Orvieto, Bagnoregio e Bolsena uniti nella promozione e valorizzazione del territorio

Un progetto comune per promuovere e valorizzare congiuntamente il territorio compreso tra Orvieto, Bolsena e Bagnoregio, è l’obiettivo lanciato nel corso dell’incontro che ha chiuso la campagna elettorale nel centro storico del sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, a cui hanno preso parte il sindaco di Bagnoregio, Luca Profili, e il vicesindaco di Bolsena, Andrea Di Sorte, entrambi candidati alla fascia tricolore dei rispettivi Comuni alle elezioni dell’8 e 9 giugno. Presente anche il sindaco di Porano, Marco Conticelli. 

“Orvieto è terra di confine – ha spiegato Roberta Tardani –  e in questi ultimi cinque anni abbiamo innanzitutto dovuto lavorare per riaffermare la centralità della nostra città in Umbria che per troppo tempo aveva marginalizzato questo territorio in diversi ambiti. Oggi, grazie a un proficuo ed efficace confronto con il governo regionale, Orvieto e il suo territorio hanno recuperato il ruolo che gli compete e possono proporsi con autorevolezza come porta dell’Umbria sull’alto Lazio e su Roma. Oggi ci sono le condizioni per dare finalmente forma e sostanza a progetti comuni di respiro interregionale con i territori a noi vicini e con realtà come Bolsena e Bagnoregio a cui ci lega la storia e il patrimonio culturale. Oggi abbiamo la possibilità concreta di realizzare quello di cui si parla da tempo, a partire da una politica turistica comune che valorizzi ogni singola realtà con progetti e iniziative destinate anche ad aumentare la permanenza media sui nostri territori sfruttando i cammini e la crescente tendenza del turismo outdoor. E abbiamo anche una prima opportunità importante da cogliere, quella del Giubileo 2025. Orvieto, che condivide con Bolsena la storia del miracolo del Corpus Domini, sta già lavorando con Opera Romana Pellegrinaggi, con cui collaboriamo da tempo, per creare un prodotto ad hoc Roma-Orvieto in grado di intercettare gli imponenti flussi del turismo religioso che arriveranno nella Capitale”.  

“Siamo qui – ha detto il sindaco di Bagnoregio, Luca Profili – non solo per testimoniare la buona amministrazione, la passione e la competenza di Roberta Tardani ma soprattutto la volontà di collaborare con Orvieto. Con voi condividiamo anche servizi per la nostra comunità ma più di tutto partiamo da una base turistica comune sulla quale costruire un brand che rappresenti le nostre realtà e che metta in rete l’offerta che già esiste e le tante cose fatte in questi anni a Orvieto”. 

“Con Orvieto condividiamo una storia comune – ha affermato il vicesindaco di Bolsena, Andrea Di Sorte – ma anche l’essersi sentiti marginalizzati, voi da Perugia, noi da Roma. In questo anche i nostri territori hanno delle responsabilità perché per anni abbiamo vissuto nella convinzione che potessimo viaggiare da soli. Ora però qualcosa sta cambiando, Orvieto ha fatto un importante lavoro mentre grazie a Civita Roma si è accorta anche del nostro territorio e possiamo mettere in campo un progetto che superi il campanilismo, che ci veda tutti impegnati nella valorizzazione di questa area e uniti, anche nei servizi, sotto un nuovo brand. In questo percorso tuttavia i Comuni non possono essere da soli e sarà fondamentale l’apporto degli investimenti privati per costruire prodotti e servizi che qualifichino l’offerta turistica”.  




Paola Agabiti, assessore regionale al turismo, “Orvieto fiore all’occhiello, a ottobre una fiction in città”

Le politiche turistiche e culturali ma anche i progetti di sviluppo per la città di Orvieto sostenuti dalla Regione Umbria. Questi i temi discussi nell’incontro alla Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo con l’assessore regionale al Bilancio, Turismo e Cultura, Paola Agabiti, organizzato da Fratelli d’Italia, alla presenza del sindaco di Orvieto e candidata alla conferma, Roberta Tardani.  Dopo l’introduzione del coordinatore provinciale di FdI, Alberto Rini, è intervenuto anche il presidente regionale di Federalberghi-Confcommercio, Simone Fittuccia. 

“Orvieto è tra le città simbolo dell’Umbria – ha detto Fittuccia – e fra le tre mete imprescindibili per chi viene a visitare la nostra regione. In tre anni, perché per due siamo stati praticamente fermi, la città ha ottenuto risultati importanti. A volte sento polemiche futili sui dati, ma nel post Covid Orvieto ha avuto una crescita importantissima frutto del lavoro dell’amministrazione comunale con la quale la nostra associazione si è confrontata in maniera costruttiva per trovare le soluzioni migliori. Il lavoro iniziato ha bisogno di una visione futura, non ci si può fermare e ricominciare da zero rischiando di perdere quello che si è seminato. Per questo il percorso avviato va sostenuto e portato avanti. In passato – ha aggiunto – turismo e cultura erano settori marginali in Umbria ma oggi, grazie all’impegno della Giunta regionale e dell’assessore Agabiti, sono stati fatti investimenti importanti non solo su una comunicazione vincente che ha attirato flussi nazionali e internazionali ma anche sui contributi alle imprese per aumentare la qualità dell’accoglienza”.

“In passato l’Umbria ha vissuto nel buio più totale – ha affermato l’assessore Agabiti – per la mancanza di capacità di visione e amministrazione da parte della sinistra che non ha saputo utilizzare le risorse europee a disposizione. Noi quei fondi li abbiamo destinati agli investimenti e in questi anni abbiamo erogato 24 milioni alle imprese turistiche. I risultati che abbiamo ottenuto in questi anni – ha proseguito – sono merito anche dei sindaci capaci, come Roberta Tardani, che hanno saputo cogliere gli strumenti messi in campo dalla Regione, come il bando UmbriAperta, per supportare le politiche turistiche. Orvieto rappresenta un fiore all’occhiello per l’Umbria per la storia, la cultura, l’enogastronomia, e l’artigianato che abbiamo sostenuto con il finanziamento per oltre 600mila euro per il Museo della Ceramica. Abbiamo lavorato insieme al sindaco Tardani per rilanciare Orvieto come destinazione turistica, valorizzando l’attrattività di ogni territorio anche attraverso una promozione integrata dell’Umbria in Italia e all’Estero per la quale sono stati programmati oltre 2,5 milioni di euro. A ottobre, inoltre, si girerà a Orvieto una fiction molto importante. Roberta – ha concluso l’assessore – è un sindaco vero, una donna determinata capace e lungimirante, una donna del fare. Il lavoro avviato non si può interrompere e tornare indietro”. 

“Ringrazio la Giunta regionale e l’assessore Agabiti – ha detto il sindaco Tardani – per la vicinanza e l’attenzione che hanno avuto in questi anni nei confronti di Orvieto e del suo territorio non solo sul fronte delle politiche turistiche e culturali ma anche per dare forma a importanti progetti di sviluppo della città, come la complanare, e per potenziare i servizi, come la nuova scuola di Sferracavallo. L’apporto della Regione è stato fondamentale per finanziare la realizzazione del piano di marketing territoriale con cui sono state progettate e programmate le azioni che stiamo mettendo in campo, dalla digitalizzazione e innovazione dei prodotti turistici alla promozione, dal calendario unico degli eventi al progetto Orvieto Experience per promuovere il turismo esperienziale e aumentare la permanenza media sul territorio. In questi anni abbiamo puntato inoltre sulla promozione e l’indotto che generano le produzioni cinematografiche che vengono a girare nella nostra città e che abbiamo concentrato nei periodi di bassa stagione anche per destagionalizzare le presenze. E in attesa della fiction ad ottobre, a fine agosto e per cinque settimane ospiteremo, con il contributo di Umbria Film Commission, le riprese di un nuovo film con un importante cast che coinvolgerà maestranze e manodopera sul territorio”. 




Nuova isola neonatale, importante investimento per il punto nascita del Santa Maria della Stella

L’isola neonatale rappresenta lo strumento cardine per garantire la migliore assistenza neonatale possibile.  Il modello organizzativo del percorso assistenziale alla madre e al neonato si basa sulla stretta integrazione tra le cure ostetriche e quelle neonatali e l’isola rappresenta il punto di incontro tra questi due aspetti. E’ fondamentale non solo per il neonato “fisiologico” ma anche e soprattutto per tutti i parti con potenziale rischio consentendo di migliorare ulteriormente l’assistenza in caso di insorgenza di condizioni critiche.

“L’isola neonatale di cui si è dotato il Punto Nascita di Orvieto è uno strumento di elevato profilo tecnico e sofisticato standard tecnologico- così la Responsabile f.f. della UO Pediatria Dr.ssa Maria Greca Magnolia- Risponde pienamente a tutte le norme stabilite dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) in riferimento agli “Standard per l’Assistenza Perinatale”. Per questo esprimo profonda gratitudine nei confronti della Direzione Aziendale per l’attenta vicinanza e la preziosa cura dimostrate nel garantire tale dotazione”.

“L’assistenza in Sala Parto alla donna gravida ed al suo bambino necessita di una equipe ostetrica –neonatologica competente ed affiatata unitamente a tutti gli strumenti necessari a garantire una nascita in totale sicurezza-è intervenuto il Responsabile della UO Ostetricia e Ginecologia Dr. Patrizio Angelozzi- La nuova isola neonatale aggiunge un importante valore tecnologico alle mani ed al cuore di tutti gli operatori delle nostre Unità Operative e segna la grande attenzione della Direzione Aziendale nei confronti del nostro Punto Nascita, luogo unico ed imprescindibile per una Sanità pubblica che guardi lontano” “Un’assistenza di qualità contempla elevate professionalità e adeguate tecnologie- riprende la Direttrice del Presidio Dr.ssa Ilaria Bernardini- L’attenzione che si è voluta rivolgere alla rete di assistenza alla madre e al neonato nell’Ospedale di Orvieto testimonia il desiderio di potenziare il Punto Nascita, elemento strategico per la particolare territorialità e per la delicatezza del percorso che accompagna la diade mamma-bambino”.




Marco Conticelli cerca la conferma come sindaco a Porano, “La nostra lista è l’unica reale unione e per il futuro attenzione all’ambiente e ai servizi”

Marco Conticelli, attuale sindaco di Porano, è pronto per la sfida elettorale con Carmela Palmieri. Conticelli ha dovuto affrontare l’emergenza della pandemia che ha duramente colpito il Comune e la chiusura di alcuni servizi fondamentali come la banca e il distributore. Ha reagito ricercando e ottenendo che venissero attivati nuovi servizi in sostituzione di quelli che avevano chiuso. Ora rilancia con la nuova programmazione delle Aree Interne e sottolineando i progetti contretizzati, finanziati e terminati in questi ultimi anni.

Questa è la seconda volta, cosa significa impegnarsi per un periodo così lungo per il Comune?

E’ la seconda volta che mi candido come Sindaco ma è dal 2009 che sono nell’Amministrazione comunale di Porano dove ho ricoperto per due mandati l’incarico di Vicesindaco nella Giunta Cocco. Rinnovare l’impegno significa rinnovare il mio contributo e quello della mia squadra per un territorio che amo e dal quale in questi quindici anni ho ricevuto molto, significa portare a compimento i molti progetti in corso d’opera e programmare una nuova stagione facendo leva sulla competenza amministrativa acquisita.

L’opposizione, la scorsa volta divisa, si presenta unita.  E’ il segnale che sta cambiando qualcosa?

L’unica e reale unione che si è creata in questa tornata elettorale è quella del mio gruppo, Porano Conta, con il gruppo di minoranza consiliare maggiormente rappresentativo, Lista Civica per Porano, che ha sempre svolto una opposizione costruttiva e corretta. Questa unione si è concretizzata con l’ingresso nel nostro gruppo di Barbara Marinelli. Abbiamo insieme tracciato un percorso basato sulla condivisione di valori comuni legati alla tradizione cattolica moderata. Insieme intendiamo amministrare Porano con l’obiettivo di unire e non dividere. Non ho notizia di altre unioni.

L’Umbria tutta sta affrontando l’inverno demografico come l’Italia e il fenomeno è ancora più accentuato per i comuni sotto i 5 mila abitanti.  Come si può provare a contenere il fenomeno?

Lo spopolamento e la denatalità sono fenomeni nazionali verso i quali si deve indirizzare l’impegno di chi amministra le comunità locali. Ritengo che una buona azione amministrativa in questo senso sia quella di creare maggiori opportunità per le famiglie in termini di servizi, quello che stiamo facendo a Porano soprattutto con l’edificazione del nuovo Polo dell’Infanzia e con la riqualificazione degli impianti sportivi. La nuova programmazione della Strategia delle Aree Interne 2021/2027 può rappresentare un’ottima occasione per dare vita a progetti che contrastino efficacemente questi fenomeni.

Trasporti, scuola, assistenza sanitaria sono temi dirimenti in questa tornata elettorale.  C’è chi si difende spiegando con non sono deleghe specifiche di un sindaco, chi invece ritiene di poter contare.  Per lei come deve comportarsi il sindaco di Porano?

Il Sindaco ha il compito di occuparsi di ogni questione collettiva anche se su alcune materie non ha per Legge competenza decisionale. Come autorità sanitaria sul proprio territorio, oltre alle competenze a lui affidate, deve svolgere un ruolo di stimolo, sensibilizzazione ed indirizzo verso gli organi regionali ma certamente non può entrare nel processo decisionale rispetto soprattutto ai temi dell’ospedale e della sanità del territorio, nonostante qualche candidato anche di altri Comuni affermi che è il Sindaco che assume gli infermieri. Altri temi importanti che dovranno essere affrontati sono quelli legati ad una riorganizzazione del trasporto pubblico per i collegamenti soprattutto con Orvieto, evitando però di assistere alla circolazione di bus semivuoti con sperpero di denaro pubblico. La scuola di Porano è da sempre un punto di forza del territorio sia a livello di strutture che di offerta didattica.

Uno dei problemi dei comuni più piccoli è la cronica mancanza di servizi e a Porano è successo con la banca e il distributore.  Si possono trovare soluzioni magari insieme ad altri comuni di simili dimensioni?

Il Comune di Porano ha prontamente reagito alla chiusura di servizi come la filiale della Cassa di Risparmio e del distributore di carburante. Insieme ad altri Sindaci di Comuni in cui è sparita la Filiale CRO ci siamo battuti come leoni per scongiurare questa operazione, guidati dal Sindaco capofila Orvieto. Nonostante tante riunioni e promesse, la decisione era stata già presa e addirittura non hanno accolto neanche la richiesta di lasciare uno sportello Bancomat. Per quanto riguarda la chiusura del distributore di carburante tutti sanno che la questione è legata ad un fatto prettamente privato. Il Comune di Porano, nonostante due anni persi a seguito della pandemia, è riuscito a portare sul territorio un nuovo distributore di carburante presso l’area della pesa pubblica e a breve, nell’ambito del Progetto Polis, avremo un nuovo sportello ATM presso l’ufficio postale, per il quale il Comune ha già rilasciato il permesso a costruire.

Come collegare meglio il centro con tutto il resto del territorio?

Considerata la modesta estensione territoriale di Porano, circa 13 Km quadrati, c’è maggiormente la necessità di un collegamento più “culturale” e di coinvolgimento alla vita pubblica piuttosto che di viabilità. Proprio per questo abbiamo sempre tenuto nella massima considerazione l’unica “frazione” di Porano, Borgo Hescana, dove negli anni abbiamo realizzato il nuovo ingresso stradale e curato la manutenzione, non ultimi i recenti interventi di asfaltatura. Lì abbiamo portato iniziative come il Green Festival e partecipato alle manifestazioni religiose sempre su invito dei cittadini del Borgo che con noi sono stati sempre molto accoglienti.

Salvaguardia del territorio, sviluppo economico e produzione di energia da fonti rinnovabili (campo fotovoltaico del Comune, comunità energetiche ed eolico). Come coniugare il tutto?

Su questo punto il Comune di Porano fu precursore nel 2010 dando vita ad un impianto fotovoltaico che fino al 2030 garantirà all’Amministrazione comunale risorse importanti per contribuire alla gestione dei servizi. Il futuro è certamente nella Comunità Energetica per la quale il Comune ha iniziato un percorso che dovrà prevedere la condivisione con cittadini e attività commerciali.

Villa Paolina, polmone verde, lavori fatti, concessione al CNR per una parte.  Rimane però spesso come un’occasione di sviluppo persa o è solo un’impressione?

Non è per nulla una occasione di sviluppo persa, anzi. Abbiamo concluso i lavori di ristrutturazione per un importo di quasi 600.000 euro, abbiamo oggi una nuova Limonaia che ha già ospitato importanti iniziative. Abbiamo una nuova Casa del Custode per la quale abbiamo progetti di destinazione sanitaria e formativa. Sono in corso i lavori per la creazione del Centro di ippoterapia, investimento di circa 240.000 euro, un importantissimo progetto sanitario voluto dalla Strategia delle Aree interne che risponde ad una esigenza del territorio, quale la presenza di molti bambini affetti da patologie come l’autismo. Rispetto al “buio” di anni addietro, il Comune di Porano, che gestisce la parte del parco di Villa Paolina con un accordo con la Provincia di Terni, proprietaria dell’immobile, ha rivitalizzato la struttura anche con molte iniziative estive come concerti, mostre canine ecc.

Porano è posto al confine con il Lazio, è la cerniera tra l’area orvietana e l’Alta Tuscia, ha quindi un ruolo fondamentale per il territorio più ampio.  Come intercettare questa opportunità e favorire lo sviluppo socio-economico del Comune?

La posizione del Comune di Porano è strategica e la maggiore opportunità di sviluppo è certamente quella legata ai percorsi naturalistici che attraversano anche i Comuni limitrofi. In un processo più ampio che riguarda anche Orvieto relativa ad una strategia di sviluppo dell’area dell’Alta Tuscia, Porano dovrà essere in grado di inserirsi e cooperare con progetti territoriali le cui risorse sono individuabili nei numerosi bandi europei, nazionali e regionali.




Lettera aperta ai candidati sindaco da parte di Pier Giorgio Oliveti, segretario generale di Città Slow

Come saprete Cittaslow fu fondata al teatro Mancinelli il 15 ottobre 1999 grazie a quattro sindaci visionari e lungimiranti delle città di Greve in Chianti, Positano, Bra e Orvieto. Da allora la sede legale e operativa dell’associazione, operante in 33 paesi con 300 città associate e 28 milioni di cittadini coinvolti, si trova presso il Comune di Orvieto. 

Nel 25°anniversario della fondazione e a pochi giorni dalle elezioni amministrative, voglio ricordare a tutti voi l’importanza di questa nostra realtà, nata e cresciuta sulla rupe con il concorso di tanti, amministratori, cittadini, associazioni, parti economiche e sociali: chiunque sarà il prossimo sindaco eletto dagli orvietani, nell’esercizio di indirizzo e governo della città e del suo territorio dovrà vantaggiosamente confrontarsi e interiorizzare ancora di più e meglio Cittaslow.

Se per primo Daniel Halévy parlò nel 1948 di “accelerazione della Storia”, e poi il grande Zygmunt Bauman che lesse nelle nostre “vite di corsa” l’instabilità del vissuto sociale a causa del progresso tecnologico fast, oggi nessuno aspetta nessuno: vale per la nostra magnifica Orvieto come per l’Italia e per l’Europa. Siamo chiamati a procedere ricordandoci che “non c’è smart senza slow”: ormai dovrebbe essere chiaro a tutti. Le istituzioni per prime devono essere consapevoli del valore vitale del territorio e della necessità di preservare l’equilibrio contenendo i consumi di tutti i tipi di risorse, incluse quelle umane. Il percorso indicato progettato e realizzato nel mondo da Cittaslow significa anche ad Orvieto prepararsi per tempo al futuro migliorando il presente. Come sarà Orvieto nel 2030 e nel 2050? Dipenderà molto dalle nostre azioni di oggi. 

Una città è o dovrebbe essere  prima di tutto una comunità, un corpo vivo, mai perfetto ma che tende a migliorarsi e a resistere anche quando cambiano le condizioni esterne. Per questo Cittaslow propone itinerari di inclusione sociale, cittadinanza attiva, codecisione, solidarietà e reciprocità. Per le sfide che ci attendono non basta l’ordinaria amministrazione ma occorre continuamente lanciare il cuore oltre l’ostacolo, vedere lungo. 

Cittaslow è un sistema valoriale oltreché un metodo utile per l’amministrazione pubblica  che reindirizza la comunità verso forme di miglioramento progressivo a favore di tutti i cittadini, nessuno escluso. “Cosa mi serve qui ed ora per migliorare?”, chiede Cittaslow nelle passeggiate narranti organizzate con i comuni nelle periferie urbane: e i cittadini rispondono scegliendo nel mazzo di carte “slow” che fanno la differenza per la qualità delle loro vite. E’ una rivoluzione garbata nata proprio nella nostra città e in Umbria, che dà non solo speranza ma soprattutto concretezza a quello che chiamiamo “buon vivere”. Dobbiamo esserne orgogliosi e anzi, portare ancora più avanti l’obiettivo proprio qui, “giocando in casa”. 

La conservazione e la memoria sono fondamentali, ci dice l’esperienza Cittaslow, ma altrettanto importanti sono l’innovazione di processo prima ancora che di strumenti. E a questo proposito presso la Sede di Cittaslow c’è uno scrigno di saperi e progetti depositati in svariati terabyte, a disposizione del nuovo sindaco di Orvieto e dell’intera comunità cittadina. Questo servirà quotidianamente per tradurre l'”incertezza” propria dei tempi in “opportunità”. Per creare nuove professioni e lavoro, per interpretare in termini slow il progresso senza abbandonarci a forme produttiviste, tra le quali la più scontata e incombente è l’overtourism che divora l’anima dei luoghi e a medio termine impoverisce. Ma siamo ancora in tempo per mantenere la qualità slow di Orvieto e traguardare un futuro migliore per le famiglie, per le imprese, e anche per gli ospiti temporanei come chiamiamo i turisti a Cittaslow. 

Non entrerò qui nel merito, non è questo lo spazio né ora il nostro compito, ma rimaniamo a disposizione punto su punto. Lo avete ribadito a più voci nei vostri rispettivi programmi elettorali:  qualità della vita significa presidiare e rafforzare i servizi essenziali per la persona e i soggetti economici, dalla sanità ai trasporti, consolidare l’occupazione e creare nuovo lavoro nel turismo, nel green, nell’artigianato, in agricoltura; vuol dire anche connettere i territori e aprire la città. In questo senso Cittaslow è una potente leva per l’internazionalizzazione – lo sanno bene alcune imprese, le associazioni, le scuole di ogni ordine e le famiglie di Orvieto che da anni ci seguono e partecipano a opportunità scambi e relazioni arricchenti in giro per il mondo – ma lo è anche per darsi il “senso del limite” rispetto alla sostenibilità sociale e ambientale, che rimangono in priorità. 

Nell’augurarvi in bocca al lupo, Vi ringrazio per la vostra gentile attenzione, consideratelo un contributo pre-politico che mi auguro utile nel vostro prossimo impegno per la città, 

il Segretario generale, Pier Giorgio Oliveti 




Imprenditore si assenta per lavoro, al ritorno scopre il furto per 70 mila euro in preziosi. Scoperto il ladro dalla Polizia

Un imprenditore orvietano, assentatosi dalla propria abitazione lo scorso mese di gennaio per recarsi a lavorare all’estero, nel tornare a casa dopo qualche mese, ha trovato un’amara sorpresa: la cassaforte dove deteneva un’importante collezione di oggetti preziosi dal valore di circa 70.000 euro era aperta e all’interno non vi era più nulla.

L‘uomo si è recato presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto ed ha denunciato l’accaduto; la Squadra Anticrimine si è messa subito alla ricerca dei gioielli iniziando una serie di accertamenti finalizzati alla soluzione del caso che inizialmente, alla luce dei pochissimi elementi a disposizione degli investigatori, sembrava di difficile soluzione. Infatti, il lungo lasso di tempo dell’assenza del proprietario dall’abitazione non consentiva di dare una precisa collocazione temporale al furto.

Gli investigatori hanno anche attivato delle fonti confidenziali per capire se sul mercato clandestino qualcuno avesse offerto un ingente quantitativo di gioielli ma il tentativo non ha fornito nessun riscontro.

Allora, partendo dalla precisa descrizione dei preziosi rubati che è stata fornita dalla vittima del reato, i poliziotti hanno contattato i numerosi negozi “compro oro” sparsi in tutta la regione e proprio uno di questi ha fornito un riscontro positivo, consentendo alla Polizia di Stato di individuare l’intera refurtiva e denunciare all’autorità giudiziaria la persona che aveva commesso il furto, anch’essa di Orvieto. Gli investigatori del commissariato hanno infatti appurato che si tratta di una persona che era al corrente della lunga assenza dell’imprenditore e che, con un escamotage, è riuscita ad entrare all’interno dell’abitazione e, avendo molto tempo a disposizione, è riuscita a prendere portare via il contenuto della cassaforte.

Tutte le circostanze che sono emerse, grazie alle indagini serrate degli uomini del Commissariato di Orvieto che hanno portato all’insperato risultato nel giro di pochi giorni, sono ora al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni che coordina l’inchiesta. Sono in corso ulteriori indagini per ricostruire l’intero quadro della vicenda soprattutto per accertare il ruolo di eventuali complici che potrebbero aver favorito l’azione dell’autore del furto.




Carmela Palmieri, candidata sindaco a Porano, “uniti per un Comune che punti allo sviluppo e aperto ai giovani, anzi per i giovani”

Carmela Palmieri, avvocata, è candidata a sindaco per il Comune di Porano con la lista “Uniti per Porano” in contrapposizione con il candidato e sindaco uscente Marco Conticelli. Palmieri è riuscita nella piccola, grande impresa di riunire le tante anime dei due gruppi di opposizione in una sola lista, seppure con qualche defezione e così a Porano questa volta sono due le liste che si contrappongono e due i candidati.

Chi è Carmela Palmieri e perchè candidarsi a Porano?

Sono semplicemente…una cittadina di Porano! Avvocato, pugliese (e rivendico con orgoglio le mie origini) vivo a Porano da circa 15 anni (i primi 2 da pendolare) dopo essermi trasferita da Roma per scelta. Ho un figlio, e vivo il quotidiano come tutti, dividendomi tra lavoro e famiglia. La risposta è: perché non candidarsi? Che poi è ciò che ho pensato discutendo in famiglia, e quindi del tutto autonomamente, senza pressioni o richieste specifiche. Perché non provare a portare uno slancio ed una visione nuova nel paese? L’ ho fatto. E non certo per appetiti personali, considerati gli oneri e i pochissimi onori di un sindaco di un piccolo borgo!  La Lista che rappresento è portatrice sana (e coraggiosa) di una visione differente, di un modo di amministrare sottratto alle vecchie logiche. Ci credo, ci crediamo.

“Uniti per Porano” rappresenta il tentativo di mettere insieme varie anime del centro-sinistra.  E’ riuscito il tentativo visto che nel recente passato qualche malumore c’è stato?

E’ stato sicuramente faticoso formare un gruppo in cui confluissero persone con principi ideologici comuni, ma provenienti da esperienze diverse.  Ciò che conta è che, finalmente, a Porano abbiamo solo 2 liste. Nel percorso  di formazione e di confronto tra i soggetti che si indentificavano nei due gruppi di opposizione, c’è chi ha scelto altre strade o “definizioni”.  Noi  non entriamo nella opportunità di tali scelte. Posso dire che abbiamo sempre rifiutato incasellamenti o marchiature, ed io personalmente  sono molto soddisfatta del gruppo!

L’Umbria tutta sta affrontando l’inverno demografico come l’Italia e il fenomeno è ancora più accentuato per i comuni sotto i 5 mila abitanti.  Come si può provare a contenere il fenomeno?

Il progressivo calo demografico sembra inarrestabile, è vero.  E i piccoli centri, diversamente che in passato, non sono immuni agli effetti dei cambiamenti sociali. Cittadini sempre più soli o isolati. E’ evidente che è necessario ormai un nuovo modello di welfare “pubblico”. La politica sociale del Comune  deve migliorare la qualità della vita del nostro paese, i soli servizi istituzionali non sono più sufficienti a garantire  il benessere di Porano.  Come si realizza ciò? Innanzitutto assicurando al cittadino, soprattutto al fragile, una serie di servizi concreti, una protezione sociale che contribuisca a farlo uscire dall’isolamento (vedi le nostre proposte di taxi socio sanitario). Ma anche attraverso proposte che portino nei piccoli comuni crescenti occasioni di aggregazione tra i cittadini (soprattutto tra i giovani). Perché sono e saranno loro, i giovani, i protagonisti per combattere lo spopolamento (più che l’invecchiamento). Come? Con opportunità abitative e lavorative, con iniziative culturali. I territori con minori servizi sono infatti quelli che soffrono (e soffriranno) un maggiore calo demografico. Se l’Italia non è un paese di giovani…i piccoli comuni possono (devono) diventare paesi per i giovani!

Trasporti, scuola, assistenza sanitaria sono temi dirimenti in questa tornata elettorale.  C’è chi si difende spiegando con non sono deleghe specifiche di un sindaco, chi invece ritiene di poter contare.  Per lei come deve comportarsi il sindaco di Porano?

Il Sindaco, l’abbiamo ripetuto più volte, è la promanazione dello Stato più vicina al cittadino. E funge da raccordo fondamentale tra il cittadino e le altre istituzioni. L’assenza di deleghe di legge non è (più) una giustificazione.  Efficienza amministrativa, adeguatezza infrastrutturale e manutenzione ordinaria sono servizi che ogni cittadino si aspetta che esistano e che siano eccellenti. Sono servizi che vengono erogati dalla macchina organizzati a del Comune che non hanno bisogno di alcuna discrezionalità politica.   Un sindaco non è un buon sindaco se si occupa solo di asfaltare le strade,  tagliare l’erba e mettere a norma situazioni non regolari. Un  sindaco non è un buon sindaco se non si occupa delle  questioni della salute e della protezione sociale dei concittadini. Quindi diventa fondamentale l’azione dei comuni con proposte e rivendicazioni nei confronti del livello regionale e, per quanto riguarda la Sanità, delle aziende sanitarie.

Ad esempio, a 40 anni dalla legge 833 istitutiva del SSN uno dei suoi capisaldi – il legame col territorio – è annichilito e deve essere con forza riaffermato. Cosa può fare il sindaco? Innanzitutto far sentire la sua voce attraverso la Conferenza dei Sindaci, non diventare uno YES MAN del potere centrale, rivendicare ad esempio la trasparenza delle liste di attesa ed il potenziamento del personale sanitario.   Il sindaco ha il diritto ed il dovere di rappresentare con forza alla Regione quelle che sono le necessità del territorio che amministra, e le criticità che, a quanto pare, tutti sembrano ignorare nelle sedi istituzionali preposte. E ciò vale per la Sanità, per la Scuola e per i Trasporti.

Villa Paolina, polmone verde, lavori fatti, concessione al CNR per una parte.  Rimane però spesso come un’occasione di sviluppo persa o è solo un’impressione?

Villa Paolina ci sta a cuore particolarmente ed il suo rilancio è uno dei punti del nostro programma. E’ paradossale che molti (anche ad Orvieto!) non sappiano cosa sia o non l’abbiano mai visitata! Le sue potenzialità sono sicuramente inespresse.  A breve saranno completati i lavori per il centro di ippoterapia ma come rendere ciò compatibile con la fruizione da parte del cittadino? Villa Paolina è un luogo meraviglioso, perché relegarlo ad una sola attività? Manca una visione organica.  Villa Paolina  deve rappresentare il punto di riferimento per tutto l’Orvietano, con iniziative diversificate per ogni fascia di età: attività dedicate alla natura ed alla tutela ambientale, fiera dell’agricoltura biologica, un mercato mensile di ortaggi, frutta di stagione, formaggi, vino, olio e artigianato a Km zero, installazione di attrezzature per un percorso salute  o palestra da arrampicata da usare tutto l’anno, campi estivi tematici dedicati alla protezione civile, all’escursionismo, alla tutela dell’ambiente.

Come collegare meglio il centro con tutto il resto del territorio?

Sorrido alla sua domanda, perché nonostante le distanze risibili esiste una “marginalizzazione” inspiegabile delle “periferie” a Porano. Io risiedo al Borgo Hescana e sono, siamo, noi del Borgo considerati dei “forestieri”! Occorre semplicemente considerare i cittadini tutti, e prevedere iniziative che li coinvolgano. Ci sono spazi non solo nel centro storico, dove allestire eventi. Una idea è quella di istituire i “comitati di quartiere”, per un confronto continuo con tutti i residenti.

Nel programma si parla di “albergo diffuso”.  Cosa significa e come può collaborare un’amministrazione pubblica?

La riqualificazione dei piccoli comuni passa anche attraverso il recupero e riqualificazione urbana dei centri storici.   L’Umbria ha un eccezionale patrimonio in termini di cultura, storia, arte, tradizione, paesaggio e ambiente. Vi sono numerosi borghi e centri storici da valorizzare che possono rappresentare una attrattiva turistica.  L’albergo diffuso (più case, preesistenti e vicine fra loro, adibite ad attività ricettive) consente nuove opportunità d’impresa e lavoro, utilizzando al meglio il patrimonio edilizio esistente. Il comune deve promuovere iniziative di sviluppo ricettivo anche attraverso formule di detassazione per immobili disabitati nel centro storico. Solo in tal modo si creano economie virtuose.

Salvaguardia del territorio, sviluppo economico e produzione di energia da fonti rinnovabili (campo fotovoltaico del Comune, comunità energetiche ed eolico). Come coniugare il tutto?

Il fattore energetico è un elemento centrale per la tutela ambientale e un alleato prezioso per le attività economiche e per gli enti pubblici.  Un ruolo importante è quello ricoperto dai territori comunali fino a 5.000 abitanti nella produzione di rinnovabili. Nella transizione energetica i piccoli comuni oggi sono protagonisti con il fondo del PNRR di ben 2,2 miliardi a fondo perduto per la costituzione di comunità energetiche per realizzare sia maggiore sostenibilità ambientale ma anche coesione comunitaria e innovazione sociale.  Nel nostro programma vi è l’adesione alle CER (le comunità energetiche rinnovabili per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, che consentono minori costi dell’energia per cittadini e le imprese, nonché nuove opportunità economiche per il territorio.

Porano è posto al confine con il Lazio, è la cerniera tra l’area orvietana e l’Alta Tuscia, ha quindi un ruolo fondamentale per il territorio più ampio.  Come intercettare questa opportunità e favorire lo sviluppo socio-economico del Comune?

Porano non si salva e sviluppa da sola, l’abbiamo detto più volte, ma solo dentro una logica che le Aree interne hanno ben evidenziato. Insomma,  occorrono  servizi in generale che si intreccino con quelli erogati dagli altri comuni, economie che producano da una parte risparmi, dall’altra aumento delle opportunità. Le Aree interne sono da “rileggersi” però non più come aree “disagiate” (come al tempo della loro elaborazione) ma occasione di sviluppo di ampi territori. C’è bisogno di una cooperazione tra tutti i livelli istituzionali e soprattutto con i Comuni confinanti per continuare a produrre valore sociale, ambientale ed economia di comunità, attraverso politiche strutturali e non episodiche.  Questa la sfida che Uniti per Porano si impegnerà ad affrontare.




“Volti Fuori – I ritratti dei detenuti” una mostra fotografica intensa all’Atrio del Palazzo dei Sette fino al 9 giugno

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Fino al prossimo 9 giugno sarà possibile visitare la mostra fotografica “Volti Fuori – I ritratti dei detenuti.” L’ingresso è gratuito. E’ una mostra che toglie il fiato, basta osservare i volti di persone, uomini che hanno sbagliato, stanno pagando il loro debito con la giustizia e che chiedono con il loro sguardo, nuova fiducia, un’altra occasione. Il laboratorio ideato e diretto dalla fotografa Manuela Cannone ha coinvolto alcuni detenuti della Casa Circondariale di Orvieto. “Fin dal primo giorno – ha spiegato Manuele Cannone – ho voluto che diventassero loro i protagonisti, prendendo confidenza con la macchina fotografica. Ho conquistato il rispetto senza azioni particolari ma solo lavorando con loro, facendoli sentire i veri protagonisti”. La mostra è stata resa possibile anche con l’aiuto della Caritas diocesana e don Marco Gasparri ha voluto sottolineare, “noi come Caritas sono 20 anni che entriamo i carcere. Si è capito quanto sia importante il ponte tra interno ed esterno per offrire un’occasione, un lavoro e per conoscere meglio una parte apparentemente nascosta della città”. Sì, il “carcere di Via Roma”, in tanti lo guardiamo come una cosa esterna e invece è lì, nel centro storico, è un pezzo di Orvieto. E’ un luogo sicuramente particolare, difficile con delle persone che hanno sbagliato ma persone.

I loro volti segnati dal tempo, dalla vita, i loro occhi richiamano l’attenzione più profonda, non del momento. Quegli occhi chiedono non aiuto ma fiducia, comprensione e una nuova vita, lontana da quella che li ha portati in quel luogo di Orvieto, chiuso, con le sbarre, perché ci sono, e sono reali. L’esterno è a pochi passi ma allo stesso tempo lontano, troppo lontano.

Allora rinnoviamo l’invito a fare una piccolissima deviazione entrando nel Palazzo dei Sette e guardare i loro visi, i loro occhi pensandoli semplicemente delle persone.




Scusate, c’è un’auto nell’atrio del Palazzo dei Sette da spostare

Sembra quasi un racconto, una favola ma è successo veramente. Dopo la delusione per la mancata uscita del corteo storico in una domenica 2 giugno più autunnale che quasi estiva, il pomeriggio ha regalato agli orvietani e ai turisti un sole caldo per passeggiare.

Le classiche vasche, una pausa in qualche bar per un aperitivo o un bel gelato…e poi si ritorna allo struscio tra tante voci e tante lingue diverse che risuonano sul corso. Poi d’improvviso, arriva la solita macchina in mezzo alle gente, tanta gente. Sbuffi, segni d’impazienza, qualche mugugno per l’ennesima auto che passa proprio mentre tutti passeggiano. Ma non è finita qui. L’utilitaria imbocca l’ingresso del Palazzo dei Sette e arriva decisa quasi fino all’Atrio dove c’è una mostra e l’ingresso della libreria e alla Torre del Moro. Dai mugugni si passa agli sguardi divertiti in particolare degli orvietani. La persona alla guida si ferma poco prima dell’atrio, si guarda intorno, innesta la retromarcia e riparte, a tutto gas verso Piazza della Repubblica.

Tutto avviene in pochi minuti a metà pomeriggio. A parte l’imprevisto gustoso rimane l’amaro in bocca. Non si riesce a vietare il passaggio delle auto sul Corso, non si riesce a bloccarlo almeno quando è frequentato dai cittadini in un giorno di festa, non c’è un agente di Polizia Locale a vigilare la zona centrale. La vera domanda da porsi infatti è, come ha fatto l’ignaro guidatore ad arrivare fin lì? E un’altra, come mai non c’era un controllo dell’area più trafficata del centro storico? Non è colpa degli agenti di Polizia Locale, sia chiaro, ma di una programmazione forse da rivedere magari con un progetto vero di centro storico e di città turistica che preveda dei dissuasori fissi come avviene in tante città italiane, con fioriere mobili, ad esempio, per evitare spiacevoli incidenti che in un secondo posso trasformarsi anche in drammi.




Davvero questa è la strada giusta per Orvieto?

Orvieto è una città in declino, demografico, economico e sociale. Questo è un fatto che non si può più far finta di ignorare. I residenti diminuiscono di circa 200 unità ogni anno dei quali la grande maggioranza giovani sotto i 45 anni (altro che saldo naturale), gli addetti delle imprese sono diminuiti di 200 unità solo nel 2023, perfino il settore turistico che appare il più dinamico nel 2023 occupa 99 addetti in meno rispetto al 2019, il reddito medio è praticamente fermo al 2017, i servizi sono sempre più scadenti e di difficile fruizione mentre la tassazione pro capite per la fiscalità locale aumenta costantemente. Questi ahimé sono i dati ufficiali, non un gioco da disfattista.

Certamente le cause del declino partono da lontano e non dipendono solo dall’ultima amministrazione, ma questa è purtroppo la realtà cruda che i dati socio-economici delle fonti istituzionali ci restituiscono e sui quali c’è poco da obiettare, e negli ultimi cinque anni queste tendenze negative purtroppo non si sono invertite. Stando così le cose, siamo sicuri che questa sia la strada giusta oppure sarebbe utile riflettere su qualche aggiustamento di rotta?

Penso che amministrare una Città sia estremamente complesso, si ha la responsabilità di scelte di indirizzo che vanno ad incidere sulle condizioni di vita dei cittadini ed i cui effetti possono essere misurati solo a distanza di tempo; è difficile sapere in anticipo se la strada intrapresa sia effettivamente quella più giusta. Ma è proprio questo il punto, occorre “misurare” nel tempo la bontà delle scelte fatte e se necessario avere il coraggio, insieme ad un pizzico di umiltà, di riconoscere che qualcosa deve essere rivisto quando non ha portato i risultati attesi. In questi ultimi anni sono stati misurati i risultati delle scelte fatte? I risultati possono essere considerati soddisfacenti perché hanno migliorato le condizioni di vita dei cittadini?

Personalmente penso che proseguire nella direzione impressa negli ultimi anni, mi riferisco all’indirizzo strategico, non sia la strada migliore per la nostra Città.