Un ospedale da sogno (e che esiste solo nei sogni…)

Mancano due mesi alle elezioni che sanciranno chi dovrà amministrare la cittadina sulla rupe per il prossimo quinquennio.  Consolidati i nomi di tre duellanti alla carica di primo cittadino.  Nella realtà i duellanti a primo cittadino dovevano essere quattro.
Ma in politica si sa, quello che oggi è bianco domani può essere nero.  E viceversa.
E la politica locale non sfugge questa realtà.  Il primo aspirante primo cittadino, che in pompa magna si era auto candidato anticipando tutti e sparando a zero contro la attuale amministrazione, accusandola di aver provocato solo danni e sciagure per il territorio, a un certo punto, per una ragione a tutti sconosciuta, ha annunciato, sempre in pompa magna, che ritirava la propria candidatura a primo cittadino per candidarsi proprio con la amministrazione uscente.  Una delle solite, poco edificanti e non rispettose dei cittadini, storielle di convenienze reciproche per la Santa Poltrona.  Gli antichi, sempre saggi coi loro proverbi, avevano ben ragione quando dicevano che tira più un pelino di quelle poltrone dorate che….
In questa campagna elettorale corbellerie grossolane e miranti ad “accalappiare” qualche voto in più se ne sono dette tante e ancora tane se ne diranno.  Promesse di opere con investimenti milionari, promessa di benessere e tanta ricchezza per tutti.  Il tutto in cambio di un semplice, banale voto.  Tutti ricordano il luglio di cinque anni fa, a ridosso dell’insediamento della attuale amministrazione.  In circa ottanta righe venivano enunciate tutte le cose che sarebbero state fatte.  Tutte cose belle e utili per il popolo orvietano.  Sistemazione caserma Piave. Abbattimento liste di attesa sanitarie. Impegno per casello Orvieto Nord. Impegno costante con FS per ampliamento e velocizzazione offerta ferroviaria. Costruzione della Complanare. Investimento continuo sul Sociale e Cultura.  Ovviamente non ne è stata realizzata una.  Con una eccezione.  Molti soldi sono stati spesi alla voce “Cultura”, per la “strampalata” e irrealizzabile idea di far eleggere la Città sulla rupe Capitale della Cultura.
In ordine cronologico l’ultimo avvenimento che ha lasciato interdetto il popolo orvietano è stata la visita della Presidente Regionale all’ospedale di Orvieto.  Nel corso della sua visita, che molti vista la tempistica temporale hanno definito “elettorale”, ha affermato che i reparti di Ortopedia e Ortopedia pediatrica sono un fiore all’occhiello a livello nazionale.  Ha continuato affermando che Riabilitazione offre cure riabilitative di eccellenza.
Ginecologia è un reparto imitato e invidiato da parte delle altre strutture ospedaliere, il Nido e Pediatria sono da dieci e lode, il reparto di Cardiologia è riconosciuto una eccellenza a livello europeo.  Eccellente il reparto di Medicina interna, così come Chirurgia e Oculistica.  Insomma, una struttura ospedaliera da sogno, da dieci e lode.

Non si spiega perché con la fortuna di avere una struttura sanitaria cosi all’avanguardia tanti orvietani siano costretti a costosi, e continui, viaggi verso Terni o Perugia o altrove per poter ricevere cure adeguate.  Non si capisce perché, al cospetto di una struttura cosi brillantemente organizzata e gestita, i cittadini del comprensorio orvietano debbano quotidianamente patire i danni provocati dalle umilianti, lunghissime e spesso inaccessibili liste di attesa che limitano la possibilità di prevenzione e di cura.  Non si riesce a capire il perché il personale della struttura quotidianamente si trova al cospetto di innumerevoli difficoltà nel poter garantire e offrire le prestazioni necessarie per un bacino che deve servire di oltre centomila persone, molte delle quali anziane e fragili.
Gli orvietani conoscono la professionalità e l’ottimo approccio umano con i pazienti di tutto il personale che lavora nell’ospedale e a quali sacrifici essi siano quotidianamente chiamati ad assolvere per far funzionare al meglio la struttura.  E tutti sono consci che a essi siano costantemente negate, per le tante mancanze e criticità presenti, migliori condizioni di lavoro e di crescita professionale.
Ecco perché le tante ammalianti e stonate parole della presidente Regionale sono apparse in questa occasione più uno spot elettorale che un’analisi precisa, attenta e utile a individuare le tante, per molti versi drammatiche, criticità che nel settore sanitario locale esistono.  E non sono poche o a impatto leggero per la popolazione.
In campagna elettorale, soprattutto se a essere presenti sulla scena politica ci sono (purtroppo per i cittadini) tanti politicanti e pochissimi politici, ci può stare tutto.  Ma trattare temi e realtà che investono così direttamente la salute e il benessere dei cittadini per avvicinarsi un po’ di più a quelle tanto agognate poltrone, no. Lasciatecelo gridare: questo no!




Ai nastri di partenza il nuovissimo laboratorio di informatica di Unitre Orvieto

UNITRE – Università delle Tre Età di Orvieto riavvierà a breve quella che è oramai una consolidata novità della propria programmazione didattico-culturale: il laboratorio di Informatica che, da vari anni, permette agli associati di Palazzo Simoncelli di avvicinarsi consapevolmente al mondo digitale.

Anche l’edizione 2023/24 sarà curata da Gianluca Polegri, la cui elevata competenza nel settore informatico qualifica ulteriormente l’esperienza Unitre. Accanto a Polegri, due tecnici d’esperienza come Gabriele Anselmi e Luca Filippetti, per svolgere i temi che verranno trattati durante i tre incontri in calendario.

Il laboratorio è riservato agli iscritti UNITRE Orvieto.  La prima lezione si terrà giovedì 18 aprile 2024alle ore 15,15 presso Palazzo Negroni (ex Tribunale di Orvieto), grazie alla disponibilità della Fondazione Centro Studi Città di Orvieto, istituzione da sempre vicina all’Università delle Tre Età; si proseguirà a cadenza quindicinale.

È previsto un numero massimo di 18 partecipanti; per informazioni ed iscrizioni è necessario prenotarsi al 3387323884.

1° incontro, Giovedì 18 Aprile 2024 (ore 15:15)

GIANLUCA POLEGRI

Intelligenza Artificiale: è presto per preoccuparsi?

2° incontro, Giovedì 2 Maggio 2024 (ore 15:15)

GABRIELE ANSELMI

La sicurezza sul web: spam, phishing, truffe on line “sentimental scam”, trojan e malware…

3° incontro, Giovedì 16 Maggio 2024 (ore 15:15)

LUCA FILIPPETTI

Scrittura e Posta Elettronica sul pc: gestire ed ottenere il massimo dai più comuni software disponibili




Il leviatano elettorale

Quando una maggioranza ha stabilito la sovranità di una persona chi dissente deve accettare la volontà della maggioranza fino a nuove elezioni. Dove l’interesse pubblico e quello privato sono conviventi, quello pubblico ad essere più avanzato, in quanto la prosperità pubblica non coincide con quella privata.I politici vengono istituiti con il potere dei partiti, i privati vengono costituiti dai cittadini tra loro o da autorità derivate. I responsabili e rappresentanti nel pubblico sono coloro che sono stati eletti con il voto, il dissenso è possibile con una assemblea rappresentativa sovrana. L’assenza di opposizione si esplicita attraverso impedimenti esterni o interni, l’opposizione nasce dalla necessità di esprimere la propria libertà.

Si può obbiettare il rappresentante eletto solo per questioni privatistiche.l’assemblea degli organi di governo, a cui sono affidate le decisioni, dipende dai voti di maggioranza. Lo stato di natura deve essere riportato ad uno stato di sovranità:

-nel governo di molti (democrazia) 

-nel governo di pochi (aristocrazia)

nel governo unico (monarchia)

Il sovrano deve procurare ai cittadini ciò per cui è stato eletto: sicurezza, protezione, uguaglianza, prosperità materiale, lavoro, salute. Riconducendo il tutto sul nostro status di democrazia; dobbiamo evidenziare che siamo alla soglia di dare il giudizio finale al governo in essere.Pertanto partiti, associazioni e cittadini singoli sono chiamati a esprimere giudizi e organizzarsi per programmare una alternativa. Creare le condizioni per andare avanti o fare una alternativa! Un indicatore dei numerosi appelli e prese di posizione danno la reale esigenza di un’alternativa. Sui quotidiani e network online si sovrappongono attenzione di varia natura, su sanità, pendolari, emergenze pubbliche, disagi, insomma un panorama vasto di persone insoddisfatte. Sicuramente, analizzando anche le uscite di partiti e associazioni, un humus di rinnovamento si esalta piuttosto che una riedizione del già visto.Il metodo di approccio di questo nuovo ha valenze di novità e sostegno di valori umani e professionali ma unitamente (ahimè) a riedizioni di merito e di persone già sperimentate. Comunque prevale il sostegno e il segnale del “Nuovo” che sta animano quel famoso sopito verso un rinnovamento.  Altrettanto la resistenza del retrò in cui siamo convissuti si esprime con acclamazione di azioni e di valenze programmatiche risonanti, ivi compresi il raggiungimento di risultati, emerge molto però una rappresentazione più di immagine che di risultato. Allo stato (presente) si esprime con notevoli interventi ad effetto materiali ed immateriali.

Speriamo che questo mostro marino o di drago (leviatano elettorale) venga usato e trafitto dalla buona volontà degli elettori che useranno il suo scampo per un sacrificio e la sua immagine come una tenda in cui festeggiare la rinascita.




“Pensare fa bene”, si presenta il primo numero della rivista trimestrale “Il Mondo Nuovo”

Il mondo è in subbuglio, avanza la disumanizzazione di ciò che abbiamo definito umano. Nota Edgar Morin: “Stiamo vivendo, soprattutto, una crisi più insidiosa, invisibile e radicale: la crisi del pensiero”.  Dice Giampaolo Sodano: “Stiamo affrontando una sfida che è riduttivo chiamare economica, sanitaria o climatica perché è anche una sfida filosofica nel senso che il modo di pensare deve guidare e precedere le scelte”.

Da queste riflessioni è nata l’associazione di giornalisti, scrittori, professionisti, persone di pensiero, che ha dato vita al magazine digitale “ilmondonuovo.club”, da oltre un anno in rete e oggi in edicola con il trimestrale cartaceo “Il mondo nuovo”.

Venerdi 12 aprile a Orvieto, alle ore 17, nella sala convegni della Fondazione CRO, rifletteremo sul ricco ventaglio di temi che questa bella rivista culturale affronta con ben 24 interventi fin dal primo numero, insieme a Guido Barlozzetti, a Toni Concina e al direttore Giampaolo Sodano.

Franco Raimondo Barbabella, Presidente dell’associazione “Il Pensiero – Studium Civitatis”




La chiusura di Al Jazeera: la verità fa male

Il parlamento di Tel Aviv ha approvato una legge rozza e liberticida, che conferisce al governo la facoltà di chiudere le voci ritenute pericolose per la sicurezza nazionale. Chiamala con il suo nome: la fine di Al Jazeera.  L’emittente all news, capace di parlare al mondo informandolo su ciò che accade in aree del mondo considerate dai media dominanti minori o poco pregiate per l’agenda delle priorità stabilite dall’asse nord-occidentale bianco e privilegiato, secondo l’esecutivo presieduto da Benjamin Netanyahu ha passato il segno. Mettere gli occhi e la testa nella mattanza in corso a Gaza è intollerabile, perché l’eccidio in corso va almeno un po’ coperto e manipolato.  La stazione con sede nel Qatar ha pagato con un diretto tributo di sangue il suo coraggio, a partire dall’uccisione del figlio del responsabile Al-Dahdou per passare a diversi giornalisti colpiti dai cecchini israeliani, malgrado le apposite scritte Press. Oltre un centinaio di operatori dei media non sono più tornati dalla zona del conflitto, e con loro soccorritori o garanti del passaggio degli aiuti umanitari.

Siamo al cospetto di una vicenda orribile e dalle conseguenze inimmaginabili, malgrado la costante voce disperata di Papa Francesco.   La chiusura minacciata di Al Jazeera fa il paio con il divieto imposto alla Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati -Francesca Albanese- di mettere piede nella zona. Come fu per i predecessori.  Insomma, il sipario si deve abbassare e la licenza di uccidere diviene la legge.  La stazione televisiva di cui si vorrebbe l’interruzione è, in verità, assai simile nella qualità a sigle storiche e blasonate come la BBC e France International o la stessa CNN. Anzi, la redazione ricca di corrispondenze illumina zone neglette come il Sud Sudan o lo Yemen, ad esempio.

C’è un precedente, per così dire geopolitico.   Quando i maggiorenti (l’Italia c’era, a parte il presidente del consiglio poi divenuto senatore Matteo Renzi, o no?) pensarono che il Qatar andasse sostituito nelle attività diplomatiche con l’Arabia Saudita, la stella di Al Jazeera cominciò a declinare. Intendiamoci, qui non ci sono buoni e cattivi. Tutti sono cattivi e la scena assomiglia -con rispetto parlando- ai film western di Sergio Leone, senza Ennio Morricone. Spari, agguati, torture, mattanze.  E l’informazione, sempre più nell’età degli algoritmi e del mercato dei dati, non è il racconto, bensì il diretto protagonista della guerra.

Ecco il peccato mortale di Al Jazeera: cercare la verità, sfidando le interpretazioni ufficiali ed entrando nei luoghi preclusi dove accadono cose inaudite, che la fatica pur coraggiosa delle inviate e degli inviati europei riesce solo a far intravvedere.  Insomma, siamo di fronte ad un ulteriore passaggio della virulenta scelta autoritaria e colonialista del governo israeliano.   Come si vede, a parte il filologico dibattito sulla correttezza o meno del termine genocidio (il rapporto della Albanese si intitola appunto «Anatomia di un genocidio»), come vogliamo definire l’azzeramento della libertà di informare ed essere informati?

Già il 15 maggio la sede di Gaza venne bombardata e ora si vuole chiudere definitivamente la pratica.  Va segnalato, tra l’altro, che l’emittente è un piccolo gioiello tecnologico, avendo fin dal suo sorgere utilizzato il satellite di diffusione diretta e costruendo un vastissimo archivio consultabile in modo aperto secondo le logiche evolute dei Creative Commons, contro lo spirito angusto e chiuso del copyright.

Ci auguriamo davvero che la federazione internazionale dei giornalisti e l’intero mondo democratico insorgano, mettendo in mora le attività comunicative del regime israeliano. Non è accettabile che si oscuri una voce libera e che si ingaggi una gara assai poco commendevole a chi è peggio: tra Israele, Ungheria, Russia, Iran e così via.

Così come se venisse condannato Julian Assange subirebbe un colpo ferale l’intero diritto di cronaca, se si spegnesse Al Jazeera sapremmo ancor meno del pochissimo che ora sappiamo.




Tre detenuti ricevono dal Vescovo i sacramenti dell’Iniziazione

Giovedì fra l’Ottava di Pasqua, nella Casa di Reclusione di Orvieto, il Vescovo di Orvieto-Todi, Mons. Gualtiero Sigismondi, ha amministrato a tre detenuti i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana. Nella gioia della Pasqua, la Chiesa di Orvieto-Todi, con il suo pastore, il cappellano dell’Istituto Penitenziario, la religiosa e il diacono che settimanalmente tengono gli incontri di catechismo con i detenuti e la Caritas Diocesana, ha aperto le sue braccia per accogliere un nuovo figlio e riabbracciare dei figli “ritrovati”. Nella mattina di giovedì 4 aprile, infatti, durante la celebrazione della S. Messa, un detenuto ha ricevuto i sacramenti del Battesimo, Comunione e Confermazione, un altro la Comunione e la Confermazione e un terzo la Confermazione.

Una giornata ricca di grazia, per cui dare lode al Signore, che – ha ricordato il Vescovo Gualtiero – dopo la Pasqua si manifesta ai discepoli entrando nel cenacolo anche a porte chiuse. Così, il Signore è entrato anche nella Casa di Reclusione di Orvieto, al di là delle sbarre, nel cuore di uomini che hanno deciso di tornare a Lui. Il Vescovo ha sottolineato quanto si abbia bisogno di un incontro con il Signore risorto che coinvolga tutti i nostri sensi, come ci viene annunciato dalle Scritture nei giorni che seguono la Pasqua e, con il Salmo 8, ha ricordato la cura che Dio ha per ciascun uomo, la cui vita è fissa nel suo pensiero.

“Un’alta marea” – ha sottolineato Mons. Sigismondi – ha investito la cappella del carcere: tanti detenuti, insieme con il Magistrato di Sorveglianza, la Direttrice, il Comandante e gli agenti, gli educatori, alcuni professionisti che prestano servizio nella Casa di Reclusione, la famiglia di un detenuto che ha ricevuto i Sacramenti, il cappellano, il diacono, due religiose, i volontari della Caritas Diocesana, hanno partecipato alla celebrazione. Al termine, dopo un lungo applauso, il Vescovo ha invitato ciascun detenuto a tenere accesa la speranza, che ha paragonato a un filo di cui dobbiamo aver cura perché non venga spezzato.

La giornata si è conclusa con un rinfresco all’interno del carcere stesso, a cui hanno partecipato tutti coloro che hanno preso parte alla Celebrazione Eucaristica: un momento di convivialità semplice e autentico, anch’esso un’occasione per cui rendere grazie a Dio che sempre sa raggiungere il cuore dell’uomo per inondarlo con il suo amore.

Irene Grigioni




“I cittadini chiedono e s’impegnano per un cambiamento e un rinnovamento”

In un articolo di qualche giorno fa, il sindaco uscente Roberta Tardani si è detta certa che “… gli Orvietani sapranno scegliere se andare avanti e correre veloce o ripartire da zero”. Che cosa intendeva appare a tutta prima chiaro, eppure questo ragionamento contiene una verità che Tardani non sospetta. Perché, se gli Orvietani dovessero scegliere di eleggere un suo rivale, cambiare passo e correggere il tiro rispetto ai criteri con cui ha amministrato, si troverebbero effettivamente a dover ripartire da uno zero. Inteso però come quel poco che resta di 5 anni di governo speso – a nostro parere – in modo assai poco produttivo. Un indicatore della perniciosa apnea in cui la città si è vista relegata sono proprio la varietà e la ricchezza di proposte alternative in termini di candidature, appelli e prese di posizione che sono affiorate a questa tornata. Un coro di voci che si levano a reclamare la presa in carico di problemi annosi e irrisolti, nonché il rilancio complessivo della città, che viene evidentemente vissuta  da un’ampia fetta di popolazione in fase di stallo, quando non di vera e propria regressione.

Che cosa spinge i cittadini a chiedere o ad impegnarsi per un cambiamento se non l’esigenza profonda di rinnovamento? Sulle pagine dei quotidiani online affiorano le proposte e la domanda di attenzione di associazioni che si muovono sul fronte della sanità, del welfare, delle istanze abitative, privati cittadini che reclamano sicurezza a fronte di atti di vandalismo reiterati e quasi certamente ascrivibili ad aree di disagio non censite e mai affrontate, gruppi di giovani che rivendicano un ruolo decisionale per sé e per la collettività, produttori agricoli della filiera corta che vengono solo strumentalmente citati, ma mai affiancati e coadiuvati nei loro concreti sforzi per preservare qualità e sostenibilità… Un panorama vasto di soggetti ed istanze che sono stati trascurati e traditi. Che, al meglio, sono stati e si dichiarano tangibilmente delusi. Un patrimonio che non è mai stato intercettato realmente e fattivamente dalla giunta Tardani. Un humus fertile che riteniamo vada ricompreso con serietà in un quadro di rilancio effettivo della città di Orvieto, nello sforzo determinato e concreto non di accontentare tutti, ma di portare avanti tutti in un piano di sviluppo graduale e sinergico, tenace, che possa rappresentare per tutti  un traguardo già nel metodo di approccio.

Amministrare è favorire e cogliere opportunità, sciogliere nodi, restituire alla popolazione il senso di un’appartenenza basata su obiettivi condivisi e di ampio respiro. E chi sul terreno parte da quel famoso zero, sapendo di non perdere nulla, questo sforzo lo compie in condizioni  di slancio notevole sindaco Tardani. È una legge fisica. Se davanti ti trovi un vuoto, non puoi che immaginare e progettare un pieno”.

Daniela Tordi




Non accettiamo più la banalità delle promesse elettorali, la falsità delle visioni parziali, l’apologia di medici e infermieri sfruttati

La scorsa settimana, la Presidente della Regione Tesei è venuta ad Orvieto in visita al nostro ospedale “per verificare l’avanzamento dei lavori, le criticità e i numerosi aspetti positivi”. Così scrive nel suo post su Facebook la presidente.  Tranquilli, in quanto ai lavori, che devono essere terminati entro giugno 2026, “sono in atto le procedure amministrative per l’ampliamento”, Ortopedia e Ortopedia pediatrica sono “un fiore all’occhiello, attirando pazienti anche dai territori circostanti” (sic), Riabilitazione offre “cure riabilitative di eccellenza ai pazienti ortopedici”, per non parlare di Ginecologia, dalle “enormi capacità di attrazione”, il Nido e Pediatria “brillano”, Cardiologia è “riconosciuto a livello nazionale”, si “distingue”  Medicina interna, dimostrano “notevole impegno”  Chirurgia e Oculistica, Radiologia “si colloca tra i migliori reparti della USL2”, la nuova Direttrice sta facendo miracoli.  Un quadro troppo luminoso per riflettere la realtà, quella che ci costringe a continui viaggi verso Terni o Perugia o altrove.  La Presidente non si è saputa regolare con la piaggeria, esagerata, irrispettosa per il personale a cui ammicca e per i pazienti che tranquillizza.  Tesei non ha individuato le criticità ed è questo che ci preoccupa di più, perché vuol dire che non è in grado di vederle e risolverle.

Che avevamo ottimi professionisti, che profondono con sacrificio le loro energie per tenere in piedi l’Ospedale, lo sapevamo, ma rifiutiamo di essere presi per i fondelli con fervorini elettoralistici che mancano di rispetto per l’intelligenza e la capacità di giudizio degli orvietani, compresi quelli che provengono “dai territori circostanti”.  Noi che viviamo qui subiamo quotidianamente i danni delle lunghissime liste di attesa che limitano la possibilità di prevenzione e di cura e verifichiamo quotidianamente le difficoltà del personale a far fronte alle prestazioni necessarie per un bacino che supera le centomila persone, in parte rilevante anziane.  Se un infartuato od un paziente soggetto ad un qualsiasi evento tempo dipendente, per salvarsi deve essere trasferito d’urgenza a Terni o Perugia abbiamo già perso. Vogliamo un D.E.A. di primo livello che abbia tutte le prestazioni attive, vogliamo essere curati e aiutati a stare in buona salute.

Non accettiamo più la banalità delle promesse elettorali, la falsità delle visioni parziali, l’apologia di medici e infermieri a cui vengono però negate migliori condizioni di lavoro e di crescita professionale. Basta. Ora basta.




Via alla fase due dei lavori stradali, di manutenzione e ammodernamento a Ciconia e al Fanello

Con il ripristino del manto stradale in via degli Aceri è in fase operativa la seconda fase dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza della viabilità nel quartiere di Ciconia. In questa settimana sarà aperto anche il cantiere per il completamento delle opere di urbanizzazione del Parco residenziale del Fanello.

Gli interventi in corso e quelli programmati su Ciconia dall’amministrazione comunale sono stati illustrati alla cittadinanza nell’incontro pubblico che si è svolto mercoledì 3 aprile presso la Sala Corsica. Presenti il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, il vicesindaco Mario Angelo Mazzi e gli assessori Piergiorgio PizzoGianluca LucianiCarlo Moscatelli e Alda Coppola.

La prima fase dei lavori sulla viabilità, in via di completamento, ha riguardato la realizzazione dei nuovi marciapiedi e da oggi inizierà l’intervento di riqualificazione del manto stradale a partire da via degli Aceri. Da lunedì 8 aprile inizieranno nella zona di Piazza degli Aceri i lavori da parte di Asm per l’acquedotto dopodiché anche sulla stessa piazza sarà ripristinato il manto stradale. Complessivamente i cantieri hanno interessato e interesseranno anche via dei Pini, via degli Oleandri, via delle Ortensie, via degli Agrifogli, via degli Eucalipti, via dei Pioppi e via dell’Edera.

Per quanto riguarda il Fanello, ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Piergiorgio Pizzo, “siamo pronti per partire i lavori di completamento delle opere di urbanizzazione della parte residenziale per un importo di 250mila euro che riguarderanno la realizzazione e la sistemazione di marciapiediaree di parcheggioaree verdi e percorsi pedonali“. 

Ciconia è il quartiere più popoloso della città – ha detto il sindaco Roberta Tardani – dove vivono tante famiglie e dove si concentrano attività importanti della vita quotidiana che ruotano in particolare intorno al polo scolastico e agli impianti sportivi. Un quartiere che in questi cinque anni è stato oggetto di interventi importanti frutto di una progettazione condivisa tra più Enti, Comune di Orvieto, Provincia di Terni, Anas e Consorzio di bonifica della Val di Chiana Romana e Val di Paglia, accomunata dall’obiettivo di riqualificare l’intera area e migliorare la qualità di vita dei residenti dopo anni di abbandono. Anche Ciconia è stata interessata dal più grande piano di manutenzioni mai realizzato da decenni a questa parte sul territorio comunale. I primi interventi hanno interessato già nel 2021 Piazza dei Faggi e una parte di via dei Lecci mentre ora stanno andando avanti i lavori di manutenzione e messa in sicurezza della viabilità su molte delle principali zone del quartiere. E’ in corso inoltre un importante lavoro di consolidamento lungo la strada comunale di Corbara, nei pressi di Camorena, per risolvere i problemi legati al dissesto idrogeologico e terminato questo intervento il cantiere si sposterà sulla strada di Osarella. Nella prossima programmazione sono previsti interventi, tra gli altri, su via degli Olmi, via degli Ippocastani, via dei Lecci, Poggente, via delle Acacie e Piazza della Acacie, Piazza delle Azalee, via delle Rose e via delle Robinie sulla quale in questi giorni sono stati installati i segnalatori luminosi di rallentamento. I lavori, da parte di Anas hanno riguardato il rifacimento del manto stradale di via dei Tigli e della Statale 71 che attraversa Località La Svolta fino a Morrano, mentre la Provincia di Terni è intervenuta su via delle Querce. Sempre la Provincia riproporrà un nuovo bando per la gestione dell’area del Cappanno mentre ci sono interessamenti per realizzare una struttura coperta dedicata al basket nell’area del campo da calcio del polo scolastico danneggiato dall’alluvione“.

Sul fronte della sicurezza stradale – ha aggiunto – sono stati realizzati i passaggi pedonali protetti in via dei Tigli e in via della Svolta mentre gli interventi di riqualificazione delle aree verdi hanno interessato il giardino di via degli Eucalipti, in cui sono stati installate nuove attrezzature ludiche e giochi inclusivi, e il giardino di via degli Aceri, dove è stata realizzata un’area fitness, posizionata la nuova casetta dell’acqua e dove sarà a breve riqualificato anche il campo da basket grazie al patto di collaborazione con la società Arrapaho e l’associazione Corrado Spatola. In questa area sono iniziati proprio in questi giorni anche i lavori per la realizzazione dei servizi igienici a servizio del Centro sociale con docce che saranno a disposizione pure del campo di calcio in terra battuta che sarà finalmente riqualificato e reso fruibile. Da Ciconia sono partiti gli interventi di efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica di tutte le frazioni del territorio comunale con la sostituzione dei punti luce con fari a led e l’implementazione nelle aree scoperte in particolare nel percorso verde tra via delle Mimose e via degli Aceri. L’attenzione sul quartiere di Ciconia è stata alta sin dall’inizio del mandato e in particolare nel periodo post Covid quando è stato necessario intervenire sugli edifici scolasticiSono infatti stati realizzati lavori di rifacimento completo dei bagni presso la Scuola dell’Infanzia, opere interne ed esterne e sistemazione delle uscite di sicurezza alla Scuola Primaria, completamento degli spazi del seminterrato e dell’aula magna della Scuola secondaria di primo grado “Ippolito Scalza” nella quale ora si interverrà anche per il rifacimento della copertura dopo i problemi di infiltrazione“.

Degli interventi in corso sulle sponde del fiume Paglia ad opera del Consorzio di Bonifica e della progettazione del nuovo Ponte dell’Adunata da parte di Anas, ha parlato il vicesindaco Mario Angelo Mazzi mentre sulla situazione degli impianti sportivi si è soffermato l’assessore allo Sport, Carlo Moscatelli. “Dopo la riapertura sulla piscina – ha detto – su cui in questi anni sono stati effettuati lavori per 300mila euro sono in programma ulteriori interventi, mentre per quanto riguarda lo stadio ‘Luigi Muzi’, dopo il completamento del terzo campo con il nuovo impianto di illuminazione, procederemo al rifacimento della pista di atletica e del manto dell’antistadio Oscar Achilli“.




“Via il disavanzo dai conti” è una vittoria per la città ma…i fantasmi di TeMa, Comunità Montane e Crescendo sono dietro l’angolo

Il bilancio è finalmente libero da ogni fardello. Questo l’annuncio dell’assessore Piergiorgio Pizzo che ha immediatamente spiegato che ora si potrà investire su scuole, palestre e fiscalità comunale. Giusto! Ci lascia perplessi la parte dedicata al bilancio risanato e libero dal disavanzo. In effetti il disavanzo viene azzerato dallo sblocco degli accantonamenti per la vicenda degli swap di BNL. Una sorta di vincita alla lotteria, semplificando molto, che però non è strutturale. una volta spesi non ci saranno più.

Certo il disavanzo è azzerato ma non sembra che venga toccato lo stock di debito del Comune, ancora piuttosto alto. E’ sacrosanto festeggiare per la vittoria di una battaglia iniziata ai tempi di Concina con l’assessore Romiti e chiusasi dopo oltre dieci anni in via definitiva. E nel 2026? e Forse ancora prima se i liquidatori di TeMa, Comunità Montane e Crescendo dovessero decidere di bussare a denari in Piazza della Repubblica, magari con l’intervento dell’autorità giudiziaria. Già, ballano i 2 milioni di euro circa della TeMa che sono lì come un macigno con un giudice che dovrà decidere, prima o poi, chi dovrà accollarsi i debiti nei confronti dei fornitori.

La pressione fiscale, poi, è al massimo proprio dai tempi della “messa in sicurezza” del bilancio ai tempi di Concina e poi confermata anno dopo anno da Germani e poi da Tardani fino ad ora. Gli equilibri di cassa sono più o meno stabili da un biennio, visto che l’imposta di soggiorno è una tassa di scopo e, come tale, deve essere utilizzata in tale ambito, anche se con visioni, pardon programmazioni piuttosto ampie. La TARi è una tariffa quindi è con saldo neutro, sul bilancio comunale, anche qui semplificando molto. Gli altri utili per le casse arrivano dai diritti, dalle tasse sull’immobiliare e sulle lottizzazioni, dalle multe e dai parcheggi, queste ultime due voci sono piuttosto corpose. C’è anche il Pozzo di San Patrizio nel calderone. Con questi soldi si deve far fronte ai ratei dei mutui, agli stipendi, ai contributi previdenziali, alle manutenzioni varie, al Teatro, al Palacongressi fino agli Scuolabus e ai servizi sociali. Tanti servizi che vengono assicurati dal Comune da sempre ma che hanno un costo alto e che vengono sostenuti tutti dai cittadini, al netto di eventuali finanziamenti di Stato o Unione Europea.

quindi il disavanzo è stato cancellato ma potrebbe ritornare sia per i servizi che deve assicurare il Comune sia per i molteplici fantasmi che si aggirano, per ora, sulla testa dei cittadini e del prossimo inquilino del Palazzo comunale. Fantasmi che, però rischiano di essere milionari e potrebbero tornare a pesare sui conti pubblici e sulle tasche dei cittadini.