Umberto Garbini e la conferenza stampa del divorzio definitivo da Tardani. FDI invece sceglie la conferma “a scatola chiusa”

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La tradizionale conferenza stampa di fine anno del presidente del consiglio comunale, così come quella della sindaca, si è trasformata in un punto sul prossimo futuro, in un manifesto elettorale. Era inevitabile viste anche le posizioni molto critiche di Umberto Garbini nei confronti della riconferma della candidata Tardani per il secondo mandato.

Poco spazio ai ringraziamenti di rito e al lavoro svolto e poi dritti al punto senza risparmiare e senza risparmiarsi. Garbini ha attaccato frontalmente la scelta del suo partito, confermata domenica 21 gennaio dal segretario provinciale Rini, di appoggiare convintamente Roberta Tardani. “Non posso appoggiare chi fin dall’inizio ha utilizzato gli strumenti dell’arroganza, della presunzione e non ha mai voluto un dialogo serio.” Sabato i giochi erano ancora ufficialmente aperti, anche se da tempo era chiaro il disegno e Garbini ha affondato anche sul partito, “Fratelli d’Italia deve scegliere tra i le esigenze del partito a livello locale, del territorio e le logiche spartitorie perugine”. Duro, anzi durissimo. E poi la scelta personale, “io non sosterrò mai Roberta Tardani per un suo possibile secondo mandato”.

A distanza di sole 24 ore è arrivata la risposta della segreteria provinciale, “noi appoggiamo convintamente Roberta Tardani in accordo con la segreteria regionale”. Poche e chiare parole che sanciscono la fine delle tante interlocuzioni di questi mesi. Quindi i dirigenti provinciali e regionali di FDI hanno deciso e quasi profetica la risposta di Garbini alla conferenza di sabato, “praticamente il partito sceglie a scatola chiusa visto che Tardani ha già annunciato la conferma della giunta, il probabile primo partito non ci sarà, in caso di vittoria, almeno così è stato dichiarato”.




La cittadinanza a Sami Modiano, un onore per Orvieto

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Era una domenica mattina gelida e piovosa di inizio febbraio dello scorso anno quando la cittadinanza orvietana conobbe ed incontrò dal vivo Sami Modiano, ascoltando dalla sua voce il suo racconto di Sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Quella mattina, nonostante le intemperie climatiche, furono oltre 300 le persone che riuscirono a vivere con lui, con noi, una mattinata di ricordi, di storia e che riuscirono a fruire della sua lezione di vita. Altrettante non riuscirono ad entrare e prendere posto nell’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
Fu grazie alla puntuale ed efficace organizzazione del “Club Amici della Stampa”ed in particolare del suo presidente, Alessandro Li Donni che la mattinata trascorse in maniera così intensa ed emozionante. Allo stesso tempo prezioso e fondamentale fu il contributo del collega ed amico, maestro e indispensabile punto di riferimento, Roberto Conticelli, che assieme a me condusse l’incontro e lo traghettò in un mare di commozione e riflessioni. Quei sentimenti e quella energia positiva Sami Modiano, con la sua lucidità, con la sua umanità e con quella empatia verso il prossimo, soprattutto i giovani, sa trasmettere con una forza ed una dolce irruenza unica nel suo genere.
Al termine di quelle due ore passate assieme a Sami, un dono per noi tutti presenti, mi permisi di proporre al  Sindaco Roberta Tardani di compiere un gesto che ritengo bellissimo e che ha un significato profondo intrinseco: il conferimento della Cittadinanza Onoraria del Comune di Orvieto a Sami Modiano, per aver omaggiato la città aprendo il prezioso scrigno delle sue memorie e del suo drammatico vissuto. Il Sindaco accolse immediatamente la mia proposta promettendo che la avrebbe portata in consiglio comunale e lo stesso accettò la richiesta alla unanimità.
Ecco quindi che ad un anno quasi esatto di distanza da quel giorno di febbraio 2023, che ancora in tanti ricordano con calore ed affetto per la lezione di vita che Sami Modiano elargì a tutti noi, finalmente il grande giorno è arrivato.
La mattina di giovedì 25 gennaio alle ore 10 ci ritroveremo nella Sala del Consiglio Comunale per il conferimento della Cittadinanza Onoraria a Sami Modiano e con lui, nella stessa occasione, alla senatrice Liliana Segre.
Sarà un momento molto bello ed intenso per Orvieto al quale avrò l’onore di partecipare e di questo ringrazio infinitamente il sindaco Tardani ed ogni singolo consigliere comunale.
Allo stesso tempo rinnovo i ringraziamenti ad Alessandro Li Donni e Roberto Conticelli, perché senza di loro tutto quello che abbiamo vissuto lo scorso anno e quello che sta per verificarsi giovedì prossimo non sarebbe potuto accadere.
In ultimo un abbraccio a Sami Modiano, che il prossimo giovedì sarà il protagonista dell’evento ed il festeggiato ed al quale avremo ancora modo di stringerci virtualmente, con tanto calore e affetto.
Mai una parola di odio da lui ma solo tanta saggezza e bontà d’animo, nonostante le atrocità subite e tutto quello di nefasto, come lui ama ripetere,”che i suoi occhi hanno visto”.
Sarà per Orvieto un altro momento bello, importante e significativo.
Sarà una gioia ed un piacere viverlo assieme.

ENGLISH VERSION

CITIZENSHIP FOR SAMI MODIANO, AN HONOR FOR ORVIETO

It was a cold and rainy Sunday morning in early February of last year when the citizens of Orvieto got to know and meet Sami Modiano in person, listening to his firsthand account of surviving the Auschwitz-Birkenau extermination camp.

That morning, despite the harsh weather conditions, over 300 people managed to share a morning of memories and history with him, experiencing his life lesson. Another equal number couldn’t get in and take a seat in the Auditorium “Gioacchino Messina” at Palazzo Coelli, the headquarters of the Cassa di Risparmio di Orvieto Foundation.

The punctual and effective organization of the “Club Amici della Stampa,” led by its president Alessandro Li Donni, played a crucial role in making the morning so intense and emotional. Equally precious and fundamental was the contribution of my colleague, friend, mentor, and indispensable reference point, Roberto Conticelli, who, along with me, conducted the meeting, navigating it through a sea of emotions and reflections.

The feelings and positive energy that Sami Modiano, with his clarity, humanity, and empathy toward others, especially the young, can convey with a unique force and gentle assertiveness.

At the end of those two hours spent with Sami, a gift for all of us present, I dared to propose to Mayor Roberta Tardani to make a beautiful gesture with profound intrinsic meaning: granting Honorary Citizenship of the Municipality of Orvieto to Sami Modiano for honoring the city by opening the precious casket of his memories and dramatic experiences. The Mayor immediately embraced my proposal, promising to bring it to the city council, and it was unanimously accepted.

Now, almost a year to the day from that February day in 2023, which many still remember with warmth and affection for the life lesson Sami Modiano generously shared with us, the big day has finally arrived. On the morning of Thursday, January 25th, at 10:00, we will gather in the Council Chamber for the awarding of Honorary Citizenship to Sami Modiano and, on the same occasion, to Senator Liliana Segre. It will be a beautiful and intense moment for Orvieto, and I am honored to participate. I am immensely grateful to Mayor Tardani and each city council member.

I also renew my thanks to Alessandro Li Donni and Roberto Conticelli because without them, everything we experienced last year and what is about to happen next Thursday could not have happened.

Finally, a heartfelt embrace to Sami Modiano, who will be the protagonist of the event next Thursday and the one we will celebrate. We will have another opportunity to virtually embrace him with warmth and affection. Never a word of hatred from him, only wisdom and kindness, despite the atrocities he endured and all the nefarious things, as he likes to repeat, “that his eyes have seen.”

It will be another beautiful, important, and meaningful moment for Orvieto. It will be a joy and a pleasure to experience it together.




L’overtourism è un problema e Laura Pernazza spiega, “sì al turismo sostenibile e del buon vivere”

Cittaslow, la Rete internazionale delle Città del Buon Vivere, affronta il fenomeno dell’overtourism a fianco della Cittaslow di Amalfi, della Regione Campania e dei sindaci della Costa d’Amalfi. La proposta apre la strada a livello nazionale per una modifica del Codice della Strada a favore di aree a traffico limitato ZTL territoriali dove serve.

“C’è un limite a tutto, al troppo poco turismo che spegne le aree interne ma anche all’eccesso di successo turistico, quando diventa controproducente e insostenibile sul piano ambientale e sociale . Le Cittaslow italiane hanno da sempre messo al centro la comunità locale delle città che deve essere viva, resiliente e capace di futuro: questo non significa per le amministrazioni ei cittadini subire i processi ma piuttosto saper indirizzarli verso il “buon vivere” per tutti”, questo ha ribadito , Laura Pernazza, Sindaco di Amelia e Coordinatore di Cittaslow Italia spiegando in Assemblea ai consoci – novanta sindaci delle Cittaslow italiane –  le motivazioni dell’appoggio alla mozione del Comune di Amalfi, in prima fila con quattordici comuni della Costiera  contro il soffocamento da “overtourism”. Il neologismo entra per la prima volta nella lista dell’Oxford University Press nel 2018, certificando la crescita esponenziale di un fenomeno mondiale che accade “quando una meta turistica, o città o area storico-archeologica o ambiente naturale,  risente della presenza di un numero di turisti superiore a quello che il luogo e gli abitanti possono sostenere”. 

“Quando Cittaslow per prima in Italia 25 anni fa pose il principio fondante del “senso del limite” – spiega il Presidente di Cittaslow Internazionale e Sindaco di Asolo, Mauro Migliorini – interpretò in modo lungimirante la contemporaneità tracciando una linea guida basata sullo “sviluppo slow” che oggi è al centro dell’attenzione di tutti: essere Cittaslow significa certo contrastare la desertificazione sociale e l’abbandono dei luoghi più distali con nuove forme economiche e turistiche basate sull’esperienza e la destagionalizzazione, ma al contempo significa anche, come nel caso di Amalfi, Positano e dei comuni della Costiera, saper preservare l'”anima” delle città, senza snaturare i luoghi e l’esperienza del turista viaggiatore“. Ma cosa propone in dettaglio il Sindaco di Amalfi , Daniele Milano, supportato dal movimento delle Cittaslow Italiane? Una modifica al Codice della Strada a livello nazionale, adottando  l’estensione della normativa riferita alla Ztl anche ad ambiti intercomunali e strade extraurbane. “Questo cambierebbe in positivo le sorti del nostro territorio – scrivono in un documento i sindaci della Costiera Amalfitana – da anni, infatti, siamo impegnati a proporre e adottare provvedimenti volti al contingentamento del trafficolungo la strada statale 163 Amalfitana, unica arteria di collegamento tra i centri marittimi di un comprensorio ad altissima vocazione turistica, una strada che ancora oggi ricalca il tracciato storico e le sezioni della mulattiera inaugurata a metà Ottocento”

Come è nel suo stile, Cittaslow, l’associazione internazionale delle città del buon vivere che proprio quest’anno festeggia i 25 anni dalla fondazione, promuove “la messa in valore di quello che si è e di quello che si ha, senza autodistruggersi”, e l’overtourism a ben vedere è una forma di autodistruzione delle città. Dopo un anno circa dall’inizio dello studio-proposta, il piano per una ZTL territoriale sta arrivando in dirittura d’arrivo anche livello parlamentare grazie ad uno sforzo congiunto di sindaci, enti e istituzioni e all’impegno del Sottosegretario Tullio Ferrante che così si esprime sul punto: “A seguito di una forte campagna d’ascolto di sindaci ed amministratori locali, anche della costiera amalfitana, di categorie economiche e cittadini, resto fortemente impegnato nel far approvare, nell’ambito della riforma del codice della strada, l’estensione della Ztl al di fuori dei centri abitati laddove, per ragioni di sicurezza della circolazione o a fronte di particolari esigenze di tutela della salute o alla luce di particolari conformazioni paesaggistiche di un territorio, tale strumento si dovesse rendere necessario. Tale misura potrà essere disposta dalla Regione, sentiti i prefetti e gli enti proprietari e gestori della strada interessata. Ritengo che essa rappresenti una soluzione dalla doppia valenza, in grado sia di innalzare gli standard di sicurezza della circolazione, sia soprattutto di contenere il traffico veicolare, incidendo di riflesso sulla riduzione degli incidenti ed impattando positivamente sulla qualità della vita dei cittadini”. La proposta se approvata aprirà una nuova strada tecnico-legale per tutte le aree urbane e non nel nostro paese sottoposte a fenomeni di overtourism: l’obiettivo è combattere e scongiurare gli effetti pesantemente negativi del fenomeno, come la desertificazione sociale, la gentificazione dei centri storici e di alcune frazioni, la divaricazione insostenibile tra risorse e servizi, la diminuzione della qualità dell’ambiente, della biodiversità e più in generale della qualità della vita per abitanti e ospiti, il conflitto turista/abitante, alcune forme di speculazione edilizia e sui fitti che esodano dai centri cittadini famiglie, giovani e anziani.

La proposta ora all’attenzione del Parlamento  è frutto di una approfondita politica messa in atto dal Comune Cittaslow di Amalfi all’interno del proprio Piano strategico del turismo per Amalfi. Il Piano “mira a riposizionare la città sul mercato turistico nazionale e internazionale, affrontando al meglio la transizione post Covid all’insegna della sostenibilità e del “buon vivere” “. L’evoluzione della domanda, il nuovo comportamento dei turisti e le loro priorità, tra cui emerge la sostenibilità e l’attenzione per l’ambiente, nonché il bisogno di proposte e destinazioni turistiche con valore differenziale, hanno portato la città di Amalfi a darsi l’obiettivo il diventare meta green, meno sovraffollata, più accogliente e resiliente, per tutti non solo per l’élite ma con un’attenzione alle alte qualità artigianali e di servizio del territorio. 

Il Piano, realizzato dalla F Tourism & Marketing di Josep Ejarque, ha identificato il limite di capacità di carico turistico in termini di numero di visitatori che la destinazione può accogliere al giorno. Una delle prime azioni conseguenti è il contingentamento dei bus turistici e delle auto (in alta stagione) e il potenziamento del trasporto marittimo, oltre alla soppressione delle soste dei bus turistici in centro. Azioni che si tradurrebbero sì in una perdita di budget comunale, ma in compenso “limitando caos e sovraffollamento e favorendo la qualità dell’esperienza turistica nella nostra città, spiega il Sindaco, Daniele Milano, perseguono l’obiettivo di ridurre gradualmente il numero massimo di presenze al giorno nella nostra città.Il Piano ha visto una lunga concertazione delle istanze con gli imprenditori turistici e del commercio e gli altri rappresentanti istituzionali del territorio finalizzati all’istituzione dell’area a Traffico Limitato Territoriale”.

ENGLISH VERSION

OVERTOURISM: A CHALLENGE ADDRESSED BY LAURA PERNAZZA ADVOCATING FOR SUSTAINABLE AND QUALITY TOURISM

Cittaslow, the international network of “Cities of Good Living,” is tackling the issue of overtourism in collaboration with the Cittaslow of Amalfi, the Campania Region, and the mayors of the Amalfi Coast. This proposal sets the stage nationally for an amendment to the Highway Code in favor of territorial Limited Traffic Zones (ZTL) where necessary.

“There is a limit to everything, to too little tourism that extinguishes inland areas but also to the excess of tourist success when it becomes counterproductive and unsustainable environmentally and socially. Cittaslow Italian cities have always placed the local community at the center, which must be alive, resilient, and forward-thinking. This does not mean administrations and citizens should undergo processes but rather guide them toward ‘good living’ for everyone,” reiterated Laura Pernazza, Mayor of Amelia and Coordinator of Cittaslow Italy, explaining the reasons for supporting Amalfi’s motion in the assembly of the ninety mayors of Cittaslow Italy.

Overtourism, a term first listed by the Oxford University Press in 2018, signifies the exponential growth of a global phenomenon occurring “when a tourist destination, city, historical-archaeological area, or natural environment experiences a number of tourists higher than the place and its inhabitants can sustain.”

“When Cittaslow, 25 years ago, first established the foundational principle of ‘the sense of limit,'” explains Mauro Migliorini, President of Cittaslow International and Mayor of Asolo, “it interpreted contemporaneity with foresight, outlining a guideline based on ‘slow development,’ which is now at the center of everyone’s attention. Being Cittaslow certainly means countering social desertification and the abandonment of more distant places with new economic and tourism forms based on experience and seasonality. Still, at the same time, it means, as in the case of Amalfi, Positano, and the municipalities of the Coast, preserving the ‘soul’ of the cities, without distorting the places and the experience of the traveling tourist.”

In detail, what does Mayor Daniele Milano of Amalfi propose, supported by the Cittaslow Italian movement? An amendment to the National Highway Code, adopting the extension of the ZTL regulations to inter-municipal areas and extra-urban roads. The proposal aims to positively change the fate of the region, as expressed by the mayors of the Amalfi Coast: “This would positively change the fate of our territory – for years, in fact, we have been proposing and adopting measures to limit traffic along the SS 163 Amalfitana, the only connecting artery between the maritime centers of a highly touristy region, a road that still follows the historical path and sections of the trail inaugurated in the mid-nineteenth century.”

True to its style, Cittaslow, the international association of cities for good living celebrating its 25th anniversary this year, promotes “valuing what one is and has, without self-destruction.” Overtourism, in essence, is a form of self-destruction for cities. After about a year of study and proposal, the plan for a territorial ZTL is nearing completion at the parliamentary level thanks to a joint effort by mayors, organizations, and institutions and the commitment of Undersecretary Tullio Ferrante. He states, “Following a strong listening campaign by mayors and local administrators, including those of the Amalfi Coast, economic categories, and citizens, I remain strongly committed to approving, as part of the road code reform, the extension of the ZTL outside urban centers where, for reasons of traffic safety or in the face of particular health protection needs or in light of particular landscape features of a territory, such a measure becomes necessary. This measure can be arranged by the Region, consulting prefects and the owners and managers of the road in question. I believe that it represents a solution with a dual purpose, capable of raising circulation safety standards and, above all, of containing vehicular traffic, reflecting on the reduction of accidents and positively impacting the quality of life of citizens.”

If approved, the proposal will open a new technical-legal path for all urban and non-urban areas in our country subject to overtourism phenomena: the goal is to combat and prevent the heavily negative effects of the phenomenon, such as social desertification, gentrification of historic centers and some hamlets, the unsustainable divergence between resources and services, the decrease in environmental quality, biodiversity, and more generally the quality of life for residents and guests, the tourist/resident conflict, and some forms of real estate and rent speculation that push families, young people, and the elderly out of city centers.

The proposal, now before Parliament, is the result of an in-depth policy implemented by the Cittaslow Municipality of Amalfi within its Tourism Strategic Plan for Amalfi. The plan “aims to reposition the city in the national and international tourist market, facing the post-Covid transition in the sign of sustainability and ‘good living.’ The evolution of demand, the new behavior of tourists and their priorities, including sustainability and environmental awareness, as well as the need for proposals and tourist destinations with a differential value, have led the city of Amalfi to set the goal of becoming a green destination, less crowded, more welcoming, and resilient for everyone, not just for the elite, but with attention to the high craftsmanship and service quality of the territory.”

The plan, developed by F Tourism & Marketing by Josep Ejarque, has identified the tourist load capacity limit in terms of the number of visitors the destination can accommodate per day. One of the first consequent actions is the containment of tourist buses and cars (in high season) and the enhancement of maritime transport, in addition to the suppression of stops by tourist buses in the city center. Actions that would result in a loss of municipal budget, but in return, “limiting chaos and overcrowding and favoring the quality of the tourist experience in our city, explains Mayor Daniele Milano, aim to gradually reduce the maximum number of daily presences in our city. The plan saw a long consultation of requests with tourism and trade entrepreneurs and other institutional representatives of the territory aimed at the establishment of the Limited Territorial Traffic zone.




Quel “carnaio” per Orvieto delle 17 e 20

Uno dei treni maggiormente usati (e odiati) dai pendolari orvietani per il rientro a casa è il regionale veloce 4106 in partenza da Roma Termini alle 17,20.
Dopo una partenza all’alba per il solito estenuante e sfiancante turno di lavoro, tantissimi sono i pendolari orvietani che terminata la giornata lavorativa si incamminano verso il binario sei della stazione Tiburtina per attendere questo treno per l’agognato rientro a casa. Tra i tanti ,in questa umida e uggiosa serata di metà gennaio ci sono anche io.
Mentre mi accingo ad entrare nello spiazzale antistante la stazione, giro lo sguardo meccanicamente verso il grande orologio rettangolare che accoglie i viaggiatori. Indica che mancano pochi minuti alle cinque . Mi lascio trasportare dalla prima e dalla seconda scala mobile che porta al piano superiore. Poi, dopo aver percorso i soliti cinquanta metri del piano dei negozi, mi lascio trasportare, stavolta in discesa, dalle due scale mobili che conducono al binario sei e al binario sette. Sul binario sei transitano i treni diretti al Nord, sul binario sette quelli diretti a Roma Termini. Abbandonate le scale mobili, mi incammino in fondo al binario. Per una ragione dettata dal mio inconscio viaggio sempre nella prima carrozza, quella che precede la carrozza motrice del treno. Con un cenno degli occhi saluto un po’ di persone che conosco, anche loro già in attesa. Scorgo parecchi orvietani. Più o meno sempre gli stessi. Costretti a dover deglutire giocoforza ogni santa sera questa amara cicuta denominata regionale veloce 4106, scelta obbligata per poter rientrare alle nostre abitazioni. Il momento più stressante e faticoso da gestire è questa mezz’ora che precede l’arrivo del treno. Con il notare che ad ogni minuto che passa aumenta la calca umana che si distribuisce sul lungo binario, annotazione mentale che ci fa pregustare quello che ci attende una volta saliti a bordo.
Sarà il freddo, sarà la stanchezza dovuta alla pesante giornata di lavoro, sarà l’umidità che ti entra dentro, ma ogni minuto sembra lungo come un’ora.
Alle cinque e dieci, come ogni sera, arriva il regionale diretto a Terni, partito da Roma Termini alle 17,02. Fino a qualche anno costituiva per i pendolari orvietani una fonte di gioia e di salvezza, il suo arrivo. Fermava a Orte. E i tanti passeggeri che dovevano scendere in quella stazione lo usavano.
E si sfoltiva di molto la folla in attesa sul nostro binario, rendendo il nostro rientro a casa più umano e tollerabile. Ricordo, come in un sogno, che c’erano delle volte che riuscivo persino a trovare posto a sedere e poter così dedicarmi alla lettura di un buon libro. Tanto tempo fa. Ricordi di un’altra vita.
Poi i viaggiatori ternani si sono lamentati per l’affollamento fino a Orte, e quella fermata al loro regionale è stata risparmiata. Da allora i tantissimi pendolari diretti a Orte in questa fascia oraria, sono costretti a usare il nostro regionale, primo treno utile per il loro rientro.
Come ogni sera da un po’ di anni a questa parte, sul regionale delle cinque e dieci diretto a Terni ,salgono non più di una decina di persone.  Alle cinque e venti il colpo d’occhio del nostro binario è da brividi . Il binario è affollato in tutta la sua lunghezza disponibile. Alle cinque e mezza in punto finalmente arriva il nostro treno per Orvieto. Arriva già pieno da Termini, con tutti i posti occupati e già un po’ di gente in piedi, distribuita lungo i corridoi.
Arresta la sua corsa, un fischio lacerante avverte che le porte si stanno per aprire e la fiumana umana, come disperati che in mare si aggrappano a una scialuppa di salvataggio, invade tutti i suoi spazi.
Io, come mio solito, salgo nella prima vettura davanti, quella “attaccata” alla cabina motrice. Neanche sono salito che mi ritrovo schiacciato in un angolo dalla marea umana, incastrato tra il finestrino laterale e la parete del bagno. Un robusto giovanotto, con una borsa di pelle dura dai bordi appuntiti tra le mani, sembra volermi perforare la milza. Provo a girarmi di fianco per evitare il doloroso contatto . Nello girarmi mi ritrovo faccia a faccia con lo sguardo impaurito di una bambina tenuta a fatica in braccio dalla madre. Avrà due o tre anni. Ha i capelli sul biondo e gli occhi con una spruzzatina di azzurro. Mi viene istintivamente da pensare che sarà una bambina del Nord Europa. Rifletto sul fatto che la madre non crolla a terra, vittima dello sforzo, giusto perché manca lo spazio fisico per poter cadere.
Appoggiato addosso, sul mio lato sinistro, un signore prova a sistemarsi alla meno peggio. Avrà poco più di sessant’anni. Indossa una tuta blu tipica di chi lavora in qualche officina meccanica, tuta coperta da un pesante giaccone di pelle color terra. Ha la barba un po’ incolta, il viso segnato da vistose rughe. Rimango colpito dal suo sguardo rassegnato e un po’ abbassato, di chi nella vita ne ha dovute passare tante. Al petto stringe una specie di marsupio, dal quale si scorge un contenitore in plastica, di colore arancione. Certamente un contenitore per mantenere caldo il cibo. Mi sembra quasi di vederlo mentre si accinge a uscire da casa di buon mattino, quando ancora la notte avvolge la rupe, con la moglie che con cura e amore sistema in quel contenitore il suo pasto quotidiano. Mi piacerebbe poter essere seduto, per alzarmi e cedergli il posto. Vago con lo sguardo nel corridoio e nello spazio che separa la prima vettura da quella seguente. Due signori di mezza età, ben vestiti e dal linguaggio forbito, apostrofano a malo modo i politici locali, che ancora una volta sembrano interessarsi a treni e pendolari solo quando si è in prossimità di tornate elettorali. Una signora dagli occhi vispi, un po’ appesantita nel fisico, impreca con tono alterato contro il mondo intero.
Un gruppo di studenti, beati loro seduti, inveisce contro un non ben definito comitato pendolari che ancora parla di incontri e monitoraggi da fare .
Mi viene da pensare che nessun monitoraggio può dare idea più veritiera della condizione di viaggio dei pendolari orvietani di questo treno. Osservando con più attenzione il senso di stanchezza e rassegnazione della gente che mi circonda, mi ritorna alla mente il quadro studiato al liceo. Nel quadro veniva raffigurato il viso sofferente e lo sguardo disperato di una marea di persone “appiccicate” le une alle altre, che venivano, senza soluzione di continuità e per l’eternità, punte con uno spillo per espiare non ricordo bene quale loro colpa . Noi che siamo costretti a viaggiare in queste condizioni, che di umano hanno poco, espiamo colpe che non abbiamo. Siamo vittime innocenti delle gravi mancanze di chi dovrebbe tutelarci e fa finta che non esistiamo. Un lacerante fischio di porte che si rinchiudono pone fine a queste mie riflessioni, fischio che segnala che il treno, dopo la solita attesa serale per dare la precedenza a tutti i treni dell’ Alta Velocità, è in partenza.
Neanche facciamo in tempo a uscire dalla stazione Tiburtina che si avverte un fastidioso “gracchiare” degli altoparlanti. Quel fastidioso gracchiare, così inviso a noi pendolari che ci perseguita anche durante le ore notturne . Infatti, per completare lo scenario da film horror del nostro viaggio, ecco che si manifesta (per l’ennesima volta) l’incubo ricorrente e più odioso per tutti noi. Incubo che ha la forma del tono gentile della voce di una giovane impiegata di Trenitalia, la quale con dire pacato e misurato annuncia che, causa il sovraffollamento sulla linea direttissima, il treno 4106 sarà istradato (per l’ennesima volta) sulla linea convenzionale (detta anche “linea lenta”), nel tratto Roma Tiburtina/Orte, con maggiore aggravio di percorrenza di circa 40 minuti.
Intorno a me le solite imprecazioni, le solite frasi piene di indignazione e i soliti sguardi di colpo diventati ancora più cupi e rassegnati .
Io me ne continuo a rimanere schiacciato tra finestrino e parete del bagno. La borsa di pelle dura del robusto giovanotto ha cessato, per fortuna, di essere come una dolorosa punta di spada poggiata sul mio fianco. Il signore con la tuta blu ancora di più ha abbassato lo sguardo e ancora più accentuate sembrano le rughe del suo viso. La bambina tra le braccia della madre inizia invece a piangere. Un piangere lamentoso, che sembra voler fare da sottofondo al nostro stato di disperati pendolari abbandonati al nostro infausto destino . Pianto che diviene sempre più acuto, che diventa la colonna sonora di questo viaggio di ritorno a casa dai tratti “non umani”, a bordo di questo treno che ogni sera fino a Orte diventa un vero e proprio “carnaio”.
Il “carnaio” per Orvieto delle cinque e venti che, sbuffando e fischiettando con il suo carico di disperazione e sofferenza umana, anche stasera scompare nella notte che avvolge la campagna della periferia romana.

ENGLISH VERSION

THAT “CHAOS” FOR ORVIETO AT 5:20 P.M.

One of the most frequently used (and loathed) trains by Orvieto commuters for the journey back home is the fast regional train 4106 departing from Rome Termini at 5:20 PM. After a dawn departure for the usual exhausting work shift, many Orvieto commuters conclude their workday by heading towards platform six at Tiburtina station, eagerly awaiting this train for their longed-for journey home.

In the damp and gloomy mid-January evening, I find myself among the crowd. As I approach the station’s forecourt, my gaze mechanically turns to the large rectangular clock welcoming travelers, indicating just a few minutes until five. I let myself be carried by the first and second escalator leading to the upper level. Then, having traversed the usual fifty meters of the shopping floor, I let myself be carried, this time downhill, by the two escalators leading to platforms six and seven. On platform six, trains heading north pass, while on platform seven, those bound for Rome Termini.

Abandoning the escalators, I walk to the end of the platform. For some reason dictated by my subconscious, I always travel in the first carriage, preceding the train’s driving carriage. With a nod of the eyes, I greet some acquaintances also already waiting. I spot several Orvieto residents, more or less the same faces. Forced to swallow, night after night, this bitter cup called fast regional 4106, a compulsory choice to return to our homes. The most stressful and tiring moment to manage is the half-hour before the train arrives. Noting that with each passing minute, the human throng increases along the long platform, a mental note that anticipates what awaits us once on board.

Whether it’s the cold, the fatigue from a heavy day’s work, or the dampness seeping in, every minute feels as long as an hour. At five ten, as every evening, the regional train bound for Terni arrives, departing from Rome Termini at 5:02 PM. Until a few years ago, it was a source of joy and salvation for Orvieto commuters. It made a stop at Orte, and many passengers destined for that station used it. This significantly thinned the crowd waiting on our platform, making our journey home more humane and tolerable. I recall, as in a dream, there were times when I could even find a seat and devote myself to reading a good book. A long time ago. Memories of another life.

Then, Terni commuters complained about crowding up to Orte, and their regional train stopped making that stop. Since then, the many commuters bound for Orte during this time slot are forced to use our regional, the first available train for their return. As every evening for some years now, no more than a dozen people board the 5:10 regional train bound for Terni. At 5:20, the sight of our platform is chilling. The platform is crowded along its entire length. At precisely half-past five, our train to Orvieto finally arrives. It arrives already full from Termini, with all seats occupied and some people standing, distributed along the corridors.

It halts its course, a piercing whistle warns that the doors are about to open, and the human torrent, like desperate souls clinging to a lifeboat, invades all its spaces. As usual, I board the first carriage in front, attached to the driving cabin. Before I can even settle in, I find myself squeezed into a corner by the human tide, wedged between the side window and the bathroom wall. A robust young man, holding a hard leather bag with sharp edges, seems to want to pierce my spleen. I try to turn sideways to avoid painful contact. As I turn, I find myself face to face with the frightened gaze of a child held in the arms of her mother. She’s two or three years old, with blonde hair and eyes sprinkled with a touch of blue. I instinctively think she must be a child from Northern Europe. I reflect on the fact that the mother doesn’t collapse to the ground, a victim of effort, simply because there’s no physical space to fall.

Leaning against my left side, a man tries to find a somewhat comfortable position. He’s a little over sixty, wearing a typical blue jumpsuit of someone working in a mechanical workshop, covered by a heavy, earth-colored leather jacket. His beard is slightly unkempt, and his face is marked by noticeable wrinkles. I’m struck by his resigned and somewhat lowered gaze, someone who has had to endure a lot in life. He clutches a kind of pouch to his chest, revealing a plastic container, orange in color. Surely, a container to keep his food warm. I almost picture him leaving home early in the morning, when the night still envelops the cliff, with his wife carefully and lovingly packing his daily meal into that container. I’d like to be sitting, to stand up and offer him my seat.

I wander with my gaze in the aisle and the space between the first carriage and the next one. Two middle-aged gentlemen, well-dressed and with refined language, berate local politicians who seem to show interest in trains and commuters only when elections are imminent. A lady with lively eyes, slightly heavier in physique, curses with an altered tone against the entire world. A group of students, lucky to be sitting, inveighs against an undefined commuters’ committee still talking about meetings and surveys to be done.

I think that no survey can provide a truer idea of the travel conditions of Orvieto commuters on this train. Observing more carefully the fatigue and resignation of the people around me, the image studied in high school comes back to my mind. The painting depicted the suffering faces and desperate gazes of a multitude of people “stuck” together, continuously and eternally pricked with a pin to atone for a fault I don’t quite remember. We, forced to travel in these inhumane conditions, atone for sins we haven’t committed. We are innocent victims of the serious shortcomings of those who should protect us and pretend we don’t exist. A piercing door closing whistle puts an end to my reflections, signaling that the train, after the usual evening wait to give way to all high-speed trains, is departing.

We barely have time to leave Tiburtina station when an annoying “crackling” of the loudspeakers is heard. That annoying crackling, so hated by us commuters, haunts us even during the night hours. In fact, to complete the horror movie scenario of our journey, the recurring and most odious nightmare for all of us manifests itself (for the umpteenth time). The nightmare takes the form of the gentle tone of a Trenitalia employee’s voice, calmly and measuredly announcing that, due to overcrowding on the direct line, train 4106 will be diverted (once again) onto the conventional line (also known as the “slow line”) in the Rome Tiburtina/Orte section, with an additional travel time of about 40 minutes.

Around me, the usual curses, the usual sentences full of indignation, and the usual glances suddenly become even darker and more resigned. I continue to be squashed between the window and the bathroom




Tre giovani in auto che si ferma in autostrada. Prima vengono soccorsi dalla Polizia che trova la droga

Domenica 14 gennaio di mattina, l’autostrada vicino al casello di Orvieto è stata teatro di un evento inatteso quando un giovane e i suoi due amici sono rimasti in panne con la loro macchina. Ciò che sembrava un contrattempo comune si è trasformato in un caso di rilievo quando una pattuglia della Polizia di Stato è intervenuta per soccorrere il trio.

La situazione ha assunto una piega inaspettata quando il personale della Polizia Stradale di Orvieto ha notato comportamenti insoliti da parte dei giovani. Di fronte a questa situazione, è scattato un controllo sia sul veicolo che sulle identità dei ragazzi. I sospetti iniziali sono stati confermati dai dati delle banche, che hanno rivelato precedenti per possesso di sostanze stupefacenti a carico di due di loro. La successiva perquisizione ha portato alla luce una quantità di 5 grammi di marijuana, abilmente occultata negli indumenti intimi di uno dei giovani. Questa scoperta ha innescato un immediato contatto con l’ufficio di polizia nella residenza del giovane, dove vive con i suoi genitori. Una perquisizione immediata ha portato alla luce ulteriori 2 grammi della stessa sostanza nascosti in un vaso. La gravità della situazione ha richiesto una segnalazione immediata alla Prefettura competente. Le misure che potrebbero essere adottate nei confronti del trentenne includono la sospensione della patente di guida fino a un massimo di 3 anni, la sospensione dei documenti validi per l’espatrio e il porto d’armi fino a un anno. Inoltre, la Motorizzazione potrebbe richiedere visite mediche od esami specifici per il rilascio del certificato di idoneità psico-fisica, anche a distanza di anni.

Il Questore potrebbe, altresì, prendere misure di sicurezza che perdurano per un massimo di due anni. Queste potrebbero includere l’obbligo di presentazione periodica alla Polizia, restrizioni sugli spostamenti, divieto di frequentare locali pubblici e altre disposizioni mirate a garantire la sicurezza pubblica.

ENGLISH VERSION

THREE YOUNG INDIVIDUALS IN CAR BREAKDOWN ON HIGHWAY. INITIALLY RESCUED BY POLICE WHO DISCOVER DRUGS

On the morning of Sunday, January 14th, the highway near the Orvieto toll booth became the stage for an unexpected incident when a young man and his two friends experienced car trouble. What initially seemed like a common inconvenience turned into a significant case as a State Police patrol intervened to assist the trio.

The situation took an unexpected turn when the Orvieto Highway Police noticed unusual behavior from the young individuals. Faced with this situation, a check was initiated both on the vehicle and the identities of the young men. Initial suspicions were confirmed by database records, revealing prior offenses for drug possession involving two of them. The subsequent search uncovered a quantity of 5 grams of marijuana cleverly concealed in the undergarments of one of the young men.

This discovery prompted an immediate contact with the police office at the young man’s residence, where he lives with his parents. An immediate search revealed an additional 2 grams of the same substance hidden in a vase. The gravity of the situation necessitated an immediate report to the competent Prefecture.

Possible measures against the thirty-year-old may include the suspension of his driving license for up to 3 years, suspension of valid documents for foreign travel, and firearms possession suspension for up to a year. Furthermore, the Motorization Department may require medical examinations or specific tests for the issuance of a psycho-physical fitness certificate, even years later.

The Chief of Police may also implement security measures lasting up to two years. These could involve mandatory periodic reporting to the Police, restrictions on movement, prohibition from frequenting public places, and other provisions aimed at ensuring public safety. The incident on the Orvieto highway serves as a clear example of how seemingly ordinary situations can unfold unexpectedly, leading to serious legal consequences for those involved.




Il gruppo di preghiera Padre Pio, Madonna della Cava dona un holter alla cardiologia dell’ospedale di Orvieto

Preziosa donazione di un registratore holter in dodici derivazioni eseguita dal gruppo di preghiera Padre Pio Madonna della Cava di Orvieto, per i professionisti della struttura complessa di Cardiologia dell’ospedale di Orvieto diretta dal dott. Andrea Mazza.
La cerimonia di consegna si è svolta nei giorni scorsi alla presenza dei rappresentanti dell’associazione Patrizia Cruciani, Alessandra Olivieri guidati dal responsabile cavaliere ufficiale Giacomo Gusmano, del direttore medico del presidio ospedaliero “Santa Maria della Stella” di Orvieto dr. Patrizio Angelozzi, del dr. Andrea Mazza e della coordinatrice infermieristica del reparto dott.ssa Lorena D’Elia. È l’ennesima importante testimonianza della grande sensibilità e dello spirito di solidarietà del gruppo di volontari nei confronti dei sanitari e dei pazienti della struttura Orvietana.
Un sentito ringraziamento, per questa utile donazione e per questo gesto di vicinanza, generosità e impegno, è stato rivolto ai rappresentanti e volontari dell’Associazione dal direttore generale ff della Usl Umbria 2 dr. Piero Carsili, dal direttore sanitario ff dell’azienda sanitaria dr. Nando Scarpelli, dalla direzione ospedaliera e dai professionisti del reparto di Cardiologia del “Santa Maria della Stella” di Orvieto.

Fonte: Usl Umbria 2




L’associazione Fagiolo secondo del Piano replica alle affermazioni di Olimpieri, “documentarsi e conoscere prima di parlare”

Riceviamo e pubblichiamo la replica dell’Associazione Fagiolo secondo del piano all’areticolo del consigliere comunale Stefano Olimpieri. Il clima avvelenato delle prossime elezioni sicuramente ha indurito i commenti forse anche oltre le anormale dialettica. Condividiamo l’esigenza vitale per Orvieto del completamento della complanare e allo stesso tempo è giusto salvaguardare una produzione locale di qualità. Si deve cercare di contemperare le due esigenze ma senza bloccare un’opera attesa da decenni come la complanare.

La scrivente Associazione, insieme ad altri Soggetti, ha depositato una osservazione congiunta non contro la complanare e la sua finalità, bensì nei confronti del tracciato, meglio, di una parte di tracciato del nuovo stralcio previsto.

Le motivazioni, unico denominatore che accomuna i firmatari della osservazione, sono riconducibili a problematiche di impatto, di corridoi residuali, di sottrazione di suolo in taluni casi anche con effetti pesanti, di aspetti tecnici e di sicurezza. Ultimi ma non banali dubbi, sui quali non tanto e non solo gli istanti, ma riteniamo l’intera cittadinanza debba essere ragguagliata, la parziale e non totale deroga concessa da Soc. Autostrade, riguardo l’adiacenza della complanare al rilevato autostradale e la coesistenza di due progetti di intervento viario sugli stessi elaborati che in mancanza di elementi di maggiore chiarimento, lascerebbero supporre quasi un doppione.

Nel merito delle osservazioni, basterebbe averle lette per non dire idiozie a vanvera, sono entrate ben prima di noi tanto la Regione che la Provincia, definendo l’opera in progetto, critica ai fini dell’impatto, e non facendo venire meno raccomandazioni precise sugli accorgimenti a mitigazione dei rischi e sui presupposti di sicurezza contemplati dal Codice della Strada.

Di fronte a quelle che riteniamo lecite e sostenibili perplessità, nel pieno rispetto delle norme, rimaniamo in attesa delle risposte che l’interlocutore unico a cui le osservazioni sono indirizzate vorrà fornirci nel contesto e nella sede opportuna.

Alle nostre osservazioni non è stata attribuita, richiamata e neppure accennata, alcuna paternità o derivazione politica da parte di nessuno dei firmatari.        

Sull’argomento, questa Associazione non ritiene necessario aggiungere nulla, salvo non poter fare a meno di constatare che l’unica voce che si è levata, oltre che  andare completamente fuori tema, propensione squisitamente tipica e collaudata del mittente, vorrebbe  cavalcare gratuiti ed ormai usuali filoni per ricondurre ad ostruzione politica uso campagna elettorale forse, quello che invece nasce e vuole rimanere esclusivamente un confronto con la Amministrazione Comunale per addivenire alla migliore compatibilità tra  infrastrutture e territorio in occasione del progetto in parola.

La nostra, ed è la seconda volta che lo ribadiamo ufficialmente, sottinteso, a prova di stupido, non è una associazione politica, non ha mai governato la città e non ha concesso autorizzazioni a nessuno per escavare inerti. Al contrario, ha ufficializzato al Sindaco in carica, non appena le sue elezioni, la richiesta di vincolo contro l’estrazione di inerti, sull’intero piano del Paglia.

Probabilmente inquadrare un problema, documentarsi ed essere a conoscenza dei pochi elementi che avrebbero reso coerente e perché no efficace ed anche bene accetta una critica costruttiva, presuppone capacità e sforzi molto al di sopra delle possibilità di qualcuno!

Questo glielo perdoniamo, non altrettanto la superbia e la superiorità, solo unilateralmente presunta, stante le quali ci si possa permettere l’utilizzo di appellativi volutamente sgrammaticati e pseudo dialettali a dileggio di persone.

Se lo avessimo subito da altri, meritevoli di attenzione e considerazione, avremmo risposto a tono frase su frase, nel caso specifico, …è Olimpieri!

Fonte: “Associazione Fagiolo Secondo del Piano”




Due giovani fermati dai carabinieri e denunciati per detenzione di hashish ai fini di spaccio

Continuano i controlli dei Carabinieri della Compagnia di Orvieto nei pressi degli istituti scolastici del comprensorio per la prevenzione e repressione dei reati legati agli stupefacenti. Nel primo pomeriggio del 16 gennaio, i militari dell’Aliquota Operativa del Norm, nei pressi del polo scolastico di Ciconia, hanno notato una coppietta aggirarsi con fare sospetto: fermati ed indentificati, i due giovani sono stati trovati in possesso di una dose di hashish del peso di 1 grammo circa. La successiva perquisizione domiciliare ha poi consentito agli operanti di rinvenire ulteriori 24 grammi di sostanza stupefacente dello stesso tipo, ben occultati all’interno di un vaso contenente una finta pianta di girasole, oltre ad un bilancino di precisione ed a materiale utile per il confezionamento delle dosi. Per i due, un nordafricano 20enne e la fidanzata italiana 21enne, già noti alle Forze dell’Ordine, è così scattata la denuncia in stato di libertà alla Procura di Terni per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio in concorso.




Dal 21 gennaio torna ogni terza domenica del mese “Anticamente”, mostra-mercato di antiquariato e collezionismo

Domenica 21 gennaio riparte nella città della rupe il nuovo anno di Anticamente Orvieto, la mostra-mercato dell’antiquariato e del collezionismo che ormai da due anni si svolge con regolarità ogni terza domenica del mese, in piazza della Repubblica, in pieno centro storico.
Confermate per il 2024 sia la collocazione che le date e la cadenza mensile, visti i positivi riscontri che hanno visto crescere la manifestazione fino a superare, nei periodi meteorologici e turistici più favorevoli, i 70 espositori, provenienti non soltanto dall’Umbria ma anche dalle regione limitrofe. Questo grazie soprattutto alla posizione di Orvieto, che intercetta espositori e visitatori anche dal Lazio e dalla Toscana.
Confermata anche la formula itinerante che vede Anticamente replicare la formula sulle piazze di Todi, la seconda domenica del mese, e di Perugia, l’ultimo sabato e domenica di ogni mese.  “E’ una soluzione che vede il favore degli espositori, che così possono ruotare e organizzarsi sulla base della propria strategia e disponibilità, ma che ha dato riscontri positivi anche sul fronte dell’aumento dei visitatori”, commenta l’organizzatore Mauro Giorgi, presidente dell’associazione InDivenire.
Tra le ipotesi, ancora in fase di valutazione, quella di aggiungere una quarta piazza per coprire in modo ottimale tutta l’Umbria e tutto il mese. “Una novità che si sta valutando – aggiunge Giorgi – è di estendere la durata del mercatino oltre il tramonto, quindi in notturna, soluzione che potrebbe incontrare il favore dei turisti, in modo particolare nel periodo estivo, quando in città si susseguono eventi tutte le settimane”.

ENGLISH VERSION

FROM JANUARY 21, “ANTICAMENTE” THE ANTIQUE AND COLLECTIBLES SHOW-MARKET, RETURNS EVERY THIRD SUNDAY OF THE MONTH

On Sunday, January 21, the new year of “Anticamente Orvieto” kicks off in the city of the cliff. This antique and collectibles show-market has been taking place regularly for two years now, every third Sunday of the month in Piazza della Repubblica, right in the historic center.

The location, dates, and monthly frequency for 2024 are confirmed, given the positive responses that have seen the event grow to over 70 exhibitors during favorable weather and tourist periods. Exhibitors come not only from Umbria but also from neighboring regions, thanks to Orvieto’s strategic location, attracting participants and visitors from Lazio and Tuscany.

The itinerant formula, where “Anticamente” replicates the model in the squares of Todi on the second Sunday of the month and in Perugia on the last Saturday and Sunday of each month, is also confirmed. “It’s a solution that the exhibitors favor, allowing them to rotate and organize based on their strategy and availability. It has also yielded positive results in terms of increased visitors,” comments Mauro Giorgi, the organizer and president of the association InDivenire.

Among the considerations, still in the evaluation phase, is the possibility of adding a fourth square to optimally cover the entire Umbria region throughout the month. “One novelty under consideration is to extend the market’s duration beyond sunset, into the night. This solution might be well-received by tourists, especially in the summer when the city hosts events every week,” adds Giorgi.




Il 19 gennaio lo storico e archivista Andrea Maori presenta, “La valigia di Herbert Kappler, cronaca di una fuga annunciata”

Venerdì 19 gennaio alle 17.30, presso la Sala DigiPass della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto, in Piazza Febei 1, Andrea Maori, storico e archivista, terrà una conferenza straordinaria dal titolo “15 agosto 1977, La valigia di Kappler. Cronaca di una fuga annunciata”.

Il protagonista di questo dramma storico è Herbert Kappler, un tenente colonnello delle SS, giudicato colpevole dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine nei processi svoltisi tra il 1948 e il 1952. Questo tragico evento si verificò come rappresaglia all’attentato partigiano di Via Rasella. La condanna di Kappler, per aver superato di 15 unità il numero massimo di ostaggi da fucilare previsto dal diritto internazionale bellico, divenne simbolo del riscatto dell’Italia liberata dai nazisti. Durante la detenzione di Kappler a Gaeta, i giornali e le associazioni partigiane occasionalmente affrontarono il suo caso. La svolta avvenne nel 1976, quando per ragioni di salute fu trasferito all’ospedale militare del Celio a Roma. Il suo status giuridico cambiò da detenuto a prigioniero di guerra in libertà vigilata. Questo influenzò le operazioni di sorveglianza, che si dimostrarono poco rigorose. Nel Ferragosto del 1977, Kappler fuggì in modo rocambolesco, causando uno scandalo e una gioia inaspettata in Germania. La moglie di Kappler, Anneliese, dichiarò di averlo nascosto in una valigia e trasportato da sola all’automobile per far credere che la fuga fosse avvenuta senza aiuto esterno. Ma, mentre in Germania si sosteneva che Kappler fosse solo un preteso criminale di guerra, in Italia la sua fuga fu oggetto di scandalo, considerando l’efferatezza dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine.

La conferenza di Andrea Maori si propone di ricostruire questi eventi intricati, esaminando le relazioni italo-tedesche attraverso documenti di polizia e la consultazione di quotidiani. Emergono dettagli intriganti sulla fuga di Kappler: la segnalazione dell’auto in vari caselli autostradali fino al Brennero suggerisce il coinvolgimento dei servizi segreti di Italia, Austria e Germania, che sembrano aver organizzato un corteo per agevolare la fuga.

Il “caso Kappler” rimane una pagina oscura della storia repubblicana italiana, svelando depistaggi e verità scomode. La conferenza promette di offrire una prospettiva approfondita su questi avvenimenti cruciati tra politica, giustizia e memoria storica.

ENGLISH VERSION

ON JANUARY 19, THE HISTORIAN AND ARCHIVIST ANDREA MAORI PRESENTS, “HERBERT KAPPLER’S SUITCASE: CHRONICLE OF A FOREWARNED ESCAPE”

On Friday, January 19, at 5:30 PM, in the DigiPass Room of the New Public Library “Luigi Fumi” in Orvieto, located at Piazza Febei 1, Andrea Maori, historian and archivist, will hold an extraordinary lecture titled “August 15, 1977: Kappler’s Suitcase – Chronicle of a Forewarned Escape.”

The central figure in this historical drama is Herbert Kappler, a lieutenant colonel in the SS, found guilty of the Fosse Ardeatine Massacre in trials held between 1948 and 1952. This tragic event occurred as a reprisal for the partisan attack on Via Rasella. Kappler’s conviction, for exceeding by 15 units the maximum number of hostages to be shot according to international war law, became a symbol of Italy’s redemption from the Nazis. During Kappler’s detention in Gaeta, newspapers and partisan associations occasionally addressed his case. The turning point came in 1976 when, for health reasons, he was transferred to the military hospital on the Celio in Rome. His legal status changed from detainee to a prisoner of war under supervised release. This influenced surveillance operations, which proved to be lax. On August 15, 1977, Kappler escaped dramatically, causing scandal and unexpected joy in Germany. Kappler’s wife, Anneliese, claimed to have hidden him in a suitcase and transported him alone to the car to create the impression that the escape had occurred without external assistance. While in Germany, it was argued that Kappler was merely an alleged war criminal, in Italy, his escape was scandalous, considering the brutality of the Fosse Ardeatine Massacre.

Andrea Maori’s lecture aims to reconstruct these intricate events, examining Italo-German relations through police documents and newspaper consultations. Intriguing details about Kappler’s escape emerge: the sighting of the car at various highway toll booths up to the Brenner Pass suggests the involvement of the secret services of Italy, Austria, and Germany, which seemed to have organized a convoy to facilitate the escape.

The “Kappler case” remains a dark page in Italian republican history, revealing cover-ups and uncomfortable truths. The lecture promises to provide an in-depth perspective on these intertwined events involving politics, justice, and historical memory.