I bambini delle scuole primarie di Todi avranno i pasti con cibi a km zero

Pranzo insieme al Sindaco di Todi e all’assessore alla scuola per i sessanta bambini della scuola materna del Broglino. I due amministratori, infatti, hanno voluto iniziare dal plesso di Cappuccini il tradizionale giro di visite, all’inizio del nuovo anno scolastico, alle scuole di competenza diretta del Comune.
L’occasione è stata utile per confrontarsi anche con le insegnanti e il personale non docente sulla situazione dei servizi in generale e sul funzionamento della mensa in particolare.
Da settembre, infatti, a seguito di gara pubblica, è cambiata anche la società che ha in appalto la gestione della refezione scolastica, fermo restando il mantenimento in attività di tutti i centri di cottura interni.
Tra le novità figurano la colazione a metà mattina e la merenda pomeridiana inclusi nel servizio di refezione e, soprattutto, l’approvvigionamento degli alimenti a km zero, eliminando praticamente tutti i prodotti surgelati.
Nell’aggiudicazione è compreso anche un progetto di educazione alimentare rivolto a tutte le componenti la comunità scolastica: bambini, insegnanti e genitori. Questi ultimi a breve verranno coinvolti anche nella costituzione di uno specifico comitato per la mensa.
“Quello della qualità dei servizi scolastici e della refezione – sottolinea il Sindaco di Todi, Antonino Ruggiano – è da sempre un punto imprescindibile dell’azione amministrativa e al quale non intendiamo rinunciare pur a fronte di un costo superiore per le casse comunali”.
Nei prossimi giorni Sindaco e assessore proseguiranno la visita nelle altre scuole tuderti. Prevista, a completamento dell’azione “plastic free” avviata ormai da tre anni, la consegna delle borracce per l’acqua agli alunni iscritti alle prime classi della primaria, così che possano approvvigionarsi nei distributori gratuiti presenti in ogni singolo plesso.
“Altre iniziative volte all’educazione ambientale ed alimentare – evidenzia l’assessore alle politiche scolastiche Alessia Marta – riprenderanno presto il via, in continuità con quanto già portato avanti negli anni scorsi, con il progetto Slurp Kids e in collaborazione con Campagna Amica di Coldiretti e, novità, con Slow Food Umbria.




Per l’anno signorelliano il 12 ottobre incontro con il cardinale Gianfranco Ravasi alla Cappella di San Brizio

Con l’intervento del Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, riprendono gli appuntamenti del ciclo di conferenze “E vidi un cielo nuovo e una terra nuova”, promosso dall’Opera del Duomo di Orvieto in occasione dei 500 anni dalla morte di Luca Signorelli.

La Bibbia grande codice dell’arte occidentale” sarà il tema dell’incontro tenuto dal Cardinale Ravasi che si terrà giovedì 12 ottobre 2023 alle ore 17,30 nella Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto.

Il successivo appuntamento, che concluderà il ciclo delle conferenze dedicate a Luca Signorelli. sarà tenuto da S. Ecc. Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Orvieto-Todi, il 10 novembre 2023, dal titolo “Passa la figura di questo mondo”. Gli appuntamenti del ciclo “E vidi un cielo nuovo e una terra nuova” vengono promossi con il patrocino di Rai Umbria per il valore culturale, artistico, sociale e divulgativo della manifestazione e il supporto media partner di Rai Radio 3. Le conferenze verranno pubblicate in un volume interamente dedicato alla figura del pittore di Cortona. La pubblicazione accoglierà anche un Tabula gratulatoria, a cui potranno aderire liberamente i partecipanti ai diversi incontri previsti quale omaggio a uno dei principali protagonisti dell’arte italiana.

L’ingresso alle conferenze è libero. È prevista, inoltre, la diretta dell’evento sulla pagina Facebook dell’Opera del Duomo di Orvieto.




Lettera alla docente Pappalardo per spiegare perché le lettere aperte del genitore e del docente sulla situazione al Classico

Ho letto con molta attenzione e meraviglia la lettera che la docente Pappalardo ha inviato ai colleghi di Orvietonews. Le parole utilizzate mi hanno lasciato basito. Parla di squallore per l’anonimato eppure in calce alle due mail che ci sono state inviate è scritto chiaramente “Lettera firmata”. E’ stato richiesto di non pubblicare i nomi anche perché dovrebbe sapere la professoressa che il/la collega non può rilasciare dichiarazioni in alcun modo critiche pena lettera di richiamo o anche peggio.

Il collego dei docenti annichilito? E’ sicuramente un’espressione forte ma legittima e poi si parla non dell’intero istituto ma del solo Gualterio.

Già, torniamo al perché questa testata si è occupata della scuola. Una mattina appaiono dei fogli di protesta affissi sulla facciata dell’istituto. Una protesta educata ma eclatante. Ci siamo messi subito in moto ascoltando più voci. E allora diciamola tutta! E’ normale che gli studenti di un Classico e affini non abbiano un’aula? E’ giusto che per l’ora di motoria la classe indicata sia “il cortile”? E quando piove? Quando è freddo? Dove andranno gli studenti? Magari nell’androne, sempre al freddo senza poter usufruire della legittima lezione, teorica o pratica. Allora si vuole correre ai ripari in corsa, cercando un’aula da adibire a palestra. E le attrezzature ginniche? E l’agibilità?

E poi il confronto, quel confronto e quella trasparenza che dovrebbe essere un “dovere” per l’istituzione pubblica che forma i cittadini del domani, non sembra essere in cima ai pensieri dei vertici scolastici. OrvietoLife ha sempre scritto di essere disponibile al confronto franco e aperto, però senza “dimenticanze” e lo siamo ancora.

Le vere domande che dovrebbero porsi coloro che sono interni alla scuola sono altre.

E’ stato fatto tutto il possibile per rendere la scuola accogliente e inclusiva per gli studenti?

E’ stato fatto tutto il possibile per rendere utilizzabili i laboratori scolastici?

E’ stato fatto tutto il possibile per assicurare tutto quello che è stato presentato negli open-day?

I docenti sono stati messi nella condizione di insegnare con gli strumenti più adeguati e tecnologicamente avanzati?

L’edificio scolastico è adeguato a ospitare tutte le persone quotidianamente in completa sicurezza?

Chi deve risolvere questi problemi (consiglio d’istituto, dirigente) ha fatto tutto il possibile nei tempi giusti e con richieste precise agli Enti preposti?

Non è una questione di poco conto e siamo certi che è stato fatto tutto il possibile ma è altrettanto ovvio che le soluzione trovate non accontentano studenti, genitori e docenti di quella scuola, almeno una parte e, questi, hanno il diritto di essere ascoltati e oggettivamente le difficoltà sono ben chiare a tutti i protagonisti e anche al cronista. Non c’è squallore ma più un grido di allarme, non c’è campanile ma una richiesta di aiuto per offrire una scuola moderna, inclusiva e attenta alle esigenze degli studenti che devono essere al centro dell’attenzione, sempre!




Unitre presenta la nuova edizione di “Storiellando”, laboratorio di scrittura ed espressione per la scuola primaria

Torna, nella programmazione Unitre Orvieto, un grande successo dello scorso Anno Accademico: Storiellando, Laboratorio di Scrittura ed Espressione rivolto agli alunni della Scuola Primaria, di preferenza per le classi quarta e quinta. Tante le istituzioni che affiancheranno l’Università delle Tre Età in questa simpatica e formativa attività: Comune di Orvieto, Opera del Duomo di Orvieto, Centro Studi “Gianni Rodari”, Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi”, Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi, Istituto Comprensivo Orvieto-Montecchio, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole”.
Cinque gli incontri previsti: i primi tre, affidati al noto autore Andrea Laprovitera, verteranno sulla scrittura; gli ultimi due, dedicati all’azione interpretativa, saranno curati dal vicepresidente Unitre Alberto Romizi, che si avverrà del supporto musicale del M° Riccardo Cambri. “Storiellando” sarà ospitato al Centro Studi “Gianni Rodari” che, dall’autunno del 2021, è allocato in una sezione della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi”.
Il percorso sarà preceduto, Lunedì 23 Ottobre in orario pomeridiano, da una visita straordinaria dei bambini partecipanti alla Cappella di San Brizio, all’interno del Duomo di Orvieto, per ammirare e conoscere i meravigliosi affreschi di Luca Signorelli, ed entrare così nel mondo visionario e colorato del sommo pittore. È infatti a Signorelli, di cui quest’anno si celebrano i 500 anni dalla morte, che l’edizione 2023-24 di Storiellando è dedicata. Obbiettivo finale: l’allestimento teatrale, presso il Teatro del Carmine, della “storia” che uscirà dalla fantasia e dalle intuizioni dei giovanissimi scrittori, con il Presidente Unitre che confida di tornare, con Storiellando, nel cartellone ufficiale di Umbria Jazz Winter, protagonisti della sezione “Umbria Jazz for Kids” proprio come avvenne inaspettatamente lo scorso anno.
“Ho lavorato personalmente all’ideazione del progetto Storiellando”, afferma il M° Riccardo Cambri, “convinto fermamente che la missione dell’Unitre a favore dei piccoli ragazzi del Laboratorio assuma un significato ed una sostanza di altissimo valore. Siamo Università delle Tre Età, oramai, e a Palazzo Simoncelli ci piace particolarmente confermarlo ogni qualvolta sia possibile. La presenza attiva di Andrea Laprovitera rappresenta la collaborazione di uno scrittore e sceneggiatore di grande successo e sensibilità; Alberto Romizi è la maggiore garanzia per la costruzione e la cura di un equilibrato ed armonico gruppo di lavoro composto da bambini, ragazzi e adulti, e la sua competenza del linguaggio e dei tempi teatrali permetterà una messa in scena efficace ed originale. Ringrazio di cuore tutte le Istituzioni che ci affiancano in questo rinnovato laboratorio; in particolare, saluto le Dirigenti Scolastiche delle Scuole Primarie orvietane: le Dott.sse Antonella Meatta e Isabella Olimpieri. Saranno della partita anche la fumettista Giulia Stramaccioni, che creò lo scorso anno la meravigliosa illustrazione della locandina che, per noi, rappresenta un’immagine identitaria, e il giovane studente liceale Nicolò Menichetti, che ci aiuterà a livello logistico ed organizzativo. Carta e penna in mano, allora, perché nessun argomento è fine a se stesso, ma fa parte di una continuità all’interno del laboratorio che, come detto, è un cammino che ci condurrà, tutti, al compimento di una storia scritta, pronta per essere trasformata in qualsiasi cosa si voglia e ci suggerisca a fantasia”.

Per ulteriori informazioni: 338 7323884 (cell) e uni3-orvieto@alice.it (email).




Libertas fa il pieno al meeting di Caorle con Taddei campione italiano negli 80 metri

È stato un fine settimana da urlo per la Libertas Orvieto e per tutta l’Umbria. Sì, perché è proprio l’urlo di Lorenzo Taddei che ha tagliato il traguardo degli 80 metri per vincere il titolo di cadetto più veloce d’Italia, che rimarrà impresso negli occhi per questo eccezionale “Criterium Cadetti 2023”. Un festeggiamento che è stato il culmine di un percorso che, per gli atleti, non è mai una passeggiata fatto com’è di incertezze, di cadute, di risalite e di successi che quando arrivano riempiono di gioia e soddisfazione diventando il motore per cercare sempre qualcosa in più. E così è stato.

Carichi di cuore e coraggio, accompagnati, sullo sfondo, da tecnici e famiglie, Lorenzo Taddei e i suoi compagni hanno potuto solcare la pista di Caorle riservata agli atleti più talentuosi del panorama italiano per la categoria cadetti. Una manifestazione, quella del Criterium, in cui le rappresentative delle regioni mettono in campo le loro migliori risorse per celebrare l’atletica leggera del futuro attraverso una competizione che è stata anche divertimento e sorrisi.

“Proprio dai Criterium – come ricordato dalla Fidal Nazionale – abbiamo potuto osservare negli anni, gli atleti che abbiamo ritrovato sui palcoscenici internazionali qualche anno dopo”. A celebrare l’apertura di questo evento è stato proprio il simbolo dell’atletica italiana di oggi, Gianmarco Tamberi che ha coinvolto i ragazzi in un inizio scoppiettante.

Andando con ordine, la delegazione orvietana che è partita con indosso le maglie verdi dell’Umbria, è stata composta da Sara Galanello, Marina Iannuzzi, Maya Moncelsi, Lorenzo Taddei e Matteo Ferretti che, classi 2008 e 2009, si erano distinti nel corso dell’anno nelle loro specialità entrando a far parte della rappresentativa del presidente, Carlo Moscatelli.

Lorenzo Taddei, senza esitazione, è diventato campione italiano negli 80 metri con il tempo di 9.15 – con il vento contrario – mentre in batteria era addirittura sceso sotto il muro dei 9 secondi (8.98 per l’esattezza), conquistando così il record regionale. Grande soddisfazione in casa Libertas Orvieto e in casa Umbria visto che l’atleta di Orvieto aveva lavorato per giungere alla gara in buona forma.

Ma non è finita qui perché con il quartetto composto da Gabriele Burchi, Mattia Patiti, Giacomo Palmi e Lorenzo Taddei, l’Umbria si è aggiudicata una storica medaglia di bronzo con il tempo di 44″32 nella staffetta 4×100. Taddei ha appeso al collo una nuova medaglia in una storica giornata per l’Umbria e per l’atleta orvietano. Anche gli altri componenti di Orvieto che sono entrati a far parte della rappresentativa dimostrando di essere tra i migliori nella loro specialità, hanno dato il meglio considerando il contesto grandioso in cui hanno gareggiato che con i suoi 3500 spettatori, metteva anche un buon livello di pressione ai giovani atleti. Da sottolineare è anche che Sara Galanello, Marina Iannuzzi e Maya Moncelsi erano tutte classe 2009 e quindi al primo anno di categoria con tutto da imparare e migliorare.

Complimenti, dunque, a tutti gli atleti che hanno reso grande il nome della Libertas Orvieto in Italia!




Orvieto si aggiudica il contest dedicato alle scuole “DivAirCity” con un progetto per Orvieto Scalo

Orvieto vince il concorso “Pan-European Diversity & Inclusion Green City” nell’ambito del progetto internazionale Divaircity. La squadra “Green Community”, composta dagli studenti del Liceo scientifico “E. Majorana” e della scuola secondaria di primo grado “Ippolito Scalza”, ha vinto a pari merito con i ragazzi spagnoli di Castillon il premio internazionale per il miglior progetto e in solitaria il contest associato su Instagram.

Questa mattina, lunedì 9 ottobre, all’Institut Bruxellois pour la Gestion de l’Environnement si è tenuta la premiazione del concorso che ha coinvolto oltre 70 studenti delle cinque città europee pilota coinvolte nel progetto Divaircity, OrvietoCastellonAarhusPostdam e Bucarest.

Giulia Cattaruzza, Charlotte Catuogno, Giorgia Silvestri, Chiara Rellini, Simone Panzetta, Edoardo Lo Conte, Marco Salvatore e Olimpia Puri del Liceo scientifico “E.Majorana”, accompagnati dalla professoressa Valentina Averardi, e Filippo Rosati e Greta Trippini della scuola “Ippolito Scalza” accompagnati dalla professoressa Maria Caterina Guido, hanno ricevuto i premi dalle mani di Daniela Melandri, presidente dell’associazione Univercities e strategic e content coordinator di Divaircity, Elisa Penalvo Lopez, general coordinator Divaircity, e Georgios Charalampous, project officer e rappresentante della Commissione Europea. Presenti alla cerimonia anche la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, e Carla Lodi e Serena Ubaldini dell’Ufficio Politiche comunitarie del Comune di Orvieto.

Il progetto chiamato “Eco-Sensory Garden” riguarda la valorizzazione e riqualificazione del giardino del fosso dell’Abbadia di Orvieto scalo ed è stato giudicato il migliore dalla giuria composta da esperti internazionali e rappresentanti delle cinque città per la creatività, l’inclusività e la sostenibilità economica.

Quattro gli interventi chiave: un giardino sensoriale inclusivo che coinvolge i visitatori in un’esperienza coinvolgente attraverso i cinque sensi, con uno spazio dedicato ai bambini per scoprire il mondo attraverso i loro sensi, avvicinarsi alla natura e imparare a prendersi cura dell’ambiente, una “barriera verde”, una foresta urbana lineare lungo la variante per combattere l’inquinamento e il rumore del traffico urbano, un’oasi di relax con la realizzazione di frangisole all’interno del anfiteatro altrimenti poco fruibile durante i mesi caldi, e un tunnel sensoriale, sottopassaggio di via Paglia che si trasforma in un’esperienza sensoriale grazie all’illuminazione, ai murales e alla sistemazione di una tettoia aperta.

“Il coinvolgimento della cittadinanza nella valorizzazione del verde urbano – hanno detto i ragazzi nella presentazione – è una strategia vincente per tutelare e preservare un bene di comunità. Il progetto favorisce la partecipazione attiva della cittadinanza nella cura del proprio territorio. La tutela e la valorizzazione del verde urbano non solo migliorano l’estetica e la vivibilità di un’area urbana, ma promuovono anche il senso di appartenenza alla comunità e la condivisione di un bene prezioso che appartiene a tutti”.

“Siamo orgogliosi del lavoro e della creatività dei nostri ragazzi che è stata riconosciuta e premiata oggi qui a Bruxelles”, ha detto la sindaca e assessora all’Ambiente, Roberta Tardani. “Ma oltre a questo – prosegue – il premio migliore che possiamo garantire loro è che queste idee e queste proposte non rimarranno sulla carta ma sono state da spunto per gli interventi di riqualificazione del parco di via Monte Terminillo a Orvieto scalo che saranno realizzati entro giugno 2024 finanziate con i fondi europei del progetto Divaircity, complessivamente 170mila euro. Complimenti ai ragazzi, complimenti al liceo Majorana e alla scuola Ippolito Scalza e grazie anche a tutte le altre squadre delle scuole di Orvieto che si sono cimentate nel contest. L’esperienza di oggi e quella che che stiamo portando avanti con Divaircity è molto significativa perchè rende l’idea della città che abbiamo in mente, quella dove i giovani possono esprimere il proprio talento e la creatività, contribuire a migliorare la qualità di vita dei luoghi che vivono e vedere nella loro città opportunità di futuro”.




Sindaco o Presidente della Pro-Loco?

In molte città d’Italia è questa, ormai, la domanda ricorrente tra i cittadini, segno evidente che c’è una confusione di ruoli.
Tra selfie, sovraesposizione mediatica, iper-presenzialismo a sagre, manifestazioni sportive e ricreative, è difficile capire quale ruolo è correttamente interpretato.
La differenza è sostanziale ma il solo fatto che in molti si interroghino proprio sulla differenza dimostra che la netta linea di confine è ormai abbondantemente superata: si è verificata una pericolosa sovrapposizione tra due figure che dovrebbero mantenere, al contrario, ben distinte le proprie funzioni.
Promuovere la propria città è compito di entrambi ma c’è una diversa proiezione che distingue nettamente il Sindaco dal Presidente della Pro-Loco.
Il Sindaco si deve occupare di orientare le attività promozionali verso lo sviluppo economico della Città, secondo un progetto, se ce l’ha, che aumenti il prodotto interno lordo e l’occupazione.
Deve occuparsi tra l’altro di politiche sociali e dei servizi essenziali per i cittadini. Deve dare un assetto alla viabilità urbana ed extra urbana. Il Sindaco poi deve occuparsi dell’assistenza per gli anziani, dell’occupazione giovanile, dell’edilizia abitativa e dell’attrazione degli investimenti.
Dal Sindaco ci si aspetta un disegno sulla Città nei prossimi anni, oltre a quello del suo personale percorso politico che alla Città non interessa.
In sintesi, il Sindaco deve migliorare l’esistente e dare una prospettiva per il futuro: il Presidente della Pro-Loco no.




Pace e dialogo

Viviamo in un mondo sconvolto e ferito da una guerra mondiale a pezzi, abitiamo in un pianeta dove vive un’umanità assetata di pace e comprendiamo sempre più quanto sia necessario essere artefici di pace e di fraternità per costruire un mondo migliore. La pace è la base della convivenza civile fra gli uomini, è un tesoro prezioso da difendere. Per garantirla non basta il desiderio di dialogo, occorre renderlo operativo. L’umanità è giunta ad un momento decisivo e solo l’impegno e la buona volontà dei popoli, a tutti i livelli, dalla famiglia alle istituzioni internazionali, possono cercare di risolvere le questioni che egoismo, disparità, ingiustizie e vendette hanno creato. La pace è opera della giustizia, non è la semplice assenza di violenza, laddove il più forte soffoca e opprime il debole. Tanti progetti di pace sono ostacolati dall’odio tra gli uomini, avidi di potere e di ricchezza. Contro le minacce della guerra e le durezze dell’animo umano ha insistentemente operato il Magistero della Chiesa attraverso il Concilio e i Papi: da Benedetto XV, che visse il dramma della Grande Guerra e ne fu fermo avversario, alla strenua opposizione di Giovanni Paolo II alla guerra in Iraq nel 2003, a Papa Francesco, che soffre e prega per la martoriata Ucraina. Il Concilio prevedendo gli orrori di una guerra che distruggerebbe l’umanità, fra sofferenze indescrivibili, – nella Costituzione Apostolica Gaudium et Spes, dove nell’ultima parte vengono trattati “Alcuni problemi più urgenti” – ammonisce a rimuovere le cause per impedirne lo scoppio e invita tutti a cooperare, cristiani e non cristiani, a difendere i diritti dell’uomo e dei popoli per realizzare la via della pace. La Chiesa nella sua missione “è segno di quella fraternità che permette e rafforza un sincero dialogo”. È quanto si legge al n.70 della Gaudium et Spes. Il documento è un forte invito al dialogo e alla collaborazione paziente e coraggiosa, adeguato al nostro tempo sia per comprendere la concezione della vita che per l’incisività del linguaggio, perché “possiamo e dobbiamo lavorare insieme alla costruzione del mondo nella vera pace” (GS n.92). San Giovanni XIII aveva scritto nell’aprile 1963 l’enciclica Pacem in terris, un capolavoro di coraggio per denunciare gli orrori delle guerre e per indicare quattro pilastri a fondamento della pace: verità, giustizia, amore, libertà. Quanto, poi, iniziato da Papa Roncalli, cioè quell’evento straordinario del Concilio Vaticano II, è stato portato a compimento da Papa Montini. Fu proprio lui che, prendendo l’avvio da quanto era stato promulgato nella G.S., volle celebrare la Giornata Mondiale della Pace, fissandone la data al primo giorno di ogni anno. Fu suo desiderio dedicare il giorno di Capodanno alla meditazione e alla preghiera per la pace. Così, durante l’omelia della prima celebrazione, il I° gennaio 1968, affermava “la pace deve recare con sé l’ordine, la serenità, la letizia, la speranza, l’energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace.”. Oggi siamo arrivati alla 56.a edizione della Giornata Mondiale e da allora i Pontefici annualmente inviano un messaggio a tutti i popoli della terra, per invitarli alla riflessione sul tema della pace rivolgendo un appello accorato per far cessare le guerre. Nel 1981 anche l’ONU ha istituito la Giornata Internazionale per la pace che viene celebrata annualmente il 21 settembre. L’ONU esorta a commemorare in maniera appropriata la ricorrenza, come giorno di pace, durante il quale devono cessare le ostilità e le violenze. Ma spesso non si tiene conto di queste raccomandazioni e nessuna tregua viene rispettata. Perché ci sia pace sulla terra deve regnare pace fra le nazioni. Attualmente nel mondo sono in atto circa 70 conflitti: dalla crisi ucraina alle varie guerre e guerriglie in Africa, in Yemen, nell’America Latina e nel Continente asiatico. La guerra è strumento di sofferenza perché con essa c’è solo distruzione: dalla vita umana a tutte le opere create dall’ingegno dell’uomo per il bene e il progresso della società. La guerra, come sosteneva san Giovanni Paolo II, “è un’avventura senza ritorno”. Pertanto è compito della Chiesa esercitare un forte impegno comune per realizzare la pace, la giustizia, la libertà, la democrazia ed essa con fermezza esprime la sua condanna contro ogni forma di violenza. L’uomo avverte l’esigenza di riscoprire il valore della pace, di quella vera che trova il suo fondamento nel riconoscimento dei diritti umani. Impegno del cristiano è edificare la pace, per questo motivo il mondo ha bisogno di operatori di pace, di uomini miti e tolleranti, che sappiano inserirsi nel contesto delle attuali situazioni storiche di conflitto per portare testimonianze e soluzioni di riconciliazione (ad es. la Comunità di Sant’Egidio). Occorrono uomini di dialogo, animati da quel “sincero dialogo” e dal “desiderio di stabilire un dialogo che sia ispirato dal solo amore della Verità e condotto con opportuna prudenza”, dialogo che la Gaudium et Spes sostiene e che Papa Francesco suggerisce per disinnescare le ostilità. Non dimentichiamo poi la preghiera quale forza e strumento della pace. Nell’ottobre 1986 Papa Giovanni Paolo II, convinto che le religioni possano spegnere l’impeto delle guerre, invitò ad Assisi, per un incontro internazionale di preghiera, autorevoli esponenti di fede cristiana e altri illustri capi religiosi che promuovevano ed alimentavano nel cuore il senso profondo della pace. Fu un avvenimento straordinario e dopo 36 anni l’esperienza di quell’incontro si ripete puntualmente, ma con modalità più semplici. Nell’ultimo incontro, avvenuto il 26 ottobre scorso al Colosseo, Papa Francesco, dopo la preghiera delle varie comunità religiose, ha rivolto questa esortazione: “Non lasciamoci contagiare dalla logica perversa della guerra; non cadiamo nella trappola dell’odio per il nemico. Rimettiamo la pace al cuore della visione del futuro, come obiettivo centrale del nostro agire personale, sociale e politico, a tutti i livelli. Disinneschiamo i conflitti con l’arma del dialogo”. Spesso il grido del Santo Padre è un accorato appello perché si ponga fine ai tanti combattimenti che spargono sangue nel mondo e si instaurino azioni di pace: “Sì al dialogo e no alla violenza, sì al negoziato e no alle ostilità e alle provocazioni” (13 marzo 2023). Recentemente alla GMG di Lisbona, il card. Zuppi, incaricato dal Papa per mediazioni di pace, ha chiesto di continuare a pregare per la cessazione del conflitto in Ucraina perché “senza la pace è la fine”. Ed una tragica fine è stata evitata nel lontano ottobre 1962 grazie al dialogo e alle preghiere di San Giovanni XXIII. Il mondo era sull’orlo di una catastrofe nucleare: USA e Unione Sovietica tra il 16 e 28 ottobre erano pronti a sterminare gran parte del genere umano. Un braccio di ferro tra Kennedy, Chruscev e Fidel Castro aveva creato l’incubo di una imminente guerra. Mosca aveva costruito a Cuba una base per lanciare missili nucleari e colpire gli USA. Il Papa, dopo una delicata consultazione, svolta dalla diplomazia della Santa Sede, intervenne il 25 ottobre con un radiomessaggio, trasmesso in lingua francese dalla Radio Vaticana, per esortare alla pace. Prevalse l’appello di mediazione del Santo Padre fra i due contendenti e il 28 ottobre si giunse ad un accordo. Sembrava una situazione disperata in quanto nessuno voleva cedere, quando improvvisamente, e fu un miracolo, si giunse ad un compromesso da ambo le parti. In quella circostanza l’opera del dialogo, avviata dalla Santa Sede, e la forza della preghiera, strumento anche di pace, consentirono all’umanità di evitare che si piombasse in una terza guerra mondiale.

Ed infine desidero aggiungere un’ultima riflessione. Il mondo è in crisi per le lotte che minacciano il tracollo delle civiltà, per le guerre che promettono pace e sono negatrici di libertà. Non esistono guerre giuste o sante, le guerre sono una follia. E nell’attuale contesto storico pace, libertà e dialogo sembrano le parole magiche adatte per concedere una tregua nei campi di battaglia che, in ogni angolo della terra, vedono in azione la spietata clava di Caino ed ascoltano impotenti il pietoso grido di Abele. La pace è rispetto per l’altro, è un bene inestimabile cui anela il cuore di ogni uomo. La libertà è necessaria all’uomo, ne condiziona la vita in tutte le sue manifestazioni, è una sua esigenza vitale, è per la sua dignità. Il dialogo autentico è possibile instaurarlo solo se c’è rispetto per le persone e amore per la verità. Deve essere animato dallo sforzo comune, volto all’unione effettiva delle coscienze per il conseguimento della verità. Così ogni volta che l’uomo si rivolge all’altro uomo in cerca di aiuto, bussa al suo cuore in cerca di affetto, alla sua mente in cerca di luce, il dialogo diventa una realtà vivente. Allora, se riusciremo ad instaurare un clima di dialogo tra Oriente ed Occidente, fra Nord e Sud, fra le diverse religioni, fra le varie etnie, tra destra e sinistra, potremo smorzare e spegnere tutti i focolai di guerre che stanno distruggendo la pace universale.




E’ arrivata la prima sudata vittoria in rimonta per l’Orvietana contro il Figline

È arrivata finalmente la prima vittoria, cercata, sudata, sofferta e alla fine ottenuta anche in crescendo. Fiorucci conferma la difesa di Seravezza, lascia in panchina Orchi a centrocampo, sceglie Fabri trequartista. Due cambi nel Figline, rispetto alla formazione che domenica scorsa aveva perso contro la Pianese. C’è Simoni in porta, visto l’infortunio grave occorso a Conti sette giorni fa, e in mediana opera Sesti al posto di Di Blasio. Primo tempo avaro di emozioni fino al break a centrocampo di Torrini che ruba palla, serve Bruni che trova il diagonale vincente. Reazione rabbiosa dei biancorossi che con Marsilii e Santi sfiorano il pari per tre volte prima dell’intervallo. Ma a fine primo tempo l’Orvietana è ancora sotto. La ripresa sembra iniziare male, Diarra è incontenibile e colpisce il palo, l’episodio però sveglia l’Orvietana che da lì in poi domina la gara: Marsilii e Ricci sfiorano il pari, Osakwe, da poco entrato, lo centra di testa su gran palla di Santi. Il Figline non reagisce, Greco servito da Manoni trova il mancino perfetto che vale il 2-1, perfetta anche la traiettoria dal limite che poco dopo impone Marsilii alla palla, è doppio vantaggio e finalmente il Muzi può esultare. Nel finale ancora due occasioni per il neo entrato Orchi e ancora per Marsilii, Marricchi invece deve fare una sola parata su Di Blasio.

Domenica prossima trasferta a Cenaia, in provincia di Pisa, contro i toscani che sono appaiati in classifica.

NOMI E NUMERI

ORVIETANA (4-3-1-2): Marricchi; Caravaggi, Congiu, Siciliano, Lorenzini; Greco (44’st Labonia), Ricci, Manoni (25’st Orchi); Fabri (5’st Osakwe); Marsilii (40’st Sforza), Santi (44’st Veneroso). A disp.: Rossi, Gomes, Pelliccia, Stampete. All.: Fiorucci.

FIGLINE (3-5-2): Simoni; Sabatini, Ficini, Dema (22’st Fiore), Ficini; Zellini, Bonavita, Sesti (22’ Di Blasio), Rufini (9’st Banchelli), Diarra (31’st Iaiunese); Torrini (34’st Cavaciocchi), Bruni. A disp.: Pagnini, Malpaganti, Orpelli, Donnarumma. All.: Tronconi.

ARBITRO: Scarpati di Formia (Tagliafierro di Caserta –Savino di Napoli).

RETI: 38’pt Bruni (F), 18’st Osakwe (O), 21’st Greco (O), 28’st Marsilii (O)

NOTE: ammoniti: Manoni, Osakwe (O), Dema (F). Angoli: 3-2. Recupero: 4’+5’.




Liceo Gualterio, un docente “situazione di disagio, speriamo che gli studenti non siano più solo numeri”

Continua il dibattito sulla situazione del Liceo Classico F.A. Gualterio. La protesta dei “tazebao” sta avendo degli effetti. Questa volta interviene un docente che preferisce rimanere anonima. OrvietoLife conferma la disponibilità a ospitare sia il punto di vista dell’istituzione scolastica che di altre persone coinvolte, a partire dall’ente proprietario e cioè la Provincia di Terni.

Intervengo come docente nella discussione, sollecitata dal genitore che ha deciso coraggiosamente di rompere il muro dell’indifferenza sulla situazione del Liceo Gualterio.   Ha ragione a chiedersi come mai non ci sia una reazione o una proposta da parte di persone che vivono quotidianamente i problemi della scuola.  La risposta è proprio nella definizione “annichiliti”, ridotti a nulla, perfetta perché attualmente molti docenti sono soggetti a cui non è più lecito esprimere il dissenso e non sono neanche degni di una comunicazione che chiarisca magari il motivo di scelte definite didattiche.  Di questa situazione di disagio e umiliazione, vissuta purtroppo in molte scuole, la responsabilità è della legge della “Buona Scuola”, che ha aumentato notevolmente il potere dei Dirigenti, ma purtroppo anche di quei docenti che alzano la mano solo per approvare nei Collegi o peggio di quelli che nel caos e nella disorganizzazione hanno guadagnato senza meriti un ruolo, diventando strumenti di una gestione di tipo personalistico.  Anche noi ci auguriamo che il Liceo Gualterio possa essere liberato e che gli studenti non siano più solo numeri, come giustamente sottolineato dai ragazzi ribelli cui va il merito di avere aperto il caso.

Non credo che al genitore saranno date le risposte che anche noi “annichiliti” abbiamo provato a chiedere, e forse sono altre le strade da percorrere per ottenere una soluzione. Piuttosto anche noi ci facciamo qualche domanda: dove sono le Istituzioni, l’Ufficio Scolastico Regionale e la Provincia, sollecitata con due segnalazioni, che dovrebbero controllare la correttezza di quanto viene disposto?  Mi fermo qui per ribadire   che la cosa più grave in una “comunità educante”, evidenziata dal caso in questione ma verificatasi in molte altre situazioni, è la mancanza di dialogo, informazione e rispetto delle norme.

Lettera Firmata