Perquisizioni della Finanza nella sede della Fondazione Milano-Cortina 2026, indagati l’ex ad Novari, l’ex-manager Zuco e l’imprenditore digitale Luca Tomassini

Nella mattina del 21 maggio la Guardia di Finanza ha proceduto a perquisizioni. ella sede della Fondazione Milano-Cortina 2026 e secondo quanto scritto da skytg24.it, ma non confermata da fonti ufficiali, anche nella sede dell’azienda orvietana di Luca Tommassini. A chiedere l’intervento dei finanzieri sono stati i Pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, che hanno coordinato l’operazione e la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. Le persone indagate sono l’ex ad di Milano-Cortina Vincenzo Novari, l’ex manager Massimiliano Zuco e l’imprenditore di servizi digitali Luca Tomassini con l’accusa di corruzione e turbata libertà d’incanto.

L’indagine riguarda presunte irregolarità nell’appalto dei servizi digitali alla Fondazione, avvenuto durante il mandato di Novari come amministratore delegato. Secondo le accuse, Novari e Zuco, “nella loro qualità di pubblici ufficiali”, avrebbero ricevuto da Tomassini denaro e altre utilità, tra cui un’auto Smart, in cambio dell’aggiudicazione di appalti a favore della società Vetrya di Tomassini, per un valore complessivo di circa 1,895 milioni di euro. Tra il 2020 e il 2022, Vetrya ha emesso fatture per un totale di 816 mila euro alla Fondazione. Gli investigatori hanno individuato “profili di criticità” in almeno tre affidamenti a Vetrya, gestiti successivamente da Quibyt dopo la messa in liquidazione della stessa Vetrya. Il decreto di perquisizione evidenzia un “contesto di opacità” e sottolinea che durante il mandato di Novari alla Fondazione sono stati assunti dipendenti “conosciuti da Novari nei suoi precedenti incarichi dirigenziali”.

Il lavoro degli inquirenti proseguirà per fare luce su tutti i fatti contestati e per individuare eventuali altri responsabili.




Le frazioni sulla strada giusta per una città sempre più unita. Con “Viviamo Orvieto” un nuovo modello di decentramento partecipato

Continua il tour #sullastradagiusta che sta toccando e toccherà tutti i quartieri e le frazioni della città per presentare il programma e i candidati della coalizione che sostiene la conferma di Roberta Tardani a sindaco di Orvieto. In questi ultimi giorni gli incontri hanno interessato le frazioni di Benano, Fossatello, Colonnetta di Prodo e Torre San Severo.

“Il territorio di Orvieto è molto esteso – afferma Roberta Tardani – oltre 280 chilometri quadrati che raccolgono 13 frazioni ognuna delle quali con caratteristiche ed esigenze diverse. Le frazioni sono state al centro dell’attività dell’amministrazione comunale in questi cinque anni andando a intervenire innanzitutto sulle principali criticità in termini di manutenzioni della viabilità dopo anni di completo abbandono. Ora il piano dei lavori già programmato toccherà tutte le aree sin qui non raggiunte. Anche gli interventi di efficientamento e implementazione dell’illuminazione pubblica sono partiti proprio dalle frazioni e sono in corso in queste settimane, mentre dal 10 giugno, con l’avvio del servizio di bus a chiamata, tutte le frazioni saranno collegate con l’ospedale e il resto della città in maniera più capillare”.

“Per quanto riguarda le situazioni particolari – continua il sindaco – a Benano, dopo gli interventi sulle strade e aver risolto il problema della fornitura di gas alle abitazioni, abbiamo illustrato il progetto definitivo redatto per la riqualificazione della ex scuola. Si tratta di un intervento particolarmente oneroso per il quale dovremmo reperire i finanziamenti necessari per restituire agli abitanti della frazione un importante luogo di comunità. Al Fossatello sono in corso in questi giorni i lavori di adeguamento dei servizi igienici della ex scuola e saranno programmati interventi di manutenzione delle strade. A Colonnetta di Prodo stiamo lavorando per recuperare gli spazi della ex casa cantoniera che è di proprietà della Regione. Siamo tornati nuovamente a sollecitare l’amministrazione regionale per individuare una soluzione e la prossima settimana ci sarà un sopralluogo sulla struttura. Torre San Severo è stata interessata da importanti lavori di manutenzione nel centro abitato e sulla strada di accesso alla frazione e ora c’è la necessità di completare gli interventi mancanti.  Solleciteremo infine la Provincia a prendere in considerazione la riqualificazione della strada di collegamento con Bagnoregio. Nella frazione è inoltre sentita la questione relativa all’installazione delle pale eoliche sui terreni al confine tra Castelgiorgio e Orvieto. Il Comune di Orvieto si è opposto in tutte le sedi al progetto e lo scorso novembre ha presentato il ricorso in adiuvandum a quello presentato da alcuni proprietari degli immobili che insistono in quelle aree. Il procedimento è stato traslato dal Tar del Lazio a quello dell’Umbria e nei primi giorni di luglio è attesa la pronuncia dei giudici”.

“Questi incontri – conclude Roberta Tardani – sono stati molto partecipati e propositivi e rafforzano la nostra convinzione che una città unita si costruisce anche attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini delle singole frazioni per promuovere un senso di appartenenza e responsabilità verso la comunità locale. Iniziative che proseguiremo con il progetto “ViviAmo Orvieto”, per un nuovo modello di decentramento, con cui saranno organizzati nei singoli quartieri e nelle frazioni degli incontri periodici, consultivi e informativi, sulle attività e i progetti dell’Ente. In questo contesto i centri e le strutture di proprietà comunale nelle frazioni potranno essere utilizzati anche per riportare sul territorio servizi essenziali, pubblici e privati, riavvicinandoli alla gente”.




Amazzoni e marrani e la nostra replica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di replica al corsivo de Il Cavaliere Pallido a firma Angelica Ridolfi nel quale critica lo stile e i contenuti del corsivista che scrive sotto pseudonimo e non in maniera anonima, questo dobbiamo precisare.

Salve, Cavaliere pallido,

il tuo (o vostro) ultimo elzeviro mi ha disturbato così tanto che ho deciso, infine, di uscire dal cono d’ombra in cui avevo scelto di posizionarmi.

Angelica Ridolfi sono e fui. Docente di Filosofia e Storia all’Istituto Majorana Maitani di Orvieto. Dapprima ero incuriosita, e, anche, qua e là, divertita dai semi di zizzania gettate a larghe manciate.  Ma il vile anonimato, serbatoio dell’invidia meschina, non deve avere nessuno spazio in questa decisiva campagna elettorale – troppo usuale qui. Lo pseudonimo, maschilista, suprematista, americanista, razzista e, presumibilmente, fascio sionista, ha sollecitato, da parte mia, qualche ipotesi, anche ‘non binaria’.

Allora, scrivo perchè mi sento convocata: sono stanca di queste modalità becere che danneggiano ogni possibilità autentica di cambiamento. Ma quando cresciamo, così, tutt3? Su questo territorio è disseminata un’infinita essenza alchemica, la manna. L’alta nave pirata, ha bisogno del porto di Tortuga, seconda stella a sinistra e poi dritto, fino all’alba di una nuova mattina.

È il primo passo – poi ce ne saranno altri – verso questa elettrizzante nuova era, in cui l’unità preziosa, simbolica, del Sette, può trovare la forza di edificare la prossima cattedrale.

Dai!  Spegniamo i roghi e danziamo per una nuova libertà!

di Angelica Ridolfi

La replica del direttore

Come direttore è un obbligo rispondere. I toni qui, sono piuttosto veementi. A più riprese ho avuto occasione di spiegare che tradizionalmente il corsivista, molto spesso, scrive sotto pseudonimo perché si vuole tutelare la sua vera identità, perché l’autore scrive di questioni di cui normalmente non si occupa, perché si vuole scrivere con maggiore enfasi e libertà senza gli inevitabili lacci che provengono dall’utilizzo di nome e cognome. Le campagne elettorali sono, per definizione, sempre i momenti in cui lo scontro politico si fa più aspro anche fra alleati. Ne abbiamo avuto esempi anche a Orvieto nel recente passato. Nell’ultima campagna elettorale, quella del 2019, un candidato è stato colpito da attacchi giornalistici tanto che rinunciò a presentarsi mentre un altro sceglieva la strada giudiziaria per fermare una parte dei giornalisti locali. Senza andare a tirare fuori i “ceci di Natale” di cui la cronaca elettorale orvietana è stata sempre ricca. Le campagne anche nazionali sono così. E’ un male? Sicuramente non è un bene perché così si evita spesso di parlare e di discutere di programmi e progetti futuri per la città. Ma i toni anche aspri di polemica sono insiti nella politica.

Lo pseudonimo in questo caso, è una mera citazione filmografica, nulla di politico, assolutamente. Almeno non era nelle intenzioni di alcuno di noi, autore degli articoli incluso. Si voleva porre l’accento sul cow-boy senza macchia e senza paura, senza peli sulla lingua e piuttosto rude. Interessante il parallelo tra fascismo e sionismo, ma qui mi fermo, questa è tutta un’altra storia e non è questo il luogo e il momento per discuterne. Negli scritti non c’è traccia di razzismo, mi ero dimenticato, Su OrvietoLife non c’è spazio per il razzismo, mai!




Storie di cavalieri pallidi e scuri, critiche, giornalismo e politica

Fino ad ora non ho mai commentato e spiegato, ma forse è giunto il momento di chiarire.  Il Cavaliere pallido è andato giù durissimo.  Certamente non è stato delicato, politicamente scorretto e molto di parte.  Lo ha dichiarato fin dalla prima volta da che parte stava.  Certo se apparisse un cavaliere nero sarebbe una bella sfida….

E’ una campagna elettorale cattiva, dicono i detrattori, perché così la vuole il fantomatico corsivista di Orvietolife.  Diciamo la verità, allora, una volta per tutte.  Di cattiverie se ne dicono e scrivono tante, quotidianamente, soprattutto da quando si sono palesate le candidature, prima a sindaco e poi a consigliere.  Chi è senza peccato scagli la prima pietra!  Le voci e soprattutto gli screenshot girano vorticosamente, da alcuni verso tanti.  Quindi prima di prendere il sasso da scagliare pensiamoci tutti bene.

E’ tutta una corsa a scoprire chi sia questo fantomatico cavaliere pallido.  Descriviamolo.  E’ un cittadino, un po’ rude, che non conosce molto il politically correct, che scrive quello che in troppi sussurrano anche in chat private che ormai tanto private non sono.  E’ scomodo anche per chi ha deciso di ospitarlo senza filtri, o quasi.  Ospitarlo non è sinonimo di accordo totale, sia chiaro anche questo, ma la tutela del libero pensiero è la nostra stella polare, sempre.  Libertà di critica, di polemica anche dura.  Il “nostro” cavaliere ha una simpatia ben chiara ma non risparmia critiche a destra e manca e anche al civismo. 

L’ultimo corsivo ha scatenato polemiche a non finire, in particolare per la frase “quelli che alle elementari avevano il sostegno…”, effettivamente non politically correct.  Si poteva evitare?  Con il senno di poi tutto è perfettibile e correggibile, ma solo successivamente.  E poi, c’è chi se ne assume le responsabilità, il cavaliere pallido e il sottoscritto che è sempre disponibile a ospitare articoli di replica, sempre!

Quello che non si può accettare è la colpa di aver alzato il livello perché fin dall’inizio e anche in maniera preventiva c’è chi lo ha fatto.  Frasette, battute, messaggi, saluti mancati, agit-prop che provocano per strada e con chat.  Ma gli screenshot che sono sempre in agguato.    Le critiche al cavaliere pallido assomigliano molto al fumo negli occhi per distrarre il popolo dai programmi, i progetti e le vere intenzioni dei 4 candidati sindaco. Di una cosa, per concludere, sono certo che dopo aver riportato acriticamente i comunicati di ogni parte politica così come prevede la legge resta l’autonomia del giornalista di scrivere, commentare, criticare, essere parte come ogni cittadino della vita politica.  La marmellata con un’informazione piatta e silenziosa non ci piace, non ci piacciono le posizioni protette, comode e abbiamo sempre scelto di battersi per un’informazione libera e indipendente da interessi e potentati.