’occasione per ascoltare le testimonianze di diverse realtà che, sul territorio, animano luoghi di aggregazione sociale con una particolare attenzione ai giovani. La serata si concluderà con un piccolo rinfresco offerto dal gruppo scout. L’intera cittadinanza è invitata a partecipare.

La proposta dello scoutismo è quella di “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”: è con questo spirito che intendiamo proseguire il nostro cammino, insieme a tutta la comunità.