Fabrizio Cortoni è il presidente della neonata sezione di Orvieto dell’ANPI

Venerdì 26 gennaio, presso il Community Hub di Orvieto Scalo, si è tenuta l’assemblea dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) che ha rinnovato gli organi della neonata Sezione di Orvieto, evidenziando il crescente impegno dei cittadini nella difesa dei valori costituzionali.

L’assemblea, che ha visto la partecipazione attiva dei soci dell’ANPI di Orvieto, ha portato alla formazione del nuovo Comitato di Sezione. Il presidente eletto è Fabrizio Cortoni, il quale sarà affiancato nei suoi compiti da due vicepresidenti, Roberto Bettoja e Tonino Ciarlora. Annarita Manuali assumerà il ruolo di tesoriere, mentre Paola Polimeni sarà la referente per il mondo della scuola. L’iniziativa di istituire una Sezione ANPI per Orvieto e il comprensorio Orvietano è stata presa lo scorso ottobre, dopo anni di impegno come Gruppo ANPI del Provinciale di Terni. La decisione è stata motivata dalla crescita significativa del numero dei soci di ogni età e dalla necessità di intensificare l’azione sul territorio. L’ANPI, Ente morale dal 1945 e riconosciuto dal Ministero della Difesa, è un soggetto in prima linea nella difesa dei valori costituzionali, che quotidianamente sono a rischio di revisione e svalutazione. L’impegno della Sezione di Orvieto si inserisce in questo contesto, contribuendo a preservare la memoria storica e a promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nella tutela dei principi fondamentali della nostra democrazia.

Il presidente neo-eletto, Fabrizio Cortoni, ha espresso la sua gratitudine per la fiducia accordata dai soci e ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per difendere i valori che sono alla base della nostra società. La Sezione di Orvieto si propone di organizzare una serie di iniziative culturali e sociali per coinvolgere sempre più persone nella riflessione su temi cruciali per il nostro Paese.




Perché assessore regionale e sindaco non rispondono alle domande in tema di Sanità?

Tanti annunci di opere finanziate e cantierabili e rassicurazioni di servizi previsti nel territorio sono stati fatti, ma ad oggi nulla si è visto e i rappresentanti delle istituzioni non rispondono alle domande che abbiamo posto nel recente passato.

Allora riproponiamo le domande ancora senza risposta:

1) E’ vero che più del 60% delle prestazioni diagnostico-strumentali sono pagate per l’intero e direttamente da cittadini e quali conseguenze provoca ciò sul corretto sviluppo del modello sanitario? 

2) Quando l’Ospedale di Orvieto sarà concretamente ed operativamente un D.E.A. (dipartimento emergenza accettazione) di primo livello?

3) quando saranno veramente realizzati la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità dell’Orvietano? 

In particolare:

– quando potranno essere effettivamente aggiudicati i lavori?

– Perché ci si è ridotti agli ultimi giorni utili?

– Potranno essere ancora conclusi i lavori entro giugno 2026, data prevista dal PNRR?

– I fondi che verranno utilizzati saranno ancora quelli del PNNR? Saranno sufficienti?

– E’ stata prevista un’organizzazione transitoria per evitare che i cittadini debbano pagarsi da soli le prestazioni?

– Come si provvederà alla dotazione di arredi, macchinari, personale?

– E’ stato predisposto il piano di viabilità per l’accesso a Casa e Ospedale di Comunità?

– Qual è il costo di questo piano e dove saranno reperiti i fondi necessari?

– Non sarebbe necessario che tali ultime scelte vengano partecipate alla cittadinanza?

Due, a questo punto, sono le possibili motivazioni: o non ritengono i cittadini degni di sapere come stanno veramente le cose o, cosa peggiore, non sanno cosa dirci perché quanto promesso era soltanto una colossale bugia.

Vogliamo fatti e non date sparate a casaccio, perché sono i fatti quelli con cui ci si cura.  Non vi nascondete dietro la burocrazia e diteci ad oggi come stanno le cose, siete voi che avete scelto di rappresentarci, nessuno vi ha costretto. Rispondete è il vostro dovere.  Il fatto che in sette anni non siete riusciti a decidere se è più importante il “fagiolo secondo del piano” o la complanare non ci lascia fatto tranquilli.

Fonte: PrometeOrvieto




La voce degli agricoltori che protestano contro le politiche di settore dell’Unione Europea

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Si allarga la protesta degli agricoltori italiani contro le politiche di settore dell’Unione Europea. Le nuove regole stabilite dal green-deal non piacciono agli agricoltori di gran parte d’Europa. Protestano in Francia, Germania e Spagna. In Italia le manifestazioni sono iniziate quasi in sordina ma ora sono balzate agli onori della cronaca. A Orvieto la prima giornata di protesta del 30 gennaio è stata ordinata e ad alta partecipazione con circa una quarantina di mezzi e oltre 60 persone. Era una bella giornata e altri hanno deciso di continuare a lavorare pur d’accordo con i principi della manifestazione.

Delusione, preoccupazione e tanta voglia di parlare da parte dei produttori agricoli che vogliono spiegare e far capire bene i motivi di questa protesta che in alcune zone d’Italia sta fortemente rallentando il traffico quotidiano di persone e merci. A Orvieto hanno deciso di fermarsi alla rotonda prima del Ponte dell’Adunata e della variante verso ponte Sandro Pertini per poi effettuare dei cortei fino al casello autostradale per ritornare sempre nella stessa area . Le ripercussioni sul traffico ci sono state anche se limitate. Rimangono forti le motivazioni della protesta, dagli alti costi di energia e fertilizzanti, ai ricavi bassissimi, alle scelte in materia di “green” da parte della UE. Ci tengono, i manifestanti a far arrivare un messaggio, “non siamo assolutamente contro il green anche perché proprio noi siamo i primi custodi dell’ambiente e dei terreni. Siamo contro politiche che non tengono in alcuna considerazione i nostri bisogni e mettono a rischio le attività, posti di lavoro e la genuinità dei prodotti che arrivano nelle case degli italiani”.