Gianluca Luciani, “servizio a chiamata per tutte le frazioni del Comune. Polemiche strumentali della sinistra”

“Nessun taglio di chilometri per il trasporto pubblico dell’orvietano, ma solo interventi di riorganizzazione per garantire a tutti i cittadini un servizio più efficiente e funzionale alle diverse esigenze”. A intervenire è l’assessore comunale di Orvieto Gianluca Luciani della Lega: “Il nuovo servizio nasce da una rimodulazione del TPL attuale che con le stesse risorse vedrà servito un territorio più esteso, consentendo così, anche a chi risiede in zone periferiche non servite dal normale servizio pubblico di linea, di recarsi in centro città in bus – spiega Luciani – Un sistema che è stato sperimentato con successo in alcuni comuni umbri, tra cui quelli guidati dalla sinistra, dove nel corso del tempo si sono visti i risultati in termini di soddisfazione dell’utenza. Ecco perché le polemiche che si sono scatenate a sinistra in queste ore ci appaiono strumentali e prive di senso, fomentate solamente dalla campagna elettorale in atto che non dalla reale consapevolezza del lavoro che si sta facendo. Sarà proprio adeguando i servizi alle esigenze delle persone che si eviteranno i tagli. Quello che chiediamo ai cittadini è di collaborare, prenotando le corse, affinché ci siano autobus per tutti, negli orari dove non si rischia di far viaggiare mezzi senza passeggeri, perché quel mezzo possa, invece, servire fasce di popolazione che fino ad oggi ne erano sprovviste. Un candidato sindaco, seppur di sinistra, quindi avverso all’attuale amministrazione, dovrebbe comprendere l’utilità di tale iniziativa e soprattutto dovrebbe sapere che sindaci del suo stesso colore politico (vedi Narni) hanno previsto le stesse modalità organizzative del trasporto pubblico, ottenendo riscontri positivi. Sarà sicuramente la campagna elettorale ad aver acceso gli animi di una sinistra che ad Orvieto continua ad essere senza idee e priva di qualsiasi argomento utile per la crescita della nostra città”.

L’assessore Luciani, spiega nel dettaglio modalità e orari: “Con orgoglio posso dire che dopo cinque anni di lavoro sono riuscito ad ottenere per il nostro servizio pubblico il servizio a chiamata di BusItalia per tutte le frazioni del comune di Orvieto a partire dal 10 giugno. La stazione ferroviaria diverrà il nodo di scambio principale da cui sarà possibile raggiungere tutte le frazioni del Comune con il servizio a chiamata, l’ospedale con la Circolare B e due nuove linee (Circolare B1 e Circolare B2 che serviranno La Svolta-Ospedale-Ciconia-Stazione), Sferracavallo con la Circolare B e il servizio a chiamata, il centro città con la funicolare, la Circolare B e la Linea 5. Il servizio a chiamata sarà attivo tutti i giorni feriali (dal lunedì al sabato) dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30, per un totale di 8 ore giornaliere. Sarà sufficiente chiamare il numero 0744 492775 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 19.00) il giorno precedente a quello in cui si vuole usufruire del servizio e comunicare all’operatore origine, destinazione e orario dello spostamento. Potranno essere effettuati viaggi da tutte le frazioni verso la stazione ferroviaria o l’ospedale (e viceversa). Laddove sia presente il servizio di linea l’operatore proporrà la soluzione più conveniente. Il costo del biglietto sarà pari a 1,30 euro (urbano di Orvieto)”.

Fonte: Lega-Orvieto




“Pagliacci” riveduta e aggiornata in versione orvietana…

“Pagliacci”è una famosa opera teatrale di Ruggero Leoncavallo, della durata di un’ora e una manciata di minuti, rappresentata per la prima volta a Milano il 21maggio 1892.
In questo turno di elezioni locali ne stiamo vedendo una versione riveduta e corretta avente come “location” gli incantevoli scenari della città sulla rupe. I personaggi sono tanti e variegati, spesso grotteschi nel loro funambolico saltellare per convincere il mondo che il nero è bianco e il bianco è nero. Tra i personaggi principali dell’opera non può non essere ricordato l’attuale prima cittadina, sempre sorridente e impeccabile nella sua studiata eleganza, che non si capisce bene se per necessità o virtù, fa della sua rielezione una questione di vita o di morte.
Per riuscire nella sua impresa si è circondata e affidata a vari personaggi, più o meno caratteriali e caratteristici nelle loro a volte tristi mille sfaccettature. Tra questi personaggi non si può non notare un ex segretario del partito avverso alla prima cittadina che di punto in bianco cambia colori e casacca e si accomoda alle sue “dipendenze”. Ergendosi a simbolo degli eterni “cambiacasacca”, a volte giustificabili altre no, che sempre ritroviamo in ogni epoca storica. Altro personaggio che si fa bene notare è un esponente adesso in pensione, dall’aspetto rassicurante. Personaggio che però assume i tratti del grottesco nel suo partire a spada tratta contro la attuale amministrazione, definendo i suoi cinque anni di vita una sciagura per la rupe e dintorni, candidandosi a sua volta come primo cittadino per soppiantarla. Per debellare le forze del male e della sventura. Novello Don Chisciotte pronto a sacrificare  il proprio tempo libero da pensionato per il bene della collettività. Solo che a un certo punto il protagonista di questa scena ritira la sua candidatura per candidarsi proprio a fianco della stessa prima cittadina. L’eterna ambiguità delle scelte dettate da non si sa quale ispirazione. Oggi di qua. Domani di là. Dopodomani di nuovo di qua. Il giorno dopo il dopodomani di nuovo di là. Con il popolo che ha la testa frullata nel provare a capirci qualcosa.
Ovviamente l’opera è arricchita da vari personaggi secondari. Così non mancano, per rendere reale il variegato clima e mondo che ruota intorno alla rupe ,
un po’ di  amministratrici di blogger o di pagine social.
Ovviamente non potevano mancare personaggi che in ogni epoca hanno rappresentato il massimo della contraddizione e della ambiguità. Così nel prosieguo della trama si incontrano pseudo socialisti che con un mirabolante e incredibile salto mortale non trovano di meglio che aggregarsi e unirsi a esponenti di CasaPound. Come provare a fare convivere in una gabbia dei famelici gatti affamati con dei topolini. Intorno a queste grottesche scene ispirate da una forsennata sete di potere, fa da contro altare il mondo sulla rupe della gente normale, del popolo che in questi anni ha visto peggiorate le sue condizioni di vita sotto ogni punto di vista. Genitori disperati perché i propri figli non possono più frequentare l’asilo perché si sono giustamente licenziate, non ricevendo dalle ditte lo stipendio da mesi, le accompagnatrici dei pulmini. E si è arrivati a questo punto nella totale indifferenza di chi doveva monitorare e evitare di arrivare a questa conclusione. Nelle scene dell’opera si muovono poi tanti personaggi secondari, soprattutto persone anziane e fragili, che patiscono senza nulla poter fare le infinite liste di attesa e devono rinunciare a curarsi.
Di fianco a loro si scorgono tanti, tantissimi pendolari stanchi, disillusi e abbandonati da tutto e da tutti, che sono costretti a recarsi al lavoro con viaggi che riportano alla mente ‘i viaggi della disperazione’ che dovevano subire i nostri migranti che si recavano all’estero a inizio secolo scorso.

Contrasti propri delle scene dell’opera, con storie di miseria e disperazione che si frappongono alle favole e favolette raccontate all’impotente e malcapitato  popolo. Così per magia la fatiscente caserma Piave diventa una brillante e moderna struttura adatta ad ospitare una sede della scuola della Polizia. Così dopo anni di immobilismo sui lavori importanti per mancanza cronica di fondi, di colpo escono milioni da ogni dove per fare di tutto e di più. Con sempre quel sentore da parte del popolo che il modo di fare di questi improponibili e antichi personaggi sia molto più vicino al modo di fare dei “pagliacci” dell’opera che a  dei veri Politici. Con la P maiuscola.
Popolo che si sente preso in giro, abbandonato a se stesso.
Coi gli amministratori locali che continuano a suonare per loro ammalianti e allegre note, mentre il Titanic lentamente ma inesorabilmente continua a scivolare verso il fondo.




Proposta Civica, ecco l’aria che tira

Siamo nati 7 mesi fa. Riempire la Sala dei 400 il 7 maggio, di martedì sera, nel Palazzo del Popolo non era scontato. Fino a mezz’ora prima del nostro più importante appuntamento ufficiale, abbiamo trepidato. Foschi nembi e una pioggerellina incessante facevano oltretutto presagire più di qualche defezione anche tra i più volenterosi. Ma alle 20:50 i posti a sedere erano tutti occupati e alle 21 una folta schiera di astanti si disponeva lungo il perimetro restando in piedi … nessun notabile, solo una folta, vivace rappresentanza della società civile orvietana, un nutrito drappello di persone comuni che hanno in modo spontaneo e caldo fatto della serata un sicuro successo. Non solo e non tanto perché l’appuntamento elettorale era di quelli che potremmo definire “prova di forza”, ma per il significato più profondo e importante che abbiamo colto.

La voglia di cambiare. Il bisogno di cambiare. La messa a punto collettiva di uno stato d’animo che dunque coincide con le nostre speranze e, da oggi, con le nostre aspettative. Tutto questo accade per una sinergia ovviamente non casuale, il disagio di chi percepisce la città e il suo comprensorio come una realtà che da troppo tempo langue … e la candidatura di una personalità che assomma capacità manageriali di alto livello ad una natura determinata, ma amabile, pacata e rassicurante. Un primus inter pares che crediamo si sia già conquistata la stima e la fiducia di molti durante i numerosi incontri pubblici che sta svolgendo. E che ieri sera ha ricevuto un’accoglienza vasta ed affettuosa, un tributo di naturale simpatia che vale tanto di per sé,  tantissimo pensando all’impegno, agli sforzi che ancora ci separano dall’ 8 giugno.

Se come suoi attivi sostenitori e candidati possiamo con ieri sera tracciare un primo traguardo, slogan per slogan, lasciatecelo dire: sulla strada giusta spira un vento di novità.