Venerdi 17 maggio. La “maledizione” si abbatte sul treno IC delle 7,25 per la Capitale

Dopo la “serataccia”del rientro di giovedì 16 maggio, i pendolari orvietani speravano in un venerdì tranquillo da un punto di vista del raggiungimento della sede del lavoro. Nonostante si trattasse di un “venerdì 17”. Come tutte le mattine tanti, tantissimi pendolari diretti per lavoro o altro verso la Capitale, dalle sette in punto hanno iniziato ad affollare il binario due della stazione . Tra pendolari orvietani e pendolari del territorio circostante che hanno come riferimento la stazione di Orvieto,su quel binario ci saranno state circa duecento persone. Orvieto coi treni è messa sempre peggio, nella totale indifferenza di tutto e di tutti.. Dopo l’intercity 581 delle 7,25 unico treno in partenza prima delle undici e mezza per raggiungere la Capitale è il treno veloce delle 8,59. Treno veloce per modo di dire.
Percorrendo la linea lenta da Orte arriva a Roma pochi minuti prima delle undici. Tra l’altro, ennesima penalizzazione, termina la corsa a Roma Tiburtina. Quindi per raggiungere Termini occorre aspettare una coincidenza proveniente da Terni. Che non arriva mai prima delle undici e mezza. Arrestando poi la sua corsa ai binari 1 e 2 est, occorre calcolare altri 20 minuti per uscire dalla stazione Termini. Quindi a mezzogiorno in punto. Ecco spiegato percheé tanti, tantissimi pendolari devono ricorrere all’intercity delle 7,25. Come stamane.
Senonché stamane la maledizione del venerdì 17 ha colpito ancora una volta. Anche se con i treni le “maledizioni” avvengono con frequenza “drammatica” per i pendolari. Infatti erano da poco passate le sette e dieci, quando, dopo un “incomprensibile e generalizzato vociare lamentoso”, tantissimi si sono messi a fissare il cellulare. Dopo un attimo di incertezza la ragione è stata chiara. Sul display dei telefonini tutti stavano leggendo un messaggio delle FS che avvisava i gentili clienti che, causa il sempre misterioso e imprecisato inconveniente tecnico, l’intercity 581 avrebbe raggiunto la propria destinazione con circa cento minuti di ritardo rispetto all’orario programmato. Solito scoramento, senso di cupa rassegnazione e rabbia tra i pendolari orvietani. Qualcuno ha imprecato contro i politici locali che non perdono occasione nell’usare la frase fatta ”siamo sulla strada giusta. Continuiamo a perseguirla”. Evidentemente questi politici il treno non lo usano mai(beati loro).Come evidentemente ,se avessero un minimo di buon senso, dovrebbero limitare l’uso di certe frasi fuori luogo. Perché certi slogan, per chi si sveglia all’alba e ritorna a tarda sera da luogo di lavoro con queste condizioni vergognose di viaggio, hanno il sentore e sapore di beffa e di sonora presa in giro.

Ovviamente tutti i pendolari hanno coralmente fatto gli scongiuri affinché, almeno con i treni, non si continui su questa strada. Perché assolutamente, per chi deve usare il treno, non è la strada giusta. Per la cronaca il treno intercity 581 è arrivato alla stazione di Roma Termini alle ore 10,54. Con due ore e mezza di ritardo rispetto all’orario previsto.




Una città unita e responsabile in nome dello sviluppo. In estate i lavori per la fibra, sopralluogo del Viminale alla Piave

Si è parlato di sviluppo economico nel confronto tra i candidati a sindaco organizzato da Confindustria nel pomeriggio di giovedì 16 maggio.
“Lo sviluppo economico e la crescita di un territorio – ha detto il sindaco di Orvieto e candidata alla conferma, Roberta Tardani – passano da una serie di condizioni. Innanzitutto l’accessibilità che significa investimenti su infrastrutture materiali e immateriali. Sono in corso i lavori sui Fori di Baschi per migliorare i collegamenti con E45 con un investimento di 12,5 milioni di euro ed entro due anni è previsto il termine. È stato finanziato il secondo stralcio della complanare con 12,9 milioni di euro per migliorare l’accesso alla zona industriale. Siamo in conferenza dei servizi ed entro l’anno si procederà all’appalto integrato. Sulla complanare è aperta anche una seconda conferenza dei servizi con lo studio di fattibilità per il completamento del tracciato con il quale si potranno andare a reperire i finanziamenti per cui c’è impegno della Regione a finanziare l’opera. In questi giorni abbiamo avuto contatti con Telecom e tra fine luglio e settembre partiranno i lavori per la copertura del territorio comunale con la fibra ottica nell’ambito del Piano Italia 1 Giga. Lo sviluppo passa anche da un Ente con i conti in ordine. Questa amministrazione ha realmente azzerato il disavanzo del Comune e chiuso l’ultimo bilancio con 3 milioni di attivo che saranno utilizzati già nei prossimi mesi per investimenti sulla città”.
Tra i progetti in cantiere, ha spiegato Roberta Tardani “la riqualificazione dell’area industriale di Fontanelle di Bardano con l’acquisizione delle aree del Consorzio Crescendo, circa 8,5 ettari, da mettere a disposizione di insediamenti produttivi. Ci sono le risorse in bilancio e c’è il tavolo aperto con Crescendo, Sviluppumbria e Regione. Un altro importante progetto è quello della realizzazione di una piastra logistica per cui c’è già uno studio di fattibilità e uno studio trasportistico che ha individuato nell’area del comune di Orvieto la soluzione migliore rispetto a quella ipotizzata in passato. Occorre poi puntare sulla formazione e l’inserimento qualificato nel mercato del lavoro con un progetto pilota per l’avvio di un corso ITS per cui sono aperte le interlocuzioni con la ondazione e le associazioni di categoria”.
“Questo contesto – ha aggiunto il sindaco di Orvieto – crea oggi le condizioni per sottoscrivere un patto per lo sviluppo sostenibile tra pubblico e privato, uno strumento operativo con cui definire insieme la strategia di sviluppo del territorio, con impegni e interventi concreti di ciascuna delle parti, per individuare strumenti normativi e canali di finanziamento da utilizzare, per sviluppare politiche di accesso al credito, valutare la possibilità di sgravi fiscali per le aziende che restano e nuove aziende che investono, mettere a rete le competenze per intercettare opportunità di bandi e finanziamenti ma soprattutto diversificare e ampliare l’offerta del territorio oltre i settori tradizionali. Così a nostro avviso si costruisce una città unita e responsabile dove ognuno si assume un pezzo di responsabilità del futuro di Orvieto”. Nel corso del confronto si è discusso anche del tema dei contenitori della città e del futuro dell’ex caserma Piave. “In questi anni – ha detto il sindaco – abbiamo incontrato tanti soggetti, anche speculatori. C’è chi parla ancora di un progetto che sarebbe addirittura finanziato dalla Comunità Europea, ora con 100 ora con 200 milioni di euro. Ho incontrato quelle persone che lo proponevano ma quando ho chiesto di sapere chi fossero gli investitori e chi fossero gli utilizzatori finali, sono spariti.
L’esperienza di questi cinque anni ci dice che la parcellizzazione della struttura con usi e funzioni compatibili è la soluzione più sostenibile economicamente. Abbiamo uno studio di fattibilità per l’utilizzo di 6000 metri quadrati da parte di un corpo militare mentre, dopo la proposta formale del sindacato Coisp per un istituto di formazione per la Polizia, il Ministero dell’Interno ha inviato a Orvieto due funzionari che proprio mercoledì hanno effettuato un sopralluogo sulla struttura. La proposta è concreta, perché il Ministero ha necessità e vuole investire su nuove scuole, e andrà seguita con grande attenzione”.
“Con il mondo del lavoro e delle imprese – conclude Roberta Tardani – ci siamo confrontati costantemente in questi anni. Il lavoro fatto è concreto, le proposte che abbiamo illustrato nel confronto sono credibili e realizzabili, ci sono obiettivi contendibili e raggiungibili perché gli imprenditori sono abituati a lavorare per la concretezza e per i risultati. Non diciamo solo quello che vogliamo fare ma come vogliamo farlo. Insieme. C’è una città che in questi anni ha ritrovato energia e dinamismo, una città che ha ritrovato un ruolo nel contesto regionale, e non solo, in virtù delle relazioni che ha saputo costruire e della credibilità che ha saputo guadagnarsi. Una città che non sbatte i pugni fuori dalla porta per farsi sentire ma una città che conta, siede ai tavoli e indirizza le decisioni migliori per questo territorio. Grazie al contributo di tutti Orvieto in questi anni ha avviato un percorso di cambiamento importante che va portato avanti, valorizzato e arricchito. Abbiamo ora la grande responsabilità di non farlo fermare di fronte a proposte vecchie, fumose e inconsistenti ma di dare alla città quella stabilità e continuità nell’azione amministrativa che non ha avuto negli ultimi venti anni e che ha immobilizzato Orvieto”.




Orvieto Music Fest & Orvieto Comics & Games, un weekend di musica, fumetti e divertimento per tutti

Amanti della musica, dei fumetti, dei videogiochi e della cultura pop? Preparatevi per un weekend indimenticabile a Orvieto! Dal 28 al 30 giugno, la città umbra ospiterà un doppio evento imperdibile: l’Orvieto Music Fest e l’Orvieto Comics & Games. Sotto l’ombra del Palazzo del Capitano del Popolo, si alterneranno live music, dj set, esposizioni di comics, card gaming e cosplay. Un vero e proprio paradiso per i giovani e per tutti gli appassionati di cultura pop e nerd. L’idea nasce da uno scambio di idee tra Simone Ermini, Ferdinando Di Genua, Giulio Biagioli, Alberto Pigozzi ed Emiliano Mari. Quasi cinquanta giovani – tra cui molti studenti – coadiuvati da Margherita Cotigni, Elisa Germani, Chiara Miglietta e Matteo Rossi, sono coinvolti nell’organizzazione della manifestazione, in collaborazione con l’Orvieto FC.

Tra il Palazzo del Capitano del Popolo e il Palazzo dei Sette, gadget, manga e fumetti saranno i protagonisti. Piazza del Popolo si trasformerà per tre giorni in un’arena di divertimento con aree food and drink, animazioni per tutta la famiglia, un contest artistico per le scuole a cura di Florinda Zanetti e ospiti speciali che verranno presto annunciati. Non mancheranno un’artist alley e una mostra espositiva a cura del team Spazionauta. Tra le chicche da non perdere, le opere originali di Patrizio Evangelisti (Diabolik, Dylan Dog e Termite Bianca) esposte nell’ex chiesa dei Santi Apostoli. Le prevendite sono già aperte per chi vuole assicurarsi un posto a questo evento imperdibile. La segreteria è a cura di Isabella Giuliani.

Preparatevi per un weekend ricco di musica, fumetti, videogiochi, divertimento e cultura pop. Orvieto vi aspetta!

Maggiori informazioni:




L’ennesimo viaggio da incubo sul Regionale 4106 delle 17,20 per Orvieto

Un afoso e pesante giovedì romano di metà maggio.  Una estenuante stanchezza dopo la solita impegnativa giornata lavorativa, stanchezza acuita dal caldo afoso e dalla pesante cappa di aria umida che domina il cielo che copre la Capitale.

L’unica fonte di benessere è la speranza di riuscire a trovare un posto a sedere sul solito treno “carnaio” 4106 per Orvieto in partenza alle 17,20.  Troppo stanco stasera. Troppo abbattuto da questo caldo opprimente che quasi fa girare la testa.  Alzo lo sguardo al cielo, quasi in segno di preghiera.  Con una richiesta Lassù, nel caso ci sia qualcuno in ascolto.  La preghiera di non fare il viaggio in piedi.
Alle cinque in punto entro nella stazione Tiburtina. Dopo cinque minuti sono sul solito binario sei.  Troppa gente in attesa. Gran brutto segno.  I minuti dalle cinque sino alle cinque e mezza, orario previsto per l’arrivo del 4106 che da Roma Tiburtina mi deve condurre a Orvieto, sembrano lunghissimi. Una interminabile agonia.
In piedi, con il sole che picchia sulla testa e con la gente che affolla il binario che aumenta di minuto in minuto.  Alle diciassette e venticinque, tre minuti prima dell’arrivo del treno, l’altoparlante annuncia che arriverà con quindici minuti di ritardo.  Vorrei essere sopra un ponte altissimo e buttarmi di sotto.  Guardo con terrore l’orologio gigante in fondo al binario sei.  Mentre la gente lungo il binario aumenta in maniera paurosa di minuto in minuto. Il treno arriva alle 17,45 precise.  La gente si muove come una colossale onda oleosa e telecomandata appena arresta la sua corsa.  Io come sempre salgo sulla prima carrozza, quella attaccata alla motrice.  Non solo diventa un miraggio trovare un posto sul quale sedersi.  Ma diventa difficoltoso anche trovare uno spazietto per stare in piedi, per respirare. La carrozza è completamente occupata, nella totalità dei posti a sedere, da una gita scolastica.  Una volta le gite scolastiche si facevano in pullman. Adesso invece spesso si usa il treno per motivi economici.  Echeggia nella carrozza un chiacchiericcio costante e fastidioso di ragazzi altissimi e fanciulle già donne che, incuranti di essere in un luogo pubblico con gente magari pure “distrutta” dopo una giornata di lavoro, urla e
sbraita come se fossero in un pullman e quindi come se non ci fosse nessuno.  Gli insegnanti come non ci fossero. Forse esauriti e sfiancati da tanto ardore giovanile.
Provo un po’ di invidia mista a un senso di ammirazione per “l’età scapigliata” e gioiosa della comitiva.  Il treno comunque non sembra intenzionato a partire verso Orvieto.  Neanche ho lo spazio fisico di muovermi per provare a spostarmi.  Mossa che sarebbe perfettamente inutile, visto che i passeggeri per poter salire hanno occupato ogni angoletto.  Alle 17,48 lentamente il treno inizia a muoversi.
Stanchissimo, morto di caldo, con la testa che quasi sembra voler mettersi a girare, valuto la mia situazione.  Mi trovo su un treno regionale stracolmo all’inverosimile, in ritardo, con neanche lo spazio fisico per respirare.  Mi assale una voglia irrazionale e irrefrenabile di dare violente capocciate contro il finestrino.  Ma mi trattengo.
Pensando tra me e me che passerà questa ora di viaggio.  Ma il 4106 è una tortura a fuoco lento per noi pendolari orvietani.  Appena partiti da Tiburtina il gracchiare del solito vecchio e malfunzionante altoparlantino annuncia che il treno 4106, causa affollamento sulla linea direttissima, percorrerà linea convenzionale nel tratto Roma Tiburtina-Orte.
Quindi non un’ora di questo viaggio infernale.  Ma due ore.  Infatti arriviamo ad Orvieto dopo due ore e due minuti di viaggio.  Il solito viaggio inumano, massacrante, sfibrante, da incubo.  Che sarebbe da non augurare neanche alle bestie.
Il viaggio con il 4106 del 16 maggio 2024 per rientrare dal lavoro a casa.  Il solito, vergognoso e indecente viaggio riservato, nella indifferenza di tutto e di tutti, a noi pendolari orvietani.