Stefano Biagioli chiede un voto per cambiare il governo della città

Gli elettori hanno chiesto un cambiamento.  E questo cambiamento, incontenibile e che ci riempie di entusiasmo, possiamo garantirlo ed interpretarlo soltanto insieme. Questo è il momento delle scelte e dell’azione. Pancia a terra per federare la voglia di un’altra strada che ha accomunato il 55% degli elettori,  un fronte municipale ampio ed inclusivo per valorizzare un nuovo percorso di buona amministrazione, dove si ricostruiscono i rapporti con il fertile mondo delle associazioni che hanno tentato in tutti i modi di “aiutare” l’amministrazione uscente con idee e proposte.

In questi anni l’amministrazione ha vissuto di autoreferenzialità e rischiamo che questa situazione peggiori ulteriormente. Solo noi, tutti noi, abbiamo la possibilità con il nostro voto di andare oltre. Di dire basta alla sudditanza di questa amministrazione uscente con le forsennate decisioni regionali che hanno penalizzato il nostro territorio sulla sanità.  Che hanno assunto più di 800 medici e non ne hanno mandato nessuno ad Orvieto. Con una amministrazione silente, prona agli interessi di Perugia. Solo noi elettori abbiamo la possibilità di determinare un’alternativa dicendo che per Orvieto decide chi Orvieto la ama e la vive.  Non abbiamo bisogno di “amici in comune” ma di un Comune amico. Amico di chi lavora, di chi cerca lavoro, di chi non vuole vedere i propri figli andarsene, di chi vuole fare impresa senza per questo doverla pensare essenzialmente in un certo modo.

Che vi devo dire? Alla fine siamo tutti noi quel 55% che vuole il cambiamento.  E se lavoriamo con impegno, se parliamo con tutti, casa per casa, quartiere per quartiere, fino all’ultimo minuto di gioco, vinciamo, ne sono sicuro. La scelta non è essenzialmente tra Biagioli e Tardani: la scelta è tra chi vuole un diverso percorso per la propria città e chi invece vuole restare sulla stessa strada, che non è quella giusta.

Domenica e lunedì votate per voi. Votate per Orvieto.




Ballottaggio, dal dialogo intermittente allo psicodramma

Il 23 e 24 giugno sarà ballottaggio tra Roberta Tardani e Stefano Biagioli.  Partono con una distanza che potrebbe sembrare siderale ma il secondo turno è sempre un quiz impossibile la cui risposta arriverà inevitabilmente il 24 nel tardo pomeriggio.   Dal 9 giugno a sera inoltrata è iniziata una seconda partita tutta diversa e con protagonisti diversi.  Solo i giocatori sono gli stessi: gli elettori.

Sempre dal 9 giugno sono iniziate trattative, telefonate, incontri e appelli a tratti minacciosi e denigratori degli esclusi dal ballottaggio, i civici Palazzetti e Conticelli.

Partiamo dai punti fermi: il 55% dei votanti ha chiesto il cambiamento anche se diviso; quasi tutta la giunta Tardani è stata bocciata dai suoi elettori; il Pd ha perso punti percentuali così come Bella Orvieto sulle comunali del 2019; i civici candidati insieme avrebbero rappresentato la prima forza politica in città.

Ora però partiamo dall’inizio della campagna elettorale.  Palazzetti si presenta a fine 2023 e immediato è giunto l’appoggio di Barbabella e Garbini.  La reazione del PD è stata quella solita, la conventio ad excludendum nei confronti delle persone.  E’ un male atavico del partito a livello locale, quello di voler dare le carte per tutti, non solo per il PD.  Non funziona così e ormai dovrebbero aver compreso che non riescono ad essere forza aggregante proprio per il gioco stucchevole dei veti in casa altrui.  I civici sono per definizione inclusivi e trasversali, rompono gli schemi classici per un progetto di città nuovo.  Il PD ha scelto altro, Stefano Biagioli, una gran brava persona, professionista serio e stimato e resosi disponibile a impegnarsi in prima persona come indipendente. 

In campagna elettorale non sono mancati i colpi bassi e le definizioni a tratti violente nei confronti di Palazzetti, Conticelli e loro candidati.  Dopo si è tentato di riaprire il dialogo, forse in maniera tardiva ma un tentativo andava sicuramente fatto.  E il tentativo è stato accolto e discusso con serietà in casa civica.  Il problema è nato proprio all’interno di una parte.  I civici non guardano a poltrone e incarichi ma al loro progetto di città futura, giusto o sbagliato che sia ma è così.

I civici del gruppo Palazzetti hanno legato il sì a Biagioli a un patto con Nova che non fosse un apparentamento perché lo statuto di Nova lo vietava esplicitamente (abbiamo letto lo statuto e non è esplicitato il no all’apparentamento ndr).  E qui scatta lo psicodramma.  Durante una lunga assemblea di Nova si discute e a un certo punto sembra tutto fatto.  Poi, in tarda serata il colpo di teatro, nonostante si sia superato il vincolo statutario che impedisce l’apparentamento.  Alle 23 di venerdì 14 si era a un passo dall’accordo trasversale.  La mattina del 15 è tutto cambiato.  E il 15 il secondo psicodramma si consuma alla riunione dei civici di Palazzetti. 

Anche in “casa” Palazzetti le acque sono agitate e alla fine prevale il “no”, democraticamente.  Roberta Palazzetti comunica direttamente con un video che non si è proceduto con l’apparentamento e che lascia agli elettori di libertà di coscienza ma ponderando bene.

Partono accuse, post più o meno violenti, defezioni e addirittura petizioni.  Forse servirebbe “calma e gesso” perché questo rimbalzarsi accuse, denigrazioni, potrebbe anche spingere alcuni a fare scelte diverse, più di pancia e meno di testa, facendo perdere la città.

Gli elettori sceglieranno chi votare, magari dando uno sguardo al possibile consiglio, ai nomi e poi esprimendo la loro preferenza.




Nominato il nuovo cda della CariOrvieto. Confermato alla presidenza Stefano Farabbi, entrano altri due indipendenti

L’Assemblea Ordinaria dei soci di Cassa di Risparmio di Orvieto -Gruppo Mediocredito Centrale, ha nominato i nuovi Organi sociali, essendo venuto a scadenza il mandato dei precedenti.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione, è composto da:
Stefano Farabbi, Presidente (indipendente)
Cristiano Carrus, Consigliere
Giuseppe Zottoli, Consigliere (indipendente)
Giacomo Vigna, Consigliere (indipendente)
Elena De Gennaro, Consigliere
Alessandra Cesari, Consigliere
Doroty de Rubeis, Consigliere

Il nuovo Collegio Sindacale è composto da:
Marcella Galvani, Presidente
Alfonso Falà, Sindaco effettivo
Luca Bravetti, Sindaco effettivo
Paolo Palombelli, Sindaco supplente
Silvana Marsegaglia, Sindaco supplente.

Si chiude così il rinnovamento della dirigenza della CariOrvieto iniziato con l’arrivo del nuovo direttore generale Maurizio Barnabè e nella giornata del 17 giugno completato con il nuovo cda che vede la conferma alla presidenza di Stefano Farabbi. Non possiamo non notare che sembrano non esserci nominativi che facciano riferimento alla Fondazione CRO, socia della banca al 15%.




PrometeOrvieto segnala alla Procura una discriminazione di genere, “urologia, questa sconosciuta”

Siamo stati silenti qualche mese per consentire uno svolgimento ordinato della campagna elettorale ed anche perché a noi non interessa prendere posizione contro od a favore di qualcuno, bensì interessa che chi abbia assunto e chi assumerà le redini di questa città possa valersi delle nostre considerazioni, dei nostri studi, nelle nostre – all’occorrenza – denunce per cercare di migliorare la vita dei cittadini.

Qualche tempo fa ad Orvieto ci fu una levata di scudi da parte di sindacati ed associazioni, ma anche di migliaia di donne indignate, per l’interruzione del servizio di mammografia presso l’Ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto.

La Ausl Umbria2 rispose che si trattava di un’interruzione momentanea, dovuta a problemi di natura organizzativa che sarebbero stati risolti in breve. Per una volta, le promesse della nostra Usl furono mantenute e, sull’onda delle feroci, ma allo stesso tempo giuste polemiche, il servizio fu ripristinato nell’immediato e tutt’ora sembrerebbe funzionare a dovere, quanto meno in relazione allo screening mammografico di routine.

Sappiamo tutti quanto sia essenziale per la prevenzione di una patologia tipica femminile, come il carcinoma al seno, una corretta e tempestiva diagnosi che potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.

Sappiamo altrettanto tutti, invece, quanto sia essenziale per la prevenzione e la cura di patologie tipicamente maschili, quali quelle concernenti la prostata (in primis, i tumori), una corretta e tempestiva diagnosi che potrebbe fare – anche qui – la differenza tra la vita e la morte o comunque la vita in condizioni fortemente invalidanti.

Le cronache locali parlano del pensionamento nel 2021 dell’unico specialista urologo presente nell’Ospedale di Orvieto, mai più sostituito. Segnalazioni ci giungono da utenti del comprensorio, secondo cui da almeno due anni, ogni volta che vi è necessità di tale specialista, sono costretti ad andare a Foligno perché, così pare, l’ambulatorio di Orvieto, di fatto, non esiste. Da informazioni raccolte presso la struttura menzionata, infatti, sembrerebbe che un urologo in pianta organica a Foligno venga ad Orvieto una sola volta alla settimana, tanto che l’U.O. di Urologia dell’ospedale folignate sarebbe ingolfata proprio dai pazienti orvietani. Così come non esisterebbe ad Orvieto la disponibilità di una sala operatoria per gli interventi chirurgici che, evidentemente, anch’essi debbono essere eseguiti a Foligno o Terni. I pazienti urologici, quindi, sono costretti a praticare l’attività più in voga in Umbria degli ultimi anni, cioè quella del turismo sanitario con mezzi propri ed a proprie spese.

Circostanze che, a parte le battute, aggiungono profonda amarezza per le persone che, alla condizione di malati sommano l’età spesso avanzata (l’orvietano è la zona dell’Umbria con l’età media più alta) e le condizioni economiche e logistiche precarie (gli anziani, se non aiutati dai familiari, debbono rinunciare alle cure perché privi di possibilità economiche, di mezzi di trasporto o della possibilità di utilizzarli per recarsi nelle sedi deputate).

Potrebbe sembrare una provocazione ed invece non lo è: PrometeOrvieto denuncia il fatto che la nostra Ausl non ha ad Orvieto un reparto di Urologia, mentre tiene in piedi lo screening mammografico, riuscendo così nella non trascurabile impresa di realizzare un’odiosa discriminazione di genere (al contrario di come normalmente si verifica ai danni delle donne negli altri campi della vita sociale) creando significativi ostacoli nella diagnosi e cura per i pazienti uomini e di età avanzata.

Eppure, la nostra Presidente di Regione aveva detto nell’incontro pubblico al Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto del 29.11.2022 che l’Ospedale di Orvieto E’ D.E.A. di primo livello e di tutto ciò che la legge prevede lo stesso sarebbe stato dotato.

Le domande suscitate da questa riflessione sono due: 1) può un ospedale DEA di primo livello esistere senza il reparto di Urologia in un territorio composto per la maggior percentuale da persone anziane? 

2) è ravvisabile da parte dei dirigenti della Ausl Umbria 2 una responsabilità – anche penale – per un’evidente interruzione di pubblico servizio aggravata dalla discriminazione di genere?

Aspettiamo con fiducia buone notizie entro la fine di novembre 2024, certamente non per celebrare i due anni dal discorso della Tesei ad Orvieto, bensì perché – forse – le elezioni regionali dei primi di dicembre potrebbero fare il miracolo. “Nessuno slogan, solo prostata”, suggeriamo alla Presidente di scrivere sui propri manifesti elettorali per raccogliere qualche voto dagli anziani orvietani. Nel frattempo, però, non tollereremo più alcuna bugia, ritardo o tentennamento: segnaleremo la situazione descritta dal presente documento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, provando così ad aiutare il verificarsi del “miracolo”.




Daniela Tordi, candidata di Proposta Civica, “faccio pubblica ammenda per essermi fidata, ora facciamo l’unica scelta giusta, Biagioli”

Avendo a suo tempo rivolto con un articolo un tonante invito a votare per Roberta Palazzetti ed essendomi candidata in una delle due liste civiche a lei collegate, mi sento di dovere delle scuse alle persone che ho cercato di coinvolgere e che forse mi hanno dato retta. Alla luce degli ultimi sviluppi, emerge la profonda ambiguità di una figura che a mio parere ha tradito l’obiettivo comune, arrivare a governare la città restituendola a criteri di gestione sana e lungimirante. Un obiettivo che era a portata (fatto salvo l’esito del ballottaggio) in base all’accordo onorevole e vantaggioso proposto dal Partito Democratico. In molti, candidati e sostenitori, siamo rimasti letteralmente basiti dalla scelta fatta di rinunciare a questa opportunità, una scelta ammantata di una coerenza di facciata che, aldilà della retorica, cela una sostanziale inconsistenza.

Tralascio, per non annoiare, di raccontare i passaggi interni che hanno preceduto questa ritirata. Riassumendo, non è stato un travaglio, un confronto serio e ben argomentato, ma una ridda di nonsense e di scuse infantili che fanno emergere la dura realtà: avere capacità gestionali, vantare una cultura aziendale, non significa avere spessore. Di sicuro, non significa avere uno spessore politico. Nel fare pubblica ammenda per avere puntato su questa debole, incerta figura, vanto l’attenuante di essere stata in buona compagnia e di avere subito un inganno che evidenzia, oltretutto, la mala fede di chi ha condotto i giochi.  Perché a casa Palazzetti non è il civismo a fare da protagonista, ma un fronte destrorso (a mio parere suicida) che evidentemente ha maturato dall’inizio una pregiudiziale non dichiarata nei confronti del Partito Democratico.

E’ andata così e me ne dolgo, per me stessa e per la città. Infine, confido che, alla vigilia di una nuova tornata, possiamo tutti in qualche modo concentrare e non disperdere il nostro personale patrimonio di onestà e desiderio di riscatto per la città sull’unica scelta sensata che ci rimane da fare. Non tutto è perduto.

Daniela Tordi

PS In queste febbrili giornate, si rincorrono tante voci e si adombrano risvolti di fantapolitica… un teatrino a cui – anche per non smarrirmi – vorrei contrapporre i fatti a cui ho assistito e le parole dette, sgomberato il campo dalle fole.




Civici X condivide la scelta di Roberta Palazzetti di essere opposizione responsabile

Il comunicato di Roberta Palazzetti rispecchia pienamente anche il pensiero di CiviciX Orvieto. Noi abbiamo partecipato alla competizione elettorale con candidati all’interno delle due liste e con il totale impegno nel grande sforzo comune che è stato compiuto, appunto da tutti, sotto una guida di straordinario valore come quella di Roberta Palazzetti, per offrire alla città una prospettiva di rinnovamento tanto ambiziosa quanto realistica.

Mentre è stato raggiunto il risultato di mandare al ballottaggio la coalizione di cdx impostata per vincere al primo turno, non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di portare al ballottaggio Roberta Palazzetti, che, ne siamo convinti, avrebbe avuto tutte le carte in regola per vincere ed assicurare quel rinnovamento che la città si attende e che merita.

Il risultato tuttavia vicino al 20% testimonia che il progetto Proposta civica in cui ci siamo riconosciuti e che abbiamo sostenuto con determinazione è stato apprezzato come progetto credibile e non certo improvvisato come qualcuno pure ha avuto l’ardire di sostenere, dimenticando che il civismo ad Orvieto è presente da tempo ed ha già dimostrato che la sua presenza in Consiglio, pur da posizioni di minoranza, è utile e migliora le scelte quando avesse orecchie capaci di ascoltare.

Fino all’ultimo abbiamo cercato le convergenze per una battaglia comune di rinnovamento. Non è stato possibile, non certo per nostra responsabilità, e ora la scelta nel ballottaggio è totalmente in capo ai cittadini. Ciascuno scelga dunque secondo i dettami delle proprie convinzioni e della propria coscienza. Noi siamo stati e siamo per il rinnovamento, e continueremo nell’impegno per la città e a sostegno dei due validissimi consiglieri eletti.




Il candidato Stefano Biagioli risponde alle domande di Nova

Carissimi Giordano e amici di NOVA,

Vi rispondo con simpatia, ironia e affetto cose che da sempre hanno caratterizzato il nostro rapporto.

E’ dai tempi dell’Università che non faccio più i test, probabilmente per voi che avete ancora gli studi più freschi risulta naturale proporre questa tipologia d’indagine, comunque Nelle quindici pagine del nostro programma (lo trovate sul nostro sito) ci sono le risposte che, comunque qui, anche per quello che abbiamo sostenuto nei nostri incontri vi riporto sommariamente.

1)    Sulla partecipazione siamo d’accordo, come sui consigli comunali aperti su temi specifici che coinvolgono l’intera collettività. Come su quella buona regola del “bilancio partecipato” che accade in alcune amministrazioni italiane. Profonda attenzione, ovviamente, alle istanze che provengono dalle cittadine e dai cittadini.

2) L’idea di un ruolo all’interno di un territorio più vasto di quello specificatamente orvietano è stata al centro della nostra campagna elettorale e del nostro programma. Le aree interne, la nostra area interna è fondamentale per una pianificazione comune, una programmazione comune e una serie di progetti di ampio respiro capaci di dare risposte a questa ampia comunità. Siamo un territorio di confine e questo deve permetterci di essere protagonisti di accordi capaci di unire realtà diverse che possono ricevere risposte comuni non solo su sanità e infrastrutture ma anche su progetti turistici e di salvaguardia ambientale.

3) La consulta delle associazioni e la loro valorizzazione deve essere istituzionalizzata all’interno di un rapporto reale con l’amministrazione. Il fermento associativo culturale, sociale, economico del nostro territorio ha una funzione straordinaria e assicura quelle sinergie necessarie capaci anche si essere di auto al lavoro dell’amministrazione. E lo diciamo perché condanniamo questa amministrazione uscente ponendo l’esigenza di alternativa di cui purtroppo ora noi restiamo gli unici rappresentanti, perché ha rifiutato molti degli aiuti che arrivavano dal mondo associativo. Penso alla sanità e al lavoro di Prometeo e anche ad alcuni progetti di sviluppo economico proposti da altri.

4) fra le prime delibere che abbiamo deciso di prendere c’è quella di borse di studio, sollecitando l’intervento economico anche alla Fondazione CRO,  per formare dei giovani laureati direttamente a Bruxelles per comprendere fino in fondo i meccanismi e le fonti della progettazione europea, per stabilire un rapporto con l’Europa al fine di promuovere, successivamente, la nascita di una start up innovativa con il compito di monitorare e elaborare progetti capaci di attrarre investimenti non solo per i comuni delle aree interne ma anche per le aziende del territorio.

5) Partiamo su questo punto da un elemento di forza legato alla conservazione dell’ambiente che abbiamo visto anche molto carente in altri programmi alternativi: abbiamo detto un no senza tentennamenti al terzo calanco e ad una necessaria ridefinizione del piano regionale dei rifiuti che non sia più penalizzante per orvieto. Abbiamo definito la valorizzazione di quegli asset ambientali di confine, Tevere e Paglia a salvaguardia della situazione idrogeologica del territorio e siamo d’accordo ad ogni misura contro l’uso speculativo del suolo che diventa penalizzante per il settore agricolo, preservando l’ambiente che ‘ uno degli asset economici da valorizzare per la nostra realtà.

6) Questa era materia vostra, nell’assessorato che immaginavamo per Nova e quindi le nostre politiche e le vostre politiche erano elementi di forte interesse comune. Non serve, in questo caso, fare parallelismi di programma. Diciamo che era essenzialmete lo stesso, identico, programma di Nova e Giordano Conticelli ne sarebbe stato responsabile, propositore, e garante.

7) Abbiamo valutato che la nostra comunità ha bisogno di ulteriori elementi di solidarietà. Il nostri impegno per il pluralismo delle voci, per la riduzione delle diseguaglianze di ogni genere il contrasto alla povertà sociale ed economica ma anche culturale è iscritto neml mio e nel nostro Dna. Qui non ha davvero senso affrontare nemmeno per sintesi quanto contenuto nel programma poiché è una delle fondamentali ragioni per cui ci siamo messi in gioco.Accetto la vostra decisione di non allearvi, di preservare la vostra autonomia. Lo avete da sempre professato, ma sono dispiaciuto perché dall’inizio della campagna elettorale, precisamente dopo il Vostro ingresso, avevo un sogno (già qualcun altro lo ha detto “I have a dream”) quello di presentarci sul palco tutti e tre insieme. Giordano Conticelli, Roberta Palazzetti ed io, tre candidati “civici” sostenuti da squadre altrettanto competenti e con appartenenze diverse. Che hanno però fatto scelte comuni ed avevano comuni programmi e obiettivi: una alternativa ad un governo che ha penalizzato la nostra terra, l’ha resa residuale, l’ha isolata dagli altri comuni dell’area interna, ed ha impoverito il suo ruolo di protagonista in un territorio di cerniera




Le ragioni di una scelta

In queste ore molto difficili che mi separano dal dispiacere e dalla speranza, in questo lungo presente che mi inchioda al dovere di dissentire da una decisione ormai presa, posso dire solo alcune cose. Poche, ma chiare.

Primo, tutte le critiche sono legittime. Lo sono anche la delusione, i malumori, il senso di vuoto che si prova dopo tanta tensione. Però questo non giustifica, e io non lo giuntificherò mai, che si possa trascendere e innescare uno stillicidio di accuse “personali” o peggio ancora usare “voci” create ad arte per infangare la reputazione di chi, fino a tre giorni fa era considerata la leader politica di un movimento civico che aspirava ad andare al ballottaggio e vincere le elezioni. Questo deve finire.

Secondo. Un conto sono le critiche personali, un altro conto sono le critiche politiche. Ecco, di queste ultime c’è bisogno non per liberarsi la coscienza ma per capire e migliorare. La mia esperienza dentro Proposta Civica, che non rinnego neanche per un secondo, è finita sabato 15 giugno, per ragioni di tipo esclusivamente politico. Ritengo che il metodo ed il contenuto della decisione assunta da Proposta Civica siano stati del tutto sbagliati. Provo affetto e stima per chi ha condiviso con me una bella avventura. L’unico motivo di rammarico che ho è quello di non aver saputo incidere con maggior vigore su meccanismi decisionali che all’interno di una compagine eterogenea si sono rivelati instabili e a tratti poco coerenti. Questi meccanismi, a cui tutti abbiamo partecipato, non hanno funzionato sia per ragioni contingenti (legati alle esperienze personali di ciascuno) sia per motivi strutturali (solo NOVA ha dimostrato di poter far funzionare meccanismi di tipo assembleare, pagando però lo scotto di risultare a tratti autoreferenziale).

Penso che ancorare la scelta se apparentarsi o meno col campo largo che sostiene il Dott. Biagioli al risultato della consultazione di NOVA sia stato un errore politico grave. In effetti il primo dibattito svoltosi all’interno di Proposta Civica non aveva all’ordine del giorno un accordo trilaterale, ma soltanto l’accordo con il campo largo. La variabile NOVA è subentrata in un secondo momento, e anche questo passaggio, almeno a me, è risultato poco chiaro. Nel suo atto costitutivo NOVA ha sancito la totale volontà di non prendere posizione a favore di altri candidati o formazioni politiche. Era chiarissimo che questa strada era molto stretta e la possibilità di successo era appesa ad un filo. Proposta Civica avrebbe dovuto scorporare le due cose e capire se voleva andare ad un apparentamento col PD indipendentemente dalle scelte di NOVA. Tantopiù che NOVA ha raccolto il 7% dei consensi (rispettabilissimo) e che almeno il 50% dei sui aderenti e simpatizzanti comunque voterà in piena libertà per Stefano Biagioli.

Io personalmente avevo chiesto a più riprese, e ne sono tutti testimoni, che questa discussione sulle possibili alleanze avvenisse prima delle elezioni. Una compagine politica, civica, ma perfino una bocciofila, di solito decide le sue linee fondamentali di indirizzo politico a tempo debito, ne va dell’identità stessa della comunità dei consociati. Purtroppo questo non è stato fatto, ed io credo che l’incapacità di elaborare e discutere diversi scenari politici sia il risultato di diversi fattori. Ne elenco tre: inesperienza politica, facile entusiamo (forse hubris), ed una componente di preclusione ideologica. Forse si è ritenuto che non discutere e rimandare il problema di decidere con chi allearsi nell’eventualità che non si fosse arrivati secondi al ballottaggio (quel che poi si è verificato) a dopo il primo turno avrebbe garantito la coesione del gruppo. Diversi infatti non avrebbero accettato di candidarsi o di partecipare a Proposta Civica se si fossero palesate delle preclusioni ideologiche verso il centro-sinistra. Lo stesso probabilmente vale per chi venendo da posizioni e storie personali di destra non avrebbe accettato comunque di allearsi con il campo largo.

È qui, secondo me, che la politica è mancata e non siamo stati in grado di trasformare un comitato elettorale a sostegno di una candidata di grande qualità in una formazione politica guidata da una leader. La decisione di sabato quindi non è stata il frutto di un capriccio personale (non ho elementi per dirlo e non posso pensarlo) ma il combinato disposto di una serie di fattori che ho cercato di evidenziare sopra.

E adesso? Molti sostenitori di Proposta Civica, candidati di lista, membri dello staff, elettori, e simpatizzanti chiedono perché abbiamo buttato alle ortiche la possibilità di andare al governo della città e di cambiarla secondo il nostro programma. Roberta Palazzetti, la mia candidata, ha parlato di un ruolo di opposizione che riflette il voto espresso democraticamente dagli orvietani. Credo che sia una posizione ineccepibile dal punto di vista formale. Mi preoccupa la prospettiva di questa posizione. È possibile ricostruire e rafforzare una alternativa civica in cinque anni di opposizione per mettere a disposizione di Orvieto un progetto vincente alle prossime elezioni? Con quale seguito? Questo è un dibattito che non posso aprire qui. Lo vedremo. Confesso che ho maturato diverse idee sul “civismo”, ma questo sarà oggetto di riflessioni a parte. Intanto io ritornerei in mezzo ai cittadini, ai miei amici e alle mie amiche. E vorrei che non si perdesse di vista il prossimo obiettivo: votare per Stefano Biagioli per voltare pagina e riaprire le porte e le finestre del nostro Comune. Il resto conta fino ad un certo punto se non coinvolge la voltà ed i destini dei cittadini.