Italia Viva rimane in campo

Nonostante alle ultime amministrative molteplici ostacoli, di ordine politico e organizzativo, ci abbiano condizionato siamo riusciti ad eleggere diversi consiglieri avendo unitamente una certa visibilità.  Ci siamo caratterizzati per iniziative e proposte in diversi Comuni superando appunto ostacoli e pregiudizi.  La battuta d’arresto delle europee ha innescato una rivisitazione dei programmi sia come partito sia come collocazione, innescando da subito una dialettica interna su chi rielaborerebbe un ipotetico terzo polo o una Margherita 2.0
Da subito si sono espressi i nostri rappresentanti nazionali in un verso e l’altro, ma Renzi, pur lasciando intravedere un eventuale congresso, per decidere, da politico navigato, seguendo lo stato dell’arte della politica ad horas, ha messo in campo una possibile collocazione nel centro sinistra per le prossime regionali.  La cosa ha messo in subbuglio gli iscritti intenti a fare le prime valutazioni di rito.  Certo è che essendo ravvicinate, almeno in Umbria e Emilia Romagna, le elezioni una posizione la si doveva prende.
Noi come dirigenti ed iscritti avevamo preso, nella sede dedicata: assemblea regionale, la decisione, con una votazione quasi unanime, di collocarsi nel centro sinistra. La cosa rappresentata anche a livello nazionale dal presidente Renzi, intervista al Corriere della Sera, ci mette nella condizione di essere operativi.
Abbiamo già dato la disponibilità a sostenere la candidata, ad oggi realisticamente espressa, Proietti. Rimangono sul tappeto la questione dei veti, che abbiamo subito alle amministrative, in alcuni casi superati. E la questione del contenitore ovvero se fare un raggruppamento di tutti i riformisti, liberaldemocratici e civici, o se andare con alcuni o da soli.  Certo è che, da dati europee, tale raggruppamento sarebbe determinante. Noi proprio ieri nel coordinamento di regia abbiamo deciso di iniziare subito una concertazione, almeno con i partiti più vicini a livello valoriale, per poi seguire con le altre forze dello schieramento.
La complicità è la sinergia del nostro gruppo dirigente ci ha permesso, come dicevo, di essere stati anticipatori di una linea che riteniamo possa modificare l’assetto dell’Umbria, certo anche con l’apporto del nazionale specie sul tema veti.  Sicuramente, nonostante l’incertezza del momento, stiamo agendo come partito strutturato e intendiamo presentarci agli alleati con determinazione e visione politica.  Italia viva appunto resta in campo pronta a trasformarsi in altro ma con i fondamenti riformisti e liberaldemocratici, guardando anche ai cattolici che vogliano riattivare un coinvolgimento.
Attendiamo segnali da l’una e dall’altra parte dei prossimi interlocutori




Noi vogliamo urologia a Orvieto

Torniamo indietro di 5 mesi, quando PrometeOrvieto promuoveva un incontro con i candidati sindaco per il Comune di Orvieto. Tutti i candidati (eccetto Conticelli di “Nova”, che non aveva ancora l’investitura della sua associazione) hanno partecipato con entusiasmo, mostrando interesse e apprezzamento per la nostra pluriennale attività di studio e di approfondimento sull’erogazione dei servizi sanitari nel nostro territorio. Sono passate le elezioni, la Sanità pubblica orvietana è però sempre lì, irraggiungibile per molti, eccellente per i pochi che riescono ad accedervi. 

Credevamo che i nostri rappresentanti rispondessero al nostro appello ed alla nostra denuncia sull’inesistenza dell’Unità operativa di Urologia presso l’ospedale di Orvieto lanciati la scorsa settimana. Una carenza che procura disagio alla popolazione anziana, come quella orvietana, ed alle sue tasche.
Invece, passate le elezioni, il nulla, a parte un timido approccio di Roberta Palazzetti.

Crediamo che l’intervento di alcuni sindaci che sollecitano la riunione della Conferenza dei sindaci, seppure importante, dimostri come questi organismi siano inefficaci quando si tratta di affrontare problemi di un territorio periferico rispetto ai centri decisionali.

Sono Coletto e la Tesei coloro che devono ascoltarci, coloro che hanno sempre sostenuto (la Tesei lo disse ad Orvieto il 22.11.2022) che il Santa Maria della Stella è DEA di primo livello con tutte le prestazioni propriamente previste garantite per tutti.

Constatiamo amaramente, invece, che le forze politiche utilizzano la Sanità quale strumento di lotta e di rinfaccio reciproco, senza che nessuno vada minimamente a programmare (più precisamente, promuovere in Regione) interventi sui bisogni reali e impellenti dei cittadini orvietani e del suo comprensorio. La difficoltà di avere un servizio di urologia fa emergere con forza un aspetto che nessuno, neanche durante la campagna elettorale, ha sollevato, cioè la sparizione del Distretto sanitario dell’Orvietano e la mancata assegnazione di una Centrale operativa territoriale (COT), scelte che rendono più difficile affrontare i problemi. Infatti, ogni rilevazione su numeri ed efficienza dell’erogazione dei servizi sanitari nel nostro territorio verrà granellizzata e poi ricompattata su di un’area che ricomprenderà Terni, Spoleto e Foligno con l’evidente conseguenza che la maggiore efficienza di altri territori pareggerà le criticità di Orvieto. E i pazienti di Urologia, e progressivamente degli altri reparti, saranno costretti a migrare se sono fortunati.

Le 3-4 lettere di encomio che giungono dai pazienti che si complimentano per l’umanità del personale sanitario e per l’eccellenza di alcuni interventi è la testimonianza della perizia e competenza di quel personale (che comunque chiede più organizzazione e servizi), non certamente di un’ideale erogazione degli stessi.