Aggiudicato l’appalto integrato per i lavori della Casa e dell’Ospedale di Comunità

È stata pubblicata il 5 marzo la delibera con cui la Usl Umbria 2 ha aggiudicato l’appalto integrato per la progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione dei lavori della Casa di comunità e Ospedale di Comunità nell’ex ospedale di Piazza Duomo.  I tempi del Pnrr fissano la consegna entro il 2026 e secondo il cronoprogramma indicato dall’azienda sanitaria i lavori partiranno tra luglio e settembre.

Occorre ora andare avanti rapidamente nella realizzazione di questa importante opera che ha molteplici obiettivi: riorganizzare la sanità locale partendo da un potenziamento e miglioramento della medicina di territorio, alleggerire l’ospedale da attività e ricoveri impropri, riqualificare e rifunzionalizzare un immobile di pregio abbandonato da anni e riportare servizi ed economia quotidiana nel centro storico.

La Regione Umbria investirà oltre 20 milioni di euro del Pnrr sulla sanità orvietana, una cifra in proporzione alla popolazione superiore a quella investita sui principali centri dell’Umbria. Della Casa di comunità, allora Casa della Salute, se ne parlava dal 2007 con un accordo di programma poi rinnovato nel 2015 a cui non era stato dato mai seguito, senza un progetto, senza fondi, senza evidentemente la volontà politica di portarlo a termine.

Oggi questa amministrazione ha indirizzato le scelte della Regione e della Usl chiedendo di riqualificare l’ex ospedale in Piazza Duomo per cui sono stati trovati i finanziamenti necessari. Oggi possiamo dire che c’è finalmente la volontà politica di portare avanti i progetti che vanno nell’interesse della nostra comunità.

La sfida e il mio impegno futuro sarà quello di capitalizzare e saper gestire le opportunità dei fondi Pnrr e intervenire per una nuova organizzazione dei servizi sanitari locali disegnati sulle esigenze di una popolazione che invecchia sempre più, meno ospedalocentrica e più vicina ai bisogni di salute dei nostri cittadini.




Stefano Biagioli, “nel giorno del confronto arriva l’assegnazione dei lavori per l’Ospedale di Comunità e intanto le liste d’attesa peggiorano”

L’iniziativa di Prometeo a cui ho partecipato ieri sera insieme ai candidati sindaci per Orvieto ha ottenuto un risultato straordinario.

È bastata questa iniziativa per far firmare la delibera di assegnazione dei lavori per la casa di Comunità. Strano no? Come ha detto il Presidente dell’associazione, Dino Fratini, guarda caso proprio nel giorno in cui si discute di questo, dei ritardi, delle difficoltà della sanitá, la delibera arriva. Una gran fortuna per la sindaca Tardani.

Ed allora la prima cosa che mi viene da dire è organizziamo decine di iniziative sui temi piu pressanti cosicché assisteremo ad un rapido risveglio delle decisioni amministrative del centrodestra per il nostro territorio!Comunque veniamo a noi.

C’erano tante persone. Ero un po’ teso, per me era la prima uscita pubblica, il primo confronto… insomma, un po’ di tensione ci sta. Io sono abituato a parlare coi pazienti, con le famiglie. E da lí ho cominciato.

Dalle preoccupazioni, dalle esigenze e dalle necessità troppo spesso  – e sempre di piu negli ultimi anni – deluse di chi si trova di fronte ad una sanità più malata del malato.

Per quanto mi riguarda mi sono trovato in piena sintonia con la candidata di proposta Civica Roberta Palazzetti.  Un’analisi netta delle difficoltà della nostra sanità. Senza ribadire ciò che lei ha detto, ho portato la mia esperienza personale. Intanto sulla questione delle liste di attesa.

Ieri, prima dell’assemblea, ho fatto le prove dei tempi di attesa su esami specifici. Analisi del sangue? 15 giorni. Esami tipo colonoscopia? Lista di attesa. Due mesi, forse tre. E quando ad un paziente gli esami preliminari gli dicono per due volte che ha sangue occulto nelle feci, non ha tempo di aspettare due mesi. Ed allora lo fa subito. 350 euro per la colonoscopia e altri 70 per l’esame istologico. Per chi ha 420 euro funziona cosi. Ma per chi non li ha? Il tempo è, in questi casi, una variabile fondamentale per la cura. Urologia? Non c’è più l’urologo a Orvieto. Al consultorio manca il ginecologo. Il personale dell’ospedale? Sotto organico del 30%.

Ed allora mi sono permesso di dire. Ma se facciamo la casa di comunità e non abbiamo nemmeno il personale per l’ospedale, non rischiamo di costruire una nuova bella struttura per poi non utilizzarla. In risposta a Tardani dico che il mio non è disfattismo ma semplicemente registro dei dati reali.  

Ho parlato del Cup, centralizzato a Foligno e Perugia e che non comprende le esigenze del nostro territorio. Pensate, per gli esami senologici il Cup da Orvieto prevede di mandarti a Terni e solo se Terni è satura ti manda ad Orvieto. Ma per i nostri cittadini non è meglio riempire per gli esami prima gli ambulatori di Orvieto e poi, se saturi, andare altrove?

Da medico di base, dalla mia esperienza quarantennale dico che molte volte il buon senso è ciò che manca a chi si occupa della gestione della sanità pubblica. Quella sanità pubblica che per cattiva gestione sta cedendo sempre piu spazio alla sanità privata e che discrimina il nostro territorio che, badate bene, non è quello di Orvieto e dell’orvietano ma di un’area di 100mila abitanti a cavallo tra Umbria, Lazio e Toscana.

P.S. tra qualche giorno si parla di Università e di Caserma Piave. Vuoi vedere che dopo quasi 5 anni di nulla la sindaca arriva con un progetto fantasmagorico? Del resto si sa, le strade si asfaltano meglio sotto campagna elettorale. È risaputo che il catrame attacca meglio al fondo stradale! A presto e… Teniamoci in contatto.




Stefano Zamagni, “la riflessione sulla politica cattolica e il rischio della diaspora etica”

Secondo l’economista Stefano Zamagni, la discussione sulla politica cattolica in Italia deve andare oltre i confini tradizionali e concentrarsi sulla distinzione tra due concezioni del potere: come “influenza” e come “potenza”. Questa riflessione emerge come risposta a una tendenza che, secondo Zamagni, si è diffusa nel mondo cattolico italiano negli ultimi trent’anni.

L’economista osserva che nel variegato panorama cattolico del Paese si è affermata l’idea che la responsabilità del mondo cattolico dovrebbe limitarsi al momento prepolitico, ovvero all’esercizio del potere come influenza, mirato a incidere sui comportamenti umani. Questo fenomeno ha generato quella che Zamagni chiama “diaspora cattolica” con conseguente “adiaforia etica”, ovvero una posizione di indifferenza etica.

“È evidente che questo sta creando problemi seri”, afferma Zamagni. L’economista respinge l’idea di un ritorno al partito cattolico o a rivisitazioni della Democrazia Cristiana, sottolineando l’importanza di un soggetto che si occupi delle grandi questioni come la guerra o l’ambiente, questioni che non possono essere affrontate solo a livello strutturale.

Nel contesto della riflessione, Zamagni richiama un passato di cui si è perso il ricordo, citando l’espressione di “strutture di peccato” usata da Papa Giovanni Paolo II. Zamagni critica il fenomeno di auto-delegittimazione che sta vivendo il mondo cattolico, paragonandolo all’essere “lievito nella pasta” o al tentativo di cambiare le istituzioni agendo solo sui comportamenti individuali.

L’economista conclude affermando che sebbene possa essere vero che il cambiamento delle istituzioni avvenga nel lunghissimo tempo, è necessario considerare e affrontare le sfide immediate e urgenti, affinché il mondo cattolico possa recuperare un ruolo significativo nella sfera politica e sociale del paese.




I cattolici a orologeria, una razza strana di politico che si ricorda della Chiesa e dei suoi valori ogni 5 anni

Arrivano le elezioni e puntualmente i cattolici vengono tirati per la giacca, a destra e a manca e anche al centro. Ma i cattolici non sono sempre meno?, Sì, sono in calo e vengono anche spesso messi in discussione. Poi avviene il ricorrente miracolo delle elezioni e ogni 5 anni tornano i cattolici a orologeria, finché “il secondo turno non ci separi”.

Dopo la fine della DC è arrivata la fusione fredda tra DS e PPI/Margherita, con i riferimenti politici che si sono dissolti e mescolati. E’ praticamente sparito dal panorama politico la parola “cristiano” e questo ha permesso a chiunque di definirsi “cattolico”. Il rinnovato parlare alla “polis” e ai cittadini da parte del Papa ha erroneamente fatto credere a qualcuno di essere erede della DC. Addirittura a livello locale abbiamo un candidato potenziale che si ritira in buon ordine facendo appello ai cattolici di votare per un candidato sindaco in particolare. E gli altri? Perché non dovrebbero essere altrettanto rappresentanti del mondo cattolico? Quali sono i titoli?

Sì i cattolici sono cittadini e fanno parte della comunità e anche il Santo Padre sprona a un impegno concreto ponendo al primo posto l’amore per il prossimo, per la vita e la pace e soprattutto il rispetto per i più deboli. E poi ancora la dignità del lavoro, la dignità degli stipendi, l’accoglienza dei migranti, il rispetto per il creato. E la politica? E’ un servizio per la comunità, disinteressato. Non poco, per niente! E siamo proprio sicuri che qualcuno riesca a rappresentare tutti i principi?

Oggi il cattolico è libero di scegliere anche in politica, finalmente, senza strutture predeterminate. E il politico cattolico non può “predicare bene e razzolare male” o accendersi solo ogni elezione per poi dimenticarsi tutto per un altro lustro. Quindi meno appelli e più esempi concreti e più libertà e attenzione al prossimo, alla natura e al rispetto della dignità del lavoro e dei lavoratori.




Doppia certificazione Erasmus+ per l’Istituto omnicomprensivo Laporta di Fabro

Fermento all’Istituto Omnicomprensivo “R. Laporta” per il raggiungimento del doppio accreditamento Erasmus+, sia nel settore Istruzione scolastica (Azione KA120-SCH) che nel settore della formazione professionale VET (Azione KA121-VET).  Traguardo raggiunto grazie al duro lavoro svolto dal team internazionalizzazione dell’Istituto Laporta e dal lungo e rigoroso processo di valutazione da parte delle Agenzie Nazionali INDIRE e INAPP. Le due agenzie hanno riconosciuto la qualità delle nostre proposte progettuali e la nostra capacità di fornire esperienze di apprendimento significative e stimolanti, dichiarano dall’Istituto.

Entrambi i programmi sono stati redatti in base agli standard di qualità Erasmus: 
1) Inclusione e diversità; 
2) Sostenibilità ambientale e responsabilità; 
3) Educazione digitale, inclusa cooperazione virtuale e mobilità in modalità blended; 
4) Partecipazione attiva nella rete delle organizzazioni Erasmus+.
Questo grande risultato, sottolinea la dirigente Cinzia Meatta, ci consentirà di ampliare le opportunità di formazione e di crescita di studenti e staff, aumentando le possibilità di studiare e formarsi all’estero di entrare in contatto con diverse culture e lingue, di sviluppare competenze interculturali fondamentali per il futuro professionale e personale.
Si tratta di un successo straordinario a coronamento dell’attività progettuale europea in cui, afferma la Dirigente Cinzia Meatta, abbiamo creduto fortemente e costantemente. Un ringraziamento alla commissione internazionalizzazione dell’Istituto, coordinata dalla professoressa Canestri, che in tutte le fasi del percorso ha lavorato in modo costante e meticoloso riuscendo non solo a fotografare le necessità del territorio ma anche a evidenziare le opportunità per tutta la componente studentesca, docente e staff.




Il 6 marzo esce “L’archivio segreto di Via Nazionale”, storie di dossieraggi e servizi segreti, il libro di Roberto Conticelli, quasi un instant book

Quando si dice ‘essere sulla notizia’. Un libro sul più noto caso di dossieraggio ai danni di uomini politici e giornalisti, quello relativo all’archivio segreto gestito dal Sismi in via Nazionale a Roma, che viene pubblicato proprio in queste ore, clamorosamente segnate da un nuovo, misterioso episodio di spionaggio a quanto pare condotto da apparati dello Stato nei riguardi di personaggi ben conosciuti della politica, delle istituzioni e dello spettacolo. ‘Ci sono voluti cinque mesi di lavoro per preparare il volume, ma in realtà sembra un instant-book, poiché l’inchiesta sul dossieraggio attualmente in piedi a Perugia ricalca in molte parti la vicenda della quale mi sono occupato, risalente al 2006. Una coincidenza impressionante. Anche allora ci furono personaggi a lungo spiati e pezzi dello Stato, in particolare il Sismi, lo spionaggio militare, che vennero accusati di controlli illegali e di veri e propri dossieraggi. Poi tutto finì, va detto, con assoluzioni e prescrizioni, ma in molti casi fu il Segreto di Stato a impedire ulteriori accertamenti’. A parlare è il giornalista Roberto Conticelli, autore de ‘L’Archivio Segreto di via Nazionale’, volume edito da Rcs e inserito nella collana ‘Storia dei Grandi Segreti d’Italia’, in edicola in abbinamento con La Gazzetta dello Sport il 6 marzo e acquistabile online nel circuito di Gazzetta Store.it.


Foto di Massimo Achilli

‘Siamo sulla notizia, non c’è che dire. Ma il merito di ciò – afferma ancora Conticelli – è della professoressa Barbara Biscotti, apprezzata docente dell’Università di Milano-Bicocca, che mi ha affidato la stesura di questa opera nell’ambito della collana da lei curata per conto della Rcs. Lo ha fatto mesi fa, ma i corsi e ricorsi storici, come ci ha insegnato Giambattista Vico, hanno un’eterna attualità. Tanto più in Italia, una nazione che a ben vedere è una grande realtà provinciale all’interno della quale i segreti, anche quelli riferiti a situazioni intime o personali, vengono spesso carpiti illegalmente e utilizzati a scopi politici per la gestione del potere. Per questo da noi l’apparato nazionale dei Servizi Segreti è sempre guardato con un certo sospetto, pure se non se ne può fare a meno. Proprio a tale sistema, infatti, affidiamo la nostra sicurezza interna e internazionale. Controllare le eventuali deviazioni dell’apparato è quantomai necessario, ma guai a demonizzare una struttura fondamentale per il mantenimento delle buone relazioni tra Stati. Oggi la pace mondiale si deve anche e soprattutto al buon funzionamento dei Servizi Segreti’. Il libro di Conticelli, giornalista di lungo corso e già presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, oltre al racconto della scoperta dell’Archivio Segreto e dei numerosi procedimenti giudiziari che ne scaturirono, contiene un’accurata analisi della situazione attuale e delle prospettive del sistema dei Servizi Segreti italiani. ‘E’ alle porte una riforma di tale apparato – sostiene Conticelli – che necessariamente dovrà tenere conto di uno sviluppo tecnologico senza precedenti anche nel sistema della sicurezza. Fino a pochi anni fa erano le intercettazioni telefoniche a farla da padrone, oggi droni e satelliti-spia consentono operatività un tempo impossibili. Ma è poi la stessa finalità dello spionaggio ad essere cambiata, ad aver preso altri canali, assumendo nuove caratteristiche e quindi specificità ancora da verificare. Perché, dunque, leggere un libro come quello che ho scritto e che ha comportato un lungo lavoro di verifica e acquisizione delle fonti? Magari anche soltanto per conoscere cosa avviene nel mondo quando ci sentiamo tranquilli in casa e riteniamo di non avere pericoli che incombono sulle nostre teste.

Il 7 ottobre, con il crack dell’apparato di sicurezza israeliano, uno dei migliori del mondo, che ha consentito ad Hamas di mettere a segno la carneficina del rave nel deserto, noi occidentali abbiamo scoperto che la sicurezza è un problema costantemente presente, una spia perennemente accesa. I rischi ormai ci camminano accanto ogni giorno’.




Stefano Biagioli, “cambiamento possibile con trasparenza e condivisione”

“La campagna elettorale comincia. Mi fa piacere dirvi che ho accettato l’invito ad associarmi al club amici della stampa di Orvieto. Ho accettato questa candidatura con l’obiettivo di porre al centro del mio impegno la necessità di far tornare il Comune quella casa di tutti in cui trasparenza, condivisione, partecipazione possano essere gli elementi fondamentali per dare forza alla nostra comunità. E proprio quegli obiettivi necessitano di una stampa attenta, vigile, libera che non abbia mai paura nello svolgere il loro ruolo di cane da guardia della democrazia e non cane da riporto della politica. La mia iscrizione agli amici del club vuole sottolineare proprio il loro fondamentale ruolo a difesa dell’Articolo 21 della Costituzione. Insomma, fateci le pulci, aiutateci a presentarci agli elettori, organizzate anche voi ogni spazio possibile affinché il voto che esprimerà la nuova amministrazione possa essere il piú consapevole possibile.
La mia campagna elettorale e quella di ogni lista che la sosterrà non sarà una campagna strillata. È chiaro che nella nostra città c’è una straordinaria voglia di alternativa. Una esigenza di alternativa a chi ha guidato l’amministrazione in questo mandato ormai in scadenza.  Prova ne sono le tante candidature che si sono poste questo obiettivo, analizzando le cose che non vanno, proponendo meccanismi di partecipazione dal basso, avanzando idee, programmi, obiettivi per il futuro di Orvieto. A queste proposte di alternativa, sale buono della democrazia, si uniscono anche altri momenti che sono veri e propri tesori per chi come me, come noi, vuole essere protagonista di una nuova stagione per il buon amministrare la nostra città.
Il lavoro fatto da Prometeo sulla pesante situazione della nostra sanità è encomiabile perché guarda a questa crisi partendo da chi ha la necessità di una sanità che funziona. Ho accettato con piacere al loro invito pronto ad ascoltarli e contribuire anche alla discussione portando quella che è la mia esperienza di medico.
Si discuterà di università e di Caserma Piave. Binomio imprescindibile se si vuole finalmente trasformare quella struttura da “peso improduttivo” a “volano di sviluppo” per tutto il nostro territorio. Ed anche in questo caso so che altre associazioni del territorio hanno prodotto idee e progetti importanti, con sostegno di investimenti importanti che la politica e la buona amministrazione hanno il dovere di conoscere e valutare.
Sono due degli appuntamenti importanti che si terranno nella settimana che viene. Comincia cosi il mio diario di viaggio di questa campagna elettorale. In bocca al lupo a tutti noi e a tutti coloro che hanno scelto di spendersi per il bene comune della nostra comunità. Restiamo in contatto”.




Todi, “riscoperte” le mura urbiche da salvare

A Todi sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di bonifica delle aree interessate dagli interventi di recupero degli ultimi tratti di mura urbiche della città di Todi finanziati con 4,7 milioni di euro, importo ricompreso nell’ordinanza attuativa nr. 129 del 13 dicembre firmata dal Commissario straordinario alla Ricostruzione. Sarà così possibile dare compiutezza al recupero dell’intera cinta muraria medievale, la terza, dopo quella cosiddetta etrusca (III secolo a.C.) e romana, la più esterna e dal perimetro più esteso, la cui costruzione risale al XIII secolo.

La prima zona interessata ai lavori di ripulitura, preliminari alla progettazione definitiva, è in questa fase quella tra Viale della Fabbrica e la soprastante Via Cesia, in continuità con il tratto già restituito a nuova vita negli anni scorsi, dal Bastione all’altezza del campetto del Crispolti, e fino all’altezza dell’ex convento dei Cappuccini del Sacro Cuore, attuale sede dell’Istituto professionale. Gli interventi di recupero delle mura medievali saranno rivolti anche al tratto tra Porta Amerina e Pozzo Beccaro, in direzione del tempio della Consolazione, e a quello da Porta Perugina verso Porta Orvietana, parallelo alla strada dove sono attualmente già in corso i lavori per la realizzazione del percorso ciclo-pedonale parte del “Giro di Todi” e che dovrebbero terminare entro i primi di aprile. In questi due casi saranno sufficienti interventi di cuci-scuci, di risarcimento delle lesioni presenti e di stuccatura, ma in alcuni tratti si renderanno necessarie palificazioni in cemento armato nelle fondazioni delle mura con  funzioni di sostegno; in altri ancora sarà necessario la ricostruzione della muratura al piede.
La situazione più complessa è proprio quella lungo Via della Fabbrica, dove si sono registrati fenomeni di scorrimento verso valle, con traslazione e quadri fessurativi importanti. Di particolare interesse in tale contesto è il recupero delle mura sotto Palazzo Pongelli, finora completamente nascoste dalla vegetazione e caratterizzate anche da una scala che permetteva di raggiungere dal basso Via della Piana.

La bonifica è iniziata proprio in questa area, conosciuta come di San Carlo o “di Simoncino”, che è quella nella quale l’Amministrazione comunale sta lavorando da tempo per la realizzazione di un nuovo parcheggio di superficie che sarà collegato, grazie al piano di rigenerazione urbana da 5,6 milioni di euro, al Mercato Vecchio e quindi al cuore del centro storico.




L’Aucc al Santa Cristina di Porano presenta “Reset – La vita è cambiata ma non è finita”

La psicoterapia di gruppo a mediazione artistica, sotto l’egida dell’Associazione Umbra per la Lotta contro il Cancro (AUCC) e con la partecipazione dell’Istituto Gaetano Benedetti-Scuola di psicoterapia è lieta di annunciare il debutto del nuovo spettacolo teatrale “Reset – La vita è cambiata ma non è finita”. Questo nuovo progetto, in linea con le precedenti produzioni teatrali, rappresenta un importante strumento terapeutico e riabilitativo per i pazienti oncologici. Attraverso la psicoterapia di gruppo a mediazione artistica, i partecipanti esprimono i propri percorsi emotivi e trasformazioni personali.

La prima rappresentazione di “Reset” si terrà domenica 10 marzo 2024, alle ore 17, presso il Teatro Santa Cristina di Porano. Prima dello spettacolo, sarà presentata un’introduzione ai servizi convenzionati di Psiconcologia forniti dall’Associazione Umbra per la Lotta contro il Cancro e dall’Azienda Ospedaliera di Perugia, al fine di comprendere il significato terapeutico intrinseco alla performance. Il Laboratorio, avviato nel 2006 e guidato dalla dott.ssa Giuliana Nataloni e dalla dott.ssa Elisabetta Sacchi, offre incontri settimanali che combinano approcci terapeutici e riabilitativi. Rivolta a tutte le persone affette da patologie oncologiche, la psicoterapia di gruppo a mediazione artistica rappresenta un punto di riferimento importante per la comunità.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare la segreteria dell’Associazione Umbra per la Lotta contro il Cancro al numero 075-5272647.




La Sangiovannese espugna il campo dell’Orvietana

Lo scontro diretto va alla Sangiovannese, in una giornata dove pareggia il Sansepolcro in casa col fanalino di coda Cenaia, perde il Real Forte e impatta il Montevarchi, è la squadra di Rigucci a trovare i tre punti che la fanno salire in zona salvezza diretta.

Nell’Orvietana sono assenti il capitano Ricci, quindi Caravaggi e Vignati oltre al lungodegente Cuccioletta. Torna Santi in attacco, c’è Siciliano al centro della difesa, gli under sono i due terzini, Lorenzini e Gomes, Mafoulou in mediana e Fabri davanti. Tra gli ospiti sono fuori Canessa, Pertica e Chelli. Rigucci ripropone lo stesso 11 che aveva pareggiato una settimana fa contro il Grosseto.

L’inizio è scoppiettante e i due portieri compiono subito due mezzi miracoli, prima Timperanza su Santi, ben servito da Greco, poco dopo Marricchi su Benucci. Nemmeno cinque giri di orologio ed emozioni presto servite. Col passare del tempo però la Sangiovannese riesce a insistere sul proprio lato destro. I toscani sprecano con Rotondo, che dopo aver rubato palla, manda alto solo davanti a Marricchi. Una punizione di Santi e un corner di Greco non bastano a spaventare i toscani che trovano il vantaggio nel recupero (non assegnato) del primo tempo.

Malgrado il tempo sia scaduto l’arbitro Bruschi di Ferrara, peraltro tra i migliori visti al Muzi quest’anno, decide di far terminare l’azione e la decisione sarà fatale per l’Orvietana: Massai riesce nella solita sgroppata sulla destra, corsia ormai preferenziale per gli attacchi biancoazzurri, serve palla a Benucci che si ritrova la conclusione parata, ma non trattenuta, da Marricchi: ci pensa allora Gianassi per il tap-in vincente che risulterà decisivo. Gol e fine del primo tempo.

La ripresa inizia con un doppio cambio nell’Orvietana: fuori Gomes, che troppo aveva sofferto, dentro Manoni, come una settimana prima a Trestina. Per far tornare i conti dei giovani esce Stampete per Marsilii. Ma l’Orvietana non si scuote, gli unici a provare ad accendere la luce sono Proia e Fabri. Proprio quest’ultimo riesce a entrare in area dal lato corto e a mettere palla in mezzo, il colpo di testa di Santi finisce di poco alto. La Sangio pensa a chiudersi, solo Benucci richiama alla parata in tuffo Marricchi. Rizzolo tenta anche le carte Orchi e Di Natale, ma gli ospiti chiudono tutti gli spazi. Al 93’ una punizione di Greco porta alla deviazione quasi vincente di Proia che colpisce il palo, ma si era alzata la bandierina dell’assistente.

Domenica prossima per l’Orvietana è prevista la trasferta in terra pisana a Ponsacco, contro la penultima in classifica che, sovvertendo tutti i pronostici, in questa giornata è andata clamorosamente a vincere in casa della capolista Pianese.

NOMI E NUMERI

ORVIETANA (4-3-3): Marricchi; Lorenzini, Congiu, Siciliano (32’st Orchi), Gomes (1’st Marsilii); Mafoulou (32’st Ciavaglia), Greco, Proia; Stampete (1’st Manoni), Santi, Fabri (36’st Di Natale). A disp.: Rossi, Martini, Marchegiani, Labonia. All.: Rizzolo.

SANGIOVANNESE (3-5-2): Timperanza; Farini, Antezza, Masetti; Rotondo (28’st Cicarevic), Massai (20’st Nannini), Baldesi, Romanelli (40’st Disegni), Gianassi; Benucci, Bartolozzi (17’ Di Rienzo). A disp.: Barberini, Orselli, Bargellini, Caprio, Senesi. All.: Rigucci.

ARBITRO: Bruschi di Ferrara (Orlando di Modena – Sciotti di Bologna).

RETI: 46’pt Gianassi.

NOTE: ammoniti: Baldesi (S), Manoni (O). Angoli: 5-5. Recupero: 0’+4’.