A Ponsacco finisce senza reti e l’Orvietana rimane in zona play-out

La tegola per l’Orvietana si è materializzata alla vigilia, dopo l’ultimo allenamento: un risentimento ha messo ko Greco ed ecco che tutte le prove tattiche della settimana sono andate a carte 48, tanto che Rizzolo ha dovuto rinunciare a tutto ciò che aveva provato in preparazione di questa gara. L’unico reparto che non ne ha risentito è la stata la difesa, davanti a Marricchi è tornato ad operare da titolare Manoni come esterno destro e Ricci, che tornava dopo la squalifica. Confermati Congiu e Lorenzini. A centrocampo è toccato ad Orchi mettersi al posto di Greco, con ai suoi lati Proia e Mafoulou. Davanti, accanto a Santi, operano Fabri e a sorpresa Gomes. Il Ponsacco conferma la formazione che aveva sbancato Piancastagnaio una settimana prima.

Si è giocato su un campo pesantissimo, con zone al limite della praticabilità, fortuna che la pioggia ha cessato di cadere per tutta la durata del match, altrimenti sarebbe stato difficile portare a termine la gara. In queste condizioni di calcio se ne è visto pochissimo, quasi impossibile giocare palla a terra, rimbalzi irregolari e in certe zone pallone che non riusciva a rotolare. Gara di lotta, di fatica, alla fine però l’Orvietana, a parte un tiro strozzato di Fabri in avvio e un colpo di testa nel finale di Marsilii, non riesce quasi mai a spaventare il Ponsacco. Ci vuole invece un Marricchi in grande spolvero almeno in tre occasioni: sull’ex Brondi e soprattutto su Silveri a dieci dal termine del primo tempo, uno scatto in tuffo a salvare un gol che sembrava fatto, Marricchi si ripeterà poi nel finale. Proprio gli ultimi minuti del primo tempo l’Orvietana ha rischiato, con tre corner consecutivi concessi e molta difficoltà nel ripartire.

Nella ripresa, subentrata anche la fatica, la gara non ha avuto emozioni fino al minuto 27 quando Bardini, già ammonito, viene punito per una simulazione in area: Ponsacco in dieci e Orvietana che sembra poterne approfittare, ma la superiorità dura appena dieci minuti, Stampete appena entrato reagisce in modo scorretto e si becca il rosso diretto. Ormai è una lotta nel fango più che una gara di calcio, arrivano vari cambi, ma la sostanza non cambia. La gara si innervosisce di nuovo allo scadere: pugno in volto a palla distante di De Vito, altro neo entrato, a Ricci e Ponsacco in nove. Si scaldano gli animi, sia in campo che in tribuna. Il nervosismo però pare far bene ai padroni di casa che, sebbene in nove, guadagnano una punizione nel recupero, palla in area e serve un’altra parata di Marricchi per lasciare la porta inviolata.

Il pareggio lascia l’Orvietana in zona playout, domenica prossima arriverà ad Orvieto il Poggibonsi, sconfitto in casa contro il Grosseto in questa giornata.

NOMI E NUMERI

MOBILIERI PONSACCO (5-3-2): Fontanelli; Bologna (35’st Fasciana), Milani (22’st De Vito), Grea, Regoli, Fisher; Brondi, Bardini, Borselli (44’st Innocenti); Sivieri (39’st Matteoli), Nieri (22’st Panattoni). A disp.: Falsettini, Italiano, Milli, Mogavero. All.: Bozzi.

ORVIETANA (4-3-3): Marricchi; Manoni, Congiu, Ricci, Lorenzini; Mafoulou, Orchi (25’st Stampete), Proia; Fabri (15’st Marsilii), Santi (35’st Labonia), Gomes (25’st Di Natale). A disp.: Rossi, Ciavaglia, Siciliano, Pelliccia, Chiaverini. All.: Rizzolo.

ARBITRO: L. Graziano di Rossano (A. Masciello di Ravenna – J. B. Nkenkeu Teulem di Parma).

NOTE: espulsi: Bardini (MP) al 17’st per doppia ammonizione, Stampete (O) al 27’st per comportamento scorretto e De Vito (MP) al 45’st per comportamento violento. Ammoniti: Brondi (MP); Orchi e Congiu (O). Angoli: 10-5. Recupero: 2’+4’.




Formazione e università al centro del dibattito con progetti concreti per il futuro di Orvieto

Un pomeriggio trascorso a discutere di alta formazione, del valore culturale ed economico di un progetto incentrato sugli Istituti tecnici superiori (Its) e sulle possibili strategie per realizzare ad Orvieto un vero polo universitario. Un auditorium Messina stracolmo di gente ha ospitato sabato scorso il convegno organizzato dalla casa editrice Intermedia Edizioni e da Cogesta Servizi guidata da Stefano Cimicchi in collabozione con il Club Amici della Stampa e con il gruppo di “Universitas studiorum” intorno al tema dell’economia della conoscenza a cui ha portato il proprio contributo un parterre di prestigiosi relatori.  Presenti in sala anche rappresentanti istituzionali come l’assessore comunale Pier Giorgio Pizzo, la candidata civica Roberta Palazzetti, il candidato del centrosinistra Stefano Biagioli, i sindaci di Ficulle, Gian Luigi Maravalle e di Baschi, Damiano Bernardini, imprenditori come Roberto Biagioli, rappresentanti dell’associazione Nova, ex membri del Centro studi come Claudio Bizzarri, Stefano Talamoni, Paolo Maiolini vice direttore di Confagricoltura Umbria.

In apertura dei lavori, Claudio Lattanzi di Intermedia Edizioni, ha illustrato alcuni casi relativi ad atenei medi e piccoli come Perugia, l’università della Tuscia e quella del Sannio, mettendo in evidenza come i numeri relativi ad iscrizioni e presenze universitarie si traducano poi in indotto economico per le singole città. Viterbo, ad esempio, con una popolazione studentesca di 8000 persone, ha un impatto occupazionale pari a 300 unità e sviluppa un indotto sull’economia di Viterbo pari a 69 milioni di euro.

E’ poi seguito l’intervento del sindaco Roberta Tardani. Ricordando il recente accordo Governo-Regione che ha stanziato i fondi per il completamento della strada complanare, il sindaco è intervenuta sul tema del futuro polo universitario, sostenendo che “Orvieto non deve coltivare sogni che rischiano di rimanere sulla carta, ma deve avere i piedi ben piantati in terra. Non sono assolutamente contraria ad un polo universitario in città, se dovessero profilarsi possibilità concrete, ma cinque anni di governo mi hanno insegnato che ai sogni vanno privilegiati progetti dalle

basi concrete e fatti che vadano verso obiettivi chiari e prestabiliti.  Sul fronte della formazione, ciò significa puntare sugli Its per rafforzare il legame tra la scuola ed il mondo del lavoro. Non a caso stiamo portando avanti in dialogo con l’Its Umbria Academy e la Regione per avviare un progetto pilota ad Orvieto. Sicuramente questo come altri progetti di lunga prospettiva presuppongono un lavoro intenso che spesso non coincide con quello più breve del mandato elettorale di un sindaco”.

Il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli ha fatto un intervento molto apprezzato sul caso del decentramento dall’università di Perugia del corso di “Scienze delle investigazioni” che la sua città ospita con successo da 18 anni e che è indirizzato a formare professionisti nel campo della sicurezza. Lucarelli ha spiegato nel dettaglio anche il modello economico su cui si regge questa importante esperienza formativa che ha mille iscritti da molte regioni italiane e che contribuisce in maniera evidente al benessere di Narni. “Il Comune ha realizzato investimento sulla sede universitaria e le altre sedi- ha detto Lucarelli- attingendo a vari fondi pubblici. Attualmente ha un esborso per il mantenimento della struttura compreso tra i 300 e i 400 mila euro all’anno, ma la ricaduta positiva per Narni in termini di prestigio e di indotto economico rende sicuramente giustificato questo nostro investimento”.

Anna Maria Fausto, ordinaria di Zoologia e già pro rettrice dell’università della Tuscia, ha sottolineato il legame fondamentale che deve esistere tra università e mondo economico locale per rendere sostenibile nel tempo un ateneo. “Proprio l’esempio della Tuscia dimostra quanto sia essenziale questo rapporto- ha detto-Viterbo è nata come facoltà di Agraria perchè l’economia della Tuscia è fondata principalmente sull’agricoltura. Poi sono stati fatti passi in avanti, sempre guardando al territorio ed è nato il corso di laurea in Conservazione dei beni culturali. La nostra università che ha un decentramento a Civitavecchia e uno a Rieti, già collabora con istituzioni di Orvieto come la Guardia di Finanza. Sicuramente è possibile fare dei progetti tra Viterbo ed Orvieto, noi siamo disponibili, bisogna cominciare a ragionare sulle cose pratiche tenendo sempre presente la necessità della concretezza”.

Il sindaco di Bagnoregio Luca Profili, in un video messaggio, ha spiegato il grande valore che assume il rapporto che Bagnoregio vanta con la facoltà di Architettura dell’università statunitense di Yale, un vero “tempio” della conoscenza. Una collaborazione che è concretizzata in un’importante presenza di studenti americani che soggiornano a Bagnoregio per studiare Civita e le tecniche legate alla salvaguardia della città.

La figura di Eugenio Fumi è stata ricordata da Fabio Giovanella, già manager Telecom e da Stefano Cimicchi che ha dialogato con due manager ed imprenditori quali Luca Tomassini ed Ivano Mocetti che è oggi presidente dell’azienda Costa d’Oro. Aneddotti commoventi ed eloquenti delle notevoli doti umane ed imprenditoriali del fondatore di Itelco che hanno attratto l’attenzione dell’auditorio.

Il tema degli Its è stato trattato ed approfondito dalla dirigente scolastica dell’istituto omnicomprensivo di Fabro Laporta Cinzia Meatta e dalla dirigente dello scientifico Majorana Lorella Monichini la cui relazione è stata riportata dalla professoressa Anna Maria Barbanera. Collegamento tra scuola ed imprese è il tema centrale mentre gli ambiti in cui sviluppare questo progetto sono molteplici e vanno dalla filiera casa-ambiente-costruzioni, fino ai servizi legati al turismo e alla cultura, tenendo presente anche l’intelligenza artificiale, l’ambito agro alimentare e quello alberghiero.

Riccardo Corradini, titolare dell’istituto linguistico Ludus ha richiamato l’importante lavoro svolto sul territorio da Ludus che ha attivato dei partenariati formativi a cui hanno preso parte oltre 150 studenti stranieri. L’imprenditore ha anche sottolineato l’esigenza di lavorare insieme ad alberghi e ristoranti per far crescere le competenze linguistiche di chi opera nel turismo e nella ricettività.

Fulvia Lazzarotto, titolare della multinazionale Welcare, ha svolto un’analisi a tutto campo sulle risorse necessarie ad un’azienda che opera sui mercati internazionale e che ha sede ad Orvieto, partendo dall’importanza fondamentale rappresentata dal capitale umano. L’imprenditrice ha evidenziato alcuni settori strategici su cui puntare tra cui quello della cybersecurity, dell’intelligenza artificiale e della comunicazione, ma anche l’importanza di conoscere lingue straniere e saper lavorare in team. Ha poi preso la parola Pamela, una ragazza neo assunta da Welcare che ha illustrato la sua visione dell’approccio che dovrebbe avere un giovane nell’affacciarsi al mondo del lavoro.

Giorgio Santelli, in rappresentanza dell’associazione Orvieto città aperta, ha illustrato il progetto che due anni fa era stato elaborato per rifunzionalizzare la caserma Piave e trasformarla in un campus universitario. “Un progetto per quali era stata fatta una progettazione e ci sono investitori pronti ad intervenire, ma rispetto al quale l’attuale amministrazione comunale non hai mai fornito nemmeno una risposta. Ora lo stesso progetto è stato sottoposto ai candidati a sindaco”.

I lavori sono stati conclusi da Stefano Armenia docente di Organizzazione aziendale nella università telematica Iul che ha usato la teoria dei sistemi per parlare di come una città possa avere benefici generalizzati dalla presenza di un ateneo in grado di far crescere il livello culturale ed economico di una comunità. Gli organizzatori del convegno hanno concluso i lavori lanciando l’idea di un “pensatoio” in cui far confluire energie, idee e progetti in grado di dare concrete ai progetti legati all’alta formazione e al polo universitario che sono stati oggetto della discussione.




Due terne pronte per il cda della Fondazione Faina e il consigliere Barbabella chiede di controllarne i requisiti e rispettare le regole

Alla conferenza dei capigruppo dell’8 marzo si è discusso anche di nomine, quelle per la Fondazione del Museo Faina. Dopo il presidente Andrea Solini, nominato dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, è la volta dei due consiglieri di pertinenza del Comune di Orvieto. Secondo lo statuto, la Commissione Amministratrice della Fondazione propone due terne all’interno delle quali, con voto segreto, i consiglieri comunali scelgono un rappresentante per ognuna. Quindi un nome sarà eletto dalla prima terna e un altro dalla seconda.
Il consigliere Franco Raimondo Barbabella, chiede di controllare l’eleggibilità di tali nomi. Il presidente Garbini propone di stampare e leggere lo statuto della Fondazione e procedere al controllo. Secondo l’articolo 8 nelle lettere e) ed f) i consiglieri della Fondazione di competenza del Consiglio Comunale devono avere la residenza nel Comune di Orvieto, una spiccata moralità, competenza artistica e rispettare i requisiti di eleggibilità a consigliere comunale.
Ad una prima lettura si capisce che è preponderante la competenza artistica, cioè la conoscenza approfondita di arte, storia, archeologia, perché alla Fondazione si discute e si decide anche di queste materie. Tra l’altro è una disposizione testamentaria e come tale deve essere rispettata.
Sembrerebbe però che non tutti possiedano tale competenza. Il condizionale è d’obbligo perché i nomi dei componenti le due terne non sono stati fatti. Chissà perché? Eppure rappresentano il Comune, quindi la collettività.
Sembrerebbe poi che vi sia un’altra incompatibilità, perché una delle persone proposte è già membro di un altro organo della Fondazione Faina. Sembrerebbe perché per sapere i nomi bisognerà attendere la prossima riunione del consiglio comunale e se così fosse non sarebbe proprio una bella partenza per il presidente neo nominato.
E non sono questioni di lana caprina. Avere consiglieri competenti in materia e correttamente inseriti nella governance dell’ente significa presentarsi con un alto profilo professionale verso l’esterno e con una organizzazione conforme alle regole, cosa che sembra, a tratti e quando conviene, non interessare o passare in secondo piano.




Cambio della guardia in CRO, nominato direttore generale Maurizio Barnabè

Il Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio di Orvieto, riunitosi l’8 marzo 2024, ha nominato Maurizio Barnabé Direttore Generale, con decorrenza 2 aprile 2024.
Emanuele Stefano Carbonelli, cui vanno i ringraziamenti della banca per il lavoro svolto in questi anni, assumerà, sempre con decorrenza 2 aprile 2024, la responsabilità della U.O. Marketing della Capogruppo Mediocredito Centrale.

Maurizio Bernabè è un manager bancario esperto che ha iniziato la sua carriera in Banca Sella a inizio anni ’90. Nel ’99 entra in Webbeg come responsabile Progetto Intesa Trade /Caboto
e responsabile gestione Partners internazionali. Rimane nell’orbita Intesa e nel 2001 passa a Zurigo Sim Bank. Segue una lunga strada lavorativa nel gruppo MPS. a partire dal 2002. torna in Piemonte nel 2007 per conto di MPS come capo delle operazioni di Biver Banca. L’esperienza in MPS si chiude a Siena nel 2013 quando Bernabè approva ad Aosta con direttore generale di BCC Valdostana. Con lo stesso ruolo arriva a Forlì in Solution Bank.

Entra in MCC nel 2020 come direttore corporate fino al prossimo 2 aprile quando prenderà il posto di Carbonelli come direttore generale della Cassa di Risparmio di Orvieto




RE-immagina Orvieto: un turismo tra passato e modernità

Anche se tra gli addetti al turismo sta prevalendo lo slogan “Orvieto non è solo Duomo e Pozzo”, la capacità attrattiva di questi capolavori è tutt’altro che tramontata: “Sembra che l’uomo di oggi –scrive il teologo Jean Paul Hernandez, coordinatore delle rete internazionale Pietre Vive- sia sempre più attratto dalle grandi opere d’arte e questo rappresenta uno dei fenomeni sociali più significativi del nostro tempo…si cercano ‘luoghi’ che parlano di un senso forte, di una identità sicura, ed è allora che i capolavori d’arte acquistano tutta la loro forza e la loro efficacia”. Queste parole esprimono chiaramente il cambiamento dell’esperienza turistica di questi ultimi anni. A mutare è la concezione stessa del ‘viaggio’ inteso non più lo spostarsi da un luogo a un altro. Il viaggio è piuttosto un’attività dello spirito umano che tende ad unire insieme arte, ambiente, pensiero, mito, religione e turismo. In pratica, sottolinea il sociologo Scott A.J.(1997), il viaggio è il tentativo dell’uomo contemporaneo di soddisfare il bisogno di qualcosa di più esistenziale, di più significativo, di più profondo. Si lascia la propria casa per fare esperienze che ci trasformano interiormente e che accendono in noi stati d’animo e sentimenti come gratitudine, meraviglia, gioia, commozione.

Stampa del Carrarini

Non c’è dubbio allora che l’antico binomio Duomo-Pozzo, immortalato dal Carrarini in una stampa del 1616, che tanto affascinò i viaggiatori del Settecento e dell’Ottocento, anticipando il turismo di massa del Novecento, continua ancora a parlare, a comunicare l’essenza di una città entrata a far parte, grazie ai suoi monumenti-simbolo, dell’immaginario collettivo. Le ‘due meraviglie’ della città di Orvieto poste sulla Rupe si sono nel tempo arricchite, riempite di antichi e nuovi significati che viaggiatori, scrittori, appassionati e quanti si sono in esse immedesimati, hanno tramandato fino ad oggi.

Duomo e Pozzo non possono essere considerati un bene di consumo fine a se stesso. Il loro valore aggiunto consiste proprio nel vedere in essi più che dei Beni materiali, dei ‘Beni immateriali’. Per Bene immateriale s’intende quell’insieme di simboli, immagini e significati, non immediatamente tangibili o visibili agli occhi dell’osservatore, “che costituiscono lo spirito più profondo, l’anima, l’essenza del patrimonio culturale e storico di una città e del suo territorio”(L. Dottarelli, 2016). In questo modo, ricorda l’Unesco, cambia anche il concetto di valore culturale che va ben oltre l’aspetto storico e artistico di un Bene. Qui a prevalere è invece la dimensione estetica, emotiva e trasformativa del nostro Patrimonio che diventa, per chi entra in contatto con certi luoghi, una ‘porta esistenziale’, uno strumento vivo di conoscenza meravigliosa ed inaspettata.

L’attenzione non si ferma quindi all’oggetto in sé, al Bene che si va a visitare, ma si riversa immediatamente sul destinatario, il quale dall’incontro con l’opera d’arte ne riceve benessere mentale e spirituale, un benessere che ha a che fare con l’equilibrio emotivo, la felicità e la crescita della persona umana.

L’Organizzazione Mondiale del Turismo definisce infatti l’esperienza turistica “quel tipo di attività in cui la motivazione essenziale del visitatore è quella di imparare, scoprire, fare esperienza e consumare i prodotti e le attrazioni culturali tangibili e intangibili presenti in una destinazione turistica”. C’è quindi bisogno di creare una nuova modalità di approccio ai Beni culturali in cui si dà spazio al ‘sorprendente’, al coinvolgimento dei sensi, alla capacità di mettere in scena miti e leggende. E sopratutto alla capacità di fare del brand qualcosa di autentico, di vero, capace cioè di esprimere l’esperienza che i turisti possono realmente vivere visitando la città.

Se questo è il nuovo volto del turismo, ci si chiede che senso ha definire Orvieto una “città viva, autentica, innovativa” quando si continuano a visitare i nostri tanto celebrati monumenti in modo assolutamente tradizionale? Un turista che mette piede ad Orvieto non si trova forse la stessa città di 50-60 anni fa’? Dove sono quei moderni, coinvolgenti strumenti di fruizione turistica, come le istallazioni interattive, in cui il visitatore non si sente più uno spettatore passivo ma catapultato ‘dentro’ le opere d’arte? Di quale valorizzazione si parla se la città non offre quei contenuti e quelle modalità di comunicazione necessari per fare del Duomo e del Pozzo veramente una visita emotiva, fisica, esperienziale?

Ebbene sono loro, il Duomo e il Pozzo che se ben valorizzati, reinterpretati e attualizzati possono farci comprendere l’identità di un Territorio, quello di Orvieto, il cui Genius loci è la Tuscia, la Terra sacra degli Etruschi e dei Templari. L’antico nome, Urbe Vetus, sta per mondo o ‘cosmo antico’ inteso come luogo privilegiato dove ciò che è terreno entra in comunicazione con la realtà celeste. È proprio vero che Orvieto “non è solo Duomo e Pozzo”, è molto di più: è una Città ‘simbolica’, un ponte ‘immaginario’ che fonde in sé la bellezza visibile a quella invisibile, la materia allo spirito, e questo collegamento ha trovato nel Duomo e nel Pozzo, grazie alla genialità e creatività dei suoi artisti, la più grande rappresentazione. L’uno slanciato verso l’alto e l’altro inabissato verso il basso, i due capolavori hanno definito per secoli la natura profonda e intima della città di Orvieto che da sempre è ‘mediatrice’ tra profano e sacro, tra realtà e mistero, tra la storia dell’uomo e il suo destino.


Cappella di San Brizio

Dal contesto storico in cui il Duomo e il Pozzo furono costruiti, alla creatività che li ha generati, dalle soluzioni di funzionalità alle quali dovevano rispondere, alle immagini e ai significati leggendari e di fede che ne hanno plasmato l’identità, i nostri monumenti sono come ‘esseri viventi’ che portano con sé simboli e significati così universali da essere, per questo, anche incredibilmente attuali. Essi ci aiutano a capire che la città non è un semplice oggetto, un prodotto da vendere, da possedere, ma un ‘soggetto’ parlante e vivente, da conoscere e con cui entrare in relazione.

Essi ci rivelano che la città di Orvieto non è qualcosa d’immutabile nel tempo, uno spazio da gestire, da amministrare, ma un bene ‘strategico’, una realtà in trasformazione. Essi ci annunciano la dimensione utopica della nostra città, una città a misura d’uomo che ha in sé quello che ogni città dovrebbe avere che è “la capacità di creare dal quotidiano, e cioè dalle bellezze di un luogo, forme o performance e proiettarle in un contesto assolutamente nuovo”(Gilmore e Pine, 2009, Arte e Impresa). Duomo e Pozzo, dunque, monumenti antichi e nuovi al tempo stesso in cui è condensata la ‘biografia spirituale’ della Nazione: essi sono ancora lì a ricordarci che una città non può riprodurre staticamente il Passato, ma deve proiettarsi in avanti, nel futuro della Modernità!




Le modifiche alla circolazione dei treni il 9-10-23 e 24 marzo per lavori sull’alta velocità

Nei giorni 9-10 marzo e 23-24 marzo, a seguito di lavori infrastrutturali sulla linea ad alta velocità tra Roma e Firenze, i treni ad alta velocità, gli Intercity e i treni del Regionale di Trenitalia subiranno alcune modifiche alla circolazione, con allungamenti dei tempi di viaggio, deviazioni di percorso, limitazioni e cancellazioni.

I lavori dureranno 24 ore (dalle ore 14:20 del sabato alle 14:20 della domenica) e potranno determinare per Frecce, Intercity, Eurocity e Euronight aumento dei tempi di percorrenza fino a 80 minuti. Il viaggio sui treni del Regionale, invece, potrà durare fino a 60 minuti in più.

Nella giornata di sabato 9 marzo 70 Frecce e 19 Intercity e Intercity Notte subiranno cancellazioni o deviazioni sulla linea lenta tra Settebagni e Orte, con aumento dei tempi di percorrenza fino a 80 minuti. Alcune delle Frecce cancellate sono quelle che viaggiano tra Salerno e Roma, tra Salerno e Milano e tra Salerno e Torino; quelle dirette a Genova, Mantova e Brescia e quelle che viaggiano verso sud tra Bardonecchia, Roma e Salerno. I treni del Regionale che subiranno cancellazioni e deviazioni di percorso tra Settebagni e Orte sono 49, tra cui alcuni di quelli che viaggiano nel Lazio e alcuni di quelli che collegano il Lazio con Toscana, Umbria e Marche. Registreranno aumento dei tempi di percorrenza fino a 50 minuti, limitazioni a Orte/Fara Sabina o a Roma Tiburtina/Roma Ostiense e modifiche di orari

Domenica 10 marzo, invece, gli interventi infrastrutturali avranno impatti su 65 Frecce che subiranno cancellazioni e deviazioni sulla linea lenta tra Settebagni e Orte, con aumento dei tempi di percorrenza fino a 80 minuti; 4 Intercity e Intercity Notte subiranno deviazioni sulla linea lenta tra Settebagni e Orte, con aumento dei tempi di percorrenza fino a 60 minuti. Alcuni dei treni ad alta velocità cancellati sono quelli che viaggiano verso nord e collegano Benevento a Roma, Milano, Torino e Bardonecchia e quelli che viaggiano verso sud da Genova a Roma e tra Milano e Roma. I treni del Regionale che subiranno cancellazioni e deviazioni di percorso tra Settebagni e Orte sono 26, tra cui alcuni di quelli che viaggiano nel Lazio e alcuni di quelli che collegano il Lazio con Toscana, Umbria e Marche.

Registreranno aumento dei tempi di percorrenza fino a 60 minuti, limitazioni a Orte/Fara Sabina o a Roma Tiburtina/Roma Ostiense e modifiche di orari.

I canali di acquisto di Trenitalia sono aggiornati. Informazioni di dettaglio disponibili su www.trenitalia.com (sezione Infomobilità, alla pagina Lavori e Modifiche al servizio) e tramite Smart Caring su App di Trenitalia. Attivo il call center gratuito 800 89 20.




Roberta Tardani comunica la proroga dell’attuale cda del Centro Studi fino al prossimo 31 luglio

La conferenza dei capigruppo è stata convocata per l’8 marzo e si p discusso piuttosto animatamente, a tratti, di date, nomi, nomine e consigli di amministrazione. Tutti hanno atteso le comunicazione della sindaca per quanto riguarda la Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto. Il consiglio di amministrazione è scaduto da molti mesi e le attività amministrative ne hanno indubbiamente risentito.

Molto correttamente la sindaca ha spiegato che vuole rinnovare l’intero consiglio “fino al 31 luglio 2024 per consegnare al CSCO un organo nel pieno delle funzioni ma con una scadenza che permetta poi al prossimo sindaco di scegliere in piena autonomia i rappresentanti in seno alla Fondazione”.

Un atto dovuto, quindi, per restituire le funzioni nella loro pienezza e senza impegnare l’eventuale successore.




Sabrina Tomba, presidente dell’associazione ABBA, “l’abusivismo nel settore extra-alberghiero è un problema reale e colpisce operatori, cittadini e turisti”

La questione dell’abusivismo nel settore extra-alberghiero ha scoperto un po’ di nervosismo ma è una realtà in Italia e Orvieto non fa eccezione. Già ai tempi della giunta Germani si erano sollevate forti le critiche per il proliferare in ogni dove di strutture di ricettività turistica extra-alberghiera. Sui portali di prenotazione più diffusi l’offerta è alta, molto alta e stiamo cercando di comprendere meglio le azioni messe in campo dal Comune per prevenire e reprimere il fenomeno e la posizione degli operatori economici.

Sabrina Tomba, presidente dell’Associazione ABBA, che raggruppa una buona parte delle strutture extra-alberghiere della città conferma che la situazione è critica. “Certo, ci siamo resi conto del problema anche se ogni portale di prenotazione ha i suoi metodi di conteggio. Basta girarsi intorno per capire che il fenomeno è reale e colpisce in tutta Italia”. L’abusivismo danneggia, come detto, sia gli operatori che i cittadini e il Comune. Sempre Tomba sottolinea, “proprio in questi giorni ho avuto la notizia di affitto a 40 euro per notte, un prezzo quasi impossibile per chi rispetta la regole. Insomma, fare dumping sulle spalle altrui è facile, basta non rispettare gli obblighi di legge, evadere il fisco e l’imposta di soggiorno e il gioco è fatto. Non è secondario, poi, l’impatto sulla qualità dell’offerta in città, visto che spesso a prezzi bassi corrisponde anche qualità molto bassa”.

Il problema fondamentale sta sicuramente nella mancanza di una legge quadro sia nazionale che regionale. Molte città stanno correndo ai ripari con regolamenti più restrittivi, maggiori controlli e un freno all’over-tourism, che sta stravolgendo l’habitat di tanti centri storici sia grandi che piccoli. Per Sabrina Tomba “si deve arrivare a leggi che regolino con maggiore rigidità un settore variegato dove convivono B&B, affittacamere e case vacanza che hanno target diversi e regole differenti. A Orvieto serve necessariamente una maggiore attenzione e rigidità sia perché ormai un’offerta di posti letto ampia è già presente, sia perché un centro storico spopolato va a creare altri problemi ed ha un appeal minore nei confronti del turista che viene a visitarci”. Ma la presidente di ABBA torna nuovamente sulla questione dell’evasione, “voglio ribadire con forza che chi opera in nero non solo fa un danno ai concorrenti regolari ma a tutti i cittadini visto che non paga la Tari maggiorata e l’imposta di soggiorno”.

Quindi l’abusivismo è una realtà percepita dagli operatori che chiedono a gran voce una legge sia nazionale che regionale per arrivare a un riordino del settore e a una maggiore selettività evitando, ad esempio “i permessi a piano terra”. L’abusivismo è difficilmente quantificabile proprio in quanto attività non legale e si possono avanzare solo ipotesi e numeri derivanti da studi di settore e medie sugli operatori ufficiali e regolari. C’è poi la percezione, il sentiment di chi lavora e vive di turismo e che è in prima fila nel volere regole giuste, rigide e controlli conseguenti, nulla di più.




Avviato il confronto per la creazione di un progetto-pilota per la nascita di un ITS a Orvieto

Nella giornata di martedì 5 marzo il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, ha avuto un incontro con il direttore dell’Its Umbria Academy, Nicola Modugno (nella foto), alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione, Paola Agabiti, e del dirigente del Servizio Istruzione, Università, Diritto allo studio e ricerca della Regione Umbria, Giuseppe Merli. Obiettivo del confronto è stato quello di valutare congiuntamente la fattibilità dell’avvio di un progetto pilota sul territorio di Orvieto anche alla luce delle linee di finanziamento presenti nella nuova Strategia delle Aree Interne.

“È stato un incontro molto proficuo – commenta il sindaco Roberta Tardani – nel quale abbiamo innanzitutto approfondito le condizioni necessarie per la creazione di un corso Its e quindi raccolto la disponibilità della Fondazione ad accompagnare un confronto operativo con l’amministrazione comunale allargato al mondo imprenditoriale territoriale. Per costruire il progetto, infatti, è necessario in via preliminare avere un tessuto imprenditoriale identificabile all’interno del quale raccogliere le esigenze in termini occupazionali, un sistema delle istituzioni in grado di mettere in campo soluzioni logistiche agevolate, la capacità di aggregazione di giovani interessati a questo percorso di studi supportata dagli istituti scolastici e la disponibilità dei docenti che in larga parte provengono proprio dalle imprese del territorio dove peraltro si svolge circa la metà del percorso di formazione biennale di un corso Its”.

“Nei prossimi giorni – prosegue il sindaco – apriremo un tavolo con le associazioni imprenditoriali, a partire da quelle che fanno già parte della Fondazione Its Umbria e con le quali ci sono già state delle interlocuzioni, per analizzare i fabbisogni delle imprese e costruire una proposta da mettere in rete con i campus già esistenti, ritagliata sulle specificità e le vocazioni del territorio come ad esempio quella agroalimentare. In questo contesto sarà possibile valutare come mettere a leva i finanziamenti del Fse+ che nell’ambito della nuova Strategia delle Aree interne potrebbero sostenere anche azioni di istruzione e formazione terziaria finalizzate a favorire l’inserimento qualificato nel mercato del lavoro in particolare dei giovani. L’Its anche in Umbria – conclude il sindaco – ha percentuali altissime di occupabilità proprio perché nasce con le imprese e per le imprese e riteniamo che sia una partita assolutamente da giocare per lo sviluppo economico del territorio e per il futuro dei nostri giovani”.




Il Pd di Allerona ufficializza la candidatura a sindaco di Luca Cupello

Il 6 marzo alla sala polivalente di Allerona, si è svolto un incontro pubblico di grande rilevanza per la comunità. Durante l’evento, è stata presentata ufficialmente la candidatura a sindaco di Luca Cupello, già assessore uscente, ed è stata lanciata l’idea di un laboratorio politico volto a delineare un futuro migliore per Allerona.  La segretaria della sezione locale del Partito Democratico, Giulia Ruina, che ha coordinato i lavori, ha sottolineato l’importanza di questo momento, evidenziando il lungo percorso di riflessione e confronto che ha portato alla conferma del sostegno alla candidatura di Luca Cupello. Questa decisione, condivisa con il sindaco Sauro Basili e l’altra assessora del PD, Angela Gilibini, testimonia l’impegno e la determinazione nel guidare questa fase delicata.

L’evento del 6 marzo segna solo l’inizio della costruzione del programma e della lista civica, supportati dal Partito Democratico e da una coalizione allargata che guarda al futuro di Allerona. L’obiettivo è unire le forze e le idee per proseguire il lavoro avviato dall’amministrazione precedente, con Luca e Angela in prima linea.  La politica rappresenta un’opportunità per tutti di partecipare attivamente alle decisioni e di realizzare la volontà della maggioranza. Con un approccio improntato sull’ascolto e sul coinvolgimento diretto dei cittadini, miriamo a creare un’ampia alleanza di centro-sinistra che dia spazio anche all’associazionismo, fondamentale per Allerona, cuore pulsante della società civile, veicolo di partecipazione attiva e di promozione del benessere sociale.  Ogni contributo è prezioso e insieme possiamo costruire un futuro migliore per il nostro comune. La politica non è un gioco solitario, ma uno sforzo collettivo, e siamo pronti a metterci al servizio della comunità per dare vita a un programma che rispecchi le reali esigenze e aspirazioni dei cittadini.

Per coinvolgere appieno la comunità, invitiamo tutti i cittadini interessati a partecipare ad un laboratorio di confronto e discussione che si terrà sabato 23 marzo alle 9,30 presso la Sala Polivalente. Ulteriori dettagli e modalità per partecipare all’evento saranno comunicati a breve.

Partito Democratico Allerona