Il grande freddo tra Tardani e Garbini, con tanto di lettere, contro-lettere e un consiglio comunale considerato semplice notaio

L’ultimo pesantissimo scontro in ordine di tempo tra la sindaca Roberta Tardani e il presidente del consiglio comunale Umberto Garbini, si è consumato proprio nell’ultima settimana.  Uno scambio di lettere e contro-lettere con il Prefetto che ha provato, con scarso successo, a mediare.

Il 17 novembre la sindaca scrive al Prefetto dopo un ennesimo scontro tra le due massime istituzioni della città.  La sindaca chiede al Prefetto che venga integrato l’ordine del giorno del consiglio previsto e poi svolto il 23 novembre con lo schema di convenzione tra Comune e Provincia per la gestione del Chiostro di San Giovanni. 

Il 17 novembre la sindaca interloquisce con il presidente del consiglio comunale e chiede l’integrazione e contemporaneamente accusa Garbini di non rispettare il regolamento comunale che prevede la convocazione del consiglio comunale “sentito il sindaco”.  Questo scrive al Prefetto la prima cittadina ricordando che il provvedimento in questione ha urgenza di essere approvato perché in scadenza.

Il 20 novembre il Prefetto scrive a Garbini riconoscendo l’urgenza del punto in questione anche perché la Provincia ha discusso e approvato lo stesso nella seduta di consiglio dello scorso 23 ottobre.  Infine il Prefetto “invita a provvedere alla convocazione non oltre i 10 giorni del consiglio comunale per l’approvazione dello schema di convenzione”. 

Il 21 novembre è la volta del presidente Garbini che replica al Prefetto ribattendo punto su punto.  Ricorda che la proposta di integrazione viene presentata alle ore 8 del 17 novembre.  Garbini ricorda che alle 8,30 dello stesso giorno “arrivo in ufficio per firmare la convocazione del consiglio comunale e del relativo ordine del giorno già deciso”.  Garbini ribadisce che alla richiesta non è allegata alcuna richiesta di urgenza da parte del sindaco o della giunta e allora “visti i numerosi punti all’ordine del giorno ho preferito non inerire anche questa proposta.  Più tardi lo stesso sindaco telefona in presidenza richiedendo l’inserimento del punto”.  Cosa recita il tanto citato articolo 48 del Regolamento del consiglio comunale?  “Spetta al presidente del consiglio comunale, sentiti il sindaco e i capigruppo, stabilire, rettificare o integrare l’ordine del giorno fissando anche l’ordine di trattazione dei singoli punti, salvo l’obbligo di iscrivere le proposte di cui ai successivi commi 3 e 4”.  E poi arriva l’attacco frontale alla sindaca.  Garbini ricorda al Prefetto di non aver mai avuto problemi ma di avere un’unica difficoltà, “l’impossibilità di convocare le conferenze dei capigruppo per condividere date e ordini del giorno dei consigli, causata dalla totale assenza di programmazione da parte della giunta come si evince da nota allegata, inviata al sindaco in data 7 marzo 2022”.   

In quella mail Garbini sottolinea la totale incapacità di definizione di un cronoprogramma dei lavori da parte di sindaco e assessori.  Continua la PEC scritta al Prefetto, “la lamentela scritta dal sindaco è priva di ogni fondamento giuridico e inopportuna politicamente perché arriva pochi giorni dopo la mia decisione di non appoggiare il sindaco alle prossime elezioni comunali.  Il comportamento sembra intimidatorio”.  Comunque Umberto Garbini assicura il Prefetto che il punto verrà trattato nei tempi prescritti e senza ritardi ma nel pieno rispetto del Regolamento del Consiglio Comunale. Questo è l’ultimo capitolo della lunga guerra dei nervi tra Garbini e Tardani.   

Qualche piccola annotazione a margine è d’obbligo.  Se la Provincia ha approvato lo stesso schema il 23 ottobre come mai al 17 novembre ancora non era stata prodotta dagli uffici comunali la documentazione necessaria?  Cosa è mancato?  L’altra vera stranezza è la mancanza di condivisione tra istituzioni cittadine ma soprattutto il fatto che non si riesca a riunire la conferenza dei capigruppo da marzo 2022.  Ogni consiglio comunale si svolge praticamente in deroga con una grande assunzione di responsabilità da parte del presidente del consiglio comunale che ha permesso alla macchina comunale di lavorare.  L’altra evidenza riguarda la scarsa considerazione per i consiglieri comunali che spesso si ritrovano a discutere delibere senza avere il tempo necessario di “studiare”.  La capigruppo non è un accessorio ma un organo importante di controllo, garanzia e dialogo e la mancata informazione è un precedente grave per la vita democratica della città.




Nuovo colpo in villa al Tamburino, disattivate le luci esterne. I residenti chiedono da tempo più illuminazione

La banda specializzata in furti nelle ville ha compiuto un altro colpo nella zona residenziale del Tamburino, a soli due mesi di distanza dall’importante furto perpetrato presso una casa di campagna di una famiglia di Terni. Questa volta l’obiettivo è stata una villa situata lungo la strada della Selciata. L’azione criminale è iniziata alle 18 del 23 novembre, esattamente nel momento in cui la proprietaria della casa ha lasciato l’abitazione. I ladri, con grande abilità, hanno prima disattivato l’impianto di illuminazione privato che circonda la villa, raggiungendo i lampioni e svitando tutte le lampadine uno ad uno. Successivamente, utilizzando una scala, hanno raggiunto una finestra al primo piano, sfondandola per penetrare all’interno e portare via tutti gli oggetti di valore. I malviventi hanno persino sfidato il sistema antifurto, che si è attivato sei minuti dopo l’intrusione, rilasciando una densa coltre di fumo irrespirabile all’interno della villa. Nonostante ciò, quei pochi minuti sono stati sufficienti per portare via gli oggetti preziosi.

La preoccupazione e l’indignazione regnano tra gli abitanti del Tamburino. “Abbiamo chiesto ripetutamente al Comune di migliorare l’illuminazione pubblica, estremamente scarsa, ma nessuno ha mai preso provvedimenti. Quest’area è completamente abbandonata, ed ora è diventata estremamente pericolosa,” affermano i residenti. Uno di loro lamenta di aver inviato “una dozzina di segnalazioni tramite PEC, senza mai vedere nessuno intervenire.” Le autorità locali sono ora chiamate a rispondere alle crescenti preoccupazioni della comunità e ad adottare misure concrete per migliorare la sicurezza nel Tamburino.

ENGLISH VERSION

BURGLARY STRIKES AGAIN IN A TAMBURINO RESIDENCE, EXTERNAL LIGHTS DEACTIVATED. RESIDENT LONG-PLEAD FOR INCREASING LIGHTING

A notorious gang specializing in villa burglaries has struck once more in the residential zone of Tamburino, merely two months after a significant heist targeted a countryside residence belonging to a Terni family. This time, their target was a villa located along Selciata Road. The criminal activity unfolded at 6 p.m. on November 23, precisely when the homeowner left the premises.

Displaying considerable skill, the thieves first disabled the private lighting system surrounding the villa. They reached the lampposts and systematically unscrewed each light bulb. Subsequently, using a ladder, they accessed a first-floor window, breaking it to gain entry and abscond with all valuable items. The criminals even circumvented the alarm system, which activated six minutes after the intrusion, releasing a thick, noxious smoke inside the villa. Nevertheless, those few minutes were sufficient for the perpetrators to make off with precious belongings.

Worry and indignation grip the Tamburino residents. “We have repeatedly asked the Municipality to improve the extremely inadequate public lighting, but no action has ever been taken. This area is entirely neglected and has now become extremely dangerous,” assert the residents. One of them laments having “submitted a dozen reports via PEC, without ever seeing any intervention.” Local authorities are now called upon to address the community’s mounting concerns and implement concrete measures to enhance security in Tamburino.




Andrea Taddei di nuovo presidente dell’Opera del Duomo ma il consiglio rimane diviso

Seduta dai toni tesi il 23 novembre per il nuovo consiglio dell’Opera del Duomo. I nuovi designati si sono presentati già divisi in due schieramenti contrapposti, da una parte Taddei e dall’altra Fella e Pepe. Alla fine sono servite due votazioni per avere il nuovo presidente, o meglio per confermare Andrea Taddei che però ha dovuto sudare le proverbiali sette camice. Secondo le indiscrezioni circolate nei giorni precedenti, infatti i consiglieri erano divisi praticamente a metà tra Taddei e Fella. A fare da ago della bilancia un consigliere. tutto stabilito, almeno in apparenza perché poi, nella realtà, al fianco di Fella è apparso anche un voto per Nicola Pepe, anch’egli consigliere rieletto ma considerato “laico”. Già, una preferenza che è mancata a Fella per riuscire a contrastare quela di Taddei.

Nel tardissimo pomeriggio del 23 novembre, alla fine ecco che arriva la conferma di Taddei ma la vittoria non ha addolcito il clima all’interno del consiglio che permane di scontro aperto tra il presidente rinnovato e i cosiddetti “laici”, sembrerebbe guidati da Pepe, anch’egli riconfermato in consiglio.

ENGLISH VERSION

ANDREA TADDEI REINSTATED AS PRESIDENT OF THE OPERA DEL DUOMO, BUT THE COUNCIL REMAINS DIVIDED

The November 23rd session of the new Opera del Duomo council was marked by heightened tensions. The newly appointed members presented themselves already divided into two opposing factions, with Taddei on one side and Fella and Pepe on the other. It took two rounds of voting to confirm Andrea Taddei as the new president, and the process was not without its challenges.

According to pre-meeting rumors, council members were nearly evenly split between Taddei and Fella. The decisive factor turned out to be a single council member. While everything seemed settled on the surface, in reality, a vote for Nicola Pepe, also a re-elected council member but considered a “layman,” appeared alongside Fella. This preference was crucial for Fella to counter Taddei’s support.

In the late afternoon of November 23rd, Taddei’s confirmation finally arrived. However, the victory did little to ease the internal strife within the council, which remains openly divided between the reconfirmed president and the so-called “lay” members, seemingly led by Pepe, who was also re-elected to the council.