Una ricandidatura senza sogni ma con…solide realtà

Al convegno su alta formazione e università prende la parola la candidata Roberta Tardani e spiega che 4 anni di mandato sono pochi ne servirebbero di più.  Sarebbero 5 gli anni e poi, basta farsi rieleggere.  Ma soprattutto spiega che non si devono perseguire sogni ma… solide realtà.  Povero Martin Luther King e il suo “I have a dream”.  Niente sogni, concretezza da amministratore di condominio.  Ma allora “Orvieto Capitale della Cultura” che cosa era?  Una sfida, un sogno bellissimo che poi non si è concretizzato.  Il politico ha cercato, con tutte le sue forze, di concretizzarlo ma alla fine altri hanno scelto Agrigento. 

Un politico non può rimanere a corto di sogni, piccoli o grandi che siano, altrimenti come può immaginare la città, come può concretizzare progetti e idee e soprattutto come può seguire un filo logico.  Non cambiamo lo slogan in “I haven’t a dream”.  I sogni hanno permesso di realizzare Umbria Jazz, nel passato remoto la caserma Piave, finanziata dagli orvietani e addirittura la funicolare ad acqua.  I sogni hanno permesso a Bagnoregio di inventarsi una solidissima realtà come “Civita” e a Narni di divenire hub universitario reale con un avvio di rinascita del centro storico equilibrata. E’ giusto pensare a due mandati, anche in questo caso un sogno…nel cassetto di tutti i candidati, per riuscire a portare a termine progetti di medio-lungo periodo, quelli che trasformano una città, che la rendono più moderna, accogliente e con maggiore appeal.  E allora “I have a dream” è il vero mantra di un politico di razza sia di destra, di sinistra, di centro o civico.




Il Centro non è un trattino

Il Centro è un’area politica che esiste in natura. Ci sono due modi però di interpretarlo da parte delle forze politiche che vi si collocano ovvero tra quelle che lo intendono come stabile baricentro del quadro politico oppure quelle che lo intendono come variabile all’interno di un sistema bipolare utile a far vincere le elezioni o alla sinistra o alla destra.
Inutile spiegare che la versione autentica, storicamente e politicamente , è solo la prima. Tutto il resto per lo più è costituito da tatticismi, calcoli personalistici, convenienze minute, insomma da un tirare a campare da parte dei soggetti politici o civici #diconsidicentro che in questo modo finiscono con il restare funzionali a un sistema politico bipolare il cui motore e cuore pulsante rimangono gli estremi opposti.
I fallimenti del Centro in questi 30anni di seconda repubblica, dall’UDC di Casini al Terzo Polo fino a FI (2.0) di Tajani, sono tutti figli di quel trattino interposto tra le due sigle centro-sinistra e centro-destra buono per descrivere una formula di governo frutto di mediazione tra le forze politiche, ma pessimo e del tutto inadeguato per costruire una offerta politica riconoscibile e alternativa.
Ciò non sfugge all’intelligenza collettiva dell’elettorato che non si appassiona certo a un trattino ma va immediatamente al sodo scegliendo quello che viene dopo il trattino.
Essere centristi oggi per costruire e offrire agli elettori una alternativa di Centro a ogni livello dalle elezioni europee a quelle comunali presuppone di essere liberi. Liberi dalle convenienze del momento, liberi da antichi pregiudizi ideologici, liberi persino dal voler portare a casa risultati ad ogni costo.
E’ una strada lunga e complicata, ma è la sola possibile ed è quella che Italia Viva sta faticosamente percorrendo in Umbria.




All’Unitre ciclo di lezioni di Francesca Compagnucci dal titolo “drammatica grammatica”

Il calendario di Aprile 2024 presenterà una novità veramente originale: per la prima volta nella storia didattica dell’Università delle Tre Età di Orvieto verrà attivato un corso di Grammatica Italiana, coniugato con l’apprezzata modalità divulgativa propria dell’Unitre di Orvieto: cultura di qualità declinata col sorriso.
“Drammatica Grammatica”, ripartito in tre incontri a cadenza settimanale a partire da Mercoledì 10 Aprile, sarà curato da Francesca Compagnucci, insegnante di lettere molto nota presso la comunità orvietana anche per un’intensa attività di promozione culturale svolta sotto l’egida di vari sodalizi.
Il corso è rivolto agli associati Unitre e si svolgerà presso la sede di Palazzo Simoncelli (Piazza del Popolo 17, Orvieto): 25 i posti disponibili con prenotazione obbligatoria al numero telefonico 3387323884.

Di seguito, il programma della nuova esperienza culturale Unitre:

DRAMMATICA GRAMMATICA

La Grammatica, “croce e delizia” per molti studenti, è un ensemble di norme che orchestrano la nostra lingua.
L’Italiano è costituito da forme verbali, parole e accenti che, come note di uno spartito musicale, creano delicate e suadenti melodie. La riscoperta di alcune di queste regole vuole essere un modo per evidenziare la ricchezza e il fascino del nostro idioma; il tutto in un clima sereno e amichevole, quello che si respira all’Unitre (senza accento sulla “e”).

prima lezione
Mercoledì 10 Aprile 2024 ore 16:30
ACCENNI DI ACCENTI
per ri-scoprire le regole degli accenti, acuti, gravi, come si usano, quando e soprattutto dove

seconda lezione
Mercoledì 17 Aprile 2024 ore 16:30
A PROPOSITO DEI VERBI
un breve viaggio tra modi, tempi, forme e generi dei verbi

terza lezione
Mercoledì 24 Aprile 2024 ore 16:30
METRICA? SÌ, GRAZIE!
Partendo dalla divisione in sillabe arriveremo alle principali regole metriche e alle più utilizzate figure retoriche




Quanta ricchezza produce un ateneo nell’economia di una piccola città? Il valore che potrebbe generare per Orvieto

Il convegno che si è tenuto sabato nella sede della fondazione Cro sul tema dell’economia della conoscenza e sulla creazione di un polo universitario ad Orvieto ha ottenuto un grande riscontro ed il motivo è sicuramente collegato all’interesse trasversale che si accende quando si parla di progetti legati all’alta formazione e all’università. Alcuni interventi hanno contribuito a fornire un valore approssimativo su ciò che potrebbe significare per l’economia orvietana la nascita di un polo universitario. Vediamo alcuni dati relativi ad atenei medi e piccoli.

L’università di Perugia

Il giro d’affari che producono a Perugia i 27 mila iscritti (12 mila fuori sede) con una spesa media di 10 mila euro è pari a 13 milioni di euro, fonte Sole 24 Ore. L’ateneo ha 1200 dipendenti.

L’università della Tuscia

L’università della Tuscia secondo il Censis è il secondo miglior ateneo italiano (quelli sotto 10 mila iscritti) dopo Camerino. Ha ottomila iscritti che nel 2022 hanno sviluppato un indotto sulla città pari a 69 milioni di euro secondo le stime rese note dal rettore Stefano Ubertini. Parliamo di una città da 67 mila abitanti, solamente tre volte più grande di Orvieto. L’università della Tuscia ha 300 dipendenti.

L’università del Sannio

Università del Sannio (Benevento 59.900 abitanti) Iscritti: 4058. Dipendenti: 350. Indotto: 22 milioni 960 mila euro

Castello e Gubbio

In Umbria ci sono vari casi interessanti come quello di Città di Castello. Qui c’è un distaccamento della Link Campus university di Roma per un corso di laurea magistrale in Scienza della formazione primaria per formare insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia secondo il metodo Montessori che si è affermato proprio a Castello. L’iniziativa tifernate è collegata alla fondazione della Link da parte della famiglia Polidori, con Francesco proprietaria di Cepu della università telematica E Campus che ne ha acquisito il totale controllo nel 2020 oltre che del Corriere dell’Umbria. Il corso di durata quinquennale ruota intorno a 2000 studenti a fronte di una disponibilità nelle università italiane di 8 mila posti mentre lo scorso anno ci sono state 24 mila richieste in tutta Italia.

A Gubbio c’è la scuola di specializzazione in beni storico ed artistici dell’università di Perugia, dura due anni ed ha trenta allievi. La Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) a Gubbio ha vari corsi tra cui una laurea triennale in Scienza dell’Educazione.

Il caso Narni

Il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli che è stato gradito ed apprezzato ospite del nostro convegno, ha spiegato in sintesi ciò che rappresenta per Narni il corso di laurea in Scienze delle investigazioni e per la sicurezza che è attivo da ben 18 anni, focalizzando anche l’attenzione sull’aspetto economico. Il corso ha poco più di mille iscritti, solo parte dei quali ovviamente frequenta assiduamente le lezioni e risiede a Narni. Il Comune ha un esborso annuo stimato tra i 300 e i 400 mila euro per il mantenimento delle strutture e dei costi per il personale comunale distaccato nella sede universitaria. Pur non avendo il sindaco Lucarelli fornito una stima dell’indotto, alcune ipotesi si possono avanzare prendendo spunto dal dato del Sole 24 ore sulla spesa media individuale annua accertata su Perugia, cioè 10 mila euro. Su 1000 iscritti a Narni vogliamo dire che frequentino solo il 40% e che invece di 10 mila euro all’anno ne spendano appena sei? Fanno un indotto di due milioni e 400 mila euro all’anno.

Che valga la pena approfondire questi progetti con ogni energia possibile lo crediamo fortemente; evidentemente ne sono convinte anche le molte persone che hanno partecipato all’incontro. Spiace invece aver constatato che, tranne i due rappresentanti istituzionali, i consiglieri comunali abbiano ritenuto di snobbare l’appuntamento con le uniche eccezioni di Federico Giovannini, Alessio Tempesta e Franco Raimondo Barbabella. Sarà per la prossima volta.




Tutte le iniziative in programma per San Giuseppe e il Saint Patrick’s day

Si snoda tra leggende e tradizioni il programma delle iniziative a Orvieto che da lunedì 11 a martedì 19 marzo uniranno le celebrazioni per il Saint Patrick’s Day con i festeggiamenti del patrono della città San Giuseppe.

Anche quest’anno in occasione della giornata dedicata al santo patrono d’Irlanda, il Pozzo di San Patrizio di Orvieto torna a illuminarsi di verde e ospiterà una speciale visita guidata organizzata da Coop Culture e dedicata in particolar modo alle famiglie. L’appuntamento è domenica 17 marzo dalle 16 alle 17.30 con “Il Pozzo dei desideri”, un viaggio nella profondità del monumento di Sangallo accompagnati da simpatici elfi volanti che si caleranno dai finestroni e insieme ai quali si scopriranno i misteri di questo luogo affascinante tra racconti, aneddoti e curiosità. Il prezzo è di 5 euro più il biglietto d’ingresso al Pozzo. Vendita in loco fino a esaurimento posti il giorno dell’evento a partire dalle 15,30. Prenotazione consigliata allo 0763 343768.

E’ già iniziato invece il programma religioso per la solennità di San Giuseppe, patrono della città di Orvieto e degli artigiani, che culminerà martedì 19 marzo alle 18 con la concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, Sua Eccellenza monsignor Gualtiero Sigismondi, e a seguire la processione in Piazza Duomo accompagnata dalla Banda Filarmonica “Luigi Mancinelli”.

Il programma civile partirà giovedì 14 marzo, alle 18 nella Sala consiliare del Comune, con la cerimonia di consegna del “Pialletto d’oro” a cura della Cna Orvieto. Dal 17 al 19 marzo i locali del Bar Hescanas in Piazza Duomo ospiteranno la mostra dei lavori dei bambini del catechismo sulla figura di San Giuseppe. Dalla piazza antistante la Cattedrale, domenica 17 marzo alle 8.30, partirà anche l’altrettanto tradizionale “Passeggiata di primavera” riservata ai ragazzi delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondari di I e II grado.

Lunedì 18 marzo, alle 17 al Museo “Emilio Greco”, la conferenza “Meraviglioso, emblematico, colossale: le new entry antiche e moderne” organizzata dall’Unitre di Orvieto mentre alle 21 al Cinema Corso la proiezione del docufilm “Ogni giorno, ogni volta” del Gruppo Sbandieratori e Musici dei Quartieri di Orvieto (ingresso 5 euro).

Martedì 19 marzo, giorno della festa, al termine della processione in Piazza Duomo, intorno alle 19.30, la tradizionale distribuzione delle frittelle di San Giuseppe.

A chiudere idealmente i festeggiamenti l’appendice in calendario domenica 24 marzo, alle 18.15 al Teatro Mancinelli, con il concerto della Banda Filarmonica “Luigi Mancinelli”.

Di seguito il programma completo completato dalla pesca di beneficienza delle uova pasquali in Piazza Duomo (17-19 marzo), e il torneo di San Giuseppe di calcio a 5 a Villa Mercede (19 marzo).




Giornata Diocesana delle Caritas Parrocchiali: un incontro all’insegna della comunione e fraternità

Si è svolta domenica 10 marzo, la Giornata Diocesana delle Caritas Parrocchiali e dei volontari Caritas presso la sede della Caritas Diocesana di Orvieto-Todi, in località Ponte del Sole di Orvieto. Oltre cinquanta i volontari che da diverse parti della Diocesi si sono ritrovati nella loro “casa”, per vivere una giornata di comunione e fraternità. La mattinata, aperta dalla preghiera dell’Ora Terza, è stata il tempo dell’ascolto: tutte le Caritas parrocchiali e interparrocchiali presenti hanno raccontato “la Caritas che vivono” con i loro punti di forza e di debolezza e “la Caritas che sognano”. Nonostante le realtà diverse in cui si è chiamati a operare nella carità, tutti i volontari hanno espresso il desiderio di camminare insieme, facendo sempre più “squadra”, e di vivere momenti di condivisione. È questo l’impegno che la Caritas Diocesana di Orvieto-Todi vuole fare suo: divenire lo strumento di armonizzazione delle diverse Caritas parrocchiali e interparrocchiali per intonare tutti, come Chiesa Diocesana, la stessa lode a Dio nel servizio ai poveri.

I punti di forza e di debolezza emersi dalla mattinata di oggi sono il punto di partenza da cui muovere i passi del nostro cammino nelle opere buone che – ci ricorda oggi San Paolo nella Lettera agli Efesini – sono “opera di Dio” (cfr. Ef 2,10). La giornata è poi continuata con il pranzo, vissuto anch’esso in spirito di fraternità: è stato anche questo un tempo in cui riscoprirsi figli dello stesso Padre e fratelli nell’essere strumenti simili nell’orchestra delle opere di carità. Il pomeriggio è stato aperto da una testimonianza di giovani volontari che si impegnano nella Caritas Diocesana con il Servizio Civile: un anno, quello dedicato al servizio civile, che i giovani hanno raccontato essere stato un tempo donato e di cui hanno beneficiato a livello umano e professionale, tanto che alcuni di loro hanno deciso di rimanere in Caritas come volontari. In questo tempo, alcuni di loro, soprattutto coloro che prestano servizio presso la sede di Orvieto, hanno avuto la possibilità di conoscere anche la realtà carceraria, in cui la nostra Caritas Diocesana opera da ormai oltre venti anni. Il direttore della Caritas Diocesana, don Marco Gasparri, insieme alla vicedirettrice, Irene Grigioni e all’amministratore, il diacono Paolo Persiani, hanno poi raccontato quale è il cammino che, come Caritas, anche a livello nazionale – secondo le indicazioni del direttore don Marco Pagniello – siamo chiamati a percorrere in questa epoca inedita. È il cammino che “chiama ad uscire”, “chiama ad essere Chiesa in cammino” e “chiama noi stessi ad essere segno per animare le comunità”. Ed è proprio l’invito a muovere i nostri passi nel cammino delle opere buone, compiute da Dio, quello che ci ha rivolto oggi il nostro Vescovo Gualtiero durante la celebrazione della S. Messa in Cattedrale.

La giornata si è conclusa con un vivo rendimento di grazie a Dio per essere, come più volte ha sottolineato il Vescovo, opere sue, “creati in Cristo per le opere buone” (Ef. 2,10) ed è per queste opere che come cristiani e come volontari Caritas vogliamo donare la vita.




Formazione e università, Orvieto deve recuperare il troppo tempo perso

“Il convegno di sabato scorso, organizzato sul tema dell’economia della conoscenza, è la prova di quanto terreno perduto debba recuperare la nostra Orvieto”. Lo dice la candidata sindaco di Proposta Civica, Roberta Palazzetti. “L’incontro che si è svolto all’auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio ha ricordato la figura di un imprenditore straordinario come Eugenio Fumi, è stato fonte di grande ispirazione per tutto ciò che Orvieto può fare nel campo della formazione e dell’auspicato polo universitario, ma è stata anche la prova lampante di quanto la nostra città in questi anni sia rimasta indietro rispetto ad analoghe realtà umbre e di quante occasioni abbia finora perduto – dice Palazzetti. Comunque, meglio tardi che mai. Ci sono città più piccole della nostra che, ormai da anni, hanno avviato progetti nel campo della formazione che stanno producendo grandi frutti. Abbiamo visto il caso di Narni che ha avviato un corso nel settore della sicurezza. Noi arriviamo buon ultimi. Dobbiamo guardare largo e lontano”.

“Noi avevamo detto che avremmo fotografato l’esistente senza giudizi di merito e così vogliamo fare: questa volta parliamo di ITS-Academy” – prosegue Roberta Palazzetti.

“Sono fondazioni di partecipazione istituite in ogni Regione affinché si attui la formazione di tecnici con elevate competenze professionali, contribuendo così a sostenere la competitività del sistema produttivo e a colmare la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. I programmi didattici sono pensati e realizzati dalle stesse imprese partecipanti che poi ospitano i tirocini. Insomma, una formazione dal taglio applicativo per far acquisire competenze tecniche e professionali spendibili nel mondo del lavoro”.

ITS-Umbria Academy è nata nel 2011 e ha sede a Perugia, con campus anche a Terni, Città di Castello e Foligno. Molto attiva in Umbria l’Academy, oltre che nelle sedi, ha messo in calendario prossimi Open Day di orientamento anche a Gubbio e a Todi.

E Orvieto? Fino a pochi giorni fa è stata totalmente assente. Ma la Sindaca Tardani a 90 giorni dalle prossime elezioni e nell’imminenza di un convegno sulla formazione così esordisce sull’argomento: “ho avuto un incontro con il direttore dell’ITS-Umbria Academy, alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione Paola Agabiti (ça va sans dire). Obiettivo del confronto è stato quello di valutare congiuntamente la fattibilità dell’avvio di un progetto pilota sul territorio di Orvieto”. Ma che vuol dire? Sono anni che l’opportunità esiste, ci vogliono le imprese, gli spazi, la progettazione. Poi dice che sono state approfondite le condizioni necessarie, che ha raccolto la disponibilità ad accompagnare un confronto operativo con l’amministrazione comunale (anche qui facciamo fatica a capire che cosa stia dicendo) e, infine, che aprirà un tavolo con le associazioni imprenditoriali per analizzare i fabbisogni delle imprese e costruire una proposta. Un’altra promessa della Sindaca Tardani.

“La formazione ha sicuramente attinenza con il territorio – conclude Palazzetti – ma bisogna guardare anche ai trend nazionali ed internazionali. Tutto ciò può rappresentare un grande elemento per lo sviluppo economico e culturale della città e per i nostri giovani. Bisogna muoversi, cambiare passo e portare concretezza e visione. Questo è il mio impegno”.




Alla città serve il sogno per realizzare un ITS e un polo universitario

L’iniziativa di sabato 9 marzo, moderata da Claudio Lattanzi e Stefano Cimicchi, organizzata da più realtà è chiaramente un forte aiuto a chi si è proposto di amministrare questa città. La laicità progettuale è quanto ritengo essenziale e necessario per evitare che le buone idee e le buone proposte si differenzino essenzialmente non per la loro oggettiva bontà ma per chi le propone. Ed è il drammatico errore che ha commesso l’amministrazione uscente: pensare di essere autosufficiente, decidere di boicottare tutto ciò che di nuovo veniva pensato, o quasi tutto, se non proposto da chi la pensasse come loro.

E poi, permettetemi, quando un sindaco, come ha detto Roberta Tardani, deve imparare a non sognare… beh, è bene che scelga di fare altro. Senza il sogno, che ovviamente si trasforma in “progetto”, Orvieto non avrebbe avuto la Legge speciale, per esempio. Senza il sogno non avremmo Umbria Jazz Winter. E senza il sogno Narni non avrebbe la sua Università, Bagnoregio senza il sogno di Astra Zarina non avrebbe colto l’opportunità di uno sviluppo legato a Civita. Viterbo, senza sogno, non avrebbe la sua università che rappresenta la seconda azienda di quel territorio. E se Eugenio Fumi, che abbiamo ricordato, non fosse stato un sognatore, avrebbe portato l’Itelco nel mondo e avrebbe dato la voglia e trasmesso la passione a decine di orvietani che con lui sono partiti ed hanno svolto o svolgono ruoli importanti nell’imprenditoria italiana?

Parole opportune: se si sogna da soli è solo un sogno ma se si sogna insieme è la realtà che comincia. Orvieto può e deve sognare insieme e ieri sera, sulle questioni poste, lo ha fatto. Anzi, ha fatto molto di più.

Più proposte e più idee, di singoli e di associazioni, di imprenditori.

C’era intesa ad agire per un polo universitario, per una sede ITS a Orvieto, per una forte collaborazione tra scuole, imprese, istituzioni e territorio, per un progetto di riqualificazione per la Piave, per la valorizzazione delle nostre tipicità di prodotto e quindi complessivamente di un nuovo modello economico per il nostro territorio. Quel sogno, dicevo, ieri sera ha avuto molti sognatori che hanno però deciso di mettere in rete le proprie idee e le proprie proposte, i propri contatti, le cose già fatte, di metterci la faccia, di collaborare insieme.

Mi piacerebbe che a sostegno di qualunque amministrazione ci fosse un “pensatoio” civico a sostegno dell’istituzione. Ebbene, se dovessi essere il sindaco di questa città, farò tutto il possibile, con tutti voi, per perseguire questi progetti, ed altri sogni. Di farlo con quella laicità progettuale che sarà la bussola della mia amministrazione e per la quale non dovranno esistere steccati o pregiudizi.

Ho sempre detto che questa sarà una sana e positiva competizione elettorale. Sono convinto davvero che su questo tra alcuni competitor c’è intesa. Penso al modo di porsi del gruppo di Nova, alle proposte di Roberta Palazzetti e il suo progetto Civico. Il mio impegno è quello di lavorare con e per tutti i “sognatori”, Contrariamente a chi ha deciso di smettere di sognare. 




Orvieto, la perseguita dopo la fine della relazione, applicato il braccialetto elettronico allo stalker

Un uomo di quarant’anni di Orvieto è stato arrestato con l’accusa di stalking dopo aver perseguitato la sua ex compagna per diversi mesi con una serie di molestie e minacce. La donna, esasperata, si è recata al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto dove ha sporto denuncia. Le vessazioni da parte dell’uomo sono iniziate dopo la fine della loro relazione. La donna ha raccontato ai poliziotti di essere stata pedinata, minacciata e insultata dall’ex compagno, che si presentava anche sul suo posto di lavoro. In un’occasione, l’uomo avrebbe addirittura detto a dei familiari che l’avrebbe “fatta fuori” se non fosse tornata con lui.

La donna, accompagnata da un’amica, si è presentata negli uffici di Piazza Cahen in evidente stato di shock. Ha raccontato la sua sofferenza e ha sporto denuncia contro l’uomo. I poliziotti dell’Ufficio Controllo del Territorio hanno immediatamente informato la Procura della Repubblica di Terni che ha assunto la direzione delle indagini. Al termine degli accertamenti, gli investigatori hanno inviato una dettagliata informativa all’autorità giudiziaria.

Il Pubblico Ministero ha quindi richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Terni l’applicazione di una misura cautelare nei confronti dell’uomo. Il GIP ha disposto il divieto di avvicinamento alla donna, obbligandolo a mantenere una distanza di almeno 500 metri dai luoghi frequentati da lei. Inoltre, per controllare il rispetto di tale prescrizione, il giudice ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico all’uomo.




Quelle insostenibili (a tanti ) “gite” scolastiche…

Anche per gli Istituti Scolastici del comprensorio orvietano la fine della stagione invernale e l’arrivo di quella primaverile è sinonimo di uscite e viaggi di istruzione che spesso creano problemi e disagi non di poco conto a tanti alunni e rispettive famiglie. Infatti il costante aumento del costo della vita e il perdurare dell’appiattimento degli stipendi, sta rendendo le uscite scolastiche inaccessibili a molte famiglie, in particolare quelle con più figli a carico e/o con redditi non particolarmente alti.
In tutte le scuole del comprensorio orvietano, come nel resto del Bel Paese, si sta creando una situazione parzialmente discriminatoria verso alcuni alunni da questo punto di vista. Questo a causa dei prezzi dei viaggi d’istruzione, che sono esponenzialmente aumentati, soprattutto dopo l’emergenza Covid, e che creano non poche difficoltà e disagi, risultando in alcuni casi proibitivi per i nuclei familiari meno abbienti.

Un’indagine ufficiale, commissionata da un importante portale della Scuola Pubblica, ha rilevato che nell’anno scolastico 2022/2023 solo il sessanta per cento degli studenti frequentanti le scuole superiori è riuscito a prendere parte ai viaggi di istruzione programmati dalle loro scuole. Le difficoltà economiche delle famiglie degli alunni hanno costituito la causa principale delle motivazioni che hanno portato alle rinunce. Purtroppo dopo il COVID si è acuito il divario legato al reddito delle famiglie con ragazzi frequentanti la scuola. Così in molte realtà scolastiche troviamo alunni più benestanti che possono permettersi senza alcun problema la possibilità di partecipare a viaggi di istruzione all’estero anche molto costosi, mediante i quali possono arricchire il loro bagaglio culturale e migliorare la loro conoscenza delle lingue straniere, mentre molti alunni appartenenti a famiglie meno facoltose spesso sono costretti a rinunciare a queste esperienze .

Proprio pochi giorni fa si è assistito a un caso emblematico in tal senso. In un liceo genovese alcune classi hanno deciso di non partire per una gita a Berlino in segno di solidarietà verso i loro compagni che non potevano partecipare perché non potevano permettersi il pagamento del costo del viaggio.
Ridicole e inconsistenti le cifre messe in campo dalle istituzioni a disposizione di quelle famiglie che non se la passano troppo bene da un punto di vista economico. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito prevede in questo caso un bonus fino a un massimo di 150 euro per le famiglie con Isee inferiore a cinque mila euro. Assolutamente da rivedere questi parametri ,per permettere a tutti gli alunni, visto che si parla di Scuola Pubblica e che quindi deve garantire a tutti, a prescindere disagi economici o altri ostacoli similari ,gli stessi diritti e le stesse parità di opportunità.
Così da evitare che anche la Scuola Pubblica possa mostrare aspetti e caratteristiche proprie di una scuola classista e elitaria.