Una possibile opportunità per la ex-Piave, la nuova scuola di allievi della polizia

Domenico Pianese, segretario generale del COISP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, il 17 aprile, alle 10,30, effettuerà un sopralluogo presso la ex Caserma Piave di Orvieto, nell’ambito della ricerca di una possibile sede idonea da destinare ad una nuova Scuola di Polizia, da sottoporre al Ministro dell’Interno, in un’ottica di condivisione e collaborazione. L’iniziativa del Sindacato, che ha avuto origine dal Segretario Nazionale del COISP Stefano Spagnoli, e condivisa dalla Segreteria Nazionale, rappresentata dal Segretario Generale Domenico Pianese, si allaccia ad un progetto più ampio per la riqualificazione di detto complesso.

Se la scelta, come si auspica, vista la strutturazione e l’ampiezza del sito, dovesse ricadere sulla ex Caserma Piave, già Centro Addestramento Reclute, la nuova Scuola potrebbe accogliere circa 1000 allievi Agenti, oltre al personale della Polizia di Stato e al personale da impiegare, a vario titolo, nelle attività della Scuola. Un importante occasione di riqualificazione della struttura, i cui edifici sarebbero destinati ad ospitare gli allievi per tutto il periodo del corso, impegnati nelle lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche nei vari settori. Una possibilità concreta, dopo tante ipotesi di destinazione dell’ex Caserma, ad oggi rimaste “lettera morta”, che porterebbe un rilancio economico ed occupazionale, con effetti positivi sul turismo, incremento dei servizi e della vita cittadina, in poche parole il ritorno della città ad “antichi fasti”, una decisiva svolta per un territorio ricco di potenzialità, di cui tutti potranno beneficiare.

Al termine del sopralluogo, il Pianese e alcuni rappresentanti della Segreteria Nazionale incontreranno, alla presenza del Sindaco, Roberta Tardani, del consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d’Italia, Eleonora Pace, gli organi di stampa locali e regionali.




Adeguamenti TARI tra il 5 e il 9% con il sì dell’Auri in contraddittorio con i gestori

Il Consiglio Direttivo dell’Autorità Umbra per i Rifiuti e l’Idrico ha deliberato nei giorni scorsi la proposta dei Piani Economici Finanziari della TARI 2024/2025 elaborati secondo il metodo ARERA (MTR2), l’Autorità di Regolazione di Energia Reti e Ambiente, che prevede per le due annualità una rivalutazione monetaria pari al 13.7%, derivante dal calcolo dei costi 2022. L’incremento fa riferimento alle annualità 2022 e 2023 che hanno registrato uno dei picchi massimi dell’inflazione negli ultimi venti anni.
Dall’AURI viene spiegato che i meccanismi previsti determinano un adeguamento inflattivo con un ritardo strutturale di un biennio. Ciò significa che nelle tariffe 2024 e 2025 si vanno a scaricare i costi dell’inflazione sostenuti dai gestori nel biennio 2022/2023. Alla luce di questa situazione la base costi relativa ai servizi resi ha determinato un aumento significativo dei Piani Economico Finanziari dei singoli Comuni, pur in presenza di casi che in alcune municipalità possono differire per motivazioni legate a conguagli e recuperi positivi o negativi relativi al 2022 e 2023.
“In questo contesto – evidenzia il presidente dell’AURI Antonino Ruggiano – l’Autorità ha svolto puntuali operazioni di verifica dei costi rendicontati dai gestori, procedendo in diversi casi al taglio di alcuni di essi in quanto non direttamente attinenti ai costi della gestione delle varie concessioni. Alcune decurtazioni sono state effettuate in accordo con i gestori, mentre altre sono state effettuate d’ufficio, al termine di attente istruttorie interne”.
Definita correttamente la base di calcolo dei nuovi PEF, si è proceduto alla rivalutazione dei costi sulla base dell’inflazione prevista da ARERA. In termini concreti AURI ha quindi proceduto a riconoscere l’effettivo tasso inflattivo da inserire nelle manovra tariffaria 2024 che, a seconda dei casi, oscilla tra il 5% e 9%. I costi non riconosciuti sono stati rimodulati nell’annualità 2025 e nelle annualità post 2025, come previsto dal metodo ARERA.
“L’attività di AURI – spiega ancora il presidente Ruggiano – si è dunque concentrata da una parte nella verifica puntuale dei costi rendicontati dai gestori, con operazioni che hanno previsto importanti recuperi quantificabili in circa 8 milioni di euro su base regionale, dall’altra parte sulla redistribuzione dei valori non riconosciuti nell’annualità 2024 sulle annualità successive”.
L’Autorità Umbra per i Rifiuti e l’Idrico non ha poi riconosciuto ai gestori il tasso inflattivo riferito all’annualità 2022 su 2023, ritenendo la richiesta incongrua anche in relazione al fatto che in Umbria c’è stata una riapertura straordinaria dei PEF TARI nel 2023 che ha già assorbito le richieste inflattive relative alla medesima annualità. Il rigetto di questa ulteriore rivalutazione ha portato al ricorso al TAR Lombardia da parte di Gesenu.




Con il progetto Polis l’ufficio di Poste Italiane nel centro di Orvieto avrà anche il co-working

L’edificio di Poste Italiane in Largo Ravelli a Orvieto, da fine maggio, sarà uno dei primi 250 immobili scelti da Poste Italiane nell’ambito del progetto Polis per dare vita alla più grande rete nazionale di spazi di lavoro condivisi dedicati ad aziende, organizzazioni e liberi professionisti.  L’immobile è stato completamente ristrutturato e allestito con uffici moderni, digitalizzati e dotati di postazioni di lavoro attrezzate, open space, aree break e sale riunioni.

“Attraverso Spazi per l’Italia – ha dichiarato il direttore dell’Ufficio Postale di Orvieto Cesare Catalini –vogliamo offrire ai cittadini, alle aziende e ai professionisti del nostro territorio, luoghi fisici, moderni e dotati di tanti servizi che potranno essere utilizzati in maniera flessibile per un solo giorno o per periodi più ampi. I prezzi molto accessibili, uniti alla location centrale e alla qualità degli spazi, rappresentano sicuramente una nuova opportunità per l’imprenditorialità locale. La sede di Largo Ravelli diventerà un punto di riferimento per tutta la comunità ed entrerà a far parte della rete di spazi per ufficio più diffusa, digitalizzata e accessibile del Paese”.  Il nuovo spazio, accanto all’ufficio postale di Largo Ravelli, dispone di 2 uffici privati da 4 persone, 1 ufficio privato da 6 persone ed un open space con 4 postazioni, oltre ad un’accogliente area break.   L’offerta commerciale degli “spazi per l’italia” include tutti i servizi: arredi degli uffici, connessione internet Wi-Fi, accesso a stampanti e scanner, pulizia e manutenzione, utenze e climatizzazione degli ambienti.

Un investimento importante sul territorio che conferma il contributo di Poste Italiane nel processo di digitalizzazione, innovazione e di crescita economica del Paese.

Per informazioni e prenotazioni si può scrivere a spaziperlitalia@posteitaliane.it.




Cinzia Leone sarà la protagonista della presentazione del suo romanzo “Vieni tu giorno nella notte” il 16 aprile a Orvieto

Martedì 16 aprile alle 17:30, alla Sala Consiliare del Comune di Orvieto, OrvietoLife e Unitre Orvieto hanno il piacere di ospitare Cinzia Leone, giornalista, scrittrice e disegnatrice. Sarà l’occasione per presentare il suo ultimo romanzo “Vieni tu giorno nella notte”, edito da Mondadori. A dialogare con l’autrice saranno Roberto ConticelliRuben Della Rocca e Alessandro Maria Li Donni.
Tutto parte da Israele, da Tel Aviv, in un giorno qualunque si consuma una nuova tragedia: un attentato kamikaze. Da lì si snoda la storia di Ariel e Tarik due giovani che si sono incontrati per caso e si sono amati. Scontato? Assolutamente, no.
Il romanzo si snoda spiegando il titolo, un verso tratto da Giulietta e Romeo di Shakespaeare che Cinzia Leone declina in maniera contemporanea. Ariel è un ragazzo israeliano di genitori italiani che, tornato a Tel Aviv convinto dalla nonna materna, si arruola nello Tsahal, l’esercito israeliano e inizia a vivere e lavorare tra la metropoli e il deserto. Il nemico è lì, presente, vicino e sempre pronto a colpire. Poi arriva Tarik, un giovane palestinese fuggito da Jenin per scampare alle violenze della famiglia. Il ragazzo non è un collaborazionista, è semplicemente un giovane che non vuole nascondere il suo amore, la sua omosessualità. C’è l’incontro con Ariel e sboccia l’amore, non facile, non scontato.
La violenza del terrorismo li separa per sempre e da qui parte il racconto familiare e dell’amore, della casualità della vita, del dramma, della scoperta, della famiglia e delle tante contraddizioni.
E’ un romanzo attuale, drammatico e d’amore. E’ l’occasione per il lettore di conoscere e scoprire come si vive la quotidianità in una delle più grandi città del Medio Oriente e dell’unica democrazia dell’area, dove l’omosessualità, ad esempio, non è un reato e anzi è parte della vita e dell’amore.
La giornata sarà arricchita da Alberto Romizi, vice-presidente di Unitre Orvieto, che leggerà alcuni brani di “Vieni tu giorno nella notte” e dalla stessa Cinzia Leone che al termine sarà protagonista di una firma-copie molto particolare e personalizzato per ogni suo lettore.
Il libro è presente alla libreria Giunti.




Proposta Civica, “a Sugano e Canonica si va per spot elettorali; mancano servizi e il dialogo con l’amministrazione”

Usciamo dall’incontro con gli abitanti delle frazioni di Canonica e Sugano con un rinnovato senso di gratitudine e di simpatia, di sincera simpatia per le persone che, abitando nei borghi sparsi intorno alla rupe, convivono con gli stessi problemi da anni. E che, tuttavia, venendo a conoscere Roberta Palazzetti, dimostrano da un lato di nutrire ancora una speranza di cambiamento e dall’altro di sentirsi nonostante tutto una comunità, aldilà delle difficoltà che pure causano un tangibile senso di isolamento e di frustrazione. Ed è per questo che crediamo andrebbe anzitutto data loro voce con sistematicità, non limitando il contatto alle occasioni elettorali, ma assumendoci fin da ora l’impegno a tenere aperto un canale diretto di comunicazione e confronto, se saremo investiti di un ruolo all’indomani del voto amministrativo.

Il potenziale delle frazioni è grande ed ignorarlo appare davvero molto sciocco, prima ancora che ingiusto. Sono borghi solitamente incastonati in aree di pregio paesaggistico e ambientale, vie di fuga dai ritmi accelerati della vita urbana con un forte potere attrattivo in termini non solo e non tanto di turismo occasionale, ma di vera residenzialità. Occuparsi di queste realtà significa pertanto cogliere una concreta opportunità di crescita e di sviluppo, che ad oggi appare non solo ignorata dall’amministrazione comunale, ma offesa da una patente incuria generale che vogliamo chiamare con il suo proprio nome: abbandono. Gli esempi di questa dimensione di colpevole trascuratezza (che alla lunga si traduce in degrado) sono molteplici. A Canonica e Sugano non esiste un ambulatorio che consenta al medico di base, almeno una volta a settimana, di ricevere pazienti e rilasciare ricette e impegnative. A Canonica e Sugano il cimitero, fatto salvo l’intervento di un privato cittadino, che provvede in autonomia a mantenere il decoro, non conosce alcun intervento di pulizia e di manutenzione da parte degli addetti comunali. A Canonica e Sugano non si effettua manutenzione stradale, nessuno cura i giardini pubblici, la fontana necessita da molto tempo di un intervento di riparazione ed ha perdite ingenti. A Sugano, che a tutti gli effetti il regolamento urbano considera un centro storico, non esiste la raccolta porta a porta dei rifiuti e si verifica il paradosso che – per fare fronte alle reiterate lamentele riguardo alle difficoltà di smaltimento – l’amministrazione comunale si limita ad introdurre altri cassonetti deturpando oscenamente le vie cittadine, anziché concepire soluzioni più idonee. Per non parlare dello stato di incuria della fonte del Tione e dell’area circostante, un’importante risorsa di cui la popolazione è stata scippata e che, dal business di un singolo privato, si è poi fatalmente tradotta nella spoliazione complessiva di un luogo appartenente, oltretutto, alla memoria storica della comunità.

La sintesi di questa breve e parziale rassegna di inefficienze, assenza di interventi e incuria generale corrisponde invariabilmente ad un quadro di scarsa, scarsissima attitudine da parte dell’amministrazione Tardani a governare la macchina amministrativa – che pure conta ad oggi circa 150 dipendenti. Da quanto invariabilmente emerge, appare evidente che da un lato manca il coordinamento delle risorse esistenti a copertura di tutto il territorio orvietano, dall’altra manca un sistema generale di controllo sugli interventi che pure vengono eseguiti, perlopiù concepiti a spot (sotto elezioni, diremo meglio, ad effetto), anziché nell’ambito di una seria e lungimirante pianificazione. Ed è su questo dato, che emerge con molta chiarezza, che continueremo a confrontarci tra di noi e con gli elettori, con cui ad ogni incontro ci sembra di poter dire che si creino spunti e visioni convergenti.

Nella consapevolezza generale che i margini di miglioramento della qualità di vita generale spesso ci sono già, a volerli cogliere. E fermo restando che al buon governo giova la pratica del confronto sistematico sul terreno e non certamente la pratica dell’autoreferenzialità.




“Ho tentato di dar voce alle richieste dei miei elettori. Ai futuri amministratori, non scendete mai a compromessi”

Il 9 giugno 2024 sarà l’ultimo giorno delle elezioni amministrative ad Orvieto ma anche quello che chiuderà la mia esperienza di consigliere comunale.  La corsa alla futura guida di Orvieto annovera per adesso 3 candidati Sindaco, ma altri se ne aggiungeranno ancora, ed una nutritissima schiera di candidati amministratori.

L’amministrazione in carica si presenta alla riconferma elettorale nel tentativo di proseguire e difendere il lavoro fatto negli ultimi 5 anni, mentre gli altri chiedono fiducia nel sostenere una scelta di cambiamento, una diversa visione di città ed un diverso approccio metodologico.  Come consueto, durante la campagna elettorale, tutti hanno la “ricetta segreta” per amministrare efficacemente la città e fare così di Orvieto una specie di torta meravigliosa, con tanto di ciliegina alla sommità!

Secondo me, la “ricetta” utile e necessaria a città e cittadini è fatta di pochi ingredienti ed il Sindaco, chiamato ad assumere il ruolo di coordinatore dell’azione amministrativa che indirizza la città, non altro, dovrebbe sapientemente amalgamare.  Questi ingredienti si chiamano, coesione, partecipazione, dialogo, confronto, condivisione, valorizzazione delle risorse umane, relazione umana, rispetto, e sano civismo.  Per me, questi ingredienti non hanno caratterizzato la ricetta di governo dell’amministrazione politica oggi in carica, ed i risultati raggiunti, oppure no, li valuteranno gli elettori tra meno di 2 mesi.

Per quanto sopra, nel 2022 ho lasciato formalmente la maggioranza con la convinzione di non voler più rappresentare questa amministrazione, e sono fiero di portare a termine il mio mandato di consigliere comunale per dovere e rispetto di quelle persone che hanno creduto espressamente nella mia persona con un preciso voto di preferenza, e non certo per area di appartenenza. A queste persone ho tentato di dare voce, per ciò in cui comunemente crediamo, pensiamo, e sentiamo.

Ai nuovi candidati futuri amministratori, di qualsiasi orientamento, ma soprattutto a quei cittadini e giovani il cui impegno sarà mosso da princìpi profondamente civici, mi permetto di “donare” gli ingredienti di quella mia semplice ricetta.  Non ve li dimenticate mai gli ingredienti, difendeteli sempre, aggiungeteci i vostri, con il cuore, l’intelligenza e la sensibilità. Non vi fidate di chi vi racconterà che la politica è l’arte del compromesso, non scendete mai a compromessi. Solo così la vostra testa rimarrà alta, la vostra schiena dritta, il vostro sguardo fermo negli occhi di chiunque.  Io ho fatto così, e sono comunque orgoglioso di concludere con dignità un’esperienza, umanamente e politicamente, deludente.  

Soprattutto ragionate come una squadra, pretendete di esserlo, siate uniti, e non affidate la vostra testa e la vostra anima a chi pensi di amministrare una città da “solista”. Le primedonne (uomini o donne che siano) non esistono più, non servono, non vincono nulla, ed i risultati che ottengono non sono veramente sostanziali e rappresentativi del sentire e del bene comune, ma fugaci ed effimeri come l’immagine “riflessa” di sé stessi. 




Nuovo record di visitatori per il Pozzo di San Patrizio nel primo trimestre del 2024

Oltre 40mila visitatori al Pozzo di San Patrizio di Orvieto nel primo trimestre 2024. Da gennaio a marzo i biglietti staccati per ammirare il capolavoro di ingegneria di Antonio Da Sangallo il Giovane sono stati 40.327 ovvero il 5% in più rispetto ai 38.317 dello stesso periodo del 2023, anno del record con 255mila ingressi. Complessivamente sono stati circa 8.000 i visitatori nel week end pasquale da sabato 30 marzo a lunedì 1 aprile.  Molto positivi anche i numeri della Torre del Moro, dallo scorso anno rientrata nella gestione diretta del Comune di Orvieto, che nei primi tre mesi dell’anno ha fatto registrare 6.097 ingressi contro i 5.070 del 2022 con un incremento del 20%.

Gli indicatori del Pozzo di San Patrizio e della Torre del Moro – commenta il sindaco e assessore al Turismo, Roberta Tardani – evidenziano un avvio di stagione turistica incoraggiante e seguono i numeri di Orvieto Carta Unica diffusi nei giorni scorsi. Le statistiche inoltre confermano e rafforzano la tendenza di questi anni dell’aumento dei visitatori in un periodo tradizionalmente non favorevole come febbraio, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente, e marzo dove, al di là del picco di Pasqua, gli ingressi sono cresciuti e si sono spalmati nell’arco di tutto il mese. Questo grazie anche all’importante lavoro di promozione della città che ripartirà ora con la campagna primavera-estate e ad iniziative ed eventi, nati per contribuire a destagionalizzare i flussi, che si stanno consolidando”. 




I “Tiromancino” protagonisti di “InCanto d’Estate” a San Venanzo

Saranno i Tiromancino i protagonisti della 16esima edizione di “InCanto d’Estate, Festival di Musica d’Autore”, la manifestazione organizzata dalla Pro Loco di San Venanzo sotto la direzione artistica di Filippo Pambianco, in programma presso il parco di Villa Faina a San Venanzo dal 10 al 14 luglio 2024. Federico Zampaglione e compagni si esibiranno la serata conclusiva del Festival alle ore 22. I biglietti per il concerto, l’unico che sarà a pagamento, sono acquistabili su TicketOne.

La band romana in questi giorni è tra le più ascoltate dopo l’uscita in radio e negli store digitali della nuova e inedita canzone “Puntofermo” (Emi Records Italy/Universal Music Italia). Federico Zampaglione ci ha abituato in oltre 30 anni di carriera ad un continuo passaggio tra canzoni, libri (un romanzo diventato poi una sceneggiatura e un film), film (che negli anni lo hanno reso un affermato regista molto apprezzato soprattutto nel mondo dell’horror) e concerti che lo hanno visto girare in lungo e in largo tutta la penisola. Prima di Puntofermo, lo scorso anno la band aveva pubblicato il singolo “Due Rose” (accompagnato dalla voce di Enula), brano che arrivava a distanza di due anni dall’uscita dell’ultimo album “Ho Cambiato Tante Case” e dai singoli Finché ti vaHo cambiato tante caseCerottiEr Musicista (con Franco126), Domenica e L’odore del mare con Carmen Consoli. Dopo l’uscita dell’ultimo singolo dei Tiromancino Due Rose la scorsa primavera, l’artista romano si è ributtato sul cinema ultimando il suo nuovo film The Well, che sta facendo il giro del mondo nei principali festival e rassegne cinematografiche horror, in attesa di arrivare nelle sale cinematografiche internazionali.

Anche quest’anno “InCanto d’Estate” sarà dedicato alla musica ed al buon cibo. Ogni sera si terrà un concerto (gli altri saranno ad ingresso libero) e sarà possibile degustare alcune specialità tipiche della cucina locale e umbra. 




Interrogazione di Barbabella, “una sistemazione ottimale dei costumi del Corteo Storico di Orvieto”

Franco Raimondo Barbabella, capogruppo di “Prima gli Orvietani” ha presentato un’interrogazione dal titolo eloquente, “Per una sistemazione ottimale dei costumi del Corteo Storico di Orvieto” . Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’interrogazione presentata all’Amministrazione comunale.

Premesso che

1.   la recente approvazione dell’osservazione alla Variante al PRG, parte Operativa, con cui si destina l’intero Palazzo dei Sette a magazzino con la motivazione che ogni attività che vi si svolge ha bisogno di magazzino, ha destato e desta perplessità e a mio avviso giustificate contrarietà;

2.   l’operazione è finalizzata al trasferimento dei costumi del corteo storico in locali più dignitosi, ciò che, mentre è una riconosciuta e condivisa necessità, tuttavia è pensata e progettata come operazione di pura sistemazione, di fatto dunque una soluzione oggettivamente provvisoria;

3.   lo dimostra il fatto che non sembrano prese in considerazione non solo le esigenze di una effettiva e funzionale musealizzazione e fruizione pubblica, che infatti richiederebbe ben altro tipo di impostazione (un progetto espositivo e di fruizione ben organizzato, un piano finanziario e di gestione, ecc.), ma nemmeno le esigenze logistiche per la gestione stessa del corteo, che probabilmente avrebbero bisogno di spazi e condizioni logistiche ben diverse;

4.   peraltro una destinazione così problematica ha anche, come effetto non trascurabile, la conseguenza che impedisce l’inserimento del Palazzo dei Sette in un’altra operazione progettuale che attende da decenni di essere presa in considerazione, con la scusa che siccome la si ritiene difficile allora non si può nemmeno tentare di verificarne la possibilità, quella della Galleria di Orvieto, congiunzione del Palazzo con la Piazza e il Palazzo del Popolo, fino a prefigurare quel polo cittadino costituito da pinacoteca civica, esposizioni periodiche, attività culturali e congressistiche che può essere il punto focale di animazione della vita cittadina.

Considerato che

1.   alla luce di quanto sopra, e del fatto che ci sono altri locali di proprietà pubblica, già idonei o da rendere tali, ci potrebbe essere, se verificata in profondità, una soluzione più rispondente al complesso delle esigenze che costituiscono quella che possiamo e dobbiamo chiamare “Operazione di gestione e valorizzazione del patrimonio del Corteo storico della città di Orvieto”, anche in stretta relazione con lo sviluppo di una progettualità culturale e turistica più complessiva;

2.   ad esempio, sono da tempo in attesa di adeguata destinazione e conseguente sistemazione gli edifici dell’ex chiesa di San Francesco e dell’ex CRAMST, che, se considerate anche insieme alla nuova biblioteca comunale Luigi Fumi, costituiscono un complesso che opportunamente progettato e organizzato può, al momento intiutivamente, soddisfare tutte le esigenze che sono sia proprie che connesse con quella sistemazione di grande qualità espositiva, organizzativa e promozionale per il corteo storico che tutti auspichiamo;

3.   questa sistemazione, suggerita in tempi diversi da autorevoli cittadini, peraltro sarebbe logicamente, logisticamente, concettualmente e operativamente connessa non solo con la cattedrale stessa, ma in particolare con il complesso museale di piazza Duomo, con tutto ciò che questo può significare in termini di facilitazione dell’organizzazione e dell’efficacia delle attività connesse al Corteo e alla Biblioteca, dalla loro promozione alla loro realizzazione.

Quanto sopra premesso e considerato, interrogo la S.V. per sapere:

1.   se, prima di impegnarsi in quella che chiamerei per brevità “Operazione Palazzo dei Sette” sono state esaminate, per una soluzione adeguata alla sistemazione del corteo storico, altre possibilità e nel caso perché sono state scartate;

2.   nel caso uno studio della migliore soluzione tra diverse alternative non sia stato fatto, se non ritenga opportuno e necessario, alla luce delle considerazioni e dei problemi che anche in questa occasione mi sembra di dover evidenziare, comunque riconsiderare la scelta fatta e verificare la fattibilità dell’alternativa in ipotesi qui indicata.




Questa “crepuscolare” (mala) politica orvietana…

Era un mercoledì, esattamente mercoledì 17 ottobre 2018.  Nell’aria uggiosa e umida di quella mattinata di inizio autunno, sulla rupe già si respirava un clima pre-elettorale, anche se ancora mancavano una manciata di mesi alla conclusione della Amministrazione a guida Germani.  L’opinione corrente che andava per la maggiore tra il popolo orvietano, era che con le nuove elezioni ci sarebbe stato un cambio a trecentosessanta gradi nella guida amministrativa della cittadina sulla rupe.
In quella umida e uggiosa mattinata, la aspirante candidata maggiormente accreditata come futuro primo cittadino, sulla sua pagina facebook, poneva in bella evidenza un post che testualmente recitava: “a sette mesi dalla fine della consiliatura, dopo quattro anni di torpore, l’Amministrazione si sveglia e comincia a parlare di rifacimento di strade, illuminazione, impianti sportivi, promozione della città, valorizzazione del patrimonio pubblico e chi più ne ha più ne metta.  Persino qualche nastro è stato già tagliato in queste ultime settimane.  Io un’idea sul perché me la sono fatta…Voi?”.
Erano piaciute queste belle parole da parte della candidata sindaca, parole che esprimevano rabbia e risentimento per questa moda malsana di cancellare gli anni di inerzia e assenza amministrativa dando vita a una miriade di lavori e cantieri negli ultimi mesi di legislatura. Spargendo fumo e cenere negli occhi e nella mente dei cittadini, bombardandoli con mirabolanti promesse di milioni di euro in arrivo, incredibili finanziamenti pronti a entrare dalla finestra per costruire piccole e grandi opere, appalti già predisposti per sistemazione di vie pubbliche e rifacimento di strade, con la sempre ammaliante promessa di aver già pronto nel cassetto un validissimo piano per valorizzare al massimo il patrimonio pubblico locale, senza tralasciare la sempre attraente proposta di costruire impianti sportivi per tutti i gusti.  Qui il banale e “normale” cittadino una domanda spontanea se la porge: “ma perché tutte queste belle cose non sono state fatte nei soporiferi e “dormienti” quattro anni e mezzo di amministrazione già ”trascorsi?”
Sorvolando su questo arcano e non facilmente spiegabile (più che legittimo) dubbio,
osservando quello che sta accadendo nel territorio orvietano in questo periodo che precede la data del prossimo voto, non si può non aver contezza di quanto l’attuale primo cittadino ben abbia appreso e fatta propria quell’arte, esercitando quello stesso “mestiere” ancora di più, e meglio, dei suoi predecessori.  Manifestando pubblicamente, sotto un punto di vista politico, un pessimo esempio di onestà e coerenza intellettuale.  E un sempre non facilmente comprensibile attaccamento a quella dorata poltrona.
I nuovi candidati potrebbero mettere in pratica un saggio detto antico, “chi di spada ferisce di spada perisce”, evidenziando sulle loro pagine facebook lo stesso post, con una semplice opera di copia incolla. E il post di quel lontano mercoledì 17 luglio del 2018 risulterebbe attualissimo e “azzeccatissimo” anche oggi, cinque anni dopo.  Cambierebbe solo l’oggetto e il soggetto.  Quel post la aspirante sindaca (sarà poi effettivamente eletta), lo usava per mettere in cattiva luce quell’agire, quel modo di fare non rispettoso nè della politica nè degli elettori.
Oggi gli attuali aspiranti primi cittadini potrebbero tranquillamente imitarla, mettendo in luce la piena similitudine del comportamento del sindaco a fine legislatura di cinque anni fa con l’attuale.  Nel caso questa pratica funzionasse e venissero eletti, dovrebbero però ben ricordarsi, tra cinque anni, in prossimità della fine della propria legislatura, di non commettere lo stesso errore, di non ricorrere a loro volta a queste tecniche fumose e “distraenti” , poco rispettose dell’intelligenza e capacità critica dei cittadini e mortificanti per la politica vera, quella con la “P” maiuscola, che dovrebbe essere asservita al bene supremo del popolo e della Comunità e non alle proprie ambizioni o interessi personali.