Ciro Zeno, Filt-Cgil Umbria, “l’assessore Melasecche non conosce le esigenze dei pendolari vorremmo sapere chi li rappresenta nelle riunioni”

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Dopo la durissima replica dell’assessore regionale Enrico Melasecche alle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da Ciro Zeno, segretario generale della Filt-Cgil Umbria, non poteva mancare una nuova risposta, altrettanto dura. Zeno, ai nostri microfoni, ha sottolineato i tanti punti deboli e le innumerevoli, a suo dire, inesattezze, dell’assessore Melasecche. “Dal 2000 ad oggi molto è cambiato per Orvieto e per i lavoratori e le lavoratrici che devono prendere quotidianamente i treni. Ritardi, percorsi sulla cosiddetta linea lenta e cambi di convoglio, per non parlare dei buchi orari anche e soprattutto nei week-end”. Ma le critiche del segretario della Filt non si fermano a Melasecche, “vorremmo conoscere chi rappresenta i pendolari orvietani negli incontri con le istituzioni. A Orvieto c’era un comitato, con un presidente e un direttivo, oggi non c’è nulla, o almeno non ne abbiamo contezza. Noi saremmo ben lieti di confrontarci ma non sappiamo chi chiamare. Mi viene il dubbio che questo fantomatico comitato sia quasi creato ad hoc in vista delle scadenza elettorali di quest’anno”.

Altre critiche anche sulle sceltye derivanti dal PNRR che non è stato pienamente utilizzato e soprattutto in alcuni casi sono stati presentati progetti che avevano già risorse accantonate dall’azienda. “Manca un punto fondamentale per unire Orvieto al resto dell’Umbria che è il cosiddetto braccetto che avrebbe dovuto bypassare Terontola con circa 5 chilometri di nuova linea ferroviaria a Borghetto permettendo un risparmio di tempo di quasi 25 minuti e un vera metropolitana di superficie dell’Umbria che rendesse anche l’aeroporto di Perugia appetibile per tutti i cittadini e non solo per quelli dell’area metropolitana del capoluogo e di Foligno”.




L’Orvietana non segna più e pareggia con il Sansepolcro. Partita nervosa con 4 espulsioni

Continuano a mancare vittorie (ormai l’ultima 9 partite fa) e gol (da 5 gare). Finisce a reti inviolate un derby condito da tanto nervosismo e cartellini rossi. Entrambe le squadre giocano a specchio, ma sono gli ospiti a partire meglio, Marricchi deve superarsi miracolosamente su Della Spoletina dopo 20 minuti. L’Orvietana si fa vedere con un break di Santi che regala palla a Marsilii, il giovane attaccante però non solo non trova il tempo per tirare in porta, ma commette anche fallo, severo il giudizio dell’arbitro che lo ammonisce. Biancorossi che ci riprovano con un tiro potente dalla distanza di Santi che termina a lato.

Poi la gara si fa nervosa: contrasto a centrocampo tra l’ex Borgo e Marsilii: entrambi reclamano fallo a proprio favore, il direttore di gara opta per la scorrettezza di Marsilii che si becca il doppio giallo: Orvietana in dieci. Tante proteste, prova ad approfittarne il Sansepolcro, ma il fendente di Ferri Marini si stampa sul palo. Nel finale anche Fracassini si avventa su una palla vagante in area, senza però centrare i pali. Il nervosismo continua: viene espulso il secondo di Rizzolo, Broccatelli, dopo un accesso diverbio tra le panchine.

Ma dagli spogliatoi esce un’altra Orvietana, che non rischierà più nulla, malgrado l’inferiorità numerica e anzi andrà vicinissima alla vittoria nel secondo tempo. Il calo netto degli ospiti si vede già nei primi minuti della ripresa, quando Santi in area conclude centrale su Di Stasio e poco dopo quando lo stesso numero 9 fa velo per Fabri, che non trova l’attimo giusto.

L’Orvietana vuole vincere: entrano Proia, Di Natale e poi Cuccioletta, Santi trova una semirovesciata dalla corta distanza che esce di poco. Ma è a due minuti dal 90’ che tutto il Muzi era pronto ad esplodere: Cuccioletta ruba palla a Della Spoletina e si invola da solo per tutta la metà campo avversaria, quando si ritrova in area ci sono solo Borgo e il portiere davanti a lui, il miracolo dell’estremo difensore bianconero strozza in gola l’urlo del Muzi e inchioda sullo 0-0 il risultato. Poco dopo cartellino rosso anche per Della Spoletina, per una scorrettezza a gioco fermo. Precedentemente analoga sorta era toccata a Del Siena, dopo che era uscito dal campo per la sostituzione.

Un pareggio che lascia l’Orvietana in zona playout. Domenica prossima è in programma la trasferta a Gavorrano.

NOMI E NUMERI

ORVIETANA (3-5-2): Marricchi; Vignati, Ricci, Congiu; Caravaggi, Orchi (13’st Proia), Greco (33’st Manoni), Fabri (13’st Di Natale), Gomes (28’st Cuccioletta); Marsilii, Santi (50’st Stampete).

A disp.: Rossi, Ciavaglia, Paoletti, Siciliano. All.: Rizzolo.

V. A. SANSEPOLCRO (3-5-2): Di Stasio; Della Spoletina, Borgo, Fremura; Del Siena (20’st Buzzi), Piermarini, Gorini, Fracassini, Grassi; Pasquali (39’st Brizzi), Ferri Marini (27’st Essoussi).

A disp.: Patata, Mariucci, Gennaioli, Civilleri, Pauselli, Buzzi, Orlandi. All.: Bonura.

ARBITRO: Rompianesi di Modena (Todaro di Finale Emilia – Toschi di Imola).

NOTE: espulsi: al 35’pt: Marsilii (O) per doppia ammonizione, al 42’pt: l’allenatore in seconda Broccatelli (O), al 20’st: Del Siena (S) dopo la sostituzione a al 44’st Della Spoletina (S) per comportamento scorretto. Ammoniti: Proia, Gomes (O), Fremura, Borgo (S). Angoli: 3-3. Recupero: 4’+ 7’.




Incontro tra giunta e comitati pendolari, “nuovi collegamenti e attenzione ai treni più utilizzati”

Si è tenuto l’annunciato incontro tra l’amministrazione comunale di Orvieto – presenti il sindaco, Roberta Tardani, e l’assessore ai Trasporti, Gianluca Luciani – e i rappresentanti del Comitato pendolari Roma-Firenze e del Coordinamento dei comitati dei pendolari umbri.

Nel confronto sono state analizzate le principali problematiche relative ai collegamenti nelle tratte Firenze-Orvieto-Roma e Roma-Orvieto-Firenze sulla scorta di un puntuale monitoraggio relativo all’ultimo anno. I rappresentanti dei pendolari hanno illustrato le principali esigenze e soluzioni per migliorare la situazione a partire da una riduzione dei tempi di percorrenza e dal rispetto degli orari soprattutto per i treni che presentano maggiori criticità con particolare attenzione ai treni più frequentati dai pendolari, nello specifico IC596, IC598, RV4096, RV4104 e RV4106.

L’abbattimento dei tempi di percorrenza passa anche dalla risoluzione delle criticità del treno IC 598 da Roma Termini (18.15) che con il cambio di orario di dicembre parte dal binario 2 est e accumula “un ritardo medio in partenza di 15 minuti che si traduce in un ritardo complessivo su Orvieto
che va dai 20 ai 50 minuti al giorno“, così come “l’instradamento pressoché quotidiano dei treni RV4104 e  RV4106 in linea convenzionale tra Roma e Orte” provoca “un conseguente aumento dei tempi di percorrenza di 30 minuti“.

È stata inoltre sottolineata la necessità dell’istituzione di un collegamento verso Roma nella fascia oraria compresa tre le 7.45 e le 8:15 e di un collegamento . “Non esiste infatti – hanno spiegato – un collegamento verso Roma tra il treno IC 581 delle 7:25 e il RV 4099 delle 8:57 che comunque termina la corsa a Roma Tiburtina ed ha un tempo di percorrenza di circa 2 ore e per il quale si auspica un instradamento in direttissima tra Orte e Roma, al fine di ridurne i tempi di percorrenza”. È stato infine richiesta l’introduzione di un collegamento verso Roma la domenica mattina, necessario dopo il buco creatosi con l’orario invernale, la reintroduzione degli IC581 e IC598 nell’elenco dei treni garantiti in caso di sciopero e il mantenimento della Carta Tutto Treno.

Nell’incontro è stato discusso anche degli interventi di riqualificazione del parcheggio di Piazza della Pace e di un maggiore presidio del piazzale della stazione in orario serale.

È stato un incontro molto positivo – commentano il sindaco Roberta Tardani e l’assessore ai Trasporti Gianluca Luciani – nel quale abbiamo condiviso le esigenze che avevamo già discusso nel tavolo aperto martedì scorso con la Regione Umbria e la direzione regionale Umbria di Trenitalia ma che serviranno nel successivo confronto con la divisione Intercity e con la direzione regionale Toscana dalla quale dipendono la gran parte dei convogli sovraregionali che attraversano il nostro territorio, a partire dai RV4104 e RV4106. Quello che abbiamo apprezzato – sottolineano – sono stati i toni e l’approccio costruttivo da parte dei rappresentanti dei pendolari. La legittima rivendicazione di centinaia di viaggiatori che chiedono di migliorare la propria qualità di vita, infatti, è la battaglia di una città intera. È la battaglia di un territorio che lavora per avere migliori collegamenti per essere più attrattivo e che non può essere esasperata e strumentalizzata dalle scadenze elettorali. Sul tavolo ci sono dunque proposte concrete e operative da portare avanti con forza insieme. Quanto agli interventi su Piazzale della Pace – aggiungono – da febbraio partirà la sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica con luci a led che interesserà anche la zona in questione e migliorerà la situazione. Sul piazzale della stazione è in corso un lavoro congiunto con Rfi per un progetto complessivo di restyling dell’area e nel frattempo solleciteremo anche un maggiore presidio delle forze dell’ordine nelle ore serali“.




Questo insostenibile atteggiamento kafkiano nei confronti dei pendolari orvietani

La tematica che ruota attorno al mondo dei pendolari orvietani sta assumendo caratteristiche a dir poco kafkiane. L’assessore ai trasporti regionali, nei giorni scorsi, ha pubblicamente affermato sulla stampa locale  che negli ultimi cinque anni la condizione degli orvietani che usano  il treno è migliorata, grazie al proficuo impegno del suo assessorato in collaborazioni con gli amministratori della città sulla rupe e in costante sinergia con il comitato pendolari. Ha affermato che negli ultimi anni sono aumentati i servizi offerti. E che di conseguenza i pendolari del comprensorio orvietano sono tra i più fortunati del Bel Paese per quanto riguarda il discorso treni e dintorni.
A queste parole ha fatto seguito l’ovvio compiacimento e pacche sulle spalle da parte degli attuali amministratori orvietani e, qui il termine grottesco non descrive bene la situazione, da parte del comitato pendolari. Due pensieri istantanei sorgono a questo punto.
Il primo punto è che certamente l’assessore regionale non usa il treno come mezzo di trasporto  per assolvere i suoi impegni (beato lui). Il secondo punto è che gli appartenenti a questo comitato dei pendolari non ben conoscono la condizione di viaggio dei treni da e per Orvieto. Qualcuno dovrebbe fare osservare all’assessore regionale, alla amministrazione orvietana e a questo non semisconosciuto comitato dei pendolari, che negli ultimi cinque anni le cose non sono proprio andate così.
Cinque anni fa c’era un treno alle 8,02 che collegava in meno di un’ora Orvieto con la Capitale.
Sparito senza nessun collegamento sostitutivo previsto. Cinque anni fa c’era un collegamento diretto alle 19,14 da Termini, con arrivo a Orvieto pochi minuti dopo le otto. Sparito pure quello.
Analizzando il trasporto regionale si ha attualmente un buco di 4 ore la mattina, dalle 7,25 alle 11,20 (tanto vale non considerare il regionale delle 7,57 che impiega un tempo biblico per percorrere il tratto Orvieto/Roma).
Situazione non rosea neanche per il rientro a casa dopo una pesante giornata di lavoro.
Dopo il regionale delle 17,20 (costituisce l’incubo di tutti i pendolari orvietani  che devono rientrare a casa per le inumane condizioni di sovraffollamento che comporta), occorre attendere le 20,02 per un collegamento regionale senza cambio Roma/Orvieto (c’e’un collegamento alle 19,02 con treno per Perugia e cambio a Orte).
Inoltre, rispetto a cinque anni fa, il collegamento con intercity delle 18,15 costituiva una garanzia per un sereno ritorno a casa. Attualmente è perennemente in ritardo e non si capisce mai se parte dai binari principali o dai binari 1 e 2 est.
Per non parlare della domenica. Rispetto a cinque anni fa poco o nulla è rimasto. Se una famiglia vuole fare una passeggiata nella Città Eterna o deve rinunciare al sonno notturno e prendere un intercity che ferma alle 5,10 la mattina, o ricorrere, come unica alternativa di viaggio, a quell’improponibile regionale (non si capisce per quale misteriosa ragione denominato “veloce”) delle 8,57 che permette di arrivare a Roma per l’ora di pranzo. Inoltre qualcuno dovrebbe ricordare all’assessore regionale, alla amministrazione locale e a questo non ben definito comitato pendolari, che cinque anni fa solo in casi di emergenza o di criticità oggettive i regionali e intercity che servono Orvieto venivano “dirottati”sulla linea lenta. Oggi è l’opposto. Solo in casi eccezionali i regionali e intercity rispettano il loro tracciato sulla linea direttissima.

Unico segno più in questi cinque anni è l’incremento del costo di biglietto e abbonamento. Oggi occorrono, per raggiungere la Capitale, poco meno di dieci euro con il regionale, poco meno di venti euro con l’Intercity e oltre 1500 euro per abbonamento annuale abbinato a carta tutto treno. Ma questo segno più, cresciuto anno per anno, non è stato annoverato e citato dall’assessore e altri convenuti. Quindi nel presentare la questione in certi termini qualcosa non torna e qualcuno dei soggetti sopra citati evidentemente parla senza abitare su questo pianeta.
Che per i pendolari orvietani, al netto dell’isola felice decantata pubblicamente, non è un bel pianeta.
Viaggiano in treni sempre affollati, viaggiano con l’ansia e l’angoscia di non avere garanzia su rispetto ora di arrivo e su rispetto ora di rientro a casa.
E, soprattutto, con certi soggetti a tirare le file delle loro condizioni di viaggio non possono nemmeno cullare l’illusione che un domani anche per loro possa apparire una piccola luce in fondo al loro tunnel.




Chiesa in Umbria: nel cuore di una crisi

Il cristianesimo, oltre che un’istituzione da conservare, è una realtà che riguarda il futuro. Duemila anni la chiesa ha continuato ad esistere, cercando di mantenere vivi il suo messaggio e la sua esperienza. La perennità è assicurata dal sentirsi responsabile del suo futuro, il quale è profondamente legato alla storia umana e alle sollecitazioni dello spirito. Ma nessuno può negare che attualmente piovono critiche ovunque, dall’esterno e dall’interno. Le frecce più appuntite vengono dai giovani: “La chiesa? Un ostacolo alla libertà, c’impedisce d’essere noi stessi, come un terreno sul quale tutto è già costruito, dove non c’è più nulla da fare. Non siamo dei neonati!”. Secondo l’Istat, durante gli ultimi due decenni nella nostra regione i ‘praticanti regolari’ sono scesi di oltre un quarto, altrettanto quelli saltuari. Di un quarto sono diminuiti i preti diocesani in servizio. Oggi, in Umbria, i preti diocesani in servizio con al massimo 40 anni di età, sono 31. I matrimoni celebrati con rito religioso sono calati di quasi il 40% e sono oggi meno della metà del totale. Nel frattempo, separazioni e divorzi hanno conosciuto un incremento notevole. Di quasi il 10% è calato il numero dei giovani che alle superiori si avvalgono dell’IRC (Insegnamento di religione). Di quasi il 20% è calata la quota di umbri che firma per destinare alla Chiesa cattolica l’8/1000(MEF).

In breve, non solo si partecipa meno alla messa ed alla vita ecclesiale in genere, ma cala anche la quota di coloro che si dicono ‘cattolici’. Questa tendenza, certamente non solo umbra, ha però nella nostra regione ritmi ancora più elevati della media nazionale. Aspettare che passi la crisi senza fare nulla è come cercare di ripararsi da un uragano con l’ombrello! Purtroppo nessuno ne parla: occhio non vede, cuore non duole. La chiesa sembra assomigliare a un vecchio che pensa di avere sempre ragione, mentre i giovani se ne vanno via di gran carriera.

Anche la cattolicissima Italia che un tempo era nota per essere patria di santi e missionari si sta avviando ad assomigliare sempre di più alla Francia o alla Germania, dove la religione è ormai un elemento quasi marginale nella vita delle persone.

Sempre più si fa strada una visione della ‘pietas cristiana’ legata alla dimensione spirituale e non morale dell’esistenza. È diffusa l’idea che questa chiesa appartenga a un’altra epoca, con il suo linguaggio, i suoi riti, i suoi ‘ornamenti’, una realtà rimasta al medioevo, sebbene c’è chi ancora si augura che rimanga tale e quale come l’ha conosciuta un tempo.

Il tipo di atteggiamento di molti cattolici appare giuridico, moralista e autoritario, quando invece ci si dovrebbe ispirare in ogni momento alle parole di Cristo: “I cristiani si riconosceranno dall’amore”. Si registra così un crollo della fede tra gli italiani; uno su due non crede più e gli atei sono quasi raddoppiati, senza contare che la partecipazione alla messa è in picchiata. Cosa si può fare per una chiesa che tarda a rinnovarsi di fronte all’attuale sviluppo e progresso nel mondo? Così si esprime Gilbert Cesbron, scrittore e filosofo contemporaneo: “Dobbiamo ammettere d’aver indotto il mondo a credere che le nostre mani giunte erano il contrario di quelle aperte, di quelle attive, di quelle tese”.

Una chiesa dunque che si deve aprire al mondo, deve vivere nel mondo per allargarsi fino ai confini del mondo.




La dura replica alla Cgil dell’assessore regionale Melasecche, “i trasporti non sono materia da bar”

“La Giunta Regionale dell’Umbria ha riservato, fin dal suo insediamento, una particolare attenzione ai servizi ferroviari di tutta l’Umbria e quindi in particolare a quelli del bacino orvietano, collaborando attivamente con le associazioni di rappresentanza dei pendolari, per condividere le priorità di intervento. Negli ultimi anni sono stati concretamente potenziati i servizi: sia quelli a vocazione pendolare, sia quelli volti a facilitare la raggiungibilità di Orvieto nel tempo libero, anche sotto il profilo dell’intermodalità”.  È quanto evidenzia l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche, che elenca nello specifico “i collegamenti aggiuntivi che sono stati progressivamente introdotti negli ultimi anni, tutti attualmente attivi”.

2019 – creazione del nuovo treno Regionale 18710, “che ha realizzato una nuova soluzione di viaggio per il rientro serale da Roma ad Orvieto e Chiusi. Tale opzione costituisce un’alternativa, espressamente dedicata ai pendolari, in sostituzione del collegamento Euronight Roma-Vienna, precedentemente utilizzato dai pendolari stessi e poi modificato per esigenze legate al traffico internazionale. Il treno regionale 18710, che dal 2021 circola tutto l’anno, estate inclusa, viene utilizzato da circa sessanta pendolari orvietani nei giorni lavorativi. (RV 4734: Roma Termini 19.02 – Orte 19.44; R 18710 partenza da Orte 19.55, arrivo ad Orvieto 20.25, a Chiusi 20.55)”.

2020 – creazione del nuovo treno Regionale 18724, “che ha realizzato una nuova soluzione di viaggio per raggiungere Firenze da Orvieto entro le 8.00 del mattino che prima non esisteva. Antecedentemente – ricorda -, il primo collegamento da Orvieto per Firenze arrivava alle ore 9:52. (R 18724: Orte 5:20 – Orvieto 5:48– Chiusi 6:14; R 4120 Chiusi 6.22 con arrivo a Firenze SMN 7:58)”.

2020 – creazione del nuovo treno Regionale 18723, “collegamento mattutino Orvieto – Terni diretto senza cambio che, aggiungendosi alle corse esistenti realizza al primo mattino una frequenza alla mezz’ora circa tra Chiusi/Orvieto e Terni che prima non c’era”.

2020 – creazione dei nuovi treni Regionali 18726, 18727 e 18713/PG065, “grazie ai quali Orvieto gode nel pomeriggio di collegamenti a frequenza oraria sia con Terni, sia verso Roma, a partire dalle 14.28 ogni ora”.

Nel 2021 “per ottimizzare l’accesso degli umbri alla rete Alta Velocità da Orte, grazie alla nuova fermata dei treni Frecciarossa 9508 Roma-Milano-Torino e Frecciarossa 9563 Milano-Roma,  rimodulazione oraria del treno RV4151, realizzando nuovi interscambi nel nodo di Orte. Si è realizzata, tra le altre, una nuova soluzione di viaggio per raggiungere Orvieto da Terni al mattino (Terni 6.11 – Orvieto 7.23), oltre alla possibilità di viaggiare da Orvieto a Milano e viceversa in 4 ore circa (andata: Orvieto 5.54 – Milano Centrale 9.50; ritorno Milano Centrale 19.10 – Orvieto 23.10). In alternativa – sottolinea -, altre soluzioni di viaggio richiedono almeno 5 ore, quindi la istituzione del Frecciarossa ad Orte costituisce un vantaggio rilevante anche per gli orvietani”.

“Dichiarare, come fa la CGIL, che sulla Direttissima passano centinaia di Frecciarossa ma non fermano ad Orvieto è ridicolo – sottolinea Melasecche – perché è come dire che sui cieli dell’Umbria passano centinaia di aerei, ma non atterrano. Come noto – ricorda – i Frecciarossa sono treni a mercato e, mentre ad Orte raccolgono una utenza rilevante anche se da sola comunque insufficiente a coprirne i costi, la ipotetica fermata ad Orvieto costituirebbe un rallentamento di quel treno, che quasi nessuno più prenderebbe, con una utenza talmente minimale su un convoglio da 600 posti che porterebbe ad un debito elevatissimo della società di trasporto, tant’è che né Trenitalia né Italo accettano di praticarla. Fare dichiarazioni fuorvianti – prosegue – non qualifica i soggetti che strumentalizzano situazioni spiegate più e più volte nel corso dei confronti che ci sono stati. I trasporti sono materia non da bar né da populismi inconcludenti, ma da soggetti che hanno o sono disponibili a riflettere su strategie e problemi molto complessi”. 

2022 – rimodulazione dei treni Regionali 4700 e 4072, “con realizzazione di due nuove soluzioni di viaggio per raggiungere Orvieto da Perugia in circa 1 ora e mezza al mattino (partenza da Perugia 7.18 arrivo ad Orvieto 8.56; partenza da Perugia 9.50 arrivo ad Orvieto 11.19, entrambe le soluzioni con cambio a Terontola).

“Oltre che di questi potenziamenti, Orvieto ha beneficiato di nuovi servizi dedicati ai viaggi del tempo libero”, ricorda ancora l’assessore regionale. “Dal 2021 in estate, prolungamento su Orvieto di alcuni servizi “Trasimeno Line”: corse circolanti il fine settimana, che collegano i due versanti del lago Trasimeno (Perugia↔Chiusi/Orvieto), effettuate con elettrotreni Jazz, nate per promuovere il viaggio in treno in Umbria in ambito leisure”. Dal 2023, possibilità di spostarsi tra Orvieto e Perugia nei giorni festivi con arrivo alle 9.00 del mattino, grazie all’introduzione dei due nuovi treni festivi R5109 e R5114 (partenza da Perugia 7.23, arrivo ad Orvieto 8.56; partenza da Orvieto 7.24, arrivo a Perugia 9.05, entrambi con cambio a Terontola)”. Orvieto è inoltre “protagonista dei progetti di sviluppo intermodale: infatti da aprile 2022 è attivo “Orvieto Link”, il servizio che consente di programmare ed acquistare in unica soluzione i viaggi in treno+funicolare fino a Orvieto Centro, servizio che è risultato molto apprezzato dai passeggeri”.

Sul fronte dei collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, “Orvieto è storicamente servita ogni giorno da 12 treni Intercity e Intercity notte”.

“In questo momento storico, in cui l’Italia vive un’intensa fase di rinnovamento infrastrutturale anche grazie all’utilizzo dei fondi PNRR – rileva l’assessore -, le indisponibilità della rete conseguenti dai lavori in corso si ripercuotono anche sui collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, che temporaneamente possono essere rimodulati, al fine di consentire l’effettuazione degli interventi di potenziamento. Con riferimento ad Orvieto, nel 2023, la Regione Umbria è intervenuta con azioni volte a mitigare gli impatti sul territorio di tali rimodulazioni. In particolare – spiega -, visto che durante l’estate 2023 alcuni degli Intercity normalmente passanti per Orvieto sono stati instradati sul versante Adriatico, scelta ineludibile per migliorare strutturalmente la rete nazionale, la Regione ha autorizzato l’effettuazione delle corse ferroviarie regionali aggiuntive, nel mese di luglio, per il rientro pomeridiano ad Orvieto da Roma e da Terni (R18716 e R18718) ed in direzione opposta (R18717 e R18727)”.

“Giova rammentare – dice l’assessore – che l’Umbria trarrà notevoli benefici dai potenziamenti infrastrutturali in corso, tra cui i più significativi riguardano il raddoppio di binario tra Campello e Spoleto, la manutenzione straordinaria della tratta Giuncano – Terni, l’attivazione del sistema di sicurezza ERTMS sia tra Orte e Foligno che sulla linea Direttissima Firenze-Roma. E notevoli benefici deriveranno anche dalle nuove progettazioni che entro poche settimane daranno prova dell’enorme lavoro di questa legislatura, come le nuove progettazioni della tratta Terni-Spoleto, di quella relativa alla riqualificazione delle stazioni di Assisi e di Ellera, e non ultima la progettazione della nuova stazione Aeroporto a Collestrada, per tacere dell’enorme lavoro che ha portato a risultati brillanti sul fronte aereo e stradale”.

“Per comprendere gli impatti sul servizio di questi importanti interventi – continua l’assessore – la Regione Umbria ha fin qui fatto e farà riferimento al tavolo di confronto aperto sin da luglio 2023 con i Comuni di volta in volta interessati e con il Comune di Orvieto, il Sindaco e l’Assessore ai Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia, il dialogo è continuo, così come con i rappresentanti dei pendolari che nell’ambito del tavolo hanno rappresentato alcune richieste di ulteriore miglioramento, già oggetto di approfondimenti in corso sulla fattibilità tecnica”.

“Scorciatoie, polveroni in vista di scadenze elettorali sollevati con obiettivi ben diversi dell’interesse collettivo – conclude Melasecche -, non giovano né ai viaggiatori né alle nostre comunità che questa Giunta regionale ha sempre tenuto nella massima considerazione”.




Il ministro Sangiuliano nomina Andrea Solini Colalè come presidente della Fondazione Claudio Faina

Dopo mesi di presidenza in prorogatio per Daniele di Loreto è arrivato il decreto di nomina da parte del Ministro Gennaro Sangiuliano per il nuovo presidente della Fondazione Claudio Faina. La scelta è caduta su Andrea Solini Colalè (ringraziamo il quotidiano Umbriaon.it e il direttore Fabio Toni per averci concesso l’utilizzo della foto ndr), avvocato orvietano noto in città e che dal prossimo consiglio prenderà la guida della Fondazione dopo l’ottimo lavoro svolto da Daniele Di Loreto in questi anni difficili.




Filippo Girella, nuovo segretario della Federazione Sindacale di Polizia, “manca ancora personale in Umbria”

È Filippo Girella il nuovo segretario regionale della Federazione Sindacale di Polizia, una delle organizzazioni maggiormente rappresentative tra gli agenti sia a livello nazionale che locale. È questo l’esito del congresso straordinario svoltosi nei giorni scorsi durante il quale sia i delegati espressi dalla segreteria provinciale di Perugia che quelli della segreteria provinciale di Terni hanno concordato all’unanimità su questa scelta che conclude l’iter congressuale avviato dopo le dimissioni del segretario regionale uscente Francesco Petitti. Il nuovo organigramma della segreteria regionale dell’FSP Polizia è ora il seguente: Filippo Girella segretario generale regionale, Luca Benvenuti segretario regionale vicario, Alessandra Angeletti segretario amministrativo, Maria Grazia Frescura e Vittorio Mari segretari regionali; nel corso del congresso, inoltre, è stata decisa la nomina a presidente onorario di Francesco Petitti, che a breve lascerà la polizia di stato.

Il nuovo segretario regionale presta servizio al Commissariato di Orvieto e da tanti anni è impegnato nell’attività sindacale per la tutela dei diritti dei poliziotti. “Il problema principale riguardante la sicurezza in Umbria – afferma Girella – è senza dubbio quello della forte carenza di personale che, soprattutto in alcuni reparti della nostra regione, costringe i poliziotti a grossi sacrifici per cercare di garantire un servizio ai cittadini che sia adeguato all’attuale situazione. Inoltre, continua Girella, stiamo pagando il forte impatto che hanno sulle nostre attività la crescente presenza di immigrati stranieri nonché la mancanza della certezza della pena; ciò rischia di favorire un generale clima di impunità, rendendo sempre più difficile il lavoro degli operatori delle forze dell’ordine che ogni giorno, nella loro attività su strada, devono affrontare la criminalità agendo in un contesto normativo palesemente inadeguato. Quando si parla di dati e di statistiche sulla sicurezza reale bisogna essere tutti consapevoli che la vera priorità deve essere la sicurezza percepita dai cittadini perché ad un cittadino che ha paura ed è insicuro le statistiche non interessano. Come Federazione Sindacale di Polizia – conclude Girella – faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per sensibilizzare la classe politica e le istituzioni locali e regionali affinché prendano consapevolezza che il diritto alla sicurezza, come quello alla salute e quello all’istruzione, è un diritto imprescindibile dei cittadini ed è una delle precondizioni necessarie ed indispensabili per lo sviluppo di un territorio”.




Roberta Tardani, “abbiamo cambiato la città e vogliamo continuare a farlo anche oltre il 2024”

La tradizionale conferenza stampa di fine anno del sindaco e della giunta è stata l’occasione per ricordare il lavoro svolto in questi anni e presentare il prossimo futuro, anche oltre la prossima scadenza elettorale di giugno con Roberta Tardani che ha ribadito la sua volontà di ripresentarsi insieme a tutti gli assessori che hanno a loro volta confermato di essere disponibili a ripetere l’esperienza, anche perché, come ha sottolineato la sindaca, “squadra che vince non si cambia”.

Quello che si è appena chiuso – ha detto il sindaco Roberta Tardani – è stato un anno importante nel quale hanno cominciato a prendere forma molti progetti per lo sviluppo della Orvieto che verrà, denso di impegni e ricco di sfide esaltanti come è stata quella della candidatura a Capitale italiana della cultura 2025 che ha unito e mobilitato un’intera città e che soprattutto ha risvegliato l’orgoglio di una comunità. Si apre l’anno che porta alle elezioni di giugno ed è inevitabile che questo diventi un primo bilancio del lavoro svolto in questi cinque anni di consiliatura, anni difficilissimi di cui forse ci si dimentica troppo spesso quello che abbiamo dovuto fronteggiare, a partire dalla pandemia, un nemico sconosciuto e invisibile che ha sconvolto ogni nostro piano, che ci ha terrorizzato, ha strappato ai nostri affetti persone care, ha messo duramente alla prova un intero Pianeta. Abbiamo lottato insieme alla città, abbiamo dovuto prendere decisioni a volte difficili e impopolari ma con l’unico obiettivo di difendere e tutelare ciascuno di noi. E abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per sostenere i nostri cittadini, le piccole imprese e le famiglie colpite dalla crisi sanitaria che poi è inevitabilmente diventata anche economica”.

“Durante la pandemia non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo di ridare alla città una centralità e il ruolo che le era proprio e il nostro impegno è stato volto a farci trovare pronti alla ripartenza consapevoli di avere enormi possibilità. Programmando, progettando, puntando sulle vocazioni del territorio e dando concretezza alle soluzioni individuate, in questi anni abbiamo gettato le basi per il futuro e costruito una nuova consapevolezza delle potenzialità di questa città. Il metodo è stato ed è quello di governare i processi coinvolgendo tutti i soggetti interessati nelle decisioni e facendo dell’amministrazione comunale un punto di riferimento. In questo contesto si è innescato un processo di sviluppo che non si può arrestare. La città sta cambiando, ha ritrovato energia e dinamismo e, piaccia o no, un nuovo protagonismo.  Sono stati anni in cui abbiamo compiuto progressi importanti nel miglioramento delle nostre infrastrutture, nella promozione del turismo, nell’innovazione tecnologica, nella produzione culturale, nei servizi ai cittadini che riteniamo prioritari per continuare a garantire quella qualità di vita che altrove ci invidiano”.

Durante la conferenza stampa sono stati affrontati molteplici argomenti che proviamo a riassumere per argomenti.

Lavori e Manutenzioni

Siamo dovuti partire dalle basi – ha spiegato il sindaco – e sin da subito con un piano straordinario di manutenzioni delle strade e piazze dell’intera città, che, dopo anni e anni di completo abbandono, ne avevano assoluta necessità. Il più grande piano di interventi degli ultimi decenni ha interessato l’intero territorio comunale e le situazioni più critiche: Morrano, Torre San Severo, Sugano, Canonica, Benano, Canale, Bardano, Sferracavallo, Corbara, Orvieto scalo, Ciconia, il centro storico e ora proseguirà garantendo a tutto il territorio comunale la manutenzione e l’attenzione che merita. Nella prima metà di febbraio, secondo il cronoprogramma stabilito con Hera partiranno anche gli interventi per la sostituzione dell’illuminazione pubblica con impianti a led in tutti i quartieri ai piedi della Rupe e in tutte le frazioni che garantiranno maggiore efficienza e risparmi”.

Palazzi storici e contenitori

Abbiamo recuperato, valorizzato e finalmente dato una destinazione precisa ai principali immobili cittadini. All’ex ospedale di Piazza Duomo, da 20 anni senza utilizzo, sorgeranno la Casa e l’Ospedale di comunità, a Palazzo Simoncelli si sta completando il Museo della Ceramica, al San Giovanni si stanno ultimando in questi giorni gli allestimenti e presto vedrà la luce il Palazzo del Vino e dei prodotti del territorio, il Centro studi è diventato il polo della formazione e arricchirà la sua offerta con il Fab Lab e l’Archivio Maoloni che è stato recentemente spostato nei nuovi locali ristrutturati, il Palazzo dei Sette sarà la casa del Corteo storico e proprio nei prossimi giorni incontreremo l’associazione Lea Pacini per organizzare il trasloco, la Biblioteca comunale, con investimenti sull’organico e sui progetti, è tornato un cuore pulsante della vita culturale della città e aggregatore di iniziative, il Centro Rodari, con una nuova sede e un nuovo cda, ha ritrovato vitalità. Il Palazzo del Popolo, rinnovato anche nella strumentazione, accoglie eventi e manifestazioni di ogni genere, il Teatro Mancinelli, libero dal fardello dei debiti della TeMa messa in liquidazione, è tornato a ospitare stagioni di altissimo livello e di grande gradimento da parte del pubblico ma soprattutto si è aperto a tutta la città e ha una gestione economicamente sostenibile. Una gestione diretta e integrata, finalmente efficace e fortemente voluta da questa amministrazione che oggi mette insieme Teatro, Palazzo del Popolo, Torre del Moro e Ufficio turistico. Presto potremmo aprire la sala prove-registrazione della Scuola comunale di musica che sarà a disposizione della città e stiamo lavorando per realizzare la “Casa della cultura” al piano superiore dell’ex ristorante San Francesco, collegato con la biblioteca, ovvero il “cultural hub” inserito nel dossier per Orvieto Capitale italiana della cultura 2025 per il quale stiamo studiando forme di gestione inclusive che possano coinvolgere e rendere protagoniste le associazioni del territorio”.

Scuola, sociale e sicurezza

“Abbiamo investito sulla sicurezza delle nostre scuole oggetto non solo di interventi ma anche di verifiche e controlli. Malgrado il caro energia abbia avuto effetti anche sul nostro bilancio non abbiamo tagliato la spesa sociale e abbiamo potenziato i servizi sociali andando incontro alle esigenze dei più deboli e aumentando i fondi per i contributi alle persone in difficoltà. Abbiamo reso la città più sicura con l’installazione di un nuovo sistema di videosorveglianza che implementeremo ulteriormente e che, come deterrente, sarà accompagnato anche da interventi sull’illuminazione pubblica nelle zone oggi meno coperte nell’ambito dell’accordo con Hera.

Il piano per gli impianti sportivi nel 2024

La situazione ereditata sugli impianti sportivi, come in altri ambiti – ha spiegato – era pressochè disastrosa aggravata poi dagli effetti del Covid. Anche qui siamo ripartiti dai quartieri e dalle frazioni con gli interventi sui campi di calcio a 5 a Canale e Orvieto scalo, in primavera sarà ripristinato il campo da tennis all’Albornoz. Nel 2024 avremo le risorse economiche in bilancio per avviare un importante piano di riqualificazione dell’impiantistica sportiva che interesserà lo stadio “Luigi Muzi”, con il rifacimento della pista di atletica, della copertura e del manto dell’antistadio “Oscar Achilli”, e la piscina comunale già oggetto di lavori che ne hanno consentito la riapertura la scorsa estate. I fondi necessari deriveranno dalla chiusura della vicenda swap con circa 800 mila euro che potranno essere messi a bilancio e quindi destinati all’edilizia sportiva che ha una vita media di 50 anni.

PNRR e finanziamenti regionali

Siamo riusciti a cogliere ogni opportunità dal Pnrr con oltre 43 milioni di euro che sono arrivati sul territorio per progetti su digitalizzazione, scuola, impresa e lavoro, cultura e turismo, inclusione sociale, infrastrutture, transizione ecologica e salute. Soltanto quelli presentati direttamente dal Comune di Orvieto hanno ottenuto finanziamenti per oltre 10 milioni di euro con cui stiamo realizzando il Centro per le politiche sociali e della famiglia a Orvieto scalo e la nuova scuola dell’Infanzia di Sferracavallo oltre all’efficientamento energetico dei principali immobili di proprietà comunale. Oltre 20 milioni di euro sono stati destinati dalla Regione alla sanità, in particolare alla realizzazione della Casa di comunità e dell’Ospedale di comunità all’ex ospedale in piazza Duomo, al miglioramento sismico del Santa Maria della Stella, all’ampliamento del pronto soccorso e della terapia intensiva e semi intensiva. Grazie ad altri finanziamenti per un ammontare complessivo superiore ai 20 milioni di euro si potranno finalmente realizzare delle importanti infrastrutture come il secondo stralcio della complanare, finanziato con 13 milioni di euro, e il miglioramento del tracciato dei Fori di Baschi per cui sono in corso i lavori.

Turismo

Davanti agli occhi di tutti c’è poi lo straordinario lavoro fatto sulla promozione turistica e culturale della città, come sull’innovazione e digitalizzazione dei prodotti turistici, che sta portando finalmente Orvieto tra le realtà più apprezzate e visitate. A ottobre scorso abbiamo lanciato il progetto Orvieto Experience che ha come obiettivo quello di promuovere le esperienze, ora legate a enogastronomia e artigianato e successivamente anche all’outdoor, per aumentare la permanenza media sul territorio. Abbiamo anche aggredito il problema dell’abusivismo nel settore extralberghiero a garanzia della legalità e della qualità dei servizi.

Residenzialità

La promozione di Orvieto ci ha permesso di mettere in mostra l’alta qualità della vita nella nostra città che deve tornare ad attrarre residenti. Su questo fronte il dibattito in città è aperto anche se appare più condizionato dalle dinamiche della prossima tornata elettorale che dalla sostanza di proposte e soluzioni concrete. Soluzioni che noi invece stiamo elaborando e che abbiamo già messo in campo in questi anni sapendo che si tratta di processi lunghi e che hanno necessità di continuità d’azione e partendo dalla premessa principale che il problema demografico è un problema nazionale e a Orvieto come nel resto d’Italia è determinato dal saldo negativo tra i decessi, perché la nostra è una popolazione anziana, e le nascite. Il lavoro che si sta facendo e quanto ho descritto ha un unico filo conduttore che guarda allo sviluppo della città e a contrastare lo spopolamento. Dal turismo, che non è fine a se stesso, arrivano nel bilancio del Comune di Orvieto risorse per garantire i servizi alla città e ai suoi residenti, il turismo che punta sulle vocazioni del territorio a partire dall’enogastronomia e l’agroalimentare, crea un indotto economico più ampio di quello semplicemente legato all’accoglienza, puntare sulla cultura – crediamo – possa rappresentare anche un’opportunità per i nostri giovani e una leva di sviluppo economico e sociale. Gli investimenti sulla sanità e sulle scuole vanno nella direzione di rafforzare i servizi per la comunità e mantenere saldi i livelli di welfare malgrado le difficoltà. Stiamo inoltre valutando interventi sulla fiscalità per stimolare il mercato immobiliare e incentivare i proprietari a non tenere molte case vuote, insieme a misure dal punto di vista urbanistico che contengano il dilagare dei B&B in alcune situazioni nel centro storico senza tuttavia limitare l’imprenditorialità sana che si sta sviluppando in questo ambito. Vogliamo riportare servizi nel centro storico e agevolare il vivere quotidiano ad esempio recuperando più spazi di parcheggio da riservare ai residenti e agevolazioni sulle tariffe. Ma sapendo anche che Orvieto non è solo il centro storico e il tema dell’abitare riguarda tutta la città, i suoi quartieri e le sue frazioni ognuna con una peculiarità e una storia.

Le infrastrutture materiali e immateriali

Abbiamo lavorato e stiamo lavorando per migliorare le infrastrutture di collegamento: abbiamo ottenuto le risorse per finanziare il pezzo più importante della complanare che servirà l’area industriale e sono stati avviati finalmente i lavori per i Fori di Baschi. Stiamo inoltre sollecitando il Governo a sbloccare sul nostro territorio gli interventi sulla realizzazione della fibra ottica previsti nella strategia nazionale. Investire sulle infrastrutture materiale e immateriali e sulle vocazioni del territorio, questo ci chiedono in particolare i nostri imprenditori con i quali ci confrontiamo quasi quotidianamente e ai quali di sicuro non serve la litania del disfattismo che sentiremo nei prossimi sei mesi e che è di per se penalizzante e dannosa per la città al di là di chi sarà sindaco.

La ex-caserma Piave

La ex caserma Piave è l’impegno futuro, la “croce” di ogni sindaco, su cui oggi ci sono diverse ipotesi progettuali dalla formazione al ritorno all’utilizzo originario della struttura, alcune decisamente interessanti pur se condizionate dagli ingenti costi di ristrutturazione. Oggi, attraverso  le importanti relazioni che abbiamo costruito e le interlocuzioni con potenziali utilizzatori, la strada più idonea da percorrere e quella di procedere a un frazionamento dell’immobile per poter avviare un processo di rifunzionalizzazione. Anche qui si sono gettate le basi per sciogliere questo nodo ed è fondamentale lavorare in continuità e non interrompere il lavoro avviato.

La sanità

Ci sono poi ambiti, non di competenza del Comune, su cui non ci siamo certo risparmiati. La sanità su tutto. Da sindaco ma soprattutto da cittadina vivo con grande sofferenza le criticità del sistema sanitario pubblico, dalle liste di attesa alla mancanza di personale medico specialistico. Criticità che non riguardano solo Orvieto ma che sono proprie di una sanità pubblica che ha bisogno di investimenti importanti e che deve essere messa al centro dell’agenda di Governo. Dico però che il nostro territorio è stato oggetto di una grande attenzione da parte del governo regionale sul tema della sanità. Gli investimenti per oltre 20 milioni di euro che ricadranno sul territorio ne sono un esempio tangibile. Fatti concreti, non chiacchiere, che hanno come obiettivo la  riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio a cui dobbiamo guardare con fiducia e che testimoniano anche il ruolo che Orvieto ha ritrovato nel contesto regionale, non più marginale come in passato ma presente su tutti i tavoli regionali e capace di indirizzare le scelte.




Nuovo boom di visitatori per il Pozzo di San Patrizio e incassi quasi a un milione di euro

Nuovo record assoluto di visitatori per il Pozzo di San Patrizio. Nel 2023 gli ingressi a uno dei monumenti simbolo della città di Orvieto sono stati 254.645, ben 6.650 in più rispetto al precedente primato stabilito lo scorso anno, il 20% in più in confronto al dato del 2019, anno pre pandemia.

Negli ultimi cinque anni, di cui due pesantemente condizionati dall’emergenza Covid – commenta il sindaco e assessore al Turismo, Roberta Tardani – più di un milione di persone ha visitato il Pozzo di San Patrizio di Orvieto e per ben 3 volte è stato migliorato il record di ingressi in un processo di crescita costante. Il risultato del 2023 rappresenta un importante traguardo, peraltro raggiunto in un anno in cui per diversi giorni a settembre il monumento è stato chiuso per consentire i lavori di installazione dei corrimano e delle protezioni ai finestroni, interventi da tempo auspicati e necessari per garantire una visita più sicura. Il dato che ci restituisce il Pozzo di San  Patrizio, da qualcuno considerato poco significativo – prosegue –  in realtà ha molteplici significati. Innanzitutto dai biglietti del Pozzo arrivano incassi per circa un milione di euro, una parte importante del bilancio del Comune di Orvieto, e come la gran parte delle risorse derivanti dai flussi turistici questi vengono reinvestiti nei servizi per la città e per i residenti.  Come potrebbe un Comune, visti anche i rincari su utenze e interessi degli ultimi anni, mantenere la qualità dei servizi ai cittadini, manutenzioni, scuole, attività culturali? I risultati poi ci aiutano a misurare l’efficacia o meno delle politiche di promozione e in questi anni il monumento del Sangallo è stato al centro dell’attenzione dei mass media nazionali e internazionali e di eventi particolari che ne hanno rinnovato l’esperienza di visita in diversi momenti dell’anno. Ora sarà necessario, e non scontato, consolidare i livelli raggiunti e proseguire nell’obiettivo di aumentare la permanenza media dei turisti nel solco del progetto Orvieto Experience, recentemente avviato e legato alla valorizzazione delle esperienze sul territorio, e con il fondamentale apporto degli operatori privati nella qualificazione dell’accoglienza turistica”.

A partire dal 16 gennaio la custodia e la gestione di tutti i servizi del Pozzo di San Patrizio saranno affidati alla società Coop Culture che si è aggiudicata l’appalto per i prossimi cinque anni.