“Proposta di legge per la fusione dell’ospedale di Terni nella USL Umbria2”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato del candidato sindaco Stefano Biagioli a firma Stefano Moretti per una proposta di legge regionale di riordino in materia di sanità e ospedali.

Stefano Biagioli, candidato sindaco al Comune di Orvieto, presenzierà all’incontro organizzato da Federsanità Anci Umbria a Perugia giovedì 11 e venerdì 12 aprile con una proposta di legge che si impegna poi a rappresentare al Consiglio Comunale di Orvieto ai sensi dell’articolo 35 dello Statuto Regionale, sulla falsariga del buon governo sanitario dell’Emilia Romagna, per la fusione dell’Azienda Ospedaliera di Terni nell’Usl Umbria 2.

“Si tratta – afferma Biagioli – di uno strumento legislativo in grado di consentire una reale integrazione tra territorio ed azienda ospedaliera, oggi di fatto chiusi in specifici perimetri organizzativi, tra di loro ni evidente difficoltà comunicativa, con conseguenti ritardi e disservizi a danno dell’ utenza. Immaginare un’unica Usl significa assoggettare a medesimo governo li complesso sistema sanitario che oggi si rappresenta in più punti di gestione spesso confliggenti tra di loro.

Una direzione unificata consentirà invece scelte razionali e funzionali, come l’individuazione a Cammartana di Narni di unico Ospedale di Terni e Narni, con miglioramento logistico, organizzativo e funzionale delle alte specialità già presenti e, per Orvieto, il superamento di una spedalità marginale e residuale come quella corrente a favore di una ipotesi di un Dipartimento di Emergenza e Urgenza di secondo livello, ovvero di un grande ospedale non solo servente l’area orvietana e ternana ma anche quella dell’Italia mediana ed interregionale, da Roma a Firenze, nonché la gestione coerente delle diverse Case ed Ospedali di Comunità così come pure consentite ed individuate dalla Legislazione regionale e finanziate con fondi del Pnrr.

La proposta può trovare seguito anche in anticipazione del Piano sanitario regionale con una lettura non più circoscritta alle pure fondate doglianze per ritardi e disservizi correnti, ma in grado di guardare al miglioramento del servizio sanitario attraverso una modalità prospettica ed alternativa alla stagnante immobilità della corrente giunta regionale”.

Questo il progetto di legge regionale:

Fusione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale n.2 di Terni e dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni

1. La presente legge detta disposizioni per l’adeguamento del governo e della gestione dei servizi sanitari. In particolare, per assicurare e potenziare gli stessi nell’ interesse generale, in condizioni di valorizzazione qualitativa, omogeneità, appropriatezza ed efficienza, la presente legge realizza forma di integrazione funzionale e strutturale e razionalizzazione organizzativa idonee a garantire lo snellimento amministrativo ed il contenimento della spesa pubblica.

2. Le finalità di cui al primo comma sono perseguite attraverso la fusione delle strutture aziendali dell’ USL n. 2 di Terni e dell’ Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, per effetto della quale risulta costituita un’unica Azienda Sanitaria denominata Usl n.
2 Terni.
3. La fusione decorre da… – da medesima data la neo costituita Usl n. 2 di Terni subentra a tutti gli effetti e senza soluzioni di continuità all’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni nonché nei rapporti attivi e passivi, interni ed esterni, dell’ Azienda Ospedaliera così cessata. II patrimonio dell’Azienda ospedaliera costituito da beni mobili ed immobili ad essa appartenenti, è trasferito all’Usl di Terni. Le relative incombenze amministrative risultano a carico dei due direttori generali degli enti così fusi.
4. Il personale in servizio nella pre-esistente Azienda Ospedaliera è trasferito senza soluzioni di continuità all’Usl di Terni.

Per il coordinamento della Lista “Stefano Biagioli Sindaco di Orvieto”
Stefano Moretti




Spi Cgil e Uil Pensionati, “la sanità orvietana gettata nel pozzo” dalla Regione

Giovedì 11 aprile, alle ore 16.30, presso la Sala Etrusca di Palazzo del Capitano del Popolo, si terrà un’assemblea pubblica organizzata da Spi Cgil e Uilp Uil per discutere le criticità della sanità locale. L’incontro, dal titolo emblematico “La sanità orvietana gettata nel pozzo”, vuole essere un’occasione per fare il punto sulla situazione del sistema sanitario nell’Orvietano e per chiedere risposte concrete da parte delle istituzioni competenti. Nella locandina dell’iniziativa, Spi Cgil e Uilp Uil denunciano le “tante promesse della Regione e dell’assessore Coletto” che non hanno trovato seguito nei fatti. I sindacati chiedono “risposte certe” su temi cruciali come l’assistenza domiciliare, la medicina territoriale, la casa di comunità e l’ospedale di comunità.

Al centro dell’attenzione c’è l’ospedale di Orvieto, Dea di primo livello, che secondo i sindacati “deve tornare ad essere una struttura attrattiva”, in grado di rispondere alle esigenze di salute dei cittadini del territorio. Per raggiungere questo obiettivo, Spi Cgil e Uilp Uil chiedono l’assunzione del personale necessario e un cambio di paradigma nella gestione della sanità: “La Sanità – concludono i sindacati – deve essere intesa come investimento e non come spesa”.

L’assemblea pubblica di giovedì 11 aprile è aperta a tutta la cittadinanza. Spi Cgil e Uilp Uil invitano tutti coloro che hanno a cuore il futuro della sanità orvietana a partecipare all’incontro per condividere le proprie preoccupazioni e per dare voce alle proprie richieste.




L’ironica provocazione di Bella Orvieto, “per una transizione green…non più grano o cereali, seminate pannelli solari”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di “Bella Orvieto” su una prossima iniziativa prevista per il 12 aprile su transizione ecologica, energie rinnovabili e agricoltura sostenibile.

Stiamo leggendo sempre più frequenti notizie riguardo un progetto per l’installazione di un campo fotovoltaico nell’area a confine tra i Comuni di Orvieto e Castel Giorgio, in località Torre San Severo. La veridicità della notizia ed i timori sono avvalorati dall’iniziativa promossa per venerdì 12 aprile, proprio nella frazione del nostro Comune.  Bella Orvieto, tanto per chiarire le posizioni, è del tutto favorevole alla adozione di fonti alternative al combustibile tradizionale per la produzione di energia elettrica “pulita”, tra queste, anche i pannelli fotovoltaici; crediamo sia utile incentivare l’utilizzo di questi ultimi, negli edifici pubblici, impianti sportivi e scuole.

Bella Orvieto è del tutto contraria invece, all’applicazione del processo virtuoso anzidetto, prescindendo da qualunque considerazione e subordinando al principio dell’energia pulita, ogni e qualunque altra seppur sostenibile considerazione su dimensioni, ubicazione, danni prodotti.  Del resto, dobbiamo constatare che anche la normativa di legge, con la buona intenzione, forse, di semplificare gli adempimenti procedurali, ha aperto la strada a fin troppo facili e spregiudicate speculazioni.  Come già occorso qualche anno fa per la località San Faustino, pericolo scongiurato almeno per ora, se i termini dell’impianto in previsione sono quelli che sentiamo dire, il beneficio dell’energia pulita prodotta, sarà decisamente ed irrimediabilmente vanificato dal danno arrecato al sito. Non solo, troppo spesso si cerca di annebbiare le coscienze omettendo di comprendere nell’impatto di un campo fotovoltaico di questa potenzialità  e quindi negli elementi per la sua esatta e completa valutazione ambientale, le opere necessarie per immettere sulla rete elettrica nazionale, la potenza prodotta. Nel caso in parola, come del resto in quello che abbiamo citato, l’ordine di idee della potenza da connettere, prodotta dal campo alla tensione di 20 kV, riteniamo sia superiore a 10 MW e di conseguenza da allacciare alla rete ad alta tensione (almeno 150 KV ).    Questo vincolo di carattere elettrico, comporta, e non certo per una migliore disponibilità dell’area rurale dei due Comuni, già elettricamente servita e priva di criticità, la costruzione di linee a media tensione, impattanti ancorché previste in cavo interrato, una stazione elettrica di trasformazione, quindi i raccordi ad alta tensione per il suo inserimento sulla linea di pari potenza.

A lume di naso, e ci scusiamo per l’approssimazione dovuta alla mancanza di elementi progettuali precisi, ci sembra che la linea ad alta tensione più vicina, guarda caso attraversa l’area dell’Alfina, manco a dirlo, riconducendo questo progetto ad un tassello di un piano molto più ambizioso il cui fine, decisamente più speculativo che di transizione ecologica, verrà misurato in termini non di energia pulita, bensì di utile netto degli investitori.  Sarebbe oltremodo doveroso integrare la nostra contrarietà con una serie di considerazioni sulla bontà della scelta di sacrificare ettari di superficie agricola utile, sottolineiamo utile e non incolta, anziché votarla alla sua naturale destinazione.  Non mancheremo di farlo, assicurando fin d’ora la nostra condivisione e la nostra adesione a quanti si renderanno promotori di iniziative contro questo progetto, non contro il fotovoltaico.

Di una cosa però siamo certi già da adesso, molto probabilmente, l’affitto per “la coltivazione di pannelli fotovoltaici” assicura, senza rischi di siccità o grandine, redditi ben superiori a quello agrario.

Bella Orvieto




La biblioteca diventa hub socio-culturale per i giovani con orario continuato dal lunedì al venerdì

Da lunedì 15 aprile alla Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto parte il progetto “Un sottile desiderio di conoscenza…”, finanziato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale nell’ambito dell’avviso pubblico “Giovani in Biblioteca”, finalizzato alla realizzazione di azioni volte a favorire e sostenere la creazione di spazi di aggregazione destinati alle giovani generazioni nei quali promuovere attività ludico-ricreative, sociali, educative, culturali e formative, per un corretto utilizzo del tempo libero.

La proposta del Comune di Orvieto-Assessorato alla Cultura è stata selezionata insieme ad altre 97 proposte in tutta Italia ed è stata finanziata per 149.600 euro  dal Dipartimento a cui si aggiunge un co-finanziamento del Comune di 37.400 euro per un importo complessivo pari a 187.000 euro.

Il progetto, della durata di 18 mesi, vede il Comune di Orvieto come capofila di un partenariato selezionato tramite avviso pubblico di cui fanno parte Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto”, Il Quadrifoglio Società Cooperativa Sociale, Orvieto Cinema Fest O.D.V., Gruppo Scout Orvieto 1 AGESCI e Orvieto Linux User Group A.P.S.

Nel post-pandemia i giovani hanno visto ridotte le occasioni di socialità e gli spazi di condivisione, con un impatto sulla salute, sull’istruzione, sull’occupazione e sull’inclusione sociale, il progetto si pone quindi l’obiettivo di sostenerli nel riprendere il loro percorso di emancipazione e nel riappropriarsi degli spazi di socialità che sono a loro più consoni. Non a caso “Siamo aperti per darvi più spazio” è il claim della campagna nazionale di comunicazione che accompagnerà tutti i progetti vincitori.

Parte delle risorse del progetto sono destinate ad accrescere la fruibilità della biblioteca andando ad ampliare le fasce di apertura giornaliera e settimanale (40 ore settimanali con orario continuato dal lunedì al venerdì) e del DigiPass, favorendo anche aperture in fasce serali e nel weekend così da poter realizzare attività laboratoriali incentrate sulle tematiche scelte, ad esempio il cinema, la musica, il fumetto, il gaming, il social mapping, e più in generale azioni  finalizzate a promuovere cittadinanza attiva e senso di appartenenza alla comunità.  dove i partener selezionati, ognuno con le proprie competenze, rivestono un  ruolo da protagonisti nel supportare i giovani. La fascia di età individuata come target progettuale è quella dei 14-21 anni, ovvero la fascia più a rischio isolamento e disorientamento nel post pandemia. Il target è composto da 2.962 ragazze e ragazzi, di cui 1.521 sul Comune di Orvieto e 1.441 sul resto della Zona Sociale 12. Il progetto vuole intervenire sulla particolare condizione di questi giovani che vivono in un territorio che fa parte di un’Area Interna a rischio di spopolamento.

Fin dalla fase di elaborazione della proposta progettuale sono stati realizzati dei focus group rivolti ai giovani in questa fascia di età e in uno di questi è emerso il concetto di “biblioterapy”, esemplificativo della grande necessità che hanno i giovani di incontrarsi e trovare luoghi dove poter condividere timori, desideri, sogni. Nelle attività, grazie al contributo del partenariato del privato sociale e al coinvolgimento attivo delle scuole secondarie di secondo grado del territorio, saranno coinvolti animatori socioeducativi giovanili (Youth Worker) con il ruolo di facilitatori che saranno punti di forza funzionali a supportare le ragazze e i ragazzi beneficiari nel processo di crescita personale e di gruppo. I volontari del Servizio Civile, già attivi all’interno della biblioteca, sono anch’essi attori del progetto non solo come testimoni della loro esperienza personale, ma anche per coinvolgere le loro reti amicali all’interno del target di progetto. Al loro fianco il personale della biblioteca assicurerà il necessario supporto e coordinamento. Il progetto è parte di un programma più ampio di intervento, insieme a “Libro cura per l’anima” e “Educare alla bellezza”, che l’Assessorato alla Cultura ha messo in campo per  offrire opportunità reali di crescita personale e culturale per i giovani del territorio.

“Un progetto – commenta il sindaco e assessore alla Cultura, Roberta Tardani – che è partito innanzitutto dall’ascolto delle esigenze delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e che farà ancora di più della biblioteca un luogo aperto a nuove relazioni e nuove opportunità, in cui si incoraggia la partecipazione attiva dei giovani, la crescita personale e collettiva. Tutte le attività culturali e ricreative proposte sono gratuite, la biblioteca e la sala DigiPass in particolare, si propongono come spazio dove poter esercitare il piacere della lettura ma anche come luogo dove socializzare. Saranno iniziative inclusive ed accessibili a tutti, sia da un punto di vista di accessibilità fisica che virtuale. Il progetto intende infatti dare risposte al digital divide, fornendo gli strumenti necessari a colmare il gap digitale, grazie alle dotazioni informatiche in possesso della biblioteca e presenti nella sala DigiPass, dove è anche disponibile a titolo gratuito un facilitatore digitale. Questa iniziativa – aggiunge il sindaco – rafforza il ruolo della biblioteca, con tutto il suo patrimonio documentario, quale spazio di aggregazione, in particolare per i giovani, proseguendo un percorso di valorizzazione che l’amministrazione comunale ha iniziato in questi ultimi cinque anni e che attraverso gli investimenti sulle persone e la capacità degli uffici di intercettare finanziamenti importanti ha rimesso la biblioteca al centro della vita culturale della città“. 

A partire da lunedì 15 aprile il nuovo orario di apertura al pubblico della biblioteca sarà dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18. 




Il Fondo Sport e Periferie finanzia nuova campo sportivo polifunzionale a Castel Viscardo e Allerona

L’amministrazione comunale di Castel Viscardo insieme a quella di Allerona hanno ottenuto un importante finanziamento di €234.500 dal dipartimento dello sport per il bando “Fondo Sport e Periferie 2022”. Questo finanziamento è finalizzato alla realizzazione di un impianto sportivo polifunzionale dedicato al calcio a 5, pallamano e tennis, con un progetto complessivo che ammonta a €335.000. Lo studio Baffo di Bagnoregio ha redatto il piano esecutivo e i lavori partiranno a breve.
L’obiettivo di collocare un campo polifunzionale nella frazione di Pianlungo è stato perseguito dall’amministrazione comunale da diversi anni e finalmente è stato raggiunto.

L’assessore allo sport Gian Paolo Graziani commenta entusiasta: “Quando sono uscite le graduatorie, non potevo quasi crederci. Da anni, insieme al sindaco Daniele Longaroni, mi batto per questo progetto perché ritengo che la presenza di un campo polifunzionale sia un importante valore aggiunto per il nostro territorio, popolato da numerosi giovani appassionati di questi sport non solo a livello agonistico, ma anche a livello dilettantistico e amatoriale, in particolare per gli amanti del calcio a 5.”
Il sindaco Daniele Longaroni aggiunge: “Questo nuovo impianto non solo darà un valore aggiunto al centro sportivo esistente, che già dispone di un campo da calcio e un impianto natatorio, ma permetterà anche di ampliare i servizi sportivi offerti e di raggiungere un più ampio bacino di utenza.”
Questo investimento nell’infrastruttura sportiva è un passo significativo per promuovere l’attività fisica e lo sviluppo di talenti nel territorio di Castel Viscardo e Allerona. Si prospetta un futuro ricco di opportunità per i giovani e gli appassionati di sport di queste comunità, che potranno godere di nuovi spazi polifunzionali dedicati alla pratica sportiva e al divertimento.




Un furto e altri tentati nell’area tra Camorena e Corbara

Torna l’allarme furti nelle zone intorno a Orvieto. Questa volta ad essere presa di mira è tutta l’area della strada di Corbara e in particolare intorno a Camorena.

Non è la prima volta che i casali di campagna sono al centro di tentativi o furti. Secondo quanto riferito da alcuni residenti nei pressi dei casali interessati dai tentativi è stata vista una macchina rossa. L’autista ha accelerato dileguandosi.

Nei giorni tra il 5 e l’8 aprile sono stati più di uno, a quanto risulta da fonti non ufficiali, i tentativi di effrazione e in un solo caso è stata violata la proprietà privata. Le forze dell’ordine sono state informate dei fatti.




Nuovo invaso del Consorzio Tevere-Nera come riserva idrica per le aziende agricole

La sindaca Roberta Tardani è intervenuta alla presentazione dei lavori del Consorzio di bonifica Tevere-Nera per il nuovo invaso che garantirà una riserva idrica alle aziende agricole. “Un’opera fondamentale che consentirà di contrastare i fenomeni derivanti dai cambiamenti climatici e assicurare una adeguata riserva idrica a uso irriguo alle aziende agricole del territorio che in questi anni hanno spesso visto compromessi i loro raccolti da lunghi periodi di siccità. Siamo soddisfatti che il territorio di Orvieto – ha spiegato Tardani – sia oggetto in questi ultimi anni di importanti investimenti a sostegno del comparto economico frutto della progettazione e della collaborazione tra Enti diversi che programmano e condividono con l’amministrazione comunale gli stessi obiettivi. In questo senso vanno anche gli investimenti fatti da Anas per il miglioramento dei Fori di Baschi e il finanziamento del secondo stralcio della complanare da parte della Regione Umbria. Interventi infrastrutturali strategici che serviranno a migliorare l’accessibilità di questo territorio e la competitività delle nostre imprese“.

La vasca – è stato spiegato – avrà la duplice funzione di stoccare l’acqua direttamente dalla diga di Corbara e di punto di raccolta dell’acqua piovana con l’obiettivo di garantire una vera e propria riserva idrica in caso di siccità. Si tratta di un’opera di 16mila metri cubi che occuperà una superficie di circa 2 ettari e 700 metri. L’intervento rientra nel Piano Nazionale Invasi, i lavori – finanziati dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per un importo di 2,8 milioni di euro – sono iniziati la scorsa settimana e saranno ultimati entro l’anno.

“Un progetto importante – ha sottolineato il vicesindaco Mario Angelo Mazzi – che riguarda l’area del fiume Tevere e che si integra con altri interventi  che interessano il territorio di Orvieto. Il Consorzio di bonifica della Valdichiana e Val di Paglia sta infatti realizzando un invaso con le stesse caratteristiche nella Valle del Paglia mentre l’Autorità di Distretto sta elaborando gli interventi per il contenimento delle alluvioni del fiume Paglia che hanno influenza anche sul Tevere. La progettazione è in fase avanzata e tra settembre e ottobre è prevista la fase di partecipazione”.




Boom di vendite per “Carta Unica” nel 2023 e inizio 2024

Orvieto Carta Unica, la chiave di accesso a tutti i monumenti e musei della città, conferma il suo trend positivo con un aumento del 19% delle vendite nel 2023 rispetto all’anno precedente. Sono circa 13mila le carte vendute lo scorso anno, per un incasso superiore ai 260mila euro. I dati del primo trimestre 2024 sono ancora più incoraggianti, con un incremento del 40% rispetto allo stesso periodo del 2023. Sono state infatti vendute 2052 carte contro le 1469 del 2023.

“Dal post Covid – commenta il presidente di Orvieto Carta Unica, Gianluca Polegri – le vendite sono cresciute in maniera costante di anno in anno. Nel 2023 i livelli di vendita sono tornati all’ultimo anno pre-pandemia nonostante il prezzo della Carta sia passata da 20 a 25 euro e nonostante l’indisponibilità del Museo Archeologico Nazionale e della Necropoli del Crocifisso del Tufo a partire da inizio luglio. L’introduzione delle carte tematiche, Medioevo, Sotterranei, Piazza Duomo, Etruschi, ha aggiunto flessibilità al servizio offerto ai turisti che hanno dimostrato di apprezzare i nuovi pacchetti. Oggi le carte tematiche rappresentano il 30% di quelle totali vendute. Nel 2023 si sono riavvicinati anche i gruppi turistici, abbiamo ospitato con pacchetti personalizzati università come la John Cabot, il convegno nazionale Anpit, scolaresche e turisti stranieri in particolare americani e francesi”.

“La digitalizzazione del servizio – prosegue Polegri – ha aumentato la facilità di acquisto e di fruizione. Ora le card acquistate online sono il 40% di quelle complessivamente vendute. Il grado di soddisfazione di chi chiede informazioni e dei visitatori è molto alto, grazie anche ad un servizio di caring online gestito in tempo reale via email e sui canali social attivati nel 2020. Sono attivi servizi di comunicazione e di marketing territoriale che hanno consentito di aumentare notevolmente la diffusione del servizio sia in rete che in città grazie ad advertising, campagne e cartelli stradali finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto”.

“Gli obiettivi a breve termine – conclude il presidente – sono di creare reti e collaborazioni con enti di promozione turistica sia pubblici che privati per aumentare l’effetto di cross-selling e generare up-selling con servizi aggiuntivi tipo marketplace di prodotti e servizi locali da proporre attraverso la selezione dei target di visitatori sia digitali che in presenza”.




Le lettere di ringraziamento ai medici in realtà ci segnalano una crisi profonda

Da qualche anno i giornali online hanno preso l’abitudine di pubblicare lettere di persone assistite nel nostro ospedale. Di solito si tratta di messaggi di encomio per qualche medico o per l’intero reparto in cui il paziente ha ricevuto le cure. La cosa in sé non desterebbe grande attenzione se non fosse per il fatto che ormai da diversi anni il servizio sanitario locale è al centro di controversie rimaste irrisolte.

Mentre le prestazioni e l’efficienza del servizio pubblico sono in netto calo ovunque, sul nostro territorio assistiamo alla crescita di strutture private che in ambito diagnostico sopperiscono alle lunghissime liste di attesa ed offrono visite specialistiche di buon livello, spesso non accessibili negli ospedali territoriali. Per ogni lettera di encomio che viene pubblicata con enfasi e con altrettanta enfasi viene rilanciata dai partiti che amministrano la città, vi sono centinaia di persone che rinunciano addirittura a curarsi, o a fare visite indispensabili al fine di prevenire l’insorgere di malattie anche gravi. Chi può pagare si rivolge al privato, e chi non è in grado di farlo si rassegna e soccombe.

In tutti questi anni privati cittadini ed associazioni hanno rivolto le critiche maggiori al “sistema” sanitario, e meno frequentemente si sono lamentati dell’incompetenza dei singoli operatori, spesso costretti a lavorare sottorganico ed in condizioni difficili. La voce di questi ultimi si ascolta di rado. Ecco io credo che ai medici, agli infermieri, ed a tutti gli operatori sanitari che compiono il loro dovere, farebbe più piacere poter assistere al meglio i loro pazienti, piuttosto che veder pubblicate lettere di ringraziamento.

Le lettere di ringraziamento esprimono gratitudine, certamente, ma anche la grande fragilità di pazienti che affidano le loro speranze di guarigione ai medici che li curano. In parte questo è assolutamente comprensibile, non lo è invece la strumentalizzazione che se ne fa in ambito politico, soprattutto da parte di chi vorrebbe sostenere—contro ogni evidenza—che in fondo non ci possiamo lamentare, che i sindaci non hanno poteri decisionali in materia di sanità, e che altrove le cose vanno peggio.

Per esempio, nell’ultimo incontro organizzato dalla giunta comunale a Ciconia il 3 aprile, la sindaca uscente Tardani ha ripetuto per l’ennesima volta che “i sindaci non fanno bandi di concorso, non assumono infermieri, e non gestiscono ospedali” ma devono avere la consapevolezza dei problemi che esistono e riportarli nelle sedi opportune. Mi pare poco, e francamente in queste parole sento rassegnazione mista a incompetenza. Io credo che un sindaco abbia certamente l’obbligo di rappresentare i bisogni dei cittadini, ma debba anche fare proposte concrete per migliorarne i servizi, altrimenti che ci sta a fare? La definitiva rinuncia da parte della sindaca a lottare per avere finalmente il servizio di emodinamica presso il nostro ospedale è l’emblema di questo atteggiamento remissivo. Saremo mai in grado di svolgere un ragionamento complessivo su cosa c’è da cambiare e su come farlo alla luce dei problemi reali dei pazienti invece di minimizzarli e limitarsi a dire “di più non possiamo fare”?




Tre orvietani denunciati per la gestione illegale di affittacamere e per mancata presentazione della Scia

Il Commissariato di Pubblica Sicurezza e gli agenti della Polizia Locale di Orvieto hanno denunciato tre persone per aver svolto attività ricettiva in abitazioni di loro proprietà senza aver effettuato le dovute comunicazioni alle autorità competenti. Le indagini sono partite da una serie di controlli mirati a contrastare il fenomeno dell’affitto abusivo di immobili a scopo turistico. Gli accertamenti hanno portato alla luce che i tre soggetti denunciati avevano messo a disposizione stanze delle loro abitazioni a pagamento, senza presentare la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune e senza comunicare le generalità degli alloggiati al Commissariato di Polizia. Inoltre, gli alloggi venivano pubblicizzati anche su internet.

Al termine delle verifiche, il personale del Commissariato e della Polizia Locale hanno redatto tre distinte segnalazioni con le quali i titolari delle strutture ricettive abusive sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Oltre alle denunce penali, sono stati redatti anche verbali di violazione amministrativa per la mancata presentazione della Scia.

Di tutta l’operazione è stata informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, che coordina le indagini.