Orvietana senz’anima, travolta dal Poggibonsi

Punteggio pesante, al termine di una gara troppo brutta per credere che possa essere stata giocata dalla stessa squadra che aveva inanellato 5 risultati utili nelle ultime sei partite. Rizzolo ripropone Caravaggi in difesa, dopo 5 giornate lontano per infortunio, sposta Manoni in attacco, dove gioca anche Di Natale, visto il ko di Fabri. L’inizio è addirittura incoraggiante, due corner in pochi minuti, ma senza esito. Poi al 12’ arrivano due angoli consecutivi anche per gli ospiti, che sfruttano a dovere la situazione: sul secondo Bellini salta indisturbato e porta avanti i suoi.

L’Orvietana prova a pressare, ma non spaventa il portiere ospite. Poi, poco prima della mezz’ora Proia viene fermato in un dubbio fuorigioco, il Poggibonsi batte in velocità tra le proteste, la ripartenza di Bigozzi sulla sinistra è micidiale, perde palla e la recupera, nessuno lo ferma né con le buone, né con le cattive, i giallorossi arrivano fino a fondo campo, trovano un rasoterra perfetto in orizzontale verso il secondo palo, dove ancora Bellini, sempre senza avversari attorno, raddoppia. L’Orvietana accusa il colpo e, se si esclude una palla invitante messa da Di Natale in area, dove però non arriva Manoni, non si fa pericolosa. Nella ripresa Rizzolo si gioca prima la carta Marsilii, per Caravaggi, spostando Manoni dietro, poi dentro anche Orchi e Chiaverini. La sostanza cambia di poco, anzi l’ennesima palla persa in attacco dà il via ancora a una ripartenza veloce, stavolta ad opera di Vitiello. Il numero 11 supera Ricci e vede praterie sul lato opposto del campo, cambia gioco ed ecco che ricompare di nuovo Bellini tutto solo, per la clamorosa tripletta personale. È metà secondo tempo e la gara ha già emesso il verdetto. Finirà con altri due gol entrambi di testa da azione da calcio d’angolo: prima di Martucci, poi finalmente di Orchi. Santi nel finale proverà una girata, ben parata da Pacini.

La sconfitta è pesante nel punteggio, ma tra le ultime sei della classifica non vince nessuno. L’occasione per il riscatto si presenterà subito la settimana prossima: a Forte dei Marmi si va a incontrare la terzultima, in un match ormai quasi decisivo, ma servirà un’altra Orvietana. Probabilmente il match sarà anticipato al sabato. Alla fine ad averci visto più lungo di tutti era stato il presidente Biagioli che in settimana aveva fatto suonare più di un campanello di allarme, i sassolini, nemmeno tanto piccoli, che si era tolto dalle scarpe il numero uno biancorosso avevano creato qualche malumore, ma a quanto pare la consapevolezza che le cose non stessero andando per il verso giusto era corretta, visto quello che poi si è visto in campo.

In avvio arrivano subito 2 angoli per l’Orvietana, entrambi con Greco dalla bandierina, ma senza esito, ne arrivano poi due di fila anche per gli ospiti che invece riescono a capitalizzare subito, sul primo c’è una rimessa corta della difesa, sulla quale Mazzoli trova la conclusione che viene deviata ancora in corner, ancora Camilli dalla bandierina, stavolta la palla arriva negli ultimi metri dove Bellini di testa salta abbastanza indisturbato e sblocca il risultato. L’orvietana prova a reagire, ma le azioni terminano spesso ai sedici metri. Al 29’ viene fermato in dubbio fuorigioco Proia, l’orvietana forse ancora ferma a protestare, subisce la ripartenza giallorossa sulla propria fascia sinistra, con Bigozzi che arriva fino in fondo protegge palla, riesce a crossare rasoterra dove sul secondo palo ancora Bellini si fa trovare pronto per la doppietta che vale lo 0-2. L’unica unica palla un po’ pericolosa per l’Orvietana quella che Di Natale riesce a spizzare, ma Manoni viene anticipato davanti al portiere.

Nella ripresa subito dentro Marsilii per Caravaggi. Con Manoni che arretra in difesa. Ma i problemi in fase di attacco invece continuano ad essere sempre i soliti per l’Orvietana. Entrano anche Orchi e Chiaverini, proprio Chiaverini prova a salire sulla sinistra, ma di nuovo come l’Orvietana non riesce a sfruttare le sortite offensive, subisce la ripartenza fatale: parte Vitiello sull’out di destra, Ricci non lo contiene, sul lato opposto del campo c’è di nuovo Bellini, ancora tutto solo che trova la clamorosa tripletta personale. L’Orvietana a questo punto stacca la spina, se mai l’avesse attaccata, arriva un altro corner che batte Camilli, stavolta a saltare senza avversari è Martucci che cala il poker per i giallorossi. Incredibile poi la mischia che si svolge davanti a Pacini alla mezz’ora che descrive il momento nero dell’Orvietana, ci provano almeno in 4 a tirare verso la porta, anche da distanza ravvicinata, ma la palla non entra mai. Anzi è sono i toscani in ripartenza a sfiorare il quinto gol. Un altro corner regala un’ulteriore rete al tabellino di questa gara, stavolta per i padroni di casa, Manoni dalla bandierina, palla sotto porta dove Orchi di testa supera Pacini. La rete dà un po’ di verve ai biancorossi che con Santi prova la girata ben parata in corner da Pacini

Gli schemi sono saltati poco dopo clamorosa l’occasione fallita da Borri, ripartenza in solitaria, poi come arrivato in area spara alle stelle. I minuti finali poco hanno da aggiungere, in una domenica che molto probabilmente già condanna, con mesi di anticipo, ai playout i biancorossi, a patto di non peggiorare ulteriormente il ruolino di marcia.

NOMI E NUMERI

ORVIETANA (4-3-3): Marricchi; Caravaggi (1’st Marsilii), Congiu, Ricci, Lorenzini; Mafoulou, Greco (11’st Orchi), Proia; Manoni, Santi, Di Natale (11’st Chiaverini). A disp.: Rossi, Martini, Labonia, Siciliano, Ciavaglia, Gomes. All.: Rizzolo.

POGGIBONSI (4-3-3): Pacini; Cecconi, Martucci, Borri, Di Paola; Marcucci (19’st Barbera), Mazzolli, Camilli (28’st Gistri) Bigozzi (45’st Rocchetti), Vitiello (19’st Motti), Bellini (26’st Bigica). A disp.: Di Bonito, Cecchi, Barbera, Purro, Martino Coriano. All.: Calderini.

ARBITRO: Spedale di Palermo (Bianchi di Roma 1 – Agostino di Roma 1).

RETI: 13’pt, 30’pt, 13’st Bellini, 23’st Martucci, 36’st Orchi (O)

NOTE: ammoniti: nessuno. Angoli: 7-4. Recupero: 1’+ 4’.




Le consigliere Breccia e Marinelli non condividono la scelta della candidata sindaca della lista “Uniti per Porano”

Le rappresentanti in Consiglio Comunale Settimia Breccia e Barbara Marinelli della “Lista Civica Per Porano dalla nostra prospettiva” non hanno partecipato all’incontro di sabato 16 marzo nella sala Consiliare del Comune di Porano.

Tale scelta deriva dal fatto che non condividono le linee programmatiche generiche e di comportamento della neo-lista “Uniti per Porano” compresa la designazione della candidata sindaca di fatto imposta dal rappresentante della lista “Alternativa per Porano” avvenuta con modalità avulse da ogni pratica democratica atta a coinvolgere le migliori energie della tradizione della sinistra democratica, cattolica e socialista di Porano.

Rassicurano i cittadini e gli elettori che proseguiranno la loro forte opposizione all’interno del consiglio comunale fino al termine della legislatura per il bene della comunità, con la competenza e la coerenza che le ha sempre contraddistinte.

Il loro intento è stato sempre e rimane quello di realizzare un fronte allargato unico e condiviso.

Le consigliere Settimia Breccia e Barbara Marinelli




Un binomio a supporto dei genitori ogni giovedì…è anche gratis

In un clima di denatalità, emigrazione giovanile e sfaldamento del tessuto sociale sul nostro territorio, appare chiaro che i genitori (o le tanto declamate “famiglie”) non se la passino proprio benissimo. Ma ecco a supporto un binomio di professioniste che, nella sua conformazione, è quanto inedito (se non si è molto informati) tanto inaspettato e, decisamente, mancava. Che le problematiche sopra citate siano ormai un fatto è un dato acclarato: le cause, poi, arrivano da diverse angolazioni, interessano tutto il territorio nazionale, ma pare che qui nell’orvietano siano anche più pressanti che altrove. In tutto questo, le famiglie soffrono forse più di altri di solitudine, senso di abbandono, di burocrazia, assenza di strutture, mancanza di informazione e difficoltà generali che, quando sei genitore, devono essere calcolate in forma esponenziale. Quindi, vista la scarsa capacità del sistema pubblico nel mettere “in bolla” le esigenze delle persone per migliorarne la vita, entrano in gioco le associazioni, i privati, i volontari. E sull’orvietano ce ne sono molte, tutte meritorie. Ma l’associazione Piccoli Passi, che da tempo si occupa di infanzia e genitori, questa volta ha reclutato un binomio di professioniste con una proposta gratuita di supporto. Sono la psicologa e naturopata Giorgia Maimone e la Doula ed educatrice Montessori Alice Sciucchino, con le quali abbiamo fatto due chiacchiere.

Cosa succede ogni giovedì alla sede del Cesvol a Orvieto Scalo e perchè è importante partecipare?

Succede che c’è uno spazio aperto alle famiglie e ai singoli genitori dove ci si può confrontare, sfogare, chiedere un supporto, ricevere informazioni su temi specifici. Insomma, un modo per parlare insieme, liberamente, di questioni che riguardano tutti ma con un ascolto attento e professionale. È importante venire perchè ci si accorge che non si è soli e, dopodichè, le cose vanno meglio. Al momento, partecipano quasi esclusivamente le mamme, ma sarebbe bello venissero anche i papà, tanto che pensavamo di organizzare degli incontri ad hoc, tante volte ci fosse un senso di inibizione. A volte la genitorialità è ancora considerata “cosa da donne”.

Come mai la scelta della gratuità?

Per ambedue la scelta della gratuità è venuta fuori dalla necessità di consentire un accesso ad ogni famiglia, ogni genitore. Il danaro non deve essere un ostacolo e questo sostegno è prezioso per tutti.

Le vostre diverse competenze offrono una visione più completa?

Assolutamente sì, in questo modo si ha sia un approccio educativo che uno psicologico a qualsiasi problematica venga rappresentata e i genitori possono accedervi nello stesso momento. Anche i temi che ad ogni incontro sono proposti, vengono affrontati da questa doppia prospettiva. In questo modo il dialogo con le persone che vengono assume anche un interesse più acceso.

Perchè è importante fare “rete” e, appunto, cosa si intende per “rete”?

Fare rete è importante perchè ci si accorge, come dicevamo, che non si è soli. Non solo fra famiglie, ma allargare la rete anche a personale professionista che possa offrire supporto, come noi o anche altre professionalità. Inoltre, noi due siamo amiche dai tempi della scuola, abbiamo avuto figli e ci siamo supportate a vicenda durante queste esperienze, come ancora adesso succede. Questo è un valore aggiunto inestimabile che abbiamo potuto sperimentare sulla nostra pelle e che vorremmo trasmettere a chi viene ai nostri incontri.

Tutte le informazioni per partecipare si trovano sui profili social delle due professioniste o contattando l’Associazione Piccoli Passi.




Sono Luca Frosinini e Giuseppe Maria Della Fina i due consiglieri della Fondazione Faina per il Comune

Sono Luca Frosinini e Giuseppe Maria Della Fina i membri di competenza del consiglio comunale di Orvieto nella Commissione amministratrice della Fondazione per il Museo “Claudio Faina”.

I due rappresentanti sono stati eletti con votazione a scrutinio segreto nel corso della seduta del 15 marzo. Due le terne di candidati presentate al consiglio comunale dal neo presidente della Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, Andrea Solini Colalè. Nella prima terna figuravano Marella Pappalardo, Ugo Antonio Ciammella e Luca Frosinini, nella seconda terna Paolo Binaco, Giuseppe Maria Della Fina e Maria Paola Cupello. Nella votazione della prima terna Luca Frosinini ha riportato 8 voti, 4 invece le schede bianche. Nella votazione della seconda terna Giuseppe Maria Della Fina ha riportato 3 voti mentre le schede bianche sono state 9.

La nomina dei due membri è stata quindi ratificata all’unanimità dal consiglio comunale.




Palazzo dei Sette a magazzino, la Piave spezzatino

Non inganni la rima, non si tratta di poesia, si tratta invece di prosa elettorale. È ciò che accade quando, avvicinandosi le elezioni, la tendenza consolidata a fare di tutto occasione di perenne campagna elettorale si esaspera e diventa aperta caccia al voto.

Ieri (15 marzo ndr) in Consiglio comunale è andata in scena la commedia elettorale della maggioranza, ormai ridotta alla cerchia dei fedelissimi di Roberta Tardani. Di stretta misura infatti, con l’eccezione di Alessio Tempesta e di Umberto Garbini, è stata approvata una osservazione alla Variante al PRG, parte Operativa, all’apparenza strana ma in realtà rispondente ad una precisa logica politica, con cui si destina uno dei più importanti palazzi storici della città, tutto (come ha sottolineato con particolare precisione proprio il Presidente Garbini), a magazzino con la scusa che ogni attività che ci si svolge ha bisogno di almeno una parte a magazzino. Incredibile, si trasforma un’ovvietà in una presunta necessità, e ci dovremmo anche credere!

In realtà si tratta di un’operazione funzionale al trasferimento lì dei costumi del corteo storico, che non è progettata, come con ricorrente retorica si dice, per una musealizzazione e fruizione pubblica, che richiederebbe ben altro tipo di impostazione (un progetto espositivo di fruizione funzionale, un piano finanziario e di gestione, ecc.), ma semplicemente per una sede un po’ più dignitosa di quella attuale. Dunque non si risolve il problema, si pregiudica un palazzo storico e si mette anche con questo un tappo al futuro.

Analoga logica per ciò che riguarda l’ex Piave. Con la stessa osservazione (ma che strana coincidenza!) si modificano infatti le norme di PRG e si stabilisce che per l’ex caserma di Via Roma “venga espressamente prevista una percentuale ‘Servizi generali (Caserme, Protezione civile ecc.’”, e con ciò surrettiziamente si impone una logica programmatica di spezzatino (si dice spezzatino non perché si vorrebbe negare la possibilità di usi diversi, ma perché senza un disegno complessivo di senso e praticabile qualsiasi intervento parziale sminuisce e svalorizza tutto il resto).

Già c’è qualche precisa richiesta d’uso di un pezzetto del grande immobile? Già c’è qualche impegno in questo senso?. Difficile dire, ma il timore che si voglia procedere a tozzi e bocconi non avendo voluto impegnarsi su una proposta complessiva e organica di riuso che pure è stata più volte proposta, da ultimo quella del MOST (ricordiamoci, approvata peraltro all’unanimità dal Consiglio), e non essendo stati capaci di proporre nulla di alternativo, oggi magari si vuole anche qui dimostrare di essere capaci di fare qualcosa. Qualcosa di utile solo per la campagna elettorale però, ma di inutile e dannoso per il futuro dell’ex Piave e con essa della città.

Le minoranze, e le parti di maggioranza di cui abbiamo detto, si sono opposte con chiarezza di argomentazioni a quello che appare non solo uno spot elettorale, come ad esempio lo sono lavori che spuntano qua e là, fotografie e quant’altro di questi tempi dà corpo alla spettacolarizzazione della politica, ma anche e soprattutto il sacrificio di sane e lungimiranti strategie di governo al bisogno di catturare l’attenzione e il consenso di fasce e settori di opinione pubblica a danno dell’interesse generale.

Il tutto con una operazione davvero approssimativa e superficiale, un’osservazione impostata e scritta male, un mix di argomenti che fanno a pugni con la logica, carenze di normativa di cui si accorge non l’ufficio ma i privati incaricati di verifiche preventive di compatibilità di destinazione. Una cosa così non si può digerire. Abbiamo detto no, e come CiviciX Orvieto faremo tutto il possibile perché questo modo di amministrare la città finisca.




Carissimo San Giuseppe, aiutaci tu…

Molto particolare e suggestiva l’ iniziativa di un gruppo di residenti orvietani che, disperati per l’andazzo preso dalla ennesima confusionaria e aleatoria campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative, ha pensato bene di rivolgersi e chiedere protezione e aiuto a San Giuseppe, Santo Patrono della affascinante e ridente cittadine sulla rupe.
Sono questi giorni frenetici, con mirabolanti promesse e proclami politici, con i candidati primi cittadini che, completamente ipnotizzati e assorbiti dalla corsa alla fin troppo ambita poltrona, sembrano facciano a gara a chi la spara più grossa. San Giuseppe, tu che tanto ami questa cittadina, non per nulla ne sei il Santo Protettore, ci devi aiutare. Noi cittadini non capiamo più nulla e non sappiamo come uscirne vivi. Questa campagna elettorale è per noi più “ubriacante” di una buona e sonora bevuta di vino .
Ci sono candidati che ieri si erano auto proposti alla carica di primo cittadino, per combattere questi ultimi cinque anni di amministrazione sventurata e di “jattura” (a loro dire), elencando tutti i peggiori difetti che una mente umana possa riscontrare nei confronti di una Amministrazione. Ebbene carissimo San Giuseppe, ora costoro, come folgorati sulla via per Damasco, con un mirabolante salto mortale, fanno marcia indietro per candidarsi proprio con la Amministrazione uscente, la stessa che fino a pochi giorni prima costituiva una sventura e una “jattura”.
San Giuseppe, ovviamente sappiamo che tu devi giocoforza credere ai miracoli. Ma queste conversioni, converrai con noi, sono più incomprensibili di un miracolo seppur grande . Poi, sempre Carissimo e Amatissimo Santo, devi aiutarci a capire una cosa. Era l’afoso, bollente luglio del 2019. L’attuale amministrazione uscente, da poco insediata, mediante il suo primo cittadino, in pompa magna stilava e condivideva con la popolazione il suo programma. In poco più di ottanta righe si enunciavano i lodevoli propositi da perseguire. In cima alla lista veniva enunciata una dura lotta alle liste di attesa nel campo sanitario pubblico. Nel tempo di vita di questa ultima legislatura, le liste di attesa si sono amplificate in maniera vergognosa, non dando la possibilità di curarsi in maniera dignitosa alla fascia più debole e fragile della popolazione. In seconda battuta venivano enunciati interventi risolutivi per migliorare l’economia locale e un piano di azione stringente per rendere il turismo meno “mordi e fuggi” e più consono a una cittadina elitaria del turismo. Con una lotta senza tregua alle strutture ricettive abusive. Ebbene, Carissimo, in questa legislatura il turismo è diventato da “mordi e fuggi” a solo “fuggi”, con ripercussioni economiche sulla economia locale ben note a tutti. Per non parlare del numero delle strutture ricettive, poco più di seicento consultando le offerte dei portali del settore. Ne risultano poco meno di trecento ufficialmente censite e registrate. Qui abbiamo assistito al miracolo non della trasformazione e moltiplicazione dei pani. Ma della trasformazione e moltiplicazione di garage e cantine in B&B. Ovviamente un numero di strutture ricettive non ufficiali così grande arreca un grande danno all’immagine della nostra cittadina e a chi fa questo lavoro rispettando le regole, oltre all’economia locale.
in quelle poco più di ottanta righe si parlava di importanti interventi sulle infrastrutture, con consolidamento del progetto di uscita autostradale casello Nord e inizio e completamento lavori della complanare. Sparito nella nebbia che sovente nelle mattinate invernali avvolge la rupe, la creazione uscita Casello Nord, altro mirabolante miracolo questo. Della complanare ancora di parla ma nulla di concreto si è visto.
In quelle ottanta righe si criticavano aspramente le amministrazioni precedenti per non essere tempestivamente intervenute nella riqualificazione e ricollocazione della caserma Piave. Oggi la caserma non è stata né riqualificata né ricollocata. E’ solo invecchiata di cinque anni, offrendo di se una immagine più decadente e più deprimente di allora. Si parlava in quel programma, di sostanziali e importanti interventi e finanziamenti alle voci “cultura”e “sociale”. A parte la strampalata e aratoria idea di proporre la nostra cittadina come Capitale della Cultura, non è stato fatto nulla di veramente rilevante per cultura e sociale.
Non parliamo poi di come Orvieto in questo ultimo quinquennio si è allontanata dalle grandi città. Collegamenti ferroviari sempre più ridotti e rallentati nei tempi di percorrenza ,hanno penalizzato e impoverito Orvieto sotto tutti i punti di vista. Hanno reso stressante e pesante la vita dei tanti pendolari, hanno reso più povera l’economia locale. Hanno scoraggiato chi voleva trasferirsi a vivere nel comprensorio.
Insomma,Carissimo San Giuseppe, avrai capito perché ci siamo rivolti a te. La nostra amata cittadina è in agonia, sta lentamente morendo. Se ne hai la possibilità, ogni tanto da lassù lancia una tua occhiata nel Corso principale in qualche serata non festiva. Vedrai un Corso vuoto, eccetto qualche gattino a caccia di cibo o qualche temerario cittadino locale che si avventura per un caffè in qualcuno dei bar del loco.
Non potrai non notare che i negozietti storici, vero cuore pulsante e anima della cittadina che proteggi, sono completamente spariti. Non ci rimane che affidarci e confidare in Te. Se puoi illumina le menti dei nostri aspiranti politicanti. E siccome siamo in confidenza, ti chiediamo una ulteriore tua intercessione, un ulteriore gradito miracolo.
E’ da più di un mese che siamo circondati e bombardati da cantieri. Dopo anni di assoluta inerzia, adesso è tutta una corsa a questo o a quel lavoro.
Se puoi, Carissimo San Giuseppe, liberaci, oltre che da quei politicanti di cui sopra, anche da un po’ di questi cantieri. Non ne possiamo più…
Ora ti salutiamo, scusandoci ancora una volta per il fastidio che Ti abbiamo arrecato. Ma non sapevamo cosa fare o a chi rivolgerci. Ci sei sembrata la nostra unica, estrema ancora di salvezza.
Un abbraccio da tutti noi, Carissimo San Giuseppe.




Cantiere Orvieto, cambi nel consiglio direttivo, “investiti oltre 242 mila euro, tutti privati, per concerti, spettacoli , libri e film”

Durante l’assembla dei soci di Cantiere Orvieto che si è tenuta lo scorso 12 marzo è stato rinnovato il consiglio direttivo.  I soci hanno anche approvato il bilancio 2023 e il budget per il 2024.  Escono di scena il presidente Alessandro Punzi e la consigliere Angelica Ridolfi.  Il nuovo direttivo vede l’ingresso di Daniele Perali e Valentina Settimi e la conferma di Emanuele Leonardi, Roberta Pedetti, Riccardo Campino e Stefano Malentacchi.  Nessuno scossone ma un avvicendamento già annunciato dal presidente Punzi lo scorso ottobre e che ha definitivamente lasciato l’incarico a fine mandato. Cantiere Orvieto è una realtà che si è+ affermata velocemente nel panorama culturale orvietano grazie ai tanti eventi e in particolare a ONE, Orvieto Notti d’Estate.  I componenti del consiglio direttivo hanno voluto tracciare un bilancio di questi sei anni che hanno attraversato anche il dramma della pandemia senza mai fermarsi. 

Ecco i numeri, sempre fondamentali e utili per definire l’impegno di Cantiere Orvieto con i suoi due appuntamenti top, One e Il Libro Parlante per l’inverno.  In sei anni sono state più di cento le proiezioni cinematografiche, 46 gli incontri con gli autori di libri, 18 i concerti inclusi 4 importanti e prestigiosi eventi in Piazza Duomo e 9 spettacolo di teatro e danza.  Questo è il biglietto di visita. Il consiglio ha anche voluto rendere noti gli impegni economici dal 2019 al 2023.  Si parte dai 23.727 dell’anno d’esordio per passare agli oltre 38 mila del 2020 e ai quasi 62 mila del 2021; Nel 2022 gli impegni sono scesi a 46.700 mentre nel 2023 è stato registrato il record di 71.809 euro.  “in totale – sottolineano da Cantiere Orvieto – un investimento complessivo di 242.423”.   E’ un risultato veramente importante soprattutto perché “tali investimenti si sono potuti realizzare esclusivamente grazi al contributo economico dei privati”.  Cantiere Orvieto non intende con questo aprire una polemica politica ma rispondere a chi, anche in consiglio comunale ha chiesto di conoscere i numeri e soprattutto ha sottolineato la presenza indispensabile di finanziamenti pubblici. 

Nel comunicato ufficiale è scritto che “l’amministrazione comunale ha sempre risposto alla richiesta di patrocinio non oneroso mettendo a disposizione i vari ambienti della città utilizzati per gli eventi”.  Non mancano i ringraziamenti proprio all’amministrazione, all’Ufficio Cultura, alla Biblioteca Luigi Fumi e alle tante altre istituzioni che a vario titolo hanno dato la loro disponibilità a collaborare mettendo a disposizione gli asset.  In questi anni hanno collaborato per la riuscita dei vari eventi la Fondazione CRO, Fondazione Centro Studi, Digipass, Opera del Duomo, Capitolo della Cattedrale, Fondazione Museo Faina, Gal Trasimeno-Orvietano e Protezione Civile.  Il consiglio ha riservato “un ringraziamento particolare la partner storico Multisala Cinema Corso dei fratelli Ferretti che hanno sempre garantito puntuale professionalità per la sezione di loro competenza”.

Ora occhi puntati sul 2024 con un programma da definire per One e un nuovo consiglio direttivo che continuerà ad operare per far crescere le attività culturali in città e l’impegno civico di tante imprese che in questi anni sono intervenute a sostegno finanziando totalmente tutti gli eventi organizzati dall’associazione.




Asfaltiamo gli elettori!

A tre mesi dalle elezioni comunali ci sono più cantieri aperti ad Orvieto che a Roma prima del Giubileo del 2000. Scavi, buche, piante, asfaltature, illuminazione rinnovata, appalti annunciati: da che mondo è mondo, ogni amministratore cerca di far vedere ai cittadini che le strade son pulite, le luci ripristinate, e l’immondizia raccolta puntualmente.  Quando ero giovane, un dirigente di partito attempato mi disse: “gli ultimi sei mesi non si decide più nulla, si asfaltano le strade, e si riparano le fontanelle, insomma si fa normale amministrazione”.

Se dicessimo che la sindaca uscente è la prima ad usare i lavori pubblici per fare campagna elettorale mentiremmo. Tardani non è la prima e non sarà l’ultima. Certo, forse qui si è persa la misura. I Tardani boys vogliono stravincere, asfalta qua, asfalta là, vogliono asfaltare anche gli elettori.

I video celebrativi dei lavori alla scuola di Sferracavallo, la gigantografia su bancale a Piazza della Repubblica, i manifesti elettorali “Niente slogan, solo Orvieto nel cuore” ricordano tanto l’assessore alle varie ed eventuali Palmiro Cangini, il quale esclamava “fatti, non pugnette!” In effetti anche noi siamo senza parole dopo la prova mozzafiato dell’amministrazione uscente. Estasiati, ammirati, entusiasti, inebriati, soddisfatti, e rimborsati. Ah, no, quello no… mi dicono che le aliquote ad Orvieto sono tutte al massimo. Vabbè, però vuoi mettere, quelli che c’erano prima mettevano tutti i loro amici sulle poltrone che contano. La Tardani invece premia le competenze. Ah, no… mi dicono che anche da questo punto vista siamo messi peggio di prima.

Ma insomma, gigantografie a parte, la giunta comunale non poteva fare i miracoli. Eppure, le elezioni il miracolo lo hanno portato. In cinque anni la Tardani non ha cambiato una lampadina, asfaltato una strada, riparato un muretto, avviato un’opera importante. Adesso Orvieto sembra Manhattan ai primi del Novecento.

Se invece confrontassimo il programma elettorale con quello che è riuscita a realizzare la sindaca, l’assessore Cangini (quello di “fatti, non pugnette!”) sarebbe alquanto deluso. Nell’ordine la Tardani promise: incremento economico attraverso la creazione di una holding delle eccellenze del territorio (non, non è la app…. quella sono buoni tutti a farla). Poi ancora: “adeguate politiche fiscali” per favorire la nascita di imprese (avete visto le agevolazioni fiscali e le imprese?).

Ma continuiamo. La sindaca scriveva: “La città è un insieme di componenti che convivono: turismo, attività produttive, famiglie residenti. Se una di queste viene a mancare si rompe proprio quell’equilibrio che anima la città…”. Ditelo a chi non riesce a trovare una casa in affitto, e ai gestori di Bed and Breakfast abusivi. E poi parcheggi per i residenti, spazi di accoglienza per il turismo di massa, e servizi igienici! Si, col binocolo. Ma non potevano mancare i pendolari, eh no. E allora la Tardani scriveva che avrebbe chiesto di potenziare i collegamenti ferroviari, anzi diceva con fermezza: “Riprenderemo inoltre il progetto Alta Velocità e ne faremo uno degli obiettivi della nostra amministrazione.” Ci puntava così tanto la sindaca che cinque anni fa lo scrisse anche in grassetto. E anche questo obiettivo non è stato centrato. Qui non riusciamo nemmeno a prendere i regionali e gli Intercity, figuriamoci.

Il programma elettorale della Tardani era un crescendo di promesse. Per esempio, al punto Innovazione si leggeva: “Adotteremo i più moderni sistemi informatici per gestire tutti i servizi della pubblica amministrazione e per organizzare in modo intelligente la vivibilità della città. Applicazioni informatiche saranno impiegate per gestire i parcheggi, verificarne le disponibilità e pagare il ticket. Analogamente, per i servizi di trasporto urbano e tutti i servizi a domanda. Puntiamo ad una città digitale, tecnologicamente avanzata e culturalmente preparata per affrontare anche questa sfida”.

Che dire, a tutti verrebbe spontaneo esclamare “Me cojoni!” (Cit. Rocco Schiavone). Ma anche qui purtroppo siamo rimasti al palo, anzi coi computer impallati.

La chicca finale, ovviamente, riguardava la sanità. Ecco, qui secondo me il programma elettorale della Tardani raggiungeva livelli di rivendicazione che nessun rivoluzionario ha mai osato sognare: “Sulla sanità svolgeremo una forte azione di stimolo per il miglioramento dei servizi e denunceremo con forza quelle carenze che dipendono da scelte politiche e non certo dalla capacità e competenza degli operatori sanitari, i quali vivono quotidianamente, sulla propria pelle, le conseguenze di mancati investimenti e di scelte sbagliate. Non temiamo certo le logiche degli equilibri politici regionali, al contrario rivendicheremo con forza i diritti della nostra collettività.” Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Ho fatto solo alcuni esempi, ma la lista dei fallimenti dell’amministrazione uscente potrebbe continuare. Per pietà dei lettori la chiudo qui. Alla luce dei fatti (Cangini, si calmi!), è piuttosto chiaro il motivo per cui anche alla Meloni del manifesto elettorale viene da mettersi una mano sul cuore e pensare tra se e se: “Gli slogan li abbiamo finiti tutti. Le chiacchiere stanno a zero. Ora non rimane che asfaltare gli elettori.”




Elisa Cinti di Abitare Orvieto, “no a contrapposizioni tra operatori e residenti ma equilibrio per non svuotare il centro storico”

Abusivismo turistico, residenti, imprese, non sono tre gruppi diversi e distanti, ma punti differenti ma facenti parte della città. Sgombriamo il capo, dunque, da contrapposizioni sciocche e frutto più della frenesia da campagna elettorale che da dibattito serio sul futuro di Orvieto.
Elisa Cinti, di “Abitare Orvieto”, ritiene che prima di tutto sia necessario definire la città, “Orvieto è una città “ad alta tensione abitativa” inserita nelle Aree Interne e presa d’assalto dal turismo mordi e fuggi”. Una domanda che pongono alcuni è, ma siamo sicuri che siamo pieni di turisti? E’ chiaro che si parla dei periodi di punta, non tutto l’anno e e Probabilmente proprio l’avere turisti in alcuni periodi ben definiti evidenzia quel rischio “turistificazione” che molti sottolineano. Sempre Elisa Cinti spiega, “ci sono studi scientifici sugli effetti nel breve e soprattutto nel lungo periodo, di questo fenomeno, e ritengo che qualsiasi amministrazione dovrebbe tenerli in considerazione e studiarli a meno che non si voglia un centro storico svuotato della sua linfa vitale ossia delle persone che vi abitano”.

“Abitare Orvieto” da tempo sostiene chi risiede nel centro storico e vuole rimanerci ma senza demonizzare il turismo, una grande risorsa economica per tutti anche per chi abita sulla Rupe. “Scendere ad un tal basso confronto non è costruttivo, è invece sicuramente necessario – spiega Elisa Cinti – fotografare la realtà e dati alla mano affrontare i problemi reali che sono stati determinati da una politica volta unicamente alla promozione turistica senza alcuna preoccupazione di quello che la città stava parallelamente diventando in termini di depauperamento del tessuto sociale, demografico ed economico”. Bisogna cioè analizzare gli effetti distorsivi di uno sviluppo turistico vorticoso e troppo spesso con deroghe e “deroghine” ai regolamenti e alle leggi. “Ad esempio, le strutture ricettive private extra-alberghiere ad Orvieto, negli ultimi 7/8 anni, sono aumentate in maniera esponenziale (dato certificato dalla Regione Umbria, fruibile da tutti oltre che essere in mano all’amministrazione comunale). Ecco, sarebbe importante – secondo Cinti – comprendere quali siano gli effetti nel lungo periodo di queste innumerevoli autorizzazioni che il Comune ha rilasciato ossia quali siano i relativi vantaggi, in termini di aumento della produttività per il territorio e di sviluppo della comunità locale”. Nessuno vuole mettere sotto accusa l’amministrazione comunale ma almeno far rispettare le regole e capire come governare i processi, Elisa Cinti ritiene che “se da una parte ci sono alcuni aspetti rispetto ai quali l’amministrazione comunale non ha competenza ci sono altri in cui invece può assolutamente agire, ad esempio un aumento dei controlli, una riduzione delle autorizzazioni, la modifica del piano regolatore, delle differenti applicazioni dei regimi fiscali, all’attuazione di politiche di social housing e di residenzialità pubblica”.

Abitare Orvieto ritiene che i residenti debbano essere presi in considerazione perché “incontrano difficoltà quotidiane e un’amministrazione dovrebbe adoperarsi per favorire quanto più possibile la residenzialità nel suo territorio”. Qui non si tratta di voler mettere in contrapposizione i cittadini, “si deve mantenere in equilibrio la residenzialità e la naturale vocazione turistica di Orvieto programmando una politica che non sia solo a favore di alcuni singoli ma che guardi al futuro della nostra città, tutta”.




Fermati e denunciati dai carabinieri tre uomini per furto su un’auto a Baschi

I Carabinieri del Norm della Compagnia di Orvieto hanno deferito tre cittadini di origine cilena, rispettivamente di 48, 33 e 20 anni, tutti domiciliati a Roma, per furto aggravato in concorso e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli. La sera di martedì 12 marzo un cittadino, nel raggiungere il campo sportivo comunale di Baschi, aveva notato nel parcheggio tre individui che armeggiavano su un’autovettura in sosta: i tre, resisi conto di essere stati scoperti, si davano alla fuga a bordo di un’utilitaria di colore rosso. L’immediata attivazione delle pattuglie in circuito da parte del testimone con la chiamata al 112 ha consentito ad un equipaggio dell’Aliquota Radiomobile di intercettare e fermare il veicolo in fuga nei pressi del casello autostradale di Orvieto.

Sottoposti a perquisizione personale, i tre venivano trovati in possesso di arnesi da scasso, tra cui un grosso ferro artigianale creato ad hoc per l’apertura delle portiere delle auto, una torcia ed un cacciavite mentre non è stata rinvenuta la refurtiva del furto perpetrato poco prima, un pc portatile ed un tablet. Per i tre sudamericani, irregolari, oltre alla denuncia penale all’A.G., è stato avviato, d’intesa con l’Autorità di P.S., l’iter per l’irrogazione della misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio. con divieto di ritorno nel Comune di Orvieto.